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60. Ambopākhyāna

( La storia di Ambā. V, 170-197)

                              CLXX


   1 	Duryodhana disse:
     	" per quale motivo o migliore dei bhārata tu non puoi uccidere Śikhaṇḍin
     	pur vedendolo in battaglia con l'arco teso e le frecce pronte?

   2 	tu prima hai detto o grandi-braccia che ucciderai i pāṇḍava,
     	assieme ai somaka, o figlio di Gaṅgā, questo dimmi o nonno."

   3 	Bhīṣma disse:
     	" ascolta o Duryodhana, assieme ai sovrani tuoi alleati,
     	perché io vedendolo in battaglia non posso uccidere Śikhaṇḍin,

   4 	mio padre il grande re Śaṁtanu, toro dei bhārata,
     	avendo raggiunta la morte, al suo momento quell'anima pia, o toro tra gli uomini,

   5 	allora io per mantenere la mia promessa o migliore dei bhārata,
     	mio fratello Citrāṅgada consacravo sul trono,

   6 	morto costui, seguendo il pensiero di Satyavatī,
     	secondo le regole io consacrai re Vicitravīrya,

   7 	da me consacrato secondo il dharma o re dei re, pur essendo giovane,
     	e Vicitravīrya, anima pia, mi teneva in gran conto,

   8 	e io allora ebbi il desiderio di procurargli delle mogli,
     	e vi posi mente, pensando che fossero di stirpe adeguata,

   9 	allora io udivo dello svayaṁvara di tre fanciulle,
     	tutte di suprema bellezza, e figlie del re dei kāśi,
     	Ambā, e Ambikā, e inoltre per ultima Ambalikā,

  10 	i re della terra vi erano accorsi, o toro dei bhārata,
     	Ambā era di esse la primogenita, Ambikā la seconda,
     	e Ambalikā o re dei re, era la principessa più giovane,

  11 	io dunque col mio solo carro raggiunta la città del re dei kāśi,
     	vidi o grandi-braccia, quelle tre fanciulle adornate,
     	e tutti i principi che attorniavano il re, o signore della terra,

  12 	allora io, sfidando tutti quei sovrani schierati in battaglia,
     	feci salire sul carro le vergini o toro dei bhārata,

  13 	esse riconoscendo il mio valore, salite sul carro allora,
     	io gridavo a tutti quei principi là convenuti:
     	' Bhīṣma il figlio di Śaṁtanu, ha rapito le vergini.' e ancora,

  14 	'tutti voi principi tentate allora con tutte le forze di liberarle,
     	io ridendo le conduco via davanti ai vostri occhi o sovrani della terra.'

  15 	quindi quei sovrani della terra, attaccarono con le armi in pugno,
     	'attacca i cavalli!' gridando irati ai loro auriga,

  16 	essi sui carri che apparivano come nuvole, o sugli elefanti i guerrieri in ciò pratici,
     	o sui cavalli da sella, montarono quei sovrani con le armi spianate,

  17 	e allora tutti quei sovrani della terra, o signore di popoli,
     	mi circondarono da ogni parte con un grande schieramento di carri,

  18 	ma io li respingevo con grandi piogge di frecce,
     	tutti quei sovrani, e li vincevo come il re degli dèi fece coi dānava,

  19 	io abbattevo le loro varie insegne incrostate d'oro,
     	e ciascuna con una freccia io le gettavo a terra,

  20 	e pure i loro cavalli ed elefanti, e auriga sul campo,
     	abbattevo con fulgenti frecce, ridendo o toro tra gli uomini,

  21 	essi si ritirarono sconfitti vedendo la mia superiorità,
     	e allora io tornavo ad hāstinapura avendo sconfitto i re della terra,

  22 	e allora quella mia impresa per condurre al fratello, o bhārata,
     	quelle fanciulle, o grandi-braccia, raccontavo a Satyavatī.'
     


                              CLXXI


   1 	Bhīṣma disse:
     	' io allora o migliore dei bhārata, la madre, quella madre del valoroso,
     	avvicinandola e abbracciandola, dicevo alla figlia del pescatore:

   2 	' queste sono le figlie del re dei kāśi, che io sconfiggendo i principi,
     	ho procurato per farne le mogli di Vicitravīrya.'

   3 	allora abbracciandomi la testa con gli occhi pieni di lacrime o sovrano,
     	felice mi diceva Satyavatī: 'per fortuna tu hai vinto o figlio.'

   4 	quindi per ordine di Satyavatī preparato il matrimonio,
     	mi diceva vergognosa la figlia maggiore del re dei kāśi:

   5 	' Bhīṣma, tu sei sapiente del dharma, ed esperto in ogni tradizione,
     	dopo aver udito le mie giuste parole tu le devi compiere,

   6 	io col tutto il cuore avevo già scelto il sovrano dei śālva,
     	e da lui pure io fui scelta un tempo in segreto all'insaputa del padre,

   7 	come tu o re, che hai studiato gli śāstra, innamorata di un altro
     	puoi farmi vivere nella tua casa o Bhīṣma essendo tu specialmente un kaurava?

   8 	questo pensando e meditando in cuore o toro dei bhārata,
     	con quanta indulgenza tu hai, o grandi-braccia, tu devi qui agire,

   9 	che mi veda libera il re dei śālva, o signore di popoli,
     	abbi compassione per me, o grandi-braccia, o migliore dei sostenitori del dharma,
     	tu sei un valoroso in terra, dai sinceri voti, così noi abbiamo udito.'
     


