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39. Ghoṣayātrā

( Il viaggio ai ricoveri delle mandrie. III, 225-243)


                              CCXXV


   1 	Janamejaya disse:
     	“così vivendo nella selva gli ottimi uomini, esposti i corpi a freddo e caldo, a vento e sole,
     	stando al lago e alla pura selva, da allora in poi che fecero i pṛthādi?”

   2 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	stando al lago i figli di Pāṇḍu licenziando le gente per gentilezza verso di loro,
     	nelle piacevoli foreste e sui monti e nelle zone fluviali vissero allora,

   3 	così quegli eroi risiedendo nella foresta, dei ricchi in tapas e negli studi, 
     	sapienti dei veda e antichi li avvicinarono, e quei grandi uomini loro onoravano,

   4 	allora un giorno un savio esperto di storie, avvicinava sulla terra i kaurava,
     	egli avendoli raggiunti spontaneamente si recava poi dal sovrano figlio di Vicitravīrya,

   5 	allora lui giunto essendo ben accolto dal vecchio re, primo dei kuru,
     	essendone invitato raccontava dei nati da Dharma, dal vento e da Indra e dei gemelli,

   6 	e di come erano magri esposti al vento e al sole, e oppressi in viso da grande dolore,
     	e pure di Kṛṣṇā che pur avendo marito era come vedova, piena dei segni della fatica,

   7 	allora il re figlio di Vicitravīrya, finita la sua storia, oppresso dalla pena,
     	avendo udito che nella selva i principi figli di Pāṇḍu erano caduti in un fiume di dolore,

   8 	diceva con l'anima oppressa dal dolore, e con lacrime e sospiri per i pṛthādi
     	qualche parola, e ripresosi pensando che tutto era avvenuto a causa sua:

   9 	“ come dunque quel sincero, puro e nobile, il migliore dei miei figli, il dharmarāja,
     	il senza-nemici, sulla nuda faccia della terra giace, lui che giaceva su preziose pellicce,

  10 	era svegliato da molti bardi e cantori, sempre con elogi, lui simile ad Indra,
     	da moltitudini di uccelli dopo la notte è svegliato mentre giace sulla nuda terra,

  11 	come Ventre-di-lupo, il corpo oppresso dal vento e dal sole, le membra piene di umori,
     	giacerà sulla terra, non abituato, alla presenza di Kṛṣṇā stando sulla nuda terra?

  12 	e Arjuna, delicato saggio, sotto il comando stando del re figlio di Dharma,
     	agitato in tutte le membra, certamente non dorme di notte per la furia,

  13 	e vedendo i gemelli e Kṛṣṇā, e Yudhiṣṭhira, e Bhīma, privi di felicità,
     	soffiando come potente serpente, certamente non dormirà la notte per la furia,

  14 	e pure i gemelli infelici non meritandolo, dalle forme perfette come immortali nel cielo,
     	stando svegli certamente, agitati, saranno impegnati nel dharma e nella verità,

  15 	il fortissimo figlio del vento, per forza simile al padre vento,
     	frenando la sua grande forza certo legato al dharma, soffiando sopporterà l'ira, 

  16 	e pure agitandosi sulla terra, desiderando la morte dei miei figli,
     	ma nella verità e nel dharma agendo, non ne vedrà l'ora, quel superiore a tutti in battaglia,

  17 	sconfitto il senza-nemici con la frode, Duḥśāsana che disse quelle male parole,
     	le quali entrate nelle membra di Ventre-di-lupo, bruciano come erbe da un fuoco nascosto,

  18 	di fare il male non penserà il figlio di Dharma, e il Conquista-ricchezze lo seguirà,
     	ma da quel risiedere nella foresta crescerà la furia di Bhīma come il fuoco dal vento,

  19 	quel valoroso tormentato dalla sua furia, colpendo azione con azione,
     	soffierà feroce, grandemente acre, come per bruciare i miei figli e nipoti,

  20 	l'armato del gāṇḍīva e Ventre-di-lupo, infiammati, come il fato alla fine dei tempi,
     	non risparmieranno in battaglia l'esercito nemico, lanciando frecce, splendenti come folgori,

  21 	Duryodhana, Śakuni, e il figlio del sūta, e pure Duḥśāsana, sciocchissimi,
     	con il dolce davanti agli occhi, non vedono arrivare Ventre-di-lupo e il Conquista-ricchezze,

  22 	il bene e il male avendo fatto l'uomo, il frutto di questo ne vede l'autore,
     	egli a questo frutto si congiunge senza volerlo, come può liberarsi l'uomo da ciò?

  23 	se il campo è ben arato, il seme seminato, e il dio fa piovere nella giusta stagione,
     	ci può non essere il frutto, come dunque il successo altrimenti che per il fato? così penso,

  24 	poiché fu fatta la partita dal pāṇḍava non bene esperto dei dadi, e dal buon agire,
     	e poiché io fui obbediente al malo figlio, questa sarà la distruzione dei kuru,

  25 	certo senza spinta soffierà pure il vento, certo, chi è gravida partorirà,
     	certo, cominciando il giorno finisce la notte e la notte inizia alla fine del giorno,

  26 	per quanto non si faccia e altri facciano, gli uomini non darebbero in alcun modo guadagno, 
     	e il tempo dedicato al possesso, sarebbe vano, per quanto sia e in che modo sia,

  27 	perchè non sia lacerato, e non sia perduto e non disperso così si deve custodire 
     	non custodito cento volte si disperderebbe, certo non vi è fine all'agire nel mondo,

  28 	dalla foresta è pure stato nel mondo di Śakra il Conquista-ricchezze, guardate il suo valore,
     	e acquisite armi divine di quattro tipi, di nuovo è tornato in questo mondo,

  29 	e andato in paradiso col corpo, quale uomo di nuovo vorrebbe tornare?
     	altrimenti che per vedere i molti kuru vicini alla morte spinti dal fato?

  30 	e Arjuna è l'arciere ambidestro, e l'arco è il gāṇḍiva che può distruggere il mondo,
     	e le sue armi sono divine, chi puo vincere la forza di queste tre cose?”

  31 	e terminato il discorso del sovrano, Duryodhana in segreto e il figlio di Subala,
     	informarono di tutto Karṇa avvicinandolo, ed egli pure non ne fu contento lo sciocco.
     	


                              CCXXVI


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	finito il discorso di Dhṛtarāṣṭra, assieme al figlio di Subala,
     	Karṇa queste parole diceva a Duryodhana:

   2 	“ esiliati i valorosi pāṇḍava, con tuo valore o bhārata,
     	godi di questa terra da solo, come Indra uccisore di Śambara del cielo,

   3 	i popoli orientali e meridionali e gli abitanti dell'ovest e del nord,
     	tutti questi re sono di te tributari o sovrano di uomini,

   4 	e quella splendida ricchezza che prima apparteneva ai pāṇḍava
     	ora questa prosperità o re, da te fu ottenuta assieme ai fratelli,

   5 	quando stava Yudhiṣṭhira in indraprastha, per quella splendida
     	ricchezza che noi vedemmo, non a lungo fummo addolorati, 

   6 	questa con la forza dell'intelletto, al re Yudhiṣṭhira,
     	da te fu presa, o grandi braccia, appare ora questo splendore,

   7 	e i re o Indra dei re, o uccisore di nemici, ai tuoi
     	ordini tutti attendono, dicendo: 'cosa vuoi che facciamo?'

   8 	tu ora possiedi la terra intera o re, circondata dai mari,
     	divina, con monti e foreste, con villaggi, città e miniere,
     	piena di vari luoghi forestali, adornata da città, 

   9 	celebrato dai ri-nati sei o re, e onorato dai re,
     	tra gli uomini risplendi come il sole in cielo tra gli dèi,

  10 	come il re Yama dai rudra, come il Vāsava dai marut,
     	dai kuru attorniato o re, tu splendi come il re delle stelle,

  11 	quelli che non seguono i tuoi ordini, e che non ti temono,
     	i pāṇḍava, noi vediamo privi di ricchezze abitare la foresta,

  12 	si seppe o grande re, che verso il lago dvaitavana,
     	abitano i pāṇḍava assieme ai brahmani risiedenti nelle selve,

  13 	là recati o grande re, unito a suprema ricchezza,
     	colpendo i figli di pāṇḍu, col tuo splendore come se fossi il sole,

  14 	tu nel regno, loro espulsi dal regno, tu pieno di ricchezza, loro privi,
     	tu pieno di successo, loro senza, così guarda i figli di Pāṇḍu o sovrano,

  15 	te di nobile discendenza, stando in una grande felicità,
     	che ti scorgano i pāṇḍava come il tuo parente Yayāti,

  16 	la prosperità che gli amici e i nemici, o signore di popoli,
     	vedono splendente nell'uomo, questa diventi utile,

  17 	chi in floridezza, miseri i nemici vede,
     	come uno su un monte quelli a terra, quale felicità può essere superiore?

  18 	non avendo né figli né ricchezza, non ottenendo un regno,
     	quale gioia o tigre dei sovrani, così è il vedere i nemici uccisi,

  19 	quale superiore felicità non avrebbe chi il Conquista-ricchezze
     	veda vestito di pelli e corteccia mentre lui è prospero?

  20 	e tua moglie ben vestita, che veda indossante cortecce e pelli,
     	Kṛṣṇā infelice, e ancora ella si disperi,
     	che rimproveri allora sé stessa e la vita privata di ricchezze, 

  21 	non merita questo di essere come nella sua depressione nel padiglione,
     	vedendo lei tua moglie adornata?”

  22 	così avendo parlato Karṇa al re assieme a Śakuni,
     	silenziosi divennero entrambi, alla fine del discorso, o Janamejaya.
     


                              CCXXVII


   1 	 Vaiśaṁpāyana disse:
     	udite le parole di Karṇa il re Duryodhana allora
     	gioioso divenuto, di nuovo triste queste parole diceva:

   2 	“ tutto quello che tu dici o Karṇa io ho fisso nella mia mente,
     	non darò il mio assenso ad andare dove sono i pāṇḍava,

   3 	il sovrano Dhṛtarāṣṭra piange per quei valorosi,
     	egli ritiene i pāṇḍava superiori e pure per la pratica del tapas,

   4 	oppure potrebbe sapere il sovrano la nostra intenzione,
     	così nascondendo la nostra intenzione lui non deve conoscerla,

   5 	null'altra occasione si trova che al lago dvaitavana,
     	di uccidere i miei odiati nemici che stanno nella foresta,

   6 	tu sai come lo kṣattṛ era presente alla partita a dadi,
     	e quali parole che disse a me, a te e al figlio di Subala allora,

   7 	a quelle passate parole e a quanto altro si possa lamentare,
     	pensando, io non mi decido ad andare oppure no,

   8 	io avrei una grande gioia se io Bhīma ed Arjuna 
     	vedessi afflitti nella foresta, assieme a Kṛṣṇā,

   9 	non ottenni una tale gioia pure guadagnando la terra,
     	come quella di vedere i figli di Pāṇḍu vestiti di pelli e corteccia,

  10 	quale dunque sarebbe maggiore a questo che io la figlia di Drupada,
     	Draupadī o Karṇa, vedessi nella foresta, vestita da vedova?

