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55. Vivādaparva karṇasya

( La conversazione con Karṇa. V, 138-148)

                              CXXXVIII


   1 	Dhṛtarāṣṭra disse:
     	“circondato dai principi coi loro cosiglieri o Saṁjaya,
     	partendo l'uccisore di Madhu ha fatto salire sul carro Karṇa,

   2 	che disse quell'uccisore di eroi nemici al figlio di Rādhā, stando sul carro?
     	quali dolci parole Govinda ha detto al figlio del sūta,

   3 	Kṛṣṇa con voce di nuvole tonanti allora quello che disse a Karṇa,
     	se gentile o se aspro tutto questo raccontami o Saṁjaya.”

   4 	Saṁjaya disse:
     	“ in successione, le parole aspre e gentili,
     	piacevoli, unite al dharma, sincere, e benefiche,

   5 	uscite dal cuore, che l'uccisore di Madhu al figlio di Rādhā,
     	diceva, quell'impareggiabile anima, queste da me ascolta o bhārata.

   6 	Vāsudeva disse:
     	' onorati sono da te o figlio di Rādhā, i brahmani seguaci dei veda,
     	e sulla verità li hai interrogati con concentrazione e privo di invidia,

   7 	e tu pure o Karṇa, conosci le eterne parole dei veda,
     	e tu pure sei istruito dei più sottili dettami del dharma,

   8 	colui che nasce da una fanciulla, nubile o sposata già gravida,
     	ha come padre il marito di essa, così dicono le genti sapienti dei śāstra,

   9 	quindi Karṇa tu così nato, sei figlio di Pāṇḍu secondo il dharma,
     	vieni dunque, per il dettato di dharma e śāstra sarai re,

  10 	per parte di padre i pṛthādi e per parte di madre i vṛṣṇi,
     	queste due parti riconosci come tue o toro tra gli uomini,

  11 	vieni dunque con me ora o caro, che i pāṇḍava ti 
     	riconoscano un figlio di Kuntī nato prima di Yudhiṣṭhira,

  12 	e toccheranno i tuoi piedi i cinque fratelli figli di Pāṇḍu,
     	e anche i cinque figli di Draupadī e l'invincibile figlio di Subhadrā,

  13 	i re e i figli di re riuniti dalla parte dei pāṇḍava,
     	tutti toccheranno i tuoi piedi, gli andhaka e i vṛṣṇi,

  14 	giare d'oro e d'argento, e di terracotta,
     	e piante medicinali, e ogni seme e ogni gemma, 

  15 	le donne reali e le principesse, ti arrecheranno per la consacrazione,
     	e come sesta volta Draupadī ti sposerà,

  16 	oggi che ti consacrino i ri-nati sapienti dei quattro veda,
     	e il purohita dei pāṇḍava, mentre stai seduto sulla pelle di tigre,

  17 	e i cinque fratelli figli di Pāṇḍu tori fra gli uomini,
     	e i cinque figli di Draupadī, e i pāñcāla e i cedi,

  18 	e pure io consacrerò te re, e signore della terra,
     	ed erede al trono sia di te il re figlio di Kuntī Yudhiṣṭhira,

  19 	e afferrato il bianco ventaglio, quell'anima pia dai fermi voti,
     	il figlio di Kuntī che salga accanto a te sul carro,

  20 	e il tuo grande parasole bianco mentre sei consacrato,
     	o figlio di Kuntī quel figlio di Kuntī reggerà,

  21 	e Arjuna ti trasporterà sul suo carro aggiogato a bianchi destrieri,
     	dal frastuono di cento tamburi e coperto da una pelle di tigre,

  22 	e Abhimanyu, sempre a te vicino resterà,
     	e Nakula e Sahadeva, e i cinque figli di Draupadī,

  23 	e i pāñcāla e Śikhaṇḍin grande sul carro ti seguiranno,
     	e pure io ti seguirò e tutti gli andhaka, e i vṛṣṇi,
     	e i dāśārha, e i dāśārṇa ti circonderanno o signore di popoli,

  24 	godi dunque del regno o grandi-braccia, assieme ai tuoi fratelli pāṇḍava,
     	attorniato da preghiere e omaggi, e da svariate felici cose,

  25 	e compagni ti siano i draviḍa assieme ai kuntala,
     	e gli āndhra, e i tālacara, i cūcupa e i veṇupa,

  26 	e che ti cantino con molte lodi sūta e menestrelli,
     	e i pāṇḍava inneggeranno alla vittoria di te o Vasuṣeṇa,

  27 	e tu circondato dai pṛthādi come la luna dalle stelle,
     	governa dunque il regno, o figlio di Kuntī, per la gioia di Kuntī,

  28 	e che i tuoi amici si rallegrino e i tuoi nemici tremino,
     	e che tu abbia ora sublime fratellanza coi tuoi fratelli pāṇḍava.'
     


                              CXXXIX


   1 	Karṇa disse:
     	' senza dubbio tu mi parli per amicizia e per affetto o lunghi-capelli,
     	e con fratellanza e per desiderio del mio meglio o vṛṣṇi,

   2 	e sono interamente d'accordo che io sono figlio di Pāṇḍu secondo il dharma,
     	e secondo i dettami di dharma e śāstra come tu ritieni o Kṛṣṇa,

   3 	fanciulla fu ingravidata di me dal sole luminoso o Janārdana,
     	e per volontà del sole ella mi fece nascere,

   4 	quindi o Kṛṣṇa così io sono nato e sono figlio di Pāṇḍu secondo il dharma,
     	e da Kuntī io fui abbandonato come non desiderato,

   5 	e scorgendomi il sūta Adhiratha, mi portava a casa sua,
     	e a Rādhā mi donava per amore o uccisore di Madhu,

   6 	e in quello stesso giorno per amore per me sgorgava il latte da Rādhā,
     	ella mi puliva da feci e urina o mādhava,

   7 	come può uno come me privarla del suo sostentamento?
     	io sono esperto del dharma, e fedele sempre ad obbedire ai dettami del dharma,

   8 	così dunque il sūta Adhiratha mi ha accettato come figlio,
     	ed io lo riconosco come padre, sempre con affetto,

   9 	egli fece fare la cerimonia della mia nascita o mādhava,
     	con amore paterno e secondo le regole che appaiono negli śāstra,

  10 	egli mi fece dare dai ri-nati il nome di Vasuṣeṇa,
     	e raggiunta la giovinezza lui mi ha condotto delle mogli o lunghi-capelli,

  11 	e con queste io ho generato figli e nipoti o Janārdana,
     	e a loro il mio cuore è unito o Kṛṣṇa nei legami dell'amore,

  12 	non per la terra coi suoi beni, non per mucchi d'oro,
     	né per gioia o per paura io posso dichiarare il falso,

  13 	nella famiglia di Dhṛtarāṣṭra o Kṛṣṇa, per l'aiuto di Duryodhana,
     	io per tredici anni ho goduto del regno senza problemi,

  14 	frequentemente ho celebrato molti sacrifici assieme ai sūta,
     	e i miei matrimoni furono celebrati assieme ai sūta,

  15 	e fidandosi di me o Kṛṣṇa, fu compiuto un grande sforzo di armati,
     	da parte di Duryodhana, o vṛṣṇi, e pure la discordia coi pāṇḍava,

  16 	perciò sul campo in un duello di carri, o incrollabile, io attaccherò,
     	l'ambidestro che felice mi ha scelto come supremo nemico,

