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20. Sabhāparvan

( Il libro del Palazzo. II, 1-11)


                              I


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	allora Maya disse al pṛthāde che era vicino a Vāsudeva,  
     	a mani giunte con sincere parole riverendolo ripetutamente:

   2 	“da Kṛṣṇa e dall'irato fuoco che desideravano bruciarmi,
     	da te salvato fui o kuntīde, dimmi cosa posso fare per te!”

   3 	Arjuna disse:
     	“ tutto da te fu fatto vai con la mia benedizione o grande asura,
     	resta lieto per me e noi sempre saremo lieti per te.”

   4 	Maya disse:
     	“questo è degno di te o potente, quanto dicesti o toro fra gli uomini,
     	per la tua  gentilezza io voglio far qualcosa o bhārata, 

   5 	io sono un grande artista il Viśvakarman dei dānava,	
     	io dunque qualcosa apposta per te voglio fare o pāṇḍava.”

   6 	Arjuna disse:
     	“da un pericolo di morte tu pensi che fosti salvato da me, 
     	così stante non trovo qualcosa che tu debba fare

   7 	ma neppure desidero vanificare la tua aspettativa o dānava,
     	per Kṛṣṇa sia fatta qualcosa allora al posto mio.”

   8 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	Vāsudeva invitato da Maya o toro dei bhārata, 
     	per un momento rifletteva su cosa a lui chiedere,

   9 	e chiese a lui Kṛṣṇa: " un palazzo sia costruito
     	al dharmarāja o discendente di Diti al modo che tu qui credi,

  10 	che fatto, gli uomini meravigliati a vederlo non sappiano imitarlo,
     	nell'intero mondo umano, in tal modo costruisci il palazzo,

  11 	e dove noi possiamo vedere divini mezzi da te uniti,
     	e di asura e umani, un simile palazzo costruisci o Maya.”

  12 	accogliendo lietamente queste parole Maya allora,
     	con gioia fece un palazzo al pāṇḍava simile ad un palazzo celeste, 

  13 	quindi Kṛṣṇa e il pṛthāde al dharmarāja yudhiṣṭhira
     	tutto quanto fatto conoscere, presentarono Maya,

  14 	al lui Yudhiṣṭhira onore faceva secondo i meriti allora,
     	e lo accettava Maya, essendo onorato per l'onore avuto,

  15 	egli un antica impresa degli dèi qua e là, o signore di genti
     	raccontava il ditide ai figli di Pāṇḍu o bhārata,

  16 	e quell'artefice di ogni cosa, preso fiato per un po' per pensare,
     	cominciava a costruire il palazzo dei pāṇḍava grandi anime,

  17 	e secondo i desideri dei pṛthādi e di Kṛṣṇa grand'anima
     	in un giorno propizio lo splendidissimo compiuta la giusta celebrazione, 

  18 	soddisfatti i migliori ri-nati con cibi rituali a migliaia, 
     	e multiforme ricchezza avendo dato a loro il valoroso,

  19 	in un luogo adatto ad ogni stagione di divino aspetto e attraente,
     	misurava un terreno di diecimila kiṣku in ogni direzione.
     	


                              II


   1 	 Vaiśaṁpāyana disse:
     	abitando a khāṇḍavaprastha con felice soggiorno Janārdana
     	dai pṛthādi pieni di gioia meritando onore, e onorato,

   2 	prendeva la decisione di partire per il desiderio di rivedere il padre,
     	preso dunque licenza dal dharmarāja e da Pṛthā, il larghi-occhi,

   3 	avendo omaggiato con la testa i piedi della sorella del padre, l'adorato dal mondo
     	da lei baciato sulla fronte e abbracciato, il lunghi-capelli,

   4 	subito dopo la propria sorella vedeva Kṛṣṇa dall'immensa gloria,
     	lei avendo avvicinato il Signore-dei-sensi, per l'affetto, pieno di lacrime, 

   5 	parole sagge, vere, affettuose, supremamente appropriate, velocemente 
     	diceva il beato alla buona Subhadrā dal bel parlare,

   6 	egli da lei ricevette parole da portare ai parenti,
     	e pure fu onorato ripetutamete e omaggiato con la testa inchinata,

   7 	da lei preso congedo il re dei vṛṣṇi, e salutando quella splendida,
     	Janārdana vedeva subito dopo Kṛṣṇā e pure Dhaumya, 

   8 	e in modo approrpiato omaggiava Dhaumya il migliore degli uomini,
     	e con gentilezza parlando a Draupadī e salutatala, Janārdana

   9 	i fratelli avvicinava quel forte saggio, assieme al pṛthāde,
     	e Kṛṣṇa circondato dai cinque fratelli era come Śakra tra gli immortali,

  10 	e venerava gli dèi e i ri-nati quel toro degli yadu, 
     	e con ghirlande profumate, saluti e mantra vari,
     	egli compiuti avendo tutti i doveri, partiva quel supremo per fermezza,

  11 	buona fortuna dicendo ai meritevoli saggi con bei frutti e vasi di caglio,
     	e ricchezza offrendo, quindi compiva i tre giri rituali a destra,

  12 	salito sul veloce carro d'oro con Garuḍa nel pavese,
     	e pieno di armi a cominciare da arco, spada, mazza, e disco,	

  13 	con la luna favorevole e con l'auspicio delle costellazioni,
     	partiva Occhi-di-loto portato dai cavalli sainya e sugrīva

  14 	e pure lo accompagnava per affetto il re Yudhiṣṭhira
     	e allontanato il suo auriga Dāruka il migliore dei guidatori,
     	le redini afferrava in persona allora il sovrano dei kuru

  15 	e pure Arjuna seguendolo, un bianco ventaglio 
     	col manico d'oro ampio sulla testa sventolava girandogli a destra,

  16 	e pure l'autorevole Bhīmasena assieme ai gemelli,
     	Kṛṣṇa da dietro seguiva circondato da cittadini e preti,

  17 	il lunghi-capelli, uccisore di eroi nemici, assieme ai fratelli
     	accompagnato, splendeva com un guru coi suoi cari discepoli,

  18 	e salutando il pṛthāde e abbracciandolo da vicino,
     	Yudhiṣṭhira avendo omaggiato e Bhīmasena e i gemelli,

  19 	e forte abbracciato dai due gemelli rispettosamente fu salutato,
     	e quindi col loro avendo fatto un patto secondo le regole, l'uccisore di Madhu 

  20 	faceva allora tornare indietro i pāṇḍava assieme al loro seguito,
     	verso la sua città partiva Kṛṣṇa come un secondo Indra distruttore di città,

  21 	cogli occhi lo seguivano allora essi guardandolo dalla strada, 
     	e con le menti seguivano Kṛṣṇa a causa del loro affetto,

  22 	e a loro che di vedere il lunghi-capelli mai sazi erano,
     	velocemente spariva il śauri cara visione degli occhi,

  23 	quasi senza voglia i pṛthādi con in mente la partenza di Govinda, 
     	tornando indietro si avvicinarono tutti alla propria città i tori fra gli uomini,
     	e sul suo carro, quindi pure Kṛṣṇa a tempo debito giungeva a dvārakā.
     


                              III


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	quindi Maya disse al pṛthāde Arjuna il migliore dei vincitori:
     	“prendo congedo da te, io veloce andrò e anche ritornerò 

   2 	a nord del monte kailāsa verso la montagna maināka,
     	iniziando tutti i dānava un sacrificio, allora da me,
     	fu fatto un bel tesoro fatto di gemme vicino al lago bindu, 

   3 	nel palazzo che era di Vṛṣaparvan dalla sincera promessa,
     	io tornerò avendolo preso se sta là ancora o bhārata,

   4 	quindi allo splendido pāṇḍava costruirò un palazzo,
     	delizioso alla mente, variegato e ornato di tutte le gemme,

   5 	vi è nel lago bindu la migliore mazza o continuatore dei kuru,
     	nascosta dal re Yauvanāśva dopo aver ucciso i nemici in battaglia,
     	variegata con nodi d'oro, pesante, molto forte, ferrata,

   6 	essa vale per centomila, ogni cosa distruggendo,
     	essa si adatta a Bhīma come l'arco gāṇḍīva a te, 

   7 	e di Varuṇa vi è la grande conchiglia devadatta dal grande suono,
     	tutto questo io darò a te o signore, non v'è dubbio."
     	così avendo parlato l'asura verso la regione nord-orientale partiva,

   8 	a nord del monte kailāsa verso la montagna maināka,
     	vi è il beato monte hiraṇyaśṛṅga fatto di grandi gemme,

   9 	e un delizioso lago di nome bindu dove il re Bhagīratha,
     	avendo visto la Gaṅgā bhāgīrathī, abitava parecchi anni,

  10 	e dove fu sacrificato dal signore di tutti gli esseri grand'anima,
     	cento grandi sacrifici furono compiuti o migliore dei bhārata,

