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50. Saṃjayayāna

( Il Viaggio di Saṃjaya. V, 22-32)

                              XXII


   1 	Dhṛtarāṣṭra disse:
     	“ dicono che  i figli di Pāṇḍu o Saṁjaya, sono a upaplavya, vacci e informati,
     	e vai a visitare il senza-avversari, che per fortuna si trova in un luogo abitato,

   2 	e o Saṁjaya, a tutti devi dire: 'state bene avendo vissuto immeritevolmente nelle difficoltà?'
     	rapidamente essi trovino la pace con noi, pur falsamente trattati essi sono benevoli e buoni,

   3 	mai io o Saṁjaya, vidi nei pāṇḍava alcuna falsa condotta,
     	ottenendo la loro prosperità col proprio valore, i pāṇḍava a me si prostrarono,

   4 	mai colpa in loro venni a sapere, investigando, e mai da nessuno furono accusati i pṛthādi,
     	sempre essi compirono azioni nel dharma e nell'artha, e felici trattennero le brame,

   5 	caldo, freddo, fame e sete, sonno, fatica, ira e gioia, e insensatezza,
     	dominando con fermezza e saggezza, i pṛthādi si sforzano di aderire al dharma e all'artha,

   6 	danno ricchezze agli amici al giusto tempo, la loro amicizia non invecchia per consuetudine,
     	i pṛthādi onorano secondo il merito, in loro non vi è chi odi, tra i discendenti di Ajamīḍha

   7 	altri non vi è che lo sciocco e malvagio Duryodhana, e il vilissimo Karṇa,
     	costoro, stimolano l'energia di quelle grandi anime che sono privi di felicità e di amore,

   8 	virile e valoroso, felicemente prospero, Duryodhana pensa che sia ben fatto
     	prender la loro parte, e da fanciullo pensa che sia possibile mentre vivono ancora i pāṇḍava,

   9 	al senza-avversari che dalla sua parte ha Arjuna, Kṛṣṇa, e ventre-di-lupo, e Sātyaki,
     	e i due figli di Mādrī e pure tutti gli sṛñjaya, è saggio concedere prima della guerra,

  10 	l'ambidestro da solo stando sul carro armato del gāṇḍīva può opprimere la terra,
     	e così Viṣṇu, il lunghi-capelli, l'invincibile grand'anima signore del trimundio,

  11 	quale mortale può stare di fronte a lui che è il più invocato e desiderato di tutti gli dèi?
     	scagliando piogge di frecce dal rumore di nuvole, veloci come schiere di cavallette,

  12 	da solo sul carro con l'arco gāṇḍīva, ha conquistato il settentrione e pure i kuru del nord,
     	e prendeva le loro ricchezze l'ambidestro, e li rendeva tributari nel proprio esercito,

  13 	l'ambidestro che nella selva khāṇḍava col gāṇḍīva vinceva gli dèi e insieme Indra,
     	Phalguna che si propiziava il fuoco, innalzando la gloria e l'onore dei pāṇḍava,

  14 	tra gli armati di mazza nessuno è pari a Bhīma, né pari a lui guida di elefante,
     	sul carro lo dicono non inferiore di Arjuna, e per forza di braccia è pari a mille elefanti,

  15 	ben istruito, di eroico valore, rapido, da irato brucerebbe velocemente i figli di Dhṛtarāṣṭra,
     	sempre infuriato quel forte, non lo può vincere in campo neanche il Vāsava in persona,

  16 	intelligenti, forti, svelti di mano, istruiti da Phalguna i suoi due fratelli,
     	come due falchi che uccidono schiere di uccelli, qui i figli di Mādrī assalirebbero i kuru,

  17 	e in mezzo a loro vi è lo svelto Dhṛṣṭadyumna, quaggiù come uno dei pāṇḍava,
     	il signore dei somaka coi suoi amici, è pronto a morire per la vittoria dei pāṇḍava,

  18 	l'anziano Virāta, sovrano dei śālveya uomo di successo, con loro avendo abitato,
     	sempre assieme ai figli è dalla parte dei pāṇḍava, ho udito che è devoto a Yudhiṣṭhira,

  19 	cinque fratelli fortissimi, grandi arcieri sono stati cacciati dai kekaya,
     	e desiderando riottenere il regno dei kekaya, per combattere hanno seguito i pṛthādi,

  20 	tutti i valorosi tra i sovrani della terra si sono riuniti in favore dei pāṇḍava,
     	io ho udito che sono guerrieri devoti, uniti per affetto e fedeli al dharmarāja,

  21 	e gli abitanti dei monti e di luoghi inaccessibili, in terra guerrieri nobili e virtuosi,
     	e i barbari, varorosi in vari combattimenti, si sono uniti per stare dalla parte dei pāṇḍava,

  22 	e Pāṇḍya re pericoloso come Indra in battaglia, assieme con molti valorosi,
     	quel grand'anima, eroe nel mondo dall'irresistibile valore si è unito ai pāṇḍava, 

  23 	anche Sātyaki che ho udito ha avuto armi da Droṇa, da Arjuna, da Vāsudeva, da Kṛpa e 
     	e da Bhīṣma, e che dicono pari al figlio di Kṛṣṇa si è schierato dalla parte dei pāṇḍava,

  24 	e i cedi e i karūṣaka, appoggiandosi tutti ai potenti sovrani si sono riuniti,
     	uno di questi sovrani dei cedi, bruciante come il sole, pieno di gloria splendente,

  25 	creduto irresistibile in battaglia, il migliore sulla terra nel tendere l'arco,
     	fu ucciso rapidamente e violentemente da Kṛṣṇa contro la forza di tutti gli kṣatriya,

  26 	Śiśupāla fu sul campo, aumentando la gloria e l'onore degli yādava che già prima c'era, 
     	costui era stato onorato da tutti i sovrani a cominciare dal re dei kakūṣa,

  27 	essi pensando insuperabile Kṛṣṇa, il lunghi-capelli col suo carro trainato da Sugrīva,
     	trascurando il re di cedi, come vili animali un leone nella selva, fuggirono,

  28 	e lui che come avversario rapidamente incontrava speranzoso in duello Vāsudeva,
     	giaceva morto ucciso da Kṛṣṇa, come un albero karṇikāra abbattuto dal vento,

  29 	le imprese del lunghi-capelli in loro favore, che mi hanno raccontato o Saṁjaya,
     	e quelle che io ricordo di Viṣṇu, o figlio di Gavalgaṇa, non mi recano pace, 

  30 	mai un nemico può vincere quelli di cui sia guida il leone dei vṛṣṇi,
     	il mio cuore trema di paura, udendo che i due Kṛṣṇa sono insieme sullo stesso carro,

  31 	se non vi sarà concordia tra il mio sciocco figlio dalla mente perversa, e loro due,
     	allora quei due bruceranno i kuru, come Indra e Viṣṇu gli eserciti dei daitya,
     	io ritengo il conquista-ricchezze pari al cento-riti, e l'eterno Viṣṇu è l'eroe dei vṛṣṇi,

  32 	devoto al dharma, energico, virtuoso è il pāṇḍava figlio di Kuntī, il senza-avversari,
     	se non fosse saggio, offeso da Duryodhana, potrebbe distruggere i miei figli,

  33 	non io temo Arjuna, o Vāsudeva, o Bhīma o i gemelli,
     	quanto sempre io più temo la furia del re acceso d'ira o auriga,

  34 	egli e devoto al tapas e alla castità, le aspettative della sua mente si avvereranno,
     	sapendo della sua ira o Saṁjaya, in una situazione di conflitto sarei violentemente atterrito,

  35 	va dunque in fretta urgentemente col carro, e raggiunto l'esercito del re dei pāñcāla,
     	chiedi della salute del senza-avversari, e continuamente parla con affetto,

  36 	e incontrando il Janārdana o caro, quell'eccelso valoroso, quel grandissimo,
     	chiedi della sua salute per mio conto, e digli che Dhṛtarāṣṭra desidera la pace coi pāṇḍava,

  37 	nulla vi è che non farebbe il figlio di Kuntī su consiglio di Vāsudeva o auriga,
     	Kṛṣṇa è caro a loro come sé stessi, ed è saggio, e al suo agire sono sempre in accordo,

  38 	e riuniti i pāṇḍava, gli sṛñjaya, il Jānardana, Yuyudhāna, e Virāṭa,
     	chiedi della loro salute per mio conto, e di tutti i cinque figli di Draupadī,

  39 	e qualunque altra cosa ti sembri opportuna per il bene dei bhārata, 
     	tu devi dirla o Saṁjaya, in mezzo a quei re, senza offesa, che non sorga la guerra.”
     