  11 	se il dharmarāja e Bhīmasena e il pāṇḍava me 
     	vedessero pieno di suprema ricchezza, come la vita sarebbe per me,

  12 	ma io non vedo un mezzo per cui possiamo andare alla foresta,
     	poiché il sovrano scoprirebbe che io sono andato.”

  13 	egli allora con il figlio di Subala e con Duḥśāsana:
     	“ cerca un mezzo astuto con cui noi possiamo andare nella foresta,

  14 	io pure ora decidendo se andare o no
     	al tramonto mi recherò alla presenza del sovrano,

  15 	e quando io sarò seduto colà e pure Bhīṣma il migliore dei kuru,
     	il pretesto che sia trovato a lui riferisci assieme al Saubala,

  16 	allora informato Bhīṣma e il re del nostro viaggio,
     	io prenderò la mia decisione col permesso dell'avo.”

  17 	“così sia!” dicendo tutti loro andarono verso il palazzo, 
     	alla sera al tramonto del sole, Karṇa avvicinava il re,

  18 	quindi a Duryodhana Karṇa sorridendo questo diceva:
     	“ il mezzo stabilito sappi o signore di genti,

  19 	tutte le mandrie sono a dvaitavana te aspettando o signore di uomini,
     	col pretesto di andare alle mandrie partiremo certamente,

  20 	è usuale sempre andare dove sono le mandrie o signore di popoli,
     	così il padre te lo dovrà permettere o re.”

  21 	così parlando i due della decisione di andare a vedere le mandrie
     	il re dei gāndhāra Śakuni, rispondeva loro quasi ridendo,

  22 	“ questo pretesto per andare a me pare efficace,
     	ci darà il permesso il re, e pure ci inciterà,

  23 	le mandrie tutte ti aspettano a dvaitavana, o sovrano di uomini,
     	col pretesto di andare alle mandrie noi partiremo senza dubbio.”

  24 	quindi ridendo tutti l'un l'altro si diedero la mano,
     	questo dunque deliberato, andarono a trovare il migliore dei kuru.
     


                              CCXXVIII*


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	quindi tutti andarono a visitare Dhṛtarāṣṭra o Janamejaya,
     	e chiesta della salute del re, e pure dal re chiesta o bhārata,

   2 	allora un mandriano di nome Samaṅga da loro prima istruito,
     	che le vacche erano nelle vicinanze informava Dhṛtarāṣṭra,

   3 	e di seguito il figlio di Rādhā e Śakuni o signore di popoli,
     	parlarono al migliore dei re, al signore di genti Dhṛtarāṣṭra:

   4 	“ in piacevoli luoghi al momento sono le mandrie o kaurava,
     	è giunta la stagione del conteggio e del marchio dei vitelli,

   5 	e a deliziarsi nella caccia in questo tempo a tuo figlio
     	Duryodhana tu devi permettere di andare.”

   6 	 Dhṛtarāṣṭra disse:
     	“per godere della caccia o figlio, e a vedere le vacche 
     	vai a rilassarti, ma non devi andare dai mandriani, o caro,

   7 	però abbiamo udito che là vicino vi sono quelle tigri fra gli uomini,
     	quindi non vi do il permesso di andare là anche voi,

   8 	sconfitti con la frode, e sofferenti nella grande foresta,
     	e pur sempre nel tapas, o figlio di Rādhā, essi sono fortissimi guerrieri,	

   9 	il dharmarāja non cadrebbe nell'ira, ma Bhīmasena non ha tolleranza,
     	e pure la figlia di Yajñasena è pura energia,

  10 	e pure voi potreste offenderli pieni di orgoglio e follia,
     	quindi si incendierebbero essi, intenti come sono nel tapas,

  11 	oppure armati quei valorosi, sommersi dalla furia,
     	insieme mostrandosi crudeli vi brucerebbero, con la forza delle armi,

  12 	e se voi per il numero maggiore, li catturiate in qualche modo,
     	un suprema bassezza questa sarebbe, e impossibile io la credo,

  13 	avendo abitato nel mondo di Indra il grandi-braccia, il Conquista-ricchezze,
     	armi divine ottenute, quindi tornava nella foresta,

  14 	senza queste armi Bībhatsu un tempo conquistò la terra,
     	come egli ora con queste armi, non possa quel grande guerrieri uccidervi?

  15 	o se udito il mio ordine, là cauti andrete,
     	un soggiorno agitato per troppa confidenza e là dolore vi sarà,

  16 	o se qualche soldato, ferita arrecasse a Yudhiṣṭhira, 
     	una mal consigliata azione sarebbe e una colpa vi cadrebbe addosso,

  17 	perciò vadano gli uomini addetti alla conta,
     	non mi piace che tu in persona ci vada o bhārata.”

  18 	Śakuni disse:
     	“ il primogenito dei pāṇḍava, sapiente del dharma, promise in assemblea,
     	che lui per dodici anni avrebbe abitato là o bhārata,

  19 	e tutti i pāṇḍava lo seguirono, fedeli al dharma,
     	e Yudhiṣṭhira il figlio di Kuntī non si irriterà per noi,

  20 	il desiderio di andare a caccia, violentemente ci ha preso,
     	e desideriamo fare la conta, non visitare i pāṇḍava,

  21 	né alcuna impresa ignobile là vi sarà,
     	né noi vogliamo andare là dove è il loro rifugio.”

  22 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	così apostrofato da Śakuni, Dhṛtarāṣṭra signore di genti,
     	dava il permesso a Duryodhana col suo seguito, malvolentieri,

  23 	e avuto il permesso, il figlio di Gāndhārī assieme a Karṇa allora,
     	partiva o migliore dei bhārata circondato da grandi forze,

  24 	e con Duḥśāsana, e col figlio di Subala, e con la regina,
     	unito, e con gli altri fratelli e migliaia di donne,

  25 	quel grandi-braccia, che partiva a visitare il lago dvaitavana,
     	tutti i cittadini seguirono, con le loro mogli a quella foresta,

  26 	otto mila carri, e trentamila elefanti,
     	e molte migliaia di fanti e novemila cavalli, 

  27 	e carri e vettovaglie e cortigiane, e mercanti e bardi,
     	e uomini, esperti di caccia, a centinaia di migliaia,

  28 	quindi partito il re sorgeva un grandissimo rumore,
     	come di pioggia alzata da un grande vento o signore di popoli,

  29 	e risiedeva allora il re Duryodhana a distanza di una gavyūti
     	dal lago dvaitavana, là giunto con tutti i suoi veicoli.
     
     


                              CCXXIX


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	quindi il re Duryodhana qua e là nella foresta risiedendo,
     	si recava vicino alle mandrie, e là ne faceva residenza,

   2 	trovato un piacevole luogo con acque e alberi,
     	pieno di ogni qualità, gli uomini costruirono una residenza,

   3 	e quindi a questa vicine molte separate abitazioni
     	di Karṇa e di Śakuni, e di tutti i fratelli,

   4 	e colà egli andava a vedere le vacche a centinaia e a migliaia,
     	e le faceva tutte marchiare sui fianchi il principe,

   5 	e faceva marchiare i vitelli e esaminava quelli da proteggere,
     	e faceva contare i vitelli da latte e pure le vacche loro madri,

   6 	e quindi finita la conta e fatti marchiare i vitelli di tre anni,
     	circondato e amato dai mandriani, passava il tempo il rampollo dei kuru,

   7 	egli e tutte le genti cittadine, e i soldati a migliaia,
     	secondo piacere giocavano nella foresta come immortali,

   8 	quindi dei mandriani cantanti, esperti nelle danze e nella musica,
     	si recarono dai figli di Dhṛtarāṣṭra e dalle fanciulle ben adornate,

   9 	il re circondato da uno stuolo di donne, felice donava ricchezze,
     	ad essi secondo il merito, e cibi e bevande varie,

  10 	quindi tutti insieme iene, bufali e cervi,
     	gazzelle, orsi e cinghiali, ovunque, cacciavano,

  11 	egli nella grande foresta con le frecce uccidendo e catturando elefanti,
     	in luoghi deliziosi faceva catturare egli degli animali,

  12 	e godendo delle vacche da latte, e altri cibi, o bhārata,
     	e vedendo deliziosissime selve fiorite,

  13 	amate da gioiose api, e piene di pavoni,
     	egli si recava un passo alla volta al santo lago dvaitavana,
     	pieno di suprema prosperità, come il grande Indra armato di folgore,

  14 	per caso in quel giorno Yudhiṣṭhira, il figlio di Dharma,
     	celebrava il rājarṣiyajña proprio in quel momento o signore di popoli,
     	il re migliore dei kuru secondo le regole divine e della foresta,

  15 	fatta la residenza vicino a quel lago il kaurava,
     	assieme a Draupadī moglie leggittima, quel saggio sovrano di uomini,

  16 	allora Duryodhana assieme al seguito ordinava ai servi:
     	“ una piacevole abitazione rapidamente sia fatta.” così egli o bhārata,

  17 	essi: “certamente.” avendo risposto al kaurava, obbedienti,
     	volendo costruire quei luoghi piacevoli andarono al lago dvaitavana,

  18 	giunta l'avanguardia dell'esercito dei dhārtarāṣṭra al lago dvaitavana,
     	per entrare, dei gandharva custodivano l'entrata della foresta,

  19 	là in precedenza il re dei gandharva, o signore di popoli,
     	dalla dimora di Kubera, o re, era giunto attorniato da schiere,

  20 	e con schiere di apsaras, e coi figli dèi trenta dèi,
     	a scopo di passeggiare e per divertirsi aveva chiuso il lago,

  21 	da lui quello avendo visto chiuso gli attendenti del re,
     	ritornarono allora o re, là dove era il sovrano Duryodhana,

  22 	egli udite le parole di costoro, ai soldati orgogliosi di armi,
     	ordinava il kaurava: “cacciateli!”

  23 	del re l'ordine udito i comandandi dell'esercito,
     	raggiunto il lago dvaitavana, ai gandharva dicevano:

  24 	“il re Duryodhana di nome, il forte figlio di Dhṛtarāṣṭra,
     	ha desiderio di qui passeggiare, per questo voi ritiratevi.”

  25 	così apostrofati i gandharva, ridendo o signore di popoli,
     	rispondevano a quegli uomini, queste brusche parole:

  26 	“non capisce il vostro re Suyodhana, col suo scarso intelletto,
     	che a noi ordina in questo modo, come i celesti ai loro soggetti,

  27 	e voi pure siete degli sciocchi desiderosi di morire non vi è dubbio, 
     	che per suo ordine così avete parlato a noi, sciocchi che siete, 

  28 	andate veloci tutti dov'è quel re kaurava,
     	non vogliate oggi andare all'odiosa dimora del re Dharma.”