  11 	dove pali sacrificali fatti di gemme e pure ricoperti d'oro
     	per puro scopo di bellezza, furono costruiti non secondo consuetudine,

  12 	dove avendo sacrificato il signore di Śacī, dai mille occhi ottenne il suo scopo,
     	dove il signore degli esseri eterno, avendo creato tutti i mondi,
     	con fiero aspetto li metteva sotto di sé, circondato da migliaia di spiriti,

  13 	Nara e Nārāyaṇa, Brahmā, Yama e per quinto Sthāṇu,
     	in quel luogo si sedettero ad un sacrificio per la durata di migliaia di yuga,

  14 	dove da Vāsudeva fu sacrificato con riti pluriennali,
     	e con piena fede sempre per ottenere il solo resto,

  15 	e pali inghirlandati d'oro allineati e risplendenti,
     	in quel luogo diede a migliaia e a milioni il Lunghi-capelli,

  16 	una volta andato là, presi la mazza e la conchiglia o bhārata,
     	e delle belle piccole cose di cristallo che appartennero a Vṛṣaparvan,
     	assieme a degli schiavi rakṣas, tutto quanto portava,

  17 	e tutto questo riportando l'asura costruì una magnifica magione,
     	celebrata nei tre mondi, divina, bella e fatta di gemme,

  18 	e la mazza all'eccellente Bhīmasena donava,
     	e devadatta diede al pṛthāde suprema conchiglia,

  19 	e quel palazzo o grande re, era di cento colonne d'oro,
     	e misurava diecimila kiṣku in ogni direzione, 

  20 	e come il fuoco e come il sole e come la luna esso
     	in tal modo splendeva e divino innalzava la sua suprema forma,

  21 	battendo per splendore, il brillante splendore del sole, 
     	s'illuminava divino, come infiammato da una luce divina,

  22 	somigliante a nuvola o montagna stando fermo si slanciava nel cielo, 
     	raggiungendolo, ampio, polito, immacolato, riposante,

  23 	del miglior materiale costuito, coi muri inghirlandati di gemme,
     	con molte pietre preziose e ricchezze, ben costruito da quell'artefice di tutto,

  24 	il palazzo del dāśarha Sudharman o quello di Brahmā non era tale,
     	e così dotato di bellezza come quello che fece l'incomparabile Maya,

  25 	e là comandati da Maya, proteggevano e governavano
     	il palazzo otto mila rākṣasa di nome kiṁkara,

  26 	volanti, terribili, con teste emormi e fortissimi,
     	e spaventosi, cogli occhi rossi, le orecchie a conchiglia, bravi combattenti,

  27 	in questa dimora Maya fece un incomparabile laghetto di loti,
     	con loti dalle foglie di gemme e con loti dai gambi di pietra preziosa,

  28 	e con profumatissimi loti e frequentato da schiere di vari uccelli,
     	variegato con i fiori del loto paṅkaja e adornato di pesci e tartarughe,

  29 	con una gradinata, limpido, splendido per acque in ogni stagione,
     	e pieno di perle libere mosse dai venti,

  30 	avvicinadolo ricoperto di gemme e gioielli alcuni principi,
     	pur vedendolo non lo riconoscevano essi e per l'ignoranza vi cadevano 

  31 	vicino al palazzo dei grandi alberi sempre fioriti,
     	vi erano di vario tipo, verdi scuro, con fresche ombre, piacevoli alla mente,

  32 	e boschetti profumati tutti intorno al laghetto,
     	pieni di oche e anitre, rallegrati da uccelli cakravāka,

  33 	e ovunque delle ghirlande acquatiche e terrestri,
     	il profumo portando, i venti rallegravano i pāṇḍava,  

  34 	in tal modo quel palazzo fu costruito in 14 mesi
     	e terminato, Maya lo consegnava al re dharmarāja.
     


                              IV


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	allora il re Yudhiṣṭhira vi faceva il suo ingresso, 
     	e sfamava migliaia di brahamani quel sovrano di uomini,

   2 	con delizioso cibo, con latte e burro, e con frutta e radici mangerecce,
     	ed assieme a nuove ricchezze e ghirlande di vario tipo,

   3 	ad essi diede migliaia di vacche per ciascuno quel potente,
     	e un rullo di tamburi di auspicio vi era là quasi a raggiungere il cielo o bhārata,

   4 	e con vari strumenti musicali, canti e pure profumi di ogni tipo,
     	avendo venerato gli dèi il migliore dei kuru vi entrava,

   5 	là lottatori a mani nude e con bastone, attori, bardi e poeti,
     	attendevano al grand'anima Yudhiṣṭhira per sette notti,

   6 	quindi compiuto il rito sacro il pāṇḍava assieme ai fratelli,
     	in quel palazzo bellissimo stava come Śakra nel cielo,

   7 	in quella casa, dei ṛṣi stavano assieme ai pāṇḍava,
     	e vi soggiornavano sovrani giunti da ogni luogo,

   8 	Asita Devala, Satya, Sarpamālin, Mahāśiras,
     	Arvāvasu, e Sumitra, Maitreya, Śunaka, Bali,

   9 	Baka, Dālbhya, Sthūlaśiras, Kṛṣṇa il dvaipāyana, Śuka,
     	Sumantu, Jaimini, Paila, e i discepoli di Vyāsa, noi stessi,

  10 	Tittiri, e Yājñavalkya, e con suo figlio Lomaharṣaṇa,
     	e Apsuhomya, e Dhaumya, Āṇīmāṇḍavya, Kauśika,

  11 	Dāmoṣṇīṣa, e Traivaṇi,  Parṇāda, Ghaṭajānuka,
     	Mauñjāyan, Vāyubhakṣa, e Pārāśarya, Sārika,

  12 	Balavāka, Śinīvāka, Sutyapāla, Kṛtaśrama,
     	Jātūkarṇa, e Śikhāvat, Subala, Pārijātaka,

  13 	e Parvata il glorioso, e il muni Mārkaṇḍeya,
     	Pavitrapāṇi, Sāvarṇi, Bhāluki, e Gālava,

  14 	e Jaṅghābandhu, e Raibhya, Kopavegaśravas, Bhṛgu,
     	e Haribabhru, Kauṇḍinya, Babhrumālin, Sanātana,

  15 	Kakṣīvat, e Auśija, e pure Nāciketa, Gautama,
     	Paiṅga, Varāha, Śunaka, e Śāṇḍilya dal grande tapas, 
     	Karkara, e Veṇujaṅgha, Kalāpa, Kaṭha,

  16 	questi i muni uniti al dharma, di ferma mente e coi sensi vinti,
     	e molti altri seguaci dei veda e dei vedāṅga,

  17 	onoravano il grand'anima nel suo palazzo, quegli ottimi ṛṣi,
     	raccontando pie storie, quei sapienti del dharma, puri e senza macchia,

  18 	e inoltre i migliori kṣatriya onoravano il dharmarāja,
     	illustre grand'anima, e di spirito giusto Muñjaketu, Vivardhana,

  19 	Saṁgrāmajit, Durmukha, e Ugrasena il valoroso,
     	Kakṣasena, re sulla terra, e Kṣemaka l'invincibile,
     	Kamala il re di kāmboja, e Kampana il fortissimo,

  20 	colui che sempre da solo faceva tremare gli yavana,
     	come il dio armato della folgore, gli asura figli di Kālakā,

  21 	Jaṭāsura, e il re dei madrakānta Kunti, e Kuṇinda re dei kirāta, 
     	i re di aṅga e vaṅga assieme a Puṇḍraka, i re Pāṇḍya ed Uḍra con Andhraka,

  22 	il re dei kirāta, e Sumanas signore degli yavana,
     	Cāṇūra, e Devarāta, e quel bhoja che è Bhīmaratha,

  23 	e Śrutāyudha il re dei kāliṅga, e Jayatsena re dei māgadha,
     	Suśarman, e Cekitāna,  Suratha il tormenta-nemici,

  24 	Ketumat, e Vasudāna, Vaideha pure, e Kṛtakṣaṇa,
     	e Sudharman, e Aniruddha e Śrutāyu il fortissimo,

  25 	Anūparāja l'invincibile, e Kṣemajit, Sudakṣiṇa,	
     	Śiśupāla col figlio, e il signore dei karūṣa

  26 	e gli invincibili giovani dei vṛṣṇi, dall'aspetto divino,
     	Āhuka, e Vipṛthu, Gada, e dunque Sāraṇa,

  27 	Akrūra, e Kṛtavarman, e Sātyaki e il figlio di Śini,
     	e Bhīṣmaka, e Āhṛti, e Dyumatsena il valoroso
     	e i kekaya grandi arcieri e Yajñasena il discendente di Somaka,

  28 	e avvicinandosi ad Arjuna pure dei figli di re fortissimi,
     	desideravano acquisire la scienza dell'arco vestiti di pelli d'antilope,

  29 	e qui studenti erano o re, i giovani rampolli dei vṛṣṇi,
     	e i figli di Rukmiṇī, e Sāmba, e Yuyudhāna Sātyaki,

  30 	questi e molti altri re vi erano o sovrano della terra,
     	e là pure Tumburu, l'amico del conquista-ricchezze, sempre risiedeva,

  31 	e Citrasena coi suoi ministri e gandharva e apsaras,
     	abili nel canto e nella musica, esperti nel suonare il śamyātāla,

  32 	e dei kiṁnara pratici di misure e ritmi musicali,
     	e invitati da Tumburu, insieme vennero dei gandharva, 

  33 	essi cantavano con note divine gli intelligenti secondo le regole,
     	e i figli di Pāṇḍu e i ṛṣi rallegrando omaggiavano,

  34 	in quel palazzo risiedendo fermi nei voti, fedeli alle promesse,
     	onoravano Yudhiṣṭhira, come in cielo, gli dèi Brahmā.
     