                              CLXXII


   1 	Bhīṣma disse:
     	' allora io d'accordo con Kālī Satyavatī,
     	e consultati i ri-nati, e anche il purohita,
     	diedi il permesso alla primogenita fanciulla, ad Ambā o sovrano di uomini,

   2 	e la fanciulla così licenziata, partiva per la città del re dei śālva,
     	protetta da anziani ri-nati, e seguita da una balia,
     	e percorsa la strada, raggiungeva quel sovrano,

   3 	ella raggiunto il re dei śālva, gli diceva questo discorso:
     	' giunta io sono o grandi-braccia, finalmente a te splendisissimo.'

   4 	ma a lei sorridendo diceva il sovrano dei śālva o signore di genti:
     	' o bellissima, io non ti desidero per moglie essendo tu stata prima di un altro,

   5 	vai o bella di nuovo là alla presenza del bhārata,
     	io non voglio te che fosti rapita ridendo da Bhīṣma,

   6 	tu sei stata conquistata da Bhīṣma, e condotta via contenta,
     	e toccata, sconfiggendo nella grande battaglia i sovrani della terra,
     	io non ti voglio come moglie o bellissima, essendo tu prima stata di un altro,

   7 	comè può un re tale come sono, introdurre in casa una donna stata di un altro,
     	io che sono istruito e sapiente e stabilisco il dharma per gli altri?
     	vai dove desideri o bella, non sprecare altro tempo.'

   8 	Ambā colpita da quelle frecce incorporee gli diceva o re:
     	'tu mi conosci o protettore della terra, non è affatto così,

   9 	io non fui condotta via contenta, da Bhīṣma il tormenta-nemici,
     	con la forza fui rapita, piangendo quando mise in fuga i sovrani,

  10 	prendimi o signore dei śālva, devota fanciulla e senza peccato,
     	l'abbandonare i devoti non è cosiderato nel dharma,

  11 	io parlando col figlio di Gaṅgā mentre si allontanava dagli scontri,
     	ebbi da lui il permesso di tornare nella tua casa,

  12 	Bhīṣma il grandi-braccia, non mi voleva per sé o signore di genti,
     	per il fratello si era impegnato, così dallo stesso Bhīṣma ho udito,

  13 	le mie due sorelle Ambikā e Ambalikā che furono condotte via o sovrano,
     	il figlio di Gaṅgā le dava a Vicitravīrya, suo fratello minore,

  14 	poiché io mai o signore dei śālva io ho pensato ad un altro uomo,
     	a parte te, o tigre fra gli uomini, lo giuro sulla mia testa,

  15 	io non sono mai stata di un altro o re dei re, io sono pronta per te,
     	il vero io ti dico o re dei śālva, sinceramente lo giuro su me stessa,

  16 	prendimi o grandi-occhi, io sono ancora la tua vergine,
     	mai stata di altri, o re dei re, e che brama il tuo amore.'

  17 	ma il re dei śālva, la splendida figlia del re dei kāśi ,
     	abbandonava o migliore dei bhārata, come un uraga fa con la vecchia pelle,

  18 	così con molte e varie parole implorato da lei o senza-macchia,
     	il signore dei śālva non credeva a quella fanciulla o migliore dei bhārata,

  19 	quindi la maggiore figlia del re dei kāśi, presa dall'angoscia,
     	diceva cogli occhi pieni di lacrime, e con la voce rotta dai singhiozzi:

  20 	'abbandonata da te o signore di genti, io andrò lò dove
     	i virtuosi siano miei rifugi, poiché io ho detto la verità.'

  21 	così dunque il re dei śalva, crudele fra i parlanti, allora
     	la scacciava o kaurava, mentre lei miserevolmente piangeva:

  22 	' vattene, vattene.' ripetutemente le diceva il śālva,
     	' io temo Bhīṣma, o bel-culetto, tu da lui fosti presa.'

  23 	così apostrofata dal śālva dalla vista corta, ella
     	si allontanava dalla città, triste, piangendo come un agnello. '
     


                              CLXXIII


   1 	Bhīṣma disse:
     	' ella abbandonando la città pensava o bhārata:
     	' sulla terra non vi è ragazza più sventurata di me,
     	sono stata privata dei parenti e ripudiata dal śālva,

   2 	e non posso certo tornare alla città che ha nome dagli elefanti,
     	io ebbi il permesso di Bhīṣma di rifugiarmi dal śālva,

   3 	devo dunque rimproverare me stessa e anche Bhīṣma duro da affrontare,
     	oppure il mio sciocco padre che mi condusse allo svayaṁvara?

   4 	o è sola mia la colpa che io dal carro di Bhīṣma allora
     	non fuggii verso il śālva, quando allora s'iniziava lo scontro?
     	questo è il frutto di quella condotta, che io sono ora afflitta come una sciocca, 

   5 	vergogna a Bhīṣma e vergogna a me e al mio folle padre, dalla mente confusa, 
     	per il quale io sono caduta come una donna in vendita nelle mani di un uomo,

   6 	vergogna a me, e vergogna al re dei śālva, e pure al creatore,
     	per la cattiva condotta dei quali io caddi nella suprema sventura,

   7 	gli uomini senza fallo ottengono quanto è loro destinato,
     	ma di questa mia sventura la causa principale è Bhīṣma il figlio di Śaṁtanu,

   8 	e guarderò al momento opportuno per contraccambiare Bhīṣma,
     	col tapas oppure con la guerra, è mia intenzione dargli dolore,
     	ma quale sovrano può sconfiggere Bhīṣma in combattimento?'