  17 	a costo della morte, non per paura né per avidità né per parentela,
     	io sono capace di ingannare l'intelligente figlio di Dhṛtarāṣṭra,

  18 	se io ora non attaccassi in duello l'ambidestro,
     	ne avrei infamia o signore-dei-sensi, e anche il pṛthāde ed entrambi noi due,

  19 	senza dubbio, tu parli per il bene o uccisore di Madhu,
     	e i pāṇḍava certamente compiranno tutto secondo la tua volontà,

  20 	ma tu devi mantenere il segreto sul nostro discorso qui o migliore degli uomini,
     	questo io ritengo sia un bene o gioia di tutti gli yādava,

  21 	se il re, anima giusta, dal fermi voti sapesse che io
     	sono il primo figlio di Kuntī egli non accetterebbe il trono,

  22 	e anche io ottenessi o uccisore di Madhu, un grande regno, 
     	prospero, io lo consegnerei a Duryodhana o uccisore di nemici,

  23 	quindi, re sia sempre l'anima giusta Yudhiṣṭhira,
     	e sua guida sia il signore-dei-sensi, e suo campione sia il conquista-ricchezze,

  24 	la terra sia il suo dominio, lui che ha Bhīma grande guerriero,
     	e Nakula e Sahadeva, e i figli di Draupadī o mādhava,

  25 	Uttamaujas, Yudhāmanyu, e il somaka Satyadharman,
     	e il re dei cedi, e Cekitāna, e Śikhaṇḍin l'invincibile,

  26 	e i fratelli kekaya, dal colore di coccinelle,
     	e il grande guerriero Kuntibhoja coi suoi colori dell'arcobaleno,

  27 	e lo zio materno di Bhīmasena, Senajit grande sul carro,
     	e Śaṅkha il figlio di Virāṭa, e tu o Janārdana, tesoro di ricchezze,

  28 	grande è o Kṛṣṇa questa assemblea di kṣatriya,
     	e il regno ottenuto sarà celebre e splendido tra tutti i re,

  29 	e un grande sacrificio degli armati vi sarà o vṛṣṇi, da parte del figlio di Dhṛtarāṣṭra,
     	e tu o Janārdana, di questo sacrificio sei testimone,
     	e tu avrai il ruolo di ādhvaryava in questo sacrificio o Kṛṣṇa,

  30 	e l'hotṛ qui sarà Bībhatsu armato e con la scimmia sul pavese,
     	il gāṇḍīva sarà il cucchiaio, e il valore degli uomini sarà il burro sacrificale,

  31 	e le armi aindra, pāśupata e brāhma e la stūṇākarṇa o mādhava,
     	saranno là i mantra pronunciati dall'ambidestro,

  32 	e il figlio di Subhadrā, seguendo o precedendo il padre nell'attacco,
     	compirà rettamente il canto di elogio della pietra per il soma,

  33 	e ancora il fortissimo Bhīma sarà là, udgātṛ e prastotṛ,
     	gridando quella tigre fra gli uomini, uccidendo in battaglia eserciti e elefanti,

  34 	e là il re Yudhiṣṭhira anima pia, perpetuamente
     	intento in preghiere e oblazioni avrà la funzione di brahman,

  35 	il suono delle conchiglie, il tamburo e i tamburelli, o uccisore di Madhu,
     	e le urla leonine lanciate, saranno le recitazioni del subrahmaṇya,

  36 	Nakula e Sahadeva i due figli di Mādrī gloriosi,
     	quei due grandi eroi, là faranno rettamente da śāmitra,

  37 	i variegati pali, le grandi aste delle bandiere dei carri,
     	saranno i pali sacrificali preparati in questo sacrificio o Janārdana,

  38 	frecce, dardi e missili, e quelle potenti a dente di vitello, 
     	e le lance, saranno i recipienti del soma, e gli archi i suoi filtri,

  39 	e le spade le tazze, e le teste le oblazioni offerte,
     	e il sangue sarà il burro sacrificale in questo sacrificio,

  40 	e le lance saranno i fuochi sacrificali e le grandi mazze i loro ripari,
     	e i discepoli di Droṇa e di Kṛpa dai molti anni, i partecipanti, 

  41 	e cuscini, le frecce scagliate dell'arco gāṇḍīva, 
     	verso i grandi carri e quelle scagliate da Droṇa e da suo figlio, 

  42 	Sātyaki compirà la cerimonia della partenza, 
     	e il figlio di Dhṛtarāṣṭra sarà il consacrato e come sua moglie, il grande esercito,

  43 	il fortissimo Ghaṭotkaca, farà qui l'immolazione,
     	mentre ogni cosa viene preparata per compiere il sacrificio,

  44 	e la dakṣiṇa di questo sacrificio là darà il potente Dhṛṣṭadyumna,
     	che o Kṛṣṇa, è nato dal fuoco, durante la celebrazione del sacrificio,

  45 	e per quelle aspre parole che io dissi ai pāṇḍava,
     	per compiacere il figlio di Dhṛtarāṣṭra, ora di quell'azione mi pentirò,

  46 	quando mi vedrai o Kṛṣṇa ucciso dall'ambidestro,
     	allora ancora vi sarà la pira funebre di quel sacrificio,

  47 	e quando il pāṇḍava berrà il sangue di Duḥśāsana,
     	urlante di morte, allora vi sarà rettamente, la spremitura del soma,

  48 	quando i due principi pāñcāla uccideranno Bhīṣma e Droṇa,
     	allora vi sarà la fine del sacrificio o Janārdana,

  49 	quando il fortissimo Bhīmasena ucciderà Duryodhana,
     	allora sarà compiuto il sacrificio del figlio di Dhṛtarāṣṭra o mādhava,

  50 	e le nuore e pronuore di Dhṛtarāṣṭra, là riunite,
     	perduto il signore, uccisi i figli e i mariti o lunghi-capelli,

  51 	piangenti assieme a Gāndhārī, sul terreno pieno di cani, avvoltoi e rapaci,
     	la purificazione dei sacra si compirà in quel sacrificio o Janārdana.

  52 	che gli kṣatriya anziani in sapienza ed in anni o toro fra gli kṣatriya,
     	non vadano incontro ad una vana morte per causa tua o uccisore di Madhu,

  53 	con le armi vadano alla morte, nello schieramento kṣatriya,
     	nel campo di kurukṣetra o lunghi-capelli, santissimo nel trimundio,

  54 	tutto ciò che sia desiderabile stabilisci o occhi-di-loto,
     	affinché tutti gli kṣatriya o vṛṣṇi, possano raggiungere il paradiso,

  55 	quanto dureranno i monti e i fiumi o Janārdana,
     	tanto sia eterno la fama di gloria di questo,

  56 	i brahmani racconteranno la guerra del mahābhārata,
     	nelle assemblee o vṛṣṇi, per celebrare la gloria degli kṣatriya,

  57 	conduci il kuntīde a combattere con me o lunghi-capelli,
     	mantenendo sempre segreto questo discorso o tormenta-nemici.'"
     