                              XXIII


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	Saṁjaya però, udite le parole del re Dhṛtarāṣṭra.
     	partiva per upaplavya, per visitare i pāṇḍava dall'infinita energia,

   2 	egli raggiunto il re, all'anima pia Yudhiṣṭhira,
     	prima inchinatosi, allora quel figlio di sūta parlava,

   3 	Saṁjaya figlio del sūta Gavalgaṇa, con rispetto diceva al senza-avversari:
     	“ per fortuna o re, io ti vedo in salute, pieno di assistenti come il grande Indra,

   4 	della tua salute chiede l'anziano re figlio di Ambikā, il saggio Dhṛtarāṣṭra,
     	e come sta Bhīma il primo dei pāṇḍava e il conquista-ricchezze, e i due figli di Mādrī?

   5 	e come Kṛṣṇā, la principessa Draupadī, moglie di eroi, votata al vero, coi suoi figli?
     	la saggia in cui tu poni tutti i tuoi desideri di buona fortuna o bhārata?”

   6 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“o Saṁjaya, figlio di Gavalgaṇa, benvenuto, sono felice di parlare con te o auriga,
     	anch'io ti chiedo della tua salute, io sto bene con tutti i miei fratelli o sapiente,

   7 	dopo lungo tempo io sento della salute del re, dell'anziano dei kuru o auriga,
     	io ritengo di vedere il sovrano in persona, vedendo te per il piacere che ho o Saṁjaya,

   8 	il patriarca, il nostro acuto anziano di grande saggezza, versato in ogni dharma,
     	come sta quel kuru, Bhīṣma? agisce sempre come un tempo?

   9 	e come sta il re Dhṛtarāṣṭra coi suoi figli, il grand'anima figlio di Vicitravīrya?
     	e come sta il grande re dei bahlika, il saggio figlio di Pratīpa o figlio di sūta?

  10 	come sta Somadatta o caro, e Bhūriśrava, Satyasaṁdha e Śala?
     	e Droṇa con suo figlio? e il savio Kṛpa, grande arciere, come stanno questi?

  11 	questi grandi saggi versati in ogni arma, primi tra gli arcieri sulla terra,
     	quali onori hanno avuto? e come stanno questi arcieri?

  12 	tutti invidiano i kuru o Saṁjaya gli arcieri che sono ancora giovani sulla terra,
     	nel cui regno vive il bellissimo grande arciere il virtuoso figlio di Droṇa,

  13 	e il figlio della vaiśya come sta, il figlio del re i grande saggio Yuyutsu?
     	e il consigliere Karṇa di cui segue i consigli lo sciocco Suyodhana, come sta o caro? 

  14 	e le donne anziane, le madri dei bhārata, le cuoche le serve e le mogli o auriga,
     	e le nuore, le figlie, le nipoti, le sorelle, e nipotine come stanno?

  15 	il re continua a sostenere rettamente la sussistenza de brahmani come prima?
     	i figli di Dhṛtarāṣṭra non hanno preso i doni che io feci ai ri-nati o Saṁjaya?

  16 	e il re Dhṛtarāṣṭra coi suoi figli guardano con pazienza gli eccessi dei brahmani?
     	egli non trascura il loro sostentamento che è la base di ogni scopo?

  17 	questa è la suprema e pura luce, nel mondo dei viventi stabilita dal creatore per le creature,
     	se da sciocchi non frenano la loro brama, vi sarà l'intera distruzione dei kuru,

  18 	il re Dhṛtarāṣṭra coi suoi figli, provvedono alla sussistenza dei ministri?
     	non ci sono loro nemici che vivano in forma di amici per la loro rovina?

  19 	nessuno dei kuru o caro, parla male dei pāṇḍava?
     	vedendo delle schiere di ladroni riunite, si ricordano del combattimento guidato dal pṛthāde?

  20 	si ricordano delle frecce, tese dalle dita sulla corda, da quel potente arciere,
     	scagliate dal gāṇḍīva con suono di tuono, e dritte al bersaglio?

  21 	io nessuno mai vidi sulla terra conosciuto come pari o superiore ad Arjuna,
     	che possa scagliare una pioggia di sessantun frecce appuntite e ben piumate insieme,

  22 	mazza in pugno Bhīmasena il possente, fa tremare in battaglia le schiere nemiche,
     	come un elefante furioso che cammina tra i canneti, di lui si ricordano?

  23 	il figlio di Mādrī Sahadeva, a dantakūra, sconfisse i kaliṅga là sopraggiunti,
     	scagliando con la destra e la sinistra, di questo forte si ricordano?

  24 	e Nakula che fu mandato da me o Saṁjaya, figlio di Gavalgaṇa, sotto al tuo sguardo,
     	alla regione occidentale portandola in mio potere, del figlio di Mādrī si ricordano?

  25 	e quanto accadde nella selva di dvaitavana, a quelli andati malconsigliati alle mandrie,
     	dove quegli sciocchi caddero in potere dei nemici, e li liberavano Bhīmasena e Arjuna,

  26 	ed io proteggevo la retroguardia del vittorioso, e Bhīmasena quella dei figli di Mādrī,
     	e l'armato del gāṇḍiva abbattute le schiere nemiche tornava vincitore; di lui si ricordano?

  27 	non per una singola bella impresa vi è dunque la possibilità quaggiù o Saṁjaya,
     	che noi possiamo interamente sconfiggere il figlio di Dhṛtarāṣṭra.”


                              XXIV


   1 	Saṁjaya disse:
     	“ così è come ti degni di chiedere o pāṇḍava, dei kuru e della gente, o migliore dei kuru,
     	in salute e in buono spirito sono i principali kuru di cui tu chiedi o pṛthāde,

   2 	vi sono anziani e virtuosi, tra i figli di Dhṛtarāṣṭra, e vi sono dei malvagi, sappi o pāṇḍava,
     	il figlio di Dhṛtarāṣṭra donerebbe anche al nemico, come può prendere i doni ai brahmani?

   3 	questo che vige tra voi non è nel dharma, non è bene offendere chi non offende,
     	può essere che Dhṛtarāṣṭra e suo figlio, male con voi dal retto comportamento abbia agito,

   4 	egli non approva la violenza e si rammarica e ne soffre dentro l'anziano, o senza-avversari,
     	egli ha imparato dai brahmani sopraggiunti, che l'ingiuria all'amico è il peggiore dei mali,

   5 	si ricordano o sovrano, del tuo arrivo, e della battaglia di Jiṣṇu comandante dei soldati,
     	e si ricordano di Bhīmasena mazza in pugno mentre risuonavano conchiglie e tamburi,

   6 	si ricordano dei due figli di Mādrī che correvano in ogni direzione sul campo di battaglia,
     	dei due grandi prodi inamovibili, scaglianti continue piogge di frecce sulle forze in campo,

   7 	io non credo che il futuro dell'uomo si possa conoscere come sarà.
     	se tu dotato di ogni dharma, sei caduto in una sventura dolorosa o pāṇḍava,

   8 	tutto questo tu di nuovo attraverso la tua saggezza devi renderlo uguale o senza-avversari,
     	per seguir le brame non abbandoneranno il dharma i figli di Pāṇḍu simili ad Indra,

   9 	e tu o senza-avversari, con saggezza compi la pace con cui ne avranno felicità
     	i figli di Dhṛtarāṣṭra, i pāṇḍava, gli sṛñjaya e gli altri principi qui accampati,

  10 	medita o senza-avversari le parole che mi disse tuo padre Dhṛtarāṣṭra,
     	riunitosi coi ministri e i figli, e queste stesse parole ascolta.”


