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49. Udyogaparvan

( Il libro dei tentativi di pace. V, 1-21)

                              I


   1 	vaiśaṁpāyana disse:
     	quegli eroi kuru, celebrato il matrimonio di Abhimanyu coi loro felici partigiani,
     	riposando soddisfatti per quattro giorni, quindi si recarono al palazzo di Virāṭa,

   2 	il ricco palazzo del re dei matsya, era abbellito da supremi gioielli e da superbe perle,
     	con seggi fissi, e inghirlandato di fiori profumatissimi, a questo si recarono i grandi sovrani,

   3 	quindi si sedettero sui seggi per primi i due sovrani Virāṭa e Drupada,
     	e anziano e rispettato erano da tutti i principi, anche l'avo di Rāma e di Janārdana,

   4 	vicino dunque al re dei pāñcāla, vi era il principe dei śini, assieme al figlio di Rohiṇī,
     	e seduti vicino al re dei matsya Janārdana e Yudhiṣṭhira,

   5 	e tutti i figli del re Drupada, Bhīma e Arjuna, e i due figli di Mādrī,
     	e Pradyumna, e Sāmba, eccellenti in battaglia, e il figlio di Virāṭa con Abhimanyu,

   6 	tutti querrieri pari ai padri per valore, aspetto e forza,
     	i figli ancora fanciulli di Draupadī sedettero, su vari seggi incrostati d'oro,

   7 	quindi seduti che furono i grandi guerrieri, splendenti coi loro lucenti ornamenti,
     	quella perfetta assemblea di re appariva come il cielo, adornato dalle pure stelle,

   8 	quindi immersi nei discorsi, avendone fatti molti, quei capi tra gli uomini,
     	per un momento stettero a pensare, i sovrani guardando a Kṛṣṇa,

   9 	e finito ogni discorso furono ricondotti dal mādhava al diritto dei pāṇḍava,
     	quei leoni tra i re insieme ascoltarono, quelle importanti e opportune parole.

  10 	Kṛṣṇa disse:
     	“tutti voi sapete in verità come Yudhiṣṭhira nella partita a dadi dal figlio di Subala,
     	sia stato vinto con la frode, e privato del regno, e ancora dell'accordo fatto sull'esilio,

  11 	e che pur capaci di vincere rapidi la terra, siano stati fermi nella verità e nel retto agire,
     	di quella terribile promessa i figli di Pāṇḍu, primi tra i bhārata, per tredici anni,

  12 	e il tredicesimo molto difficile, furono nascosti secondo quell'accordo,
     	sopportando impossibili dolori, come fu detto e risaputo da voi,

  13 	passato ciò, a quanto sia meglio per il figlio di Dharma e anche per Duryodhana,
     	dunque pensate, per i kuru e i pāṇḍava e che sia onorevole e conforme al dharma,,

  14 	non conforme al dharma, neppure il regno dei celesti vorrebbe il dharmarāja,
     	e il trono conforme al dharma e all'artha anche di un solo villaggio egli accetterebbe,

  15 	voi sovrani sapete come il regno paterno gli fu preso dai figli di Dhṛtarāṣṭra,
     	e così per quell'ingannevole mezzo, egli cadde in una grande sventura insopportabile,

  16 	il pṛthāde non fu vinto in battaglia, dai figli di Dhṛtarāṣṭra per il loro valore,
     	ciò nondimeno il re coi suoi amici desidera solo il loro bene,

  17 	quanto da sé hanno conquistato i figli di Pāṇḍu e raccolto attaccando i sovrani,
     	questo chiedono questi eroici uomini, i figli di Kuntī e i due figli di Mādrī,

  18 	fin da fanciulli questi conquista-nemici, con vari mezzi si tentava di uccidere,
     	da questi crudeli malvagi che bramavano il regno, tutto ciò invero, voi lo sapete,

  19 	vedendo acresciuta la loro cupidigia, e la virtù interiore di Yudhiṣṭhira,
     	e anche vedendo le loro parentele, fatevi un opinione di ciascuno di loro,

  20 	questi sono sempre soddisfatti nella verità, rispettando l'accordo secondo le regole,
     	se dunque trattati altrimenti, essi ucciderebbero tutti i figli di Dhṛtarāṣṭra,

  21 	i re e gli amici conoscendo l'offesa a loro fatta, a loro accorreranno,
     	e in battaglia ne saranno alleati, e combatteranno pur se colpiti da nemici, 

  22 	e se voi pensate che loro siano pochi per poter vincere costoro,
     	riunitisi assieme a tutti gli amici, sarebbero in grado di distruggerli,

  23 	quale sia l'intezione di Duryodhana, e cosa voglia fare non si sa,
     	e non conoscendo l'intenzione del nemico, quale può essere la vostra opinione sul da farsi?

  24 	perciò là vada un uomo bennato, puro, di giusto e attento agire, 
     	messaggero capace di tenerli tranquilli, e di far dare la metà del regno a Yudhiṣṭhira.”

  25 	cessate le parole di Janārdana, pacifiche e imparziali, utili e unite al dharma,
     	iniziava a parlare suo fratello maggiore, molto onorando il suo discorso o re.
     


                              II


   1 	Baladeva disse:
     	“ voi avete udito il discorso del nato prima di Gada, quanto denso di dharma e di artha,
     	e fatto per il bene del senza-avversari, e pure per quello di Duryodhana,

   2 	a metà del regno rinunciando i valorosi figli di Kuntī a fare questo si sforzano,
     	dandone una metà il figlio di Dhṛtarāṣṭra, felice potrà rallegrarsi con noi,

   3 	e avendo ottenuto il regno quegli eroici uomini, messa una pietra sul passato,
     	certamente in pace felicemente saranno, e la loro pace è il benessere delle creature,

   4 	e di conoscere l'intenzione di Duryodhana, e di spiegare le parole di Yudhiṣṭhira,
     	se qualcuno là andasse per compiere la pace tra i kuru e i pāṇḍava io ne sarei felice,

   5 	egli consultandosi con Bhīṣma, il primo dei kuru, e con il saggio figlio di Vicitravīrya,
     	e con Droṇa e suo figlio, e con Vidura e Kṛpa, e con il re dei gāndhāra e col figlio del sūta,

   6 	e con tutti gli altri figli di Dhṛtarāṣṭra, e i principali dell'esercito, e con i santi uomini,
     	coi sovrani saldi nel proprio dharma, e gli esperti dei segni dei tempi,

   7 	con tutti questi insieme e convocati i cittadini e gli anziani,
     	pronunci un discorso con umiltà che sia propizio al bene del figlio di Kuntī,

   8 	in nessun caso li provochi, il loro possedimento essi tengono con forza,
     	quando Yudhiṣṭhira era in piena felicità, mentre era folle il regno gli fu preso ai dadi,

   9 	sconsigliato dai principali kuru, e da tutti gli amici e pure inesperto
     	l'ājamīḍha si impegnava a giocare con l'esperto giocatore figlio del re dei gāndhāra,

  10 	là vi erano migliaia di altri giocatori, con i quali Yudhiṣṭhira poteva vincere,
     	ma trascurati questi, egli giocava la partita con il figlio di Subala, e da lui fu vinto,

  11 	egli giocando, con quel giocatore ai dadi, sempre avversi,
     	infiammato, egli fu sconfitto incapace di vincere, qui nessun fallo vi è per Śakuni, 

  12 	perciò inchinandosi dica delle parole molto concilianti al figlio di Vicitravīrya, 
     	così che il figlio di Dhṛtarāṣṭra per il proprio utile possa essere d'accordo con quell'uomo.”

  13 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	mentre così parlava l'eroe dei madhu, il principe dei śini, improvvisamante si alzava,
     	e disapprovando le sue parole diceva furioso questo discorso:
     


                              III


   1 	Sātyaki disse:
     	“come è il cuore di un uomo così egli parla,
     	tu parli al modo in cui sei dentro al cuore,

   2 	vi sono uomini valorosi e vi sono dei codardi,
     	in queste due parti appaiono divisi gli uomini,

   3 	in una stessa famiglia può nascere il debole e il grande guerriero,
     	cosi come in uno stesso albero vi sono rami fruttuosi e no,

   4 	io non mi indigno per le parole che hai detto o tu dal vomere per insegna,
     	ma con quelli che ti hanno ascoltato io mi indigno o mādhava,

   5 	in che modo, uno che dice anche una piccola colpa del dharmarāja,
     	può senza paura ottenere di parlare in mezzo a questa assemblea?

   6 	invitando quel grand'anima degli esperti giocatori lo vinsero,
     	inesperto di dadi, e che si fidava di loro, come può essere una giusta vittoria?

   7 	se giunti nella sua casa mentre giocava coi suoi fratelli,
     	avessero vinto il figlio di Kuntī questo sarebbe giusto per loro,

   8 	ma invitando un re sempre fermo nel dharma kṣatriya,
     	e vincendolo con la frode, che cosa vi è di così giusto in essi?

   9 	come puo dunque inchinarsi quaggiù, fatta l'ultima puntata,
     	e libero dal soggiorno nella selva e pronto per il trono avito?

  10 	se pure Yudhiṣṭhira bramasse le ricchezze altrui,
     	anche così egli non dovrebbe assolutamente mendicare dal nemico,

  11 	come possono dirsi fedeli al dharma e non bramosi del regno,
     	quelli che dicono che hanno scoperto i kuntīdi dopo il loro esilio nella selva?

  12 	pur istruiti da Bhīṣma e da Droṇa grandi anime,
     	non si convincono di dare ai figli di Pāṇḍu l'eredità paterna, 

  13 	io con la forza in battaglia vincendoli con acute frecce,
     	li depositerei ai piedi del grand'anima figlio di Kuntī,

  14 	se essi non si convinceranno ad inchinarsi a quel saggio,
     	andrannno incontro alla dimora di Yama coi loro consiglieri,

  15 	essi, l'impeto di Yuyudhāna sceso a combattere,
     	non sono in grado di sostenere, come i monti quello della folgore,

  16 	chi può eguagliare in battaglia l'armato dell'arco gāṇḍīva?
     	e chi l'armato del disco, e chi me stesso? e chi l'invincibile Bhīma?

  17 	e i gemelli dal ferreo arco, splendidi entrambi come Yama,
     	chi li può vincere? e chi può assalire Dhṛṣṭadyumna figlio di Drupada?

  18 	e chi i cinque figli di Draupadī e dei pāṇḍava, fonti di gloria?
     	che sono della stessa misura dei pāṇḍava e con uguale valore e furia?

  19 	e il figlio di Subhadra, grande arciere, imbattibile pure degl'immortali?
     	e Gada, Pradyumna, e Sāmba, simili al fato, al fulmine e al fuoco?

  20 	noi il figlio di Dhṛtarāṣṭra assieme a Śakuni,
      	e a Karṇa uccidendo in battaglia, consacreremo nel regno i pāṇḍava,

  21 	non è contro il dharma chi uccide i nemici armati,
     	contro il dharma e disonorevole è supplicare i nemici,

  22 	fate con cura dunque il compito che è desiderato da lui,
     	preso dunque il regno da Dhṛtarāṣṭra lo ottenga il pāṇḍava,

  23 	o oggi il figlio di Pāṇḍu Yudhiṣṭhira otterrà il regno,
     	o tutti loro uccisi in battaglia giaceranno al suolo.”
     


