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28. Anudyūta

( La Continuazione della partita. II, 66-72)

                              LXVI


   1 	Janamejaya disse:
     	“vedendo che avevano il permesso di andare con le ricchezze e i carri 
     	i pāṇḍava, come era la mente dei figli di Dhṛtarāṣṭra?”

   2 	 Vaiśaṁpāyana disse
     	dal saggio Dhṛtarāṣṭra avendo visto loro licenziati
     	o re, Duḥśāsana rapido andava verso il fratello,

   3 	e avvicinato Duryodhana assieme ai ministri o toro dei bhārata, 
     	pieno di dolore o migliore dei bhārata, queste parole disse:

   4 	“dolorosamente quel vecchio rovina quest'assemblea,
     	ha dato al nemico la ricchezza, questo sappiate o grandi guerrieri.”

   5 	quindi Duryodhana, Karṇa, e pure Śakuni il figlio di Subala,
     	invidiosi verso i pāṇḍava in segreto insieme recandosi,

   6 	dal figlio di Vicitravīrya il saggio re Dhṛtarāṣṭra,
     	avvicinando veloci, parole mielate dissero. 

   7 	Duryodhana disse:
     	“non da te o re, fu udito quanto disse Bṛhaspati,
     	il sapiente purohita degli dèi parlando della condotta di Śakra,

   8 	con tutti i mezzi si devono uccidere o tormenta-nemici, i nemici
     	che prima in battaglia o con la violenza agirono a tuo danno,

   9 	se noi con le ricchezze dei pāṇḍava avendo onorato tutti i principi,
     	contro di loro combatteremo che cosa allora ci mancherà?

  10 	messosi sul collo e sulla schiena dei feroci serpenti velenosi riuniti insieme
     	chi è in grado di evitarne il morso?

  11 	armi in pugno sui carri o padre i pāṇḍava feroci,
     	la nostra completa distruzione faranno come furiosi serpenti velenosi,

  12 	con l'armatura Arjuna procede mostrando le due supreme faretre,
     	sempre porta l'arco gāṇḍīva e sbuffando si guarda in giro,

  13 	e la pesante mazza alzando veloce, Ventre-di-lupo
     	aggiogato il suo carro rapidamente procede, così abbiamo udito,

  14 	Nakula afferrata la spada e lo scudo dalle otto lune,
     	e Sahadeva e il re fecero mostra delle loro intenzioni,

  15 	essi stando tutti sui carri coperti di molte armi,
     	colpendo moltitudini di carri procedono uniti all'esercito,

  16 	essi non ci perdoneranno mai, offesi da noi,
     	e la sofferenza di Draupadī chi di loro può perdonare?

  17 	di nuovo giochiamo con fortuna coi pāṇḍava per l'abitare nella foresta,
     	e così saremo in grado di soggiogarli o toro fra i bhārata, 

  18 	o essi per dodici anni o noi sconfitti ai dadi,
     	entreremo nella grande foresta vestiti di pelli,

  19 	e nel tredicesimo intero anno nascosti assieme alle proprie genti,
     	e se scoperti di nuovo nella foresta per dodici anni

  20 	andremo noi o loro, cosi si cominci la partita,
     	gettati i dadi una nuova partita giochino i pāṇḍava,

  21 	questa la cosa più giusta per noi o re, o toro fra i bhārata, 
     	Śakuni qui conosce la scienza connessa ai dadi,

  22 	dure radici noi siamo nel regno e assieme agli amici 
     	e un duro e ampio esercito da rispettare e difficile da avvicinare,

  23 	se al voto essi saranno fedeli nel tredicesimo anno, 
     	noi li vinceremo o re, dai l'approvazione o distruttore di nemici.”

  24 	Dhṛtarāṣṭra disse:
     	“veloce falli tornare al tavolo da gioco anche fossero a metà strada,
     	tornino di nuovo alla partita e a questa giochino i pāṇḍava.”

  25 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	quindi Droṇa, Somadatta e Bāhlīka grande sul carro,
     	Vidura e il figlio di Droṇa e il figlio della vaiśya il valoroso,

  26 	 Bhūriśravas e il figlio di Śaṁtanu e Vikarṇa grande sul carro,
     	“ che non vi sia partita!” così dissero: “ e pace vi sia!” così tutti insieme,

  27 	e contro il volere di tutti gli amici che guardavano al caso,
     	l'invito ai pāṇḍava compiva Dhṛtarāṣṭra per compiacere il figlio,

  28 	allora o grande re, a Dhṛtarāṣṭra signore di genti disse
     	Gāndhārī piena di dolore per amore dei figli secondo giustizia:

  29 	“alla nascita di Duryodhana lo kṣattṛ dalla grande saggezza disse:
     	'all'altro mondo sia mandato direttamente questa vergogna della famiglia,

  30 	gridava appena nato, come uno sciacallo o bhārata,
     	certamente è la fine di questa famiglia questo sappiate o kuru.'