                              XXV


   1 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“riuniti sono i pāṇḍava e gli sṛñjaya, e Janārdana, e Yuyudhāna e Virāṭa,
     	quanto dunque ti ha ordinato Dhṛtarāṣṭra o figlio del sūta Gavalgaṇa dicci.”

   2 	Saṁjaya disse:
     	“ al senza-avversari, a ventre-di-lupo, al conquista-ricchezze, e ai due figli di Mādrī,
     	al śauri Vāsudeva, a Yuyudhāna, a Cekitāna a Virāṭa io mi rivolgo,

   3 	e all'anziano sovrano dei pāñcāla e a suo figlio Dhṛṣṛadyumna nipote di Pṛṣata,
     	tutti dunque ascoltate queste mie parole, io parlerò desiderando il bene dei kuru,

   4 	il re Dhṛtarāṣṭra approvando la pace, mi fece rapidamente aggiogare il carro,
     	' se piace al re coi suoi fratelli, figli e parenti, se piace ai pāṇḍava, che vi sia la pace, 

   5 	voi siete dotati di tutti i dharma, o pṛthādi, di fermezza, gentilezza e onestà,
     	siete nati nobili, non crudeli, liberali, lontani dalle vergogne, risoluti nelle azioni,

   6 	non praticate vili azioni, ma la sincerità, e avete un così terribile esercito,
     	un vostra colpa apparirebbe come una macchia di nero collirio su una bianca veste,

   7 	la totale distruzione appare dove si trova un atto che è compiuto dal male,
     	chi può sapere se porterà l'azione, sconfitta oppure vittoria dove c'è pari possibilità?

   8 	beati quelli che hanno fatto il bene dei parenti, i vostri figli, gli amici, i parenti,
     	miseramente lascerebbero la vita, dunque sia disciplinata la natura dei kuru,

   9 	se voi o pṛthādi puniste i kuru, abbattendo e catturando tutti i vostri nemici,
     	la vostra vita sarebbe uguale alla morte, non è bene vivere avendo ucciso i parenti,

  10 	voi col lunghi-capelli, con Cekitāna, e protetti dal braccio dei discendenti di Pṛṣata,
     	e con Sātyaki, chi può sconfiggervi, avendo l'aiuto pure di Indra assieme agli dèi?

  11 	e chi i kuru protetti da Droṇa e da Bhīṣma, da Aśvatthāman, da Śalya e da Kṛpa,
     	e guardati dal figlio di Rādhā e da altri sovrani, può conquistare in battaglia o re?

  12 	un grande esercito ha il re figlio di Dhṛtarāṣṭra, chi può ucciderlo senza esserne distrutto?
     	io non vedo alcunché di meglio sia nella vittoria che nella sconfitta,

  13 	come possono i pṛthādi, come vili genti di basso lignaggio, compiere un azione così ingiusta? 
     	io prego inchinandomi, Vāsudeva, ed anche l'anziano sovrano dei pāñcāla,

  14 	a mani giunte, io cerco il vostro rifugio, perché il meglio sia per i kuru e gli sṛñjaya,
     	non è possibile che le mie parole non siano compiute da Vāsudeva e dal conquista-ricchezze,

  15 	entrambi la vita darebbero come altrimenti? questo o saggio, io dico a questo scopo, 
     	questa è l'opinione del re, e di Bhīṣma per primo, che con voi vi sia suprema pace.”
     


                              XXVI


   1 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“ forse che Saṁjaya ascolta da me parole rivolte alla guerra, per cui teme la guerra? 
     	la pace o caro, è meglio della guerra, chi questa avendo, mai combatterebbe o auriga?

   2 	se le aspettative di un uomo, che nel cuore vuole si realizzano senza che agisca,
     	nulla egli faccia, io so che questo è molto più semplice della guerra,

   3 	come può un uomo invitare alla guerra? chi è maledetto dal fato da scegliere la guerra?
     	i pṛthādi agiscono cercando la felicità, nella via che al mondo non sia contraria al dharma,

   4 	iniziando ad agire cercando la felicità, in verità incorre nella sventura agendo nel dolore,
     	chi insegue il piacere dei sensi, pur desideramdo la felicità e la fine del dolore,
     	la brama uccide il corpo, di chi ad essa è congiunto ed egli cade nel dolore,

   5 	come la forza di un fuoco acceso, cresce ancora alimentandone le fiamme,
     	così ottenuto lo scopo il desiderio ancora non si sazia, come un fuoco alimentato dal burro,
     	guarda il grande mucchio di beni del re Dhṛtarāṣṭra rispetto ai nostri,

   6 	il signore non ascolta le discordie degli inferiori, né degli inferiori ode i canti,
     	l'inferiore non gode di ghirlande profumate, e neppure di unguenti inferiori,

   7 	l'inferiore non indossa vesti preziose, come dunque può allontanarci dai kuru?
     	e anche si trascuri questo, il desiderio brucia il cuore nello stesso corpo,

   8 	il re, egli stesso in difficoltà, cerca l'alleanza di altri, e questo non è bene,
     	come appare il proprio comportamento, così pure deve approvare quello degli altri,

   9 	chi lascia un fuoco acceso nella foresta piena di legna, nella stagione calda,
     	quando si infiamma a causa del vento, si addolora, cercando rifugio per mancanza di fresco,

  10 	ottenuta la sovranità il re Dhṛtarāṣṭra per quale motivo oggi si lamenta o Saṁjaya?
     	avendo accettato come consigliere lo sciocco e folle figlio, intento nella zoppia morale?

  11 	non essendo acuto, Suyodhana, ha disprezzato le parole di Vidura il più intelligente,
     	e il re Dhṛtarāṣṭra incontro al piacere del figlio consapelvolmente è entrato nell'adharma,

  12 	il re Dhṛtarāṣṭra coi kuru, non ha ricordato per amore del figlio le parole di Vidura
     	o auriga, quel saggio che desidera il bene dei kuru, sapiente, eloquente e virtuoso,

  13 	di quel privo di onore, egocentrico, e invidioso, furioso, violatore dell'artha e del dharma,
     	dalle male parole, in preda alla follia, egoista, dalla natura malvagia,

  14 	il peggiore delle guide, di grande follia, ostile agli amici, dalla mente malvagia o Saṁjaya,
     	per amore di quel figlio, il re Dhṛtarāṣṭra, pur riconoscendolo trascura dharma e bene,

  15 	e allora o Saṁjaya, quando ero impegnato ai dadi: che sarebbe giunta la fine dei kuru,
     	Vidura dicendo queste saggie parole, non trovava l'approvazione di Dhṛtarāṣṭra,

  16 	se avesse seguito il consiglio dello kṣattṛ, la sventura non avrebbe raggiunto i kuru,
     	nella misura in cui seguissero la sua saggezza tanto il loro regno sarebbe prospero,

  17 	ma ascolta o auriga, quali sono i consiglieri del figlio di Dhṛtarāṣṭra bramoso di ricchezze:
     	Duḥśāsana, Śakuni, il figlio del sūta, guarda dunque o figlio di Gavalgaṇa, la sua follia,

  18 	io stesso non vedo esaminando, quale sia la fortuna per i kuru e gli sṛñjaya,
     	avendo Dhṛtarāṣṭra preso da altri il trono, trascurando Vidura dalla lunga vista,

  19 	Dhṛtarāṣṭra assieme al figlio governa un grande regno senza rivali sulla terra,
     	perciò la semplice pace non può avere, egli ritiene troppo sua la mia ricchezza,

  20 	Karṇa pensa che vincerà in battaglia Arjuna con le armi in pugno,
     	precedentemente vi son state grandi battaglie, e Karṇa non era forse in queste protettore?