  29 	così apostrofati dai gandharva i capitani dell'esercito del re,
     	tornavano di corsa dove il re figlio di Dhṛtarāṣṭra stava.
     


                              CCXXX


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	quindi tutti insieme ritornarono da Duryodhana,
     	e riferirono o grande re, quanto avevano detto verso il kaurava,

   2 	essendo impedito l'esercito, dai gandharva, il potente figlio di Dhṛtarāṣṭra
     	pieno di sdegno ai soldati rispondeva o bhārata:

   3 	“ punite questi ignoranti del dharma che mi offendono,
     	pure se stesse divertendosi il Cento-riti assieme a tutti gli dèi.”

   4 	udito l'ordine di Duryodhana, i fortissimi dhārtarāṣṭra,
     	tutti, si armarono, e pure i guerrieri a migliaia,

   5 	quindi assalendo i gandharva con la forza penetrarono nella foresta,
     	da un gradissimo ruggito di leoni, erano piene le dieci direzioni,

   6 	allora furono impediti da altri gandharva i soldati dei kuru,
     	essi proibiti dai gandharva quasi con gentili parole, o signore della terra,
     	senza rispetto dei gandharva entrarono nella grande foresta,

   7 	quando con le parole non si fermarono i dhārtarāṣṭra assieme al re,
     	allora tutti gli alati ne informarono Citrasena,

   8 	il re dei gandharva, diceva contro tutti i kaurava:
     	“quegli ignobili punite!” così Citrasena, oltremodo indignato,

   9 	avutone l'ordine da Citrasena i gandharva o bhārata,
     	tutti afferrate le armi, assalivano i dhārtarāṣṭra,

  10 	vedendo i gandharva, approntate le armi, rapidamente arrivare,
     	tutti fuggirono dalla battaglia, sotto gli occhi del figlio di Dhṛtarāṣṭra,

  11 	vedendo fuggire girando le spalle tutti i figli di Dhṛtarāṣṭra,
     	il valoroso figlio del sole, non girava le spalle,

  12 	ma vedendo accorrere le grandi schiere dei gandharva,
     	il figlio di Rādhā scagliava una grande pioggia di frecce,

  13 	con frecce affilate, senza piume, con frecce bhalla, a dente di vitello, e di ferro,
     	i gandharva colpiva a centinaia rapidamente il figlio del sūta,

  14 	il grande guerriero abbattendo le prime schiere dei gandharva,
     	in breve disperdeva l'intera armata di Citrasena,

  15 	i gandharva colpiti dal saggio figlio del sūta,
     	di nuovo attaccarono a centinaia e a migliaia,

  16 	divenuta piena di gandharva la terra in breve si riempiva 
     	dei soldati di Citrasena che correvano con grande violenza,

  17 	allora Duryodhana il re e Śakuni il figlio di Subala,
     	e Duḥśāsana e Vikarṇa, e gli altri figli di Dhṛtarāṣṭra,
     	attaccarono l'esercito coi carri dal rumore pari a Garuḍa, 

  18 	e di nuovo combattevano avvicinatisi a Karṇa,
     	con grande frastuono di carri e pure di movimento di cavalli,
     	per avvicinarsi al figlio del sole, respingevano i gandharva,

  19 	quindi si scontrarono tutti i gandharva con i kaurava,
     	e allora una tumultuosa battaglia sorgeva, da far rizzare i capelli,

  20 	quindi uccisi furono i gandharva colpiti dalle frecce,
     	e forte urlarono i kaurava, vedendo i gandharva colpiti,

  21 	ma Citrasena soverchiamente indignato, vedendo i gandharva spaventati,
     	furioso, volava dal suo seggio determinato alla loro uccisione,

  22 	allora sapiente in varie vie, usando l'arma della magìa combatteva, 
     	da quella magìa di Citrasena i kaurava erano confusi,

  23 	ciascun soldato del figlio di Dhṛtarāṣṭra, o bhārata,
     	allora era circondato da decine di gandharva,

  24 	quindi pressati da questa grande armata,
     	fuggirono spaventati dalla battaglia laddove era il re Yudhiṣṭhira,

  25 	dispersi in rotta le forze dei figli di Dhṛtarāṣṭra, ovunque,
     	Karṇa il figlio del sole, o re, restava immobile come una montagna,

  26 	e Duryodhana e Karṇa e Śakuni il figlio di Subala,
     	combattevano i gandharva, in battaglia severamente feriti,

  27 	e tutti i gandharva a centinaia e a migliaia,
     	insieme per uccidere Karṇa lo attaccarono in battaglia,

  28 	con spade, tridenti, spiedi, mazze, quei fortissimi,
     	volendo uccidere il figlio del sūta, tutt'intorno lo circondarono,

  29 	alcuni il suo giogo tagliavano, altri abbattevano la bandiera,
     	altri il timone, altri i cavalli, e altri l'auriga abbattevano,

  30 	altri il parasole, altri il paraurti, altri il seggio dell'auriga,
     	molte migliaia di gandharva a pezzi distrussero il carro,

  31 	allora saltando dal carro il figlio del sūta, armato di scudo e spada,
     	salito sul carro di Vikarṇa a liberarsi i cavalli incitava.
     


                              CCXXXI


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	ma sconfitto il grande guerriero Karṇa dai gandharva o grande re,
     	fuggivano tutte le armate, sotto lo sguardo del figlio di Dhṛtarāṣṭra,

   2 	vedendo tutti i dhārtarāṣṭra fuggire avendo girato le schiene,
     	Duryodhana o grande re, non aveva girato le spalle,

   3 	egli scorgendo il grande esercito dei gandharva attaccare,
     	quell'uccisore di nemici lo copriva con una grande pioggia di frecce,

   4 	incuranti della pioggia di frecce i gandharva, il suo carro,
     	da tutte le parti attaccavano per uccidere Duryodhana,

   5 	il giogo, il timone, il paraurti, lo stendardo e l'auriga,
     	i cavalli, il triveṇu, e il sedile, a pezzi distruggevano il carro,

   6 	caduto a terra senza carro Duryodhana, Citrasena
     	assalendolo, quel grandi-braccia, vivo catturandolo lo afferrava,

   7 	lui catturato, o re dei re, Duḥśāsana sul carro schierato,
     	circondato da ogni parte fu dai gandharva catturato,

   8 	alcuni assalirono afferrandoli Viviṁśati e Citrasena, 
     	altri Vinda e Anuvinda, e tutte le donne del re,

   9 	le schiere del figlio di Dhṛtarāṣṭra assalite dai gandharva,
     	assieme a quelli prima sconfitti si avvicinavano allora ai pāṇḍava,

  10 	e i carriaggi, i mercanti e i dipendendi e le bestie dei carri interamente,
     	cercarono rifugio dai pāṇḍava essendo stato il loro sovrano catturato:

  11 	“caro a vedersi, il grandi-braccia, il fortissimo figlio di Dhṛtarāṣṭra,
     	il re, fu catturato dai gandharva, o pṛthādi inseguitelo,

  12 	Duḥśāsana, Durviṣaha, Durmukha, e Durjaya,
     	legati furono catturati dai gandharva, e tutte le mogli del re.”

  13 	così i ministri di Duryodhana, si lamentavano ansiosi per il re,
     	afflitti, tutti facendo miseri suoni, si appressarono a Yudhiṣṭhira,

  14 	a quegli agitati miseri, che imploravano Yudhiṣṭhira,
     	a quegli anziani ministri di Duryodhana, Bhīmasena rispondeva:

  15 	“ in che altro modo agendo o per quale altro scopo,
     	da noi si debba compiere quanto è stato fatto dai gandharva,

  16 	il re o caro, ha avuto un cattivo consiglio, giocando un cattivo gioco,
     	altri abbattono il nemico di chi è confuso, così abbiamo imparato,

  17 	questa cosa divinamente fu fatta davanti a i nostri occhi dai gandharva, 
     	per la fortuna del mondo umano è stata fatta ed è qualcosa per il nostro bene,
     	chi ci ha tolto il peso mentre noi eravamo seduti è un portatore di gioie,

  18 	esposti al freddo al vento e al dolore, smagriti dal tapas,
     	caduti nella sventura, quel malvagio da prospero voleva vederci,

  19 	gli ignobili seguaci di quel kaurava mal'anima,
     	che seguono la sua condotta, vedono ora l'umiliazione,

  20 	chi pratica l'adharma, solo questo egli impara,
     	crudeli sono i kuntīdi con costui, osservate ciò io vi dico.”

  21 	al kuntīde Bhīmasena, così parlante per lo sdegno,
     	il re rispondeva: “ non è questo il tempo di male parole.”
     	


                              CCXXXII


   1 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“ a noi giunti o caro, pieni di paura in cerca di rifugio,
     	perchè dunque tu parli ai kaurava caduti in difficoltà in tale maniera?

   2 	vi sono disunioni e dispute tra consanguinei, o Ventre-di-lupo,
     	e ostilità si hanno, ma il dharma famigliare non si esaurisce,

   3 	quando una qualche divergenza tra consaguinei cada sulla famiglia,
     	i virtuosi non sono molestati dall'avvento della divergenza, 

   4 	quello sciocco sa bene che noi siamo qui esiliati,
     	egli incontrandosi desiderava farci del male,

   5 	dalla cattura con la forza di Duryodhana da parte del gandharva sul campo,	
     	e dal rapimendo delle donne, la nostra famiglia è ferita,

   6 	e in rifugio ai richiedenti e per la protezione alla nostra famiglia,
     	alzatevi o tigri fra gli uomini, e preparatevi in fretta,

   7 	Arjuna e i gemelli, e tu Bhīma siete invincibili,
     	liberate i dhārtarāṣṭra e il catturato Suyodhana,

   8 	questi carri o tigri fra gli uomini, forniti di ogni arma,
     	con gli stendardi d'oro, fateli guidare dai nostri auriga con Indrasena in testa,

   9 	su questi saliti o caro, a combattere in battaglia i gandharva,
     	e al liberare Suyodhana, applicatevi instancabilmente,

  10 	qualunque principe, uno qui giunto in cerca di rifugio,
     	con tutta il suo potere difenderebbe, come dunque tu no, o Ventre-di-lupo?

  11 	chi altro c'è qui che ci inviti a dargli soccorso,
     	pure vedendo il nemico a mani giunte certamente sarebbe soccorso,

  12 	ricevere una grazia, un regno, e la nascita di un figlio o pāṇḍava,
     	di queste tre cose pari è liberare un nemico dalle angustie,

  13 	quale cosa migliore di questa che possa accadare a Suyodhana,
     	di trovare la via della salvezza rifugiandosi nella forza del tuo braccio?

