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18. Haraṇahārika

( La consegna dei doni nuziali I, 213)



                              CCXIII


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	quando tutti vṛṣṇi uno dopo l'altro avevano fatto i loro discorsi,
     	allora diceva Vāsudeva queste parole piene di dharma:

   2 	“ nessuna offesa a questa famiglia fece il folti-capelli,  
     	un grande onore per voi senza dubbio è di essere a lui congiunto,

   3 	il pṛthāde non pensa che voi sātvata siate sempre avidi di ricchezze,
     	e il pāṇḍava pure pensa che non si possa vincere lo svayaṁvara,

   4 	e chi dunque approva l'acquisto di una fanciulla come fosse una bestia?
     	e quale uomo pure la vendita della discendenza farebbe sulla terra?

   5 	e queste macchie vide il kuntīde, questa la mia opinione,
     	perciò il pāṇḍava con violenza rapiva la fanciulla secondo il dharma,  

   6 	e la parentela è accettabile, Subhadrā è gloriosa,
     	e tale pure il pṛthāde, che la rapiva con la forza,

   7 	nella discendenza dei bhārata è nato e di Śaṃtanu grand'anima,
     	chi non vorrebbe essere Arjuna il figlio della figlia di Kuntibhoja?

   8 	e non io vedo chi possa vincere il pṛthāde per valore,
     	anche tra tutti mondi con Indra e Rudra, caro amico,

   9 	il suo carro è famoso e i suoi cavalli sono simili ai miei,
     	e il pṛthāde è un guerriero dalle rapide frecce, chi può essere pari a lui?

  10 	inseguendo il conquista-ricchezze, con suprema gentilezza,
     	riportatelo indietro felici, questa è la mia suprema opinione,

  11 	se vincendovi il pṛthāde con la forza tornasse alla sua città
     	sarebbe distrutta la vostra fama e inoltre non vi è sconfitta nella conciliazione.”

  12 	questo avendo udito da Vāsudeva così fecero, o sovrano di genti,
     	richiamato indietro Arjuna, là il matrimonio fece allora,

  13 	e là risiedendo il kuntīde per altri anni e giorni,
     	tra i puṣkara quindi il tempo rimanente trascorse quel potente,
     	passati indi i dodici anni rientrava a khāṇḍavaprastha,

  14 	egli salutato il re con compostezza e modestia,
     	venerati i brahmani, il pṛthāde si avvicinava a Draupadī,

  15 	e Draupadī rispondeva con gelosia a quel rampollo dei kuru:
     	“là va o kuntīde dove sta la figlia del sātvata
     	 da un mucchio di legami anche il primo è allentato.”

  16 	quindi in molti modi il conquista-ricchezze la lamentevole Kṛṣṇā 
     	consolava e di nuovo calmava ripetutamente,

  17 	e facendole fretta, Subhadrā vestita di seta rossa,
     	il pṛthāde faceva avanzare avendola vestita come una pastorella,

  18 	molto in quella foggia splendeva la gloriosa,
     	raggiunta la migliore magione, la moglie dalle belle membra dell'eroe,
     	la bella Bhadrā con larghi occhi rossi, onorava Pṛthā,

  19 	quindi veloce avvicinandosi con viso simile alla luna,
     	Bhadrā onorava Draupadī e le disse: “tua serva io sono.”

  20 	e Kṛṣṇā avendo rialzato la sorella del Mādhava, la
     	abbracciava e le disse con affetto:” non abbia alcun rivale il marito tuo.”
     	e quindi con gioia Bhadrā a lei rispondeva:” così sia!” 

  21 	quindi erano pieni di gioia i pāṇḍava, grandi guerrieri,
     	e Kuntī era supremamente contenta o Janamejaya,

  22 	avendo saputo che occhi-di-loto aveva raggiunto la propria ottima città,
     	che Arjuna il migliore dei pāṇḍava era ad indraprastha, allora 

  23 	giungeva il lunghi-capelli dall'anima pura, assieme a Rāma, 
     	con un grande numero di vṛṣṇi e andhaka, eroi e grandi guerrieri,

  24 	e circondato da centinaia di fratelli principi e guerrieri, 
     	il nipote di Śūra tormenta-nemici, da un grande esercito protetto,

  25 	là giungeva il saggio Dānapati, dalla grande gloria,
     	Akrūra, capo degli eserciti degli valorosi vṛṣṇi vi era, uccisore di nemici,

  26 	e l'illustrissimo Anādhṛṣṭi, e Uddhava dalla grande fama,
     	allievo di Bṛhaspati in persona, dotato di grande intelligenza e fama,