  21 	Karṇa lo sa e pure Suyodhana, e Droṇa lo sa e pure il patriarca,
     	e pure gli altri kuru che erano là, come di Arjuna non vi è uno pari come arciere,

  22 	tutti i kuru lo sanno, e anche gli altri sovrani che si sono riuniti,
     	che Duryodhana ha compiuto un offesa, all'insaputa di Phalguna uccisore di nemici,

  23 	con questa il figlio di Dhṛtarāṣṭra crede di poter prendere il mio e le ricchezze dei pāṇḍava,
     	essendo raggiunto là in battaglia dal coronato consapevole, col suo arco di giusta misura, 

  24 	il suono emesso dal gāṇḍīva in battaglia, non avendo udito i figli di Dhṛtarāṣṭra vivono,
     	se con l'energia del furioso Bhīmasena, Suyodhana ritiene di aver stabile prosperità,

  25 	neppure Indra sarebbe capace di prendere il trono essendo vivo Bhīmasena,
     	e il conquista-ricchezze, e Nakula e o auriga, il mio valoroso Sahadeva,

  26 	se a queste cose ponesse mente l'anziano re assieme a suo figlio o auriga,
     	allora o Saṁjaya, i figli di Dhṛtarāṣṭra non sarebbero distrutti dal fuoco dell'ira dei pāṇḍava,

  27 	tu conosci la sventura da noi subita, io dunque onorandoti, te perdonerò
      	quanto a noi fu fatto prima dai kuru, e sai quale fu la nostra condotta verso il figlio di Dhṛtarāṣṭra,

  28 	e anche ora questa così sia, io andrò alla pace come tu hai detto,
     	a indraprastha sia il mio regno, Suyodhana, il primo dei bhārata me lo conceda.”
     


                              XXVII


   1 	Saṁjaya disse:
     	“la tua condotta o pāṇḍava sempre nel dharma è saputa al mondo e pure appare o pṛthāde, 
     	guarda come la vita è piena di dolori e impermanente, non andare alla distruzione,

   2 	se i kuru null'altra parte che la guerra ti daranno o senza-avversari,
     	penso migliore una vita di elemosine nel regno di andhaka e vṛṣṇi, del trono con la guerra,

   3 	breve è la vita umana, tribolata, sempre dolorosa e mobile,
     	e inoltre non è conforme al proprio vigore, perciò o pāṇḍava, non procedere nel male,

   4 	le brame che si attaccano all'uomo, distruggono la radice del dharma o sovrano di uomini,
     	dunque l'uomo retto prima le distrugge e poi ottiene luminosa fama al mondo,

   5 	si deve trattenere la brama di ricchezza o pṛthāde, il dharma di chi le segue ne risente,
        chi preferisce il dharma è il vero saggio, chi è preso dalla brama perde i beni della ricchezza,

   6 	per prima cosa compiendo il dharma nell'agire, il potente risplende come il sole,
     	abbandonando il dharma anche ottenendo questa terra, l'uomo di mali intenti perisce,

   7 	chi ha studiato i veda, praticato la brahmacarya, fatto sacrifici, donato ai brahmani,
     	e pensando alla sua suprema posizione, chi da sé ha dato anni alle felicità,

   8 	eccessivamente godendo dei dolci piaceri non praticando vicinanza allo yoga,
     	perduta la ricchezza privo di gioie, giace nel massimo dolore, scosso dalla forza delle brame,

   9 	così di nuovo attaccato alla vita ricca, chi abbandonando il dharma pratica l'adharma,
     	questo folle che non crede al mondo futuro, lasciato il corpo, lo sciocco si duole nell'aldilà,

  10 	non vi è fine nell'altro mondo ai frutti dell'agire, sia nel bene che nel male,
     	il male e il bene prima fatto, procede, e dietro segue chi l'ha compiuto,

  11 	logicamente paragonabile al cibo saporito e profumato con chiara fede ai brahmanni,,
     	offerto nelle cerimonie come suprema dakṣiṇa il tuo agire è riconosciuto essere, 

  12 	quaggiù si deve compiere o pṛthāde, l'azione nel campo, nulla si può fare nell'aldilà,
     	molte cose tu hai compiuto commendate dai virtuosi, che faranno santo il tuo altro mondo,

  13 	in cui cessa la morte, e la vecchiaia e la paura, e non v'è fame o sete, né i dolori del cuore, 
     	nulla vi si trova da dover fare là, altrimenti che la soddisfazione dei sensi,

  14 	di questa natura è il frutto dell'agire o sovrano, con una tale misura di gioia del cuore,
     	quanto nasce dall'ira e dalla gioia o pāṇḍava, non perseguire a lungo in entrambi i mondi,

  15 	la gloria che da la fine delle azioni, è il vero, l'autocontrollo, la fermezza, priva di crudeltà, 
     	sacrificato l'aśvamedha o il rājasūya v'è la fine di peccati, non agire di nuovo nel male,

  16 	se voi o pṛthādi a lungo stati al giusto modo, compirete una azione malvagia, 
     	avete abitato lunghi anni nelle selve, in un doloroso soggiorno o pāṇḍava per il dharma,

  17 	se non fossi  stato in esilio prima, l'esercito che allora avevi sarebbe sotto il tuo controllo,
     	sempre i pāñcāla sono tuoi alleati, e Janārdana e il valoroso Yuyudhāna,

  18 	e il re dei matsya dal carro d'oro coi figli, Virāṭa assieme ai figli grandi guerrieri,
     	e i re che prima furono vinti sono accorsi a unirsi a te,

  19 	potente, con grandi alleati, pieno di vigore, seguito da Vāsudeva e da Arjuna,	
     	uccidendo i principali nemici sul campo, abbatteresti l'arroganza del figlio di Dhṛtarāṣṭra,

  20 	perché ha fatto crescere le forze del nemico? perché hai indebolito i tuoi alleati?
     	perché risiedendo molti anni nelle selve, vuoi ora combattere o pāṇḍava fuori tempo?

  21    chi o pāṇḍava, combatte, o poco saggio o ignorante del dharma, devia dalla via della prosperità,
      	il saggio e pure l'intelligente, per l'ira, dal dharma, e anche dalla prosperità, si allontana,

  22 	non tenere la mente nell'adharma o pṛthāde, non compiere una mala azione mosso dall'ira,
     	per quale ragione e a quale scopo ora vuoi compiere un'azione contraria alla saggezza?

  23 	l'ira pur non una malattia, è un acuto dolore del capo che ruba la fama, e produce il male, 
     	la ingoiano i buoni e i mali non lo fanno, ingoia l'ira o grande re, dominandoti,

  24 	perche la segui questa legata al male? la pace per te è meglio di ogni ricchezza,
     	quando Bhīṣma il figlio di Śaṁtanu fosse morto, quando Droṇa, con suo figlio fosse ucciso,

  25 	e Kṛpa, e Śalya e Vikarṇa, e il figlio di Somadatta, e Karṇa e Duryodhana,
     	uccisi questi, quale sarebbe la felicità che ne avresti? questo dimmi o pṛthāde,

  26 	anche ottenendo l'intera terra compresa dai mari, non sarai libero da vecchiaia e morte, 
     	da piaceri e dispiaceri, da gioie e dolori, sapendo ciò, non fare la guerra,

  27 	se tu, per desiderio dei tuoi consiglieri vuoi compiere tale azione,
     	parti da qui donando il tuo a loro, non allontanarti dalla via che conduce agli dèi.”
     


                              XXVIII


   1 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“senza dubbio o Saṁjaya, è vero che il dharma è la migliore azione come tu hai detto,
     	e sapendolo tu mi puoi censurare se io agisco nel dharma o nell'adharma,

   2 	dove l'adharma assume l'aspetto del dharma, l'intero dharma appare in guisa di adharma,
     	e anche il dharma mantenendo il proprio aspetto, con l'intelligenza lo scorgono i saggi,

   3 	così dharma e adharma essendo eterni mutano aspetto nelle sventure,
     	sappi o Saṁjaya che il dharma nelle sventure ha come misura il suo primo aspetto,

   4 	colui che ha perduta l'originale condizione, con l'agire che può desidera riottenerla,
     	chi è nella originaria condizione e chi nella sventura, entrambi sono censurabili o Saṁjaya,

   5 	una espiazione fu stabilita dal creatore per i brahmani che non vogliano la rovina,
     	tu o Saṁjaya puoi censurare sia chi nelle sventure non agisce, sia chi male agisce,

   6 	per la non distruzione della verità tra gli uomini si impegna la condotta dei buoni
       	non brahmani sono quelli che non sanno i veda, il buono pensa che ogni distruzione venga da loro,