                              IV


   1 	Drupada disse:
     	“ così questo sarà senza dubbio o grandi-braccia,
     	Duryodhana certo non darà il regno con la gentilezza,

   2 	e in questo lo seguirà Dhṛtarāṣṭra per amore del figlio,
     	e Bhīṣma e Droṇa per compassione e per stupidità i figli di Rādhā e di Subala,

   3 	il discorso di Baladeva non è in accordo a quanto io conosco,
     	questo dovrebbe fare un uomo che desideri agire bene,

   4 	non si può in alcun modo parlare al figlio di Dhṛtarāṣṭra con dolci parole,
     	quel cuore malvagio non è conquistabile dalla dolcezza, io ritengo,

   5 	si può usare la dolcezza coll'asino, ma si deve agire con durezza coi buoi,
     	uno che con dolci parole parlasse al cuore nero di Duryodhana,

   6 	quel malvagio lo penserebbe parlare dolcemente per scarso potere,
     	quello sciocco penserebbe di averlo gia vinto uno che non fosse fiero, 

   7 	questo dunque faremo: sia compiuto uno tentativo, qui
     	spediamo messaggeri agli amici che uniscano le loro forze a noi,

   8 	a Śalya, a Dhṛṣṭaketu, a Jayatsena, e al principe
     	di tutti i kekaya, siano mandati veloci messaggeri,

   9 	anche Duryodhana si muoverà in ogni luogo,
     	le persone virtuose daranno priorità a quelli giunti per primi,

  10 	perciò con grande fretta per primi la richiesta ai sovrani,
     	deve essera fatta e portata, questa è la mia opinione,

  11 	a Śalya sia mandato in fretta e a quei re che sono suoi alleati,
     	e al re Bhagadatta, e che abita la costa orientale del mare,

  12 	e al fiero figlio di Hṛdika, dall'infinita energia e ad Āhuka,
     	e a Malla dalla grande saggezza e al signore Rocamāna,

  13 	sia cercato Bṛhanta e il principe Senābindu,
     	e Pāpajit, e Prativindhya, Citravarman, Suvāstuka,

  14 	Bāhlīka, Muñjakeśa, e il principe dei cedi,
     	Supārśva, e Subhāhu, e Paurava, grande col carro,

  15 	e i sovrani dei śaka, dei pahlava, e dei darada,
     	e quelli dei kāmboja e dei ṛṣika, e dei paścimānūpaka,

  16 	e Jayatsena, e il re dei kāśi , e i sovrani dei cinque fiumi,
     	e l'imbattibile figlio di Krātha, e i sovrani che sono sui monti,

  17 	Jānaki, e Suśarman, e Maṇimat, e Pautimatsyaka,
     	e il sovrano dei pāṃsurāṣṭra e il valente Dhṛṣṭaketu,

  18 	e Aundra, Daṇḍadhāra, e il possente Bṛhatsena,
     	Aparājita, e Niṣāda, e Śreṇimat, e pure Vasumat,

  19 	Bṛhadbala, di grande energia, e Bāhu conquistatore di città nemiche,
     	e il re Samudrasena col suo valente figlio,

  20 	e Adāri, e Nadīja e il principe Karṇaveṣṭa,
     	e Samartha e Suvīra, Mārjāra e Kanyaka,

  21 	e Mahāvīra, e Kadru, e Nikara e Tumula e Kratha,
     	e Nīla e Vītadharma, e Bhūmipāla il possente,

  22 	e l'invincinbile Dantavaktra, e Rukmin, e Janamejaya,
     	e Āṣāḍha veloce come il vento, e il principe Pūrvapālin,

  23 	e il devaka Bhūritejas, e il figlio di Ekalavya,
     	e i re kārūṣa, e i possente Kṣemadhūrti,

  24 	e Udbhava, e Kṣemaka, e il principe Vāṭadhāna,
     	e Śrutāyu, e Dṛḍhāyu, e il valente figlio di Śālva,

  25 	e il principe signore dei kaliṅga, Yuddhadurmada,
     	a questi siano mandati velocemente messaggi, questo io ritengo,

  26 	il brahmano che è il mio purohita o re rapidamente,
     	sia mandato da Dhṛtarāṣṭra e a lui siano consegnate le parole,

  27 	che debba dire a Duryodhana, e al sovrano figlio di Śaṃtanu,
     	e a Dhṛtarāṣṭra e a Droṇa il migliore dei saggi.”
     


                              V


   1 	Vāsudeva disse:
     	“opportune sono le tue parole o capo dei somaka,
     	fatte per il bene del re pāṇḍava dal grande splendore,

   2 	questa è la prima cosa da fare per noi e dobbiamo compierla, 
     	agire altrimenti sarebbe azione di uomo infantile,

   3 	ma comunque i kuru e i figli di Pāṇḍu hanno con noi uguale parentela,
     	quanto è desiderabile per i pāṇḍava e per loro compiamo,

   4 	tutti noi qui siamo condotti per il matrimonio o signore,
     	fatto il matrimonio, contenti andiamo alle nostre case,

   5 	tu signore sei il più anziano dei re per vigore e sapienza,
     	noi tutti siamo come tuoi scolari, senza alcun dubbio,

   6 	e di te Dhṛtarāṣṭra sempre ha molta stima,
     	amico sei dei due maestri Droṇa e Kṛpa,

   7 	dunque signore manda un messaggio oggi in favore dei pāṇḍava,
     	noi tutti saremo d'accordo su quanto tu manderai,

   8 	se così il toro dei kuru rettamente farà la pace,
     	con la fratellanza non vi sarà grande distruzione dei kuru e dei pāṇḍava,

   9 	ma se il figlio di Dhṛtarāṣṭra pieno di orgoglio non uscirà dall'errore,
     	avendo mandato messaggi agli altri, richiamaci di nuovo,

  10 	allora lo sciocco Duryodhana, coi suoi consiglieri e parenti,
     	la morte troverà quel folle dall'irato possessore del gāṇḍīva.”

  11 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	quindi onorato il principe vṛṣṇi il sovrano Virāṭa,
     	lo mandava a casa assieme al suo seguito e ai parenti,

  12 	e mentre Kṛṣṇa raggiungeva dvārakā, Yudhiṣṭhira e i suoi seguaci
     	e il sovrano Virāṭa preparavano tutto per la guerra,

  13 	quindi Virāṭa assieme ai suoi parenti mandava messaggi
     	a tutti i sovrani della terra e lo stesso faceva il re Drupada,

  14 	e per invito dei leoni dei kuru e dei matsya e dei pāñcāla,
     	giunsero dei fortissimi signori della terra con la gioia nel cuore,

  15 	e avendo saputo che un grande esercito si recava dai figli di Pāṇḍu,
     	anche il figlio di Dhṛtarāṣṭra riuniva dei sovrani,

  16 	e tutta la terra o re, a motivo dei kuru o dei pāṇḍava,
     	interamente si riempiva delle partenze dei sovrani,

  17 	gli eserciti di questi valorosi arrivavano continuamente,
     	e quasi disturbavano la dea terra coi suoi monti e foreste,

  18 	quindi il re pāñcāla il suo purohita anziano per saggezza e vigore,
     	mandava dai kuru, sentito quindi l'opinione di Yudhiṣṭhira.
     


                              VI


   1 	Drupada disse:
     	“ i viventi sono i migliori tra gli esseri, gli intelligenti lo sono fra i viventi,
     	gli uomini sono i migliori fra gli intelligenti, i due volte nati fra gli uomini,

   2 	i sapienti i migliori fra i ri-nati, e fra i sapienti quelli di compiuta saggezza,
     	tu per me o signore sei il primo tra questi saggi,

   3 	tu sei distinto per stirpe, per vigore e sapienza,
     	non inferiore per saggezza sei, a Śukra e al figlio di Aṅgiras,

   4 	e tu conosci tutto di come si comporta il kaurava,
     	e di come si comporta il pāṇḍava Yudhiṣṭhira, figlio di Kuntī,

   5 	con la conoscenza di Dhṛtarāṣṭra, i pāṇḍava furono imbrogliati dai nemici,
     	e pure ammonito da Vidura, egli seguiva il volere del figlio,

   6 	Śakuni con premeditazione invitava il figlio di Kuntī,
     	inesperto di dadi, puro, fermo nel codice kṣatriya, lui essendo esperto giocatore, 

   7 	essi dunque imbrogliarono il figlio di Dharma Yudhiṣṭhira,
     	sotto nessuna condizione daranno il regno da sé stessi,

   8 	tu parlando a Dhṛtarāṣṭra con parole aderenti al dharma,
     	certamente fermerai le menti dei suoi soldati,

   9 	e pure Vidura rinforzerà le tue parole,
     	e una divisione sorgerà tra Bhīṣma, Droṇa e Kṛpa,

  10 	e con i consiglieri divisi e i soldati maldisposti,
     	il loro agire non avrà una causa comune,

  11 	nel frattempo i pṛthādi felicemente uniti nel loro obiettivo,
     	completeranno l'esercito e la preparazione delle cose necessarie,

  12 	divisi nelle loro cose e mentre tu sei su di loro,
     	essi non prepareranno l'esercito, non vi è alcun dubbio,

  13 	questo mezzo avrà qui efficacia,
     	forse Dhṛtarāṣṭra può seguire le tue parole secondo il dharma,

  14 	tu aderendo al dharma e nel dharma agendo verso di loro,
     	raccontando per impietosirli, delle vicessitudini dei pāṇḍava,

  15 	e con gli anziani parlando del dharma famigliare, praticato dagli antichi,
     	questo colpirà i loro cuori, per me non vi è qui dubbio alcuno,

  16 	non aver alcun timore tu sei un sapiente brahmano,
     	intento nel compito di messaggero, e inoltre venerabile e anziano,

  17 	tu dunque o signore, in un momento favorevole del giorno e degli astri,
     	parti veloce verso i kaurava, per il bene e il successo del kuntīde.”

  18 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	così comandato dal grand'anima Drupada, partiva
     	il purohita di buona virtù, verso la citta che ha nome dagli elefanti.
     


                              VII


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	partiti per dvāravatī il mādhava Kṛṣṇa e Baladeva,
     	assieme ai tutti i vṛṣni e andhaka, e alle centinaia di bhoja,

   2 	tutte le vicende dei pāṇḍava venne a sapere
     	il re figlio di Dhṛtarāṣṭra, attraverso messaggeri e apposite spie,

   3 	egli avendo saputo che il mādhava era partito con veloci destrieri,
     	egli con forze non troppo ampie andava verso la città di dvārakā,

   4 	e nello stesso giorno il kuntīde, il rampollo di Pāṇḍu,
     	il conquista-ricchezze, era partito per la bella città degli ānarta,

   5 	quelle due tigri fra gli uomini, rampolli dei kuru, raggiunta dvārakā
     	addormentato trovavano Kṛṣṇa e si avvicinavano al suo letto,

   6 	quindi Suyodhana si sedeva sul letto del Govinda,
     	alla testa del letto di Kṛṣṇa si sedeva sul prezioso letto,

   7 	quindi il coronato dopo di lui entrava dal grand'anima, 
     	e si fermava ai piedi di Kṛṣṇa inchinato a mani giunte,

   8 	svegliandosi il vṛṣṇi, vide per primo il coronato,
     	egli dato i benvenuto ai due onorandoli secondo il merito,
     	quindi chiedeva il motivo del loro arrivo l'uccisore di Madhu,

   9 	allora Duryodhana sorridendo diceva a Kṛṣṇa:
     	“ in questa discordia, signore tu mi devi dare il tuo aiuto,

  10 	pari è la tua amicizia verso di me e verso Arjuna,
     	e uguale pure la tua  parentela con noi o mādhava,

  11 	e io oggi sono arrivato per primo da te o uccisore di Madhu,
     	 al primo arrivato i virtuosi danno la precedenza,

  12 	e tu di gran lunga il migliore dei virtuosi al mondo oggi, o Janārdana,
     	sei sempre considerato, quindi segui la condotta dei virtuosi.”

  13 	Kṛṣṇa disse:
     	“ tu signore qui sei giunto per primo non ho alcun dubbio,
     	ma per primo io ho visto o re, il pṛthāde, il conquista-ricchezze,

  14 	e per il tuo precedente arrivo e pure per aver visto lui per primo
     	io con voi due farò alleanza o Suyodhana,

  15 	soddisfazione ai più giovani per primo occorre dare, così si dice, 
     	perciò per primo soddisfazione merita il pṛthāde, il conquista-ricchezze,

  16 	vi è una grandissima schiera di mandriani pari a me per fermezza,
     	nārāyaṇa essi sono chiamati, e sono tutti guerrieri in battaglia,

  17 	questi soldati invincibili in battaglia siano dunque di uno solo di voi,
     	e io da solo non combattente in battaglia deposte le armi, dell'altro,

  18 	una di queste due cose o pṛthāde quella che hai più nel cuore,
     	scegli o signore per primo secondo il dharma tu devi scegliere.”