  31 	non approvare l'opinione di fanciulli mal educati o signore,
     	non essere la causa della famiglia nella tremenda dimora di Yama 

  32 	chi tagliarebbe un legame già stretto o soffierebbe sul fuoco già sopito?
     	e chi di nuovo provocherebbe i pṛthādi fermi nella pace o bhārata?

  33 	a te che già ricordi io di nuovo ricorderò o ājamīḍha
     	gli śāstra non guidano il malvagio, per il bene o il male,

  34 	mai l'anziano sarebbe dell'opinione del fanciullo, 
     	da te guidati siano i figli e separati da te non periscano,

  35 	una mente piena di pace e di dharma verso l'altro, e saggezza tu abbia, non il contrario,
     	fugace è la fortuna unita al sangue, quella unita alla mitezza ottiene figli e nipoti.”

  36 	e così disse il grande re a Gāndhārī che mirava al dharma:
     	“e sia pure la fine della famiglia io non sono in grado di evitarla,

  37 	come vogliono così sia, che i pāṇḍava siano richiamati,
     	di nuovo giochino ai dadi i miei con i pāṇḍava.”
     


                              LXVII


   1 	 Vaiśaṁpāyana disse:
     	quindi il messaggero a metà strada al pṛthāde Yudhiṣṭhira
     	disse per ordine del re il saggio Dhṛtarāṣṭra:

   2 	" preparato è il padiglione o re, gettati i dadi o Yudhiṣṭhira,
     	il padre tuo o pāṇḍava, ti dice:' gioca la partita o bhārata.'”

   3 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“per ordine del creatore gli esseri ottengono il bene e il male,
     	non vi è fuga da queste due cose se di nuovo di deve giocare,

   4 	e l'invito al gioco dei dadi fu per ordine dell'anziano re,
     	pur sapendolo fonte di distruzione non sono in grado di rifiutare.”

   5 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	così dicendo tornava indietro assieme ai fratelli il pāṇḍava,
     	e pur conoscendo la frode di Śakuni il pṛthāde alla partita andava di nuovo,

   6 	entrarono nel padiglione di nuovo i grandi guerrieri,
     	fecero tremare le menti degli amici i tori dei bhārata, 

   7 	sedettero secondo il proprio desiderio di nuovo intenti al gioco,
     	afflitti dal fato per la rovina di tutti i mondi.

   8 	Śakuni disse:
     	“restituiva il vecchio quanto era la vostra ricchezza questo è onorevole,
     	ascolta o toro dei bhārata, una sola partita di grande ricchezza,

   9 	noi avendo perso ai dadi da voi per dodici anni, 
     	entreremo nella grande foresta vestiti di pelli di ruru e di nere antilopi,

  10 	nel tredicesimo intero anno staremo nascosti con la nostra gente,
     	e se scoperti di nuovo nella foresta per dodici anni,

  11 	da noi vinti voi per dodici anni nella foresta 
     	vivrete assieme a Kṛṣṇā vestiti di pelli,

  12 	passato il tredicesimo anno convenientemente di nuovo, 
     	il proprio regno sarà ottenuto dagli uni e dagli altri,

  13 	con questo accordo con noi o Yudhiṣṭhira,
     	gettati i dadi di nuovo la partita gioca o bhārata.” 

  14 	i presenti dissero:
     	“che peccato! i parenti non s'accorgono del grande pericolo
     	con l'intelletto non s'avvedono di quanto dev'essere inteso, i tori dei bhārata.” 

  15 	 Vaiśaṁpāyana disse:
     	i moltissimi mormorii della gente pur udendo il sovrano,
     	e per pudore e per devozione al dharma il pṛthāde di nuovo andava a giocare,

  16 	pur sapendo il grande saggio alla partita di nuovo andava,
     	ma questo non sia la distruzione dei kuru, così pensando.

  17 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“come un re come me, nella protezione del proprio dharma 
     	sfidato può rifiutare? io giocherà con te o Śakuni.”

  18 	Śakuni disse:
     	“cavalli e vacche dal molto latte, e infiniti greggi di capre e pecore,
     	elefanti, il tesoro d'oro e schiavi e schiave tutti,

  19 	questa la nostra sola puntata, il risiedere nella foresta o pāṇḍava,
     	voi o noi sconfitti andremo a rifugiarsi nella foresta,

  20 	a questo scopo giochiamo o toro dei bhārata,
     	con la sola puntata dell'esilio nella foresta o bhārata.”

  21 	 Vaiśaṁpāyana disse:
     	accettava la puntata il pṛthāde e l'afferrava il figlio di Subala
     	“vinto!” così Śakuni diceva a Yudhiṣṭhira.
     