  27 	Satyaka e Sātyaki e Kṛtavarman il sātvata,
     	e Pradyumna e Sāmba e Niśaṭha e Śaṅku,

  28 	e Cārudeṣṇa e Jhillin dal grande valore, e Vipṛthu,
     	e Sāraṇa grandi-braccia, e Gada il migliore dei sapienti,

  29 	e anche molti altri vṛṣṇi, bhoja e andhaka, 
     	vennero a khāṇḍavaprastha portando molti doni nuziali,

  30 	allora il re Yudhiṣṭhira udito dell'arrivo del Mādhava,
     	ad accogliere Kṛṣṇa, i gemelli mandava avanti allora,

  31 	dai due accolto quel gruppo di vṛṣṇi prosperoso,
     	entrava a khāṇḍavaprastha addobbata con bandiere e stendardi,

  32 	con le vie spazzate e bagnate, adornata con montagne di fiori,
     	purificata coi sublimi profumi dei succhi fresci di sandalo,

  33 	e bruciando legno di aloe, ogni luogo profumava di sublime aroma,
     	in quella città piena di gente, ben pulita, e adornata dai commerci,

  34 	entrava, il grandi-braccia, il lunghi-capelli assieme a Rāma,
     	il migliore degli uomini attorniato dai vṛṣṇi, dagli andhaka e dai re dei bhoja,

  35 	e onorato dai cittadini e dai brahmani a migliaia, 
     	entrava nella reggia del re simile alla dimora del dio distruttore di fortezze,

  36 	Yudhiṣṭhira andava incontro a Rāma secondo le regole,
     	sulla testa baciando il lunghi-capelli, lo abbracciava con le sue braccia,

  37 	e Kṛṣṇa di contro onorava con modestia lui che era contentissimo,
     	e salutava cerimoniosamente Bhīma tigre fra gli uomini, secondo le regole,

  38 	e il dharmarāja Yudhiṣṭhira, accoglieva i migliori dei vṛṣṇi e degli andhaka, 
     	con grandi onori secondo le regole, nell'ordine di arrivo,

  39 	alcuni onorava come anziani e altri come coetanei,
     	alcuni salutava con amore, e da altri pure era salutato,

  40 	quindi Vāsudeva diede suprema ricchezza come dote di nascita,
     	e il dono nuziale di Subhadrā dato dai parenti consegnava quel gloriosissimo,

  41 	e di carri con le parti in oro, e inghirlandati di molte campanelle,
     	e aggiogati a quattro cavalli, guidati da auriga rinomati per destrezza,
     	e di mandrie di vacche, migliaia ne dava Kṛṣṇa, 

  42 	il glorioso, del distretto di māthura di vacche da latte, di puro colore,
     	fattrici splendide dall'aspetto simile a quello della luna,
     	e adornate d'oro, ne offriva Janārdana con affetto,

  43 	e inoltre di mule domate, veloci come il vento,
     	a centinaia, e dei bianchi cavalli dalla criniera chiara, a ciascuno dei cinque

  44 	e molto brave nel servire al bagno, e piene di modestia,
     	un migliaio di donne chiare di pelle, ben vestite e di bell'aspetto,

  45 	con centinaia di gioielli al collo, sane e ben vestite,
     	e brave nel servire, occhi-di-loto offriva,

  46 	parte depurato e parte no, dell'oro prezioso splendente come il fuoco,
     	per dieci pesi di uomo, il dāśārha Janārdana diede, 

  47 	e di elefanti in calore con tre flussi di succo,
     	simili a cime di monti, che mai fuggivano nelle battaglie,

  48 	eccellenti, adornati con sonanti campanelle, e inglirlandati d'oro
     	condotti dai loro guidatori, un migliaio, Rāma molto felice,

  49 	l'armato di vomere, abbracciandogli i piedi offriva al pṛthāde, 
     	contento era l'armato del vomere, conduceva per il piacere della parentela,

  50 	una moltitudine di gemme, e grande ricchezze, e vesti, e coperte come nebbia,  
     	con elefanti come suoi alligatori, e con la bandiera come verde muschio,

  51 	continuamente quel grande fiume entrava nel oceano dei Pāṇḍu,
     	completamente riempiendolo e portando dolore al loro nemico,

  52 	accettava tutto quello il dharmarāja Yudhiṣṭhira
     	e onorava i grandi guerrieri vṛṣṇi e gli andhaka, 

  53 	insieme quelle grandi anime, i migliori dei kuru e dei vṛṣṇi-andhaka,
     	passarono il tempo quegli uomini virtuosi nel palazzo, come degli immortali,

  54 	qua e là con eccellenti bevande e suoni di applausi,
     	in tale accordo e in tale piacere i kuru e i vṛṣṇi passavano il tempo,

