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25. Arghābhiharaṇa

( Il conferimento dei tributi. II, 33-36)


                              XXXIII


   1 	Vaiśaṁpāyana  disse:
     	quindi in un giorno consacrato i brahmani assieme ai re, 
     	entrarono nel luogo del sacrificio, e per la religiosa osservanza i grandi ṛṣi,

   2 	le grandi anime con Nārada in testa in quel terreno sacrificale,
     	sedendo insieme coi ṛṣi regali splendevano,

   3 	come gli dèi riuniti nella dimora di Brahmā, erano quei ṛṣi divini,
     	e insieme negli intervalli quegli infinatamente splendidi chiaccheravano:

   4 	“questo così e non pure così e così questo e non altrimenti.”
     	così dicevano molti colà disputando l'un verso l'altro,

   5 	quindi alcuni gli argomenti insignificanti là rendevano importanti,
     	e gli importanti rendevano insignificanti, con argomenti decisi dagli śāstra,

   6 	là alcuni sapienti l'argomento da altri perfezionato,
     	rimuovevano come i falchi la carne nell'aria, 

   7 	e alcuni esperti nell'artha e nel dharma e dai fermi voti, storie
     	raccontando, si rallegravano quei supremi conoscitori di tutti i veda,

   8 	e la vedi, coi grandi ṛṣi e i divini ri-nati esperti dei veda,
     	risplendeva come il cielo terso pieno di stelle, 

   9 	e vicino a questa non vi era nessuno śūdra né alcuno senza fede,
     	all'interno della vedi nel posto di Yudhiṣṭhira o re, allora,

  10 	e quella prosperità del fortunato nata per compiere il sacrificio,
     	vedendo, Nārada era soddisfatto del saggio dharmarāja,

  11 	quindi nei pensieri cadde quel muni o sovrano di uomini,
     	Nārada allora vedendo quella riunione di tutti gli kṣatriya,

  12 	e ricordava quell'antico racconto o toro dei bhārata, 
     	dell'incarnazione parziale degli dèi che vi fu nella dimora di Brahmā,

  13 	e quell'assemblea di dèi riconoscendo o rampollo dei kuru, 
     	Nārada richiamò alla mente Hari dagli occhi di loto:

  14 	“l'uccisore di nemici degli dèi in persona, il potente Nārāyaṇa tra gli kṣatriya,
     	è nato il distruttore di città nemiche, per proteggere la conoscenza e i saggi,

  15 	lui che una volta fu il creatore delle creature, ordinava agli dèi:
     	'uccidendovi l'un l'altro di nuovo raggiungete i mondi.'

  16 	così Nārāyaṇa il benevolo, il beato signore dell'universo,
     	parlando a tutti gli dèi nasceva nel regno degli yadu,

  17 	nel dominio e discendenza degli andhaka e dei vṛṣṇi il migliore dei propagatori, 
     	risplende di suprema fortuna come la luna tra le stelle,

  18 	la cui forza del braccio onorano tutti gli dèi assieme ad Indra, 
     	nel mondo umano sta quell'uccisore di nemici col nome di Hari,

  19 	oh il nato da sé, da sé stesso questa grande esistenza, 	
     	di kṣatriya piena di forza di nuovo si prenderà.”

  20 	così questo pensiero pensando Nārada sapiente del dharma, 
     	avendo riconosciuto in Hari Nārāyaṇa, nei sacrifici pregato quel signore,

  21 	il migliore dei sapienti del dharma in quel grande sacrificio del saggio 
     	dharmarāja restava quel grande intelletto per motivo di onore,

  22 	quindi Bhīṣma disse o re, al dharmarāja Yudhiṣṭhira:
     	“sia fatto onore ai re secondo il merito o bhārata,

  23 	il maestro il sacrificante e il congiunto o Yudhiṣṭhira,
     	e lo snātaka, l'amato e il sovrano sono detti i sei meritevoli dell'arghya,

  24 	questi son detti meritevoli di ottenerlo abitando un intero anno,
     	questi qui per lungo tempo sono stati vicini a noi,

  25 	a ciascuno di essi o re, l'arghya sia conferita,
     	e quindi al migliore all'adeguato sia conferita.”

