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57. Bhīṣmābhiṣecana

( La consacrazione di Bhīṣma. V, 153-156)

                              CLIII


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	quindi a Bhīṣma figlio di Śaṁtanu, il figlio di Dhṛtarāṣṭra a mani giunte, 
     	assieme a tutti i sovrani queste parole diceva:

   2 	“ senza comandante in capo, anche una grande armata,
     	fallisce raggiunta la battaglia, come fosse un formicaio,

   3 	il pensiero di due persone non può mai essere uguale,
     	anche la mera valentìa dei comandandi rivaleggia vicendevolmente,

   4 	si sa o grande saggio, che gli haihaya dall'infinita forza,
     	furono attaccati da tutti brahmani, innalzando bandiere di erba kuśa,

   5 	e che essi furono seguiti dai vaiśya e dagli śūdra,
     	molti erano i tre varṇa e molti i tori degli kṣatriya,

   6 	ma nelle battaglie i tre varṇa si separavano continuamente,
     	e gli kṣatriya con un solo schieramento ne battevano molti,

   7 	e allora i migliore dei ri-nati chiedevano il perché agli kṣatriya,
     	e a loro quegli esperti del dharma dissero la verità o patriarca:

   8 	'noi dobbiamo ubbidire ad uno solo di grande intelligenza in battaglia,
     	e tutti voi signori seguite ciascuno il proprio pensiero.'

   9 	quindi i brahmani, nominarono un ri-nato come unico comandante,
     	che era valoroso ed esperto nel comando, e allora sconfissero gli kṣatriya,

  10 	così essi, che nominarono un comandante supremo fermo,
     	senza macchia, potente ed esperto allo scopo, vinsero i nemici in battaglia,

  11 	tu sei pari ad Uśanas e sempre sei attento ai mio bene,
     	insuperabile, saldo nel dharma, sii dunque il nostro capo supremo,

  12 	come il sole dei produttori di luce, come la luna delle erbe,
     	come Kubera degli yakṣa, come il Vāsava dei marut,

  13 	come il monte meru delle montagne, come Suparṇa degli uccelli,
     	come Kumāra degli esseri, come il fuoco dei vasu,

  14 	tu sei il nostro protettore come Śakra lo è dei celesti,
     	invincibili persino dai trenta dèi noi certamente saremo, 

  15 	avanza alla nostra guida, come il figlio del fuoco a quella degli dèi,
     	noi ti seguiremo come la mandria segue il toro.”

  16 	Bhīṣma disse:
     	“ è così o grandi-braccia, come tu hai detto o bhārata,
     	e per me, come siete voi, così sono i pāṇḍava,

  17 	e io ho per loro le migliori parole, o sovrano di uomini, 
     	ma devo combattere per te, secondo l'accordo fatto,

  18 	io non vedo però sulla terra un combattente pari a me,
     	eccetto quella tigre fra gli uomini, il figlio di Kuntī, il conquista-ricchezze,

  19 	quel grandi-braccia conosce interamente le armi divine,
     	ma egli non combatterà mai apertamente contro di me in battaglia,

  20 	io posso fare in un baleno privo di uomini questo universo,
     	con tutti gli dèi, asura e rākṣasa, con la forza delle mie armi, 

  21 	ma io non distruggerò i figli di Pāṇḍu o sovrano di uomini,
     	però sempre ucciderò i soldati schierati a miriadi,

  22 	così io non li manderò a morte, o rampollo dei kuru,
     	se loro prima non mi colpiranno in battaglia,

  23 	con un altro accordo o re, io il tuo comandande supremo
     	diventerò, tu devi ascoltare quanto io desidero,

  24 	o Karṇa combatterà davanti oppure io, o signore delle terra,
     	il figlio del sūta sempre si vanta di essere superiore a me in battaglia.”

  25 	Karṇa disse: 
     	“ io finché vive il figlio di Gaṅgā o re, non combatterò in alcun modo,
     	ucciso Bhīṣma io allora combatterò contro il possessore del gāṇḍīva.”