  55 	così quei supremi eroi passati molti giorni,
     	onorati dai kuru tornarono alla città di dvāravatī

  56 	posto Rāma davanti andarono i grandi guerrieri vṛṣṇi e andhaka,
     	prendendo quei carri sublimi, dati dai migliori dei kuru,

  57 	Vāsudeva assieme al pṛthāde là, o bhārata, 
     	abitava nella bella città di indraprastha, quel grande intelletto,
     	aggirandosi sulle rive della yamunā assieme al pṛthāde o bhārata,

  58 	quindi Subhadrā la cara sorella del lunghi-capelli, un figlio
     	splendente partoriva, come fece Paulomī con Jayanta,

  59 	grandi-braccia, di forte costituzione, dagli occhi di toro, vincitore di nemici,
     	il valorosos Abhimanyu toro fra gli uomini, veniva generato da Subhadrā,

  60 	e senza paura e veemente essendo, allora quel vincitore di nemici 
     	Abhimanyu, così fu chiamato quel figlio di Arjuna toro fra gli uomini,

  61 	il grande guerriero dalla principessa sātvata nasceva e dal conquista-ricchezze,
     	come nel sacrificio, il fuoco prodotto per frizione nasce dai bastoncini,

  62 	per quella nascita, il grandi-braccia figlio di Kuntī, Yudhiṣṭhira,
     	miriadi di vacche ai brahmani donava e gioielli in gran numero,

  63 	e caro a Vāsudeva era egli fin dalla fanciullezza,
     	e avendo tutti loro come padri, come la luna è di tutte le creature,

  64 	fin dalla nascita Kṛṣṇa faceva per lui i migliori riti,
     	e quel fanciullo crebbe come la luna nella quindicina chiara, 

  65 	e la scienza dell'arco in quattro parti, e dieci divisioni, quell'uccisore di nemici
     	da Arjuma sapiente dei veda, apprendeva interamente, sia divina che umana,

  66 	e pure nelle dottrine e nell'abilità delle frecce quel fortissimo,
     	e anche in tutti i riti nei particolari lo istruiva,

  67 	e nel procedere e nel parlare lo faceva uguale a sé stesso,
     	si rallegrava il conquista-ricchezze, guardando il figlio di Subhadrā

  68 	fornito di ogni robustezza, marcato da ogni qualità,
     	invincibile, le spalle di un bufalo, l'ampia bocca di un nāga,

  69 	con l'orgoglio di un leone, grande arciere, col vigore di un elefante infuriato,
     	silenzioso come il tuono tra le nuvole, colla faccia simile a luna piena,

  70 	simile a Kṛṣṇa per forza, valore, bellezza, e aspetto,
     	Bībhatsu il figlio vedeva pari al dio nuvoloso, e a sé stesso,

  71 	ed anche la pāñcāla dai begl'occhi, dai suoi cinque mariti
     	ottenne cinque figli, eroi stupendi, come cinque rocce,

  72 	da Yudhiṣṭhira Prativindhya, e Sutasoma da ventre-di-lupo,
     	da Arjuna Śrutakarman, e Śatānīka era il figlio di Nakula,

  73 	da Sahadeva Śrutasena, questi erano quei cinque grandi guerrrieri,
     	la pāñcāla generava questi valorosi come Aditi gli āditya,

  74 	secondo le scritture i brahmani dicevano a Yudhiṣṭhira che egli era Prativindhya:
     	" sapendo sopportare gli attacchi nemici che egli divenga Prativindhya."

  75 	simile al raggio di luna per splendore, nato dopo mille spremiture di soma, 
     	Sutasoma grande arciere ella geneva da Bhīmasena,

  76 	dopo aver compiute grandi e famose azioni essendo ritornato il coronato,
     	e da lui nato un figlio, Śrutakarman allora divenne,

  77 	del re e ṛṣi Śatānīka il kaurava, rampollo dei kuru 
     	Nakula, lo stesso nome diede al figlio per aumentarne la fama,

  78 	quindi Kṛṣṇā generava sotto la costellazione vahnidaivata,
     	il figlio di Sahadeva, percio lui come Śrutasena conobbero

  79 	uno all'anno i figli di Draupadī gloriosi,
     	si seguivano o re dei re, felici del bene di ciascuno di loro,

  80 	e le cerimonie della nascita in successione: tonsura e iniziazioni
     	compiva il sapiente Dhaumya per loro, o toro fra i bhārata, 

  81 	e compiuto lo studio dei veda quindi loro dai sinceri voti
     	appresero dell'arco ogni cosa sia divina che umana da Arjuna,

  82 	di questi figli simili a figli divini, di larghi toraci, e dalla grande forza,
     	essendo dotati o tigre tra i re, i pāṇḍava gioia ne trassero.