  19 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	così apostrofato da Kṛṣṇa il figlio di Kuntī, il conquista-ricchezze,
     	sceglieva il lunghi-capelli da solo disarmato in battaglia,

  20 	e avendo acquisito migliaia di migliaia di soldati o bhārata,
     	pur sapendo di aver perso Kṛṣṇa, ne ebbe una suprema gioia

  21 	il principe Duryodhana per aver acquistato l'intero esercito,
     	quindi egli dalla terribile forza si recava dal figlio di Rohiṇī fortissimo,

  22 	e lo scopo della sua visita a lui illustrava,
     	e il śauri così rispondeva al figlio di Dhṛtarāṣṭra:

  23 	“ tu ogni cosa devi sapere o tigre fra gli uomini
     	che io ho detto allora al matrimonio nel palazzo di Virāṭa,

  24 	parlando in contrasto con signore-dei-sensi in tuo favore o rampollo dei kuru,
     	ripetutamente o re, come per me sia uguale la parentela,

  25 	a queste mie parole il lunghi-capelli non assentiva,
     	e io non posso senza Kṛṣṇa, compiere anche una piccola cosa,

  26 	io non sarò alleato né dei pṛthādi e neppure di Duryodhana,
     	questa è la mia ferma decisione guardando anche a Vāsudeva,

  27 	tu sei nato nella discendenza dei bhārata onorata da tutti i principi,
     	va dunque combatti secondo il dharma kṣatriya, o toro dei bhārata.”

  28 	così apostrofato allora abbracciando l'armato di vomere,
     	e sapendo Kṛṣṇa disarmato, pensava che nella guerra fosse conquistata la vittoria,

  29 	il sovrano figlio di Dhṛtarāṣṭra si recava da Kṛtavarman,
     	e Kṛtavarman gli dava un esercito formato da un akṣauhiṇī,

  30 	quel rampollo dei kuru da tutta quella terribile armata, 
     	circondato, felice partiva deliziando gli amici,

  31 	e partito Duryodhana, Kṛṣṇa diceva al coronato:
     	“ per quale motivo tu hai scelto me disarmato?”

  32 	Arjuna disse:
     	“ tu sei in grado di distruggere tutti quelli, non vi è qui dubbio alcuno,
     	e io pure da solo sono in grado di distruggerli o migliore degli uomini,

  33 	tu sei celebre al mondo e sei coperto di gloria,
     	e pure io desidero la gloria, perciò ti ho scelto,

  34 	che tu possa essere il mio auriga questo è sempre stato il mio pensiero,
     	e dopo molto tempo tu puoi esaudire questo mio desiderio.”

  35 	Vāsudeva disse:
     	“è giusto o pṛthāde che tu possa competere con me,
     	io sarò dunque il tuo auriga, sia esaudito il tuo desiderio.”

  36 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	così pieni di gioia il pṛthāde allora, assieme a Kṛṣṇa,
     	circondato dai principi dāśārha ritornava da Yudhiṣṭhira.
     


                              VIII


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	Śalya, informato dai messaggeri, circondato da un grande esercito,
     	assieme ai figli grandi guerrieri, marciava verso i pāṇḍava o re,

   2 	il suo esercito era lungo più di mezzo yojana, 
     	un tale ampio esercito portava quel toro fra gli uomini,

   3 	guerrieri dalle variopinte armature, dai vari archi e stendardi,
     	tutti variamente adornati, tutti con bei carri e cavalli,

   4 	eroi adornati e vestiti coi loro costumi, a centinaia di migliaia,
     	i generali del suo esercito erano tori fra gli kṣatriya,

   5 	facendo impaurire i viventi, e quasi facendo tremare il suolo,
     	egli di tanto in tanto facendo riposare l'esercito viaggiava verso i pāṇḍava,

   6 	allora Duryodhana saputo che il grande guerriero con grandi schiere,
     	arrivava, andandogli incontro in persona, lo onorava o bhārata

   7 	e Duryodhana faceva preparare per onorarlo dei padiglioni
     	ben adornati con gemme variopinte, in bellissimi luoghi, 

   8 	ed egli raggiunti quei padiglioni era venerato come un'immortale,
     	dai servi di Duryodhana, di luogo in luogo, secondo il suo rango,
     	raggiungeva un altro padiglione, splendido come dimora di dèi,

   9 	egli profuso di questi nobili riguardi quasi divini,
     	pensava sé stesso superiore al distruggi-fortezze quasi disdegnava il dio,

  10 	e chiedeva allora contento quel toro fra gli kṣatriya ai servi:
     	“chi sono gli uomini di Yudhiṣṭhira che fecero questi padiglioni?
     	i costruttori siano qui condotti, io ritengo meritino dei doni.”

  11 	e Duryodhana nascosto si mostrava allora allo zio materno,
     	il re dei madra, vedutolo, riconosceva i suoi sforzi,
     	e abbracciatolo, diceva contento: “ accetta quanto tu desideri.”

  12 	Duryodhana disse:
     	“ siano vere le tue parole o nobilissimo, questa grazia sia a me data,
     	tu devi diventare il comandante di tutto il mio esercito.”

  13 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	“così sia!” disse Śalya, “quale altra cosa vuoi sia fatta?”
     	“così sia fatto!” ripetutamente rispondeva il figlio di Gāndhārī,

  14 	egli quindi salutato Śalya, di nuovo tornava alla sua città
     	e Śalya si recava dal kuntīde per riferirgli del suo agire,

  15 	e raggiunta upaplavya, ed entrato nell'accampamento,
     	Śalya là scorgeva tutti i pāṇḍava,

  16 	e avvicinato il grandi-braccia Śalya dai figli di Pāṇḍu,
     	l'acqua per i piedi e il dono di una vacca secondo costume accettava,

  17 	quindi il re dei madra, uccisore di nemici, prima chiese come stavano,
     	e pieno di supremo piacere abbracciando Yudhiṣṭhira,

  18 	e quindi Bhīma ed Arjuna, e quindi i due felici gemelli figli della sorella,
     	e sedutosi su un seggio, Śalya diceva al pṛthāde:

  19 	“ la tua salute o tigre fra i re, com'è o rampollo dei kuru?
     	per fortuna sei libero dall'esilio nella foresta, o migliore dei conquistatori,

  20 	difficile è risiedere o re, nella foresta deserta di gente,
     	assieme ai fratelli o re dei re, e con questa Kṛṣṇā,

  21 	e duro è abitare senza essere scoperti e difficile a farsi,
     	dolorosa è la perdida del regno o bhārata e dov'è allora la felicità?

  22 	dopo questo grande dolore procuratoti dal figlio di Dhṛtarāṣṭra,
     	la gioia otterrai o re uccidendo i tuoi avversari, o tormenta-nemici,

  23 	tu conosci o grande re, la verità del mondo o sovrano di uomini,
     	per questo in te non vi sia mai alcuna avidità o figlio.”

  24 	quindi il re a lui raccontava dell'incontro con Duryodhana,
     	e tutto quello che era obbligo fare e il dono dato o bhārata.

  25 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“ben fatto o re, quanto tu compiuto con animo felice, 
     	che hai fatto quella promessa a Duryodhana o valoroso,
     	io solo una cosa ti chiedo sia fatta, fortuna sia te o signore della terra,

  26 	tu quaggiù o grande re, sei pari a Vāsudeva in battaglia,
     	iniziato che sia il duello tra Karṇa e Arjuna o migliore dei re,
     	di Karṇa tu sarai senza dubbio l'auriga,

  27 	là Arjuna sia da te protetto o re se mi vuoi bene,
     	tu devi deprimere l'energia dei figlio del sūta dando la vittoria noi,
     	questo atto pur improprio tu devi compiere o zio.”

  28 	Śalya disse:
     	“ascoltami o pāṇḍava fortuna sia te, che mi dici di deprimere
     	l'energia di quel mavagio figlio di sūta in battaglia,

  29 	io certamente sarò in battaglia il suo auriga,
     	egli mi ritiene da sempre pari a Vāsudeva,

  30 	io o tigre dei kuru, delle parole contrarie e svantaggiose, a lui 
     	certamente dirò mentre si accinge a combattere sul campo,

  31 	e quando lui abbia perduto l'orgoglio e la sua forza o pāṇḍava,
     	sarà facile ucciderlo, io ti dico il vero,

  32 	così io agirò come tu figlio, mi hai chiesto,
     	e quanto altro di bene io posso, questo io compirò per te,

  33 	e il dolore che tu hai avuto nella partita a dadi assieme a Kṛṣṇā,
     	e le crudeli parole pronunciate dal figlio del sūta,

  34 	e le offese da parte di Jaṭāsura e di Kīcaka o illustrissimo,
     	sofferte da Draupadī sventure interamente come quelle di Damayantī,

  35 	tutto questo dolore o valoroso, porterà felicità in futuro,
     	non devi aver qui preoccupazione alcuna, sappi che le più forti

  36 	grandi anime cadono nei dolori o Yudhiṣṭhira,
     	e pure agli dèi accadono dolori, o signore della terra,

  37 	si è udito pure che al grand'anima Indra o re, assieme alla moglie,
     	al re degli dèi stesso, capitava un grande dolore.”
     


                              IX


   1 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“ in che modo Indra, il re degli dèi, grand'anima assieme alla moglie,
     	in un dolore supremamente duro incorse? questo io vorrei sapere.”

   2 	Śalya disse:
     	“ascolta o re, questa antica storia accaduta nei tempi remoti,
     	di come Indra con sua moglie incorse in un dolore o bhārata, 

   3 	era Tvaṣṭṛ, il signore delle creature, il migliore degli dèi, intento in grande ascesi,
     	egli, offeso da Indra dunque creava un figlio dotato di tre teste,

   4 	Viśvarūpa dal grande splendore, bramava il trono di Indra,
     	con le sue tre terribili faccie simili per splendore a sole e luna,

   5 	con una studiava i veda, con una beveva la bevanda surā,
     	e con la terza tutti i luoghi osservava quasi bevendoli,

   6 	egli asceta, gentile, controllato, e intendo nel tapas e nel dharma,
     	praticava un grande duro tapas, difficile a farsi o uccisore di nemici,

   7 	e vedendo la sincera forza del tapas, di costui dall'infinito splendore,
     	Śakra cadde nella presoccupazione: 'che lui non divenga il re!

   8 	in che modo si possa attaccare ai beni e più non pratichi il grande tapas?
     	crescendo quel tre-teste, potrebbe ingoiare l'intero trimundio.'

   9 	così pensando a lungo quel sapiente, o toro dei bhārata,
     	ordinava alle apsaras di sedurre il figlio di Tvaṣṭṛ:

  10 	' in modo che il tre-teste si attacchi violentemente ai piaceri dell'amore,
     	rapidamente agite, andate a sedurlo immediatamente,

  11 	con abiti procaci, coi vostri bei culetti, e usando maniere seduttive,
     	seducetelo, fortuna sia a voi, e calmate i miei timori,

  12 	io non mi sento sicuro da lui o bellissime,
     	questo mio terribile timore distruggete rapidamente o dolcezze.'

  13 	le apsaras dissero:
     	' così noi ci sforzeremo o Śakra di sedurlo,
     	in modo che tu non cada nel timore o uccisore di Bala,

  14 	lui che siede in grande ascesi, può quasi bruciare cogli occhi,
     	ma noi tutte insieme o dio, andremo a sedurlo,
     	e tenteremo di conquistarlo, e di scacciare i tuoi timori.'”

  15 	Śalya disse:
     	“ da Indra comandate, si recarono vicino al tre-teste,
     	e là in varie maniere con i loro splendidi corpi lo seducevano, 
     	con danze e mostrando la bellezza delle loro membra, 

  16 	si comportavano con gioia, ma il grande asceta non le avvicinava,
     	tenendo sotto controllo i propri sensi come un mare pieno d'acqua,

  17 	esse dopo aver fatto grandi tentativi, di nuovo tornavano da Śakra,
     	e tutte a mani giunte allora dicevano al re degli dèi:

  18 	' noi non siamo in grado si smuovere dalla fermezza quell'invincibile o potente,
     	quanto tu debba fare o glorioso, sia fatto immantinente.'

  19 	Śakra onorate le apsaras le licenziava quel grande saggio,
     	e meditava su come potesse uccidere quel grand'anima,

  20 	in silenzio pensava il potente e valoroso re degli dèi,
     	e con intelligenza egli trovava un mezzo per uccidere il tre-teste:

  21 	' io scaglierò su di lui oggi la mia folgore e lui rapidamente morirà,
     	un nemico forte non deve essere trascurato, e neppure uno debole dal più forte.'