   7 	perciò i nostri padri, che prima sono vissuti, e gli altri avi prima dì loro,
     	e i bramosi di saggezza, compiono azioni, non vi è alternativa, 'non vi è, non vi è.' io penso,

   8 	quanta è la ricchezza su questa terra, e quanta quella dei trenta dèi nell'altro mondo,
     	e il cielo di Prajāpati, e il mondo di Brahmā io non li vorrei contro il dharma,

   9 	Kṛṣṇa, signore giusto, abile, di politica esperto, devoto ai brahmani, e saggio  
     	governa i vari principi bhoja dalla grande forza,

  10 	se io rinunciando possa essere nel giusto o se combattendo abbandoni il mio dharma,
     	questo lo dica il glorioso lunghi-capelli, Vāsudeva, che vuole il bene di entrambe le parti,

  11 	i śaineya, e i caitraka, gli andhaka, i vṛṣṇi e i bhoja, i kaukura, e gli śñjaya,
     	seguendo le opinioni di Vāsudeva, respingono i nemici e rallegrano gli amici,

  12 	i vṛṣṇi e gli andhaka, con Ugrasena in testa, tutti simili ad Indra si sottomettono a Kṛṣṇa,
     	e pure i saggi yādava pieni di ricchezze, fortissimi, e dal sincero coraggio,

  13 	i re dei kāśi Banhru, ha avuto suprema prosperità, ottenendo Kṛṣṇa come fratello e signore,
     	su di lui Vāsudeva ha versato ogni bene, come una nuvola alla fine dell'estate sui viventi

  14 	tale è il lunghi-capelli, o caro, sappilo ancora giudice certo di ogni azione,
     	caro a noi è il virtuosissimo Kṛṣṇa, io non trascuro mai le parole del lunghi-capelli.”
     


                              XXIX


   1 	Vāsudeva disse:
     	“ io o Saṁjaya non voglio la distruzione dei pāṇḍava ma il loro bene e prosperità,
     	e pure il benessere desidero o auriga, anche del re Dhṛtarāṣṭra dai molti figli,

   2 	questo è sempre il mio desiderio, null'altro posso dire a loro che: 'state in pace.'
     	questo io ho udito essere il bene del re e penso la stessa cosa per i pāṇḍava,

   3 	forse che è difficile a compiersi la pace proposta qui dal pāṇḍava o Saṁjaya?
     	se Dhṛtarāṣṭra e suo figlio saranno avidi, come dunque qui non sorgerà guerra tra loro?

   4 	nel perseguire il vero dharma o Saṁjaya, tu ne sai più di me e di Yudhiṣṭhira,
     	perche dunque o Saṁjaya del potente pāṇḍava intento nel proprio agire,
       	che come detto è intento alla cura della stirpe, tu parli o virtuoso, di rovina per le cose passate?

   5 	in questo modo egli si comporta giustamente, le opinioni dei brahmani sono varie,
     	alcuni dicono che il successo viene dall'agire, altri invece che lasciato l'agire, esso viene dal sapere,
     	chi digiuna e non si soddisfi mangiando i cibi, saggio quaggiù lo ritengono i brahmani,

   6 	i saperi che perfezionano l'azione, in questi si trova il frutto non negli altri,
     	questo agire quaggiù ha un evidente frutto, bevendo l'acqua si calma l'assetato,

   7 	questo effetto è dato dall'agire, così dunque o Saṁjaya ha effetto l'agire,
     	chi pensa che altro sia meglio dell'azione, costui è debole con confuso carattere,

   8 	per il loro agire splendono i numi nell'altro mondo, e con l'agire soffia il vento,
     	con l'agire il sole sempre instancabile sorge e crea il giorno e la notte,

   9 	instancabile la luna incontra le quindicine e i mesi e la congiunzione con le stelle,
     	instancabile brucia il fuoco che tutto possiede, e bruciando compie il bene delle creature,

  10 	la dea terra instancabile sopporta con forza questo enorme peso,
     	instancabili, i fiumi le acque rapidi trasportano, saziando tutti gli esseri,

  11 	instancabile fa piovere il dio gloriosissimo, facendo risuonare l'aria e il cielo,
     	instancabile pratica l'austerità l'uccisore di Bala, volendo essere il migliore degli dèi,

  12 	trascurando gioia e piaceri della mente, con questa azione ottiene la supremazia,
     	con cura proteggendo verità e dharma, autocontrollo, pazienza, equaminità e amore,
     	a tutti queste cose attendendo, il dio nuvoloso, ottenne la principale sovranità sugli dèi,

  13 	Bṛhaspati pratica la brahmacarya, concentrato, con anima controllata secondo le regole,
     	trascurando le gioie, trattenedo i sensi, con questo egli divenne il guru degli dèi,

  14 	le stelle lassù attraverso l'azione splendono, e i rudra, gli aditya, i vasu, e i viśve,
     	il re Yama, Kubera figlio di Viśravas, e i gandharva e le splendide apsaras,
     	e i muni, sapienti dei veda praticando la brahmacarya e i riti, lassù splendono,

  15 	conoscendo questo dharma di tutto il mondo, per brahmani, kṣatriya e le altre genti,
     	tu essendo il sapiente dei sapienti, perché dunque ti impegni in favore del kaurava? 

  16 	sappi che costui è sempre impegnato nei veda e nell'aśvamedha e nel rājasūya,
     	è intento, e all'arco e corazza e altre protezioni e ancora alle armi da carro,

  17 	se i pṛthādi trovassero un mezzo senza la morte dei kaurava,
     	farebbero la santa protezione del dharma, trattenendo Bhīmasena in una nobile condotta,

  18 	ma se intenti nell'agire dei padri, cadessero, per l'incombere del fato., nella morte,
     	secondo il loro potere intenti nel loro agire, pure una tale morte per loro sarebbe eccellente,

  19 	tu pensa a tutto questo, o la legge del dharma dei re si radica nella guerra,
     	oppure la legge del dharma si radica nella pace, così dunque ascolterò la tua risposta,

  20 	tu vedi che la prima distinzione dei quattro varṇa è nelle proprie azioni,
     	guardando allora l'agire proprio dei pāṇḍava, lo puoi approvare o censurare come ti pare,

  21 	studi il brahmano, e sacrifichi, faccia donazioni e si rechi ai principali tīrtha,
     	insegni e pure sacrifichi per altri, e riceva le donazioni promesse,

  22 	e il principe, compiendo la protezione delle creature, e donando secondo un attento dharma,
     	e compiendo sacrifici, e studiando tutti i veda, e prendendo moglie e ben agendo viva,

  23    il vaiśya studiando con l'agricoltura, l'allevamento e il commercio guadagnando, si mantenga vigile,
     	compiendo il bene dei brahmani e degli kṣatriya nel dharma viva ben agendo,

  24 	attendendo alla cura dei brahmani, non studi, a lui sia proibito il sacrificio,
     	sempre si sforzi nel benessere, istancabile, questo è l'antico dharma tramandato dello śūdra,

  25 	con cura il re questi proteggendo, leghi ogni varṇa al proprio dharma,
     	egli non sia lussurioso, sia equanime verso i viventi, non segua desideri contro il dharma,

  26 	se vi fosse qualcuno riconosciuto migliore di lui, dotato di ogni dharma,
     	egli punisca il male conoscendolo, ma non imbrogli, questo non è bene,

  27 	quando congiurasse con frode verso un altro regno, per abuso di potere usando l'esercito,
     	allora vi sarebbe la guerra sorta tra i re, e corazze armi e archi,
     	da Indra fu inventato questo agire per la distruzione dei briganti, corazze, armi e archi,

  28 	laddove un ladro non visto rubasse ricchezze, o dove apertamente rubasse essendo punibile,
     	questi due sarebbero censurati da te o Saṁjaya, perché dunque non il figlio di Dhṛtarāṣṭra?
     	lui che ritiene per avidità giusto quanto desidera, perseguendolo in preda alla follia,

  29 	la parte dei pāṇḍava è ben stabilita, e questa altri non la prenderebbero senza ragione,
     	così la cosa, sarebbe lodevole anche la morte combattendo, il regno avito supera l'altrui,
     	queste antiche regole dei kuru tu o Saṁjaya devi pronunciarle nell'assemblea reale,