   9 	così ella pensando andava fuori dalla città,
     	verso un āśrama di asceti grandi anime, dalla pura condotta,
     	quindi vi passava la notte circondata dagli asceti,

  10 	e raccontava tutto quanto era accaduto con me o bhārata,
     	con ogni dettaglio o grandi-braccia, e interamente quella bella,
     	il rapimento, la liberazione, e il ripudio da parte del śālva,

  11 	allora là vi era un grande brahmano, dai ferrei voti,
     	Śaikhāvatya, di grande tapas, e maestro di śāstra e degli āraṇyaka,

  12 	il muni Śaikhāvatya dal grande tapas diceva dunque a lei afflitta,
     	che sospirava quella virtuosa fanciulla, piena di dolore e sofferenza:

  13 	' qui giunta che possono fare per te o bella, gli asceti
     	di questo āśrama, venerabili, grandi anime sempre intenti al tapas?'

  14 	ella gli rispondeve o re: ' tenetemi qui con voi,
     	io qui voglio vivere da asceta, io praticherò il più duro tapas,

  15 	e questi miei accadimenti, delle mie precendi vite sono il frutto,
     	certamente dei mali che io ho commesso questo è il frutto,

  16 	io non posso tornare ancora dai miei parenti o asceti,
     	interdetta e infelice, e ripudiata dal śālva,

  17 	vorrei che qui mi istruiste nell'ascesi, voi liberati dalle colpe,
     	abbiate pietà di me voi che siete simili agli dèi.'

  18 	egli confortava quella fanciulla, portandole degli esempi,
     	e la consolava accettando di accontentarla assieme ai ri-nati.' "
     


                              CLXXIV


   1 	Bhīṣma disse:
     	" quindi tutti gli asceti, si diedero da fare per lei,
     	e pensando a quella fanciulla, si dicevano quei giusti: 'che possiamo fare?'

   2 	alcuni asceti dicevano che fosse condotta al palazzo del padre,
     	alcuni di quegli ottimi brahmani posero mente a rimproverare sé stessi, 

   3 	e altri pensavano di portarla dal signore dei śālva e unirla a lui,
     	ma altri non erano d'accordo, essendo ella stata ripudiata da lui,

   4 	a questo punto, ' che possono fare i saggi per te o bella?' 
     	così ancora dicevano tutti quegli asceti dai ferrei voti,

   5 	' non diventare un'asceta o bella ascolta queste buone parole,
     	da qui recati alla dimora del padre, fortuna sia a te,

   6 	ti verrà incontro il re tuo padre immediatamante,
     	là o nobildonna vivrai felice, dotata di tutti i conforti,
     	nessun'altra meta per te può essere adeguata quanto il padre,

   7 	la donna ha il marito come meta oppure il padre o bellissima,
     	nel miglior modo il marito è il fine, nel peggiore il padre,

   8 	l'ascesi è molto dolorosa, specialmente per una tenera fanciulla,
     	essendo tu per nascita figlia di re e tenera fanciulla o splendida,

   9 	molte sono le difficoltà o virtuosa che si trovano o bellissima,
     	vivendo in un āśrama, e che non ci sarebbero nella casa del padre.'

  10 	inoltre quei brahmani queste parole dicevano a quell'ascetica donna:
     	' vedendoti qui da sola nella solitaria e impervia foresta,
     	ti brameranno tutti i sovrani, perciò non por mente a ciò.'

  11 	Ambā disse:
     	'io non posso di nuovo tornare alla casa paterna nella città dei kāśi,
     	disprezzata io sarei senza dubbio dai miei parenti,

  12 	in un'altro modo io ho abitato da bimba nella casa paterna o asceti,
     	io non andrò dove c'è mio padre, fortuna sia a voi,
     	io desidero praticare il tapas, protetta dagli asceti,

  13 	in modo che al mondo io non abbia un altro dolore come la presente,
     	infelicità, o migliori dei brahmani, io praticherò il tapas.' "

  14 	Bhīṣma disse:
     	" così mentre meditavano ancora a lungo quei savi brahmani,
     	giunse nella foresta il ṛṣi regale, l'ascetico Hotravāhana,

  15 	allora tutti quegli asceti, veneravano il sovrano,
     	con tutti gli onori di benvenuto, e con un seggio e l'acqua ospitale,

  16 	essendosi quindi seduto, e riposato si mise in ascolto,
     	e di nuovo gli abitanti della selva raccontarono della fanciulla, 

  17 	e udita la storia di Ambā, figlia del re dei kāśi o bhārata,
     	egli si alzava lamentandosi essendo il padre della di lei madre,
     	messasi la fanciulla sulle ginocchia quel potente cercava di consolarla,

  18 	e chiedeva a lei come era sorto interamente il suo amore dal principio,
     	ella tutto come era avvenuto in dettaglio gli raccontava,

  19 	allora il ṛṣi regale, divenne pieno di dolore e sofferenza,
     	e quel grandissimo asceta, cercava nella mente cosa doveva fare,

  20 	e piangendo diceva, alla fanciulla afflitta e addolorata:
     	' non tornare alla casa del padre o bella, io sono il padre di tua madre,

  21 	e io ti togliero questo dolore, affidati a me o nipote,
     	così tormentato è il tuo cuore che ti sei sciupata,

  22 	vai a mio nome da Rāma l'ascetico figlio di Jamadagni,
     	e Rāma questa tua grande e dolorosa sofferenza ti toglierà.
     	egli ucciderà in battaglia Bhīṣma se non ubbidirà ai suoi ordini,

  23 	vai da lui, da quel migliore dei bhṛguidi, splendido come il fuoco finale,
     	quel grande asceta ti restaurerà su un felice sentiero.'

