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6. Ādivaṁśāvatāraṇa

( Il libro delle prime discendenze. I, 54-61)


                              LIV



   1 	il sūta disse:
     	udito che Janamejaya si era purificato per il sacrificio dei serpenti,
     	il sapiente ṛṣi Kṛṣṇa il dvaipāyana, allora giungeva,

   2 	lui che Kālī aveva partorito da Parāśara figlio di Śakti,
     	ancora vergine, su un isola della Yamunā, è il nonno dei pāṇḍava,

   3 	lui che lo stesso giorno delle nascita per suo desiderio crebbe nel corpo,
     	quel glorioso, studiava i veda coi vedāṅga e le antiche storie,

   4 	lui di cui nessuno si trova superiore per tapas, o studio dei veda,
     	né per voti, né per digiuni, né per progenie o temperamento,

   5 	lui quel migliore dei sapienti dei veda che divise in quattro parti il veda, 
     	quel puro, saggio, ṛṣi brahmano, dai sinceri voti, che conosce passato e futuro,

   6 	lui che generava Pāṇḍu, Dhṛtarāṣṭra e pure Vidura,
     	quel glorioso di santa fama, continuando la discendenza di Śaṃtanu,

   7 	egli allora in quel consesso sacrificale del ṛṣi regale Janamejaya,
     	entrava, assieme ai discepoli, esperti dei veda e dei vedāṅga,

   8 	là vedeva seduto il re Janamejaya,
     	circondato da molti partecipanti come il dio distruggi-città dagli dèi,

   9 	e pure da varii sovrani di popoli provenienti da molte regioni,
     	e da sacerdoti, simili a dèi, esperti dei rituali sacrificali,

  10 	Janamejaya quel ṛṣi regale, veduto giungere il ṛṣi, 
     	quel migliore dei bhārata rapido col seguito si alzava per la gioia, 

  11 	un seggio d'oro con l'approvazione degli astanti, a lui il signore
     	faceva approntare, come Śakra per Bṛhaspati,

  12 	allora là sedutosi, quel benefattore venerato dai ṛṣi divini, 
     	fu onorato dal re dei re, con gli atti in accordo coi śāstra,

  13 	disponendo l'acqua ospitale per mani e piedi e vacche,
     	la offriva allora al suo meritevole avo Kṛṣṇa,  

  14 	accettato l'onore da Janamejaya discendente di Pāṇḍu,
     	Vyāsa era allora molto contento approvando le vacche,

  15 	quindi con grande impegno avendo onorato il bisnonno,
     	e risiedutosi con mente lieta, si informava della sua salute,

  16 	e pure il venerabile vedendolo si informava della sua salute,
     	e venerato da tutti astanti egli contraccambiava i presenti,

  17 	allora Janamejaya a lui dopo che fu onorato da tutti i presenti,
     	a mani giunte chiedeva a quel migliore dei ri-nati:

  18 	“ dei kuru e dei pāṇḍava tu o signore sei stato testimone,
     	io vorrei da te sentire o ri-nato le vicende di costoro,

  19 	come sorse la discordia tra questi dall'infaticabile agire?
     	e come sorse questa grande guerra distruttrice dei viventi?

  20 	di tutti questi antenati con le menti possedute dal destino,
     	l'intera storia racconta o venerabile, tu ne sei in grado.”

  21 	udite le sue parole, Kṛṣṇa il dvaipāyana allora,
     	ordinava al suo discepolo Vaiśaṁpāyana che gli sedeva vicino:

  22 	“ in che modo sorse un tempo, la discordia tra i kuru e i pāṇḍava
     	interamente a lui racconta, come da me l'hai udita.”

  23 	ubbidendo al comando del guru, quel toro fra i savi allora
     	raccontava interamente quella antica storia, 

  24 	allora al re, a tutti gli kṣatriya e ai partecipanti, 
     	la discordia, che fu rovina del regno tra kuru e pāṇḍava.


     
                              LV

   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	al guru per primo inchinatomi, con concentrazione di mente e intelletto,
     	e onorati tutti i ri-nati, e anche le altre persone sapienti, 

   2 	racconterò l'intera composizione di Vyāsa dall'incomparabile splendore,
     	del grande sapiente ṛṣi, celebrato in tutti i mondi,

   3 	e tu dunque o re, otterrai di ascoltare la storia dei bhārata,
     	la gioia quasi mi spinge, a ripetere le parole del guru,

   4 	ascolta o re, come la discordia tra i kuru e i pāṇḍava, avvenne,
     	sorse la partita a dadi per il regno, e quindi il soggiorno nella foresta,

   5 	e come sorse la guerra che compì la distruzione della terra,
     	questo io ti racconterò da te richiesto o toro dei bhārata,

   6 	morto il padre, quei valorosi, dalla foresta tornati al proprio palazzo,
     	in breve tempo divennero sapienti nei veda e nell'arte dell'arco,

   7 	così forniti di bellezza, valore e ardore, e stimati dai cittadini,
     	e gloriosi vedendo i pāṇḍava non lo sopportarono i kuru, 

   8 	e quindi il crudele Duryodhana, e Karṇa assieme al figlio di Subala,
     	compirono vari atti per la loro distruzione o il loro allontanamento,

   9 	il malvagio figlio di Dhṛtarāṣṭra diede del veleno a Bhīma,
     	e il valoroso ventre-di-lupo, digeriva questo assieme al cibo, 

  10 	di nuovo avendo legato ventre-di-lupo, che dormiva ai piedi di un fico,
     	nella acque della Gaṅgā, gettatolo se ne tornava in città,

  11 	quando fu sveglio il kuntīde, lacerati allora i legami,
     	ne usciva o grande re, Bhīmasena senza problemi,

  12 	e mentre dormiva fu morso da neri serpenti velenosi,
     	in tutte le parti del corpo, ma non moriva quell'uccisore di nemici,

  13 	ma in tutte queste offese con grande intelligenza 
     	Vidura, si impegnava a liberarli e a prevenirli,

  14 	come Śakra, stando in cielo, ai viventi nel mondo porta felicità,
     	così pure Vidura, sempre era intento al bene dei pāṇḍava,

  15 	quando [Duryodhana] come mezzi nascosti o palesi
     	non riusciva ad ucciderli protetti com'erano per il futuro dal fato,

  16 	allora consigliatosi coi compagni, a cominciare dal potente Karṇa e da Duḥśāsana,
     	col permesso di Dhṛtarāṣṭra ordinava una casa di lacca,

  17 	e là mandava a vivere i pāṇḍava dall'impareggiabile splendore,
     	e loro ignari faceva bruciare allora con il fuoco,

  18 	ma su consiglio di Vidura scavata una galleria, allora
     	essi si liberavano con questo mezzo, e liberi, fuggirono da quel pericolo,

  19 	quindi nella grande foresta un rākṣasa di nome Hiḍimba
     	fu ucciso dall'irato Bhīmasena, dal terribile valore sulla terra,

  20 	poi insieme gli eroi si recarono allora ad ekacakrā,
     	e si travestirono da brahmani assieme alla madre quei tormenta-nemici,

  21 	e là essi per aiutare un brahmano avendo ucciso il possente Baka,
     	assieme ad altri brahmani si recarono allora alla città dei pāñcāla,

  22 	e là essi ottenuta Daupadī vi trascorsero un intero anno,
     	quei sapienti, quegli uccisori di nemici quindi tornarono ad hāstinapura,

  23 	a loro diceva allora il re Dhṛtarāṣṭra assieme al figlio di Śaṃtanu,
     	“affinchè qualche discordia non sorga tra i fratelli,
     	noi abbiamo pensato che voi andiate a vivere a Khāṇḍavaprastha,

  24 	perciò andate dunque in questa popolosa città ben dotata di strade,
     	recatevi a Khāṇḍavaprastha per dimorarvi, senza preoccupazioni.”

  25 	per ordine di quei due partirono allora con tutti gli amici,
     	alla volta della città di Khāṇḍavaprastha ricevendo ricchezze ovunque, 

  26 	là essi risiedettero o re, per molti anni,
     	in loro potere riducendo con la forza della spada, gli altri sovrani,

  27 	così seguendo il dharma essi, e perseguendo il voto della sincerità,
     	attivi e attenti, pazienti, distruttori di nemici allora,

  28 	il fortissimo Bhīmasena conquistava la regione orientale,
     	la settentrionale il valoroso Arjuna, e Nakula quella occidentale,

  29 	e la meridionale conquistava Sahadeva uccisore di eroi nemici,
     	e cosi tutti insieme, ridussero in loro potere l'intera terra scrigno di ricchezze,

  30 	e illuminata dal sole e da quei cinque splendenti come il sole,
     	la terra era illuminata da sei soli, con i pāṇḍava dal sincero valore,

  31 	quindi, per qualche motivo il dharmarāja, Yudhiṣṭhira,
     	nella foresta mandava il fratello il conquista-ricchezze,

  32 	egli un anno intero e un mese nella foresta viveva,
     	poi ad un certo momento andava a Dvāravatī dal Signore-dei-sensi,

  33 	e la Bībhatsu, otteneva una moglie dagli occhi di loto,
     	la sorella minore di Vāsudeva, Subhadrā, dallo splendido eloquio,

  34 	ella, come Śacī si unì al grande Indra, come Śrī a Kṛṣṇa,
     	quella Subhadrā, felice si univa al pāṇḍava Arjuna,

  35 	e il kuntīde soddisfaceva nella selva di khāṇḍava il fuoco, veicolo d'oblazione,
     	Bībhatsu, assieme a Vāsudeva o migliore dei sovrani,

  36 	non era affatto pesante per il pṛthāde essere insieme al lunghi-capelli,
     	impegnato con l'amico Viṣṇu, come per uccidere i nemici,

  37 	e Agni donava al pṛthāde quel supremo arco, il gāṇḍīva,
     	e due faretre dalle insauribili frecce, e il carro con la scimmia sul pavese,

  38 	là però Bībhatsu lasciava andare il grande asura Maya,
     	e costui edificava una divina dimora coperta di ogni gemma,

  39 	brama di quella ne ebbe lo sciocco Duryodhana, dal malvagio pensiero,
     	e quindi coi dadi fu ingannato Yudhiṣṭhira dal figlio di Subala ,

  40 	e per dodici anni fu mandato nella foresta,
     	stando  nascosto nel tredicesimo anno in qualche luogo, 

  41 	quindi nel quattordicesimo anno, richiedendo le loro ricchezze,
     	non le ottennero, o grande re, quindi la guerra ne sorse,

  42 	allora essi tutto distruggendo e ucciso che ebbero il re Duryodhana,
     	i pāṇḍava riottennero il regno quasi del tutto distrutto,

  43 	così furono dunque le antiche vicende di quegl'instancabili nell'agire,
     	la discordia, il regno perduto e la vittoria o migliore dei conquistatori.