  30 	sciocchi e folli e in preda alla morte, sono quelli riuniti dal figlio di Dhṛtarāṣṭra,
     	questa e un'azione ancora più malvagia, guarda dunque la condotta dei kuru nell'assemblea,

  31 	verso Draupadī l'amata moglie dei pāṇḍava, bellissima e dotata di virtuosa condotta, che
      	sotto lo sguardo dei kuru, con Bhīṣma in testa, piangente fu tormentata da quel lusssurioso,

  32 	se allora i kuru presenti, giovani e vecchi evessero questo proibito,
     	per me un bene avrebbe compiuto Dhṛtarāṣṭra e l'avrebbe fatto anche per i suoi figli,

  33 	Duḥśāsana per i capelli trascinava Kṛṣṇā in mezzo all'assemblea dei suoceri, 
     	ella là condotta gridava i suoi lamenti, e nessun altro protettore che lo kṣattṛ apparve,

  34 	e per compassione i re là riuniti nella sala non furono capaci di protestare,
     	solo lo kṣattṛ parlando in favore del dharma, al dharma pensando, rispose a quello sciocco,

  35 	non parlasti tu del dharma in quella sala, che ora vuoi menzionare al pāṇḍava,
     	e Kṛṣṇā una chiara impresa difficile a compiersi, fece dopo aver raggiunta la sala,
     	con cui liberava i pāṇḍava e sé stessa dalla sventura, come una nave dai flutti del mare,

  36 	quando  il figlio del sūta parlava a Kṛṣṇā ritta nella sala, davanti ai suoceri:
     	'o figlia di Yajñasena non troverai scampo entrando ora nel palazzo del figlio di Dhṛtarāṣṭra,
     	sconfitti essi non sono più tuoi mariti, un altro marito o bella scegli.'

  37 	una terribile violenza che trafigge il cuore e spezza le ossa, era nel cuore di Bībhatsu,
     	era una freccia appuntita, piantata nel cuore di Phalguna quel pungente discorso di Karṇa,

  38 	a loro coperti di nere pelli Duḥśāsana, diceva queste male parole:
     	'tutti loro sono dei poveretti rovinati, caduti nel rovinoso inferno per lungo tempo.'

  39 	e il re dei gāndhāra Śakuni, con la frode, diceva durante la partita ai pṛthādi:
     	'Nakula l'ho vinto cosa ancora ti resta? giocati dunque Kṛṣṇā la figlia di Yajñasena.'

  40 	tu o Saṁjaya conosci tutte queste indicibili parole pronunciate nella partita,
     	io desidero di persona andare là a stabilire quanto si debba fare e quanto evitare,

  41 	se senza alcun danno per la causa dei pāṇḍava, io potrò fare la pace coi kuru,
     	poiché sarebbe un atto meritorio e auspicabile, io libererò i kuru dall'incombere della morte,

  42 	ma il discorso, saggio, opportuno, di dolce dharma, privo di violenza, che pronuncerò
     	davanti a loro, tengano in conto i figli di Dhṛtarāṣṭra, e accogliendolo i kuru mi onoreranno, 

  43 	perché altrimenti, da Phalguna sul carro, e da Bhīma armato da battaglia,
     	saranno spazzati via i figli di Dhṛtarāṣṭra, sappilo, quei folli bruciati dal proprio agire,

  44 	ai vinti pāṇḍava il figlio di Dhṛtarāṣṭra disse parole crudeli,
     	a tempo opportuno Bhīmasena mazza in pugno le farà attentamente ricordare a Duryodhana,

  45 	Suyodhana è un grande albero di follia, Karṇa il suo tronco, Śakuni i suoi rami,
     	Duḥśāsana i fiori e frutti cresciuti, e il poco saggio re Dhṛtarāṣṭra la sua radice,

  46 	Yudhiṣṭhira è il grande albero del dharma, Arjuna il suo tronco, Bhīmasena i suoi rami,
     	i due figli di Mādrī i fiori e frutti cresciuti, io e il brahman e i brahmani ne siamo la radice, 

  47 	una selva sono il re Dhṛtarāṣṭra coi suoi figli, i Pāṇḍava o Saṁjaya, sono le tigri nella selva,
     	non tagliare una foresta piena di tigri, non rimuovere le tigri dalla foresta,

  48 	la tigre sia uccisa fuori dalla foresta, una selva priva di tigri sia tagliata,
     	perciò la tigre custodisce la selva e la foresta protegge la tigre,

  49 	i figli di Dhṛtarāṣṭra sono archi di rampicanti, i pāṇḍava o Saṁjaya sono alberi śāla,
     	nessun ranpicante cresce mai senza attaccarsi ad un grande albero,

  50 	fermi aspettano di udire i pṛthādi ma sono pronti a combattere quei distruttori di nemici,
     	quanto è opportuno per quel sovrano, faccia dunque Dhṛtarāṣṭra,

  51 	fermi sono nella pace i pāṇḍava grandi anime, praticando il dharma,
     	pur essendo valenti guerrieri, questo o saggio comunica a loro secondo verità.”
     


                              XXX


   1 	Saṁjaya disse:
     	“ ti saluto o divino signore di uomini, io parto o pāṇḍava, buona fortuna a te,
     	spero che nessuna parola sbagliata io abbia pronunciato, per fallo della mia mente,

   2 	e salutando Janārdana, Bhīmasena, Arjuna, i due figli di Mādrī, Sātyaki e Cekitāna,
     	io parto, fortuna e felicità sia  voi, con sguardo benevola guardate a me o sovrani.”

   3 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“ col mio permesso felicemente parti o Saṁjaya, mai tu hai fatto a noi alcun dispiacere,
     	tutti noi ti sappiamo uno di anima pura, che sta in mezzo alla loro assemblea,

   4 	tu sei ricevuto come un caro messaggero, dalla nobile parola, customato, e con discernimento,
     	tu o Saṁjaya, non ti confondi nella mente, né ti adiri pur in vero mal apostrofato,

   5 	mai tu hai parlato con aspre e pungenti parole, o furenti e ruvide o men che elogiative,
     	ma le tue parole conosciamo o auriga, felici nel dharma, opportune e non violente,

   6 	tu sei per noi il più caro dei messaggeri, qui può venire come secondo anche Vidura,
     	un tempo spesso ti vedevamo, un amico sei per il conquista-ricchezze pari a sé stesso,

   7 	partito in fretta da qui o Saṁjaya, onora i brahmani secondo il merito, 
     	quelli di virtuoso valore, di buona condotta, nati di nobile stirpe, dotati di ogni dharma,

   8 	e i brahmani mendici che si dedicano ai loro studi, e gli asceti che sono sempre nelle selve,
     	salutando per me questi anziani, anche a questi chiedi come stanno,

   9 	e al purohita del re Dhṛtarāṣṭra e al maestro, e a quelli che sono i suoi celebranti,
     	ed ai suoi amici o caro, avvicinandoti, chiedi come stanno o auriga,

  10 	l'amato maestro, che non si allontana dal dovere, che pratica brahmacarya per avere i veda, 
     	che inoltre imparò le armi nei quattro generi, Droṇa il virtuoso, salutato come merita,

  11 	quel virtuoso sapiente di studi, che conosce le armi nei quattro generi,
     	ad Aśvatthāman potente come un figlio di gandharva, a lui chiedi della sua salute,

  12 	raggiunta la residenza del grande guerriero figlio di Śaradvat, il migliore dei sapienti d'armi,
     	tu a lungo nominandomi, o Saṁjaya, devi toccare i piedi di Kṛpa con le mani,

  13 	di chi possiede potenza benevolenza e tapas, saggezza condotta, e fermezza nei veda,
     	di Bhīṣma il migliore dei kuru toccati i piedi, a lui offri i miei omaggi,

  14 	e colui che ha la saggezza per vista, il capo dei kuru, il saggio istruito, riverito anziano, 
     	al re venerabile inchinandoti, digli o Saṁjaya che io sto bene,

  15 	il figlio maggiore di Dhṛtarāṣṭra è sciocco e folle, falso e male agente o Saṁjaya,
     	da cui l'intera terra è diretta, anche a Suyodhana chiedi come sta, o caro,