  24 	allora forte piangengo ripetutamente,
     	ella diceva allora a Hotravāhana, il padre di sua madre:

  25 	' inchinata la mia testa, io seguirò il tuo consiglio,
     	ma dove posso io vedere proprio ora quel nobile, celebre al mondo?

  26 	e come quel bhṛguide mi toglierà questo tremendo dolore?
     	questo vorrei sapere da te, e io là mi recherò.'


                              CLXXV


   1 	Hotravāhana disse:
     	' tu troverai Rāma il figlio di Jamadagni, nella grande foresta o figliola,
     	intento in un terribile tapas, è quel fortissimo dalle sincere promesse,

   2 	assieme Rāma sulla grande montagna mahendra, sempre risiedono
     	i ṛṣi sapienti dei veda, e i gandharva con le apsaras,

   3 	recati là, fortuna sia a te, e riferiscigli le mie parole,
     	inchinando la testa prima, a quel grande asceta, dai ferrei voti, 

   4 	chiedi a quel saggio quanto deve fare per te, o bella,
     	avendomi in onore, Rāma tutto questo ti farà,

   5 	Rāma è mio amico o figliola, e per me è un amico caro,
     	il valoroso figlio di Jamadagni è il migliore di tutti gli armati.'

   6 	mentre così parlava alla fanciulla il sovrano Hotravāhana,
     	appariva Akṛtavraṇa, carissimo sodale di Rāma,

   7 	quindi tutti i muni, si alzarono a migliaia,
     	e pure il re degli sṛñjaya Hotravāhana, anziano di anni,

   8 	e chiedendosi l'un l'altro delle cose di rito, quegli abitanti della selva,
     	insieme sedevano o migliore dei bhārata, e lo circondavano,

   9 	quindi essi si raccontaroro varie storie affascinanti,
     	belle e divine o re dei re, che riempivano di gioia e di piacere,

  10 	quindi alla fine delle storie, il regal ṛṣi il grand'anima Hotravāhana 
     	chiedeva ad Akṛtavraṇa, di Rāma il migliore dei grandi ṛṣi:

  11 	' dove si trova il grandi-braccia, il potente figlio di Jamadagni?
     	tu o Akṛtavraṇa puoi saperlo essendo il migliore dei sapienti dei veda.'

  12 	Akṛtavraṇa disse:
     	' sempre Rāma così ti commenda o illustre:
     	' il regal ṛṣi, lo sṛñjaya, è un mio caro amico.' così o principe,

  13 	all'alba domani sarà qui Rāma, così io credo,
     	tu vedrai arrivare qui per desiderio di vederti,

  14 	e questa fanciulla o regal ṛṣi per quale motivo è giunta nella foresta?
     	e chi è e di chi è figlia vorrei sapere da te.'

  15 	Hotravāhana disse:
     	' essa è mia nipote, la bella figlia del re dei kāśi,
     	che fu la maggiore allo svayaṁvara assieme alle due sorelle o senza-macchia,

  16 	costei la primogenita figlia dei signore dei kāśi, si chiama Ambā,
     	e Ambikā e Abalikā sono le due più giovani o ricco-in-tapas,

  17 	una grande riunione di principi kṣatriya vi era allora nella città dei kāśi,
     	a motivo delle fanciulle, o ṛṣi brahmano, là vi era una grande festa,

  18 	allora dunque, il valorosissimo Bhīṣma figlio di Śaṁtanu, quei sovrani
     	disprezzando, quello splendido, le tre fanciulle rapiva,

  19 	e sconfitti quei signori della terra, allora Bhīṣma alla città degli elefanti,
     	si recava quell'anima pura, assieme alle fanciulle o bhārata,

  20 	e riferendo tutto a Satyavatī, di seguito il potente,
     	ordinava il matrimonio del fratello Vicitravīrya,

  21 	quindi vedendo preparate le nozze questa fanciulla, 
     	diceva allora al figlio di Gaṅgā in mezzo ai ministri o toro dei ri-nati:

  22 	'io ho scelto nel mio cuore o valoroso, il signore dei śālva come marito,
     	tu non puoi darmi in matrimonio o sapiente del dharma, mentre penso ad un altro.'

  23 	Bhīṣma udite queste parole, consultatosi coi ministri,
     	decideva, sentita l'opinione di Satyavatī, di lasciarla libera,

  24 	e licenziata da Bhīṣma allora al śālva, al signore dei saubha allora
     	felice questa fanciulla o savio, in quel momento le parole diceva:

  25 	' lasciata libera da Bhīṣma, considera che io sono nel dharma,
     	nel cuore io un tempo ho scelto te o toro dei principi.'

  26 	ma il śālva la respingeva, dubitando della sua condotta,
     	ella allora raggiunta la selva degli asceti, per praticare contenta un feroce tapas,

  27 	da me fu riconosciuta parlando, come discendente,
     	ella ritiene qui Bhīṣma l'origine del suo dolore.'