                              V


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	quindi mentre là risiedevano i pāṇḍava grandi anime,
     	e pure abitandovi dei grandi gandharva o bhārata

   2 	per tutti i mondi vagando, venne al palazzo il ṛṣi
     	Nārada, lo splendidissimo allora, assieme ad altri ṛṣi,

   3 	con Pārijāta, o re dei re, e Raivata pieno di intelligenza, 
     	e con Sumukha, e con Saumya, quel divino ṛṣi dall'infinito splendore,
     	di veloce pensiero, era compiaciuto di vedere i pāṇḍava risiedenti nel palazzo,

   4 	avendo visto l'arrivo del ṛṣi Nārada, il sapiente di ogni dharma, 
     	il migliore dei pāṇḍava velocemente alzatosi coi fratelli minori, 
     	lo venerava con gioia inchinandosi con rispetto,

   5 	un sedile secondo il merito a lui offrendo, secondo le regole,
     	il sapiente del dharma lo omaggiava con gemme e con ogni azione,

   6 	il grande ṛṣi seguace dei veda, onorato da tutti i pāṇḍava,
     	chiedeva a Yudhiṣṭhira una questione riguardo il dharma, il kāma e l'artha.

   7 	 Nārada disse:
     	“forse che le tue ricchezze adempiono il dharma? e la tua mente si rallegra?
     	la felicità hai ottenuto? e la tua mente non si disperde?

   8 	forse che il comportamento o sovrano, degli antichi antenati,
     	persegui, e la condotta imperitura che unisce dharma e artha tra gli uomini?

   9 	forse che il dharma coll'artha oppure l'artha col dharma, 
     	o entrambi colla forza del piacere promuovi, e non col kāma?

  10 	fose che l'artha e il dharma e il kāma o migliore dei vincitori,
     	distinguendo nel tempo da esperto del tempo o benefattore, sempre persegui?

  11 	forse che con le sei qualità dei re o senza-macchia, i sette mezzi,
     	e la forza e debolezza esamini singolarmente dei quattordici (punti di forza)?

  12 	forse che te stesso avendo guardato e i nemici o migliore dei vincitori,
     	e fatta la pace attendi o bhārata, alle otto occupazioni (agricoltura, etc)?

  13 	forse che i tuoi sei ministri o toro dei bhārata, non sono avidi,
     	e arricchiti e devoti non agiscono male in ogni cosa?

  14 	forse che con dubbi messaggeri o che pure siano non credibili,
     	o da te o dai tuoi ministri fu mai cambiata la decisione?

  15 	e coltivi secondo il tempo l'alleanza o la pace?
     	e osservi una condotta di neutralità moderata?

  16 	e uguali a te per pensiero puri, gentili coi viventi,
     	e ben nati e amati furono da te fatti o eroe i ministri?

  17 	la vittoria dei re o bhārata ha radici nei buoni consigli,
     	sei circondato da ministri ricchi di consigli ed esperti nei testi sacri?

  18 	non sei schiavo del sonno? in quale tempo ti svegli?
     	nelle ore notturne pensi al benessere da sapiente di esso?

  19 	forse che prendi le decisioni non da solo, né con molti?
     	forse che la tua decisione presa, non corre lungo il regno?

  20 	forse che decidendo i mezzi, di piccolo inizio e di grande importanza,
     	rapidamente incominci a farli e non ti smuovi da essi?

  21 	forse che nessun affare è a te nascosto o nell'incertezza?
     	o di nuovo tutti non sono trascurati qui i mezzi appropriati?

  22 	forse che o re, delle cose compiute o anche di quelle in corso,
     	si conoscono alcune tue azioni non perfezionate?

  23 	forse che tutti i ministri sono esperti in tutte le scritture,
     	e istruiscono i giovani e i principali guerrieri completamente?

  24 	forse che compri un solo dotto con migliaia di sciocchi?
     	il dotto nelle difficoltà può compiere il supremo benessere,

  25 	forse che tutte le fortezze, sono dotate di acque, armi, grano, ricchezze,
     	e con macchine sono fornite e pure con arcieri e artigiani?

  26 	un solo ministro istruito, valente, paziente, splendido,
     	al re o al principe, può procurare la più grande fortuna,

  27 	forse che gli altri ne hanno diciotto, e dalla tua parte quindici?
     	le vie, le conosci a tre a tre, attraverso spie inosservate?

  28 	all'oscuro dei nemici essendo in guardia ogni momento,
     	sempre intento, e tutti i nemici spii o distruttore dei nemici,

  29 	forse che intento in buon condotta, di buona famiglia, di molta istruzione,
     	esente da invidia, che si informa, e onorato è il tuo purohita?

  30 	forse che ai tuoi fuochi intento, sapiente, intelligente, onesto,
     	e ti rammenta sempre il momento di offrire l'oblazione?

  31 	forse che istruito negli cinque aṅga, il tuo interprete delle stelle, 
     	in tutti i prodigi sa conoscere il destino con competenza?

  32 	forse che i dipendenti sono usati, i principali nelle grandi azioni, 
     	i medi nelle medie, e gli inferiori nelle piccole?

  33 	ministri privi di frode, puri da generazioni,
     	i migliori nelle migliori azioni li impieghi tu?

  34 	forse che non con aspre punizioni, violentemente affliggendo i sudditi,
     	il regno governano i tuoi ministri o toro dei bhārata?

  35 	forse che non ti disprezzano, come i celebranti il caduto, 
     	e come le donne il libidinoso, che le prende con la forza? 

  36 	forse che audace e forte e intelligente, puro e risoluto,
     	e ben nato, piacevole, e abile è il tuo generale?

  37 	forse che tutti gli ufficiali del tuo esercito son esperti nelle armi?
     	e quelli che mostrano un nobile agire e coraggio da te sono bene onorati?

  38 	forse che il salario e il vettovagliamento del tuo esercito è secondo equità?
     	e dai il dovuto a tempo debito, e non ti tiri indietro?

  39 	e per la perdita di tempo nel salario e vettovaglie, i soldati 
     	si agitano contro il comandante e per la povertà si prova un forte disappunto?

  40 	forse che tutti sono contenti di te i nobili in accordo al grado?
     	e le proprie vite per te trascurano sempre in battaglia?

  41 	forse che non da solo i molti mezzi militari, interamente
     	comandi secondo il desiderio, indulgendo nel desiderio e con troppe punizioni?

  42 	forse che l'uomo che compie una azione con eroismo,
     	ottiene grande onore o ancora salario e sostentamento?

  43 	forse che gli uomini versati nelle scienze e sapienti nella conoscenza,
     	secondo i meriti e le qualità con doni soccorri?

  44 	forse che le mogli degli uomini che per te sono andati alla morte, 
     	e la disgrazia di quelli che ti approcciano supporti o toro dei bhārata?

  45 	forse che il nemico per paura arresosi, o debole divenuto,
     	o in battaglia sconfitto o pṛthāde, come un padre proteggi?

  46 	forse che tu dunque verso l'intera terra o signore della terra, 
     	uguale sei e non sospettoso, ma come una madre, e come un padre?

  47 	forse che osservando il nemico in difficoltà o toro dei bhārata, 
     	ti avvicini velocemente avendo investigato i tre tipi di armate?

  48 	e conosciuta retroguardia e corpo principale, decisa la sconfitta del nemico,
     	o grande re, viene data in aticipo la paga all'esercito?

  49 	forse che nel regno nemico ai principali dell'esercito,
     	segreti gioielli procuri secondo i meriti?

  50 	forse che prima avendo conquistato te stesso, sottomettendo i sensi,
     	desideri vincere i nemici o pṛthāde, bramosi e schiavi dei sensi?