  16 	suo fratello più giovane, folle e che ha sempre la sua stessa condotta o Saṁjaya,
     	grande arciere, e superbo guerriero dei kuru, anche a Duḥśāsana chiedi o caro, come sta,

  17 	a Vṛndāraka, saggio in ogni cosa, privo di follie, dalla grande saggezza e con ogni dharma,
     	mai egli si è compiacuito della guerra, al figlio della vaiśya chiedi o caro, della sua salute,

  18 	chi non ha secondi nel gioco dei dadi, senza frode, fortunato e abile giocatore.
     	che non si puo vincere ai dadi e sul campo, a Citrasena chiedi come sta o caro,

  19 	colui che nessun altro desiderio ha mai avuto che la pace tra i bhārata, 
     	il saggio toro dei bāhilika, come fosse me stesso saluta gentilmente,

  20 	dotato di svariate delle migliori doti, sapiente e che non è mai crudele,
     	che per affetto la passione sempre domina, questo è Somadatta, da venerare per me,

  21 	nobilissimo tra i kuru il figlio di Somadatta, egli di noi è fratello e mio amico o Saṁjaya,
     	a lui che è grande arciere, supremo sul carro, coi suoi ministri chiedi come sta,

  22 	e gli altri principali giovani dei kuru, i figli e i nipoti, che sono nostri fratelli,
     	ciascuno di essi avvicina, e a loro augura per mio conto di star bene,

  23 	e quei re che si sono alleati col figlio di Dhṛtarāṣṭra per combattere i pāṇḍava,
     	i vasāti, i śālvaka, e i kekaya, e gli ambaṣṭha, e quelli che sono i primi dei trigarta,

  24 	e i guerrieri del'est, del nord, del sud, e dell'ovest e tutti quelli montani,
     	che sono privi di crudeltà e dotati di virtuosa condotta, a tutti loro chiedi come stanno,

  25 	le guide degli elefanti, quelli che siedono sui carri, i fanti, quelle grandi schiere di nobili,
     	a questi devi dire che sto bene, e a tutti loro chiedi se stanno bene,

  26 	quindi ai ministri che attendono ai fatti del re, ai portinai, e a quelli che guidano l'esercito,
     	e agli addetti che tengono i conti, o ai molti che si occupano di vari compiti,

  27 	e Śakuni, il montanaro re gāndhāra, che è il massimo esperto nei dadi con la frode, 
     	che alimenta l'arroganza del figlio di Dhṛtarāṣṭra a questo falso chiedi come sta o auriga,

  28 	l'eroe che con un solo carro senza danno è in grado di vincere i pāṇḍava,
     	il quale è impareggiabile a confondere i gia confusi, al vaikartana chiedi caro, come sta,

  29 	lui devoto, lui guru, e ministro, lui padre, madre e amico, Vidura
     	di profonda intelligenza e di lunga vista, nostro consigliere a lui, caro chiedi come sta,

  30 	e le donne anziane che sono piene di qualità e quelle che sono conosciute come madri,
     	tutte queste donne anziane insieme incontrando, porgi loro questo saluto:

  31 	'spero che i figli e insieme ai loro padri, vivano in una condotta priva di violenza.'
     	così in persona parlando con loro, dì loro che prima il senza-avversari coi figli stava bene,

  32 	e quelli che conosci là come loro mogli, a tutte queste chiedi o caro, come stanno,
     	che siano ben protette, amabili, irreprensibili, che vivano nelle loro case con vigilanza

  33 	' spero che pratichiate una nobile condotta e priva di crudeltà verso i suoceri
     	e come i vostri mariti sono gentili con voi, in tal modo restiate voi stesse in buona condotta.'

  34 	e le nuore che conosci là o Saṁjaya, dotate di qualità, e giunte in nobili famiglie, 
     	queste madri di figli raggiungendo dì a loro che Yudhiṣṭhira gentilmente le saluta,

  35 	tu o Saṁjaya devi abbracciare le fanciulle, loro chiedendo per mio conto come stanno,
     	' che siano nobili e gentili i vostri mariti, e che voi siate gentili coi mariti,

  36 	ben adornate, con bei abiti, profumate, senza disgusto, ma felici e piene di beni.'
     	e alle cortigiane che sono di bell'aspetto e belle parole chiedi caro, come stanno,

  37 	e ai servi e alle serve dei kuru, e ai molti storpi là rifugiatisi,
     	dì a loro che io sto bene e poi chiedì loro come stanno:

  38 	'spero che mantenga l'antica condotta il figlio di Dhṛtarāṣṭra e che vi dia il mantenimento,
     	e che Dhṛtarāṣṭra mantenga i mutilati e miseri e i nani con gentilezza.'

  39 	e a tutti i ciechi e agli anziani e ai molti che vivono reggendosi sulle mani,
     	racconta della mia salute e poi chiedì loro se stanno bene:

  40 	' non abbiate timore della dolorosa vita misera, forse avete agito male nelle vite precedenti,
     	che abbattuti i nemici e favorito gli amici, io li manterrò con cibo e vesti.'

  41 	le azioni fatte da me per i brahmani, sono radicate nella nostra venerazione,
     	io li vedo meritevoli e perciò questi loro meriti devi rivelarli al sovrano,

  42 	le vedove, i deboli, gli idioti, che sempre in me furono devoti,
     	anche a questi miseri interamente tu per nostro conto chiedi o caro, della salute,

  43 	e pure gli altri che giunti da vari regioni si sono uniti al figlio di Dhṛtarāṣṭra,
     	vedendo tutti quelli che lo meritano augura loro una salute eterna,

  44 	e così a tutti i messaggeri del re giunti e non giunti partiti da ogni regione,
     	chiesto prima a tutti loro come stanno o auriga, poi dì loro che io sto bene, 

  45 	non vi sono altri guerrieri pari a loro sulla terra, che possa ottenere il figlio di Dhṛtarāṣṭra,
     	il dharma è eterno e il dharma è il mio grande esercito per distruggere i nemici,

  46 	di nuovo o Saṁjaya queste mie parole fai conoscere a Suyodhana il figlio di Dhṛtarāṣṭra,
     	'il desiderio che ti brucia il cuore nel corpo, di aver la sovranità sui kuru indisturbato

  47 	non si trova alcuna ragione per esso, noi non agiremo nella maniera come piace a te,
     	dammi indraprastha, o combatti o valoroso capo dei bhārata.' ”
     


                              XXXI


   1 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“ il creatore mantiene in suo dominio il virtuoso e il malvagio,
     	il fanciullo e il vecchio, il debole e il più forte,

   2 	il signore dà l'istruzione al fanciullo, e la fanciullezza all'istruito
     	tutto questo prima rendendo chiaro,

   3 	in modo sufficente a fargli conoscere racconta tutto secondo verità,
     	quindi preso felicemente consiglio con ciascuno, 

   4 	o figlio di Gavalgaṇa, raggiunti i kuru, salutando,
     	il potentissimo Dhṛtarāṣṭra toccandogli i piedi, chiedigli se sta bene,

   5 	e devi dire a lui seduto circondato dai kuru:
     	'per il tuo valore i pāṇḍava vivono felicemente,

   6 	per tuo ordine essi da giovani hanno ottenuto un regno, o uccisore di nemici,
     	avendo messo loro prima sul trono, non abbandonarli dopo che l'hanno perduto.'

   7 	e tutto questo o Saṁjaya non può appartenere a uno solo,
     	'uniti dunque o padre viviamo, non cadere in preda ai nemici.'

   8 	quindi saluta inchinando la testa, Bhīṣma, il figlio di Śaṁtanu,
     	il patriarca dei bhārata, elogiandolo a mio nome,

   9 	e salutatolo devi dire allora al nostro avo:
     	' la discendenza di Śaṁtanu decaduta sarà di nuovo rialzata,

  10 	tu agisci dunque in questo modo o padre, con la tua saggezza o nonno,
     	in modo che vivano i tuoi nipoti, soddisfatti vicendevolmente.'

  11 	quindi devi dire a Vidura, al consigliere dei kuru,
     	'parla di pace o eccellente, per fare il bene di Yudhiṣṭhira.'