                              CXL


   1 	Saṁjaya disse:
     	“ udite le parole di Karṇa, il lunghi-capelli, uccisore di eroi nemici,
     	diceva allora sorridendo, questo discorso preceduto da un sorriso:

   2 	' certo non ti tormenta la brama dell'avidità del regno,
     	io ti ho offerto la terra e tu non vuoi governarla,

   3 	certa è la vittoria dei pāṇḍava, non vi è qui dubbio alcuno,
     	la bandiera di vittoria del pāṇḍava appare con il terribile re dei vānara sopra di essa,

   4 	divina magìa fu stabilita dal Bhauvana, sopra di essa come su quella di Indra,
     	esseri divini fonte di paura appaiono là con paurosi tamburi,

   5 	non è coperta da monti e alberi, in alto e di fianco appare lunga uno yojana,
     	questa gloriosa bandiera del conquista-ricchezze o Karṇa, si innalza simile al fuoco,

   6 	quando vedrai in battaglia i bianchi destrieri, con l'auriga Kṛṣṇa,
     	e lui lanciare l'arma di Indra, ed entrambe quelle di Agni e del vento,

   7 	e il rumore del gāṇḍīva risuonare come il tuono,
     	non vi sarà allora kṛta né tretā, né dvāpara,

   8 	quando vedrai in battaglia, il figlio di Kuntī Yudhiṣṭhira,
     	intento a recitare mantra per proteggere il proprio grande esercito,

   9 	invincibile come il sole, a tormentare l'armata nemica,
     	non vi sarà allora kṛta né tretā, né dvāpara,

  10 	quando vedrai in battaglia il fortissimo Bhīmasena,
     	danzare sul campo dopo aver bevuto il sangue di Duḥśāsana,

  11 	e uccidere come un furioso elefante l'avversario,
     	non vi sarà allora kṛta né tretā, né dvāpara,

  12 	quando vedrai in battaglia, i due figli di Mādrī grandi sul carro,
     	disperdere come due elefanti l'armata dei figli di Dhṛtarāṣṭra,

  13 	quei due distruttori di carri nemici, mentre vola il flusso delle armi,
     	non vi sarà allora kṛta né tretā, né dvāpara,

  14 	quendo vedrai in battaglia, Droṇa, Kṛpa e il figlio di Śaṁtanu,
     	e il re Suyodhana, e il sindhu Jayadratha,

  15 	rapidamente impediti dall'ambidestro di partecipare al combattimento,
     	non vi sarà allora kṛta né tretā, né dvāpara,

  16 	devi dire o Karṇa, a Droṇa, a Kṛpa e al figlio di Śaṁtanu, a loro avvicinandoti,
     	che appare favorevole questo mese, erbe e legni sono facilmente ottenibili,

  17 	la foresta fiorisce di erbe medicinali mature, è ricca di frutti, e di api,
     	limpida e saporita, pura, non troppo calda né fredda l'acqua, 

  18 	tra sette giorni vi sarà la luna nuova,
     	in quel giorno che dicono del dio Śakra, si inizi la battaglia,

  19 	e quindi devi dire a tutti quelli che si uniranno alla guerra del re:
     	'tutto quanto voi desiderate io farò per voi.'

  20 	e i re e figli di re che sono seguaci di Duryodhana,
     	raggiunta la morte con le armi, otterranno la suprema meta.'”
     


                              CXLI


   1 	Saṁjaya disse:
     	“ udite le belle e salutari parole del lunghi-capelli, Karṇa
     	diceva inchinandosi a Kṛṣṇa, uccisore di Madhu:
     	' conoscendomi perché o grandi-braccia vuoi confondermi,

   2 	la distruzione totale della terra che sta arrivando,
     	è per causa mia, di Śakuni, e di Duḥśāsana,
     	e del sovrano Duryodhana, figlio di Dhṛtarāṣṭra,

   3 	certamente questa grande guerra che è prossima o Kṛṣṇa,
     	tra i pāṇḍava e i kuru, è terribile, sporca e sanguinosa,

   4 	i re e i figli di re, che sono seguaci di Duryodhana,
     	in battaglia bruciati dal fuoco delle armi, otterranno la dimora di Yama,

   5 	molti terribili sogni si mostrano o uccisore di Madhu,
     	e terribili presagi, e orribili sono i portenti,

   6 	la sconfitta del figlio di Dhṛtarāṣṭra e la vittoria di Yudhiṣṭhira,
     	la indicano quasi questi vari portenti da far rizzare i capelli  o vṛṣṇi, 

   7 	il fiero pianeta śanaiścara, dal grande splendore, la costellazione di Prajāpati
     	opprime, affliggendo i viventi in sovrappiù,

   8 	e aṅgāraka fattosi ostile alla costellazione jyeṣṭhā,
     	assale la anurādhā, quasi cessando l'amicizia,

   9 	perciò una grande paura è sorta tra i kuru o Kṛṣṇa,
     	perché o vṛṣṇi, il pianeta opprime particolarmente la citrā,

  10 	il segno della luna è distorto, e Rāhu si avvicina al sole,
     	e dal cielo cadono meteore, con uragani e terremoti,

  11 	e rumoreggiano gli elefanti, e piangono lacrime i cavalli,
     	e non si godono né acqua né erba o mādhava,

  12 	e per l'apparire di spiriti dicono sia sorta la paura,
     	per questi prodigi, o grandi-braccia, di una tremenda distruzione di viventi,

  13 	e pur mangiando poco appare quaggiù una grande quantità di sterco,
     	dei cavalli, degli elefanti e degli uomini o lunghi-capelli,

  14 	in tutti gli eserciti del figlio di Dhṛtarāṣṭra o uccisore di Madhu,
     	i saggi dicono che vi sia segno di distruzione,

  15 	dicono che cavalli ed elefanti dei pāṇḍava siano gioiosi o Kṛṣṇa,
     	e che gli animali compiano la pradakṣiṇa, in segno della loro vittoria,

  16 	tutti gli animali si muovono al contrario in quello del figlio di Dhṛtarāṣṭra, 
     	e pure delle voci incorporee annunciano distruzione,

  17 	pavoni, fagiani, oche selvatiche, cigni e cuculi,
     	e pure schiere di fasanidi seguono i pāṇḍava,

  18 	avvoltoi, corvi, baḍa, falchi, spiriti malefici, e innoffensivi asini,
     	e schiere di vespe seguono i kaurava,

  19 	nelle armate del figlio di Dhṛtarāṣṭra i tamburi non emettono suono,
     	e senza che siano battutti suonano i timpani,

  20 	e i pozzi muggiscono come tori,
     	tra le forze del figlio di Dhṛtarāṣṭra, questo è un segno di distruzione,

  21 	e una pioggia di sangue e carne, cade dal cielo o mādhava,
     	e appare in cielo la città dei gandharva piena di luce,
     	con le sue mura,  fossati,  terrapieni, e le sue belle porte,

  22 	nere nubi appaiono là coprendo il sole,
     	all'alba e al tramonto, creando grande paura,
     	e un suono inarticolato si sente, questo è un tremendo segno di distruzione,

  23 	e uccelli dal collo nero, terrificanti, discendendo, 
     	 procedono rivolti verso il tramonto, questo è un segno di distruzione,

  24 	egli odia i brahmani per primi e poi i guru o uccisore di Madhu,
     	i servi e pure i propri fedeli, questo è un segno di distruzione,

  25 	la regione orientale, è rossastra, e del colore delle armi la meridionale,
     	l'occidentale assomiglia ad un vaso da cuocere o uccisore di Madhu,

  26 	tutte le direzioni, sono infiammate dalla parte del figlio di Dhṛtarāṣṭra, o mādhava,
     	grande paura riconoscono in questo segno insolito,

  27 	io ho visto in sogno Yudhiṣṭhira coi suoi fratelli
     	dormire su una piattaforma di mille colonne o incrollabile,