  28 	Ambā disse:
     	' o venerabile, così come ha raccontato il protettore della terra,
     	lo sṛñjaya Hotravāhana è il genitore di mia madre,

  29 	io non posso tornare alla mia città o ricco-in-tapas,
     	per paura del disprezzo e per la vergogna o grande muni,

  30 	che il venerabile Rāma mi possa parlare o migliore dei ri-nati,
     	questa è per me l'azione più doverosa, io così credo o venerabile.'
     


                              CLXXVI


   1 	Akṛtavraṇa disse:
     	' da quale di questi due mali o bella, tu cerchi di 
     	liberarti o piccola? questo mi devi dire o figliola,

   2 	se tu pensi di ricongiungerti al signore di saubha, o bella,
     	il grand'anima Rāma ti ricongiungerà a lui secondo il tuo desiderio,

   3 	e se tu vuoi vedere Bhīṣma, il figlio della fiumana, sconfitto
     	in battaglia dal saggio Rāma, pure questo può compiere il bhṛguide,

   4 	udite le parole dello sṛñjaya e le tue o dolce-sorriso,
     	conseguentemente, egli compirà oggi quanto tu pensi.' 

   5 	Ambā disse:
     	' condotta via io fui dall'ignorante Bhīṣma o venerabile,
     	egli non sapeva o brahmano, che il mio cuore era per il śālva,

   6 	e questo pensando con la mente, o signore, io ho deciso,
     	sia dunque presa secondo le regole una decisione e portata e termine,

   7 	o su Bhīṣma tigre dei kuru, oppure anche sul re dei śālva,
     	o su entrambi, o brahmano quanto è giusto compi,

   8 	ti ho rivelata così come è l'origine del mio dolore, 
     	tu devi adottare le misure o venerabile secondo il possibile.'

   9 	Akṛtavraṇa disse:
     	' adeguato è quanto tu o virtuosa, così dici o bellissima,
     	tu dici parole secondo il dharma, ora ascolta le mie parole,

  10 	se il figlio della fiumana non ti conduceva alla città degli elefanti,
     	il śālva o timida ti avrebbe tenuto, spinto da Rāma, sulla sua testa,

  11 	perché da lui fosti presa o virtuosa e da lui portata via o splendida,
     	quel sospetto è sorto al re dei śālva verso di te, o bel-vitino, 

  12 	Bhīṣma uomo orgoglioso, è un conquistatore, 
     	perciò tu devi pensare a vendicarti di Bhīṣma.'

  13 	Ambā disse:
     	' pure a me questo desiderio arde nel cuore o brahmano,
     	in ogni momento di poter uccidere Bhīṣma in battaglia,

  14 	o Bhīṣma o il re dei śālva o chi in colpa ritieni,
     	punisci o grandi-braccia, colui per cui io sono così addolorata.' "

  15 	Bhīṣma disse:
     	" mentre così loro parlavano il giorno finiva,
     	e la notte o migliore dei bhārata era allietata da brezze calde e fresche,

  16 	quindi fece la sua apparizione Rāma, splendendo di luce,
     	circondato dai discepoli o re, quel muni con un piccolo crocchio nei capelli,

  17 	arco in pugno, quell'anima salda, armato di ascia e portando una spada,
     	deterso da ogni polvere, o tigre dei re, egli si avvicinava al sovrano sṛñjaya,

  18 	allora vedendolo, gli asceti, e il re dal grande tapas, 
     	tutti stavano in piedi a mani giunte e anche l'ascetica fanciulla, 

  19 	e attenti veneravano il bhṛguide con miele e latte,
     	e onorato secondo le regole, egli si sedeva assieme a loro,

  20 	quindi terminati i preliminari i due discorrevano insieme,
     	il regal ṛṣi sṛñjaya e il figlio di Jamadagni o bhārata,

  21 	quindi alla fine dei discorsi il regal ṛṣi dolcemente diceva
     	al fortissimo bhṛguide, al momento giusto a Rāma queste parole appropriate:

  22 	' o Rāma questa è mia nipote, figlia del re dei kāśi, o potente,
     	da lei ascolta in verità cosa devi fare o esperto nelle imprese.'

  23 	'parla chiaramente.' cosi Rāma si rivolgeva a lei,
     	allora ella si avvicinava a Rāma, fulgente come un fuoco,

  24 	e inchinatasi con la testa ai piedi di Rāma, la bella,
     	e toccando con le mani quei piedi simili a petali di loto, standogli davanti,

  25 	singhiozzava ella sofferente, con gli occhi pieni di lacrime,
     	e cercava aiuto in quel rampollo di Bhṛgu protettore dei deboli.

  26 	Rāma disse:
     	' in quanto sei figlia di questo sovrano sṛñjaya lo sei pure di me,
     	dimmi cosa ti affligge il cuore ed io farò quanto mi dici.'