     
                              LVI

   1 	Janamejaya disse:
     	“ in riassunto tu hai raccontato o migliore dei ri-nati tutta
     	la grande epopea dei kuru chiamata mahābhārata,

   2 	ma di questa storia, o senza macchia, da te raccontata per esteso,
     	di udire a me è nata un grandissima curiosità,

   3 	tu o signore devi raccontarla di nuovo dettagliatamente,
     	io non mi sazio di udire questa grande epopea degli antichi,

   4 	non vi fu un piccolo motivo per cui i pāṇḍava, sapienti del dharma,
     	senza subir danno, uccisero tutti, e dagli uomini furono approvati.

   5 	per quale motivo queste tigri fra gli uomini, potenti, virtuosi, senza peccati,
     	sopportarono le persecuzioni inflitte da quei malvagi?

   6 	in che modo il forte-braccio ventre-di-lupo, le membra avvinte dai nāga,
     	pur soffrendo, con ira si liberava o migliore dei ri-nati?

   7 	come mai Draupadī Kṛṣṇā maltrattata da quei malvagi,
     	potente e virtuosa, non bruciava i figli di Dhṛtarāṣṭra con terribile sguardo?

   8 	come mai, finita la partita, i due pṛthādi e i due figli di Mādrī
     	seguirono quella tigre fra gli uomini ingannato da quei malvagi?

   9 	in che modo il migliore dei sostenitori del dharma, il sapiente figlio di Dharma,
     	Yudhiṣṭhira, senza meritarlo, sopportava questa suprema sventura?

  10 	e in che modo il pāṇḍava con Kṛṣṇa come auriga, molti eserciti
     	da solo colpendoli il conquista-ricchezze, mandava tutti al mondo degli avi?

  11 	tutto questo raccontami come è avvenuto, o ricco in tapas,
     	e ciascuna cosa che compirono in ogni dove, quei grandi guerrieri.”

  12 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	di quel grande ṛṣi, grand'anima, venerato in tutti i mondi
     	di Vyāsa dall'infinito splendore l'intera dottrina io racconterò, 

  13 	questa in centomila strofe piene di santità,
     	fu composta dal figlio di Satyavatī dall'infinito splendore,

  14 	e il sapiente che questa racconti, e l'uomo che questa ascolti,
     	raggiunta la sede di Brahmā, essi otterranno di essere uguali agli dèi,

  15 	questa è pure pari ai veda un purificatore supremo,
     	per chi la ascolti, questa antica suprema storia celebrata dai ṛṣi,

  16 	totalmente del dharma e dell'artha si insegna in questa
     	santissima epopea, e pure della perfetta buddhi,

  17 	ai non vili, ai generosi, ai sinceri, ai credenti,
     	ai sapienti, questo veda di Kṛṣṇa prosperità produce,

  18 	e pure un infanticida, senza dubbio dal peccato si libererebbe,
     	ascoltando questa storia e pure l'uomo più crudele,

  19 	'vittoria' ha nome questa storia, che deve ascoltare chi desidera vincere,
     	e la terra intera conquisterà e i nemici sconfiggerà,

  20 	essa produce il miglior figlio maschio, essa è la grande benedizione,
     	perciò le regine e gli eredi al regno devono ascoltarla molte volte,

  21 	essa è il santo trattato dell'artha, il supremo trattato del dharma,
     	essa è il trattato della liberazione, composto da Vyāsa dall'infinito intelletto, 

  22 	al presente si racconta, e la racconteranno anche altri in seguito,
     	figli ottiene chi desidera udirla, e servi affettuosi,

  23 	il peccato commesso col corpo o con le parole o con la mente,
     	interamente e velocemente è distrutto nell'uomo che sempre l'ascolti,

  24 	per chi ascolta la grande origine dei bhārata, senza disprezzo,
     	non vi è qui pericolo di malattia, come per costoro dunque paura dell'aldilà?

  25 	essa porta ricchezza, gloria, lunga vita e il puro paradiso,
     	questa storia composta da Kṛṣṇa il dvaipāyana, per desiderio di purezza,

  26 	per diffondere nel mondo la gloria dei pāṇḍava, grandi anime,
     	e degli altri potenti kṣatriya, dalle molteplici ricchezze,

  27 	come il venerabile oceano, e come il monte himavat
     	sono detti entrambi scrigni di preziosi, così è detto il bhārata,

  28 	il sapiente che lo racconti ai brahmani qui nei suoi libri,
     	purificato dai peccati, vincitore del paradiso, egli raggiunge la natura del brahman,

  29 	chi anche un solo verso faccia udire ai brahmani nello śrāddha,
     	inesauribile farà quello śrāddha e pure soddisferà gli avi,

  30 	l'uomo che di giorno, anche inconsapevole il male compia
     	ascoltando la storia del mahābhārata, si purificherà,

  31 	la grande origine dei bhārata è detto il mahābhārata,
     	chi conosce il significato di essa si libera da ogni male,

  32 	in tre anni sempre impegnandosi il muni Kṛṣṇa il dvaipāyana,
     	la storia suprema chiamata mahābhārata componeva,

  33 	riguardo al dharma, all'artha, al kāma e alla mokṣa, o toro dei bhārata,
     	quanto qui v'è, anche altrove c'è, quanto qui non c'è non c'è in nessun'altro luogo.


     
                              LVII

   1 	Vaiśaṃpāyana disse:
     	vi era un re di nome Uparicara, sempre nel dharma protettore della terra,
     	quel fermo nei voti praticava a volte la caccia

   2 	egli chiamato Vasu rampollo dei puru, il bel regno dei cedi,
     	per consiglio di Indra prese in suo potere quel sovrano,

   3 	a lui avendo deposto le armi e soggiornando in un āśrama dedito al tapas,
     	il dio con la folgore in persona spontaneamente si avvicinava al sovrano,

   4 	e pensandolo meritevole della sovranità e del regno per il suo tapas, 
     	personalmente con gentilezza faceva desistere dal tapas quel sovrano.

   5 	Indra disse:
     	“affinchè il dharma non sia confuso sulla terra o principe della terra
     	proteggilo tu, il retto dharma l'intero universo sostiene,

   6 	proteggi tu il dharma del mondo, sempre a questo scopo intento e concentrato,
     	allora unito al dharma otterrai i mondi santi ed eterni,

   7 	diventando tu sulla terra, l'amato amico di me che sto in cielo,
     	la regione che è la mammella della terra abita tu o sovrano di uomini,

   8 	pura e piena di mandrie, stabile, abbondante di grano e di ricchezze,
     	ben difesa, felice, dotata delle più godibili qualità della terra,

   9 	e inoltre questa regione è dotata di ori e pietre preziose,
     	piena di ricchezze è questa regione, abita dunque tra i cedi o re dei cedi,

  10 	le popolazioni sono dedite al dharma, facili da soddisfare e obbedienti,
     	né si lamentano pretestuosamente qui per le minuzie, come dunque per l'altro?

  11 	né si allontanano dal padre gli uomini intenti al bene del guru,
     	e mantengono il fuoco, e non aggiogano le deboli vacche,

  12 	tutti i varṇa si mantengono nel proprio dharna sempre tra i cedi, o onorevole,
     	non sarà a te sconosciuto nulla che accada nei tre mondi,

  13 	e un divino carro di cristallo, in cielo godibile per gli dèi, 
     	che può nell'aria volare io ti darò per farti volare,

  14 	e tu solo fra tutti i mortali, stando su quel grande carro,
     	ti muoverai lì sopra come un dio incarnato,

  15 	ti darò come insegna una ghirlanda di loti sempre freschi,
     	la quale in battaglia ti preserverà dall'esser mai ferito dalle armi,

  16 	e questa quaggiù sarà la tua insegna o sovrano di uomini,
     	chiamata la ghirlanda di Indra, auspicio grande e ineguagliabile.”

  17 	Vaiśaṃpāyana disse:
     	e un bastone di bambù diede a lui l'uccisore di Vṛtra,
     	per poter compiere un'offerta sacrificale per la protezione dei saggi,

  18 	e quel bastone, il sovrano allora per venerare Śakra, in terra 
     	lo faceva piantare alla fine dell'anno allora,

  19 	da allora in poi, anche oggi i migliori custodi della terra, il bastone
     	fanno piantare o re, come da lui fu stabilito,

  20 	e il giorno successivo, i sovrani compiono il suo innalzamento,
     	adornato con piṭaka e ornato di profumate ghirlande,
     	e pure loro secondo le regole indossano ghirlande di fiori,

  21 	e il beato dio là venerato, benevolo nel suo aspetto gioioso, 
     	per sé accettando con amore la venerazione di Vasu grand'anima,

  22 	questa venerazione vedendo il grande dio Indra, splendidamente fatta,  
     	da Vasu, davanti al re compiaciuto diceva il potente:

  23 	“ gli uomini e i re che celebreranno il mio sacrificio,
     	mi procureranno la stessa gioia del re, sovrano dei cedi,

  24 	essi avranno prosperità e vittoria nei loro regni,
     	e il loro popolo inoltre prospero e contento sarà.”