                              LXVIII


   1 	Vaiśaṁpāyana  disse:
     	posero mente a vivere nella foresta i pṛthādi sconfitti,
     	pelli di antilopi presero come indumenti uno dopo l'altro,

   2 	vedendo coperti di pelli e privati del regno quei vincitori dei nemici,
     	partiti per abitare la foresta, allora Duḥśāsana disse:

   3 	“accresciuta è la sovranità del re figlio di Dhṛtarāṣṭra grand'anima,
     	sconfitti i figli di pāṇḍu sono giunti al supremo disastro,

   4 	oggi gli dèi camminano sia sulle vie piane che su quelle scoscese,
     	superiori per qualità, quindi superiori siamo diventati dei nemici,

   5 	all'inferno sono caduti i pṛthādi per lungo tempo, senza fine
     	e senza regno e felicità distrutti per anni eterni,

   6 	quelli che deliziati con forza derisero i figli di Dhṛtarāṣṭra
     	questi pāṇḍava privi di ricchezza entrano nella foresta,

   7 	e lascino le loro varie armature e i divini abiti splendenti,
     	indossino tutti le pelli di ruru come d'accordo colla posta del figlio di Subala,

   8 	'non vi sono nei mondi uomini uguali a noi!' loro che sempre hanno così pensato,
     	conosceranno ora questi pāṇḍava, per sé il contrario, come vili e senza frutti,

   9 	questo tale abbigliamento non fa di voi dei saggi o kaurava,
     	fintanto che avete pelli non consacrate, guardate i potenti pāṇḍava

  10 	il saggio Yajñasena il somaka col dare ai pāṇḍava la figlia, la principesa pāñcālī, 
     	incorse nella sventura non qui vi sono i pṛthādi impotenti mariti della figlia di Yajñasena,

  11 	vedendoli andare in sottili abiti di pelli e abitare nella foresta senza ricchezze,
     	di quale amore parlerai o figlia di Yajñasena, scegli qui quale vuoi, altro marito,

  12 	tutti i kuru qui riuniti sono pazienti, gentili e forniti di splendide ricchezze,
     	di questi scegline uno per marito, non ti farà male questo cambio di destino, 

  13 	come  infruttuosi sesami, come gazzelle fatte di pelle,
     	così sono tutti i pāṇḍava oppure come spighe senza grano,

  14 	perchè tu stai assieme ai pāṇḍava decaduti? fatica vana star con vili uomini.”
     	così il crudele figlio di Dhṛtarāṣṭra faceva udire ai pṛthādi queste contumelie,

  15 	questo udendo Bhīmasena infuriato e forte riproverandolo preso dalla furia
     	disse fieramente avvicinatolo come un leone di montagna uno sciacallo.

  16 	 Bhīmasena disse:
     	“o crudele tu parli vane parole, amate dai malvagi, 
     	per la perizia del gāndhāra tu in mezzo ai re blateri,

  17 	al modo in cui con le frecce della parola qui colpisci i punti dolenti,
     	così io mi ricorderò stappando le tue budella in battaglia,

  18 	e quelli che ti seguiranno soggiogati dal desiderio e dalla cupidigia,
     	che ti proteggeranno, assieme ai figli io manderò alla dimora di Yama.” 

  19 	 Vaiśaṁpāyana disse:
     	attorno lui che così parlava vestito di pelli preso dal dolore, sul sentiero del dharma,
     	egli danzava in mezzo ai kuru dicendo senza pudore: “bove bove!”

  20 	 Bhīmasena disse:
     	“tu sei capace di crudeli e aspre parole o Duḥśāsana,
     	avendo con la frode ottenuta la ricchezza chi può ciarlare?

  21 	che il pṛthāde ventre-di-lupo non ottenga i felici mondi, 
     	se lacerato il tuo petto non  berrà il tuo sangue in battaglia,

  22 	e avendo ucciso in battaglia i figli di dhṛtarāṣṭra davanti a tutti gli arcieri,
     	non prima otterrò la pace, questa è la verità che io vi dico.”

  23 	 Vaiśaṁpāyana disse:
     	per l'ira il passo leonino di Bhīmasena lentamente Duryodhana
     	lo sciocco imitava col proprio andare mentre uscivano i pāṇḍava dall'assemblea,

  24 	“non fare così!” così a lui disse Ventre-di-lupo con la testa girata da una parte: 
     	“tenendo ciò in mente, velocemente ti risponderò uccidendo te e i tuoi parenti o sciocco.”

  25 	e a questo insulto fatto a lui guardando, sopressa la furia, il forte con intelligenza
     	seguendo il re che usciva dall'assemblea dei kuru Bhīma disse queste parole:

  26 	“io ucciderò Duryodhana e il Conquista-ricchezze ucciderà Karṇa, 
     	Sahadeva ucciderà Śakuni il giocatore di dadi,

  27 	e ancora queste pesanti parole io dirò in mezzo all'assemblea,
     	che gli dèi renderanno vere quando vi sarà la nostra guerra,

  28 	Suyodhana questo malvagio io uccidero in battaglia con la mazza,
     	e la testa di costui col piede io metterò a terra, 

  29 	essendo forte a parole, questo uomo malvagio,
     	e il sangue di Duḥśāsana io berrò come da un'animale.”