  14 	da me stesso io attaccherei se non fosse, o Ventre-di-lupo,
     	pronto questo sacrificio, o valoroso, per me non vi sarebbe esitazione,

  15 	con parole concilianti, quando tu possa liberare Suyodhana, o Bhīma,
     	così con tutti i mezzi tu sforzati o rampollo dei kuru,

  16 	se il re dei gandharva non lo restituisse per conciliazione,
     	con un lieve attacco libera Suyodhana,

  17 	ma se egli per una lieve lotta non liberasse i kaurava,
     	con tutti i mezzi siano liberati, respingendo gli avversari,

  18 	il questo modo io posso comandare o Ventre-di-lupo,
     	mentre sono impegnato o caro nel rito dei tre fuochi o bhārata.”

  19 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	i comandi del senza-nemici uditi, il Conquista-ricchezze,
     	acconsentiva alle parole del guru, di liberare i kaurava.

  20 	Arjuna disse:
     	“ se con la conciliazione i gandharva non libereranno i figli di dhṛtarāṣṭra,
     	oggi la terra vedrà il sangue del re dei gandharva.”

  21 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	e udito il consenso di Arjuna dalle sincere parole,
     	allora o re, la mente dei kaurava ne fu rincuorata.
     


                              CCXXXIII


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	udite le parole di Yudhiṣṭhira, con Bhīmasena in testa,
     	con visi lieti tutti si alzarono quelle tigri fra gli uomini,

   2 	allora tutti o bhārata, preparavano le impenetrabili,
     	corazze incrostate dell'oro del fiume jāmbū, quei grandi guerrieri,

   3 	tutti armati sui carri, con gli stendardi e gli archi,
     	i pāṇḍava apparivano come fuochi accesi,

   4 	sui carri ben forniti aggiogati a veloci cavalli
     	saliti, quelle tigri sui carri rapidamente dunque partirono,

   5 	allora si manifestò un grande frastuono delle schiere dei kaurava,
     	avendo visto partire insieme i figli di Pāṇḍu grandi sul carro,

   6 	come conquistatori, veloci volavano quei grandi guerrieri,
     	e in breve giunsero senza paura nella foresta,

   7 	allora tutti i gandharva come vincitori, tornarono indietro,
     	vedendo sul campo i quattro valorosi pāṇḍava schierati su carri,

   8 	loro vedendo splendenti come grandi lokapāla,
     	le forze sparse degli abitanti del monte gandhamādana si schierarono,

   9 	e ricordando gli ordini del re, del saggio dharmarāja,
     	in lieve maniera iniziarono la lotta o bharata,

  10 	però gli sciocchi soldati del re gandharva, non
     	erano in grado di raggiungere il loro meglio, con un lieve lotta,

  11 	quindi l'invincibile ambidestro, distruttore di nemici, loro in battaglia
     	per conciliare queste parole diceva a loro che volavano sul campo:

  12 	“ questa orribile azione non è degna del re dei gandharva, 
     	il prendere le donne altrui ed attaccare gli uomini,

  13 	rilasciate questi grandi eroi, i figli di Dhṛtarāṣṭra,
     	e le loro donne liberate, per ordine del dharmarāja.”

  14 	così apostrofati i gandharva, dal celeberrimo pāṇḍava,
     	ridendo, queste parole dicevano allora al pṛthāde:

  15 	“ agli ordini di uno solo noi obbediamo o caro, sulla terra,
     	di costui sentiti gli ordini noi senza pigrizia agiamo,

  16 	secondo le disposizioni solo di lui noi così operiamo o bhārata,
     	nessun altro capo trovi a noi eccetto il signore degli dèi.”

  17 	così apostrofato dai gandharva il figlio di Kuntī, il Conquista-ricchezze,
     	ai gandharva ancora queste parole rispondeva:

  18 	“ se per conciliazione o gandharva non libererete il figlio di Dhṛtarāṣṭra,
     	lo libererò io stesso con mio valore, Suyodhana.”

  19 	così avendo parlato allora il pṛthāde, il Conquista-ricchezze,
     	scagliava potenti frecce, contro ciascun volante gandharva,

  20 	e con una pioggia di frecce i gandharva superiori per forze,
     	attaccarono i pāṇḍava e i pāṇḍava quei celesti,

  21 	allora una tumultuosa lotta tra i fortissimi gandharva,
     	e tra i pāṇḍava dalla terribile energia sorse o bhārata.
     


                              CCXXXIV


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	allora i gandharva con ghirlande d'oro, dotati di armi divine,
     	scagliando frecce di fuoco, da ogni parte li circondarono,

   2 	e i quattro valorosi pāṇḍava e i gandharva a migliaia,
     	si scontrarono in battaglia o re, e come un portento era ciò,

   3 	e come ad entrambi, il carro di Karṇa e quello del figlio di Dhṛtarāṣṭra,
     	furono fatti a pezzi da centinaia di gandharva, così facevano dei loro,

   4 	quei gandharva o re a centinaia arrivando in battaglia,
     	furono sostenuti da quelle tigri tra gli uomini, con innumerevoli piogge di frecce,

   5 	sommersi da ogni parte da queste piogge di frecce i volanti,
     	non erano in grado, di resistere in battaglia ai figli di Pāṇḍu,

   6 	Arjuna allora furiosi vedendo i gandharva,
     	considerando le sue grandi armi divine, vi fece ricorso,

   7 	e a migliaia di migliaia, ne spediva alla dimora di Yama,
     	Arjuna con l'arma āgneya, delle superiori truppe dei gandharva,

   8 	quindi Bhīma grande arciere, il migliore dei forti in battaglia,
     	uccideva o re i gandharva a centinaia, con potenti frecce,

   9 	e pure i due figli di Mādrī, combattendo con enorme forza,
     	tenendosi vicino, uccidevano i nemici a centinaia,

  10 	i gandharva colpiti dalle divine armi di quelle grandi anime,
     	salivano dunque in cielo, tenendo i figli di Dhṛtarāṣṭra,

  11 	il figlio di Kuntī, il Conquista-ricchezze, intuendo che loro stavano per salire,
     	con una grande rete di frecce ovunque li circondava,

  12 	essi presi da quella rete di frecce come uccelli in gabbia,
     	facevano piovere su Arjuna per l'ira, piogge di mazze, spade, e lance, 

  13 	grande esperto di armi, dopo aver distrutto quelle piogge di mazze, spade e lance,
     	il Conquista-ricchezze, con dardi bhalla colpiva i corpi dei gandharva,

  14 	con teste, piedi e braccia che cadevano ovunque,
     	sembrava come una pioggia di pietre, e paura sorse ai nemici,

  15 	colpiti dal pāṇḍava grandi anime, i gandharva
     	che stavano nell'aria, con piogge di frecce coprivano lui che stava a terra,

  16 	le loro piogge di frecce, l'ambidestro, uccisore di nemici,
     	con dardi respingendo, quel potente trafiggeva i gandharva,

  17 	allora Arjuna missili divini, come sthūṇākarṇa e indrajāla,
     	āgneya e saumya scagliava quel rampollo dei kuru,

  18 	i gandharva distrutti dai missili del figlio di Kuntī,
     	come i daitya da Śakra, in suprema disperazione caddero,

  19 	impediti di fuggire in alto dalla rete di frecce,
     	si disperdevano coperti dalle frecce bhalla dell'ambidestro,

  20 	vedendo terrificati i gandharva dal saggio figlio di Kuntī,
     	Citrasena, afferrata la mazza assaliva l'ambidestro,

  21 	a lui che veloce lo assaliva mazza in pugno, in battaglia,
     	il pṛthāde con le frecce tagliava in sette parti quella mazza tutta di ferro,

  22 	egli vedendo la sua mazza fatta pezzi dalle frecce dal potente,
     	usando la propria scienza combatteva contro il pāṇḍava,
     	colle sue armi divine combatteva stando in aria,

  23 	il fortissimo re dei gandharva, nascosto dalla sua māyā,
     	e Arjuna vedendo che egli attaccava stando invisibile,
     	e lo colpiva con armi divine volanti in cielo attivate da mantra, 

  24 	allora Arjuna furioso, compiva la fine della sua invisibilità
     	ricorrendo all'arma śabdavedhya, il multiforme Conquista-ricchezze, 

  25 	egli colpito dalle armi di Arjuna grand'anima,
     	allora si mostrava al suo caro amico,

  26 	e vedendo l'amico Citrasena in difficoltà nella lotta,
     	ritirava le armi che aveva lanciate, il toro dei pāṇḍava,

  27 	e tutti i pāṇḍava vedendo il Conquista-ricchezze che ritraeva le armi,
     	trattennero i galoppanti cavalli, veloci come frecce, e gli archi,

  28 	e Citrasena, e Bhīma e l'ambidestro, e i gemelli,
     	l'un l'altro informandosi della propria salute si fermarono sui carri.
     


                              CCXXXV


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	quindi Arjuna ridendo a Citrasena questo disse
     	in mezzo agli eserciti dei gandharva quel grande arciere dal grande splendore:

   2 	"perchè hai deciso o valoroso, di fermare i kaurava?
     	e per quale motivo hai catturato Suyodhana con le mogli?"

   3 	Citrasena disse:
     	" saputa l'intezione di venire dove tu stavi grand'anima,
     	da parte del malo Duryodhana e di Karṇa o Conquista-ricchezze,

   4 	e sapendo che voi stavate nella selva in difficoltà senza meritarlo,
     	e che loro erano giunti per deridere la splendente Draupadī, 

   5 	saputo quanto intendevano loro fare il signore degli dèi mi disse:
     	' vai e catturato Duryodhana qui conducilo coi suoi ministri,

   6 	e il Conquista-ricchezze, sia protetto assieme ai suoi fratelli in battaglia,
     	il pāṇḍava è un tuo caro amico, e tuo pupillo.'

   7 	per ordine del re degli dèi allora qui io sono giunto in fretta,
     	e legato quel malvagio io tornerò alla dimora degli dèi."

   8 	Arjuna disse:
     	"sia rilasciato o Citrasena, il nostro fratello Suyodhana,
     	per volontà del dharmarāja, se vuoi fare a me piacere."

   9 	Citrasena disse:
     	" quel malo, sempre malvagio non merita la liberazione,
     	egli voleva imbrogliare il dharmarāja e Kṛṣṇā o Conquista-ricchezze,

  10 	questa sua intenzione il figlio di Kuntī dai grandi voti non 
     	conosce, dopo aver ascoltato il dharmarāja agisci come credi."