  22 	e meditando sugli śāstra prese la ferma decisione di ucciderlo,
     	allora la folgore simile al fuoco, tremenda, fonte di paura, 
     	scagliava Śakra furioso, contro il tre-teste,

  23 	egli cadeva ucciso dalla folgore, fortemente colpito,
     	come il picco di una montagna scagliato a terra,

  24 	e vedendolo colpito dalla folgore giacere immobile,
     	nessun conforto aveva il re degli dèi, illuminato dallo splendore di quello, 
     	pur ucciso, acceso di luce e come vivo appariva,

  25 	ma lì vicino il signore di Śacī un taglialegna intento al suo lavoro
     	scorgeva e gli diceva in fretta il punitore di Pāka:
     	' rapidamente taglia le sue teste, obbedisci al mio ordine.'

  26 	il taglialegna disse:
     	'egli ha grandi spalle l'ascia non avrà sufficente forza,
     	e io non posso fare un'azione proibita dai virtuosi.'

  27 	Indra disse:
     	'non temere rapidamente obbedisci ai miei ordini,
     	per mia grazia la tua arma diverrà come la folgore,'

  28 	il taglialegna disse:
     	'chi devo sapere che sei tu, che compi oggi questa terribile azione?
     	questo vorrei sapere, dimmi dunque la verità.'

  29 	Indra disse:
     	' io sono Indra il re degli dèi, questo sappi,
     	compi dunque quanto ti ho detto o taglialegna, non esitare.'

  30 	il taglialegna disse:
     	' perché o Śakra non ti vergogni di questa crudele azione?
     	avendo ucciso il figlio di un ṛṣi non temi tu la colpa dell'uccidere un brahmano?'

  31 	Indra disse:
     	' in seguito io compirò un difficile atto di purificazione,
     	è un nemico di grande potenza, che io ho ucciso con la folgore,

  32 	e ora io in ansia ho timore di lui o taglialegna,
     	rapidamente taglia le sue teste, tu ne avrai un beneficio

  33 	gli uomini nei sacrifici ti daranno in sorte la testa della vittima, 
     	questo sarà il tuo beneficio, o taglialegna, fai quanto mi è caro.'”

  34 	Śalya disse:
     	“ udite queste parole del grande Indra allora il taglialegna
     	le teste del tre-teste con la scure tagliava,

  35 	e tagliate le teste, dal tre-teste allora uscivano
     	fagiani, pernici, e sparvieri da ogni parte,

  36 	da quella con cui studiava i veda e beveva il soma,
     	da quella sua bocca uscivano rapidamente dei fagiani,

  37 	da quella con cui tutti i luoghi guardava come bevendoli o re,
     	da quella sua bocca uscivano le pernici o pāṇḍava,

  38 	e dalla bocca del tre-teste, con cui beveva la bevanda surā, 
     	da quella sua bocca uscivano gli sparvieri o toro dei bhārata,

  39 	quindi tagliate quelle teste, il dio delle nuvole si calmava,
     	e felice tornava nel terzo cielo, e pure il taglialegna tornava a casa,

  40 	Tvaṣṭṛ il signore delle creature, saputo che Śakra aveva ucciso il figlio,
     	con gli occhi rossi d'ira queste parole diceva:

  41 	' mio figlio era sempre intento al tapas, pacifico, controllato, dai vinti sensi,
     	innoffensivo, poiché egli ha voluto ucciderlo,

  42 	allora per uccidere Śakra io genererò Vṛtra,
     	che i mondi vedano la mia potenza, e la grande forza del mio tapas,
     	e lo stesso veda il malvagio e crudele re degli dèi.'

  43 	quindi irato quell'asceta dal grandissimo splendore, spruzzandosi,
     	e avendo offerto ad Agni, creava il terribile Vṛtra e diceva:
     	' o nemico di Indra cresci per il potere del mio tapas.'

  44 	egli cresceva raggiungendo il cielo, simile a Sūrya e al fuoco vaiśvānara,
     	“che debbo fare io?” così diceva ascendendo come il sole finale,
     	“uccidi Śakra!” e così apostrofato egli si recava al terzo cielo,

  45 	e allora tra Vṛtra e il Vāsava, sorgeva una lotta, 
     	tra quei due infuriati, una lotta terribile e costante o migliore dei kuru,

  46 	quindi il valoroso Vṛtra afferrava il cento-riti, il signore degli dèi,
     	e coprendolo lo afferrava con la bocca pieno di furia Vṛtra,

  47 	ed essendo Śakra afferrato dalla bocca di Vṛtra, tremavano i tre cieli,
     	e i grandi esseri emisero uno sbadiglio per distruggere Vṛtra,

  48 	e mentre allora Vṛtra sbadigliava, dalla sua bocca aperta,
     	le proprie membra riducendo usciva l'uccisore di Bala,
     	da allora in poi nei mondi lo sbadiglio è unito ai viventi,

  49 	gioirono tutti i celesti vedendo uscire Śakra,
     	quindi iniziava di nuovo la lotta tra Vṛtra e il Vāsava,
     	entrambi furiosi in quella terribile e lunga lotta o toro dei bhārata,

  50 	e quando Vṛtra dotato di grande forza prevaleva sul campo,
     	per la forza del tapas di Tvaṣṭṛ, allora Śakra si ritirava,

  51 	e mentre si ritirava, gli dèi cadevano in grande apprensione,
     	assieme a Śakra, colpiti dalla potenza di Tvaṣṭṛ,
     	e si consultarono tutti coi muni, o bhārata:

  52 	'che si può fare?' così essi o re pensando confusi dalla paura,
     	tutti rivolsero la mente al grand'anima, all'immutabile Viṣṇu,
     	mentre tutti sedevano sulla cima del mandara cercando la morte di Vṛtra. 
     


                              X


   1 	Indra disse:
     	' l'intero eterno universo o dèi, è occupato da Vṛtra,
     	nulla che esista può competere con lui, per poterlo uccidere,

   2 	io un tempo ero in grado, ma ora non ne sono più capace,
     	che possiamo fare? fortuna sia voi, inavvicinabile io lo credo,

   3 	è potente quel grand'anima, e in battaglia è dall'impreggiabile valore,
     	egli potrebbe ingoiare l'intero trimundio con dèi, asura e uomini,

   4 	perciò ascoltate la mia decisione o abitanti del cielo,
     	alla residenza di Viṣṇu recandoci, e unendoci al grand'anima,
     	con lui consultandoci, cerchiamo un mezzo di uccidere quel malvagio.'"

   5 	Śalya disse:
     	“ così apostrofati dal dio delle nuvole, gli dèi assieme alle schiere dei ṛṣi,
     	andarono a cercar rifugio presso il dio Viṣṇu dalla grande forza,

   6 	e tutti dicevano al signore degli dèi Viṣṇu, presi dalla paura di Vṛtra:
     	' da te i mondi furono percorsi con tre passi o potente,

   7 	e da te ripresa l'amṛta o Viṣṇu, e uccisi i daitya in battaglia,
     	e punito Bali il grande daitya, Śakra facesti signore degli dèi,

   8 	tu sei il signore di tutti i mondi, da te tutto questo è stato esteso,
     	tu o dio, sei il grande dio venerato da tutti i mondi,

   9 	sii dunque la risorsa di tutti gli dèi assieme a Indra o migliore degli immortali,
     	tutto questo intero universo è stato preso da Vṛtra o uccisore di asura.'

  10 	Viṣṇu disse:
     	' certamente io compirò il vostro bene supremo,
     	perciò vi dirò con quale mezzo egli morirà,

  11 	andate assieme a ṛṣi e gandharva, dove si trova quell'essere che ogni forma porta,
     	e la pace cercate con lui, e allora vincetelo,

  12 	lo scopo finale o dèi, con la mia potenza, sarò di Śakra,
     	invisibile, io entrerò nella sua folgore, la più potente delle armi,

  13 	andate dunque coi ṛṣi e i gandharva, o ottimi dèi,
     	e fate in fretta la pace tra Vṛtra e Śakra.' “

  14 	Śalya disse:
     	“ così apostrofati dal dio, i trenta dèi e i ṛṣi,
     	andarono a incontrarlo tutti insieme, con Śakra in testa,

  15 	e giunti a lui vicini tutti quei potenti allora,
     	a lui splendente di luce che illuminava le dieci direzioni,

  16 	che quasi inghiottiva i tre mondi, simile al sole e alla luna,
     	gli dèi assieme a Śakra videro là Vṛtra,

  17 	e i ṛṣi allora avvicinatisi a Vṛtra dicevano dolci parole:
     	'coperto dal tuo splendore è l'intero universo o invincibile,

  18 	ma tu non sei in grado di vincere il Vāsava dal potente valore,
     	e lottando voi due, grandissimo tempo è passato quaggiù,

  19 	e ne sono oppresse tutte le creature con dèi, asura, e uomini,
     	vi sia dunque eterna amicizia fra te o Vṛtra e Śakra,
     	e tu otterrai felicemente gli esterni mondi di Śakra.'

  20 	il fortissimo Vṛtra allora acconsentendo alle parole dei ṛṣi,
     	diceva allora a tutti loro inchinando la testa quell'asura:

  21 	' quanto tutti voi o gloriosi, e pure tutti i gandharva,
     	dite qui, questo io ho udito e ora ascoltatemi voi o senza macchia,

  22 	come un'alleanza vi può essere tra noi due, tra Śakra e me?
     	come vi può essere amicizia o dèi, tra noi due così potenti?'

  23 	i ṛṣi dissero:
     	'sempre si deve cercare l'alleanza dei virtuosi, così vi sarà la suprema fortuna, 
     	non si trascuri l'alleanza dell'uomo virtuoso, quindi si deve cercare l'alleanza dei virtuosi,

  24 	importante è sempre l'alleanza dei virtuosi, e il saggio parlerà sensatamente nelle difficoltà,
     	di grande frutto è l'alleanza dell'uomo virtuoso, perciò il saggio non uccida il virtuoso,

  25 	Indra è stimato dai virtuosi, ed è rifugio per le grandi anime,
     	è di sincere parole, di nobile mente, sapiente del dharma e risoluto,

  26 	alleanza con Śakra da parte tua vi sia dunque eterna,
     	sii dunque fiducioso, non alimentare altra opinione.'”

  27 	Śalya disse:
     	“ udite le parole dei grandi ṛṣi quello splendido diceva:
     	' certamente voi siete da me molto stimati o asceti,

  28 	e vi dirò tutto quanto gli dèi debbano compiere quaggiù,
     	io farò tutto quanto mi hanno detto questi tori fra i ri-nati,

  29 	né con cosa secca o umida, né con pietra né con legno,
     	né con arma, o folgore, né di giorno né di notte,

  30 	io possa essere ucciso o sovrani tra i savi, da Śakra assieme agli dèi,
     	così io accetto l'eterna alleanza con Śakra.'

  31 	'certamente' dissero dunque i ṛṣi o toro dei bhārata,
     	in questo modo fatta l'allenza Vṛtra divenne molto felice,

  32 	ma intento era sempre Śakra pieno di risentimento,
     	a pensare dei mezzi utili ad uccidere Vṛtra,
     	cercando un punto debole, sempre era agitato l'uccisore di Bala e di Vṛtra,

  33 	un giorno sulle rive dell'oceano egli vide il grande asura,
     	al tramonto in un momento bello e terribile,

  34 	il beato allora pensando all'accordo fatto al grand'anima
     	e che si era all'infausto tramonto, né notte né giorno:
     	' Vṛtra il nemico certamente puo essere da me ucciso rispettando ogni cosa,

  35 	se io non ucciderò ora Vṛtra ingannando questo grande asura,
     	potentissimo, e gigantesco, non ne otterrò il meglio per me.'

  36 	così meditando Śakra, pensava a Viṣṇu,
     	quindi scorgeva la schiuma simile a montagna sul mare,

  37 	' essa non è umida né secca, e non è neppure un'arma,
     	questa io scaglierò a Vṛtra e immediatamente egli perirà.'