  26 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	allora secondo le regole, il figlio di Dhṛtarāṣṭra comandande supremo
     	faceva Bhīṣma dalle molti dakṣiṇa, ed egli consacrato splendeva,

  27 	allora timpani, conchiglie, a centinaia e tamburi, 
     	gli uomini suonavano deliberatamante e per ordine del re,

  28 	e vari ruggiti di leone, e i nitriti dei cavalli e i barriti degli elefanti vi furono,
     	e pure a ciel sereno apparve una pioggia che bagnava il terreno,

  29 	e terremoti scossero la terra, e salirono i barriti degli elefanti,
     	e i cuori di tutti i soldati erano abbattuti,

  30 	e una voce incorporea, in cielo vi era e cadevano meterore,
     	e sciacalli, annuncianti pericolo, gridavano violenti accesi versi,

  31 	quando il re consacrava il figlio di Gaṅgā come comandante supremo,
     	allora questi eventi terribili apparvero a centinaia o sovrano,

  32 	quindi fatto comandante supremo Bhīṣma uccisore di eserciti nemici,
     	e fatti recitare i migliori dei brahmani con molti doni e vacche,

  33 	accresciuta in lui la speranza di vittoria, partiva circondato dalle truppe,
     	messo avanti il figlio della fiumana, e assieme ai suoi fratelli,
     	e col grande accampamento si recava a kurukṣetra,

  34 	e vagando per il kurukṣetra assieme a Karṇa il kaurava,
     	faceva misurare il suo padiglione su un luogo piano il sovrano,

  35 	in un luogo dolce e non salino, provvisto di pasture e di legna,
     	e quella residenza divenne come quella di hāstinapura.
     	


                              CLIV


   1 	Janamejaya disse:
     	“ il figlio della fiumana, il grand'anima Bhīṣma, il migliore degli armati,
     	il patriarca dei bhārata, la bandiera di tutti i principi,

   2 	pari a Bṛhaspati per intelletto, e pari alla terra per resistenza,
     	profondo come il mare, e saldo come l'himavat,

   3 	generoso come Prajāpati, e per splendore pari al sole,
     	colla pioggia delle sue frecce distruzione dei nemici come il grande Indra,

   4 	in quel terrifico sacrificio di guerra, formidabile da far rizzare i capelli,
     	il re Yudhiṣṭhira avendo alla fine saputo che costui era stato consacrato, 

   5 	che disse il grandi-braccia, esperto in ogni dharma?
     	e Bhīmasena e Arjuna pure, e Kṛṣṇa che fecero?”

   6 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	Yudhiṣṭhira dal grande intelletto, esperto di artha dharma e di sventure,
     	tutti i fratelli riuniti e pure Vāsudeva il sātvata,
     	quel migliore dei parlanti diceva questo consolatorio discorso:

   7 	“ visitate le truppe con attenzione, e rimanete armati,
     	il primo vostro scontro sarà col patriarca,
     	perciò badate ai comandanti delle mie sette armate.”

   8 	Vāsudeva disse:
     	“ come dovevi parlare tu o signore, in questo momento presente,
     	così sensatamente hai parlato o migliore dei bhārata,

   9 	mi piace o grandi-braccia quanto ordini di fare immediatamente,
     	e che siano consacrati i sette comandanti delle tue armate.”

  10 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	Allora convocati Durpada, Virāṭa, e il toro dei śini,
     	e il pāñcāla Dhṛṣṭadyumna, e il principe Dhṛṣṭaketu,
     	e il pāñcāla Śikhaṇḍin, e Sahadeva il māgadha,

  11 	questi sette grandi arcieri, valorosi, e felici in battaglia,
     	Yudhiṣṭhira consacrava secondo le regole comandanti delle armate,

  12 	e inoltre indicava come comandante supremo Dhṛṣṭadyumna,
     	che era sorto dal fuoco acceso per la distruzione di Droṇa,

  13 	e di tutti questi uniti grande anime,
     	a capo di questi comandanti pose il folti-capelli, il conquista-ricchezze,

  14 	e guida di Arjuna e auriga dei suoi cavalli,
     	Janārdana, glorioso e dal grande intelletto, e fratello minore di Saṁkarṣaṇa,