  11 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	tutti loro, dunque, si recarono dal re Yudhiṣṭhira,
     	e raggiuntolo tutto quanta la mala azione di quello gli riferirono,

  12 	il senza-nemici, queste parole del gandharva avendo udito allora,
     	faceva liberare tutti i gandharva, e affermava:

  13 	" fortuna sia a voi che fortissimi, non colpiste con tutte le vostre forze,  
     	il mal'agente figlio di Dhṛtarāṣṭra, coi suoi ministri, parenti, e fratelli,

  14 	un grande favore avete fatto a me o esseri volanti,
     	non è disonorata la mia famiglia per la liberazione di questo malvagio,

  15 	fatemi sapere cosa desiderate, io sono felice di vedervi,
     	e ottenuto ogni vostro scopo, partite senza por tempo in mezzo."

  16 	i gandharva col permesso  del saggio figlio di Pāṇḍu,
     	assieme alle apsaras  e con Citrasena in testa partirono,

  17 	il re degli dèi però, faceva resuscitare i gandharva morti,
     	che erano stati uccisi dai kaurava in battaglia, con una pioggia di divina amṛta,

  18 	e liberati i parenti e tutte le donne del re,
     	e compiuta un difficilissima azione i pāṇḍava erano molto felici,

  19 	e venerati erano i grandi guerrieri dai principi kuru con le loro donne,
     	risplendevano quelle grandi anime in mezzo ai kuru come fuochi, 

  20 	allora dopo aver liberato Duryodhana coi suoi fratelli,
     	Yudhiṣṭhira queste affettuose parole diceva:

  21 	" non fare mai più o caro, una cosa così sconsiderata,
     	chi compie sconsideratezze, non raggiunge la felicità o bhārata,

  22 	stai bene, assieme a tutti i tuoi fratelli o rampollo dei kuru,
     	vai a casa, come meglio credi, e non essere depresso."

  23 	con permesso del pāṇḍava allora il re Duryodhana,
     	sofferente per la vergogna partiva verso la sua città,

  24 	partito dunque il kaurava, il figlio di Kuntī Yudhiṣṭhira,
     	quel valoroso, assieme ai fratelli fu onorato dai ri-nati,

  25 	e circondato da tutti gli asceti ricchi in tapas, come Śakra dagl'immortali,
     	nella foresta dvaitavana passeggiava pieno di gioia.
     


                              CCXXXVI


   1 	Janamejaya disse:
     	" vinto e catturato dai nemici e dai pāṇḍava grandi anime,
     	liberato, dopo la battaglia, quel malvagio pieno di furia,

   2 	quell'arrogante millantatore, e perennemente orgoglioso,
     	che sempre per la loro nobiltà e valore, disprezzava i pāṇḍava,

   3 	quel malo Duryodhana, sempre per egoismo parlante,
     	di costui ardua cosa mi sembra il tornare ad hāstinapura,

   4 	pieno di vergogna invero e con la mente afflitta dal dolore,
     	questa sua entrata in dettaglio tu raccontami o Vaiśaṁpāyana."

   5 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	liberato dal dharmarāja, Suyodhana, il figlio di Dhṛtarāṣṭra,
     	col viso basso per la vergogna, depresso procedeva pieno di dolore,

   6 	il re si revava alla propria città col suo seguito e con il suo quadruplice esercito,
     	con la mente afflitta dal dolore, pensando all'umiliazione,

   7 	e lasciati i carriaggi lungo la via in un luogo ricco di pascoli e acque,
     	si accampava in un luogo bello e piacevole, secondo il suo desiderio,
     	e faceva porre elefanti, cavalli, carri e fanti secondo il loro piacere,

   8 	quindi al re seduto su un seggio splendente come fiamma,
     	afflitto come la luna completamente nascosta di notte da Rāhu,
     	avvicinadosi, Karṇa questo diceva a Duryodhana allora:

   9 	" fortuna che tu sei vivo o figlio di Gāndhārī, fortuna che noi siamo ancora insieme,
     	fortuna che tu hai vinto i gandharva dall'aspetto che vogliono,

  10 	fortuna che io vedo tutti i tuoi fratelli o rampollo dei kuru,
     	desiderosi di vittoria, felici, liberi, grandi guerrieri vincitori di nemici, 

  11 	io assalito da tutti i gandharva, davanti ai tuoi occhi,
     	non ero in grado di arrestare l'esercito che si disperdeva,

  12 	e con le membra colpite da frecce, violentemente tormentato mi sono ritirato,
     	questo però io penso sia un grande portento che qui voi o bhārata,

  13 	illesi e pure senza ferite con le donne ricchezze e carriaggi,
     	io vi vedo liberi da questa battaglia sovrumana,

  14 	nessun uomo si trova al mondo o bhārata, autore di quanto,
     	fatto da te o grande re, assieme ai fratelli in battaglia."

  15 	così apostrofato da Karṇa il re Duryodhana allora,
     	diceva a testa bassa o re, con parole frammiste alle lacrime.
     


                              CCXXXVII


   1 	Duryodhana disse:
     	" o figlio di Rādhā, io non mi indigno per le tue parole non veritiere,
     	tu credi che i nemici gandharva siano stati vinti dalla mia forza,

   2 	i gandharva furono a lungo attaccati dai miei fratelli,
     	assieme a me, o grandi-braccia, e fu fatta strage da ambo le parti,

   3 	ma quando i guerrieri volando, combatterono resi superiori dalla māyā,
     	allora noi non avevamo pari lotta con quei volanti,

   4 	e essendo invincibile il nemico, fummo noi catturati in battaglia,
     	coi fratelli, ministri e figli, con le donne i beni e i carriaggi,
     	e in alto sulla via del cielo fummo trascinati dolenti, da loro,

   5 	quindi alcuni dei nostri soldati e ministri quei grandi guerrieri
     	raggiungendo, afflitti dissero ai pāṇḍava per averne soccorso:

   6 	' il re Duryodhana figlio di Dhṛtarāṣṭra, coi suoi fratelli,
     	coi ministri e le donne è stato preso dai gandharva, stanno in cielo,

   7 	liberate quel sovrano assieme alle mogli, benedizione sia voi, 
     	non siano dunque violate tutte le donne dei kuru.'

   8 	così apostrofato, quell'anima giusta, il primogernito dei figli di Pāṇḍu, allora,
     	acconsentendo, a tutti i fratelli ordinava la liberazione,

   9 	allora ubbidendo a tale ordine i pāṇḍava, tori fra gli uomini,
     	una conciliazione offrirono i virtuosi e potenti grandi guerrieri,

  10 	e quando noi non liberarono i gandharva pure conciliati,
     	allora Arjuna e Bhīma e i due gemelli dalla grande forza,
     	scagliarono piogge di frecce contro i gandharva in grande numero,

  11 	quindi tutti lasciata la battaglie e partiti i volanti nel cielo,
     	pieni di gioia trascinando noi depressi,

  12 	allora io vedevo ogni luogo chiuso da reti di frecce,
     	e il Conquista-ricchezze, scagliare armi divine,

  13 	e coperto il luogo vedendo dalle frecce appuntite del pāṇḍava,
     	allora si mostrava come amico del Conquista-ricchezze,

  14 	Citrasena, distruttore di nemici, abbracciato dal pāṇḍava,
     	della salute si informava, felice, e da loro pure della sua,

  15 	essi riunitesi, allora l'un l'altro liberandosi delle armature,
     	e unitesi allora i valorosi gandharva coi pāṇḍava,
     	si onorarono l'un l'altro Citrasena e il Conquista-ricchezze."
     


                              CCXXXVIII


   1 	Duryodhana disse:
     	"avvicinatosi a Citrasena ridendo Arjuna allora
     	queste parole diceva senza paura quell'uccisore di eroi nemici:

   2 	' tu devi liberare i nostri fratelli o migliore dei gandharva,
     	non sono costoro da offendere essendo vivi ancora i pāṇḍava.'

   3 	così apostrofato il gandharva dal pāṇḍava grand'anima,
     	diceva o Karṇa, quanto noi dopo aver deliberato, abbiamo intrapreso,
     	di visitare i pāṇḍava con la loro moglie, privi come sono di ogni felicità,

   4 	queste parole avendo dunque, pronunciate dal gandharva,
     	io desideravo entrare in un buco delle terra pieno di vergogna,

   5 	quindi il gandharva assieme al pāṇḍava recatosi da Yudhiṣṭhira,
     	lo informavano delle nostre intenzioni e della nostra cattura,

   6 	che io davanti alle donne, miseramente fui legato, caduto in mano al nemico,
     	liberato da Yudhiṣṭhira, quale dolore vi può essere superiore?

   7 	quelli che io ho bandito, quelli di cui io sempre fui nemico,
     	da questi io fui liberato, io diedi loro malevolenza e loro a me la vita,

   8 	se io avessi trovato la morte o valoroso, in quella grande battaglia,
     	miglior cosa sarebbe per me che così aver avuta la vita,

   9 	io ne avrei celebrata fama sulla terra dall'esser stato ucciso dai gandharva,
     	e avrei ottenuto i santi mondi eterni, nella dimora del grande Indra, 

  10 	quanto io ora ho deciso, ascoltate o tori fra gli uomini,
     	qui io rinuncerò alla vita, e voi vi recherete a casa,
     	e tutti i miei fratelli partano oggi verso la città,

  11 	e quelli che sono gli amici e i parenti, a cominciare da Karṇa,
     	posto avanti Duḥśāsana, partano ora verso la città,

  12 	io non ritornerò in città, disprezzato dal nemico,
     	il nemico avendomi tolto l'onore, e pur onorato dagli amici,

  13 	avendo procurato dolore agli amici e aumentata la gioia dei nemici,
     	raggiunta la città degli elefanti, che cosa dirò al sovrano di genti,

  14 	e Bhīṣma e Droṇa e Kṛpa e il figlio di Droṇa, e Saṃjaya,
     	e Bāhlīka e Somadatta, e quanti altri sono i celebrati anziani,

  15 	i brahmani, e i capi delle gilde, e chi si conduce da asceta,
     	che cosa diranno a me? e io cosa risponderò a loro?

  16 	essendo stato superiore ai nemici, avendo calpestato i loro corpi,
     	degradato dal mio stesso fallo, cosa dirò a loro?

  17 	i malvagi ottenuta prosperità scienza e sovramità,
     	non a lungo si mantegono nella fortuna come me, folle di orgoglio,

  18 	ah dunque in quanto io feci questo male questa mala azione,
     	scioccamente preso, senza dubbio da confusione di mente,

  19 	allora io digiunerò fino a morte, io non sono in grado di sopravvivere,
     	chi può ragionevolmente vivere, dai nemici liberato della sventura?

  20 	da onorato, perduto il virile onore, deriso dai nemici,
     	e dai pāṇḍava ricchi di valore, veduto nella vergogna?"