  38 	quella schiuma assieme alla folgore rapidamente a Vṛtra scagliava,
     	e penetrata in lui la schiuma Viṣṇu distruggeva Vṛtra,

  39 	e ucciso che fu Vṛtra ogni luogo si rischiarava,
     	e soffiava benefico Vāyu, e le creature gioivano allora,

  40 	quindi gli dèi e i gandharva, gli yakşa, i rākṣasa e i serpenti,
     	e i ṛṣi, elogiavano il grande Indra con vari inni, 

  41 	salutato con onore da tutti gli esseri, e tutti i viventi conciliatosi,
     	l'uccisore di nemici, con anima lieta, il Vāsava, assieme agli dèi,
     	quel sapiente del dharma venerava Viṣṇu il migliore del trimundio,

  42 	quindi ucciso che fu il potente Vṛtra terrore degli dèi,
     	Śakra soverchiato da quell'inganno, era profondamente depresso,
     	e soverchiato dalla precedente uccisione di un brahmano il tre-teste, 

  43 	egli rifugiatosi al confine dei mondi perduta la coscienza, era privo di sensi,
     	non percepiva nulla il re degli dèi soverchiato dalle proprie colpe,
     	e viveva coperto dalle acque muovendosi come un uraga, 

  44 	quindi svanito il re degli dèi, colpito dalla colpa del brahmanicidio, 
     	la terra appariva distrutta, priva di alberi, le selve seccatesi,
     	cessato lo scorrere dei fiumi, e coi laghi privi di acque,

  45 	e grande travaglio vi era per i viventi per la mancanza di pioggia,
     	e anche gli dèi erano violentemente agitati e tutti i grandi ṛṣi,

  46 	e privo di re l'intero universo era soverchiato dalle sventure,
     	allora gli dèi divennero pieni di paura:' chi può essere il nostro re?'

  47 	e pure in cielo i ṛṣi divini erano privati del re degli dèi,
     	e nessuno degli dèi poneva mente alla sovranità.”
     


                              XI


   1 	Śalya disse:
     	“ i ṛṣi allora e tutti gli dèi, i migliori di quei trenta dicevano:
     	'il glorioso Nahuṣa sia dunque consacrato sovrano.'
     	e raggiuntolo, tutti loro dicevano: 'diventa nostro re,' o principe,

   2 	Nahuṣa diceva agli dèi e alle schiere dei ṛṣi
     	assieme agli antenati, o re, che cercavano il proprio bene:

   3 	' io sono debole, non ho la capacità di proteggervi,
     	forte nasce il re, la forza sempre è in Śakra.'

   4 	di nuovo tutti gli dèi dicevano a lui coi ṛṣi per primi:
     	' proteggi il nostro regno usando il tapas nel terzo cielo,

   5 	senza dubbio noi abbiamo una terribile paura l'uno dell'altro,
     	fatti consacrare o re dei re, diventa re nel terzo cielo,

   6 	di dèi, dānava, e yakṣa, dei ṛṣi, e dei rālṣasa,
     	di avi, gandharva, e spiriti, degli esseri visibili,
     	l'energia prenderai con lo sguardo e forte diventerai,

   7 	sempre ponendo prima il dharma diventa il signore di tutti i mondi,
     	e pure i ṛṣi brahmani, e gli dèi governa nel terzo cielo.'

   8 	questa grazia ardua ad ottenersi avuta e ottenuto dunque il regno nel terzo cielo,
     	pur sempre essendo anima pia, cadeva nella brama,

   9 	nei giardini divini, e i tutti i boschetti di piacere,
     	sul monte kailāsa, sulla cima dell'himavat, sul mandara, sul monte śveta, 
     	sul sahya e il mahendra, sul malaya, e su fiumi e mari,

  10 	circondato da apsaras, assieme alle fanciulle divine,
     	Nahuṣa essendo re degli dèi, passava il tempo in vari modi,

  11 	udendo varie storie divine, e affascinanti leggende,
     	e ogni strumento musicale, e canti, dal suono dolcissimo,

  12 	Viśvāvasu e Nārada e le schiere di gandharva e apsaras,
     	e le sei stagioni, nel loro aspetto attendevano al re degli dèi,
     	e una fragrante brezza spirava gradevole piacevolmente fresca, 

  13 	così dilettandosi il grand'anima Nahuṣa,
     	giunse in vista la dea, l'amata moglie di Śakra,

  14 	quel mal pensante vedendola, diceva a tutti i cortigiani:
     	'la dea la moglie di Indra, perché non attende a me?

  15 	io sono l'indra degli dèi e il signore dei mondi,
     	venga dunque Śacī ora in fretta al mio palazzo.'

  16 	udito ciò la dea depressa diceva a Bṛhaspati:
     	' proteggimi da Nahuṣa o brahmano, io mi rifugio in te,

  17 	tu sempre dici che io, o brahmano, sono dotata di ogni segno auspicabile,
     	che sono la felicissima e la fortunata amata dal re degli dèi,

  18 	non sono afflitta da vedovanza, devota sono ad un solo marito,
     	tu questo mi dicesti un tempo, rendi vere dunque queste parole,

  19 	mai prima tu o beato, hai detto alcuna cosa invano o signore,
     	perciò sia reso vero quanto tu hai affermato o migliore dei ri-nati.'

  20 	Bṛhaspati, allora diceva alla moglie di Indra agitata dalla paura:
     	' quanto io affermo o dea, con certezza diverrà vero,

  21 	tu vedrai rapidamente qui tornato Indra il re degli dèi,
     	non devi aver timore di Nahuṣa, la verità io ti dico,
     	io tra non molto ti ricongiungerò a Śakra.'

  22 	udiva allora Nahuṣa che la moglie di Indra si era rifugiata
     	da Bṛhaspati figlio di Aṅgiras, e il sovrano si adirava allora.”
     


                              XII


   1 	Śalya disse:
     	“gli dèi assieme ai ṛsi avendo saputo dell'ira di Nahuṣa,
     	dicevano a Nahuṣa, al re degli dèi terribile a vedersi:

   2 	' o re degli dèi, getta l'ira, che ti infuria o signore dell'universo,
     	agitata con tutti gli dèi e gandharva e kiṁnara e grandi uraga,

   3 	getta la tua ira, questo compi, non si adirano i pari a te,
     	di un altro è la moglie la dea, calmati o signore degli dèi,

   4 	allontana la mente dal peccato di prendere la moglie di un altro,
     	tu sei il re degli dèi, fortuna sia a te, e proteggi dunque, nel darma le creature.'

   5 	così apostrofato non ascoltava quelle parole agitato dall'eros,
     	e quindi il sovrano dei celesti diceva agli dèi riguardo ad Indra:

   6 	' un tempo Ahalyā la splendida moglie di un ṛṣi fu violata
     	da Indra, vivente ancora il marito, perché non l'avete fermato?

   7 	molti furono gli inganni compiuti da Indra un tempo,
     	o le imposizioni contrarie al dharma, perché non l'avete fermato?

   8 	che dunque attendi a me la dea, questo sarà meglio per lei,
     	e sempre per voi o dèi questo sarà auspicabile.'

   9 	gli dèi dissero:
     	' la moglie di Indra come desideri ti condurremo o signore del cielo,
     	abbandona questa ira, o valoroso, sii amorevole o signore dei celesti.'”

  10 	Śalya disse:
     	“così avendo parlato gli dèi allora assieme ai ṛṣi o bhārata,
     	si recarono da Bṛhaspati, per riferire alla moglie di Indra queste spiacevoli parole:

  11 	' sappiamo che la moglie di Indra si è rifugiata nel tuo palazzo,
     	e che tu gli hai dato protezione o re dei savi, o migliore dei ṛṣi divini,

  12 	gli dèi coi gandharva e i ṛṣi o illustrissimo ti
     	implorano che la moglie di Indra sia consegnata a Nahuṣa,

  13 	al posto di Indra l'illustrissimo Nahuṣa è re degli dèi,
     	e la bellissima donna dalle splendide natiche lo scelga dunque come marito.'

  14 	così apostrofata la dea, forte piangendo,
     	triste e lamentevole diceva a Bṛhaspati queste parole:

  15 	' io non voglio Nahuṣa come marito e vivere con quel potente,
     	io venni a rifugiarmi da te o brahmano, proteggimi da questa grande paura.'

  16 	Bṛhaspati disse:
     	' giunta in cerca di rifugio io non ti respingerò o Indrāṇī, così sono deciso, 
     	io non ti abbandono o irreprensibile, tu che sei praticante e sapiente del dharma,

  17 	io non voglio compiere un'azione impropria essendo senza dubbio un brahmano,
     	versato nel dharma, di sincera condotta, conoscendo i precetti del dharma,

  18 	io non farò questo, che se ne vadano gli dèi celesti,
     	questo è il canto che fu udito un tempo da Brahmā su questo punto:

  19 	' il suo seme non germoglia al giusto tempo, la sua pioggia non piove a tempo debito,
     	chi concede al nemico uno giunto spaventato, non otterrà poi la protezione voluta,

  20 	un inutile cibo trova, e sciocco com'è dai mondi celesti cade privo di ragione,
     	di chi consegna uno giunto spaventato, gli dèi non accettano le offerte,

  21 	la sua progenie muore prima del tempo, e sempre i suoi avi sono banditi,
     	chi consegna al nemico uno giunto spaventato, viene colpito dalla folgore divina di Indra.'

  22 	tutto questo conoscendo io non consegnerò Śacī,
     	conosciuta come la Indrāṇī, l'amata moglie di Śakra,

  23 	quanto è meglio per lei e quanto pure è meglio per me
     	fate dunque o migliori dei celesti, io non consegnerò Śacī.'”

  24 	Śalya disse:
     	“allora  gli dèi dicevano al guru, al migliore dei discendenti di Aṅgiras:
     	' qual'è la giusta condotta, consigliaci o Bṛhaspati.'

  25 	Bṛhaspati disse:
     	' la splendida dea chieda a Nahuṣa qualche tempo di pausa,
     	questo sarà per il bene dell'Indrāṇī e anche per il nostro,

  26 	il tempo ha molti ostacoli, il tempo allontana il tempo,
     	orgoglioso e potente, Nahuṣa questa grazia concederà.'”

  27 	Śalya disse:
     	“ allora da lui così apostrofati gli dèi gli dissero:
     	' o brahmano buono è quanto hai detto e salutare per tutti i celesti,
     	così è ciò o migliore dei ri-nati ma anche la dea sia propiziata.'

  28 	quindi gli dèi riuniti con Agni in testa alla Indrāṇī,
     	dicevano calmi queste parole per desiderio del bene dei mondi:

  29 	' da te dipende l'intero universo coi mobili e gli immobili,
     	tu sei moglie fedele e sincera, ma va dunque da Nahuṣa,

  30 	il sovrano Nahuṣa infatuato per te andrà alla rovina,
     	e di nuovo Śakra o dea, otterrà la sovranità dei celesti.'

  31 	così presa la decisione, la moglie di Indra per compiere la cosa,
     	si recava, vergognosa da Nahuṣa dal terribile aspetto,

  32 	e Nahuṣa vedendola dotata di giovinezza e bellezza,
     	si rallegrava quel malanima, la mente rapita dal desiderio.”
     


                              XIII


   1 	Śalya disse:
     	“allora vedendola, a lei diceva il re degli dèi Nahuṣa,
     	' dei tre mondi io sono il monarca o dolce-sorriso,
     	prendi me o splendide-natiche, come marito o bellissima.'

   2 	così apostrofata da Nahuṣa la dea devota al marito,
     	tremava soverchiata dalla paura come una bandiera al vento,

   3 	ed ella inchinandosi con la testa a Brahmā e messasi a mani giunte,
     	allora diceva al re degli dèi, a Nahuṣa dal terribile aspetto:

   4 	'io vorrei da te ottenere qualche tempo o signore dei celesti,
     	non si sa cosa sia accaduto a Śakra, o dove sia andato,

   5 	la verità avendo indagato, se nulla si saprà o potente,
     	allora io attenderò a te, il vero io ti dico.'
     	così apostrofato dalla moglie di Indra, Nahuṣa compiaciuto diceva:

   6 	Nahuṣa disse:
     	' così sia o bel-culetto, come tu hai richiesto,
     	una volta saputo l'accaduto ricordati di rendere vero ciò.' ”

   7 	Śalya disse:
     	“ da Nahuṣa licenziata se ne andava allora la bella,
     	e quell'ascetica dea si recava alla dimora di Bṛhaspati,

   8 	e udito il suo racconto, gli dèi con Agni in testa,
     	si consigliavano tutti insieme riguardo a Śakra o migliore dei re,

   9 	e riunitisi col dio degli dèi con Viṣṇu potentissimo,
     	a lui dicevano agitati queste parole, quegli esperti oratori:

  10 	'afflitto dal brahmanicidio è Śakra, signore delle schiere celesti,
     	e nostro rifugio, tu sei il signore degli dèi, primo nato, e signore dell'universo,
     	per la protezione di tutti gli esseri, hai assunto la forma di Viṣṇu,

  11 	con il tuo aiuto avendo ucciso Vṛtra, il Vāsava, nel brahmanicidio,
     	è incorso, quel migliore dei celesti, indicaci il modo di liberarlo.'