  26 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“a chi o signore, pensi sia l'unico a cui l'arghya, o discendente dei kuru,
     	sia conferita appropriatamente, questo dimmi o nonno.”

  27 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	allora Bhīṣma figlio di Śaṁtanu presa una decisione o bhārata,
     	giudicava sulla terra meritevole del conferimento il vṛṣṇi Kṛṣṇa:

  28 	“ tra questi riuniti per coraggio forza e splendore, 
     	in mezzo risplende riscaldando come il sole tra le stelle,

  29 	come la tenebra dal sole, come la bonaccia dal vento,
     	illuminato e rallegrato da Kṛṣṇa sarà questo nostro luogo del sacrificio.”

  30 	a lui, comandato da Bhīṣma il glorioso Sahadeva, 
     	al vṛṣṇi secondo le regole consegnava la suprema arghya,

  31 	quella accettava Kṛṣṇa con le azioni prescritte negli śāstra,
     	Śiśupāla quell'onore a Vāsudeva non sopportava,

  32 	egli censurando Bhīṣma e il dharmarāja nell'assemblea, 
     	respingeva Vāsudeva quel re dei cedi fortissimo.
     


                              XXXIV


   1 	 Śiśupāla disse:
     	“il vṛṣṇi non merita tra le grandi anime che stanno qui,
     	tra i sovrani o kaurava, come un re, l'onore di questi sovrani,

   2 	egli non ha un corretto comportamento tra i pāṇḍava grandi anime,
     	tale che tu voglia onorare l'Occhi-di-loto o pāṇḍava,

   3 	fanciulli voi siete o pāṇḍava dovreste conoscerlo, il dharma è sottile,
     	questo figlio della fiumana ha sbagliato per scarsa visione,

   4 	uno come te fornito di dharma che agisce per desiderio di compiacere,
     	Bhīṣma nel mondo diventa estremamente disprezzato dai buoni,

   5 	come può un non-re dei dāśārha in mezzo a tutti i re della terra,
     	ricevere l'onoroficenza così come voi lo venerate?

   6 	o invero tu pensi o toro tra i bhārata, Kṛṣṇa il più anziano?
     	ma essendovi ancora il vecchio Vasudeva in che modo suo figlio merita questo?

   7 	oppure anche sia Vāsudeva il più ben disposto alleato,
     	essendovi Drupada come può il mādhava meritare la venerazione?

   8 	o se un maestro pensi Kṛṣṇa o toro dei kuru, 
     	essendo presente Droṇa come puoi onorare il vṛṣṇi?

   9 	o se tu pensi Kṛṣṇa un celebrante o rampollo dei kuru,
     	essendo presente il saggio dvaipāyana come puoi onorare Kṛṣṇa?

  10 	non è un celebrante, né un maestro, né un re, l'uccisore di Madhu,
     	ed è onorato o migliore dei kuru, per che altro desiderio di beneficarlo?

  11 	oppure da voi è onorato l'uccisore di Madhu,
     	per disprezzo verso i re qui condotti o bhārata?

  12 	noi non per paura del kuntīde grande anima,
     	abbiamo tutti dato i tributi, non per guadagno e non per conciliazione,

  13 	per desiderio di fare di lui devoto al dharma quel supremo monarca,
     	noi a lui abbiamo dato tributi e lui non pensa a noi,

  14 	per quale altro motivo se non per insulto nell'assemblea dei re? 
     	hai onorato dell'arghya Kṛṣṇa privo di qualità,

  15 	senza un perché, la fama del figlio di Dharma come spirito giusto è giunta,
     	chi può offrire un tale onore ad uno che ha deviato dal dharma?
     	il quale nato nella famiglia dei vṛṣṇi ha una volta ucciso il re,

  16 	e oggi la giustezza d'animo ha abbandonato Yudhiṣṭhira,
     	e la miseria vi è entrata, proclamando l'arghya per Kṛṣṇa,

  17 	se spaventati sono i figli di Kuntī e miseri gli asceti,
     	anche tu dovresti conoscere che il mādhava non merita tale onore,

  18 	eppure o Janārdana, questo onore ti è stato offerto da questi miseri,
     	immeritevolmente, perchè dunque tu l'hai accettato?