  25 	così dal grand'anima, dal grande Indra o sovrano di uomini,
     	Vasu quel grande re fu onorato dal compiaciuto dio delle nuvole,

  26 	e gli uomini che sempre compiranno il festival di Śakra,
     	con donazioni a cominciare dai doni della terra, quanto puri saranno,
     	tanto dal festival di Śakra otterrano i frutti dei più grandi sacrifici,

  27 	onorato dunque Vasu il re dei cedi dal dio delle nuvole,
     	governava secondo il dharma la terra risiedendo tra i cedi,
     	compiacendo Indra quel signore della terra Vasu, compiva il rito di Indra,

  28 	ed ebbe quello splendido cinque figli, dal grande valore,
     	e in vari reali domini quel sovrano i figli consacrava,

  29 	il grande guerriero Bṛhadratha che fu conosciuto come re dei magadha,
     	e Pratyagraha, e Kuśāmba che fu chiamato veicolo di ricchezze,
     	e Macchilla, e Yadu regale e invincibile,

  30 	questi figli o re, di quel ṛṣi regale dal grande splendore,
     	fondarono coi propri nomi regioni e città,
     	i cinque re figli di Vasu, e ciascuno ebbe eterna discendenza,

  31 	lui che abitava l'aereo palazzo di cristallo di Indra,
     	veniva servito quel re grand'anima da gandharva e da apsaras,
     	così col nome di Uparicara fu allora conosciuto.

  32 	il monte kolāhala arrestava il fiume Śuktimatī, 
     	che scorreva nella sua città, per amore quel monte privo di senno,

  33 	e Vasu col piede colpiva il monte kolāhala,
     	e il fiume usciva allora dal buco fatto dal colpo,

  34 	e in quel fiume generava una coppia il monte da sé,
     	grato per la liberazione la fiumana al re la offriva,

  35 	quello che era il maschio divenne un supremo ṛṣi regale,
     	e Vasu nominava quell'uccisore di nemici generale comandante,
     	e della fanciulla il sovrano fece la sua amata consorte Girikā,

  36 	Girikā dunque la moglie al desiderio di Vasu a tempo debito si offriva,
     	compiuti i lavacri, pura, al giusto tempo del suo estro, per fare un bambino,

  37 	ma in quello stesso giorni i padri gli dissero:” uccidi delle prede”.
     	cari a quel migliore dei re, al migliore dei saggi,

  38 	il principe, seguendo l'ordine dei padri,
     	andava a caccia, preso nella mente dal desiderio di Girikā,
     	dotata di grandissima bellezza, quasi superiore alla stessa Śrī,

  39 	lo sperma del re, che si aggirava nella bella foresta, eiaculava,
     	e una certa quantità di quel seme emesso, con una foglia il sovrano

  40 	raccoglieva: “ che il mio sperma non sia emesso invano
     	e il giusto periodo di mia moglie non sia infruttuoso.”

  41 	così pensando, allora il re e ripetutamente meditando,
     	consapevole dell'emissione dello sperma quel migliore dei re,

  42 	e considerando che il seme era emesso al tempo giusto per la regina,
     	recitando un mantra sullo sperma, ad un falco che stava vicino,
     	sapendolo veloce, diceva, quel sapiente di ogni sottile dharma e artha:

  43 	“per farmi un favore, questo auspicabile sperma porta alla mia casa,
     	e dallo rapidamente a Girikā che oggi è nel suo tempo fecondo.”

  44 	allora il falco afferratolo rapido si alzava potente,
     	e mettendosi ad una suprema velocità volava il volatile,

  45 	un altro falco scorgeva volare quel falco, 
     	e immediatamente lo attaccava vedendolo e sospettando avesse carne,

  46 	sorse allora in cielo una lotta di becchi tra quei due,
     	e cadde dunque dai due che lottavano il seme nell'acqua della Yamunā,

  47 	là una bella apsaras chiamata Adrikā, per la maledizione di un brahmano,
     	l'aspetto di un pesce assunto, si aggirava nella Yamunā,

  48 	e il seme di Vasu caduto dalle zampe del falco,
     	velocemente avvicinatasi, Adrikā in forma di pesce afferrava, 

  49 	un giorno in seguito quel pesce femmina fu catturato da dei pescatori,
     	e essendo trascorsi dieci mesi, allora o migliore dei bhārata,
     	estrassero dal suo ventre un maschio ed una femmina umani,

  50 	pensando che fosse un miracolo, essi consegnarono al re
     	questi due esseri umani o re, nati dal corpo del pesce,

  51 	dei due, il maschio accettava allora il re Uparicara.
     	egli Matsya di nome divenne re giusto e fedele alle promesse,

  52 	e rapidamente divenne libera dalla maledizione quella apsaras,
     	alla quale un tempo fu detto dal venerabile: “nel tuo grembo o bella
     	due esseri umani generando tu otterrai la liberazione dalla maledizione.”

  53 	quindi quei due avendo generato, e dissezionata dal pescatore,
     	abbandonato l'aspetto di pesce, e assunta una forma divina,
     	percorreva quell'eccellente apsaras la via dei siddha dei ṛṣi e dei cāraṇa.

  54 	ma la fanciulla che figlia del pesce, puzzava di pesce,
     	dal re fu data al pescatore: “costei tienila tu.”
     	ella dotata di vera bellezza e piena di ogni qualità,

  55 	Satyavatī di nome trovava rifugio dal pescatore,
     	un giorno lei dal bel sorriso, col suo odor di pesce,

  56 	mentre per obbedire al padre una barca conduceva nell'acqua
     	fu vista da Parāśara che si stava recando in pellegrinaggio,

  57 	e così dotata di bellezza da essere desiderata anche dai siddha,
     	vedendola, quel saggio si invaghì di quella bella fanciulla,
     	quel sapiente toro tra i muni, voleva far sua la figlia di Vasu,

  58 	ella gli disse: “guarda o venerabile i ṛṣi che stanno sulle due rive,
     	noi due siamo sotto lo sguardo di essi, com'è possibile il coito?”

  59 	così da lei apostrofato il venerabile, una nebbia creava il potente,
     	dalla quale l'intero luogo era come fosse coperta dalle tenebre,

  60 	e vedendo quella nebbia creata allora dal supremo ṛṣi,
     	stupita diceva quella saggia fanciulla con vergogna:

  61 	“sappi o venerabile che io sono una vergine sempre obbediente al padre,
     	e unendomi con te la mia verginità sarebbe perduta o senza macchia,

  62 	e perduta la verginità come posso o migliore dei ri-nati,
     	tornare a casa? io non potrò stare in quella casa o saggio,
     	a questo pensando, o venerabile rispetta quanto è proibito.”

  63 	compiaciuto quel supremo ṛṣi, a lei che così parlava,
     	diceva: “compiuto il mio piacere tu ritornerai vergine,

  64 	scegli dunque una grazia o timida, quella che tu desideri o bella,
     	il mio favore mai fu prima infruttuoso o bel-sorriso.”

  65 	così apostrofata ella scelse la grazia di aver dalle membra supremo profumo,
     	e a lei il potente concedeva quanto ella aveva in mente,

  66 	allora felice di aver ottenuto quel dono, adornata di tutte le qualità femminili,
     	andava ad unirsi con quel ṛṣi dal meraviglioso agire,

  67 	perciò fu conosciuta sulle terra col nome di Gandhavatī,
     	e gli uomini percepivano il profumo di quella donna da uno yojana sulla terra,

  68 	e quindi fu conosciuta anche col nome di Yojanagandhā.
     	e dunque il venerabile Parāśara andava alla sua magione,

  69 	così Satyavatī felice per aver ottenuto quella suprema grazia,
     	congiuntasi con Parāśara, nello stesso giorno partoriva un bimbo,
     	e nacque su un'isola della Yamunā il valoroso figlio di Parāśara,

  70 	egli stando vicino alla madre al tapas poneva dunque mente,
     	“se tu mi penserai per qualche motivo, io mi mostrerò.” così egli disse.	

  71 	così il dvaipāyana nacque nel grembo di Satyavatī da Parāśara,
     	e lasciato fanciullo su un isola per questo divenne il dvaipāyana,

  72 	e sapendo che il dharma diminuisce di un piede di yuga in yuga,
     	e scorgendo che la vita e il potere dei mortali segue lo yuga,

  73 	per desiderio di innalzare il brahman e i brahmani, 
     	diede ordine ai veda e perciò Vyāsa è chiamato,

  74 	i veda insegnava e il mahābhārata come quinto,
     	a Sumantu, Jaimini, Paila e a Śuka il suo proprio figlio,

  75 	e a Vaiśaṁpāyana, quel potente eccellentissimo benefattore,
     	e a loro separatamente insegnava la compilazione del bhārata.

  76 	in seguito Bhīṣma dall'infinito splendore, figlio di Śaṃtanu e della Gaṅgā,
     	dalla forza dei vasu nasceva quel valorosissimo dalla grande gloria,

  77 	un antico ṛsi, fu impalato come ladro ma senza essere un ladro 
     	Aṇīmāṇḍavya chiamato di grandissima gloria,

  78 	il grande ṛṣi rivolgendosi a Dharma, questo diceva:
     	“ con uno stelo d'erba da bambino io trapassai un insetto,

  79 	questa colpa io ricordo o Dharma, e non ricordo nessun altro peccato,
     	perchè qui il mio tapas che è in grande abbondanza non mi salva?

  80 	cosa peggiore dell'uccisione di ogni essere è uccidere un brahmano, 
     	perciò tu per questa colpa rinascerai in un ventre di śūdra.”

  81 	per quella maledizione dunque Dharma nasceva in un ventre di śūdra,
     	nell'aspetto del sapiente Vidura, sottile, senza colpe, giusto. 