  30 	Arjuna disse:
     	“il discorso da te pronunciato lo riconoscerà vero
     	chi sarà tesimonio al quattordicesimo anno,

  31 	il sangue di Duryodhana e di Karṇa e di Śakuni il malvagio,
     	e di Duḥśāsana per quarto, la terra vedrà,

  32 	questo invidioso, loquace, malizioso che si fa avanti,
     	Karṇa o Bhīmasena, per tuo ordine io ucciderò in battaglia,

  33 	Arjuna acconsente per desiderio di compiacere Bhīma,
     	io ucciderò in battaglia con le frecce Karṇa e i suoi seguaci,

  34 	e quanti altri re combatteranno per confusione di mente, contro di me, 
     	tutti questi con frecce appuntite io condurrò alla dimora di Yama,

  35 	si muova l'himalaya dalla sua sede, oscurato sia il luminare del giorno,
     	il suo freddo perda la luna, se io mi muoverò dalla mia verità,

  36 	se non ci restituirà il regno nel quattordicesimo anno,
     	Duryodhana onorandoci, vero diverrà tutto questo.”

  37 	 Vaiśaṁpāyana disse:
     	così avendo parlato il pṛthāde, lo splendido figlio di Mādrī,
     	alzato il lungo braccio, Sahadeva il glorioso,

  38 	desideroso di compiere la morte del figlio di Subala disse queste parole,
     	con gli occhi rossi per l'ira, sibilando come un serpente,

  39 	“o stolto, vergogna dei gāndhāra, quelli che tu pensi dadi, 
     	non sono dadi, ma appuntite freccie da cui sarai ricoperto in battaglia,

  40 	e quanto affermò Bhīma mostrando a te e ai tuoi parenti,
     	io compirò, compi dunque tutte le azioni che devi fare,

  41 	io ti ucciderò rapidamente in battaglia avvicinandoti coi tuoi relativi,
     	se mi affronterai in battaglia secondo il dharma degli kṣatriya.”

  42 	udite le parole di Sahadeva, anche Nakula o signore di popoli,
     	il più bello di tutti gli uomini, queste parole disse:

  43 	alla figlia di Yajñasena in questa partita, le rudi parole
     	che hanno pronunciate i figli di Dhṛtarāṣṭra fermi nel compiacere Duryodhana

  44 	a questi male agenti figli di Dhṛtarāṣṭra che spinti dal fato desiderano la morte,
     	io mostrerò la principale dimora di Yama,

  45 	per ordine del dharmarāja seguendo la guida di Draupadī,
     	io rapidamente farò la terra priva dei figli di Dhṛtarāṣṭra.” 

  46 	così tutti quelle tigri fra gli uomini dalle larghe braccia,
     	le varie promesse avendo fatto si avvicinarono a Dhṛtarāṣṭra.
     


                              LXIX


   1 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“io prendo congedo dai bhārata, e dall'anziano avo pure, 
     	e dal re Somadatta e dal grande re Bāhlika,

   2 	da Droṇa e da Kṛpa e dagli altri sovrani, e pure da Aśvatthāman,
     	da Vidura e da Dhṛtarāṣṭra e da tutti i suoi figli,

   3 	e da Yuyutsu e da Saṁjaya a dagli altri presenti all'assemblea,
     	tutti avendo salutato io vado e di nuovo io vi vedrò ritornando.”

   4 	 Vaiśaṁpāyana disse:
     	nulla allora risposero i buoni per la vergogna, a Yudhiṣṭhira,
     	ma col le menti un buona fortuna pensarono essi per quel saggio.

   5 	Vidura disse:
     	" la nobile Pṛthā figlia di re non merita di andare nella foresta, 
     	delicata e anziana e sempre abituata ai conforti,

   6 	qui abiterà la nobile, onorata nella mia casa,
     	così acconsentite tutti o pṛthādi che non venga con voi,

   7 	Yudhiṣṭhira concedi questo a me o toro dei bhārata, 
     	qualcuno che non fu vinto non triboli per la sconfitta altrui,

   8 	tu conosci il dharma, e la guerra conosce il Conquista-ricchezze,
     	uccisore di nemici è Bhīmasena, e procuratore di benessere Nakula,

   9 	autocontrollato Sahadeva, e Dhaumya è il migliore dei sapienti del brahman, 
     	competente nel dharma e nell'artha è Draupadī che agisce nel dharma, 

  10 	tutti siete l'un l'altro cari e con care parole,
     	felici se non separati dagli altri, chi di voi non desidera questo?