  51 	forse che prima del tuo marciare, i giusti doveri vanno ai nemici,
     	e cioè le 4 qualità: pace, doni, spartizione e punizione secondo le regole?

  52 	forse che avendo reso forte il tuo regno ti metti in marcia o signore di genti,
     	e li combatti per vincere e avendoli vinti ne hai cura? 

  53 	forse che l'esercito avendo i quattro tipi di forze forniti delle otto parti,
     	ben guidato dagli ufficiali mette in fuga i tuoi nemici?

  54 	forse che il raccolto e il saccheggio nel regno nemico o distruttore dei nemici,
     	non trascurando, o grande re, uccidi i nemici in battaglia?

  55 	forse che gli amministratori del tuo regno e degli altri,
     	perseguono i loro doveri e si proteggono l'un l'altro?

  56 	forse che le vivande e gli oggetti a contatto col corpo,
     	e i profumi o grande re, sono curati dai tuoi preposti?

  57 	forse che il tesoro e il granaio, i carriaggi, le porte, le armi,
     	e la guardia al gineceo, da tuoi fedeli abili nel fare, è compiuta?

  58 	forse che quelli interni da quanti sono fuori o signore dei popoli
     	proteggi prima di tutto te stesso, e poi quelli dai tuoi e vicendevolmente?

  59 	forse che essi non stanno nel bere o nei dadi, e nei piacevoli giochi,
     	di primo mattino spendendo il frutto del tuo lavoro?

  60 	forse che con metà dell'appannaggio o di nuovo con un quarto,
     	oppure con tre quarti la tua spesa viene pagata? 

  61 	forse che i parenti, i guru, gli anziani, i mercanti, gli artigiani, i postulanti,
     	e i disgraziati, sempre supporti con grano e denaro?

  62 	forse che tutti gli scrivani addetti alle spese ed entrate,
     	valutano sempre di primo mattino il tuo bilancio?

  63 	forse che gli audaci negli scopi, che desiderano il bene, se amati,
     	non li allontani dalle azioni avendo avuto una precedente colpa?

  64 	forse che conosciuti gli uomini grandi, piccoli e mediani,
     	tu li adoperi nelle azioni appropriate o bhārata?

  65 	forse che gli avari o i ladri, o gli ostili, o signore dei popoli,
     	o i minorenni non sono impiegati nelle tue azioni?

  66 	forse che dagli avari, o dai ladri, o dai giovani, o dalla forza delle donne,
     	o da te stesso non è oppresso il regno? guadagnano gli agricoltori?

  67 	forse che nel regno, grandi e piene riserve d'acqua, 
     	sono ben distribuite? l'agricoltura non dipende dalle piogge?

  68 	forse che l'aratore non esaurisce il seme e il nutrimento?
     	e col guadagno di cento pratika paghi i debiti volentieri?

  69 	forse che le professioni da te o caro, sono ben eseguite da uomini abili?
     	fornito di professioni, o caro, questo mondo felicemente prospera, 

  70 	forse che i cinque sapienti purificati sono impiegati nei cinque posti?
     	costruiscono le case mettendosi insieme o re, nel tuo popolo?

  71 	forse che i villaggi sono fatti come le città in quanto a protezioni?
     	e i corpi di guardia sono fatti come i villaggi e tutti posti in questo modo?

  72 	forse che con forza sono inseguiti per piani e monti,
     	i ladri d'argento assieme ai testimoni nel tuo regno?

  73 	forse che le donne consoli? ed esse sono ben protette?
     	forse che non ti fidi di loro? non dici loro segreti?

  74 	forse che avendo ascoltato le spie di notte, e avendo pensato sul da farsi, 
     	i piaceri abbracci intanto incontrando le donne del gineceo?

  75 	forse che avendo dormito di notte le prime due guardie o signore di popoli,
     	pensi al dharma e all'artha, ancora alzato nell'ultima guardia?

  76 	forse che ti mostri sempre agli uomini ben ornati,
     	alzandoti a tempo, conoscendo il tempo o pāṇḍava, assieme ai ministri?

  77 	forse che uomini vestiti di rosso con le spade in mano, bene adornati,
     	attorno a te stanno per proteggerti o uccisore dei nemici?

  78 	forse che nelle punizioni e negli onori come Yama o signore di popoli,
     	provando ti comporti e allo stesso modo verso i cari e i non cari?

  79 	forse che il corpo malato con erbe o con l'autocontrollo,
     	curi e la mente sempre coi servizi agli anziani o pṛthāde?

  80 	forse che i medici sono esperti nelle otto parti della medicina?
     	e gli amici sono affezionati e di vantaggio sempre al tuo corpo?

  81 	forse che per orgoglio, o ignoranza o anche per desiderio o signore di popoli?
     	trascuri in qualche modo gli ottenimenti del querelante e del difensore?

  82 	forse che non per brama o errore o per famigliarità o per affetto
     	tu neghi il sostentamento agli uomini che cercano rifugio?

  83 	forse che i cittadini non sono uniti, e quelli che vivono nel regno,
     	in qualche modo si oppongono a te comprati dai nemici?

  84 	forse che il nemico debole viene colpito con la forza?
     	e qualcheduno forte coi discorsi? o con entrambi, Yudhiṣṭhira?

  85 	forse che tutti i principi del regno ti sono devoti secondo il rango?
     	sono pronti a dare la vita per i tuoi scopi gioiosi per te?

  86 	forse che vi è in te religioso rispetto, secondo le qualità in tutte le scienze,
     	e lo splendore dei brahmani e dei virtuosi è per te il massimo?

  87 	forse che nel dharma radicato nei veda e praticato dalle antiche genti,
     	sei impegnato? e ti sforzi di agire in questo modo?

  88 	forse che nella tua casa i ri-nati consumano cibi soavi,
     	e di qualità, gli eccellenti? con la tua supervisione e con doni?

  89 	forse che con mente concentrata i sacrifici vājapeya interamente,
     	e i puṇḍarīka completamente ti impegni a fare con anima controllata?

  90 	forse che ai sapienti, ai maestri, agli anziani, agli dèi, pure agli asceti,
     	e agli alberi sacri e ai virtuosi brahmani rendi omaggio?

  91 	forse che il tuo intelletto e la tua condotta o senza-macchia,
     	e la vita e la fama si mostra utile a dharma, kāma, e artha?

  92 	il regno di chi si mantiene in questo modo non affonda
     	e conquistando la terra, questo re prospera con grande felicità,

  93 	forse che il nobile dall'anima pura accusato di furto,
     	da inesperti delle scritture per cupidigia, questo puro non viene ucciso?

  94 	e uno catturato e interrogato per lo stesso motivo visto, difeso dagli stessi
     	forse che non è liberato il ladro per cupidigia di ricchezza o toro fra gli uomini?

  95 	forse che nella discussione tra un ricco e un povero, o bhārata,
     	per la ricchezza i tuoi ministri attratti dai denari non giudicano erroneamente?

  96 	l'ateismo, la falsità, l'ira, l'insanità, la procrastinazione,
     	il trascurare i sapienti, la debolezza, la distrazione,

  97 	consultare uno solo dei provveduti, e consultarsi con sprovveduti,
     	il non iniziare le cose già decise, il non seguire i consigli,

  98 	e il non seguire l'auspicabile, e l'attaccamento ai territori,
     	forse che eviti tu questi quattordici vizi dei re?

  99 	forse che i veda sono fruttuosi per te? la ricchezza è per te fruttuosa?
     	la moglie è per te fruttuosa? lo studio è per te fruttuoso?”

 100 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“ in che modo i veda sono fruttuosi? in che modo è fruttuosa la ricchezza?
     	in che modo la moglie è fruttuosa? in che modo è fruttuosa la sacra scrittura?”

 101 	 nārada disse:
     	“ gli agnihotra sono i frutti dei veda, il donare e il consumare è il frutto dell'oro,
     	piacere e figli il frutto della moglie, e virtù e buona condotta del sacro sapere.”

 102 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	questo avendo detto il muni Nārada dal grandissimo tapas, 
     	interrogava, subito dopo questo, Yudhiṣṭhira dall'anima giusta.

 103 	Nārada disse:
     	“ forse che i mercanti che vengona da lontano per desiderio di guadagno,
     	secondo stabilito pagano il pedaggio ai gabellieri?

 104 	forse che gli uomini o re, onorati nella città e nel regno
     	conducono i loro affari senza essere frodati da imbroglioni?

 105 	forse che ascolti le parole piene di dharma e utilità degli anziani,
     	che sempre conoscono l'utile, o caro, e prevedono il dharma?

 106 	forse che per i raccolti dei tuoi campi, per le vacche e fiori e frutti,
     	ritualmente viene offerto miele e burro dai brahamani?

 107 	forse che il materiale e il lavoro degli artigiani sempre, 
     	in meno che quattro mesi a ciascuno interamente dai?