  15 	e vedento ormai prossima le guerra e vicina la grande sventura,
     	l'armato di vomere Rāma entrava nella residenza del re pāṇḍava,

  16 	assieme ad Akrūra e altri, assieme a Gada, Sāmba, Ulmuka e altri,
     	col figlio di Rukmiṇī, e coi figli di Āhuka, e messo avanti Cārudeṣṇa,

  17 	protetto era quel grandi-braccia dai principali vṛṣṇi giunti,
     	fortissimi come tigri, era come il Vāsava tra i marut,

  18 	vestito di seta blu, simile al picco del monte kailāśa,
     	dal passo leonino, glorioso, cogli angoli degli occhi rossi di gioia,

  19 	lui vedendo il dharmarāja e l'illustrissimo lunghi-capelli,
     	si alzarono, e anche il pṛthāde ventre-di-lupo dalle terribili imprese,

  20 	e il possessore del gāṇḍīva, e alcuni dei re che erano là,
     	avvicinandosi, tutti porsero gli onori all'armato di vomere,

  21 	quindi il re figlio di Pāṇḍu, con le mani ne prendeva la mano,
     	e tutti lo onoravano a cominciare da Vāsudeva,

  22 	e l'armato di vomere, onorati i due anziani Virāṭa e Drupada,
     	quell'uccisore di nemici assieme a Yudhiṣṭhira si sedeva,

  23 	allora sedutisi tutti quei principi tutt'intorno,
     	il figlio di Rohiṇī guardando Vāsudeva diceva:

  24 	“sarà crudelissima, e terribile questa distruzione di uomini, 
     	e stabilita con certezza e impossibile da evitarsi, io credo,

  25 	io posso vedere che voi coi vostri amici scamperete a questa guerra,
     	senza danno e coi corpi interi, questo io credo,

  26 	senza dubbio i principi kṣatriya qui riuniti hanno maturato il loro tempo,
     	questa grandissima guerra, sarà una sporca sanguinosa carneficina,

  27 	io dissi a Vāsudeva ripetutamente in privato:
     	' devi avere la medesima condotta verso i parenti o uccisore di Madhu,

  28 	i pāṇḍava sono dei nostri così come il sovrano Duryodhana,
     	e anche a lui offri assistenza e onoralo.' così gli dissi ripetutamente,

  29 	ma l'uccisore di Madhu non ascoltò le mie parole, in tuo favore,
     	schierandosi con tutta l'anima, guardando al conquista-ricchezze,

  30 	certamente la vittoria è dei pāṇḍava, questa è la mia ferma opinione,
     	e pure l'intenzione di Vāsudeva o bhārata,

  31 	io non posso guardare al mondo senza Kṛṣṇa, 
     	quindi io seguirò il desiderio del lunghi-capelli,

  32 	entrambi sono miei allievi i due valorosi esperti nella lotta con la mazza,
     	e io ho il medesimo affetto, per Bhīma, e per il re Duryodhana,

  33 	perciò io andrò a risiedere nei tīrtha della Sarasvatī,
     	io non posso guardare la distruzione dei kaurava.”

  34 	così avendo parlato, il grandi-braccia, col permesso dei pāṇḍava,
     	Rāma, lasciato l'uccisore di Madhu, partiva verso i tīrtha.
     


                              CLV


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	in quel momento il figlio di Bhīṣmaka grand'anima,
     	del sovrano Hiraṇyaloman in persona, dell'amico di Indra,

   2 	che era sovrano degli āhṛti e molto glorioso tra i bhoja,
     	sovrano del meridione, suo figlio era conosciuto ovunque come Rukmin,

   3 	lui che era discepolo del leone dei kiṁpuruṣa abitante il monte gandhamādana,
     	aveva appreso l'intera arte dell'arco nelle sue quattro divisioni,

   4 	e aveva ottenuto l'arco del grande Indra, pari per potenza al gāṇḍīva,
     	divino e indistruttibile, uguale al śārṅga, quel grandi-braccia, 