  11 	ogni fortuna dunque a te è unita o bhārata,
     	non questa può conquistare il nemico anche fosse uguale a Śakra o incrollabile,

  12 	sull'himavat tu fosti istruito un tempo da Merusāvarṇin,
     	e nella città di vāraṇāvata da Kṛṣṇa il dvaipāyana,

  13 	sul monte bhṛgutuṅga da Rāma, sul fiume dṛṣadvatī da Śaṁbhu,
     	e ascoltasti vicino al fuoco di Asita quel grande ṛṣi,

  14 	e uno che guarda sempre a Nārada è il tuo purohita Dhaumya,
     	non gettar via nella sventura la saggezza offerta dai ṛṣi,

  15 	tu per saggezza superi Purūravas il figlio di Ila o pāṇḍava,
     	per potenza vinci gli altri re, e i ṛṣi per obbidienza al dharma, 

  16 	saldo stai nella vittoria che è di Indra, e nel trattenere l'ira che è di Yama, 
     	nel donare che è di Kubera e nel controllo che è di Varuṇa,

  17 	nel donar sé stessi la gentilezza e la sussistenza dall'acqua,
     	dalla terra la calma, e lo spendore intero, dal cerchio de sole,

  18 	la forza dal vento trova e dagli spiriti la figliolanza,
     	salute sia a voi e felicemente vi vedrò ritornati,

  19 	nelle sventure dell'artha e del dharma o in tutte le azioni ancora, 
     	giustamente procedete in ciascun tempo o Yudhiṣṭhira,

  20 	benvenuto sei qui o kuntīde e buona fortuna acquista o bhārata,
     	con pieno successo e pieno di fortuna ti vedremo di nuovo tornato.”

  21 	vaśaṁpāyana disse:
     	così apostrofato, così sia dicendo il pāṇḍava dal sincero valore,
     	Bhīṣma e Droṇa avendo salutato cerimoniosamnete, partiva Yudhiṣṭhira.
     


                              LXX


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	alla partenza, Kṛṣṇā raggiunta la gloriosa Pṛthā, 
     	la salutava piena di fiero dolore, e pure le altre donne che erano là,

   2 	e secondo il merito onoratole, abbracciandole si apprestava a partire,
     	allora un grande frastuono nasceva nel gineceo dei pāṇḍava,

   3 	e Kuntī molto addolorata vedendo Draupadī partire,
     	con voce rotta dalla sofferenza per il dolore disse queste parole:

   4 	“o figlia, la sofferenza non ti colga in questa grande sventura,
     	tu conosci il dharma femminile e pratichi la buona condotta,

   5 	io non devo istruirti riguardo ai mariti o radioso sorriso,
     	le tue due famiglie sono adornate dai segni delle qualità di donna integerrima,

   6 	fortunati i kuru che non sono bruciati da te o immacolata,
     	cammina sullo sventurato sentiero nutrita dalla mia meditazione,

   7 	o geltildonna, lo sconforto non vince di fronte alle donne virtuose,
     	e protetta dal dharma dei maestri, il meglio presto otterrai,

   8 	e mio figlio Sahadeva sempre guarderà a te abitando nella foresta,
     	e per quanto avuta questa sventura non si perderà la sua grande mente.”

   9 	“così sia!” dicendo la regina con gli occhi che piangevano fiumi di lacrime,
     	vestendo un solo abito macchiato di sangue coi capelli sciolti partiva,

  10 	Pṛthā seguiva lei che procedeva lamentandosi per il dolore,
     	quindi vide tutti i figli senza i loro ornati abiti, 

  11 	coi corpi coperti di pelli di ruru per una certa vergogna, con la testa bassa,
     	circondati dai nemici gioiosi e compatiti dagli amici,

  12 	avvicinatasi amorevole a tutti i figli che così stavano,
     	i propri figli chiamava e per il dolore con ciascuno molto si lamentava:

  13 	“come fu che, voi ornati di ferma condotta nell'agire nel proprio dharma,
     	voi non vili, di ferma fede e sempre intenti ai sacrifici per gli dèi,

  14 	questa sciagura vi raggiunse? cos'è questa fato contrario?
     	e nato dalla gelosia di chi? un'offesa io vedo in voi col pensiero,

  15 	può essere una mia colpa questa che io desiderai di generarvi
     	e voi soffrite questo dolore pur essendo dotati di tutte le qualità,

  16 	come vivrete senza ricchezza nelle impenetrabili foreste?
     	voi impareggiabili per splendore, forza, valore, coraggio, e impegno, da poveri?

  17 	se io avessi saputo che voi con certezza sareste vissuti nella foresta, 
     	alla morte di Pāṇḍu non darei andata dal monte śataśṛṅga alla città degli elefanti,

  18 	ricco io penso vostro padre e pure dotato di tapas e sacrifici,
     	il quale non avendo figli aveva desiderio di andare in cielo,

  19 	fortunata a conoscere l'anima del mondo avendo raggiunto questa meta,
     	io penso ora la nobile Mādrī sapiente del dharma, 

  20 	dalla cui mente e affetto dal suo luogo io sono circondata,
     	vergogna a me tribolata dal mio desiderio di vivere.”