  19 	dell'ingiusto onore dato a te, tu di nuovo molto pensi,
     	in un luogo solitario il cane ottiene di mangiare l'offerta caduta,

  20 	tu non puoi attaccare questa ignomigna ai re e principi,
     	i kuru chiaramente ti hanno ingannato o Janārdana,

  21 	come il prender moglie per un eunuco, come un bell'aspetto per un cieco,
     	così per te non-re è l'onore dato ai re o uccisore di Madhu,

  22 	e come è Yudhiṣṭhira, si è visto e come è Bhīṣma, si è visto,
     	pure come è Vāsudeva si è visto, tutto questo com'è accaduto.”

  23 	così avendo parlato a loro Śiśupāla, alzatosi dal grande seggio,
     	abbandonava il luogo del sacrificio assieme ai re.
     


                              XXXV


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	quindi il re Yudhiṣṭhira correva vicino a Śiśupāla,
     	e diceva con dolcezza questo discorso conciliatorio:

   2 	“non è giusto o sovrano della terra, quanto tu hai detto,
     	è sommamente ingiusto e una rozzezza senza senso, 

   3 	che io non conosca in nessun modo il supremo dharma o sovrano,  
     	Bhīṣma il figlio di Śaṁtanu non insultarlo in alcun modo,

   4 	guarda questi molti sovrani più anziani di te,
     	essi accettano l'onore dato a Kṛṣṇa, alla stessa maniera ti compete di pazientare,

   5 	Bhīṣma conosce in verità senza indugi Kṛṣṇa o re dei cedi,
     	non tanto tu lo conosci quanto lo conosce il kuru.”

   6 	 Bhīṣma disse:
     	“non merita la nostra gentilezza, non conciliazione colui
     	che non approva l'onore conferito a Kṛṣṇa, il più venerabile nel mondo,

   7 	lo kṣatriya che ha vinto in battaglia uno kṣatriya è il migliore dei combattenti,
     	chi lo libera avendolo in suo potere, diventa il suo guru, 

   8 	in questa assemblea di re, anche uno solo non vinto in battaglia,
     	dalla forza del figlio della sātvatī, io non vedo qui nessun sovrano,

   9 	non solamente da noi è onoratissimo l'incrollabile,
     	pure da tutti i tre mondi è onorato Janārdana,

  10 	da Kṛṣṇa furono vinti in battaglia molti tori fra gli kṣatriya,
     	e tutto l'universo è interamente fondato sul vṛṣṇi,

  11 	perciò anche tra i virtuosi e gli anziani noi veneriamo Kṛṣṇa come condottiero,
     	di parlare così non ti compete, non avere una simile opinione,

  12 	io ho veduto o re, molti di compiuta conoscenza,
     	e questi mi hanno elencato le qualità del dotato nipote di Śura, io
     	ho ascoltato i moltissimi elogi dei virtuosi di grande intelletto riuniti,

  13 	e pure le azioni che fin dalla nascita ha compiuto questo sapiente,
     	sono spesso raccontate dagli uomini e ancora ascoltate da me,

  14 	non solamente per amore noi, o re dei cedi, onoriamo Janārdana,
     	non in riguardo alla parentela, o men che mai per interesse,

  15 	lo veneriamo, come veicolo di felicità alla terra venerato dai buoni sulla terra,
     	la gloria, l'eroismo e la vittoria di lui noi celebriamo coll'onore dato al saggio,

  16 	nessuno qui da noi seppur un fanciullo viene considerato,
     	per qualità superiore agli anziani, Hari è considerato onoratissimo,

  17 	per forza è il superiore degli kṣatriya, per sapienza lo è dei ri-nati,
     	due i motivi per la venerazione di govinda appaiono,

  18 	ha la conoscenza dei veda e dei vedāṅga e una forza senza limiti,
     	nel mondo degli uomini chi vi è di tale eccellenza a parte il Lunghi-capelli?