  28 	con bianchi diademi appaiono tutti loro e con abiti puliti,
     	e bellissimi i seggi di tutti loro in quella visione,

  29 	e pure il tuo o Kṛṣṇa, io vidi nel sogno la terra,
     	imbrattata di sangue, e sparpagliata di interiora o Janārdana,

  30 	Yudhiṣṭhira dall'infinito splendore salire alla cerimonia delle ossa,
     	lieto consumare una piatto di riso e burro in un piatto d'oro,

  31 	Yudhiṣṭhira fu visto da me ingoiare la terra,
     	quella terra da te data significa che egli godrà della terra,

  32 	ventre-di-lupo, dalle terribili imprese salito su un'alta montagna,
     	mazza in pugno, quella tigre fra gli uomini, come guardando alla terra,

  33 	egli manifestamente distruggerà tutti noi nella grande battaglia,
     	io lo so o signore-dei-sensi, dove c'è il dharma, là c'è la vittoria,

  34 	salito su un bianco elefante, era il conquista-ricchezze col gāṇḍīva,
     	assieme a te o signore-dei-sensi, brillando di suprema bellezza,

  35 	voi distruggerete non vi è qui dubbio alcuno, tutti
     	i principi in battaglia o Kṛṣṇa, a cominciare da Duryodhana,

  36 	Nakula e Sahadeva, e Sātyaki grande sul carro,
     	vestiti di pure vesti e ghirlande, e di bianche corazze e bracciali,

  37 	saliti quelle tigri fra gli uomini, su un supremo carro trainato da uomini,
     	quei tre grandi guerrieri, con bianche vesti e parasole,

  38 	e quei tre appaiono con bianchi turbanti o Janārdana,
     	tra le armate del figlio di Dhṛtarāṣṭra, questo sappi o lunghi-capelli,

  39 	Aśvatthāman, e Kṛpa e Kṛtavarman il sātvata,
     	e tutti i principi o mādhava appaiono con rossi turbanti,

  40 	e Bhīṣma e Droṇa su di un carro aggiogato a cammelli o Janārdana,
     	assieme a me o grandi-braccia, e al figlio di Dhṛtarāṣṭra o vincitore,

  41 	procedendo verso la regione governata da Agastya o Janārdana,
     	in breve tempo noi cadremo nella dimora di Yama,

  42 	io e gli altri re di questa riunione di kṣatriya,
     	scorgeremo il fuoco del gāṇḍīva non vi è qui dubbio.'

  43 	Kṛṣṇa disse:
     	' ora la distruzione della terra si approssima,
     	perché le mie parole o Karṇa, non entrano nel tuo cuore,

  44 	arrivando la distruzione di tutti gli esseri o caro,
     	la sventura che sembra fortuna non smuove i cuori.'

  45 	Karṇa disse:
     	' se ancora ci vedremo in vita dalla grande battaglia o Kṛṣṇa,
     	risparmiati dalla distruzione delle valorose stirpi o grandi-braccia,

  46 	allora o il nostro incontro sarà certamente in cielo o Kṛṣṇa,
     	o di nuovo allora qui ci incontreremo con te o senza-macchia.' “

  47 	Saṁjaya disse:
     	“ così avendo parlato al mādhava, Karṇa abbracciandolo strettamente,
     	licenziato dal lunghi-capelli, scendeva dal carro,

  48 	quindi salito sul proprio carro, adornato di oro fino,
     	il figlio di Rādhā con cuore abbattuto tornava assieme a noi,

  49 	quindi velocemente partiva il lunghi-capelli, assieme a Sātyaki,
     	dicendo a voce alta all'auriga: 'vai, vai!' ”
     


                              CXLII


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	Kṛṣṇa non riuscendo alla conciliazione dei kuru, in viaggio verso i pāṇḍava,
     	avendo salutanto Pṛthā, e lo kṣattṛ, quasi soffrendo piano diceva:

   2 	" tu mi conosci o madre di viventi, che sempre li guidi sulla retta via,
     	per la rabbia, Suyodhana non ha accettato i miei consigli,

   3 	il re è fornito dei cedi, dei pāñcāla e dei kakaya,
     	di Bhīma e Arjuna e di Kṛṣṇa e pure dei gemelli e di Yuyudhāna,

   4 	pure caduto nella sventura Yudhiṣṭhira persegue
     	il dharma, nell'amicizia coi parenti, quel forte come fosse un debole,

   5 	il re Dhṛtarāṣṭra avanti cogli anni non cerca la pace,
     	e folle per amore del figlio segue la via senza dharma,

   6 	e prevale la segreta congiura di questi sciocchi
     	di Jayadratha, di Karṇa, di Duḥśāsana e del figlio di Subala,

   7 	contro il dharma questo regno fu preso al più puro nel dharma,  
     	e di quelli che lo possiedono il dharma diverrà amico,

   8 	avendo i kuru perduto il dharma con la forza, chi non si dorrebbe?
     	partito il lunghi-capelli senza la pace, si animeranno i pāṇḍava,

   9 	quindi vi sarà sventura per i kuru e strage di valorosi,
     	pensandoci non trovo sonno né di giorno né di notte."

  10 	Kuntī udite queste parole, pronunciate a scopo di bene,
     	gridando sommersa dal dolore nella mente pensava:

  11 	"vergogna sia alla ricchezza per la quale vi è una grande distruzione di parenti,
     	in questa guerra vi sarà la distruzione degli amici,

  12 	i pāṇḍava, i cedi e i pāñcāla, e gli yādava, riuniti,
     	se combatteranno contro i fratelli, quale dolore sarebbe superiore?

  13 	io scorgo un peccato certo nella guerra, e nella guerra la distruzione,
     	è meglio la morte da povero che la vittoria con la strage dei parenti,

  14 	il patriarca figlio di Śaṁtanu, e il maestro, il signore dei guerrieri,
     	e Karṇa per colpa del figlio di Dhṛtarāṣṭra aumentano la mia paura,

  15 	il maestro Droṇa mai desiderebbe combattere contro i discepoli,
     	e come può il patriarca non mostrare affetto verso i pāṇḍava?

  16 	una solo falsa visione ha lo sciocco figlio di Dhṛtarāṣṭra,
     	in preda alla confusione, sempre quel malo odia i pāṇḍava,

  17 	ed è senza dubbio il fortissimo Karṇa, che insiste nel grande male
     	verso i pāṇḍava, questo proprio mi brucia,

  18 	io ritengo che il cuore di Karṇa verso i pāṇḍava
     	si possa pacificare avvicinandolo e rivelandogli la verità,

  19 	quando da me soddisfatto il venerabile Durvāsas mi diede il dono,
     	di evocare e congiungermi con un dio mentre abitavo la casa paterna,

  20 	io nel gineceo del re ai comandi di Kuntibhoja,
     	a lungo pensando col cuore tremante,

  21 	al potere dei mantra e alla forza della parola del brahmano,
     	continuamente pensando per la mia fanciullezza di ragazza,

  22 	protetta dalla mia confidente balia, e attorniata dalle amiche, allora
     	per evitare il peccato, e per proteggere la reputazione del padre:

  23 	'come posso dunque agire bene e non commettere un fallo?'
     	così pensando e onorando quel brahmano,

  24 	per la curiosità, e per la mia fanciullezza allora presi quel comportamento,
     	vergine e virtuosa io avvicinavo quindi il dio sole,

  25 	lui che mi fu figlio nel grembo di ragazza, 
     	come non ascolterebbe le mie parole salutari per i suoi fratelli?