  21 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	così afflitto dai pensieri, diceva allora a Duḥśāsana:
     	" o Duḥśāsana ascolta quete mie parole o bhārata,

  22 	accetta tu da me la consacrazione, e diventa re,
     	governa la terra prosperosa, con la protezione di Karṇa e del figlio di Subala,

  23 	proteggi i fratelli, con fede come l'uccisore di Vṛtra fa coi marut,
     	i parenti ti sostengano come gli dèi fanno col Cento-riti,

  24 	e buona condotta sempre abbi coi brahmani, senza negligenza,
     	tu rimani sempre il rifugio dei parenti e degli amici,

  25 	e bada ai consanguinei come Viṣṇu fa con le schiere degli dèi,
     	i guru siano tuoi custodi, vai governa la terra,

  26 	rallegrando gli amici, minacciando tutti i nemici,
     	e al collo abbracciandolo, andate, egli disse."

  27 	le sue parole udite, depresso Duḥśāsana, diceva,
     	con le lacrime al viso, pieno di dolore, a mani giunte inchinandosi,
     	queste parole con voce tremante, al suo fratello più vecchio:

  28 	" calmati." e cadeva a terra con la mente afflitta,
     	addolorato, i suoi piedi innondando di lacrime

  29 	e diceva quella tigre fra gli uomini: "ciò non sarà,
     	si dorrebbe la terra con le sue montagne, e il cielo cadrebbe a pezzi,
     	il sole perderebbe il proprio splendore, e Soma il suo freddo chiarore,

  30 	Vāyu la sveltezza perderebbe, e l'himavat se ne andrebbe via,
     	si seccherebbe l'acqua nei mari, e il fuoco il calore abbandonerebbe,

  31 	e io senza di te o re, non governerei la terra, fonte di ricchezze,
     	ancora e ancora calmati." queste parole diceva egli:
     	" e tu il re sarai nella nostra famiglia, per cento anni."

  32 	così avendo parlato egli, o re dei re, un urlo emetteva,
     	entrambi i piedi, degni d'onore, del fratello maggiore abbracciati o bhārata,

  33 	allora pieni di dolore vedendo i due Duḥśāsana e Suyodhana,
     	avvicicinatosi, Karṇa pieno di angustia, ai due diceva:

  34 	" perchè vi disperate voi due kaurava, come due presi da fanciullaggine?
     	il dolore di chi si lascia prendere da esso non si estingue,

  35 	se il dolore di chi si doglie, non estingue la disgrazia,
     	quale potere voi due dolenti scorgete quindi nel dolore?
     	saldi nella fermezza non vogliate rallegrare i nemici dolendovi,

  36 	doveva essere fatta e fu fatta la tua liberazione dai pāṇḍava, o re,
     	sempre i sudditi devono fare il bene del re,
     	essi protetti da te risiedono senza paura,

  37 	non devi tu in tali circostanze, comportarti come uno del volgo,
     	disperati saranno i tuoi fratelli, se tu ti dai la morte,
     	alzati, cammina, che tu sia benedetto, e rincuora i tuoi fratelli,

  38 	o re, ora io riconosco la tua debolezza di carattere,
     	che cosa c'è qui di strano che tu o valoroso sei stato liberato dai pāṇḍava,
     	nel momento che oppresso dal nemico eri caduto in suo potere?

  39 	i sudditi, o kauravya, sono soldati a vita,
     	e inconsapevoli o consapevoli, devono compiere il bene del re,

  40 	per la maggior parte i migliori uomini fanno tremare l'esercito nemico,
     	e se catturati nelle battaglie sono liberati dai propri soldati,

  41 	e soldati a vita sono gli uomini che vivono nei domini dei re,
     	costoro appressandosi devono sforzarsi propriamente in favore del re,

  42 	se dunque i pāṇḍava o re, che risiedeno nel tuo dominio,
     	spontaneamente ti hanno liberato oggi, cosa c'è da lamentarsi?

  43 	e non fu giusto o re, che i pāṇḍava o migliore dei sovrani, te
     	non abbiano seguito da dietro, che avanzavi col tuo esercito,

  44 	questi guerrieri fortissimi, che non fuggono mai dalle battaglie,
     	una volta richiamati da te a concilio vennero,

  45 	delle ricchezze dei pāṇḍava tu ora pure godi,
     	guarda i risoluti pāṇḍava essi non cercano la morte,
     	alzati o re, che tu sia bendetto, non devi cadere nell'ansia,

  46 	inevitabilmente o re i suddidi del re
     	devono compiere atti a lui utili, che c'è qui da lamentarsi?

  47 	se tu così non ascolterai le mie parole, o re dei re,
     	io me ne starò qui ai tuoi piedi obbediente o uccisore di nemici,

  48 	io non sono in grado di vivere, con te morto, o toro fra gli uomini,
     	se tu digiuni a morte o sovrano sarai oggetto di risa da parte dei re."

  49 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	così apostrofato da Karṇa o re, allora Duryodhana
     	pose mente a non alzarsi, risoluto ad andare in paradiso.	
     


                              CCXXXIX


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	al re Duryodhana, insofferente, che era entrato in digiuno per morire,
     	diceva allora per confortarlo o re, Śakuni il figlio di Subala:

   2 	" quanto rettamente detto da Karṇa tu hai ascoltato o kaurava,
     	perchè per offuscamento ora abbandonando la grande ricchezza da me procurata,
     	tu irragionevolmente o migliore dei re, vuoi abbandonare la vita?

   3 	e pure io mi avvedo che ora non onori gli anziani, tu,
     	chi non controlla una gioia o un'afflizione improvvisa,
     	costui distrugge la prosperità acquisita, come un vaso di terra non cotto nell'acqua,

   4 	chi ha troppa paura, o timidezza, chi troppo procrastina, il negligente,
     	chi cade nelle braccia della lussuria, questo re non è baciato dalla fortuna,

   5 	tu onorato provi dolore, cosa sarebbe al contrario?
     	cessa il dolore, avendo ricevuto questo bel gesto dai pṛthādi, 

   6 	dove felice tu dovresti essere, e onorati i pāṇḍava,
     	lì ti addolori o re dei re, sbagliato è questo da parte tua,

   7 	calmati, non abbandonare la vita sii felice, ricorda la buona condotta,
     	rendi il regno ai pṛthādi, onore e dharma otterrai,

   8 	quanto fatto a loro riconosci, non essere ingrato,
     	buona fraternità facendo coi pāṇḍava, richiamali, 
     	il regno paterno dona a loro, allora otterrai la felicità."

   9 	udite le parole di Śakuni, e scorgendo Duḥśāsana, 
     	quell'eroe prostrato, caduto ai suoi piedi, per amore del fratello,

  10 	e con le belle braccia, Duḥśāsana, quell'uccisore di nemici
     	sollevato, abbracciandolo, con amore lo baciava sul viso, 

  11 	ma pure ricordando egli le parole di Karṇa e del saubala,
     	entrato in un supremo disgusto del mondo, il re Duryodhana allora,
     	con l'anima piena di vergogna, cadeva in suprema disperazione,

  12 	e questo avendo udito dagli amici, pieno di dolore diceva:
     	" non più con felicità, ricchezza e dharma, né col potere, né coi godimenti,
     	ma con il disgusto della vita, io ho a che fare, non insistete invano, andate,

  13 	la mia mente è fermamente risoluta a lasciarmi morire di fame,
     	andate tutti in città, e onorate i miei maestri."

  14 	essi così apostrofati, rispondevano al re uccisore di nemici:
     	" qual'è la tua decisione, o re dei re, questa stessa sia per noi o bhārata,
     	in che modo potremmo entrare in città noi senza di te?"

  15 	ma egli, dagli amici, dai ministri, dai fratelli, e dalle sue genti,
     	in molti modi apostrofato, non recedeva dalla decisione,

  16 	coperto un luogo di erba darbha, con risoluzione il figlio di Dhṛtarāṣṭra,
     	di acqua spruzzatosi purificandosi, giaceva al suolo,

  17 	indossando una veste di erba kuśa, in supremo controllo fermo,
     	senza parlare, quella tigre fra i re, per il desiderio di raggiungere il cielo,
     	raccolta la mente, ed eliminato ogni atto esteriore,

  18 	allora quella sua decisione conosciuta i daitya e i dānava,
     	crudeli abitanti del pātāla, un tempo sconfitti dagli dèi,

  19 	conoscendo come rovina della loro parte, la fine di Duryodhana,
     	per invitarlo allora compivano un atto attraverso un sacrificio,

  20 	essi sapienti nei mantra, con dei mantra usati da Bṛhaspati e Uśanas, 
     	e riportati dall'atharvaveda, quelle che sono cerimonie delle upaniṣad,
     	unite a mantra e preghiere, in queste allora erano impegnati. 

  21 	il latte, il burro versato nel fuoco assieme ai mantra, insieme
     	i brahmani, dai rigidissimi voti, esperti dei veda e dei vedāṅga, 

  22 	compiuto il rituale, allora là una kṛtyā con la bocca aperta,
     	di grande meraviglia, o re, apparve, e disse: " che devo io fare?"

  23 	i daitya a lei dicevano allora con cuore lieto:
     	" conduci qui il re figlio di Dhṛtarāṣṭra, che ha intrapreso un mortale digiuno."

  24 	"così sia." rispondendo, la kṛtyā allora partiva,
     	in un batter d'occhio ella giungeva dov'era il re Suyodhana,

  25 	e afferrato il re entrava nell'inferno rasātala,
     	e in un istante portatolo davanti ai dānava a loro lo consegnava,

  26 	i dānava vedendo il sovrano portato accanto, di notte,
     	con animi contenti, tutti con gli occhi alquanto spalancati,
     	dicevano dunque, queste parole all'orgoglioso Duryodhana:
     	
     


                              CCXL


   1 	i dānava dissero:
     	" o Suyodhana, o re dei re, o continuatore della razza dei bhārata,
     	sempre attorniato da guerrieri e da grandi anime,

   2 	perchè dunque compisti questo sconsiderato digiuno mortale?
     	il suicida, in basso sprofonda, e compie un atto infamante e biasimevole,

   3 	non lo devono fare nelle difficoltà, e sommamente nelle azioni sfortunate,
     	che distruggono le proprie radici, i pieni di senno, tuoi pari,

   4 	ferma questa decisione o re, distruttiva di felicità, artha e dharma,
     	distruttiva di intelligenza, splendore e gloria, e che nutre la gioia dei nemici,

   5 	tieni a mente la verità e la tua divina natura o sovrano,
     	e la fattura del tuo corpo, allora otterrai la saggezza,

   6 	un tempo noi attraverso il tapas, ti avemmo in dono dal dio Maheśvara,
     	la parte superiore del tuo corpo, è formata con una moltitudine di folgori,

   7 	invulnerabile alle armi e ai dardi, e la tua parte inferiore o senza-macchia,
     	fatta di fiori e formata dalla devī, è affascinante per le donne,

   8 	e così il tuo corpo è legato ad Īśvara, o migliore dei sovrani,
     	e alla devī, o tigre dei re, tu sei divino, non umano,

   9 	e i grandi eroi kṣatriya a cominciare da Bhagadatta,
     	i guerrieri esperti di armi divine, abbatteranno i tuoi nemici,