  27 	Ambā disse:
     	' o venerabile io cerco rifugio ai tuoi piedi ora o fermo nei voti,
     	da questo terribiile oceano di sofferenza salvami o illustre.' '

  28 	Bhīṣma disse:
     	' vedendo il suo aspetto e anche la sua fresca gioventù,
     	e la sua suprema delicatezza, Rāma divenne pensieroso:

  29 	'che cosa ella mi dirà.' cosi si domandava quel migliore dei bhṛguidi,
     	e così a lungo pensava Rāma soverchiato dalla compassione,

  30 	' parla dunque.' così ella dal dolce sorriso di nuovo richiesta da Rāma,
     	tutto sencondo verità raccontava al bhṛguide,

  31 	udito quel racconto dalla figlia del re, allora il figlio di Jamadagni, 
     	diceva a quel bel-culetto, prendendo una decisione del caso:

  32 	' io manderà una sfida a Bhīṣma il migliore dei kuru o splendida,
     	e quel sovrano ascoltate le mie giuste parole accetterà,

  33 	ma se il figlio della fiumana non farà quanto io gli chiedo,
     	lo distruggerò in battaglia o virtuosa, coi suoi parenti con la forza delle armi,

  34 	oppure se la tua mente è mutata o figlia di re,
     	allora io mi impegnerò verso l'eroico signore dei śālva.'

  35 	Ambā disse:
     	' udite le mie parole io fui lasciata libera da Bhīṣma o rampollo di Bhṛgu,
     	e andai da lì verso il re dei śālva, mio primo amore,

  36 	e raggiunto il signore di saubha, io dissi difficili parole,
     	ma egli non mi accoglieva, dubbioso sulla mia condotta,

  37 	su tutto ciò meditando con la tua intelligenza o rampollo di Bhṛgu,
     	quanto sia giusto fare tu devi pensare,

  38 	Bhīṣma dai ferrei voti, è l'origine della mia sventura,
     	da lui io fui condotta prigioniera, e fatta salire con la forza,

  39 	quindi uccidi Bhīṣma o grandi-braccia, per cui tali dolori,
     	io incontrai o tigre dei bhṛguidi, io voglio fargli il supremo male,

  40 	egli è un avido e orgoglioso conquistatore o bhṛguide,
     	perciò tu devi contraccambiarlo o senza-macchia,

  41 	essendo io stata rapita dal bhārata o illustre, 
     	è sorta l'intenzione nel mio cuore di uccidere quel ferreo nei voti,

  42 	perciò questo è il mio desiderio o Rāma, che anche ora perdura o senza-macchia,
     	uccidi Bhīṣma o grandi-braccia, come il distruggi-fortezze fece con Vṛtra.' '
     


                              CLXXVII


   1 	Bhīṣma disse:
     	' Rāma cosi richiesto: 'uccidi Bhīṣma.' o potente,
     	diceva alla fanciulla che continuamente piangeva e lo incitava, , 

   2 	' io esaudirò il tuo desiderio, e prenderò le armi o bellissima,
     	a parte per il bene dei sapienti dei veda, per nessun altri che te io lo farei,

   3 	per tuo ordine o principessa, in mio potere Bhīṣma e il śālva,
     	cadranno, o membra-perfette, questo io farò non temere,

   4 	ma io in nessun modo prenderò le armi o splendida,
     	eccetto che per ordine dei brahmani, questo il voto da me fatto.'

   5 	Ambā disse:
     	' il mio dolore sara da te sciolto o venerabile, e poiché
     	ha avuto origine da Bhīṣma, uccidilo o signore in fretta.'

   6 	Rāma disse:
     	' o figlia del re dei kāśi, solo parla, e Bhīṣma sotto i tuoi piedi,
     	la testa dovrà mettersi, ascolta le mie parole.'

   7 	Ambā disse:
     	' uccidi Bhīṣma in battaglia o Rāma, se vuoi farmi piacere,
     	e se è sincera la tua promessa, tu ora devi compierla.' "

   8 	Bhīṣma disse:
     	" avendo così parlato quei due Rāma e Ambā, allora
     	Akṛtavraṇa queste parole diceva al figlio di Jamadagni:

   9 	'una fanciulla giunta per aiuto, non puoi abbandonare,
     	uccidi Bhīṣma in battaglia, come fosse un asura urlante,

  10 	se Bhīṣma sarà da te sfidato in combattimento o Rāma grande muni,
     	o ti dirà: 'sono vinto.' oppure obbedirà ai tuoi ordini,

  11 	e compiuto sarà il tuo dovere verso la fanciulla o rampollo di Bhṛgu,
     	e divenuta vera sarà o valoroso, la tua promessa o illustre,

  12 	e pure quella promessa da te fatta ai brahmani,
     	dopo aver sconfitto tutti gli kṣatriya,

  13 	che ' se un brahmano, uno kṣtriya, un vaiśya o uno śūdra sarà
     	in battaglia nemico dei brahmani, io lo ucciderò' cosi dicesti o bhṛguide,

  14 	e ' rifugio a chi lo chiederà spaventato per la sua vita,
     	io non potrò mai trascurare di dare, finché vivo,

  15 	e chi vincerà tutti gli kṣatriya riuniti in battaglia,
     	questo arrogante io ucciderò.' così dicesti o bhṛguide,

  16 	e questo Bhīṣma discendente della stirpe dei kuru, è un tale vincitore,
     	con lui combatti in duello, assalendolo o rampollo di Bhṛgu.'