  82 	Saṁjaya, simile ad un muni nacque sūta da Gavalgaṇa,
     	e da Surya nel grembo della vergine Kuntī nacque Karṇa, grande guerriero,
     	indossando una corazza nata con lui, e sul viso brillanti orecchini.

  83 	Viṣṇu onorato dal mondo, per il mantenimento dei mondi 
     	da Vasudeva nel grembo di Devakī venne al mondo, quel glorioso

  84 	dio, eterno, creatore e signore dell'universo, 
     	l'immanifesto imperituro brahman, il supremo, per natura senza epiteti,

  85 	l'eterna anima, l'origine, il supremo inizio,
     	il puruṣa che tutto crea, il puro sattva, la sillaba eterna,

  86 	l'infinito, l'immutabile dio, lo spirito universale, il potente Nārāyaṇa,
     	il reggitore sempre giovane, così lo chiamano, il supremo inalterabile,

  87 	il puruṣa potente, il creatore, il progenitore di tutti gli esseri,
     	allo scopo di sostenere il dharma nacque tra gli andhaka e i vṛṣṇi.

  88 	i due eroi, sapienti delle armi, esperti di ogni lama,
     	Sātyaki, e Kṛtavarman, seguirono Nārāyaṇa
     	e da Satyaka e da Hṛdika nacquero quei due valenti nelle armi.

  89 	ed emesso in un mastello, felicemente crebbe, il seme di Bharadvāja,
     	grande ṛṣi dall'aspro tapas, e da questo nacque Droṇa.

  90 	dal gautama Śaradvat una coppia nacque, in un cespuglio di canne,
     	la madre di Aśvatthāman e il fortissimo Kṛpa,
     	 Aśvatthāman il migliore degli armati, quindi nacque da Droṇa, 

  91 	e Dhṛṣṭadyumna pure in persona, dello stesso splendore del fuoco,
     	nel compiere il rito dei tre fuochi, dal fuoco sorse,
     	col suo arco l'eroe, per compiere la distruzione di Droṇa, quel potente, 

  92 	 e inoltre dalla vedī pure Kṛṣṇā nacque, splendida e bellissima,
     	luminosa, avendo un corpo di suprema bellezza,

  93 	il discepolo di Prahrāda, Nagnajit, nasceva come Subala,
     	suo figlio, distruttore del dharma, nacque per l'irritazione degli dèi,

  94 	era figlio del re dei gāndhāra il saubala Śakuni, e anche
     	la madre di Duryodhana, nacquero entrambi esperti dell'artha,

  95 	da Kṛṣṇa il dvaipāyana, nacque Dhṛtarāṣṭra, signore di genti,
     	nel campo di Vicitravīrya, e pure il fortissimo Pāṇḍu, 

  96 	da Pāṇḍu nacquero cinque figli, ciascuno simile a un dio, 
     	dalle due sue donne, e di essi il maggiore era Yudhiṣṭhira,

  97 	da Dharma nacque Yudhiṣṭhira, dal dio del vento invece ventre-di-lupo,
     	da Indra il glorioso conquista-ricchezze, il migliore di tutti gli armati,

  98 	e dagli Aśvin nacquero i due gemelli entrambi bellissimi,
     	Nakula e Sahadeva, felici di obbedire al maggiore,

  99 	e quindi nacquero i cento figli del saggio Dhṛtarāṣṭra,
     	a cominciare da Duryodhana, e inoltre Yuyutsu, nato da una vaiśya,

 100 	Abhimanyu nasceva quindi da Arjuna nel grembo di Subhadrā,
     	figlio dunque della sorella di Vāsudeva, e nipote del grand'anima Pāṇḍu,

 101 	e pure dai pāṇḍava nascevano cinque nel grembo di Kṛṣṇā,
     	principini bellissimi, esperti in tutte le armi,

 102 	Prativindhya da Yudhiṣṭhira, Sutasoma da ventre-di-lupo,
     	da Arjuna Śrutakīrti, Śatānīka era il figlio di Nakula,

 103 	e infine da Sahadeva Śrutasena, potentissimo,
     	da Bhīma nel grembo di Hiḍimbā nacque nella foresta Ghaṭotkaca,

 104 	e Śikhaṇḍin nacque fanciulla da Drupada, e divenne maschio,
     	la rese maschio lo yakṣa Sthūṇa per desiderio di favorirla,

 105 	nella contesa tra i kuru, si unirono moltissimi
     	dei re, a centinaia di migliaia, desiderosi di combattere sul campo,

 106 	di costoro essendo innumerevoli i nomi di tutti,
     	non sarei in grado di enumerarli anche in migliaia d'anni,
     	questi sono ricordati come i principali, che compirono questa vicenda.


     
                              LVIII

   1 	Janamejaya disse:
     	“quelli che sono ricordati o brahmano, e gli altri che non sono menzionati,
     	di ciascuno di questi io desidero sapere e degli altri re potentissimi,

   2 	a che scopo son nati quei grandi guerrieri, simili agli dèi quaggiù,
     	sulla terra, o glorioso questo rettamente tu mi devi dire.”

   3 	Vaiśaṃpāyana disse:
     	questo segreto mistero degli dèi o re, da noi fu udito,
     	e questo io ti racconterò, inchinandomi prima al Nato-da-sè,

   4 	un tempo la terra per ventun volte fu resa vuota di kṣatriya,
     	dal figlio di Jamadagni, che praticava il tapas sulla grande montagna mahendra,

   5 	allora essendo il mondo fatto privo di kṣatriya dal discendente di Bhṛgu,
     	le donne kṣatriya o re si rivolsero ai brahmani per aver figli,

   6 	e con esse si unirono i brahmani dai fermi voti,
     	in ciascun periodo fertile, o tigre fra gli uomini, non per desideri né in altro tempo,

   7 	e da essi ottennero le donne kṣatriya figli a migliaia,
     	e quindi partorirono o re, degli kṣatriya pieni di valore,
     	e principi e principesse di nuovo per la propagazione degli kṣatriya, 

   8 	così dunque la casta guerriera, con le donne kṣatriya dagli ascetici brahmani, 
     	nacque, e prosperava secondo il dharma, dotata di una lunghissima vita,
     	e pure tutti i quattro varṇa divennero sottoposti ai brahmani,

   9 	e si univano alla donna nel periodo fertile, non per desiderio né in altro tempo, 
     	e così dunque tutti gli altri esseri nati in lombi di animale,
     	si uniscono alla moglie solo durante l'estro, o toro dei bhārata,

  10 	quindi crescevano secondo il dharma a centinaia di migliaia le creature
     	viventi, o protettore della terra, seguendo i voti del dharma,
     	gli uomini erano totalmente liberi da ansie e malattie,

  11 	e allora la terra circondata dal mare e piena di grandi elefanti,
     	con le sue montagne e foreste, era di nuovo governata dagli kṣatriya,

  12 	ed essendo di nuovo governata dagli kṣatriya la terra secondo il dharma,
     	i varṇa a cominciare dai brahmani, ottennero allora suprema gioia,

  13 	i sovrani, abbandonando i peccati nati dall'ira e dalla brama,
     	tenevano il comando, infliggendo punizioni secondo il dharma, 

  14 	allora del dharma seguaci essendo gli kṣatriya, il mille-occhi dai cento riti,
     	gentilmente faceva piovere a tempo e luogo, e prosperavano le creature,

  15 	nessuno moriva fanciullo allora o sovrano di uomini,
     	e nessuno conosceva la donna prima della giovinezza,

  16 	e così di creature dalla lunga vita o toro tra i bhārata,
     	divenne piena la fertile terra circondata dal mare,

  17 	e gli kṣatriya celebravano grandi sacrifici con larghe donazioni,
     	e i savi studiavano i veda, i vedāṅga e le upaniṣad, 

  18 	e i brahmani o sovrano non vendevano per tornaconto la sacra parola allora,
     	né di certo pronunciavano i veda con i śūdra vicino,

  19 	aravano la terra coi buoi allora i vaiśya, quaggiù,
     	né aggiogavano le vacche, e nutrivano pure i capi magri,

  20 	allora finchè i vitelli poppavano, non mungevano gli uomini il latte per sé,
     	e non con pesi falsi i mercanti vendevano le merci allora,

  21 	e azioni ligie al dharma gli uomini compivano o tigre fra gli uomini,
     	il dharma seguendo al dharma fedeli,

  22 	e felici nel proprio agire erano tutti i varṇa o sovrano di uomini,
     	e così allora o tigre fra gli uomini, mai diminuiva il dharma,

  23 	a tempo debito partorivano le vacche e le donne, o toro dei bhārata,
     	e fruttificavano secondo le stagioni gli alberi con fiori e frutti,

  24 	così nel kṛtayuga rettamente si agiva allora o sovrano,
     	e si riempì la terra intera intensamente di molti viventi,

  25 	quindi essendo ben fornito allora il mondo degli umani o toro dei bhārata,
     	degli asura nacquero nella razza dei re o toro fra gli umani,

  26 	e dagli āditya allora i daitya molte volte furono vinti in battaglia,
     	e ne nacquero anche al di fuori della sovranità quaggiù sulla terra,

  27 	uomini tra gli uomini desiderando la natura divina,
     	nacquero gli asura, e tra tutti gli esseri della terra o illustre,

  28 	tra i bovidi, e i cavalli o re dei re, e tra asini, cammelli e bufali,
     	e tra gli animali carnivori, e tra gli elefanti e le gazzelle,

  29 	e per tutti questi nati e generati quaggiù, la terra
     	non era più in grado di mantenersi da sé il mondo,

  30 	dacchè nacquero alcuni sovrani dotati di grande forza,
     	i figli di Diti e di Danu, cacciati quaggiù dal loro mondo,

  31 	valorosi e arroganti essi in corpi di vario aspetto, la terra
     	circondata dal mare invasero quei distruttori di nemici,

  32 	e opprimevano brahmani, kṣatriya, vaiśya e pure gli śūdra,
     	e tutti gli altri esseri quei potenti opprimevano,

  33 	e catturando e uccidendo tutti i generi di viventi, essi
     	si espansero ovunque sulla terra a centinaia di migliaia o re,

  34 	e violavano continuamente i grandi ṛṣi nei loro āśrama,
     	avversi ai brahmani, arroganti per il loro valore, intossicati di forza ed orgoglio,

  35 	così la Terra da questi grandi asura resi arroganti da forza e valore,
     	essendo oppressa, o protettore della terra, si recava da Brahmā,

  36 	non il vento, non i nāga non i monti sono in grado o re, 
     	di tormentare la terra, quanto l'attacco della forza dei dānava,

  37 	allora la terra o protettore della terra, afflitta da quel peso, colpita dal timore,
     	andava a cercare rifugio presso il dio progenitore di tutti i viventi,

  38 	ella, circondato dagli dèi gloriosi, da brahmani e dai grandi ṛṣi,
     	il dio Brahmā, indistruttibile creatore del mondo, scorgeva,

  39 	cantato da gandharva, e da apsaras, intenti nei loro elogi,
     	con animi lieti, ed anche ella avvicinatasi lo elogiava,

  40 	la Terra quindi a lui per aver aiuto questo riferiva,
     	alla presenza di tutti i lokapāla, o bhārata.