  10 	basta con la depressione, non hai motivo di paura,
     	per la tua vittoria gli eroi dānava sono nati sulla terra,

  11 	e altri asura, prenderanno possesso di Bhīṣma, di Droṇa e di Kṛpa per cominciare,
     	i quali caduti in possesso, abbandonata la pietà, combatteranno i tuoi nemici,

  12 	non dunque figli, o fratelli, non padri o parenti,
     	non discepoli, né consanguinei, non fanciulli né anziani

  13 	in battaglia assalendo, risparmieranno o migliore dei kuru,
     	privi di ogni affetto nato nel cuore, posseduti dai dānava, 

  14 	attaccheranno, gettato lontano ogni amore per i parenti,
     	ardenti, quelle tigri degli uomini, cupe fatte le menti,
     	resi confusi dall'inconsapevolezza, dal fato e dall'incantesimo,

  15 	dichiarandosi l'un l'altro: ' non mi sfuggirai da vivo. '
     	scagliando ogni arma e dardo, fermi nel valore guerriero,
     	in sé confidando, o migliore dei kuru, compiranno strage di genti,

  16 	e pure i pāṇḍava grand'anime, a loro volta con forza combatteranno,
     	e strage faranno di essi dal fato spinti, quei fortissimi,

  17 	e schiere di daitya e rakṣas nati in grembi kṣatriya,
     	combatteranno sul campo assalendo i tuoi nemici o principe,
     	con mazze, bastoni, spade, e dardi, e con grandi urla,

  18 	quella paura che ti è dentro nata, sorta da Arjuna,
     	qui, da noi stabilito è lo strumento della morte di Arjuna,

  19 	l'anima del morto Naraka si è rifugiata nella forma di Karṇa,
     	la sua inimicizia ricordando, o valoroso, combatterà Arjuna e il lunghi-capelli,

  20 	per te, orgoglioso del suo valore sconfiggerà in battaglia il pṛthāde,
     	e tutti i tuoi nemici, il grande guerriero Karṇa, il migliore degli assalitori,

  21 	questo conoscendo, il dio della folgore travestito,
     	gli orecchini e la corazza di Karṇa si è portava via,

  22 	perciò i daitya a centinaia di migliaia, a noi
     	uniti, e i rākṣasa che saṃśaptaka
     	sono chiamati, costoro, uccideranno il valoroso Arjuna, non temere,

  23 	senza di te, essi senza rivali, godranno della terra o sovrano,
     	non gettare noi nella sventura, questo non si addice a te,
     	tu morto, o kaurava, la nostra fazione perirebbe,

  24 	procedi o valoroso, non prendere nessun'altra decisione,
     	tu sei il nostro eterno rifugio, e i pāṇḍava quello degli dèi."

  25 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	così avendo parlato i daitya abbracciando quel magnifico re,
     	e quei tori dei dānava consolando quell'invincibile, come fosse un figlio,

  26 	e raffermata la sua mente, con gentilezza parlando, o bhārata:
     	" vai ora con nostro permesso e ottieni la vittoria."

  27 	da loro licenziato, la kṛtyā di nuovo trasportava il grandi-braccia,
     	nel luogo dove egli prima digiunava a morte,

  28 	e deposto quel valoroso, la kṛtyā lo onorava,
     	e col permesso del re, ella là scompariva,

  29 	quando ella fu partita, il re Duryodhana allora,
     	pensava che tutto questo fosse stato un sogno o bhārata,
     	io vincerò i pāṇḍava in battaglia, questo era il suo pensiero,

  30 	e Suyodhana pensava che Karṇa e i saṃśaptaka, uniti,
     	quei valorosi avrebbero distrutto il pṛthāde uccisore di nemici,

  31 	la ferma intenzione dello sciocco figlio di Dhṛtarāṣṭra cosi
     	era di sconfiggere i pāṇḍava o toro dei bhārata,

  32 	Karṇa pure con la mente posseduta dall'anima di Naraka,
     	poneva mente crudelmente alla uccisione di Arjuna, allora, 

  33 	e i valorosi saṃśaptaka, con le menti possedute dai rākṣasa,
     	pieni di furia tenebrosa, ardevano di uccidere Phalguna,

  34 	e Bhīṣma, Droṇa, e Kṛpa per cominciare, le menti possedute dai dānava,
     	non tanto amavano i figli di Pāṇḍu, o signore di popoli,
     	ma a nessuno questo rivelava il re Suyodhana,

  35 	e Karṇa il figlio del sole, all'alba diceva a Duryodhana,
     	sorridendo a mani giunte, al sovrano queste parole piene di argomenti:

  36 	" non da morto vincerai i nemici, da vivo rivedrai la fortuna,
     	donde la fortuna al morto o kaurava? donde la vittoria?
     	non è tempo oggi di disperazione, di paura o di morire."

  37 	e quel grandi-braccia abbracciatolo con le braccia, gli diceva:
     	" alzati o re perchè giaci, per quale motivo ti duoli o uccisore di nemici?
     	i nemici avendo tormentato con valore, perchè vuoi morire?

  38 	oppure una paura ti è nata vedendo il valore di Arjuna?
     	in verità io ti prometto, che io ucciderò Arjuna in battaglia,

  39 	finito il tredicesimo anno in verità io avrò lo scontro,
     	e condurrò qui in tuo potere il pṛthāde o signore di genti."

  40 	così apostrofato da Karṇa, e per le parole dei daitya,
     	e di quelli caduti ai suoi piedi, si rialzava Suyodhana,	
     	dopo aver udito le parole dei daitya, nel cuore riprendendo coraggio,  

  41 	allora quella tigre degli uomini radunava l'esercito,
     	largo di carri, cavalli ed elefanti, e pieno di fanti,

  42 	come il fluire della Gaṅgā o re, procedeva quel grande esercito
     	con bianchi parasoli, stendardi e con gialli pennacchi,

  43 	e pieno di carri, elefanti, e fanti, grandemente splendeva,
     	come il cielo alla fine autunno, terminato il tempo delle nuvole,

  44 	con canti di vittoria celebrato dai principali ri-nati, come un imperatore,
     	ghirlande afferrando a mani giunte, era il signore di genti figlio di Dhṛtarāṣṭra,

  45 	Suyodhana procedeva davanti splendendo di suprema bellezza,
     	assieme a Karṇa o re dei re, e al giocatore figlio di Subala,

  46 	e con Duḥśāsana in testa tutti gli altri suoi fratelli,
     	e Bhūriśvaras, e il grande re dei bāhlika Somadatta, 

  47 	coi carri innumerevoli e di varie forme, coi cavalli, ed elefanti,
     	questi continuatori dei kuru seguivano quel leone dei re che procedeva,
     	e in breve tempo allora o re, essi entrarono nella propria città.
     


                              CCXLI


   1 	Janamejaya disse:
     	" mentre i pṛthādi grandi anime, risiedevano nella foresta.
     	i figli di dhṛtarāṣṭra, grandi arcieri, che cosa fecero o virtuoso,

   2 	e Karṇa, il figlio del sole, e pure il fortissimo Śakuni,
     	e Bhīṣma, Droṇa, e Kṛpa? questo tu mi devi dire."

   3 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	là rimasti i pṛthādi, e partito Suyodhana,
     	e giunto ad hāstinapura, liberato dai figli di Pāṇḍu,
     	Bhīṣma diceva o grande re, queste parole al dhārtarāṣṭra:

   4 	" ti dissi precedentemente o figlio, che il tuo andare nella foresta degli asceti,
     	non mi faceva piacere, e di dissi di non andare, ma tu lo facesti,

   5 	e allora dai nemici con la forza fosti catturato, o valoroso, 
     	e liberato fosti, dai pāṇḍava sapienti nel dharma, e non te ne vergogni,

   6 	davanti ai tuoi occhi o figlio di Gāndhārī, e del tuo esercito, o signore di popoli,
     	il figlio del sūta, impaurito dai gandharva, fuggiva dal campo,
     	mentre tu o re dei re, e il tuo esercito lo chiamava, o figlio del re,

   7 	e fu visto da te il valore dei pāṇḍava grand'anime,
     	e quello di Karṇa, lo sciocco figlio del sūta o grandi-braccia,

   8 	e Karṇa non è neppure la quarta parte dei pāṇḍava, o migliore dei sovrani,
     	nella scienza dell'arco, in valore, o nel dharma o devoto al dharma,

   9 	io penso che tu debba fare la pace coi pāṇḍava grandi anime,
     	e una riconcilazione o migliore dei negoziatori, per la prosperità della famiglia."

  10 	così apostrofato da Bhīṣma il signore di genti, figlio di Dhṛtarāṣṭra,
     	ridendo velocemente si ritirava assieme al saubala,

  11 	e lui uscito avendo saputo, Karṇa e Duḥśāsana e gli altri,
     	grandi guerrieri, seguivano il fortissimo figlio di Dhṛtarāṣṭra,

  12 	e Bhīṣma il patriarca dei kuru, vedendoli andar via,
     	rosso per la vegogna, o re, se ne andava al suo palazzo,

  13 	e uscito Bhīṣma o grande re, il signore di genti figlio di Dhṛtarāṣṭra,
     	di nuovo tornava indietro e si consultava coi ministri:

  14 	" qual'è la miglior cosa per noi? che cosa ci rimane da fare?
     	in che modo possiamo avere la felicità?" così si consultava o bhārata.

  15 	Karṇa diceva:
     	" Duryodhana, ascolta quanto io ti dirò o kaurava,
     	e avendolo ascoltato in tal modo tu tutto devi fare o uccisore di nemici,

  16 	tua ora è la terra o valoroso, senza rivali o migliore dei sovrani,
     	questa governa, come il saggio Śakra uccisore di nemici."

  17 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	così apostrofato da Karṇa a Karṇa di nuovo il re disse:
     	" nulla vi è che sia impossibile per te o toro degli uomini,

  18 	tu sei un amato compagno, pronto al mio bene,
     	questa mia intenzione ascolta secondo verità,

  19 	avendo visto il grande rito del rājasūya del pāṇḍava,
     	a me questo desiderio è nato, questo porta a compimento o figlio del sūta."

  20 	così apostrofato allora Karṇa al re questo diceva:
     	in tuo potere o migliore dei sovrani, sono ora tutti i principi della terra,

  21 	siano invitati i principali ri-nati, e fatti i preparativi secondo le regole,
     	siano messe in ordine o migliore dei kuru, tutte le cose necessarie al rito,

  22 	chiamati i sacerdoti, esperti dei veda come stabilito,
     	il rito celebrino per te o re, secondo gli śāstra o uccisore dei nemici,

  23 	al grande sacrificio, con molti cibi e bevande, perfetto in ogni qualità,
     	sia dato inizio per te toro dei bhārata."