  12 	quindi parla a Suyodhana all'impaziente figlio del re, 
     	mentre è seduto in mezzo ai kuru, cercando a lungo di conciliarlo,

  13 	' tu mi ha visto dover vedere Kṛṣṇā giunta abbandonata nella sala,
     	questo dolore l'abbiamo sopportato per non uccidere i kuru,

  14 	così i pāṇḍava hanno sopportato gli altri mali passati e quelli futuri,
     	perché sono i più forti, e tutto questo lo sanno i kaurava,

  15 	in quanto ci hai esiliato o eccellente, vestiti di pelli,
     	questo dolore l'abbiamo sopportato per non uccidere i kuru,

  16 	in quanto Duḥśāsana trascinò prendendola per i capelli Kṛṣṇā nella sala,
     	per tuo ordine, questo da noi fu sopportato,

  17 	secondo il giusto la nostra parte di eredità vorremmo avere o tormenta-nemici,
     	allontana la brama della tua mente dall'altrui proprietà o toro fra gli uomini,

  18 	pace vi sia o re, e amore vicendevole,
     	dacci anche una sola regione del regno, la pace sia voluta,

  19 	kuśasthala, vṛkasthala, āsandī, vāraṇāvat
     	e avasāna o qualunque cosa sarà per quinta,

  20 	ai cinque fratelli o Suyodhana da' cinque villaggi,
     	sia la pace tra noi, o grande saggio assieme ai parenti o Saṁjaya

  21 	il fratello segua il fratello, il padre sia unito al figlio,
     	sorridendo si uniscano i pāñcāla coi kuru,

  22 	che possiamo vedere illesi i kuru e i  pāñcāla, questo io desidero,
     	tutti soddisfatti o caro, dunque facciamo la pace o toro dei bhārata,

  23 	pronto io sono alla pace come alla guerra o Saṁjaya,
     	io sono pronto al dharma e al possesso, alla gentilezza e alla durezza.”
     


                              XXXII


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	licenziato dal pāṇḍava Saṁjaya partiva allora,
     	compiuti ormai tutti gli ordini del grand'anima Dhṛtarāṣṭra,

   2 	e raggiunta velocemente hāstinapura, vi entrava,
     	e raggiunto il palazzo reale diceva queste parole alla guardia:

   3 	“ riferisci a Dhṛtarāṣṭra o guardia, che io sono tornato dalla visita ai pāṇḍava,
     	provvedi a informarlo o portinaio che io vorrei entrare col consenso del sovrano.”

   4 	la guardia disse: 
     	“ o sovrano Saṁjaya ti saluta, per vederti è giunto alla porta,
     	il messaggero, tornato dalla visita ai pāṇḍava, ordina o re cosa lui debba fare,”

   5 	 Dhṛtarāṣṭra disse:
     	“ informa Saṁjaya che sono al tempo felice, e che benvenuto entri, 
     	io non sono per lui indisponibile, perché dunque egli deve attendere alla porta o guardia?”

   6 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	quindi entrato col permesso del re, nel grande palazzo, protetto da saggi e nobili guardie,
     	il figlio del sūta sedeva a mani giunte vicino al re figlio di Vicitravīrya seduto sul trono.

   7 	Saṁjaya disse:
     	“ io Saṁjaya mi inchino a te o sovrano, tornato sono dopo aver visto i pāṇḍava o sovrano,
     	il saggio figlio di Pāṇḍu Yudhiṣṭhira ti saluta, e chiede come stai,

   8 	egli con mente lieta chiede dei tuoi figli, e spera tu sia contento di figli e nipoti,
     	e anche degli amici e dei consiglieri o re, di tutti quelli che vivono con te.”

   9 	 Dhṛtarāṣṭra disse:
     	“ saputo ciò o caro, io dico a te o Saṁjaya e al pṛthāde al senza-avversari che sono felice,
     	e spero stia bene il re dei kaurava coi suoi figli, ministri e fratelli.”

  10 	Saṁjaya disse:
     	“ coi i suoi ministri sta bene il figlio di Pāṇḍu, e ancora la mente aveva in te principalmente,
     	il saggio pratica con purezza il dharma e l'artha, è istruito, ha fermezza e buona condotta,

  11    la non-violenza nel cuore del pāṇḍava è maggiore al dharma, e il dharma più della brama di ricchezza,
     	ai piaceri, abbandonando il dharma, il pṛthāde non si lega, questo sappi di lui o bhārata,

  12 	mosso da altri si muove l'uomo, come una bambola mossa coi fili da una bambina,
     	questo controllo vedendo nel pāṇḍava, io la credo un'azione divina superiore all'umana,

  13 	e vedendo il tuo male agire, crudele e privo di bellezza, che avrà un cattiva fine,
     	quando l'uomo vuole seguire il giusto momento, tanto egli ne ricava elogio,

  14 	il senza-avversari, abbandonando il male, come un serpente l'inutile vecchia pelle,
     	Yudhiṣṭira appare fermo in un incrollabile condotta, lasciando a te il male,

  15 	invero o re, riconosci le tue azioni, lontane da dharma e artha, e dal nobile agire,
     	se nel mondo o re, sei caduto nel rimprovero, e non muterai, il male ti seguirà nell'altro,

  16 	tu una dubbia prosperità senza dì loro cerchi oggi seguendo i tuoi figli,
     	l'adharma risuona forte sulla terra, quest'agire non è pari a te o principe bhārata,

  17 	il privo di saggezza, l'ignobile, il malvagio, il grande nemico, il privo delle scienze kṣatriya,
     	il privo di valore, chi così si regola, chi non sia educato non attraversa le sventure,

  18 	il nato nobile, che sia glorioso nel dharma, educato, controllato, virtuoso,
     	che distingua dharma e artha legati insieme, solo dal potere del fato risulta,

  19    qual'è il saggio pronto al miglior consiglio, che sia giudice di dharma e artha nella sventura
     	che così fatto, privo di follia, e unito a tutti i ministri, possa fare un'azione violenta?

  20 	pure questi saggi consiglieri vicini a te, deliberano in ogni cosa sempre attenti,
     	e di questi l'intenzione è forte, di allontanare la distruzione dei kuru nel momento avverso,

  21 	se immediatamente i kuru non si asterranno dal male, il senza-avversari, pure il male
     	vorrà di fatto scagliandolo su di te, e la vergogna del mondo su di te cadrà, 

  22 	come altrimenti che dalla volontà degli dèi, quando il pṛthāde visitò l'altro mondo?
     	egli vi passò e ne fu consentito, non vi è dubbio che non è un'azione umana,

  23 	guardando alle qualità e alle cose fatte, e a vita e morte che sono impermanenti,
     	il re Bali, non scorgendo una fine, pensò che non vi sia altra causa che il fato,

  24 	occhi, orecchie, naso, pelle e lingua, sono i mezzi di conoscenza dei viventi,
     	questi sono soddisfatti nel cessare del desiderio, con calma, senza dolore li si abbandoni,

  25 	ma non credo che l'azione di un uomo, agisca ben fatta, secondo le regole,
     	il figlio nasce dall'azione dei genitori e cresce rettamente col cibo,

  26 	nella gioia e dolore, piaceri e dispiaceri, vergogna ed elogi, o re, si può cadere,
     	uno lo accusa di una colpa, o lo elogia per la virtuosa condotta,

  27 	io ti accuso per la diatriba tra i bhārata, che sarà la fine di molti viventi,
     	se tu non agirai senza offesa, lui potrebbe bruciare i kuru come il nero fuoco una foresta,

  28 	tu solo nel mondo o re, sei caduto in preda ai tuoi figli, o sovrano di uomini,
     	durante la partita hai coltivato il tuo desiderio, guarda ora quel frutto lontano dalla pace,

  29 	tu o sovrano, seguendo i non adatti, e trascurando gli esperti o re,
     	questa infinita e prosperosa terra per la tua debolezza non puoi proteggere o kaurava,

  30 	col tuo permesso, io agitato dal carro, stanco andrei a letto o leone tra gli uomini,
     	domani presto, i kuru ascolteranno uniti in assemblea le parole del senza-avversari.”