  41 	lo spirito universale, il Nato-da-sè, l'intera vicenda della terra
     	già da prima conosceva o re, il supremo dio,

  42 	come dunque il creatore dell'universo può non sapere o bhārata,
     	quanto certamente hanno in mente dèi, asura, e i mondi? 

  43 	alla terra diceva o grande re, il potente signore della terra,
     	l'origine di tutti gli esseri, il signore, il generoso Prajāpati:

  44 	“ per lo scopo per cui tu sei giunta alla mia presenza o scrigno di ricchezze,
     	per questo scopo io impegnerò tutti gli abitanti del cielo.”

  45 	così avendo parlato alla Terra il dio Brahmā o re la congedava,
     	e il creatore degli esseri in persona comandava a tutti gli dèi sapienti:

  46 	“ per allieviare il fardello della terra a ciascuno di voi sarà diviso,
     	in essa dunque dovete nascere per combattere.” così diceva,

  47 	e quindi riunite le schiere dei gandharva e delle apsaras,
     	il beato a tutti diceva queste supreme parole:
     	“in accordo coi vostri compiti e col vostro desiderio dovete nascere tra gli uomini.”

  48 	allora tutti a cominciare da Śakra, udite le parole del guru degli dèi,
     	le accettarono allora in quanto vere, appropriate e perseguibili,

  49 	allora tutti essi per la loro parte, preparandosi ad andare sulla terra,
     	si recarono da Nārāyaṇa l'acuto Viṣṇu, l'uccisore di nemici, 

  50 	che ha nelle mani disco e mazza, che risplende vestito di giallo,
     	con un loto nell'ombelico e grandi occhi obliqui, quell'uccisore dei nemici degli dèi,

  51 	a lui, il migliore dei maschi, diceva Indra per la salvazione della terra,
     	“ per far la tua parte discendi!” e a lui di sì, diceva Hari.


     
                              LIX

   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	allora Indra fece l'accordo con Nārāyaṇa,
     	di discendere dal ciela sulla terra, per far la loro parte, assieme agli dèi,

   2 	e Śakra in persona avendo così ordinato a tutti gli abitanti del cielo,
     	ripartiva dunque dalla dimora di Nārāyaṇa,

   3 	essi quindi per la distruzione dei nemici degli dèi, e per il bene di tutti i mondi,
     	discesero uno dopo l'altro sulla terra dal cielo i celesti,

   4 	quindi in famiglie di ṛṣi brahmani, nelle dinastie di ṛṣi regali,
     	nacquero o tigre fra i re, secondo il loro desiderio i celesti,

   5 	e uccisero dānava, rākṣasa, gandharva e serpenti,
     	e molti altri esseri mangiatori di uomini,

   6 	e i dānava, i rākṣasa, i gandharva e i serpenti,
     	non potevano uccidere quei potenti neppure fanciulli, o migliore dei bhārata.

   7 	Janamejaya disse:
     	“ delle schiere di dèi e dānava e di gandharva e apsaras,
     	e di tutti gli uomini e degli yakṣa e dei rakṣas,

   8 	io desidero udire in verità, per cominciare, la loro nascita interamente, 
     	di tutti i viventi tu sei completamente omnisciente.”

   9 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	dunque io ti racconterò, inchinandomi prima al Nato-da-sè,
     	a cominciare dagli dèi interamente il sorgere e la fine dei mondi:

  10 	i sapienti figli spirituali di Brahmā sono i sei grandi ṛṣi, 
     	Marīci, Atri, Aṅgiras, Pulastya, Pulaha, e Kratu,

  11 	Kaśyapa è il figlio di Marīci, da Kaśyapa però dei figli 
     	nacquero gloriosi, nei grembi delle tredici figlie di Dakṣa:

  12 	Aditi, Diti, Danu, Kālā, Anāyu, Siṁhikā, Muni,
     	Krodhā, Prāvā, Ariṣṭa, Vinatā e Kapilā,

  13 	e Kadrū o tigre fra gli uomini, sono le figlie di Dakṣa o bhārata.
     	da queste nacque un infinita discendenza di figli e nipoti di grande valore,

  14 	da Aditi i dodici āditya sono sorti, signori del mondo,
     	che per nome o re, io a te elencherò o bhārata,

  15 	Dhatṛ, Mitra, Aryaman, Śakra, Varuṇa, e Aṃśa,
     	Bhaga, Vivasvat, Pūṣa, e Savitṛ per decimo,

  16 	e undicesimo Tvaṣṭṛ e dodicesimo Viṣṇu così sono detti, 
     	il nato per ultimo è il superiore per qualità di tutti gli āditya,

  17 	e come solo figlio di Diti è ricordato Hiraṇyakaśipu,
     	i suoi cinque figli grand'anime, per nome son chiamati:

  18 	Prahrāda il promogenito di essi, e di seguito Saṃhrāda,
     	Anuhrāda il terzo fu, e quindi Śibi e Bāṣkala,

  19 	di Prahrāda tre figli sono sempre menzionati o bhārata,
     	Virocana, e Kumbha, e Nikumbha chiamati,

  20 	di Virocana vi fu un solo figlio il potente Bali,
     	e di Bali è ricordato il figlio di nome Baṇa, grande asura,

  21 	quaranta sono mezionati tutti i figli di Danu, o bhārata,
     	di questi il primogenoto è il re Vipracitti, dalla grande gloria,

  22 	Śambara, Namuci e Puloman sono anche ricordati,
     	e Asiloman, e Keśin, e il dānava Durjaya,

  23 	Ayaḥśiras, Aśvaśiras, e il valoroso Ayaḥśaṅku,
     	e quindi Gaganamūrdhan, Vegavat, e quello che è Ketumat, 

  24 	Svarbhānu, Aśva, Aśvapati, e Vṛṣaparvan e Ajaka,
     	Aśvagrīva, e Sūkṣma e Tuhuṇḍa grande asura,

  25 	Isṛpas, Ekacakra e Virūpākṣa, Hara e Ahara,
     	e Nicandra, e Nikumbha, Kupatha, e Kāpatha,

  26 	Śarabha, e Śalabha e Sūrya e Candramasa,
     	questi sono tramandati i dānava nella progenia di Danu, 
     	altri due sono ricordati nella razza degli dèi di nome Sūrya e Candramasa,

  27 	questi sono celebri per essere fortissimi, dotati di sattva,
     	dieci figli di Danu o grande re sono tori fra i dānava,

  28 	Ekakṣa, Mṛtapā il valoroso, Pralamba, e Naraka,
     	Vātāpi, Śatrutapana, e Śaṭha grande asura,

  29 	e Gaviṣṭha e Danāyu, e il dānava Dīrghajihva.
     	innumerevoli sono ricordati i loro figli e nipoti o bhārata.

  30 	Siṃhikā partoriva il figlio Rāhu, tormentatore di sole e luna,
     	e Sucandra, Candrahantṛ, e Candravimardana,

  31 	e l'irosa progenie di Krūrā infinita nei figli e nipoti,
     	sono la schiera chiamata dei krodhavaśu, irosa nell'agire e nell'uccidere i nemici,

  32 	di Anāyus i figli, ancora sono quattro, tori fra gli asura, 
     	Vikṣara, e Bala e Vīra e Vṛtra, grande asura,

  33 	i figli di Kālā sono celebrati grandi uccisori simili al tempo,
     	sulla terra sono chiamati potenti grandi eroi tra i dānava,

  34 	Vināśana, e Krodha, e Krodhahantṛ un altro,
     	e un altro Krodhaśatru, così sono noti i figli di Kālā

  35 	il maestro degli asura era Śukra, figlio di un ṛṣi,
     	quattro sono i figli di Uśanas, ricordati tra gli asura come sacrificatori,

  36 	Tvaṣṭādhara, e Atri, e due altri pratici di mantra,
     	per splendore simili a Sūrya intenti a ottenere il mondo di Brahmā,

  37 	così ti ho raccontato la nascita e genealogia i quei potenti
     	asura, e degli dèi come ho imparato dai purāṇa,

  38 	e di questi la discendenza non sono in grado interamente,
     	di elencare o sovrano della terra, essendo infinita e non essenziale,

  39 	Tārkṣya, e Ariṣṭanemi, anche Garuḍa e Aruṇa,
     	Āruṇi e Vāruṇi questi i figli conosciuti di Vinatā, 

  40 	Śeṣa, Ananta, Vāsuki, Takṣaka sono i serpenti
     	Kūrma e Kulika, sono i fortissimi figli di Kadrū,