  26 	così Kuntī pensando, alla suprema decisione da prendere,
     	marciando per compierla si recava verso la Gaṅgā bhāgīrathī,

  27 	e giunta sulle riva della Gaṅgā, Pṛthā udiva il suono dei doveri sacri
     	di quel figlio pieno di passione, ma unito alla sincerità,

  28 	ella si fermava vicino a lui che era rivolto ad est con le braccia alzate,
     	quella donna ascetica, aspettando che avesse compiuto la recitazione,

  29 	se ne stava sotto il calore del sole all'ombra della veste di Karṇa,
     	quella sposa kaurava, quella vṛṣṇi afflitta come una ghirlanda di loti.

  30 	avendo pregato finché ne ebbe le spalle abbronzate, giratosi quel fermo nei voti,
     	vedendo Kuntī se ne stava davati a lei salutandola a mani giunte,
     	rettamente, splendido, onorato, il migliore dei sostenitori del dharma.
     


                              CXLIII


   1 	Karṇa disse:
     	“ io sono Karṇa figlio di Rādhā e di Adhiratha, io mi inchino a te,
     	per quale motivo sei giunta? dimmi cosa posso fare per te.”

   2 	Kuntī disse:
     	“figlio di Kuntī tu sei non di Rādhā, e tuo padre non è Adhiratha,
     	tu non sei nato in una stirpe di sūta, ascolta le mie parole,

   3 	tu sei nato da me quando ero ragazza, sei il primo nato dal mio ventre,
     	nella dimora di Kuntibhoja, tu sei un pṛthāde, figlio mio,

   4 	il dio splendente che riscalda e che produce la luce,
     	ti generava in me, o Karṇa come migliore degli armati,

   5 	con gli orecchini e chiuso nell'armatura, figlio divino, circonfuso di bellezza,
     	tu sei nato o invincibile mio figlio nella casa del padre,

   6 	tu dunque non riconoscendo i fratelli, per errore servi
     	il figlio di Dhṛtarāṣṭra, questo non è certamente giusto in te o figlio,

   7 	questa è la regola del dharma, o figlio degli uomini fermi nel dharma,
     	che i padri siano soddisfatti e anche la madre sia la sola da guardare,

   8 	la ricchezza conquistata un tempo da Arjuna e rubata dai malvagi per avidità,
     	togliendola ai figli di Dhṛtarāṣṭra, godi dunque della ricchezza di Yudhiṣṭhira,

   9 	oggi guardino i kuru all'unione di Karṇa e di Arjuna,
     	guardando a questa fraternità, i malvagi si inchinino,

  10 	Karṇa e Arjuna siano come Balarāma e Janārdana,
     	quale cosa al mondo è inottenibile da questi due giovani uniti insieme,

  11 	tu splenderai o Karṇa attorniato dai tuoi cinque fratelli,
     	come Brahmā stesso attorniato dai veda, e dai cinque vedāṅga,

  12 	dotato di qualità, il migliore dei migliori, i più anziano dei fratelli,
     	non lasciarti la nomea di figlio di sūta, tu sei un pṛthāde di grande valore.”
     


                              CXLIV


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	allora una voce uscita da Sūrya udiva Karṇa,
     	una voce invisibile, carica di affetto, paterna mandata dal luminario:

   2 	“ Pṛthā afferma sincere parole o Karṇa, ascolta le parole della madre,
     	il meglio tu otterrai o tigre fra gli uomini, se tutto questo farai.”

   3 	così apsotrofato dalla madre e dal proprio padre il sole, 
     	non si smuoveva la mente di Karṇa saldo nella sincerità.

   4 	Karṇa disse:
     	“ non mi convince quanto tu hai affermato o dama kṣatriya,
     	che sia per me una via del dharma quanto tu mi ordini,

   5 	il male che tu signora mi facesti fu di grande pericolo per la vita,
     	abbandonato io fui da te e per questo ho perduto gloria e fama,

   6 	io sono nato kṣatriya e non ho ottenuto gli onori degli kṣatriya,
     	per tua colpa, un nemico avrebbe potuto colpirmi con un peggior male?

   7 	quando era il momento tu non mi hai mostrato tenerezza,
     	senza avermi consacrato al giusto tempo tu ora mi inciti,

   8 	ma prima tu non hai fatto il bene a me come una madre,
     	e ti mostri a me oggi per mero desiderio del tuo bene,

   9 	chi oggi non temerebbe il conquista-ricchezze unito a Kṛṣṇa?
     	chi oggi non mi vedrebbe pauroso, se non incontrassi il pṛthāde in battaglia?

  10 	la mia non fratellanza prima conosciuta, e mostrata solo al tempo del combattimento,
     	se io andassi coi pāṇḍava quale genere di kratriya mi direbbero?

  11 	io fui fornito sempre in ogni desiderio e grandemente onorato,
     	come io posso ora compiere questa ingratitudine ai figli di Dhṛtarāṣṭra?

  12 	i quali fatta l'ostilità coi nemici, sempre mi furono vicini,
     	e sempre mi onorarono come i vasu fanno col Vāsava?

  13 	loro che per la mia vita pensano di poter respingere i nemici,
     	in che modo io ora posso con cuor leggero staccarmi da loro?

  14 	con me come nave essi vogliono attraversare il difficile mare della battaglia,
     	come io posso abbandonare questi altri che desiderano raggiungere la riva?

  15 	è giunto il tempo che i figli di Dhṛtarāṣṭra che mi hanno sostenuto,
     	io debba ripagare trascurando la mia vita, 

  16 	al momento dell'azione quelli che sono stati mantenuti e arricchiti,
     	non sono pronti ad agire, senza riguardo al ricevuto, sono dei malvagi, 

  17 	questi trasgressori del re, questi ladri del cibo del signore,
     	questi malfattori non possiedono né questo né l'altro mondo,

  18 	io combatterò contro i tuoi figli per i i figli di Dhṛtarāṣṭra,
     	confidando nella mia forza e potenza, io non ti dico il falso,

  19 	ma guardando ad una non-crudele condotta usuale per un uomo virtuoso,
     	pur avendone un vantaggio io oggi non aderirò alle tue parole, 

  20 	ma perché questa tua iniziativa da me non sia resa vana,
     	anche se uccidibili da me possibilmente io non ucciderò i tuoi figli in battaglia,
     	Yudhiṣṭhira e Bhīma e i gemelli, questi a parte Arjuna,

  21 	un pari duello con Arjuna io avrò davanti all'esercito di Yudhiṣṭhira,
     	e ucciso che avrò in battaglia Arjuna io avro ottenuto il mio scopo,
     	io otterrò grande gloria o sarò ucciso dall'ambidestro,

  22 	per cui mai periranno cinque dei tuoi figli o virtuosa,
     	senza Arjuna ma con Karṇa o con Arjuna con me ucciso.”

  23 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	così avendo udite le parole di Karṇa, Kuntī addolorata e tremante,
     	diceva abbracciando il figlio che era irremovibile nel suo pensiero:

  24 	“così dunque sarà il futuro, i kaurava andranno incontro alla distruzione,
     	come tu hai detto o Karṇa il destino è il più forte,

  25 	tu mi hai dato la sicurezza per quattro tuoi fratelli, o tormenta-nemici,
     	e data io l'accetto, questa liberazione dalla lotta.”

  26 	e quindi Pṛthā diceva a Karṇa: “ fortuna e salute sia con te.”
     	e  Karṇa la salutava grato, quindi i due si separarono.
      