  17 	Rāma disse:
     	'io mi ricordo della promessa che un tempo feci o migliore dei ṛṣi,
     	e io agirò in modo che questo accordo sarà mantenuto,

  18 	questa grande impresa o brahmano concepita dalla fanciulla kāśi,
     	io andrò a compiere, portando la fanciulla là dove andrò,

  19 	se Bhīṣma celebrato in battaglia, non obbedirà ai miei voleri,
     	io lo ucciderò come cosa superflua, questa è la mia ferma intenzione,

  20 	le frecce scagliate da me non le fermano i corpi umani,
     	in quei corpi tu le hai viste al tempo della guerra con gli kṣatriya.' "

  21 	Bhīṣma disse:
     	" così avendo parlato allora Rāma, a quei recitatori dei veda, 
     	alla partenza posta la mente, si alzava quel grande saggio,

  22 	allora gli asceti avendo là riposato quella notte,
     	versate le offerte nel fuoco, recitati i mantra, partivano per uccidermi,

  23 	quindi Rāma assieme ai quei tori tra i brahmani giungeva
     	a kurukṣetra o grande re, assieme alla fanciulla o bhārata,

  24 	allora tutti quanti insieme entrarono nella Sarasvatī,
     	quegli asceti, grandi anime, posto in testa il migliore dei bhṛguidi."
     


                              CLXXVIII


   1 	Bhīṣma disse:
     	" quindi risiedendo per tre giorni in quel luogo pianeggiante,
     	quel ferreo nei voti mi mandava il messaggio o re:' io sono giunto.'

   2 	io udendo che quel fortissimo era giunto ai confini del regno,
     	io velocemente gli andai incontro per amore di quel glorioso signore,

   3 	messa una vacca davanti, o re dei re e circondato dai brahmani,
     	da sacerdoti simili a dèi e pure coi purohita,

   4 	il potentissimo figlio di Jamadagni vedendomi arrivare,
     	accettava i miei doni ospitali e diceva queste parole:

   5 	' o Bhīṣma, quali furono le tue intenzioni quando la figlia del re dei kāśi,
     	contro la sua volontà hai qui condotto e poi lasciata libera?

   6 	impedita fu ella da te, di ottenere il dharma sia prima che dopo,
     	ella fu violata da te, chi ora la può sposare?

   7 	ripudiata fu dal śālva, perché da te rapita o bhārata,
     	perciò per mio ordine ora sposa costei o bhārata,

   8 	secondo il tuo dharma o tigre tra gli uomini prendi questa principessa,
     	non è un disonore il compiere questo da parte tua che sei re o senza-macchia.'

   9 	allora guardandolo, non troppo in pena, io dicevo:
     	'in nessun modo io la posso dare di nuovo a mio fratello o brahmano,

  10 	'io sono del śālva.' così lei mi disse allora o bhṛguide,
     	ed io le diedi il permesso di recarsi alla città di saubha,

  11 	non per paura né per compassione, né per avidità o per desiderio di ricchezza,
     	io posso colpire il dharma kṣatriya, questo è il mio fermo voto.'

  12 	allora mi disse Rāma con gli occhi accesi di furia:
     	' se non farai quanto io ti ho detto, o toro dei kuru, 

  13 	io proprio ora ti ucciderò assieme ai tuoi parenti.'
     	per la furia, così mi parlava Rāma con gli occhi accesi d'ira,

  14 	e io con rispettose parole ripetutamente quell'uccisore di nemici,
     	quella tigre tra i bhṛguidi imploravo, ma lui non si calmava,

  15 	io inchinando la testa di nuovo a quel migliore dei brahmani,
     	dicevo:' qual'è il motivo per cui tu vuoi combattere?

  16 	l'arte dell'arco nei suoi quattro modi, fin da fanciullo
     	mi hai insegnata o grandi-braccia, io sono un tuo discepolo o bhṛguide.'

  17 	allora mi diceva Rāma con gli occhi spalancati dall'ira:
     	' mi riconosci tuo guru Bhīṣma ma non vuoi prendere costei,
     	la figlia del re dei kāśi o kaurava, per farmi piacere o principe della terra,

  18 	tu non troverai pace altrimenti o rampollo dei kuru,
     	prendi costei o grandi-braccia, proteggendo la tua stirpe,
     	da te violata costei non troverà mai marito.'

  19 	io allora a Rāma che così parlava quel conquistatore di città nemiche:
     	' non è ciò nella natura di un ṛṣi brahmano, non insistere,

  20 	guardando al tuo essere stato un tempo il mio guru, o figlio di Jamadagni,
     	io chiedo il tuo favore, o venerabile, ella fu da me allora lasciata libera,

  21 	chi mai una donna innamorata di un altro, salda come un serpente,
     	ospiterebbe in casa, conoscendo le pericolosissime colpe delle donne?

  22 	nemmeno per paura del Vāsava io colpirei il dharma o illustrissimo,
     	che tu sia in pace o no, quanto tu devi fare compi rapidamente,

  23 	e pure o anima purificata, si racconta nei purāṇa o illustre,
     	di una strofa cantata dal grand'anima Marutta, o grande intelletto,

  24 	'anche il guru se arrogante e ignorante del fare e del non fare,
     	e incamminato nella cattiva condotta, si deve punire.'