  41 	Bhīmasena e Ugrasena, Suparṇa e Varuṇa,
     	Gopati, e Dhṛtarāṣṭra, e Sūryavarcas per settimo,

  42 	Pattravat, Arkaparṇa, e Prayuta, sono ricordati,
     	Bhīma, Citraratha, e Vikhyāta omnisciente e padrone di sé,

  43 	e Śālośiras o re, e Pradyumna, per quattordicesimo,
     	e Kali quindicesimo, e Nārada sedicesimo
     	così sono chiamati i davagandharva figli di Muni,

  44 	quindi ora citerò altri esseri o bhārata,
     	Anavadyā, Anuvaśā, Anūnā, Aruṇā, Priyā,
     	Anūpā, Subhagā, Bhasī, queste le generò Prāvā,

  45 	Siddha, e Pūrṇa, e Bahrin, e Pūrṇaśa, di grande gloria,
     	Bramacārin, Ratiguṇa e Suparṇa per settimo,

  46 	Viśvāvasu, Bhānu, e Sucandra per decimo,
     	questi sono ricordati essere i devagandharva figli di Prāvā,

  47 	questa invece la progenie di puro segno conosciuta delle apsaras,
     	che Prāvā gloriosa e divina, generava anticamente dal divino ṛṣi,

  48 	Alambusā, Miśrakeṣī, Vidyutparṇā, Tulānaghā,
     	Aruṇā, Rakṣitā, e Rambhā, e pure Manoramā,

  49 	e Asitā, Subāhu, Suvratā, e inoltre Subhujā,
     	e Supriyā, e Atibāhu, e i due chiamati Hahā e Huhu,
     	e Tumburu, questi i quattro eccellenti gandharva che sono ricordati,

  50 	dell'amṛta, dei brahmani, delle vacche e di gandharva e apsaras,
     	e della discendenza di Kapilā si racconta nei purāṇa,

  51 	così la nascita di tutti gli esseri io ti ho raccontato,
     	ed esattamente nominata pure quella di gandharva e apsaras, 

  52 	dei serpenti, degli uccelli, dei rudra, e dei marut,
     	delle vacche, e dei brahmani, gloriosi e di sante azioni,

  53 	allunga la vita e purifica, arricchisce e da piacere ad udirla,
     	e avendola ascoltata si racconti sempre con piacere,

  54 	chi in controllo, racconti questa genealogia di brahmani grand'anime e di dèi,
     	discendenza otterrà fruttuosa, e ricchezza e gloria, e nell'aldilà la migliore meta.


     
                              LX

   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	 sei grandi ṛṣi sono conosciuti come figli della mente di Brahmā 
     	undici sono ricordati i figli di Sthāṇu di suprema saggezza,

   2 	Mṛgavyādha e Śarva, e Nirṛti, grandemente gloriosi,
     	Ajaikapād, Ahirbudhnya, e Pinākin uccisore di nemici,

   3 	Dahana, e Atheśvara e Kapālin dal grande splendore,
     	e Sthāṇu, e il venerabile Bhava, sono ricordati come gli undici rudra,

   4 	Marīci, Aṅgiras, Atri, Pulastya, Pulaha, Kratu,
     	questi sono i sei grandi ṛṣi, valorosi figli di Brahmā

   5 	tre sono i figli di Aṅgiras conosciuti ovunque al mondo,
     	Bṛhaspati, Utathya, e Saṃvarta, fermi nei voti,

   6 	di Atri molti sono i figli ricordati o sovrano di uomini,
     	tutti sapienti dei veda, perfetti, grandi ṛṣi dalla pace interiore,

   7 	i rākṣasa invece son figli di Pulastya e pure i vānara, e i kiṃnara,
     	e di Pulaha sono figli, i leoni, le tigri, i cervidi, e i kiṃpuruṣa,

   8 	i figli di Kratu, simili a Kratu, sono gli insetti volanti in colonie,
     	conosciuti nei tre mondi, come fedeli ai voti sinceri,

   9 	il venerabile ṛṣi Dakṣa nacque dal pollice destro 
     	di Brahmā, o principe della terra, figlio e migliore dei padri,

  10 	dal pollice sinistro nacque la moglie di quel grand'anima,
     	e con lei il muni generava cinquanta fanciulle,

  11 	tutte queste fanciulle erano di impeccabili membra e dagli occhi di loto,
     	e Prajāpati privo di figli diede via le figlie,

  12 	egli ne diede dieci a Dharma, ventisette al dio Luna,
     	per divino omaggio o re, e tredici a Kaśyapa,

  13 	quali sono chiamate di nome le mogli di Dharma ascolta da me:
     	Kirti, Lakṣmī, Dhriti, Medhā, Puṣṭi, Śraddhā, e Kriyā,

  14 	Buddhi, Lajā, e Mati, queste sono le dieci mogli di Dharma,
     	e questi sono i mezzi del dharma stabiliti dal Nato-da-sè,

  15 	ventisette sono le mogli di Soma conosciute al mondo,
     	nel condurre il tempo sono intente le mogli di Soma dai fermi voti,
     	tutte sono unite ai nakṣatra, e intente a regolare gli affari del mondo,

  16 	il progenitore è dio e muni, e suo figlio è Prajāpati,
     	i suoi figli sono gli otto vasu, e di questi io parlerò diffusamente,

  17 	Dhara, Dhruva, e Soma, e Aha, e Anila e Anala,
     	e Pratyūṣa, e Prabhāsa, questi sono nominati gli otto vasu,

  18 	di Dhūmrā è figlio Dhara, e pure Dhruva, sapiente del brahman,
     	Soma/luna è figlio dell'intelligente Śvasā e anche Śvasana (Anila)

  19 	e Aha è il figlio di Ratā, e il fuoco divora-offerte di Śāṇḍilya,
     	e Pratyūṣa e Prabhāsa sono i figli conosciuti di Prabhātā,

  20 	figlio di Dhara, e Draviṇa e pure Hutahavyavaha,
     	di Dhruva è figlio il tempo Kāla il venerabile distruttore dei mondi,

  21 	di Soma il figlio è Varcas il risplendente, che generava
     	con Manoharā Śiśira, Prāṇa e Ramana,

  22 	di Aha sono conosciuti i figli Jyoti, Śrama, Śānta e Muni,
     	di Agni, figlio è Kumāra bellissimo nato in un cespuglio di canne,

  23 	e suoi figli sono pure Śākha, e Viśākha, e Naigameśa e il primogenito,
     	è chiamato anche Kārttikeya per esser stato protetto dalle Kṛttikā,

  24 	del fuoco la moglie è Śivā, e il figlio di lei è Purojava,
     	e Avijñātagati, questi i due figli di Anila,

  25 	di Pratyūṣa si conosce un figlio, un ṛṣi di nome Devala,
     	e due sono i figli di Devala, dotati entrambi di pazienza e intelligenza,

  26 	la sorella di Bṛhaspati, donna eccellente dedita alla castità
     	perfezionata nello yoga, con distacco per l'intero universo agisce,
     	ella è la moglie di Prabhāsa, l'ottavo dei vasu,

  27 	Viśvakarman nacque il glorioso signore di tutte le arti,
     	artefice di migliaia di arti, egli è l'architetto dei trenta dèi,

  28 	artefice di tutti gli ornamenti, egli è il migliore degli artisti,
     	colui che fece i divini carri volanti degli dèi,

  29 	per l'arte di quel grand'anima, gli uomini esistono,
     	e sempre venerano l'imperituro Viśvakarman,

  30 	lacerata la destra mammella di Brahmā, in forma umana
     	usciva il beato Dharma, veicolo di felicità per tutti i mondi,

  31 	tre sono i suoi principali figli, che rapiscono la mente a tutti gli esseri,
     	Śama, Kāma e Harṣa, splendidi reggitori del mondo,

  32 	Rati è la moglie di Kāma, e di Śama, Prāpti dalle rotonde forme,
     	Nandī invece è la moglie di Harṣa, su cui i mondi sono fondati,

  33 	Kaśyapa è figlio di Marīci, e da Kaśyapa gli dèi e gli asura,
     	sono nati, o tigre tra i re, egli fu dunque l'origine dei mondi,

  34 	Tvāṣṭrī la moglie di Savitṛ, dopo aver assunto l'aspetto di cavalla,
     	partoriva in cielo i due aśvin, gloriosi,

  35 	i dodici āditya a cominciare da Śakra sono suoi figli o sovrano,
     	di essi il minore è Viṣṇu su cui i mondi sono fondati,

  36 	trentatre sono dunque gli dèi e di questi io a te
     	racconterò la discendenza e per gruppi come son nate le schiere,

  37 	altra è la schiera dei rudra, e quella dei marut e dei sādhya,
     	dei vasu, e si devono conoscere il bhārgava e i viśvedeva

  38 	i figli di Vinatā sono il fortissimo Garuḍa e Aruṇa,
     	e il venerabile Bṛhaspati è conteggiato tra gli āditya,

  39 	sappi che i guhyaka, sono assieme agli aśvin, e a tutte le piante e gli animali,
     	questa è la schiera degli dèi o re, che nell'ordine ti ho enumerato,
     	l'uomo che la celebra si libera da ogni male.

  40 	lacerato il cuore di Brahmā ne usciva il venerabile Bhṛgu,
     	di Bhṛgu è figlio il sapiente Kavi, Śukra il pianeta è figlio di Kavi,

  41    per la vita nel trimundio, nella pioggia e nella siccità, nel pericolo e nella sicurezza,
     	essendo comandato dal Nato-da-sè, percorre il mondo,

  42 	praticando lo yoga, quel grande intelletto divenne guru dei daitya,
     	e pure dei celesti, quel saggio, fermo nei voti, e nella castità,

  43 	essendo questo bhṛguide comandato dal potente dio alla protezione della prosperità,
     	un altro figlio virtuoso Bhṛgu generava,

  44 	Cyavana dall'acceso tapas, dall'anima pia, e saggia,
     	il quale mosso dall'ira, usciva dal grembo materno o bhārata.