  21 	consolando Kuntī che così si lamentava, e inchinatisi a lei, 
     	i pāṇḍava abbandonata la tristezza per la foresta partirono,

  22 	e a cominciare da Vidura essendo stata calmata la dolente Kuntī con vari mezzi,
     	lentamente entrava lei, molto addolorata nella casa dello kṣattṛ,

  23 	e il re Dhṛtarāṣṭra con la mente confusa dal dolore,
     	mandava a chiamare lo kṣattṛ che veloce venisse,

  24 	quindi veniva Vidura alla dimora di Dhṛtarāṣṭra,
     	e il sovrano Dhṛtarāṣṭra agitato lo consultava.
     


                              LXXI


   1 	Dhṛtarāṣṭra disse:
     	“ in quale modo procedeva il kuntīde, il dharmarāja Yudhiṣṭhira? 
     	e Bhīmasena e l'ambidestro e entrambi i figli di Mādrī?

   2 	e come era Dhaumya o kṣattṛ? o la misera Draupadī?
     	io desidero sapere tutti i movimenti delle loro membra.”

   3 	Vidura disse:
     	“con un cencio il viso nascosto era il figlio di Kuntī Yudhiṣṭhira, 
     	con le braccia estese andava il pāṇḍava Bhīma,

   4 	seminando granelli di sabbia, l'ambidestro seguiva il re,
     	il figlio di Mādrī Sahadeva andava avendo imbrattata la faccia, 

   5 	e con tutte le membra sporcate di fango e la mente agitata Nakula,
     	il più bello a vedersi al mondo seguiva il re,

   6 	 Kṛṣṇā dai larghi occhi nascondendo il viso coi capelli,
     	la bellissima lamentandosi seguiva il re,

   7 	Dhaumya gli inni inerenti a Yama e a Rudra o signore di popoli,
     	cantando procedeva sulla via portanto in mano dell'erba kuśa.”

   8 	 Dhṛtarāṣṭra  disse:
     	“ varie pose assumendo andavano i pāṇḍava,
     	questo a me rivela o Vidura, perchè così essi procedono?”

   9 	Vidura disse:
     	“ ingiuriato dai tuoi figli privo del regno e delle ricchezze,
     	non si muove dal dharma la mente del saggio dharmarāja,

  10 	il re che sempre è stato tenero verso i figli di Dhṛtarāṣṭra o bhārata,
     	per l'ingiuria pieno di ira non mostra gli occhi,

  11 	'io non voglio bruciare le gente guardandola con terribile occhio.'
     	perciò coprendosi il viso procede il re,

  12 	e come Bhīma procede quanto ti dico ascolta, 
     	'nella forza delle braccia non vi è uno uguale a me!' così o toro dei bhārata, 

  13 	avendo lui esteso le braccia, pure Bhīma procede, 
     	le braccia mostrando orgoglioso della forza delle sue braccia,
     	desiderando agire sui nemici conformemente alla natura delle braccia,

  14 	indicando le volanti frecce il figlio di Kuntī, Arjuna allora, 
     	spargendo sabbie l'ambidestro il re segue,

  15 	come sono incessanti i suoi granelli di sabbia esattamente o bhārata,
     	così incessantemente scaglierà piogge di frecce sui nemici,

  16 	nessuno riconosca la mia faccia oggi o bhārata,
     	il viso avendo egli impiastricciato pure procede Sahadeva,

  17 	'non voglio catturare la mente delle donne sulla strada' così o potente
     	con tutte le membra imbrattate di fango procede Nakula

  18 	con una sola veste macchiata di sangue, col viso e i capelli impolverati,
     	con gli occhi rossi e la veste umida Draupadī il discorso disse:

  19 	'al modo in cui io fui trattata da quelli, nel quattordicesimo anno,
     	coi mariti uccisi, morti i figli, morti i cari e i parenti

  20 	con le membra dei parenti imbrattate di sangue viso e capelli impolverati,
     	in questo modo le donne fatti i riti funebri entreranno nella città degli elefanti.'

  21 	e messo verso sudest le erbe il saggio Dhaumya il purohita,
     	inni cantando relativi a Yama davanti procede o bhārata,

  22 	essendo morti in battaglia i bhārata allora i guru dei kuru, 
     	così canteranno gli inni, così significando procede pure Dhaumya.

  23 	'oh! oh! e ne vanno i nostri sovrani guardate un simile cosa.'
     	così i cittadini pieni di dolore gridavano ovunque,

  24 	così coi segni del corpo, l'intenzione che avevano in mente
     	mostrando i saggi kuntīdi entravano nella foresta.