 108 	forse che esamini l'opera e ne approvi l'autore,
     	davanti ai buoni, o grande re, e lo tratti bene onorandolo?

 109 	forse che tutti i trattati possiedi o toro tra i bhārata, 
     	il trattato sugli elefanti, sui cavalli e sui carri da guerra o supremo?

 110 	forse che tutto si studia nella tua casa o toro tra i bhārata?
     	e il trattato sulla scienza dell'arco, e sugli strumenti e sulle città?

 111 	forse che tu possiedi tutte le armi e il bastone di Brahmā o senza macchia?
     	e da te sono conosciuti tutti i mezzi venefici distruttori dei nemici?

 112 	forse che dalla paura del fuoco, e pure dalla paura dei traditori serpenti, 
     	e dalla paura delle malattie e dei rakṣas il tuo regno proteggi?

 113 	forse che i ciechi, e i muti, gli storpi, i deformi, i senza parenti,
     	e pure i monaci mendicanti, come un padre proteggi o sapiente nel dharma?”

 114 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	udite queste parole del migliore dei brahamani, il toro dei kuru, grand'anima  
     	inchinatosi ai suoi piedi, e lieto onorandolo disse il re a Nārada di aspetto divino:

 115 	“così farò come da te detto, la mia conoscenza ne è riaccresciuta.”
     	e così fece il re avendolo detto, e ottenne la terra che l'oceano circonda.

 116 	 Nārada disse:
     	“il re che così s'impegna nella protezione dei quattro varṇa,
     	costui quaggiù felice vivendo, raggiunge il paradiso di Śakra.”
     


                              VI


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	onorando e chiedendone il permesso al grande ṛṣi consenziente,
     	rispose nell'ordine il dharmarāja Yudhiṣṭhira:

   2 	“o beato, giusto è come dicesti questa decisione verso il dharma, 
     	per quanto posso, secondo le regole in questa condotta io agisco,

   3 	quanto e come fu fatto dai re prima, questo io farò senza dubbio,
     	quanto è fatto secondo le sacre regole, argomentato e salutare,

   4 	noi il buon frutto di quelli vogliamo seguire o illustrissimo,
     	tuttavia non siamo capaci di ottenere tanto quanto fu da quelle anime controllate.”

   5 	così avendo parlato con queste parole e riveritolo,
     	e per un tratto di tempo opportuno guardando quel muni che vaga per il mondo,

   6 	compostamente sedendo Yudhiṣṭhira a Nārada seduto, 
     	l'assennato pāṇḍava là in mezzo ai re, chiedeva:

   7 	“signore tu vaghi sempre tra mondi innumerevoli e in varie fogge
     	da Brahmā creati anticamente, osservando con rapido pensiero,

   8 	da te prima o beato, fu mai visto un tale palazzo?
     	o di questo uno più splendido o brahamano? rispondi alla mia domanda.”

   9 	Nārada udendo questo discorso del dharmarāja,
     	al pāṇḍava rispondeva questo sorridendo con dolci parole:

  10 	“ tra gli uomini non vidi mai prima né udii
     	di un palazzo fatto di pietre preziose o re, come questo che è tuo o bhārata,

  11 	del palazzo del re dei morti e di quello del saggio Varuṇa,
     	io racconterò, e di quello di Indra e di colui che risiede sul kailāsa,

  12 	e del palazzo di Brahmā racconterò, dal divino riposo,
     	se la tua mente è pronta ad ascoltare o toro tra i bhārata.” 

  13 	da Nārada così apostrofato il dharmarāja Yudhiṣṭhira,
     	a mani giunte assieme ai fratelli e circondato da tutti i principi,

  14 	il dharmarāja dalla grande mente questo a Nārada rispondeva:
     	“di tutti questi palazzi racconta, noi vogliomo ascoltare

  15 	di che son fatti questi palazzi o brahamano, quanto larghi e lunghi?
     	e chi sono coloro che risiedono nel palazzo col Grande-avo?

  16 	e quelli che con il signore dei vasu, il re degli dèi e con Yama figlio del sole,
     	e con Varuṇa e Kubera nei palazzi risiedono?

  17 	tutto questo secondo verità o divino ṛṣi, insieme
     	vogliamo ascoltare, delle tue parole abbiamo grande curiosità.”

  18 	così apostrofato dal pāṇḍava, Nārada  rispose a lui:
     	“nell'ordine ascoltiamo qui dunque, di questi divini palazzi.”
     


                              VII


   1 	 Nārada disse:
     	“lo splendidissimo divino palazzo di Śakra, colle sue imprese acquisito,
     	e da Śakra stesso costruito o kauravya, splendido come il sole,

   2 	largo cento yojana e lungo cento e cinquanta,
     	sopeso nell'aria, si muove a piacere, ed è alto cinque yojana,

   3 	dall'infelicità e dalla fatica libero, privo di dolore, benigno, splendido,
     	pieno di seggi ed appartamenti, splendente di divini alberi, 

   4 	in questa magione il signore degli dèi o pṛthāde, su un supremo seggio,
     	siede con la consorte Śacī e con Śrī e Lakṣmī o bhārata,

   5 	assumendo un corpo incomparabile, coronato, con  metallici bracciali, 
     	con vesti pulite con varie ghirlande, assieme a modestia, fama, e gloria,

   6 	in quella circondano sempre il grand'anima il Cento-riti
     	tutt'intorno i marut, o re, tutti oggetto di riti domestici,
     	e i siddha divini ṛṣi, e i sādhya, le schiere degli dèi,

   7 	e tutti col loro seguito, di aspetto divino e bene ornati,
     	circondano il grand'anima, il re degli dèi, distruttore di nemici,

   8 	quindi tutti i divini ṛṣi o pṛthāde circondano Śakra,
     	puri, senza peccati, luminosi come fuochi,
     	quegli splendenti, eccitati dal soma, privi di male, privi di ogni fatica,

   9 	Parāśara, e Parvata e Sāvarṇi e Gālava,
     	e Śaṅkha, e Likhitaś e il muni Gauraśiras,

  10 	e Durvāsas e Dīrghatapas, e Yājñavalkya, Bhāluki,
     	Uddālaka, Śvetaketu, quindi Śāṭyāyana il potente,

  11 	e  Haviṣmat e  Gaviṣṭha, e il re Hariścandra,
     	e Hṛdya, e Udaraśāṇḍilya, Pārāśarya,  Kṛṣīvala,

  12 	 Vātaskandha, e Viśākha, Vidhātṛ, e anche Kāla,
     	Anantadanta, e Tvaṣṭṛ, e Viśvakarman, Tumburu,

  13 	e alcuni partoriti e altri no, viventi d'aria, e consumatori nei sacrifici,
     	circondano il signore di tutti i mondi, il dio tonante,

  14 	Sahadeva, e Sunītha, e Vālmīki dal grande tapas,
     	e Samīka di sincera parola, Pracetas, Satyasaṁgara,

  15 	Medhātithi, Vāmadeva, Pulastya, Pulaha, Kratu,
     	e Marutta, e Marīci, e Sthāṇu, e Atri grande asceta,

  16 	Kakṣīvat, Gautama, quindi Tārkṣya, e il muni Vaiśvānara,
     	il muni Kālakavṛkṣīya, quindi Āśrāvya, Hiraṇyada,
     	Saṁvarta, e Devahavya, e Viṣvaksena il possente,

  17 	l'acqua divina e le piante, e la fede, la saggezza, Sarasvatī,
     	quindi Dharma e Kāma e pure le stelle o pāṇḍava,

  18 	oltre alle nuvole che portano l'acqua, ai venti e ai tuoni,
     	l'oriente, e i ventisette fuochi, veicoli dei sacrifici,

  19 	Agni e Soma, quindi il fuoco di Indra, e Mitra e il sole e Aryaman,
     	Bhaga e i  Viśve e i sādhyā, Śukra, e Manthin o bhārata,

  20 	i sacrifici, la donazione ai brahamani, i pianeti, e gli inni tutti insieme,
     	e i mantra, veicoli dei sacrifici, tutti là intorno seduti,

  21 	e quindi le apsaras o re, e i gandharva affascinanti,
     	con danze canti e musiche e pure  con lazzi vari,
     	rallegravano o sovrano, il re degli dèi dai cento sacrifici,

  22 	con elogi e benedizioni, e con le azioni e con le movenze
     	adorando il grand'anima uccisore di Bala e Vṛtra,

  23 	tutti i ṛṣi, re e brahamani, e tutti quelli divini,
     	con vari divini carri volanti splendenti come fuochi,

  24 	di ghirlande adornati alcuni andavano e altri venivano
     	e Bṛhaspati, e Śukra in quel palazzo giungevano insieme,

  25 	e molti altri dall'autocontrollo e dai fermi voti,
     	coi carri simili a quello della luna, con aspetto piacevole come Soma,
     	per ordine di Brahmā o re, vi erano Bhṛgu, e anche i sette ṛṣi,

  26 	questo il palazzo da me visto adornato di ghirlade di loti,
     	del Cento-riti, o grande re,  quello di Yama ascolta da me o senza macchia.”
     