  45 	Āruṣī la figlia di Manu fu la moglie di questo saggio,
     	e da lei nasceva Aurva, avendole lacerato la coscia quel glorioso,
     	fin da fanciullo era un grande asceta, dal grande splendore e di qualità dotato,

  46 	Ṛcīka fu suo figlio e quindi poi Jamadagni,
     	Jamadagni quattro figli ebbe, grandi anime,

  47 	Rāma di questi fu il minore, dotato di non piccole qualità,
     	esperto in tutte le armi, quel potente compiva la strage degli kṣatriya,

  48 	Aurva ebbe cento figli a cominciare da Jamadagni,
     	questi ebbero migliaia di figli nella discendanza di Bhṛgu,

  49 	due altri figli vi sono di Brahmā la cui qualità è ferma 
     	nel mondo, Dhātṛ e Vidhātṛ che sono assieme a Manu,

  50 	la sorella dei due è la dea Lakṣmī, la bellissima abitata dai loti,
     	della sua mente furono figli i destrieri, e i volatili.

  51 	la moglie principale di Varuṇa fu la dea generata da Śukra,
     	suo figlio sappi essere Bala, e Surā, gioia degli dèi, 

  52 	dal divorarsi l'un l'altro dei viventi per bisogno di cibo
     	allora nacque Adharma, rovina di tutti gli esseri,

  53 	sua moglie fu Nirṛti, e i figli di Nirṛti con lui sono rākṣasa,
     	crudeli, tre i suoi figli furono sempre intenti a compiere il male,
     	Bhaya, Mahābhaya, e Mṛtyu che compie la fine degli esseri,

  54 	Kākī e Śyenī e Bhāsī e Dhṛtarāṣṭrī e Śukī,
     	queste cinque celebrate al mondo furono generate dalla dea Tāmrā,

  55 	Kākī partoriva le civette, Śyenī faceva nascere i falchi,
     	Bhāsī generava gli avvoltoi e i rapaci o signore di genti,

  56 	Dhṛtarāṣṭrī le oche selvatiche e tutti i cigni,
     	generava quella splendida e fortuna a te, anche i cakravāka,

  57 	Śukī la saggia generava o sapiente del dharma, i pappagalli,
     	dotati di eccellenti qualità, e di ogni attributo adornati,

  58 	Nārī la moglie di Krodha generava nove sue creature,
     	Mṛgī e Mṛgamandā e Hari, e pure Bhadramanā,

  59 	Mātaṅgī e Śārdūlī, Śvetā e Surabhi,
     	e la splendida Surasā dotata di ogni attributo,

  60 	discendenza di Mṛgī sono tutte le antilopi o figlio del miglior uomo,
     	gli orsi, gli yak e altri quadrupedi sono in figli di Mṛgamandā

  61 	quindi Bhadramanas, generava il figlio Airāvata, l'elefante,
     	Airāvata suo figlio grande elefante è l'elefante del dio,

  62 	di Hari progenie sono le fulve scimmie veloci ,
     	e le scimmie nere, fortuna a te, queste si dicono figli di Hari,

  63 	Śārdūlī procreava invece, tigri e leoni, o bhārata,
     	e  tutti i felini o glorioso, senza alcun dubbio,

  64 	Mātaṅgā invece generava gli elefanti come figli,
     	e l'elefante sostenitore del mondo chiamato Śveta, il rapido Śveta,

  65 	Surabhi, inoltre o re generava due figlie,
     	Rohiṇī la bella, fortuna a te, e Gandharvī la splendida,
     	da Rohiṇī nacquero le vacche, e i cavalli sono figli di Gandharvī,

  66 	Surasā o re generava i nāga, e Kadrū i serpenti,
     	e pure Analā produceva i sette alberi dai tondi frutti,
     	Śukī è la figlia di Analā, e Surasā è figlia di Kadrū,

  67 	e moglie di Aruṇa, Śyenī invece due fortissimi eroi,
     	generava allora, Saṃpāti e Jaṭāyuṣa,
     	i due figli di Vinatā sono chiamati Garuḍa e Aruṇa.

  68 	questa di tutti i grandi esseri o sovrano di uomini, è
     	l'origine, che io rettamente ti ho raccontato o migliore dei saggi,

  69 	l'uomo che questa ascolti rettamente, purificato sarà dai peccati,
     	ogni conoscenza ottiene, e raggiungerà la suprema meta.


     
                              LXI

   1 	Janamejaya disse:
     	“degli dèi, dei dānava, degli yakṣa, dei rākṣasa e
     	di tutti gli altri esseri o venerabile, io

   2 	vorrei udire in verità, la nascita di queste grandi anime tra gli uomini,
     	e le azioni di questi esseri uno dopo l'altro.”

   3 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	tra gli umani o signore di uomini, i celesti che vi nacquero,
     	e iniziando coi dānava, di tutti questi io ti dirò,

   4 	Vipracitti di nome che era un toro fra i dānava,
     	egli chiamato Jarāsaṃdha divenne un toro fra gli umani,

   5 	il figlio di Diti che era conosciuto come Hiraṇyakaśipu o re,
     	nacque nel mondo umano, toro tra gli uomini, come Śiśupala,

   6 	Saṃhrāda di nome, che era figlio di Prahrāda,
     	nacque come Śalya di nome, toro tra i bāhlīka,

   7 	quello splendido chiamato Anuhrāda, che era l'ultimo nato,
     	era chiamato Dhṛṣṭaketu, signore di uomini,

   8 	il daitya, che di nome era chiamato Śibi o re,
     	aveva il nome di Druma ed era un principe sulla terra,

   9 	quello di nome Bāṣkala, che era il migliore di quegli asura,
     	era il sovrano di uomini chiamato Bhagadatta,

  10 	Ayaḥśiras, Aśvaśiras, e il valoroso Ayaḥśaṅku,
     	e Gaganamūrdhan, e Vegavat per quinto,

  11 	questi cinque valorosi grandi asura o re, nacquero
     	grandi anime tra i kekaya, eccellenti tori tra i principi,

  12 	Ketumat che era un altro potente così chiamato,
     	nacque sulla terra come il sovrano chiamato Amitaujas,

  13 	quel grande asura, glorioso che era chiamato Svarbhānu,
     	fu il sovrano chiamato Ugrasena, dal fiero agire,

  14 	il grande asura, glorioso che era chiamato Aśva,
     	fu il re Aśoka di nome, dal grande valore e coraggio,

  15 	di questo il fratello minore o re, che era chiamato Aśvapati,
     	quel figlio di Diti nasceva come il re figlio di Hṛdika, toro fra gli uomini,

  16 	il grande asura, glorioso che era chiamato Vṛṣaparvan,
     	sulla terra divenne il sovrano chiamato Dīrghaprajña,

  17 	il fratello minore di Vṛṣaparvan che era o re Ajaka,
     	divenne sulla terra il sovrano chiamato Malla,

  18 	il grande asura, energico che era chiamato Aśvagriva,
     	divenne sulla terra il monarca chiamato Rocamāna,

  19 	il celebre saggio che era conosciuto come Sūkṣma,
     	era al mondo il principe chiamato Bṛhanta,

  20 	l'eccellente asura che era chiamato Tuhuṇḍa,
     	divenne il signore di uomini chiamato Senābindu,

  21 	il più forte degli asura, che era di nome Isṛpas,
     	quel valoroso era sulla terra chiamato col nome di Pāpajin,

  22 	il grande asura che era chiamato Ekacakra,
     	al mondo divenne quel famoso chiamato Prativindhya,

  23 	il daitya Virūpākṣa, grande asura dalle molte armi,
     	sulla terra era il principe chiamato Citravarman,

  24 	l'eroe, il migliore dei dānava che era Hara, uccisore di nemici,
     	nacque, toro fra gli umani, col nome di Suvāstu,

  25 	Ahara, dal grande splendore uccisore di schiere nemiche,
     	sulla terra divenne il celebre re di nome Bāhlīka,

  26 	Nicandra, faccia di luna, che era il migliore degli asura,
     	il principe glorioso chiamato Muñjakeśa era,

  27 	Nikumbha invincibile in battaglia, dal grande intelletto, nasceva
     	sulla terra come il migliore dei sovrani chiamato Devādhipa,

  28 	il grande asura che tra i daitya era di nome Śarabha,
     	divenne tra gli uomini il re e ṛṣi di nome Paurava,

  29 	Śalabha che era il compagno degli asura,
     	divenne il sovrano di uomini, il bāhlīka di nome Prahrāda,

  30 	Candra il migliore dei figli di Diti, suprema stella del cielo,
     	divenne il re ṛṣi, il sovrano di uomini di nome Ṛṣika,

  31 	il supremo asura che era chiamato Mṛtapā,
     	sappi che fu il sovrano Paścimānūpaka o signore di uomini,

  32 	e il grande asura dal grande splendore che fu chiamato Gaviṣtha,
     	divenne sulla terra il monarca chiamato Drumasena,

  33 	il grande asura, glorioso, che era chiamato Mayūra,
     	divenne il principe della terra chiamato Viśva,

  34 	di questo il fratello minore che era chiamato Suparṇa,
     	sulla terra divenne il monarca chiamato Kālakīrti,

  35 	l'asura superiore a tutti che era chiamato Candrahanta,
     	divenne il re ṛṣi signore di uomini di nome Śunaka,

  36 	il grande asura che era chiamato Candravināśana,
     	divenne il re ṛṣi, sovrano di uomini di nome Jānaki,

  37 	quel toro dei dānava che era chiamato Dīrghajihva o kaurava,
     	sulla terra era il signore della terra chiamato Kāśirāja,

  38 	Siṃhī che partorì Graha il persecutore di sole e luna,
     	divenne il sovrano di uomini chiamato Krātha,

  39 	l'asura il primo di quattro figli di Danāyuṣ,
     	di nome Vikṣara, divenne il sovrano Vasumitra,

  40 	il secondo dopo Vikṣara, il grande asura, o signore di uomini,
     	divenne un sovrano ricordato come signore dei Pāṃśurāṣṭra, 