  19 	dono, capacità, studio, eroismo, modestia e supremo intelletto,
     	rispetto, fortuna, fermezza, soddisfazione e prosperità, sono unite all'incrollabile,

  20 	lui di ogni cosa è dotato, è un maestro, un padre, un guru,
     	onorato, e venerato che merita l'onore, tutti voi dovete ammetterlo,

  21 	il celebrante, il guru, e il genero lo snātaka il sovrano, l'amato,
     	tutto questo vi è nel Signore-dei-sensi, perciò è venerato l'incrollabile,

  22 	Kṛṣṇa è l'origine e pure la fine dei mondi,
     	nell'azione di Kṛṣṇa è fissato l'intero mondo dei viventi,

  23 	egli è l'origine nascosta, e il creatore eterno,
     	superiore a tutti gli esseri, perciò l'incrollabile è il più venerabile,

  24 	quali sono l'intelletto, la mente, il grande pricipio, l'aria, l'acqua, la terra e l'etere,  
     	e tutte le creature dei quattro generi in Kṛṣṇa sono radicati,

  25 	e quali il sole e la luna e le costellazioni e i pianeti,
     	le direzioni e quelle intermedie, tutto è radicato in Kṛṣṇa,

  26 	quest'uomo Śiśupāla è un fanciullo e non conosce, 
     	in tutti i casi e tempi Kṛṣṇa, perciò così parla,

  27 	l'uomo pur sagace che però disperda il dharma supremo, 
     	costui non vede come è il dharma così come questo re dei cedi,

  28 	tra anziani e fanciulli oppure tra i sovrani grandi anime,
     	chi non pensa meritevole Kṛṣṇa, o anche chi lui non onorerebbe?

  29 	quindi questo onore maldato Śiśupāla ritiene,
     	se maldato, quant'altro sia dunque secondo le regole, questo deve fare.”
     


                              XXXVI


   1 	 Vaiśaṁpāyana disse:
     	così avendo parlato allora il gloriosissimo Bhīṣma smise di parlare, 
     	pronunciava di seguito Sahadeva là, questo sensato discorso:

   2 	“il Lunghi-capelli, l'uccisore di Keśin dal valore senza limiti,
     	Kṛṣṇa è venerato da me, chi di voi non lo approva o sovrani,

   3 	sulla testa di tutti questi forti da me sarà messo il piede,
     	così apostrofati da me ciascuno una risposta dia, 

   4 	e quelli che sono dotati di mente, in lui il maestro, il padre, il guru,
     	onorato e venerato, meritevole dell'onore, riconoscano questi re.”

   5 	quindi non parlava nessuno di questi virtuosi dotati di intelletto,
     	mentre mostrava il piede in mezzo a quei forti e saggi re,

   6 	allora cadde una pioggia di fiori sulla testa di Sahadeva, 
     	e una voce invisibile anche disse: “ bravo! bravo!”

   7 	gettava la nera pelle disputando del passato e del futuro 
     	quel solutore di ogni dubbio, il sapiente dell'intero mondo Nārada,

   8 	tutte le schiere di quelli là giunti invitati, a cominciare da Sunītha
     	apparivano eccitati e pallidi in viso allora,

   9 	la consacrazione di Yudhiṣṭhira e l'onore dato a Vāsudeva,
     	disputavano là i re, per ignoranza dei veda e per propria decisione

  10 	la figura di questi trattenuti dagli amici,
     	era come quella di leoni ruggenti tirati via dalla carne,

  11 	di quella larga schiera infinita quell'indistruttibile mare di re,
     	che si riunivano per la battaglia allora si accorgeva Kṛṣṇa,

  12 	avendo fatto l'onore della pūja a brahmani e kṣatriya secondo i meriti,
     	Sahadeva, quel dio fra gli uomini accettava quell'atto,

  13 	mentre era onorato Kṛṣṇa, Sunītha vessatore di nemici,
     	cogli occhi rossi dall'ira disse ai sovrani:

  14 	“stando io vostro comandante cosa dunque pensate per il presente? 
     	stiamo fermi preparandoci alla battaglia contro i vṛṣṇi e pāṇḍava riuniti.”

  15 	così incoraggiando tutti i re, il toro dei cedi,
     	allora per impedire il sacrificio si consultava coi re.