                              VIII


   1 	 Nārada disse:
     	“ti racconterò del divino palazzo, di questo ascolta o Yudhiṣṭhira,
     	che fece Viśvakarman per conto del figlio di Vivasvat,

   2 	il palazzo o re, splendido era di cento yojana,
     	esteso in larghezza e lunghezza e pure in altezza o pāṇḍava,

   3 	brillante come il sole risplendente, a piacere si sposta ovunque, 
     	non troppo freddo, non troppo caldo, delizia della mente,

   4 	né sofferenza, né vecchiaia vi è in esso, e fame e sete non sono sgradevoli,
     	né afflizione, o fatica, e neppure spiacevolezza,

   5 	tutti i desideri stanno in esso, quelli divini e quelli umani, 
     	e delizioso cresce il cibo da mangiare, o distruttore di nemici,

   6 	ghirlande dal puro profumo vi sono, e là gli alberi portano sempre fiori e frutti,
     	e deliziose acque fresche e calde

   7 	e colà vi sono santi ṛṣi regali, e ṛṣi brahamanici senza peccato,
     	felici, circondano Yama quel figlio di Vivasvat,

   8 	Yayāti, Nahuṣa, Pūru, Māndhātṛ, Somaka, Nṛga,
     	e Trasadasyu, Turaya, Kṛtavīrya, Śrutaśravas,

   9 	Aripraṇud, e Susiṁha, Kṛtavega, Kṛti, Nimi,
     	Pratardana, Śibi, Matsya, e Pṛthvakṣa, Bṛhadratha,

  10 	Aiḍa, Marutta, Kuśika, Sāṁkāśya, Aāṁkṛti, Bhava,
     	Caturaśva, Sadaśvormi, e il principe Kārtavīrya,

  11 	Bharata e Suratha, Sunītha, e il niṣadha Nala,
     	quindi Divodāsa, Sumanas, Ambarīṣa, Bhagīratha,

  12 	Vyaśva, Sadaśva, Vadhryaśva, Pañcahasta, Pṛthuśravas,
     	Ruṣadgu, e Vṛṣasena, e Kṣupa, Sumahābala,

  13 	Ruṣadaśva, Vasumanas, Purukutsa, Dhvajin, Rathin,
     	Ārṣṭiṣeṇa, e Dilīpa, e pure Uśīnara grand'anima, 

  14 	il figlio di Uśīnara, Puṇḍarīka, Śaryāti, Śarabha, Śuci,
     	Aṅga, e Ariṣṭa, e Vena, Duḥṣanta, Saṁjaya, Jaya,

  15 	Bhāṅgāsvari, e Sunītha, quindi il niṣadha tviṣīratha,
     	Karaṁdhama, e Bāhlika,  Sudyumna e il forte Madhu,

  16 	Kapotaroman, Tṛṇaka, e inoltre Sahadeva e Arjuna,
     	e Rāma figlio di Daśaratha, quindi Lakṣmaṇa, Pratardana,

  17 	Alarka, e Kakṣasena, Gaya, e Gaurāśva invero,
     	quindi Rāma figlio di Jamadagni, inoltre Nābhāga e Sagara,

  18 	Bhūridyumna, e Mahāśva, Pṛthvaśva, Janaka,
     	il re Vainya, Vāriṣeṇa, Puruja, Janamejaya,

  19 	Brahmadatta il trigarta, e inoltre il re Uparicaras,
     	Indradyumna, Bhīmajānu, Gaya, Pṛṣṭha, e Naya il senza macchia,

  20 	Padma quindi, e Mucukunda, Bhūridyumna, Prasenajit,
     	Ariṣṭanemi, Pradyumna, Pṛthagaśva, e inoltre Ajaka,

  21 	cento i re dei matsya, cento i Nīpa, cento Haya,
     	cetouno erano i Dhṛtarāṣṭra, ottanta i Janamejaya,

  22 	cento i Brahmadatta, e cento di eroi chiamati Irin,
     	e Śaṁtanu invero, e il rājarṣi Pāṇḍu, il padre tuo,

  23 	Uśadgava, Śataratha, Devarāja, Jayadratha,
     	e  il rājarṣi Vṛṣādarbhi, assieme a famigliari e ministri,

  24 	e altri migliaia i Śaśabindu, che sono morti,
     	avendo sacrificato con molti aśvamedha, e con grandi doni ai celebranti,

  25 	questi santi rājarṣi, pieni di fama, versati nei veda,
     	in questo palazzo o rājarṣi, circondavano il figlio di Visvavat,

  26 	inoltre Agastya, e Mataṅga, e inoltre Kāla, Mṛtyu,
     	e i siddha, sacrificatori, e quelli che sono col corpo impegnati nello yoga,

  27 	e i mani chiamati agniṣvātta, e phenapa, e quelli chiamati uṣmapa,
     	gli svadhāvat, e i barhiṣad, e altri in forma corporea,

  28 	e la ruota del tempo e in persona, il divino fuoco veicolo delle oblazioni,
     	e uomini di azioni malvage, morti nel semestre invernale,

  29 	e quegli uomini di Yama impiegati nel fissare il tempo,
     	colà inoltre gli alberi śiṁśapa e pālāśa, ed erbe a cominciare da kāśa e kuśa,
     	circondavano il re Dharma in forma corporea immuni da malattie,

  30 	e molti altri, entrando nel palazzo del re dei morti,
     	impossibili a enumerarsi, per nomi e per azioni,

  31 	questo era l'affollato palazzo, o pṛthāde, bello che si sposta a piacere,
     	costruito da Viśvakarman, dopo aver praticato il tapas per lungo tempo, 

  32 	brillante, acceso di proprio splendore era o bhārata,
     	ad esso andavano asceti dal fiero tapas, fermi nei voti, di sincero parlare,

  33 	pacificati, rinuncianti, siddha purificati da sante azioni,
     	tutti dai corpi risplendenti, e tutti con abiti immacolati,

  34 	con vari bracciali, e varie ghirlande, tutti con brillanti orecchini,
     	da virtuose azioni adornati e puri abbigliamenti,

  35 	v'erano gandharva grand'anime, e a centinaia le schiere delle apsaras
     	e musica e canti e danze e risa e balli, ovunque,

  36 	e puri profumi e suoni, colà vi erano dappertutto o pṛthāde,
     	e ghirlade divine ovunque erano appese,

  37 	cento, centomila virtuosi quel signore delle creature,
     	grand'anima circondavano, pieni di belleza e di intelligenza,

  38 	tale quel palazzo, o re, del re dei mani grand'anima,
     	ma parlerò del palazzo di Varuṇa, inghirlandato di loti.”
     	


                              IX


   1 	 Nārada disse:
     	“ il divino palazzo di Varuṇa bianco argenteo o Yudhiṣṭhira,
     	nelle misure è quanto quella di Yama, con bei archi e mura,

   2 	e stando dentro l'acqua fu costruito da Viśvakarman,
     	coperto da alberi divini, fatti di gioielli, che danno fiori e frutti,

   3 	verdi scuri, e bianchi e neri, e pure bianchi e rossi,
     	inoltre, da rampicanti e cespugli portanti fiori e germogli,

   4 	quindi uccelli vi sono in esso, di svariate forme, dai dolci canti,
     	incomparabili per bellezza, a centinaia di migliaia sono,

   5 	il palazzo toccato dalla felicità, non è freddo né caldo,
     	protetto da Varuṇa, ha appartamenti e seggi, ed è di un gradevole bianco,

   6 	in esso siede Varuṇa assieme a Vāruṇī, o bhārata,
     	con indosso divini abiti e gioielli, adornato di ornamenti,

   7 	e pure adornati e inghirlandati, attraenti con divine corone,
     	là gli āditya, circondano Varuṇa, il signore delle acque,

   8 	Vāsuki, e Takṣaka invero, e pure il nāga Airāvata,
     	e Kṛṣṇa, e Lohita invero, Padma, e Citra il possente,

   9 	i due nāga Kambala e Aśvatara, e Dhṛtarāṣṭra e Balāhaka,
     	Maṇimat, Kuṇḍaladhara, Karkoṭaka, Dhanaṁjaya,

  10 	Prahlāda, e Mūṣikāda, e inoltre Janamejaya,
     	Patākina, Maṇḍalina, e Phaṇavanta, tutti insieme,

  11 	questi e molti altri serpenti in esso vi sono o Yudhiṣṭhira, 
     	liberi da fatiche circondano il grand'anima Varuṇa,

  12 	Bali figlio di Virocana, il re Naraka conquistatore della terra,
     	Prahlāda, e Vipracitti, e i kālakhañja tutti insieme,