   5 	tre infatti sono gli archi divini degli abitanti del cielo,
     	di Varuṇa è il gāṇḍīva, l'arco detto vijaya è del grande Indra,

   6 	e il śārṅga il divino arco fatto di splendore è di Viṣṇu, così dicono,
     	l'arco che Kṛṣṇa possiede e che porta il terrore negli eserciti nemici,

   7 	il figlio del punitore di Pāka ottenne il gāṇḍīva dal fuoco nella selva khāṇḍava,
     	e il potentissimo Rukmin ottenne il vijaya da Druma,

   8 	tagliati i legami di Mura, e colla sua forza ucciso Mura,
     	vinto Naraka figlio della terra, e ripresi gli orecchini di perle,

   9 	il signore-dei-sensi ottenne sedicimila donne, e svariate gemme,
     	e inoltre il supremo arco detto śārṅga,

  10 	Rukmin ottenuto l'arco vijaya che rumoreggia pari al temporale,
     	quasi per terrorizzare il mondo, raggiungeva i pāṇḍava,

  11 	un tempo quel valoroso, orgoglioso delle forza del suo braccio, non tollerava
     	il rapimento di Rukmiṇī da parte dell'astuto Vāsudeva,

  12 	e fatta questa promessa: “ non ritornerò senza aver ucciso il lunghi-capelli.”
     	allora inseguiva il migliore di tutti gli armati: il vṛṣṇi,

  13 	e con un grande esercito dal grande schieramento formato dalle quattro parti,
     	con varie armi e corazze, grande come la Gaṅgā,

  14 	egli raggiunto il vṛṣṇi potente signore degli yoga,
     	ne fu sconfitto e vergognoso o re, di tornarsene a kuṇḍina,

  15 	laddove fu sconfitto in battaglia da Kṛṣṇa, uccisore di eroi nemici,
     	fondava una suprema città di nome bhojakaṭa,

  16 	con un grande esercito fornito di elefanti e cavalli era
     	quella città, quindi sulla terra venne chiamata bhojakaṭa,

  17 	questo re dei bhoja valorosissimo, attorniato da un grande esercito,
     	di un akṣauhinī, giungena dunque dai pāṇḍava,

  18 	quindi egli con l'armatura, la spada, arco e frecce e sul carro,
     	e con una bandiera del colore del sole raggiungeva la grande armata,

  19 	e si presentava ai pāṇḍava per desiderio di compiacere Vāsudeva,
     	il re Yudhiṣṭhira lo accoglieva andandogli incontro e lo onorava,

  20 	egli omaggiato dai figli di Pāṇḍu, e secondo le regole, accolto,
     	quando fu riposato col suo esercito contraccambiava gli onori a tutti loro,
     	e diceva in mezzo a quegli eroi al figlio di Kuntī, al conquista-ricchezze:

  21 	“ se tu o pāṇḍava hai qualche timore, io sono qui da alleato,
     	io compirò in battaglia il possibile e l'impossibile contro i tuoi nemici,

  22 	par valore non vi è nessun uomo che mi sia pari,
     	e uccisi i tuoi nemici in battaglia lo dimostrerò o Phalguna”

  23 	così apostrofato accanto al dharmarāja e al lunghi-capelli,
     	e mentre tutti gli altri sovrani della terra lo udivano,

  24 	guardando Vāsudeva e il dharmarāja figlio di Pāṇḍu,
     	l'arguto kuntīde, sorridendo diceva amichevolmente:

  25 	“ quando io ho combattuto o valoroso, contro i fortissimi gandharva,
     	alle stazioni di monta chi era allora mio alleato e amico?

  26 	e quando in quel terrificante conflitto di dèi e dānava,
     	nella selva khāṇḍava io combattevo chi era allora il mio alleato?

  27 	nella battaglia contro i dānava nivātakavaca, e i kālakeya,
     	quando io là combattevo chi era allora il mio alleato?

  28 	e quando nella città di Virāṭa in quello scontro contro i kuru,
     	io combattevo da solo contro molti o caro, chi era il mio alleato?