  25 	così partendo i migliori degli uomini dalla città degli elefanti,
     	 vi erano folgori senza nuvole e la terra tremava,

  26 	Rāhu ingoiò il sole in un giorno di non congiunzione o signore di popoli,
     	e pure meteore tenendosi a destra della città cadevano,

  27 	gridarono le belve, gli uccelli, gli sciacalli e gli avvoltoi,
     	ai funerali, nei templi, e nei recinti delle torri di guardia,

  28 	tali erano i grandi portenti mentre il pāṇḍava andava alla foresta,
     	per la morte dei bhārata o re, per il tuo cattivo consiglio."

  29 	e Nārada stando davanti ai kuru im mezzo all'assemblea,
     	dai grandi ṛṣi circondato, questo fiero discorso disse:

  30 	" da questo, nel quattordicesimo anno i kuru saranno distrutti
     	per l'offesa di Duryodhana e dalla forza di Bhīma e Arjuna."

  31 	così avendo parlato in cielo veloce salendo scompariva,
     	il migliore dei divini ṛṣi adornato della massima grazia brahmanica,

  32 	allora Duryodhana, Karṇa, e pure Śakuni il figlio di Subala,
     	pensarono a Droṇa come rifugio e a lui offrirono il regno,

  33 	quindi allora disse Droṇa allo sdegnoso Duryodhana,
     	e a Duḥśāsana, a Karṇa, e a tutti i bhārata:

  34 	“invulnerabili i ri-nati dicono che sono i pāṇḍava figli di dèi,
     	io per la mia forza sono impegnanto a quelli che son venuti in protezione,

  35 	son venuti con la fede di tutta l'anima i figli di Dhārtarāṣṭra assieme ai re,
     	io non posso abbandonarli, in quanto suprema è la radice del destino,

  36 	secondo il dharma i figli di pāṇḍu si recano sconfitti nella foresta,
     	ed essi nella foresta abiteranno dodici anni o kaurava, 

  37 	praticando la castità e tornati in preda all'ira e all'impazienza,	
     	ostilità riporteranno i pāṇḍava per il mio dolore,

  38 	da me fu privato del regno Drupada per una disputa di amici,
     	con ira sacrificava per aver figliolanza per la mia morte o bhārata,

  39 	per il potere di Yāja e di Upayāja, ottenne egli dal fuoco il figlio
     	Dhṛṣṭadyumna e dal centro delle vedī Draupadī dalla vita snella,

  40 	del colore della fiamma, dono degli dèi armato di arco frecce ed armatura,
     	per esser la mia morte, perciò in me penetrava il timore,

  41 	unito dunque alla loro parte il toro tra gli uomini discendente di Pṛṣata,
     	io perderò velocemente la vita perciò se combatterò con lui da nemico,

  42 	ho udito che lui è per la mia morte, e pure al mondo è molto conosciuto,
     	dunque per il tuo agire, questo evento temporale è stato raggiunto,

  43 	veloci fate il meglio per voi, non in modo completo fu fatto,
     	questo è un felice momento anche in inverno la palma fa ombra,

  44 	e con grandi riti sacrificate, consumate i beni e donate,
     	al quattordicesimo anno otterrete la grande distruzione,

  45 	o Duryodhana questo sappi e ottieni quanto hai voluto,
     	oppure la pace coi pāṇḍava prepara se lo credi.”

  46 	 Vaiśaṁpāyana disse:
     	il discorso di Droṇa udito Dhṛtarāṣṭra disse questo:
     	“bene ha parlato il guru o kṣattṛ, fai ritornare i pāṇḍava,

  47 	se non ritornano siano onorati i pāṇḍava,
     	e con le loro armi carri e fanti e godendo dei beni siano questi figli.” 
     


                              LXXII


   1 	 Vaiśaṁpāyana disse:
     	esiliati nella foresta i pṛthādi, sconfitti nella partita ai dadi,
     	allora o grande re, un pensiero entrava in Dhṛtarāṣṭra,

   2 	e a Dhṛtarāṣṭra, signore di genti, che sedeva pensando, 
     	sospirando per vari motivi così invero disse Saṁjaya:

   3 	“ avendo ottenuta la terra piena di ricchezze, o signore della terra,
     	ed esiliati i pāṇḍava dal regno o re, perchè ti addolori?”

   4 	 Dhṛtarāṣṭra disse:
     	“perchè non dovrei dolermi di coloro con cui vi sarà l'inimicizia,
     	coi pāṇḍava grandi sul carro, feroci in battaglia e coi loro alleati?"

   5 	 Saṁjaya disse:
     	“per tua colpa o re, una grande inimicizia vi sarà,
     	e la distruzione di tutto il mondo come risultato, vi sarà,

   6 	ma pur trattenuto da Bhīṣma, da Droṇa e da Vidura,
     	l'amata moglie dei pāṇḍava Draupadī che sempre agisce nel dharma,

   7 	tuo figlio Duryodhana di trascinarla qui ordinava,
     	senza pudore e gioioso, al suo messaggero figlio del sūta.”