  13 	Suhanu, Durmukha, Śaṅkha, Sumanas, Sumati, Svana,
     	Ghaṭodara, Mahāpārśva, Krathana, e inoltre Piṭhara,

  14 	Viśvarūpa, e Surūpa, quindi Virūpa, e Mahāśiras,
     	e Daśagrīva, e Vālin, Meghavāsas, Daśāvara,

  15 	Kaiṭabha, e Viṭaṭūta, e Saṁhrāda, Indratāpana,
     	e tutte le schiere dei daitya e dei dānava con brillanti orecchini,

  16 	inghirlandati, e tutti coronati pure, con divine vesti,
     	tutti premiati campioni, tutti liberi dalla morte,

  17 	essi sempre fermi nel vincolo del dharma, colà il dio Varuṇa
     	grand'anima circondano tutti, con buoni voti,

  18 	quindi i quattro oceani e la fiumana che è la Bhāgīrathī,
     	la Kālindī, la Vidiśā, la Veṇṇā, la Narmadā dalla forte corrente,

  19 	e la Vipāśā, e la Śatadru, la Candrabhāgā, la Sarasvatī,
     	la Irāvatī, e la Vitastā, il Sindhu, la Devanadī,

  20 	la Godāvarī, la Kṛṣṇaveṇṇā, e la Kāverī la migliore dei rivi,
     	queste ed altre fiumane e tīrtha e laghi,

  21 	e pozzi, e le fonti nei loro corpi o Yudhiṣṭhira,
     	e pure stagni e pozze nei loro corpi o bhārata,

  22 	e i punti cardinali, e la terra, e tutti i monti,
     	circondano il grand'anima, inoltre tutti gli animali acquatici,

  23 	e con canti e strumenti musicali le schiere dei gandharva e delle apsaras,
     	venerando Varuṇa, in quel palazzo tutti gli siedono intorno,

  24 	i monti pieni di gemme, dove stanno i minerali,
     	tutti nei loro corpi circondano quel sovrano,

  25 	questo il palazzo di Varuṇa, da me visitato o toro fra i bhārata,
     	il bel palazzo di Kubera da me fu visto una volta, di questo palazzo ascolta.”
     


                              X


   1 	 Nārada disse:
     	“il palazzo del figlio di Viśravaṇa, o re, è lungo cento yojana,
     	e largo settanta yojana, di bianco splendente,

   2 	attraverso il tapas o re, fu costruito dallo stesso figlio di Viśravaṇa, 
     	splendente come la luna, il migliore dei volanti simile alla cima del kailāsa,

   3 	dai guhyaka è trasportato, e sospeso in cielo appare,
     	divino, adornato da alti alberi fatti d'oro,

   4 	brillante soffuso di raggi, dal divino profumo, piacevole alla mente,
     	dalla forma di una bianca cima, sembra fluttuare,

   5 	in esso il re figlio di Viśravaṇa, con vari ornamenti e abiti,
     	il prosperoso con brillanti orecchini, circondato da migliaia di donne, risiede, 

   6 	in un supremo seggio, splendente come il sole, coperto di divini cuscini,
     	e con altrettanti divini cuscini per i piedi, siede,

   7 	e fragranti boschetti di alti mandāra,
     	le fragranze dal delizioso profumo, portando un puro vento,

   8 	dei loti chiamati di alaka, e di una foresta di sandalo,
     	il vento che rinfresca la mente e il cuore, gli rende questo servizio,

   9 	là gli dèi assieme ai gandharva, circondati da schiere di apsaras,
     	con nenie divine, e canti divini, si recano o bhārata,

  10 	e Miśrakeśī, e Rambhā, Citrasenā dallo smagliante sorriso,
     	Cārunetrā, e  Ghṛtācī,  Menakā,  Puñjikasthalā,

  11 	Viśvācī, e Sahajanyā, Pramlocā, Urvaśī, Irā,
     	e Vargā, e Saurabheyī, Samīcī, Budbudā, Latā,

  12 	queste e altre migliaia, abili nel canto e nella danza, sono
     	le schiere delle apsaras o pāṇḍava, che stanno al fianco del dio della ricchezza,

  13 	incessantemente, di divine musiche, danze e canti, quel palazzo
     	è pieno, splendido e allietato, dalle schiere di apsaras e gandharva,

  14 	i gandharva di nome kiṁnara, e altri chiamati nara,
     	 Maṇibhadra, il datore di ricchezza, e Śvetabhadra, Guhyaka,

  15 	Kaśeraka, Gaṇḍakaṇḍu, e Pradyota il fortissimo,
     	Kustumburu, e Piśāca, Gajakarṇa, Viśālaka,

  16 	Varāhakarṇa, Sāndroṣṭha, Phalabhakṣa, Phalodaka,
     	Aṅgacūḍa, Śikhāvarta, Hemanetra, Vibhīṣaṇa,

  17 	Puṣpānana, Piṅgalaka, Śoṇitoda, Pravālaka,
     	e Vṛkṣavāsin il senza casa, e Cīravāsas, o bhārata,

  18 	questi e molti altri yakṣa, a centinaia di migliaia,
     	e sempre la venerabile Śrī, e inoltre Nalakūbara,

  19 	e io stesso e molti altri simili a me erano il quel palazzo,
     	e vi erano là maestri, e altri ṛṣi divini,

  20 	e il venerabile circondato da schiere di esseri, a centinaia di migliaia,
     	il marito di Umā, Paśupati, col tridente, distruttore degli occhi di Bhaga,

  21 	dai tre occhi, o tigre dei re, e la dea che libera dalla fatica,
     	coi nani mostruosi e gobbi, dagli occhi sanguigni, e veloci come il pensiero,

  22 	che prendono il grasso e la carne, terribili a vedersi e a sentirsi,
     	terribili per varie armi, rapidi come i venti,
     	da questi circondato siede sempre al fianco del Dhanada o sovrano,

  23 	tale è questo palazzo che si muove nell'aria o re, che io vidi,
     	del palazzo del Grande-avo, che allieva le fatiche, parlerò.”
     


                              XI


   1 	 Nārada disse:
     	“una volta nello yuga divino, il beato sole, dal cielo
     	venne nel mondo umano per desiderio di vederlo, riposando dalle fatiche,

   2 	e aggirandosi in forma umana, dopo aver visto il palazzo del Nato-da-sè,
     	di questa magione di Brahmā mi raccontava in verità o pāṇḍava,

   3 	di incomparabile splendore, divina, spirituale, o toro dei bhārata,
     	incomparabile per splendore, grata alla mente di ogni essere,

   4 	avendo udite le qualità di quel palazzo, o rampollo di Pāṇḍu,
     	e desiderando vederlo o re, io dissi all'Āditya:

   5 	'o beato io desidero vedere il palazzo del Grande-avo,
     	attraverso quale tapas o azione è possibile, o signore dei raggi di luce?

   6 	o con quali medicamenti, o con quale arte magica?
     	questo a me rivela o beato, come io possa vedere questo palazzo.'

   7 	quindi il venerabile sole, avendomi preso con se il potente,
     	si recava alla magione di Brahmā, priva di ogni male e libera da ogni fatica,

   8 	di una forma tale che non è possibile descrivere o protettore di genti,
     	in un momento ha una forma e subito dopo un'altra incomparabile,

   9 	non si sa la misura o neanche il luogo o bhārata,
     	né forma simile da me fu mai vista prima,

  10 	questa magione o re, è molto confortevole, né fredda, né calda,
     	né fame o sete, né fatica incontrando, la si raggiunge invero,

  11 	è fatta quasi da molteplici e svariate forme splendenti,
     	e non sostenuta da colonne ma è eterna e indistruttibile,

  12 	più della luna e del sole fiammeggiante, di proprio splendore
     	è accesa, stando fissa nel firmamento, quasi illuminando il sole,

  13 	colà il beato siede, e con il potere divino, produce
     	da se solo incessantemente o re, i mondi, il Grande-avo dei mondi,

  14 	e pure al potente stanno intorno i signori delle creature,
     	Dakṣa, Pracetas, Pulaha, Marīci, e Kaśyapa,

  15 	Bhṛgu, Atri, e Vasiṣṭha, e Gautama, e pure Aṅgiras,
     	e mente, spazio, e conoscenza, aria, luce, acqua, terra,

  16 	suono, e tatto, forma, gusto, e profumo, o bhārata,
     	e natura, e i suoi stati, e quant'altro elemento della terra,

  17 	e la luna assieme alle costellazioni, e il luminoso āditya,
     	i venti, e i sacrifici, l'intenzione, e il respiro,

  18 	e molti altri stanno attorno al Nato-da-sé,
     	artha, Dharma e kāma, e gioia, odio, tapas, e dono,