  41 	l'eccellente asura che era chiamato Balavīra,
     	divenne il sovrano Pauṇḍramatsyaka,

  42 	il grande asura o re che è chiamato Vṛtra,
     	divenne il ṛṣi regale, il sovrando di nome Maṇimat,

  43 	l'asura Krodhahanta che di costui era il fratello minore,
     	sulla terra fu il sovrano chiamato Daṇḍa,

  44 	e l'altro che era conosciuto come Krodhavardhana,
     	divenne il signore di uomini chiamato Daṇḍadhāra,

  45 	gli otto figli di Kālakā, che sovrani di uomini,
     	nacquero o tigre tra i re, erano valorosi come tigri,

  46 	di questi il glorioso Jayatsena era principe tra i magadha,
     	degli otto kālekeya, il maggiore era quel grande asura,

  47 	il secondo di essi era il glorioso Harihayopama,
     	il sovrano Aparājita egli dunque divenne,

  48 	il terzo grande asura, grandi-braccia o grande re,
     	nacque sulla terra come sovrano dei niṣāda dal terribile coraggio,

  49 	un altro di questi che era conosciuto come il quarto,
     	sulla terra era chiamato Śreṇimat supremo ṛṣi regale,

  50 	il supremo grande asura che era il quinto di essi,
     	divenne quaggiù l'uccisore di nemici chiamato Mahaujas,

  51 	il grande intelligente asura che di questi era il sesto,
     	sulla terra quel migliore dei ṛṣi regali era chiamato Abhīru,

  52 	e Samudrasena era il loro sovrano nato dal gruppo,
     	ricordato sulla terra circondata dal mare come un vero sapiente di dharma e artha,

  53 	l'uccisore di nemici, l'ottavo dei kāleyaka di nome Bṛhan,
     	divenne o re un anima pia sempre intento al bene di tutti gli esseri,

  54 	la schiera di nome krodhavaśa che ti ho menzionato o re,
     	sulla terra essi  nacquero valorosi sovrani di uomini: 

  55 	Nandika, e Karṇaveṣṭa, e Siddhārtha, e Kīṭaka,
     	e Suvīra, e Subāhu, e Mahāvīra e Bāhlika,

  56 	Krodha, Vicitya, e Surasa, e il glorioso Nīla, sovrano in terra,
     	Vīradhāman e o kaurava, Bhūmipāla di nome,

  57 	e Dantavaktra di nome e quello che era chiamato Durjaya,
     	Rukmin, trigre fra i sovrani e il re Janamejaya,

  58 	Āṣāḍha, e Vāyuvega, e anche Bhūritejas,
     	Ekalavya, Sumitra, e Vāṭadhāna e Gomukha,

  59 	e il re Kārūṣaka, e anche Kṣemadhūrti, 
     	Śrutāyus, e Uddhava, e Bṛhatsena pure,

  60 	Kṣema e Ugratīrtha, Kuhara, sovrano tra i kaliṅga,
     	e Matimat, e il sovrano di uomini chiamato Īśvara,

  61 	dalla schiera dei krodhavaśa, così sulla terra Rājapūga venne
     	a nascere un tempo fortissimo e di grande fama, o grande re, 

  62 	quello che Devaka di nome, era pari per splendore al re degli dèi,
     	sovrano nacque sulla terra, guida e signore dei gandharva

  63 	sappi o bhārata, che Droṇa il figlio di Bharadvāja senza un grembo di donna,
     	è sorto da una porzione del ṛṣi divino Bṛhaspati di larga fama,

  64 	lui che di tutti gli arcieri o tigre fra i re, era il migliore in tutte le armi,
     	di grande fama, quello splendido, nacque tra gli umani,

  65 	Droṇa che i sapienti dei veda sanno che fu nei veda e nell'arte dell'arco
     	il migliore, che fu di eroiche imprese e orgoglio delle sua razza,

  66 	da Mahadeva, dal dio della morte, da Kāma e da Krodha, o bhārata,
     	riuniti in uno solo nacque il guerriero uccisore di nemici,

  67 	Aśvatthāman dal grande valore, distruttore di schiere nemiche,
     	quell'eroe dagli occhi di loto era sulla terra o signore di uomini.

  68 	gli otto vasu nacquero figli di Śaṃtanu nel grembo di Gaṅgā,
     	per la maledizione di Vasiṣṭha, e per ordine di Indra,

  69 	di questi l'ultimo nato fu Bhīṣma rifugio sicuro dei kuru,
     	intelligente, sapiente dei veda, eloquente, distruttore di schiere nemiche,

  70 	quel migliore dei sapienti, che con Rāma figlio di Jamadagni,
     	grand'anima e discendente di Bṛgu combatteva, quello splendido,

  71 	il ṛṣi brahmano, che sulla terra avena nome Kṛpa o re,
     	quel sovrumano sappilo sorto dalla schiera dei rudra,

  72 	il grande guerriero che al mondo era il re Śakuni,
     	sappi che era Dvāpara incarnato quell'uccisore di nemici,

  73 	Sātyaki dalle sincere promesse, che era l'orgoglio della razza dei Vṛṣṇi,
     	quel distruttore di nemici nacque dalla schiera dei divini marut,

  74 	e Drupada pure quel ṛṣi regale, sorgeva da questa schiera,
     	in questo umano mondo, o sovrano, quel migliore di tutti gli armati,

  75 	quindi sappi o re che il sovrano nato come Kṛtavarman,
     	dalle grandi imprese, straordinario toro tra gli kṣatriya,

  76 	dalla schiera dei marut sappilo sorto quell'uccisore di nemici,
     	e che il ṛṣi regale, Virāta di nome, tormentatore di regni nemici,

  77 	colui che nacque figlio di Ariṣṭā col nome di Haṃsa
     	costui nacque sovrano dei gandharva per accrescere la discendenza dei kuru,

  78 	e Dhṛtarāṣṭra cosi chiamato, da Kṛṣṇa il dvaipāyana pure
     	è nato il grandi-braccia, lo splendido sovrano con la saggezza per occhi,
     	per la colpa della madre, e per l'ira del ṛṣi, cieco nacque,

  79 	e di Atri il gloriosissimo figlio, il migliore dei padri,
     	sappilo in questo mondo nato come Vidura il migliore dei saggi,

  80 	da una porzione di Kali nacque sulla terra il re Duryodhana,
     	malvagio e di scarsa intelligenza fu la rovina dei kuru,

  81 	egli che a tutto l'universo era odioso, era Kali incarnato, 
     	che, vergogna degli uomini, portò distruzione alla terra intera,
     	da cui sorse l'inimicizia che grande strage fece di viventi,

  82 	figli di Pulastya, tutti i suoi fratelli nacquero tra gli uomini,
     	cento erano a cominciare da Duḥśāsana, tutti di crudeli imprese,

  83 	Durmukha e Duḥsaha e gli altri che non sono menzionati,
     	erano i figli di Pulastya assieme a Duryodhana, o toro dei bhārata,

  84 	sappi o re che il re Yudhiṣṭhira era una porzione di Dharma,
     	e Bhīmaseva di Vāyu, e del re degli dèi, Arjuna,

  85 	degli aśvin furono porzioni quei due bellissimi sulla terra,
     	Nakula e Sahadeva, da rapir la mente di tutto il mondo,

  86 	il potente figlio di Soma, che è chiamato Suvarcas,
     	divenne il figlio di Arjuna, Abhimanyu di larga fama,

  87 	una porzione di Agni sappi che fu Dhṛṣṭadyumna grande guerriero,
     	e che Śikhaṇḍin l'uomo-donna o re, era un rākṣasa, 

  88 	e i cinque che furono figli di Daraupadī o toro dei bhārata,
     	sappi o re, che erano la schiera dei viśvedeva o toro dei bhārata,

  89 	il grande guerriero Karṇa che nacque vestito di corazza,
     	sappi che quell'incomparabile, era una porzione del dio che illumina il giorno,

  90 	l'eterno dio degli dèi, che ha nome Nārāyaṇa,
     	una sua porzione era sulla terra il potente Vāsudeva,

  91 	e una porzione del nāga Śeṣa era il fortissimo Baladeva,
     	sappi o re, che Pradyumna dalla grande energia era Sanatkumāra,

  92 	e così molti altri sovrani tra gli uomini, porzioni degli dèi celesti,
     	nacquero nella famiglia di Vasudeva, per la gloria della loro razza,

  93 	la schiera delle apsaras che primo ti ho menzionato,
     	di questa una parte nacque sulla terra per ordine del signore dei vasu,

  94 	sedicimila di queste divine o sovrano di uomini,
     	divennero nel mondo umano, il gineceo di Nārāyaṇa,

  95 	una porzione di Śrī sulla faccia della terra per portare goia nacque,
     	dalla vedī, nella famiglia di Drupada, fanciulla virtuosa,

  96 	non troppo grande né troppo piccola, fragrante come il loto blu,
     	occhi grandi di loto, con belle natiche, da lunghi capelli neri,

  97 	dotata di tutte le qualità, splendente come smeraldo,
     	che eccitava la passione erotica di quei cinque Indra umani,

  98 	le due divine madri di quei cinque che erano Siddhi e Dhṛti,
     	nacquero come Kuntī e Mādrī, Mati invece fu la figlia di Subala,

  99 	così io a te, di dèi e asura, e di gandharva e apsaras,
     	e dei rākṣasa o re, ho raccontato le parziali incarnazioni,

 100 	i re che sulla terra sono nati, infatuati per il combattere,
     	e i grand'anime, che nacquero nella grande razza degli yadu,

 101 	questa ricca e celebre prole, vitale e portatrice di vittoria,
     	di queste parziali incarnazioni si deve udire senza alcuna invidia,

 102 	e udite queste incarnazioni di dèi, gandharva, e rākṣasa,
     	consapevole della nascita e della morte, il saggio non sprofonda nei dolori.