  12 	udite queste parole da parte degli dèi, Viṣṇu disse:
     	'che Śakra sacrifichi a me, io purificherò l'armato di folgore,

  13 	con il santo sacrififio del cavallo, a me sacrificando il punitore di Pāka,
     	di nuovo sicuramente otterrà la sovranità degli dèi,

  14 	e per le proprie azione lo sciocco Nahuṣa cadrà in rovina,
     	per qualche tempo o dèi senza stancarvi pazientate.'

  15 	avendo udito il dolce e sincero discorso, simile a nettare di Viṣṇu,
     	allora tutte le schiere dei celesti, coi maestri e coi ṛṣi,
     	si recarono nel luogo dove era Śakra sommerso dalla paura,

  16 	e là un grande aśvamedha da parte del grande Indra grand'anima,
     	prese luogo a scopo di purificazione, a cancellare il brahmanicidio o sovrano,

  17 	distribuendo il brahmanicidio agli alberi, ai fiumi,
     	ai monti alla terra e alle donne o Yudhiṣṭhira,

  18 	e distribuendolo tra gli esseri, se ne liberava il signore dei celesti,
     	risanato, liberato del peccato il Vāsava tornava in sé,

  19 	e l'uccisore di Bala, vedendo che Nahuṣa era inamovibile dal trono, 
     	impossibile da uccidersi con la forza da ogni essere, per la grazia ricevuta,

  20 	allora il marito di Śacī, di nuovo svaniva,
     	e invisibile a tutti gli esseri, attendeva il momento opportuno,

  21 	sparito dunque Śakra, Śacī sommersa dalla sofferenza,
     	allora la dea addolorata si lamentava: 'oh! Śakra,

  22 	se io ho donato, se ho sacrificato, se ho soddisfatto i guru,
     	che io abbia un solo marito, se sincerità vi è in me,

  23 	io questa divina e santa notte che percorre il corso settentrionale,
     	a questa divina notte mi inchino, si avveri dunque il mio desiderio.'

  24 	e là ella devota alla dea notte attendeva,
     	e con sincerità compiva una divinazione per la fedeltà al marito:

  25 	' il luogo dove si trova il re degli dèi mostrami,
     	che appaia con sincerità la sincera divinazione.' così la dea parlava.”
     


                              XIV


   1 	Śalya disse:
     	“quindi la dea Upaśruti, appariva davanti a quella bellissima virtuosa,
     	e vedendo stare lì vicino la dea piena di giovinezza e bellezza,

   2 	la moglie di Indra felice venerandola le chiedeva:	
     	'io voglio sapere chi tu sei, parla o bel-viso.'

   3 	Upaśruti disse:
     	' io sono la dea Upaśruti, davanti a te giunta,
     	giunta a vederti compiaciuta della tua sincerità,

   4 	tu sei fedele allo sposo, e dotata di autocontrollo e osservanza,
     	io ti mostrerò il dio Śakra, l'uccisore di Vṛtra,
     	rapidamente seguimi, fortuna sia te, e vedrai il migliore dei celesti.' “

   5 	Śalya disse:
     	“ quindi la moglie di Indra seguiva la dea che se ne andava,
     	e superate divine foreste, e molte montagne allora,
     	attraversando l'himavat giungeva sul fianco settentrionale,

   6 	e arrivata al mare che era ampio molti yojana,
     	raggiungeva una grande isola coperta di vari alberi e rampicanti,

   7 	e là scorgeva un lago divino, accompagnato da vari uccelli,
     	bello, esso era lungo cento yojana e altrettanto largo,

   8 	là vi erano divini loti di cinque colori o bhārata,
     	con fiori e boccioli pieni del brusio di insetti a migliaia,

   9 	e tagliato uno stelo di loto vi entrava assieme a quella,
     	e là scorgeva dentro il fiore di loto il dio dai cento-riti,

  10 	e vedendo quel potente ridotto in piccolissime dimensioni,
     	anche la dea e Upaśruti divennero di piccole dimensioni,

  11 	e la moglie di Indra con le sue risapute azioni precedenti aveva soddisfatto Indra,
     	e allora il dio distruttore di fortezze, elogiando Śaci diceva:

  12 	'per quale motivo sei giunta e come sapevi dove ero?'
     	allora ella raccontava della condotta di Nahuṣa:

  13 	'avuta la sovranità del trimundio, intossicato dal potere,
     	e pieno di arroganza quel malvagio mi diceva o cento-riti:
     	'attendi a me!' così quel crudele mi ha assegnato un tempo,

  14 	se tu non lo fermerai o illustrissimo, egli mi avrà in suo potere,
     	e dunque io preoccupata da lui sono giunta davanti a te o Śakra,
     	colpisci o grandi-braccia, quel crudele Nahuṣa dalle malvage intenzioni,

  15 	e renditi manifesto o uccisore di daitya e dānava,
     	riprendi la tua energia o illustrissimo, e governa il regno degli dèi.' ”
     


                              XV


   1 	Śalya disse:
     	“ cosi apostrofato il beato di nuovo diceva a Śacī:
     	' non è tempo questo dell'audacia, Nahuṣa è più forte di me,

   2 	fatto crescere dai ṛṣi con oblazioni e sacrifici o splendida,
     	qui ti dirò o dea la condotta che tu devi avere,

   3 	e in segreto tu devi agire senza dirlo a nessuno o bellissima,
     	e quando sarai da sola con Nahuṣa o bel-vitino, digli:

   4 	'vieni da me o signore dell'universo su un divino veicolo trainato da ṛṣi,
     	così io saro tua e diverrò la tua amata.' cosi digli.'

   5 	così apostrofata dal re degli dèi sua moglie dagli occhi di loto,
     	e ' così sia.' avendo risposto, ella andava verso Nahuṣa,

   6 	e Nahuṣa vedendola allora, felice queste parole diceva:
     	' benvenuta o bel-culetto, che posso fare per te o dolce-sorriso?

   7 	prendi me tuo devoto, o nobildonna, cosa dunque desideri o saggia?
     	quanto tu voglia o nobildonna, io farò o vitino di vespa,

   8 	non aver vergogna o bel-culetto, abbi fiducia in me,
     	in verità io giuro o dea che farò quanto mi dirai.'

   9 	la indrāṇī disse:
     	' per te il tempo è giunto che desideravi o signore dell'universo,
     	quindi tu diverrai il marito mio, o sovrano dei celesti,

  10 	ma quanto io ho nel cuore o re degli dèi concedimi,
     	quanto ti dirò o re, se a me vuoi far piacere,
     	questa richiesta concessami, quindi io sarò ai tuoi desideri,

  11 	Indra ha cavalli da tiro, elefanti e carri,
     	io vorrei qui un tuo veicolo mai visto prima o signore dei celesti, 
     	cha mai sia stato di Viṣṇu, né di Rudra, né di asura o di rākṣasa,

  12 	che ti trasportino o grande re, i ṛṣi tutti insieme o illustre,
     	tutti con una portantina o re, questo io ti chiedo,

  13 	tu non meriti di essere simile a dèi e asura,
     	prendi l'energia di tutti col tuo valore, al solo mostrarti,
     	nessun valoroso, vuole stare contro di te.' “

  14 	Śalya disse:
     	“ così apostrofato Nahuṣa se ne compiaceva, allora
     	e il re dei celesti diceva queste parole a quell'irreprensibile:

  15 	'quel veicolo mai visto prima, che tu hai menzionato o bellissima,
     	molto mi aggrada, o dea, io sono in tuo potere o bel-viso,

  16 	non è certo di scarso valore chi si fa trasportare dai muni,
     	io sono il potente asceta, signore del passato, del presente e del futuro,

  17 	nella mia ira l'universo non può esistere, in me tutto e radicato,
     	gli dèi, i dānava e i gandharva, i kiṁnara, gli uraga e i rākṣasa,

  18 	tutti i mondi insieme non bastano contro la mia ira o dolce-sorriso,
     	di colui che quardo col mio sguardo, di costui porto via l'energia, 

  19 	perciò io compirò senza dubbio il tuo desiderio o dea,
     	i sette ṛṣi assieme a tutti i ṛṣi brahmani, mi trasporteranno,
     	guarda la nostra maestà e il nostro potere o bellissima.'

  20 	così avendo parlato alla dea, lasciata quella bella,
     	al suo carro faceva aggiogare i ṛṣi intenti alle loro pratiche,

  21 	nel dispregio dei brahmani, usando la forza, e folle di arroganza,
     	pieno di lussuria, quel malanima, si faceva trasportare dai ṛṣi,

  22 	ella intanto licenziata da Nahuṣa diceva a Bṛhaspati:
     	' poco rimane della concessione che mi ha fatto Nahuṣa, 
     	'cerca Śakra velocemente, abbi pietà di me così devota,

  23 	che così sia.' e il beato Bṛhaspati le rispondeva:
     	'non aver paura o dea, di quel malvagio Nahuṣa,

  24 	qui non starà a lungo, se ne andrà quel vigliacco,
     	è gia morto quell'ingiusto, per il traino dei grandi ṛṣi o bella,

  25 	e io un sacrificio compirò, per la distruzione di quel malvagio,
     	e cercherò anche Śakra, non temere, fortuna sia a te.'

  26 	quindi acceso un fuoco, secondo le regole celebrava un supremo rito,
     	il potente Bṛhaspati, per riottenere il re degli dèi,

  27 	e con questo il beato dio, il fuoco che divora l'offerta in persona,
     	trasformatosi in meravigliosa donna immediatamente spariva,

  28 	egli i luoghi in ogni direzione, montagne e foreste,
     	i cieli e la terra, girava alla velocità del pensiero,
     	e nel tempo di un batterd'occhio ritornava da Bṛhaspati.

  29 	Agni disse:
     	' o Bṛhaspati, io non vidi il re degli dèi in nessun luogo,
     	eccetto che nelle acque, io non posso entrare nell'acqua,
     	là io non sono andato o brahmano, cos'altro posso fare per te?' “

  30 	Śalya disse:
     	“ il guru degli dèi gli diceva:' entra dunque nell'acqua o grande-splendore.'

  31 	Agni disse:
     	' non posso entrare nell'acqua, sarebbe la mia ditruzione,
     	io mi rifugio in te, che il successo ti arrida o splendido,

  32 	dall'acqua sorge il fuoco, lo kṣatriya dal brahmano, il ferro dalla roccia,
     	la forza che li pervade si estingue nelle loro origini.' 
     


                              XVI


   1 	Bṛhaspati disse:
     	' tu o Agni, sei la bocca di tutti gli dèi, tu trasporti l'offerta,
     	tu sei la fine di tutti gli esseri, e agisci in segreto come un testimone,

   2 	i saggi ti dicono unico, e di nuovo ti dicono triplice,
     	questo universo abbandonato da te immediatamente perirebbe o consuma-offerta,

   3 	i savi a te prostrandosi, alla meta delle loro migliori azioni,
     	vanno assieme a mogli e figli nella loro sede eterna,

   4 	tu o Agni trasporti l'offerta, tu sei la suprema oblazione,
     	con offerte a te sacrificano nel supremo dei riti,

   5 	o veicolo dell'offerta, creati i tre mondi, a tempo debito tu accendendoti di nuovo lo bruci,
     	tu sei l'origine di ogni essere vivente, o Agni, tu ancora ne sarai il ricettacolo,

   6 	te dicono o Agni il lampeggiare delle nuvole, e tu
     	bruci tutti gli esseri, da te partono gli anni,

   7 	in te sone deposte tutte le acque, in te l'intero universo,
     	nulla vi è di sconosciuto da te nei tre mondi, o purificatore,

   8 	ognuno gode della propria origine, entra nell'acqua senza timore,
     	io ti rafforzerò con sacri ed eterni mantra.' “

   9 	Śalya disse:
     	“ così pregato il veicolo dell'offerta, quel beato e supremo saggio
     	diceva lieto a Bṛhaspati, queste supreme parole:
     	' a te mostrerò Śakra, la verita ti sto dicendo.'