  19 	arrivano colà insieme gandharva ed pure apsaras, 
     	e i ventisette e gli altri lokapāla interamente,

  20 	 Śukra, e anche Bṛhaspati, Budha, e Aṅgāraka,
     	e saturno e Rāhu, e anche tutti i pianeti,

  21 	mantra, e il rathaṁtara, Harimat, e Vasumat pure,
     	gli āditya, assieme al supremo re, quelli nominati con vari doppi nomi,

  22 	il vento e Viśvakarman, e i Vasu o bhārata,
     	inoltre tutte le schiere dei mani, e tutte le oblazioni pure,

  23 	il ṛgveda, e il  sāmaveda, e lo yajurveda, o pāṇḍava,
     	e l'atharvaveda pure, e le sue divisioni o signore dei popoli,

  24 	e le leggende e le scienze secondarie, e i vedāṅga interamente,
     	i pianeti e i sacrifici, e Soma, e tutte le divinità,

  25 	il metro sāvitrī che supera le difficoltà, il  vāṇī nelle le sette tipologie,
     	intelligenza, fermezza e memoria, saggezza, intelletto, fama, pazienza,

  26 	gli inni, gli elogi e le invocazioni, e le varie forme di canti,
     	i discorsi, le congetture, nei corpi incarnati o signore di popoli,

  27 	i momenti, gli istanti, e le ore, i giorni e le notti,
     	e le quindicine e i mesi, e le sei stagioni, o bhārata,

  28 	gli anni, i cinque yuga, e i quattro tipi di giornate,
     	e la ruota del tempo che è divina, perenne, imperitura, immutabile,

  29 	Aditi, Diti, e Danu, Surasā, Vinatā, Irā,
     	Kālakā, Surabhi, Devī, e Saramā, Gautamī

  30 	gli āditya, i rudra, i marut, e anche i due aśvin,
     	e i viśvedeva, e i sādhya, e i mani veloci come il pensiero, 

  31 	e i rākṣasa, e i piśāca, i dānava, e i guhyaka,
     	uccelli, serpenti e altri animali siedono intorno al Grande-avo,

  32 	il dio Nārāyaṇa è colà, e quanti sono i divini ṛṣi,
     	e i ṛṣi vālakhilya, nati non da grembo di donna,

  33 	e quant'altro nel trimundio si veda di mobile e immobile,
     	tutto questo da me colà fu visto, sappilo o protettore degli uomini,

  34 	ottantotto migliaia di asceti praticanti la castità,
     	e pure cinquanta ṛṣi con figli, o pāṇḍava,

  35 	questi là secondo il desiderio avendo visto, tutti i celesti abitatori
     	inchinandosi con la testa, a lui ritornavano dopo essere andati,

  36 	agli ospiti giunti, agli dèi, ai daitya, ai nāga, e ai muni,
     	agli yakṣa, e agli uccelli, ai kāleya, a gandarva ed apsaras pure,

  37 	agli eccellenti, l'infinito intelletto Brahmā, il Grande-avo dei mondi,
     	il pietoso verso tutti gli esseri secondo i meriti concede,

  38 	e pure accettando, l'anima totale, il Nato-da-sé dall'infinito splendore,
     	è fornito delle delizie adatte a consolare, o protettore degli uomini,

  39 	inoltre a quanti si avvicinano e tornano, o bhārata,
     	quel palazzo così pieno, o caro, è un luogo di felicità, 

  40 	interamente fatto di splendore, divino, frequentato dalle schiere dei brahmarṣi,
     	da Brāhmī e da Śrī illuminato, risplende liberando da ogni fatica,

  41 	tale fu il palazzo che ho visto, difficile ad ottenersi in tutti i mondi,
     	quel palazzo o tigre fra i re, è come il tuo tra gli umani,

  42 	queste le magioni da me una volta viste tra gli dèi o pāṇḍava,
     	il tuo palazzo nel mondo umano è il migliore di tutti.”

  43 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“ per la maggior parte l'assemblea dei re da te o migliore dei parlanti, fu raccontata
     	essere nel palazzo del figlio di Vivasvat, come tu hai detto o illustre,

  44 	e nel palazzo di Varuṇa i nāga tu nominasti o potente,
     	e i re daitya, i più importanti fiumi e oceani,

  45 	quindi del signore della ricchezza, gli yakṣa, i guhyaka, e i rākṣasa,
     	e gandharva e apsaras e il beato dal toro come insegna,

  46 	nella magione del grande avo, da te nominati i grandi ṛṣi,
     	tutte le schiere degli dèi, e tutte le sacre scritture,

  47 	nel palazzo del Cento-riti, gli dèi hai enumerato o muni,
     	e distintamente i vari gandharva e i grandi ṛṣi,

  48 	da solo il rājarṣi Hariścandra o grande muni,
     	da te fu citato occasionalmente nella magione del re degli dèi grande anima,

  49 	quale azione da lui compiuta o quale tapas dal ferreo voto,
     	con cui lui dalla grande gloria compete con Śakra? 

  50 	e pure giunto al mondo dei mani, da te o saggio, il padre mio,
     	Pāṇḍu illustre fu visto, come lo incontrasti?

  51 	e cosa disse, o venerabile? questo io voglio sapere,
     	di udire tutta la verità io ho suprema curiosità.”

  52 	 Nārada disse:
     	“ciò che mi chiedi o re dei re, riguardo Hariścandra, o illustre,
     	questo io ti racconterò, di quel grand'anima, dalla viva intelligenza,

  53 	egli era re potente, supremo sovrano di tutti i re,
     	tutti i sovrani della terra stavano obbedienti ai suoi comandi,

  54 	da lui, stando su un carro trionfale adornato d'oro,
     	col potere delle armi, furono vinte le sette terre o signore di uomini, 

  55 	egli avendo conquistata tutta la terra coi suoi monti, foreste e boschetti,
     	compiva o grande re, il grande sacrificio del rājasūya,

  56 	col suo permesso, tutti i sovrani offrirono ricchezze,
     	ai ri-nati e servitori in questo sacrificio essi erano,

  57 	e quel signore di uomini, offriva con piacere beni ai sacrificanti,
     	quanto chiesto da loro là in quel rito, quindi l'aumentava di cinque volte,

  58 	e inoltre distribuiva varie ricchezze ai brahamani,
     	giunti da varie regioni, alla conclusione del sacrificio,

  59 	con cibi varii e provvigioni, messi davanti secondo i desideri,
     	e con quantità di gemme compiaciuti e soddisfatti i ri-nati, dichiararono
     	che per splendore e gloria egli sorpassava ogni sovrano,

  60 	per questo motivo, o pṛthāde, Hariścandra regnava
     	su migliaia di re, questo sappi o toro dei bhārata,

  61 	e avendo compiuto quel grande sacrificio, Hariścandra il glorioso,
     	consacrato, egli risplendeva di universale sovranità, o signore di uomini,

  62 	e anche gli altri signori della terra, che il grande sacrificio del rājasūya,
     	avevano celebrato, questi pure erano felici col grande Indra o bhārata,

  63 	e pure quelli che hanno raggiunto la morte senza fuggire dalle battaglie,
     	costoro pure giunti, vivendo con lui sono felici, o toro dei bhārata,

  64 	e quelli che con severo tapas abbandonano qui il corpo,
     	pure questi risiedendo nel suo palazzo risplendono felici per sempre,

  65 	e tuo padre Pāṇḍu disse, o kuntīde, quel rampollo dei kuru,
     	sorpreso avendo visto la fortuna del sovrano Hariścandra: 

  66 	'se lo stesso scopo hai di conquistare la terra, coi fratelli fermi ai tuoi comandi,
     	offri il migliore dei riti il rājasūya, o bhārata.'

  67 	di farlo, tigre fra gli uomini, prendi tu la decisione o pāṇḍava, 
     	costoro vanno allo stesso mondo del grande Indra assieme agli avi,

  68 	pieno di ostacoli questo grande rito o sovrano, è ricordato,
     	difetti si sforzano di porre i brahmarākṣasa distruttori dei sacrifici,

  69 	e un conflitto sopravvenuto può compiere la distruzione della terra,
     	e qualche causa c'è qui che conduce alla distruzione,

  70 	su questo meditando o re dei re, quanto è adeguato compi!
     	attentamente agendo sempre per la protezione dei quattro varṇa,
     	vivi, prospera, sii felice e soddisfa di doni i ri-nati,

  71 	questo a te in dettaglio ho narrato quanto tu mi chiedesti,
     	e salutandoti io mi recherò verso la città del principe dei dāśārha.”

  72 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	così Nārada avendo raccontato ai pṛthādi o Janamejaya,
     	partiva circondato dai ṛṣi con i quali era venuto,

  73 	e partito Nārada, il pṛthāde assieme ai fratelli o kaurava,
     	pensava al rājasūya, il migliore dei  sacrifici o bhārata.