                              CXLV


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	giunto da hāstinapura ad upaplavya, l'uccisore di nemici,
     	il lunghi-capelli tutto quanto era accaduto riferiva ai pāṇḍava,

   2 	conversando a lungo con loro consultandosi ripetutamente,
     	si recava poi il śauri, alla sua abitazione, per riposarsi,

   3 	e lasciati tutti i sovrani a cominciare da Virāṭa, allora
     	i cinque fratelli figli di Pāṇḍu, essendo tramontato il sole,

   4 	i riti serali praticati, pensando con tutte le loro menti,
     	invitarono Kṛṣṇa il dāśārha e ancora con lui si consultarono.

   5 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“avendo tu raggiunta la città degli elefanti, nell'assemblea al figlio di Dhṛtarāṣṭra
     	che cosa hai detto o occhi-di-loto? questo ci devi raccontare."

   6 	Vāsudeva disse:
     	“raggiunta la città degli elefanti, nell'assemblea il figlio di Dhṛtarāṣṭra
     	pur essendogli detto il vero e la via benefica, quel malvagio non l'accoglieva.”

   7 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“avendo lui scelto la mala via, il patriarca, l'anziano dei kuru,
     	che cosa disse all'insofferente Duryodhana o signore-dei-sensi?
     	e il maestro o grandi-braccia, il figlio di Bharadvāja che disse?

   8 	e il nostro patrigno lo kṣattṛ, il migliore dei sostenitori del dharma,
     	oppresso dal dolore per i figli che disse al figlio di Dhṛtarāṣṭra?

   9 	e tutti i sovrani che erano presenti all'assemblea che 
     	dissero? tutto quanto accaduto dimmi o Janārdana,

  10 	tu hai gia detto tutti i discorsi dei due principali kuru,
     	a quello sciocco soverchiato da brama e avidità che si pensa saggio,

  11 	cose spiacevoli non restano nel mio cuore o lunghi-capelli,
     	e io vorrei udire le loro parole o Govinda, ancora o illustre,

  12 	in modo che l'opportunità non passi via, agisci o caro,
     	tu sei la nostra meta, o Kṛṣṇa, tu sei il protettore, tu sei in nostro guru.”

  13 	Vāsudeva disse:
     	“ ascolta o re, quali parole furono dette al re Suryodhana,
     	in mezzo all'assemblea dei kuru, o re dei re, questo sappi da me,

  14 	dopo che ebbe udite le mie parole, rideva il figlio di Dhṛtarāṣṭra,
     	allora Bhīṣma molto irritato, queste parole diceva:

  15 	' o Duryodhana ascolta quanto io ti dico per il bene dei kuru,
     	e dopo aver ciò ascoltato o tigre fra i re, compi il bene della tua stirpe,

  16 	il mio caro padre o re, fu Śaṁtanu conosciuto al mondo,
     	e di lui io ero l'unico figlio, e lui il migliore dei padri,

  17 	ma in lui sorse il pensiero di come avere un secondo figlio,
     	i saggi infatti dicono un solo figlio, esser come l'assenza di figli,

  18 	' che non si estingua la stirpe fintanto che si espande la mia fama.'
     	conosciuto il suo desiderio io gli condussi Kāli come mia madre,

  19 	avendo fatto una difficile promessa, per il bene del padre e della stirpe,
     	di non essere re, e di trattenere il seme, come tu ben sai,
     	e risoluto io vissi mantenendo questa promessa,

  20 	e da lei nacque il grandi-braccia, l'illustre Vicitravīrya,
     	continuatore della stirpe dei kuru, anima pia, principe e mio fratello minore,

  21 	andato in cielo il padre, io partecipai al suo regno,
     	diventando dipendente del re Vicitravīrya e agendo sotto di lui,

  22 	e a lui io o re dei re, procuravo delle mogli adatte,
     	sconfiggendo i principi riuniti, pure questo tu hai udito molte volte,

  23 	quindi con Rāma in un duello sul campo mi scontrai,
     	e lui per paura di Rāma si allontanava dalle sue città,
     	e troppo attaccato alle mogli, cadde nella consunzione,

  24 	e quando il regno fu senza re, non mandava pioggia il signore dei celesti,
     	quindi gli abitanti correvano da me presi dalla paura della siccità.'

  25 	le genti dissero
     	' esausti sono tutti i viventi, diventa re per il nostro bene,
     	rimuovi la sventura, fortuna sia a te, o continuatore della stirpe di Śaṁtanu,

  26 	colpite sono tutte le creature, da terribilissimi tormenti,
     	tu devi salvare o figlio di Gaṅgā, le poche rimaste,

  27 	rimuovi queste sventure o eroe, tu devi proteggere le creature secondo il dharma,
     	tu vivente, che il regno non vada in rovina.'

  28 	Bhīṣma disse:
     	' per quelle creature imploranti non si smosse la mia mente,
     	per mantenere la mia promessa, rammentando la condotta dei buoni,

  29 	quindi i cittadini o grande re, e la virtuosa madre Kālī,
     	e i servi, i maestri e i purohita, e gli eruditi brahmani,
     	molto preoccupati mi dissero: 'sii re per sempre,

  30 	il regno governato da Pratīpa giunto fino a te cadrà in rovina,
     	per il nostro bene, sii re o grande saggio.'

  31 	così apostrofato messomi a mani giunte addolorato e sofferente,
     	a loro ricordavo la promessa fatta da figlio, per rispetto del padre,
     	ripetutamente di trattenere il mio seme e di non essere re, per il bene della stirpe,

  32 	allora io a mani giunte, mi ingraziai la madre:
     	' o madre nessun nato da Śaṁtanu continuerà la stirpe, 
     	renderei falsa la mia promessa.' cosi ripetei o re,

  33 	' fu senza dubbio per il tuo bene, non caricarmi di questo peso, 
     	io sono tuo servo e schiavo o madre, ti sei devota alla prole.'

  34 	così io mi conciliai la madre e quindi la gente,
     	e io pregai allora il grande muni Vyāsa di avvicinare le mogli del fratello,

  35 	e assieme alla madre o grande re, propiziandoci il ṛṣi,
     	lo invitai a generare, ed egli ci fece il favore,
     	tre figli generava allora o migliore dei bhārata,

  36 	cieco era il padre tuo e per conseguenza non fu re,
     	re divenne Pāṇḍu, grand'anima, celebrato al mondo,

  37 	egli fu re e del padre i suoi  figli ne hanno l'eredità,
     	non coltivare la guerra o figlio, dai loro metà del regno,

  38 	io vivente, quale altro uomo può governare il regno?
     	non disprezzare le mie parole, io sempre voglio la pace tra voi,

  39 	non vi è differenza per me ta te o figlio, e loro o principe,
     	e questo è il pensiero di tuo padre, di Gāndhārī e di Vidura,

  40 	se le parole dei vecchi si devono ascoltare non dubitare delle mie parole,
     	non causare la distruzione di te stesso e della terra intera.' "
     


                              CXLVI


   1 	Vāsudeva disse:
     	“ avendo parlata Bhīsma, quindi Droṇa diceva a Duryodhana,
     	in mezzo a quei sovrani, parole per te benefiche, quell'abile oratore:

   2 	' come Śaṁtanu figlio di Pratīpa, o caro, si è impegnato per la stirpe,
     	così Devavrato, Bhīṣma, è saldo nella cura della stirpe,