   8 	 Dhṛtarāṣṭra disse:
     	“all'uomo a cui gli dèi vogliono dare la distruzione
     	a costui tolgono l'intellello e lui vede le cose al contrario,

   9 	con la ragione divenuta falsa, stando vicino alla distruzione,
     	la cattiva condotta appare buona e dal cuore non si distacca,

  10 	le cose dannose hanno l'aspetto di utili, e le utili dannose
     	risultano, e distruggono l'uomo e di lui si compiacciono,

  11 	il Tempo alzando il bastone non taglia la testa di nessuno,
     	la forza del tempo è tale da mostrare il contrario dell'utile,

  12 	avendo compiuto questo terribile tumulto da far rizzare i capelli,
     	quelli che trascinarono la misera pāñcālī in mezzo all'assemblea,

  13 	non nata da donna, bellissima, di nobile stirpe nata, splendida,
     	chi dunque essendo superiore a questa splendida sapiente di ogni dharma 

  14 	può trascinarla in mezzo all'assemblea se non l'imbroglione ai dadi?
     	la donna casta, dalle belle natiche, imbrattata di sangue, 

  15 	con una sola veste la pāñcālī che guardava ai pāṇḍava,
     	privi del proprio, a mente depressa, persa la moglie, persa la fortuna,

  16 	interamente privi di ogni bene desiderabile, diventati schiavi,  
     	legati dai lacci del dharma e come incapaci nel loro valore,

  17 	e a lei Kṛṣṇā irata e furiosa, addolorata nell'assemblea dei kuru,
     	Duryodhana e Karṇa rivolgevano parole pungenti,

  18 	la splendida coi suoi due occhi miserevoli poteva bruciarli,
     	quale rimarrebbe dei miei figli ora o Saṁjaya?

  19 	tutte le donne dei bhārata riunite insieme a Gāndhārī,
     	gridavano orribilmente là, avendo visto Kṛṣṇā portata all'assemblea,

  20 	e alla sera ovunque non compirono gli agnihotra,
     	offesi erano i brahmani dal trascinamento di Draupadī,

  21 	vi era un tremendo frastuono e un grande terremoto sorse,
     	e tremende meteore cadevano e Rāhu ingoiava il sole
     	senza congiunzione, una grande terribile paura sorgendo alle creature, 

  22 	e quindi sulle coperture dei carri apparve il fuoco,
     	e le bandiere furono divelte in questa calamità dei bhārata, 

  23 	all'agnihotra di Duryodhana gli sciacalli gridarono terribilmente,
     	e le asine risposero in ogni direzione,

  24 	si alzava allora Bhīṣma assieme a Droṇa o Saṁjaya,
     	e Kṛpa, e Somadatta, e Bāhlīka grande sul carro,

  25 	allora io là parlai incitato da Vidura:
     	'io darò un dono a Kṛṣṇā quale ella desideri.'

  26 	sceglieva allora la pāñcālī i pāṇḍava dall'infinito splendore,
     	coi loro carri ed anche gli archi, e io acconsentivo,

  27 	quindi parlò il grande saggio Vidura sapiente di ogni dharma: 
     	' giunti alla fine voi siete o bhārata, che Kṛṣṇā è venuta all'assemblea,

  28 	ella, la figlia del re dei pāñcāla è l'incomparabile Śrī, 
     	e la  pāñcālī ha sposato questi pāṇḍava mossa dal fato,

  29 	l'ingiustizia fatta a lei, i pṛthādi furiosi non perdoneranno, 
     	e neppure i vṛṣṇi grandi arcieri, o i pāñcāla dal grande valore,

  30 	protetta è ella da Vāsudeva dalle sincere parole,
     	verrà il Bībhatsu circondato dai pāñcāla,

  31 	in mezzo a loro il grande guerriero Bhīmasena dall'enorme forza,
     	verrà agitando la mazza, come il Distruttore il suo bastone,

  32 	quando il frastuono del gāṇḍīva del sagace pṛthāde sarà udito,
     	e la violenza della mazza di Bhīma, non potranno sostenerli i sovrani di uomini,

  33 	dunque io preferisco la perenne alleanza coi pṛthādi,
     	io penso sempre i pāṇḍava come i più potenti dei kuru,

  34 	e il fortissimo re Jarāsaṁdha dal grande splendore,
     	dalla stretta delle braccia di Bhīma fu ucciso in duello,

  35 	da parte tua dunque vi sia pace coi pāṇḍava o toro dei bhārata, 
     	l'unione delle due parti sia fatta senza alcuna incertezza.'

  36 	cosi o figlio di Gavalgaṇa lo kṣattṛ quel discorso pieno di giustizia e utilità,
     	pronunciava e non fu accolto da me per amore del figlio.”