  29 	facendo uso in battaglia delle armi di Rudra, di Śakra, di Kubera, di Yama
     	di Varuṇa e del fuoco, e anche di quelli di Kṛpa di Droṇa e del mādhava,

  30 	imbracciando il divino arco gāṇḍīva, saldo fatto di energia,
     	dotato di faretre inesauribili, fornito di armi divine,

  31 	nato nella stirpe dei kuru, e specialmente figlio di Pāṇḍu,
     	dichiarandomi discepolo di Droṇa, e avendo come alleato Vāsudeva,

  32 	come può uno di noi affermare che io sono impaurito?
     	parole disonorevoli o tigre fra gli uomini, anche per l'armato di folgore in persona?

  33 	io non sono impaurito o grandi-braccia, né mi occorre alcun aiuto,
     	vai dove credi, quando vuoi altrove, oppure resta qui.”

  34 	allora Rukmin fatto girare l'esercito grande come il mare,
     	si recava quindi da Duryodhana o toro dei bhārata,

  35 	quindi avendolo raggiunto lo stesso gli diceva quel sovrano di uomini,
     	ma ancora fu rifiutato da lui che si riteneva un valoroso,

  36 	in due furono dunque o grande re, quelli che si astennero da questa guerra,
     	il vṛṣni figlio di Rohiṇī, e il sovrano di uomini Rukmin,

  37 	essendosi recato in pellegrinaggio Rāma, e andatosene il figlio di Bhīṣmaka,
     	i pāṇḍava si sedettero di nuovo a consiglio,

  38 	e quell'assemblea del dharmarāja piena di principi,
     	splendeva come il cielo stellato illuminato dalla luna o bhārata.
     


                              CLVI


   1 	Janamejaya disse:
     	“ quindi schierate le armate a kurukṣetra o toro dei brahmani,
     	che fecero i kuru sospinti dal fato?”

   2 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	quindi essendo schierate quelle truppe o toro dei bhārata,
     	Dhṛtarāṣṭra o grande re, questo discorso faceva a Saṁjaya:

   3 	“ oh, Saṁjaya tutto raccontami interamente,
     	cosa accade negli accampamenti degli eserciti dei kuru e dei pāṇḍava,

   4 	io penso superiore il destino, e pure vana la valentìa,
     	io sono consapevole che le colpe della guerra portano alla distruzione,

   5 	e pure quel mio figlio dalle false intenzioni mentre imbrogliava ai dadi,
     	io non fui capace di trattenere, o di farmene una ragione,

   6 	il mio intelletto o sūta, non era in grado di vedere il male,
     	e a fianco di Duryodhana, ancora restava,

   7 	così andato il caso sarà quel che sarà, o Saṁjaya,
     	il dharma kṣatriya è invero di essere onorato e di perdere la vita in battaglia.”

   8 	Saṁjaya disse:
     	“ la questione che hai posto o grande re, ti è confacente,
     	ma non devi dare la colpa solo a Duryodhana,
     	ascolta senza fallo, quello che ti dico o principe,

   9 	l'uomo che per sua cattiva condotta cade nel male,
     	non deve imputare questa sventura al fato o al destino,

  10 	o grande re, chi tra gli uomini pratichi atti censurabili,
     	merita la morte in tutto il mondo avendo perpetrato dei misfatti,

  11 	delle offese o migliore degli uomini furono fatte ai pāṇḍava sotto i tuoi occhi,
     	e da loro furono sopportate coi loro amici nella partita a dadi,

  12 	di cavalli, di elefanti e di re dall'infinito splendore,
     	come sarà la loro distruzione in battaglia ascolta interamente da me,

  13 	resta saldo o grande, re udendo della distruzione dell'intero mondo,
     	secondo quanto accadrà nella grande battaglia, non divenire depresso,

  14 	l'uomo non è l'autore di nessuna di queste due cose: il male e il bene,
     	inconsapevole l'uomo agisce come una marionetta,

  15 	alcuni dicono per ordini ricevuti, alcuni pure per avventura,
     	e altri anche per le azioni precedenti, tre sono le opinioni.”