   3 	quindi Pāṇḍu, sovrano di uomini, seguace di sincerità e coi sensi vinti,
     	fu re dei kuru, dall'anima pia, fermo nei voti, e nella concentrazione,

   4 	e affidava il regno al fratello maggiore, al saggio Dhṛtarāṣṭra,
     	e al fratello più giovane, lo kṣattṛ, quel continuatore della stirpe dei kuru,

   5 	quindi avendo messo sul trono quest'incrollabile, o re,
     	il re dei kuru si recava nella foresta assieme alle due mogli o senza-macchia,

   6 	stando in posizione inferiore, Vidura lo serviva con buona condotta,
     	come un servo questa tigre fra gli uomini, reggendo il flabello,

   7 	quindi tutte le creature seguivano il signore di genti
     	Dhṛtarāṣṭra, rettamente come prima il sovrano Pāṇḍu,

   8 	consegnato il regno a Dhṛtarāṣṭra e a Vidura,
     	Pāṇḍu conquistatore di città nemiche, percorreva la terra intera,

   9 	nell'accrescere il tesoro, nelle donazioni, e nel badare ai servi,
     	e nel mantenere ogni cosa, vi era Vidura fedele alla verità,

  10 	sovrintendendo alla pace a alla guerra, e ai doni da fare o non fare ai re,
     	si impegnava l'illustrissimo, Bhīṣma vincitore di città nemiche,

  11 	e sul trono stava, il potentissimo sovrano Dhṛtarāṣṭra,
     	accompagnato sempre da Vidura grand'anima,

  12 	come tu nato in questa stirpe, puoi voler una frattura nella famiglia?
     	godi dei beni o signore di genti, assieme ai tuoi fratelli,

  13 	io non parlo per debole spirito, o per averne ricchezza,
     	io l'ho ottenuta data da Bhīṣma non da te o migliore dei re,

  14 	né io desidero da te ottenere la sussistenza o signore di genti,
     	dove c'è Bhīṣma, là c'è Droṇa, quanto ha detto Bhīṣma tu devi fare,

  15 	sia data la metà del regno ai figli di Pāṇḍu, o tormenta-nemici,
     	uguale io fui sempre come maestro verso di te e verso loro,

  16 	l'eroe dai bianchi cavalli è per me come è Aśvatthāman,
     	ma basta con troppi discorsi, dove è il dharma là è la vittoria.'

  17 	così avendo parlato o grande re, Droṇa impareggiabile per splendore,
     	allora spendeva queste parole Vidura, saldo nella sincerità,
     	e girandosi per guardare in faccia il padre quel sapiente del dharma:

  18 	' o Devavrata, ascolta le parole che dirò,
     	è distrutta la stirpe dei kaurava, che tu precedentemente hai ancora elevato,

  19 	guarda alle mie parole che pronuncio con lamento,
     	chi è questa disgrazia del stirpe che ha nome Duryodhana,

  20 	che tu segui anche se egli ha la mente di uno soverchiato dall'avidità? 
     	questo vile, privo di saggezza, dalla mente rapita dall'avidità,
     	che trascura gli ordini del padre rivolti al dharma e all'artha,

  21 	i kuru periranno, a causa di Duryodhana,
     	e affinché essi non periscano o grande re tu devi agire,

  22 	Dhṛtarāṣṭra e me un tempo tu o illustrissimo,
     	ha fatto nascere, come un pittore un quadro, non distruggerci,
     	come Prajāpati, create le creature, le mantenne, così tu, 

  23 	non abbandonarci o grandi-braccia, guardando alla fine della stirpe,
     	e se ora la tua mente è perduta, per la distruzione imminente,
     	rifugiati nella foresta assieme a me e a Dhṛtarāṣṭra,

  24 	o ferma il malvagissimo figlio di Dhṛtarāṣṭra dal pensiero maligno, 
     	e giustamente oggi il regno sia governato dai pāṇḍava,

  25 	dacci il tuo favore o tigre dei re, grande si mostra la distruzione,
     	dei pāṇḍava e dei kuru, e dei re dall'infinito splendore.'

  26 	e si interruppe avendo parlato Vidura, con la mente depressa,
     	a pensare allora, sospirando ripetutamente,

  27 	quindi la figlia del re Subala, temendo la fine della stirpe con riguardo ad artha e dharma,
     	davanti ai re con ira diceva al figlio al crudele e malvagio Duryodhana:

  28 	' i principi presenti all'assemblea, e i ṛṣi brahmani, e gli altri presenti,
     	ascoltino quanto io dirò dell'offesa da te fatta o malvagio, circondato dai tuoi seguaci,

  29 	il regno dei kuru goduto in successione, è giunto a noi, questo è il dharma famigliare,
     	tu o malintenzionato, dalle falsissime azioni, per cattiva condotta il regno dei kuru distruggi,

  30 	sul trono è stabilito il saggio Dhṛtarāṣṭra, e suo fratello minore, Vidura il previdente,
     	come puoi trascurando questi due desiderare oggi per follia la sovranità o Duryodhana?

  31 	il re e lo kṣttṛ hanno grande dignità, e seguono quanto stabilito da Bhīṣma,
     	e il grand'anima nato dalla fiumana, ottimo uomo, per sapienza del dharma, non vuole il regno,

  32 	e il regno invincibile di Pāṇḍu, oggi i suoi figli sono i governati non altri,
     	e questo regno è interamente dei pāṇḍava, per eredità e in seguito a figli e nipoti,

  33 	quanto ha affermato il primo dei kuru, il grand'anima, Devavrata, saggio e saldo nella verità,
     	tutto ciò non dobbiamo accettare, senza ledere il dharma, a protezione del nostro dharma,

  34 	acconsenti dunque al grande nei voti, te lo chiede il sovrano e pure Vidura,
     	quanto occorre sia fatto, unisciti agli amici, ponendo il dharma in testa, per lungo tempo,

  35 	il regno dei kuru rettamente avuto, che governi Yudhiṣṭhira, il figlio di Dharma,
     	diretto dal re Dhṛtarāṣṭra, e messo avanti dal figlio di Śaṁtanu.'”
     


                              CXLVII


   1 	Vāsudeva disse:
     	“così avendogli parlato Gāndhārī, Dhṛtarāṣṭra signore di genti,
     	questo diceva a Duryodhana, in mezzo a quei re, o protettore delle genti:

   2 	' o Duryodhana ascolta quanto ti dirò figlio mio,
     	e quindi compilo, fortuna a te sarà se ubbidirai al padre,

   3 	Soma signore delle creature fu il primo propagatore dei kuru,
     	dopo Soma per sesto vi fu Yayāti, il figlio di Nahuṣa,

   4 	lui ebbe cinque figli tutti ottimi ṛṣi regali,
     	di essi Yadu potente e dal grande splendore nacque per primo,

   5 	e il più giovane fu Pūru che fu il nostro progenitore,
     	partorito fu da Śarmiṣṭhā, figlia di Vṛṣaparvan,

   6 	mentre Yadu o migliore dei bhārata era figlio di Devayānī,
     	e nipote di Śukra, o Kāvya di infinito splendore,

   7 	questo potente progenitore degli yādava, dotato di grande valore,
     	ma di scarso pensiero, e pieno di orgoglio maltrattava gli kṣatriya,

   8 	né obbediva agli ordini del padre confuso dalla forza dell'orgoglio,
     	e maltrattava il padre, e pure i fratelli, invincibile che era,

   9 	e Yadu divenne il potente della terra intera nei suoi quattro confini,
     	e sottomessi i sovrani, egli abitava nella città che ha nome dagli elefanti,