  10 	ed entrato nelle acque degli oceani e dei laghi allora il fuoco,
     	giungeva al lago dove era nascosto il cento-riti,

  11 	e quindi là cercando fra i loti, o toro dei bhārata,
     	scorgeva il re degli dèi, fermo dentro uno stelo,

  12 	e tornato rapidamente da Bṛhaspati lo informava,
     	che quel potente, col corpo rimpicciolito, stava nascosto in un gambo di loto, 

  13 	e andato là assieme a dèi, ṛṣi e gandharva, Bṛhaspati,
     	ed elogiava le antiche imprese del dio uccisore di Bala:

  14 	' il grande asura, il crudele Namuci fu da te ucciso o Śakra,
     	e Śambara, e Bala, entrambi di terribile coraggio,

  15 	o cento-riti, ritorna alla tua grandezza, e uccidi tutti i nemici,
     	alzati o folgoratore, guarda qui convenuti gli dèi e i ṛṣi,

  16 	o grande Indra, uccidendo i dānava tu o illustre hai salvato i mondi,
     	per mezzo della schiume del mare, rinvigorita dalla forza di Viṣṇu,
     	tu hai ucciso un tempo Vṛtra, o re degli dèi, signore dell'universo,

  17 	tu o supremo sei invocato da tutti gli esseri, pari a te non si trova alcun essere,
     	da te sono sotenuti tutti gli esistenti o Śakra, tu hai fatto la grandezza degli dèi,

  18 	salva dunque gli dèi e i mondi o grande Indra, riacquista le forze.'
     	mentre era così elogiato, lentamente cresceva,

  19 	e tornando alla grandezza del suo corpo riacquistava le forze,
     	e il dio diceva al maestro Bṛhaspati vicino a lui:

  20 	' che altro mi rimane da fare per voi, ucciso che fu il grande asura figlio di Tvaṣṭṛ,
     	e pure il gigantesco Vṛtra che voleva prendere i mondi?'

  21 	Bṛhaspati disse:
     	' l'umano re Nahuṣa colla potenza delle schiere di dei e ṛṣi,
     	ottenuta la signoria degli dèi, tutti noi aspramente opprime.'

  22 	Indra disse:
     	' in che modo Nahuṣa ottenne il regno degli dèi difficile ad aversi?
     	quale tapas usando o quale potenza o Bṛhaspati?'

  23 	Bṛhaspati disse:
     	'gli dei impauriti desideravano un Śakra, tu avendo lasciato la grande posizione di re,
     	allora gli dèi, i padri, e anche i ṛṣi e le schiere dei gandharva, tutti riunitisi,

  24 	raggiunto là Nahuṣa, gli dicevano o Śakra: ' diventa tu re, protettore del mondo.'
     	a loro rispondeva Nahuṣa: ' io non ne sono in grado, rafforzatemi di tapas ed energia.'

  25 	rafforzato dagli dèi così richiesti, Nahuṣa terribilmente potente, divenne re,
     	e ottenuta il trono del trimundio, messi gli asceti al traino, il malvagio viaggia tra i mondi,

  26 	egli ha un terribile veleno negli occhi rubando la forza, non guardare mai Nahuṣa,
     	tutti gli dèi timorosi non guardando Nahuṣa vivono nascosti.' “

  27 	Śalya disse:
     	“ così avendo parlato Bṛhaspati il migliore degli aṅgirasidi, il lokapāla Kubera,
     	e il figlio del sole, Yama l'antico dio, e Soma, e Varuṇa, vennero,

  28 	e raggiunto il grande Indra dicevano: ' fortuna che Vṛtra, figlio di Tvaṣṭṛ fu ucciso,
     	e fortuna che in persona ti vediamo in salute, o Śakra, uccisore di nemici.'

  29 	Śakra a loro propriamente rispondendo si infuriava nei riguardi di Nahuṣa,
     	' il re degli dèi Nahuṣa è là con tremendo aspetto, datemi la vostra potenza.'

  30 	ed essi dicevano: ' Nahuṣa è tremendo col suo sguardo velenoso, e noi lo temiamo o dio,
     	se tu o re, sconfiggerai Nahuṣa, allora noi avremo meritato la nostra parte o Śakra.'

  31 	Indra disse: ' così sia, tu, il signore delle acque, e Kubera, la consacrazione,
     	otterrete ora e con questo sconfiggiamo dunque Nahuṣa il nemico dal crudele sguardo.'

  32 	allora anche il fuoco diceva a Śakra: 'dammi la mia parte, e io ti darò assistenza.' 
     	Śakra diceva:' pure a te o Agni, vi sarà un'unica porzione tra Indra e Agni nel grande rito.'

  33 	così pensando il beato grande Indra, punitore di Pāka,
     	a Kubera, la signoria delle ricchezze e di tutti gli yakṣa,

  34 	e quella dei morti al figlio del sole, e a Varuṇa delle acque
     	la sovranità concedeva onorandoli il benefico Śakra.”
     


                              XVII


   1 	Śalya disse:
     	“ quindi mentre cosi pensava l'intelligente re degli dèi,
     	ad un modo di uccidere Nahuṣa, assieme ai lokapāla,
     	l'asceta, il venerabile Agastya là si mostrava,

   2 	egli venerando il re degli dèi, diceva: ' fortuna che sei prospero signore,
     	dopo la ditruzione del Viśvarūpa, e la morte dell'asura Vṛtra,

   3 	fortuna che Nahuṣa è cacciato dal trono degli dèi o ditruggi-fortezze,
     	fortuna che ti vedo signore, sterminatore di nemici, o uccisore di Bala.'

   4 	Indra disse:
     	' benvenuto  a te o grande ṛṣi, sono felice di vederti,
     	accetta da me le acque lustrali per piedi e viso e l'arghya e la vacca ospitale. '”

   5 	Śalya disse:
     	“ e onorato e fatto sedere su un seggio quel migliore dei muni,
     	il signore degli dèi, felice chiedeva a quel toro dei brahmani:

   6 	' questo vorrei che tu mi dicessi o migliore dei ri-nati,
     	come quel malvagio Nahuṣa possa essere rimosso dal cielo.'

   7 	Agastya disse:
     	' ascolta o Śakra con dolci parole, come il malvagio re
     	Nahuṣa dalla mala condotta e pieno di forza, possa cacciarsi dal cielo, 

   8 	stanchi di trasportare quel malfattore di Nahuṣa,
     	i gloriosissimi ṛṣi divini, e i ṛṣi brahmani senza macchia,
     	chiesero a Nahuṣa di riposare o dio, o migliore dei vincitori,

   9 	i mantra religiosi che sono recitati nella consacrazione delle vacche,
     	siano essi corretti o pure no o Vāsava,
     	ma Nahuṣa disse a loro di no, con la mente confusa dal tamas.'

  10 	i ṛṣi dissero:
     	' intento nell'adharma, tu non pratici il dharma,
     	per noi è tutto corretto quanto prima hanno recitato i grandi ṛṣi.'

  11 	Agastya disse:
     	' allora contraddetto dai muni, egli, o Vāsava,
     	col suo piede quello spregiatore del dharma mi toccava la testa,

  12 	da questo egli ne ebbe distrutta la forza e ne fu privato o sposo di Śacī,
     	allora io dicevo a lui ormai agitato e pieno di paura:

  13 	' giacchè il brahman praticato e compiuto dagli antichi ṛṣi brahmani,
     	da corretto hai reso viziato, e dato che col piede mi hai toccato la testa,

  14 	e pure che tu sciocco, dei ṛṣi impareggiabili e simili al brahman,
     	ne hai fatto animali da tiro, per questo tu perduto il potere dal cielo cadrai, 

  15 	perisci dunque o malo, cadendo sulla terra finiti i tuoi meriti,
     	sotto forma di un grande serpente per diecimila anni, 
     	vivrai, e finiti questi, di nuovo otterrai il cielo.'

  16 	così quel malvagio fu allontanato dal trono degli dèi o uccisore di nemici,
     	e per fortuna noi prosperiamo o Śakra ora che è morto questo tormenta brahmani,

  17 	ritorna al trimundio, e proteggi i mondi o sposo di Śacī,
     	vincendo i nemici, dominati i sensi, inneggiato dai grandi ṛṣi.' “

  18 	Śalya disse:
     	“ allora gli dèi pienamente soddisfatti, attorniati dalle schiere dei grandi ṛṣi,
     	e gli antenati, gli yakṣa, i serpenti e i rākṣasa,

  19 	i gandharva, tutte le fanciulle divine e le schiere delle apsaras,
     	e i laghi e i fiumi, i monti e i mari o signore di popoli,

  20 	avvicinandosi tutti dicevano: ' per fortuna tu sei prospero o uccisore di nemici,
     	fortuna che il malo Nahuṣa, e stato ucciso dal saggio Agastya,
     	fortuna che il male agente è divenuto un serpente sulla terra.'”
     


                              XVIII


   1 	Śalya disse:
     	“ quindi Śakra, inneggiato dalle schiere di gandharva e apsaras,
     	montato il re degli elefante Airāvata, che era dotato di insegne,

   2 	e il fuoco purificatore, e il potente grande ṛṣi Bṛhaspati,
     	e Yama, e Varuṇa e Kubera, il signore delle ricchezze,

   3 	Śakra dunque l'uccisore di Vṛtra, circondato da tutti gli dèi, 
     	dai gandharva e dalle apsaras, si recava al tribhuvana, quel potente,

   4 	e il re degli dèi, il cento-riti incontrando la sua consorte,
     	pieno di suprema gioia la impalmava il re degli dèi,

   5 	allora là si presentava il venerabile Aṅgiras,
     	che con i mantra dell'atharvaveda venerava il signore degli dèi,

   6 	allora il beato Indra divenne soddisfatto,
     	e una grazia a lui concedeva, all'atharvāṅgiras,

   7 	' atharvāṅgiras di nome sarà dato a questa conoscenza,
     	e per questa regola tu otterrai un parte del sacrificio.'

   8 	così il beato onorando l'atharvāṅgiras allora,
     	o grande re, il re degli dèi, il cento-riti lo licenziava,

   9 	e onorando tutti i trenta dèi, e pure i ṛṣi ricchi in tapas,
     	Indra contento o re, secondo il dharma proteggeva le creature,

  10 	così cadde nei dolori Indra con la sua sposa,
     	e per desiderio di uccidere i nemici, dovette vivere nascosto,

  11 	tu non ti devi indignare per aver sofferto nella grande foresta,
     	assieme a Draupadī e ai tuoi fratelli grandi anime o re dei re,

  12 	così pure tu o re dei re, il regno otterrai o bhārata,
     	come l'ottenne Śakra sopo aver ucciso Vṛtra,

  13 	e il male agente Nahuṣa, odiatore di brahmani dall'animo malvagio,
     	colpito dalla maledizione di Agastya, andava distrutto per perenni anni,

  14 	così i tuoi malvagi avversari o uccisore di nemici,
     	rapidamente troveranno la distruzione, a cominciare da Karṇa e da Duryodhana,

  15 	quindi godrai dell'intera terra circondata dal mare,
     	assieme ai fratelli o valoroso, e assieme a Draupadī o supremo,

  16 	questa storia della vittoria di Śakra, conforme ai veda,
     	deve essere udita dal re che tra gli eserciti schierati voglia la vittoria,

  17 	perciò io ti ho raccontato di queste vittoria o migliore dei conquistatori,
     	celebrate prosperano le grandi anime o Yudhiṣṭhira,

  18 	vi sarà la distruzione degli kṣatriya grandi anime o Yudhiṣṭhira,
     	per l'offesa di Duryodhana e per la forza di Bhīma e di Arjuna,

  19 	chi questo racconto della vittoria di Indra reciti controllato,
     	distruggendo ogni male, conquista il cielo ed è felice qui e nell'altro mondo,

  20 	quest'uomo non avrà timore dei nemici, e non sarà privo di figli,
     	non cadrà in nessuna disgrazia e troverà una lunga vita,
     	sempre avrà la vittoria e mai la sconfitta.”