  24 	così apostrofato da Karṇa il figlio di Dhṛtarāṣṭra o signore di popoli,
     	fatto venire il purohita queste parole gli disse:

  25 	" il piu grande dei riti, il rājasūya completo delle migliori daksiṇa,
     	prepara tu per me, secondo le prescrizioni, nel giusto ordine."

  26 	così apostrofato il toro dei ri-nati diceva al sovrano:
     	" vivendo ancora Yudhiṣṭhira il migliore dei riti non può
     	essere compiuto, o migliore dei kuru, nella tua famiglia o migliore dei re,

  27 	e una lunga vita vive Dhṛtarāṣṭra il padre tuo,
     	e perciò proibito ti è il sacrificio o migliore dei sovrani,

  28 	vi è un altro grande sacrificio, pari al rājasūya, o potente,
     	con questo sacrifica o re dei re, ascolta le mie parole,

  29 	i sovrani della terra che sono tuoi tributari, o principe,
     	ti affrano i loro tributi, in oro lavorato e non,

  30 	con questo fabbrica un vomere o migliore dei sovrani,
     	con esso sia tracciato il luogo del sacrificio o bhārata,

  31 	colà un sacrificio o migliore dei re, adornato di abbondanti cibi,
     	sia iniziato secondo le regole, e ovunque mai interrotto,

  32 	questo sacrificio col nome di vaiṣṇa è chiamato dagli uomini virtuosi,
     	nessuno ha compiuto questo sacrificio, eccetto Viṣṇu nei tempi antichi,

  33 	questo grande sacrificio rivaleggia con rājasūya, il migliore dei riri,
     	e a noi piace di piu per te o bhārata,
     	senza ostacoli sia e fruttuoso il tuo proposito."

  34 	così apostrofato dai savi, il protettore della terra figlio di Dhṛtarāṣṭra,
     	a Karṇa e al saubala e ai fratelli questo diceva:

  35 	" mi aggradono interamente le parole dei brahmani, senza alcun dubbio,
     	se anche a voi questo piace ditemelo senza indugio."

  36 	così apostrofati, tutti loro:' così sia.' dissero al sovrano di uomini,
     	comandava allora il re, le necessarie operazioni nel giusto ordine,

  37 	a tutti gli artigiani fu ordinato l'oro per l'aratro,
     	e secondo le prescrizioni, o migliore dei re, tutto fu fatto nel giusto ordine.
     


                              CCXLII


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	quindi tutti gli artigiani, e i principali ministri,
     	e il grande saggio Vidura, informavano il figlio di Dhṛtarāṣṭra,

   2 	che pronto era il grande rito, e il tempo opportuno o bhārata,
     	e fabbricato il divino e preziosissimo vomere d'oro.

   3 	ciò udito, il migliore dei re, il figlio di Dhṛtarāṣṭra, o signore di popoli,
     	dava ordine il re, di iniziare quel sacrificio sovrano,

   4 	allora iniziava il sacrificio accompagnato da cibi abbondanti,
     	nel giusto ordine, il figlio di Gāndhārī una volta consacrato, secondo le regole,

   5 	felice era Dhṛtarāṣṭra, e Vidura gloriosissimo,
     	e Bhīṣma e Droṇa e Kṛpa e Karṇa e la bellissima Gāndhārī,

   6 	e spediva veloci messaggeri ad invitare
     	i principi o re dei re, e anche i brahmani,
     	e partirono i messaggeri con mezzi veloci come comandato,

   7 	là ad un messaggero in partenza, Duḥśāsana diceva:
     	" corri veloce alla selva dvaitavana, da quei cattivi uomini che sono i pāṇḍava,
     	e invita secondo le regole i brahmani in quella foresta."

   8 	quello raggiunta la dimora dei pāṇḍava ad essi inchinandosi diceva:
     	" Duryodhana il migliore dei sovrani o grande re, sta sacrificando,

   9 	grande ricchezza avendo acquistata con proprio valore il rampollo dei kuru,
     	colà si recano re, e brahmani in continuazione,

  10 	io fui mandato o re, dal kaurava grand'anima,
     	il re, signore di genti, figlio di Dhṛtarāṣṭra voi invita
     	nella mente ha desiderio il re che voi dobbiate assistere al sacrificio."

  11 	allora Yudhiṣṭhira il re, questo discorso del messaggero udito,
     	diceva quella tigre dei sovrani: " con fortuna il re Suyodhana, 
     	aumentando la sua fama celebri quell'ottimo sacrificio degli antichi,

  12 	noi pure andremo non però in questo momento,
     	noi dobbiamo mantenere l'accordo fino al tredicesimo anno."

  13 	ciò udendo dal dharmarāja, Bhīma queste parole diceva:
     	" se andrà dunque il sovrano Yudhiṣṭhira, il dharmarāja

  14 	nel fuoco acceso di armi e dardi, lui farà cadere,
     	nella sacra battaglia, il santo sovrano, passato il tredicesimo anno, 

  15 	quando il pāṇḍava verserà il burro dell'ira sui figli di Dhṛtarāṣṭra,
     	torna e riferisci questo a Suyodhana."

  16 	ma i restanti pāṇḍava, o re non dissero nulla di male,
     	e il messaggero di quanto accaduto informava il figlio di Dhṛtarāṣṭra,

  17 	quindi partirono i migliori dei sovrani, signori di nazioni,
     	e i brahmani venerabili, verso la città dei figli di Dhṛtarāṣṭra,

  18 	essi onorati secondo gli śāstra, secondo il varṇa e in ordine,
     	erano pieni di suprema meraviglia, e pure di piacere, o signore di uomini,

  19 	e pure Dhṛtarāṣṭra o re dei re, circondato da tutti i kaurava,
     	pieno di grande gioia, a Vidura si rivolgeva:

  20 	" a loro piacere tutta la gente o kṣattṛ, sia nutrita di cibo,
     	e sia soddisfatta nel luogo del sacrificio, e in tal modo velocemente sia ordinato."

  21 	Vidura così essendogli odinato, tutti i varṇa o uccisore di nemici,
     	secondo la propria autorità, quel saggio, quel sapiente del dharma, onorava,

  22 	con cibi e bevande di vario tipo, e con ghirlande profumatissime,
     	e di vesti di varia foggia, li forniva pieno di gioia.

  23 	il valoroso intanto compiuta la purificazione, secondo i riti, nel giusto ordine,
     	con gentili parole, il re dei re, e regalando varie ricchezze,
     	lasciava andare i sovrani e i brahmani a migliaia,

  24 	e licenziati i sovrani, circondato dai fratelli,
     	entrava in hāstinapura assieme a Karṇa e al saubala.
     


                              CCXLIII


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	i bardi celebravano l'incrollabile, o grande re, mentre entrava,
     	e pure le genti celebravano il migliore dei sovrani, quel grande arciere,

   2 	e di chicchi di riso e di fiori di sandalo pure innondandolo le genti,
     	dicevano: " fortuna a te, sia compiuto il sacrificio senza alcun ostacolo dai re."

   3 	altri là di felici parole, dicevano al signore della terra:
     	" il sacrificio di Yudhiṣṭhira non è pari questo sacrificio,
     	non merita la sedicesima parte di questo sacrificio."

   4 	così là dicevano alcuni di facili parole al signore di uomini,
     	ma gli amici dicevano là: "questo sacrificio a tutti e superiore,

   5 	Yayāti, e pure Nahuṣa, Māndhātṛ, e Bharata,
     	questo sacrificio compiendo, tutti purificati hanno raggiunto il cielo."

   6 	quelle dolci parole degli amici ascoltando o toro dei bhārata,
     	il sovrano entrava felice nella città sua residenza,

   7 	e inchinatosi allora ai piedi di padre e madre o signore di popoli,
     	e di Bhīṣma, di Droṇa e di Kṛpa, e del saggio Vidura,

   8 	e onorevolmente salutato dai fratelli minori quell'amato fratello,
     	sedeva nel principale seggio circondato dai fratelli,

   9 	a lui alzandosi o grande re, il figlio del sūta, diceva queste parole:
     	" fortuna sia a te, o migliore dei bhārata, che hai ottenuto questo grande sacrificio,

  10 	uccisi da te in battaglia i principi della terra il rājasūya ti sei 
     	procurato, io o migliore dei sovrani, ancora ti servirò."

  11 	a lui rispondeva il grande re, il gloriosissimo figlio di Dhṛtarāṣṭra:
     	" vero è quanto tu hai detto o valoroso, quando i pāṇḍava malanime

  12 	saranno uccisi, o migliore degli uomini, e pure acquisito il grande rito
     	del rājasūya, ancora tu allora mi servirai."

  13 	così avendo parlato quella grande mente, abbracciando Karṇa o bhārata,
     	il kaurava pensava al rājasūya al migliore dei sacrifici,

  14 	e il migliore dei sovrani diceva allora agli amici circostanti:
     	" quando io potrò avere quel ricchissimo rājasūya, il migliore dei sacrifici,
     	avendo ucciso tutti i pāṇḍava o voi kaurava?"

  15 	a lui diceva allora Karṇa: " ascoltami o eminente sovrano,
     	i miei piedi io non laverò, fintanto che non abbia ucciso Arjuna."

  16 	allora gridarono i grandi arcieri, i figli di dhṛtarāṣṭra grandi sul carro,
     	per la promessa da parte di Karṇa di uccidere Phalguna in battaglia,
     	e anche già vinti i pāṇḍava pensavano i figli di Dhṛtarāṣṭra,

  17 	ma Duryodhana o re dei re, lasciato quel toro fra gli uomini,
     	entrava nella sua casa come il potente dio delle ricchezze, il giardino di Citraratha,
     	e anche tutti i grandi arcieri, andarono alle loro dimore, o bhārata,

  18 	e i pāṇḍava grandi guerrieri, mossi dalle parole del messaggero,
     	pensando a lui così prospero, non ne ebbero felicità alcuna,

  19 	e ancora da spie o re dei re, del giuramento compiuto
     	dal conquistatore figlio del sūta, riguardo all'uccisione, essendo informati,

  20 	ciò udendo, il figlio di Dharma era scosso, o sovrano di uomini,
     	pensando a Karṇa dalla corazza invulnerabile, e dal portentoso valore, 
     	e pensando a queste dolorose cose, non trovava pace,

  21 	e a quel grand'anima pieno di pensieri, nacque l'idea, 
     	di abbandonare la selva dvaitavana piena di molte fiere e animali,

  22 	ma il sovrano figlio di Dhṛtarāṣṭra governava la terra,
     	assieme ai fratelli, e ai valorosi Bhīṣma Droṇa e Kṛpa,

  23 	unito a Karṇa il figlio del sūta glorioso in battaglia,
     	Duryodhana sempre piacevolmente vivendo quel sovrano,
     	venerava i principali savi, con sacrifici e abbondanti dakṣiṇa,

  24 	e quel tormentatore di nemici, o re, sempre compiva il bene dei fratelli,
     	avendo in mente quel valoroso, che il donare beni è il frutto della ricchezza.