  10 	Yayāti, figlio di Nahuṣa, il padre supremamente adirato,
     	malediva il figlio o figlio di Gāndhārī, e lo scacciava dal regno,

  11 	e i fratelli che lo seguirono mentre inorgogliva della sua forza
     	anche questi suoi figli l'irato Yayāti malediva,

  12 	e allora il più giovane dei figli, Pūru che gli obbediva,
     	docile, poneva sul trono quel migliore dei sovrani,

  13 	così  il maggiore per l'orgoglio non ereditava il regno,
     	il più giovane ereditava il regno, per la sua obbedienza agli alziani,

  14 	e così il nonno di mio padre sapiente di ogni dharma,
     	Pratīpa fu sovrano della terra famoso nei tre mondi,

  15 	e da quel leone tra i principi secondo il dharma governato il regno,
     	generava tre figli, simili a dei, di grande gloria,

  16 	Devāpi era il maggiore, di seguito Bāhlīka,
     	e terzo era Śaṁtanu o figlio, il mio saldo nonno,

  17 	Devāpi però l'illustre, era lebbroso quel migliore dei re,
     	pur essendo fermo nel dharma, sincero, obbediente al padre,

  18 	stimato da tutti i cittadini e onorato dai virtuosi,
     	Devāpi era nel cuore di tutti, giovani e vecchi,

  19 	e saggio, saldo nella verità, felice del bene di tutti i viventi,
     	agiva nell'obbedienza al padre, e ai brahmani,

  20 	il fratello era caro a Bāhlika e a Śaṁtanu grand'anima,
     	e suprema era la fratellanza tra quei tre uniti e grandi anime,

  21 	quindi col passare del tempo, divenne vecchio il migliore dei sovrani,
     	egli incomincava i preparitivi della consacrazione facendo consultare gli śāstra,
     	e faceva consultare tutti gli oracoli quel potente re,

  22 	ma i brahmani, gli anziani, assieme a tutti i cittadini,
     	tutti proibivano la consacrazione di Devāpi,

  23 	udito di questa contrarietà alla consacrazione, il sovrano
     	si fece pieno di lacrime quel re e si addolorava per suo figlio,

  24 	egli era liberale, sapiente del dharma, saldo nella sincerità, 
     	e pure essendo caro ai viventi, era colpito dalla lebbra,

  25 	gli dèi non sono contenti dei sovrani mutilati,
     	così essendo, i tori dei brahmani, lo proibivano al migliore dei re,

  26 	egli  afflitto di per sé, e preso dal dolore per il figlio,
     	moriva, e vedendolo morto Devāpi si rifugiava nella foresta,

  27 	Bāhlika abbandonato il regno se ne stava nella famiglia dello zio, 
     	lasciati il padre e i fratelli otteneva un ricchissima città,

  28 	e col permesso di Bāhlika, Śaṃtanu celebre al mondo,
     	morto il padre, o re, fu fatto re di quel regno,

  29 	e considera che qui così fui io col sapiente Pāṇḍu,
     	pur maggiore io fui escluso dal regno perché menomato o bhārata,

  30 	e il sovrano Pāṇḍu ha ottennuto il trono, pure essendo il minore,
     	e dopo la sua morte il regno è dei suoi figli, o uccisore di nemici,
     	e non avendo diritto al regno, perché tu desideri il trono?

  31 	Yudhiṣṭhira grand'anima è figlio del re, e il trono è da lui erditato,
     	egli è il protettore della gente kaurava, e loro governo, quel nobile,

  32 	egli saldo nel vero, sempre attento, virtuoso attento ai consigli dei parenti,
     	caro alle genti, compartecipe cogli amici, dai sensi domati, protettore delle genti virtuose,

  33 	pacifico, paziente, controllato, onesto, e vigilante sulla sincera tradizione,
     	e compassionevole verso i viventi nel governare, in Yudhiṣṭhira vi sono le qualità del re, 

  34 	tu non sei figlio di re, circondato da vili, avido, di cattive intenzioni verso i parenti,
     	come dunque puoi rubare, male agendo il regno avito di altri?

  35 	allontana l'illusione, concedi metà del regno, cogli animali e le sue ricchezze,
     	quindi il resto sia tuo, vivendo con i tuoi fratelli o sovrano di uomini.'”
     
     
     


                              CXLVIII


   1 	Vāsudeva disse:
     	“così apostrofato da Bhīṣma da Droṇa e da Vidura,
     	Gāndhārī e da Dhṛtarāṣṭra, quel folle non si convinceva,

   2 	alzatosi tremando irato, cogli occhi rossi per la furia,
     	e lo seguivano da presso i re disposti a lasciar la vita,

   3 	e annunciava ripetutamente il re a quei principi dal'insano cervello:
     	'recatevi a kurukṣetra oggi la luna è in puṣya.'

   4 	e allora i signori della terra partirono assieme all'esercito,
     	eccitati e colpiti dal fato, dopo aver fatto Bhīṣma comandante,

   5 	e undici sono gli akṣauhinī riuniti da quei principi,
     	e di questi a capo appariva essere Bhīṣma dalla palma sul pavese,
     	e quanto qui sia utile approntare questo comanda o signore di popoli,

   6 	quelle parole pronunciate da Bhīṣma da Droṇa e da Vidura,
     	da Gāndhārī e da Dhṛtarāṣṭra alla mia presenza o bhārata,
     	te le ho riferite o re, come furono nell'assemblea dei kuru,

   7 	le stesse per primo io pronunciai o re, per desiderio di fratellanza,
     	senza distinzione tra la prole dei kuru, e per prosperità delle creature,

   8 	e ancora io cercai di separarli quando la pace non fu accolta,
     	narrando delle vostre imprese sia umane che divine,

   9 	quando Suyodhana non prestava attenzione alle parole piene di pace,
     	allora io riunendo tutti i principi cercai di dividerli,

  10 	con portenti, terribili e terrificanti o bhārata,
     	e imprese sovrumane, mostrando io o illustre,

  11 	minacciando tutti i re, diminuendo Suyodhana,
     	impaurendo il figlio di Rādha, e quello di Subala ripetutamente,

  12 	l'inferiorità e la vergogna dei figli di Dhṛtarāṣṭra, ripetutamente
     	mostrando con frequenti parole e insinuazioni, per dividere quei re,

  13 	e ancora io parlai di donazioni per ottenere la pace,
     	per la non divisione della prole dei kuru, e per compiere quanto dovuto:

  14 	'quei fanciulli, i pāṇḍava tutti staranno alle dipendenze di Dhṛtarāṣṭra,
     	di Bhīṣma e di Vidura, trascurando l'orgoglio, 

  15 	che essi diano il regno a te, che diventino sudditi,
     	come ha detto il re figlio di Gaṅgā, e pure Vidura, così sia,

  16 	tutto il regno sia a te, dai a loro cinque villaggi,
     	essi saranno mantenuti in ogni cosa da tuo padre o migliore dei re.'

  17 	così apostrofato quell'anima nera, alla sua natura non rinunciava,
     	io vedo solo il quarto bastone verso questi malvagi, e null'altro,

  18 	i sovrani sono già partiti per kurukṣetra per la distruzione,
     	ti ho narrato tutto quanto è accaduto all'assemblea dei kuru,

  19 	non ti daranno il regno senza la guerra o pāṇḍava,
     	tutti loro, prossimi alla morte, sono causa della distruzione.”