  21 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	così confortato il re da Śalya, o toro dei bhārata,
     	venerava Śalya secondo le regole, quel migliore dei sostenitori del dharma,

  22 	e udite le parole di Śalya il figlio di Kuntī Yudhiṣṭhira,
     	dalle grandi braccia rispondeva al re dei madra, questo discorso:

  23 	“tu sarai senza dubbio l'auriga di Karṇa,
     	allora tu dovrai far venir meno la forza di Karṇa per le mie preghiere.”

  24 	Śalya disse:
     	“ io farò quanto tu mi hai chiesto
     	e pure qualt'altro io potrò, farò per te.”

  25 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	quindi salutato i kuntīdi, Śalya, il sovrano dei madra,
     	quel glorioso uccisore di nemici si recava col suo esercito da Duryodhana.
     


                              XIX


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	allora il valoroso Yuyudhāna grande guerriero dei sātvata,
     	con un grande esercito di quattro armi si recava da Yudhiṣṭhira,

   2 	i suoi soldati dal grande valore provenienti da varie regioni,
     	valenti in varie armi, decoravano il suo esercito,

   3 	con asce, giavelloti, con potenti lance e martelli,
     	con potenti spiedi, accette e dardi, e con lucenti scimitarre,

   4 	con spade ed efficaci elmi, e con frecce di vario tipo,
     	lucide di olio spalmate, risplendeva quell'esercito,

   5 	di quell'esercito simile a grande nuvola, che splendeva di armi, 
     	di quell'esercito l'aspetto appariva come quello di nuvole lampeggianti, 

   6 	quell'armata di un akṣauhiṇī allora alle forze di Yudhiṣṭhira,
     	unendosi, le oscurava o re, come un fiume nel mare, 

   7 	e quindi preso con se un akṣauhiṇī il potente toro dei cedi,
     	Dhṛṣṭaketu, di impareggiabile potenza raggiungeva i pāṇḍava,

   8 	e il fortissimo Jayatsena re dei magadha, figlio di Jarāsaṁdha,
     	con un esercito di un akṣauhiṇī raggiungeva il dharmarāja,

   9 	e quindi Pāṇḍya o re dei re, accompagnato da 
     	soldati di vario tipo risiedenti sulle rive del mare raggiungeva Yudhiṣṭhira,

  10 	la sua armata, in quella riunione di eserciti, di gran lunga era
     	la più bella a vedersi allora, per vesti e potenza.

  11 	vi era pure l'esercito di Drupada, splendente di uomini,
     	e guerrieri di svariate regioni, e dei suoi figli grandi anime,

  12 	e inoltre il re dei matsya Virāṭa, comandante del suo esercito,
     	assieme ai sovrani delle montagne si recava dai pāṇḍava,

  13 	di passo in passo si unirono ai pāṇḍava grandi anime,
     	sette akṣauhinī forniti di svariati stendardi,
     	per combattere contro i kuru, facendo la gioia dei pāṇḍava,

  14 	ma di gioia riempiendo il figlio di Dhṛtarāṣṭra,
     	il sovrano Bhagadatta, gli forniva un'armata di un akṣauhiṇī,

  15 	il suo esercito, pieno di cinesi e kirāta come figure d'oro,
     	appariva invincibile come una foresta di karṇikāra,

  16 	inoltre il potente Bhūriśravas, e Śalya o rampollo dei kuru,
     	si unirono a Duryodhana con un akṣauhiṇī ciascuno,

  17 	e Kṛtavarman, il figlio di Hṛdika, con un'armata di bhoja e andhaka,
     	un esercito di un akṣauhiṇī, raggiungeva Duryodhana,

  18 	e il suo esercito di tigri fra gli uomini, indossanti ghirlande silvestri
     	splendeva come una foresta frequentata da furiosi elefanti,

  19 	e con Jayadratha in testa, altri, abitanti la regione del sindhu e i sauvīra,
     	vennero dei sovrani facendo tremare le montagne,

  20 	di questi l'esercito abbondante di un akṣauhiṇī splendeva 
     	come nuvole di varia forma agitate dal vento,

  21 	e il re dei kāmboja Sudakṣiṇa con soldati yavana e śaka,
     	si univa con un akṣauhiṇī al kaurava o signore di popoli,

  22 	il suo esercito appariva come un insieme di cavallette, 
     	egli raggiunto il kaurava, là confluiva sparendo,

  23 	quindi Nīla il sovrano risiedente a māhiṣmatī con soldati scuri,
     	dal grande valore abitanti le regioni meridionali,

  24 	e i due sovrani āvantya, dotati di grandi forze,
     	ciascuno dei due raggiunse Suyodhana con un akṣauhiṇī,

  25 	e i cinque fratelli, i principi kekaya, tigri fra gli uomini, 
     	gioia portando al kaurava giunsero con un akṣauhiṇī,

  26 	e di passo in passo di tutti i sovrani grandi anime,
     	tre altri divisioni di soldati si riunirono o toro dei bhārata,

  27 	e così l'esercito di Duryodhana era formato da undici akṣauhiṇī
     	bramosi di combattere contro i kuntīdi, coi loro svariati stendardi,

  28 	e ad hāstinapura non vi era spazio sufficente o re,
     	nemmeno per i principali re coi loro eserciti o bhārata,

  29 	quindi la regione pañcanada e l'intera kurujāṅgala,
     	e la rohitakāraṇya, e la deserta kevalā,

  30 	e l'ahicchatra, e la kālakūṭa e le sponde della Gaṅgā o bhārata,
     	e la vāraṇā e la vāṭadhāna e i monti della Yamunā,

  31 	questi luoghi ampi e pieni di ricchezze e di grano,
     	divennero interamente riempiti dall'esercito dei kaurava,

  32 	là scorgeva quell'esercito riunito, il purohita
     	che il re dei pāñcāla aveva mandato dai kaurava.
     	


                              XX


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	il purohita di Drupada raggiunto che ebbe il kaurava,
     	onorato da Dhṛtarāṣṭra, da Bhīṣma e da Vidura,

   2 	e avendo detto della propria salute si informava della loro,
     	e in mezzo a tutti i capi dell'esercito, queste parole diceva: 

   3 	“ a voi tutti è noto l'eterno dharma dei re,
     	ma pur conoscendolo il virtuoso io lo dirò per renderlo manifesto,

   4 	è risaputo che Dhṛtarāṣṭra e Pāṇḍu sono i due figli di uno stesso padre,
     	e senza dubbio ad entrambi va la stessa ricchezza paterna,

   5 	i figli di Dhṛtarāṣṭra sono quelli che hanno ottenuto la ricchezza avita,
     	perché dunque i figli di Pāṇḍu non hanno possesso della ricchezza paterna?

   6 	così andò ai pāṇḍava un tempo, come voi sapete,
     	essi non ebbero l'eredità paterna usurpata dal figlio di Dhṛtarāṣṭra,

   7 	molte volte tentando pure con mezzi assassini,
     	essi sopravvissero, non potendoli mandare nel regno di Yama,

   8 	e ancora aumentato il regno con la propria forza da quei grandi anime,
     	con la frode gli fu preso dai vili figli di Dhṛtarāṣṭra assieme al figlio di Subala,

   9 	e pure questa azione non certo corretta fu da lui permessa,
     	ed essi abitarono nella grande foresta per tredici anni,

  10 	e in quella sala, quegli eroi e la loro moglie, violentemente furono afflitti
     	e nella foresta svariate e crudeli sventure sopportarono,

  11 	quindi nella città di Virāṭa come se fossero rinati in grembi inferiori,
     	perché malvagi, quei grandi anime, sopportarono supremi dolori,

  12 	tutti loro dimenticando tutte le precedenti offese, 
     	solo la pace coi kuru, desiderano quei tori dei kuru,

  13 	e conoscendo la loro condotta e la condotta di Duryodhana,
     	agli amici qui spetta di conciliare a ciò Dhṛtarāṣṭra,

  14 	quei valorosi non fanno alcuna discordia coi kuru,
     	i pāṇḍava desiderano solo il proprio senza che il mondo ne sia distrutto,

  15 	e se pure lo scopo del figlio di Dhṛtarāṣṭra fosse la discordia,
     	questo non è il mezzo a cui pensare, poiché essi sono i più forti,

  16 	sette akṣauhiṇī si sono riuniti col figlio di Dharma,
     	ansiosi di combattere contro i kuru, attendono i suoi ordini,

  17 	e altri tigri fra gli uomini pari a mille akṣauhiṇī vi sono,
     	Sātyaki, e Bhīmasena e i due fortissimi gemelli,

  18 	da una parte vi è un esercito riunito di undici akṣauhiṇī,
     	e dall'altra il grandi braccia, il multiforme, il conquista-ricchezze,

  19 	come il coronato, è superiore a tutti gli eserciti,
     	così pure il grandi-braccia Vāsudeva dal grande splendore, 

  20 	il valore del coronato controbilancia i molti eserciti,
     	e quale uomo combatterebbe contro Kṛṣṇa conoscendo la forza del suo intelletto?

  21 	voi dunque secondo il dharma, e secondo l'accordo,
     	concedete quanto deve esser dato, non perdete tempo.”
     


                              XXI


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	quelle parole udite il vecchio saggio dal grande splendore,
     	Bhīṣma avendolo onorato per il giusto tempo queste parole diceva:

   2 	“ per fortuna stanno tutti ben i pāṇḍava coi loro famigliari,
     	e per fortuna hanno alleati, e fortuna che sono devoti al dharma,

   3 	e fortuna che vogliono la concordia, quei fratelli rampolli dei kuru,
     	e fortuna che essi non pensano alla guerra assieme al dāmodara,

   4 	tu hai detto il vero e tutto è così senza dubbio,
     	ma le tue parole sono troppo aspre per un brahmano, così io penso,

   5 	senza dubbio i pāṇḍava qui e nella foresta hanno sofferto,
     	e secondo il dharma certamente debbono ottenere le ricchezze paterne,

   6 	il coronato è forte, il pṛthāde è esperto d'armi e fortissimo,
     	chi può vincere in battaglia il figlio di Pāṇḍu, il conquista-ricchezze?

   7 	perfino l'armato di folgore in persona non può, come dunque un altro arciere?
     	egli è pari a tutti i tre mondi insieme, questo io credo.”

   8 	avendo questo discorso fatto Bhīṣma, trascurando ogni impudenza, furioso
     	Karṇa guardando a Duryodhana queste parole diceva:

   9 	“ non vi è vivente al mondo o brahmano che non conosca tutto ciò,
     	perché dunque ripeterlo di nuovo e continuamente menzionarlo?

  10 	per conto di Duryodhana Śakuni, vinse allora ai dadi,
     	e per l'accordo il figlio di Pāṇḍu Yudhiṣṭhira si è ritirato nella foresta,

  11 	non rispettando questo accordo vuole il trono paterno,
     	quel principe, con l'aiuto dell'esercito dei matsya e dei pāñcāla,

  12 	Duryodhana o sapiente, per paura non darebbe nemmeno un piede di terra,
     	ma secondo il dharma anche l'intera terra darebbe pure al nemico,

  13 	se essi desiderano di nuovo il regno avito dei padri,
     	loro devono passare il giusto tempo stabilito vivendo nella foresta,

  14 	e allora vivranno privi di rischi al fianco di Duryodhana,
     	essi si sono fatti quest'idea per mera stupidità

  15 	quindi rigettato il dharma i pāṇḍava vogliono la guerra,
     	ma assalendo i migliori dei kuru, essi ricorderanno le mie parole.”

  16 	Bhīṣma disse:
     	“ che valgono le tue parole o figlio di Rādhā, devi rammentarti le azioni,
     	quando da solo il pṛthāde in battaglia vinse sei carri,

  17 	se noi dunque non faremo quello che ha detto il brahmano,
     	certamente da lui uccisi in battaglia mangeremo la polvere.”

  18 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	Dhṛtarāṣṭra allora approvando Bhīṣma con favore,
     	e dissuadendo il figlio di Rādhā queste parole diceva:

  19 	“ per il nostro bene questo discorso il figlio di Śaṁtanu Bhīṣma ha detto,
     	e pure per il bene dei pāṇḍava e dell'intero universo,

  20 	e avendoci pensato io invierò Saṁjaya ai pṛthādi,
     	che dunque egli oggi si rechi senza indugio dai pāṇḍava.”

  21 	il re kaurava onorato il brahmano lo rimandava ai pāṇḍava,
     	e chiamato Saṁjaya in mezzo alla sala, questo discorso gli diceva.