  25 	tu sei il mio guru, con grande affetto da me rispettato,
     	ma tu conosci la condotta dei guru, perciò io combatterò contro di te,

  26 	io non posso uccidere il guru in battaglia e specialmente un brahmano,
     	e ancor di più uno dal grande tapas, così tu da me sei perdonato,

  27 	e vedendo un brahmano con le armi alzate, come uno kṣatriya,
     	che combatta senza fuggire, chi lo uccida irato in battaglia,
     	non avrà costui colpa di brahmacidio, questo si ritiene nel dharma,

  28 	io sono uno kṣatriya o ricco-in-tapas, saldo nel dharma degli kṣatriya,
     	che, poiché appartiene a quel varṇa in quel dharma agisce,
     	l'uomo trova il meglio se non frequenta l'adharma,

  29 	chi conosce tempo e luogo, si impegna nell'artha o nel dharma,
     	chi è dubbioso sul suo scopo nel meglio elimina il dubbio,

  30 	è poiche pur essendo dubbio lo scopo in questo tu comunque agisci,
     	allora io combatterò contro di te o Rāma, nel grande scontro,
     	guarda il valore del mio braccio, e il coraggio sovrumano,

  31 	giunti a ciò, io per quanto in mio potere o rampollo di Bhṛgu,
     	agirò, io combatterò contro di te o savio, a kurukṣetra,
     	al duello o Rāma come desideri, tienti pronto o grande muni,

  32 	là tu sarai da me ucciso coperto da centinaia di frecce,
     	e otterrai i mondi conquistati, purificato dalle armi nel grande scontro,

  33 	vai dunque, torna a kurukṣetra, tu che ami la battaglia,
     	là io mi recherò o grandi braccia a combattere con te o ricco-in-tapas,

  34 	là è dove tu o Rāma hai compiuto un tempo la purificazione di tuo padre,
     	là io pure, uccidendoti compirò una purificazione o bhṛguide,

  35 	là dunque vai o Rāma, in fretta o fiero nel combattere,
     	cancellerò la tua antica arroganza o brahmano di nome,

  36 	e pure quanto tu hai affermato in molte assemblee,
     	che tu da solo hai sconfitto gli kṣatriya al mondo, allora questo ascolta:

  37 	allora non era nato Bhīṣma e neppure uno kṣatriya pari a me,
     	che potesse cancellare la tua arroganza e la tua brama,

  38 	io ora sono nato, Bhīṣma il comquistatore di città nemiche,
     	e io spegnerò la tua arroganza in battaglia Rāma, senza alcun dubbio."
     


                              CLXXIX


   1 	Bhīṣma disse:
     	" allora mi disse Rāma quasi ridendo o bhārata,
     	è una fortuna per me che tu voglia combattere con me in duello,

   2 	io andrò a kurukṣetra con te o kaurava,
     	e compirò quanto hai detto, vieni dunque là o tormenta-nemici,

   3 	e là tu da me ucciso, coperto di centinaia di frecce, tua madre 
     	la Jāhnavī ti vedrà o Bhīṣma divenuto cibo di avvoltoi,

   4 	vedendo te misero da me ucciso, venerata da siddha e cāraṇa,
     	quella dea oggi piangerà o principe della terra,

   5 	da questo afflitta, la gloriosa fiumana figlia di Bhagīratha,
     	la quale ti generava, o sciocco e follemente innamorato della guerra,

   6 	vieni dunque con me, o Bhīṣma, che si inizi ora lo scontro,
     	àrmati di tutto punto o kaurava, a cominciare dal carro o toro dei bhārata.'

   7 	io allora a Rāma vincitore di città nemiche, che così parlava, 
     	inchinando la testa o re: ' così sia.' gli dissi,

   8 	e così avendo parlato Rāma si recava a kurukṣetra per combattere,
     	e io rientrato in città tutto raccontai a Satyavatī,

   9 	quindi benedetto dalla madre, io salutato 
     	dai brahmani con sante parole e benedizioni o illustrissimo,

  10 	salito sullo splendido carro argenteo, coi bianchi cavalli,
     	ben equipaggiato e comodo a starci, coperto da una pelle di tigre,

  11 	fornito di grandi armi, e completo di ogni strumento,
     	aggiogato da un auriga di nobile nascita, valoroso o sovrano,

  12 	e sapiente di śāstra e dei cavalli, e che ha visto molte imprese,
     	e io armato di una corazza argentea, di bella fattura,

  13 	e afferrato l'argenteo arco, partivo o toro dei bhārata,
     	e con un argenteo parasole ben fermo sulla testa,

  14 	e ventilato da argentei flabelli o sovrano di uomini,
     	con bianche vesti, e un bianco copricapo, e adornato interamente di bianco,

  15 	accompagnato da benedizioni di vittoria, uscendo dalla città degli elefanti,
     	mi recavo a kurukṣetra, luogo dello scontro o toro dei bhārata,

  16 	i cavalli incitati dall'auriga in quella suprema lotta,
     	mi conducevano veementi o re, veloci come il vento e il pensiero,

  17 	e avendo io raggiunto kurukṣetra e anche il potentissimo Rāma,
     	rapidamente al combattimento reciproco ci apprestavamo,

  18 	quindi io mi fermai in vista di Rāma supremo asceta,
     	e afferrata la meravigliosa conchiglia allora la suonai con forza,

  19 	allora là brahmani o re, e asceti abitanti la foresta,
     	guardavano lo scontro, e dal cielo pure gli dèi con le schiere dei ṛṣi,

  20 	quindi divine ghirlande apparivano ad ogni momento,
     	e divini strumenti musicali, e caterve di nubi,

  21 	quindi tutti gli asceti, al seguito del bhṛguide,
     	giunti spettatori, si sedettero tutt'intorno al campo di battaglia,

  22 	allora mi diceva la dea che desidera il bene di tutti gli esseri,
     	mia madre nel suo proprio aspetto: 'che cosa cerchi di fare?

  23 	raggiunto il figlio di Jamadagni lo suplicherò o migliore dei kuru,
     	ripetutamente: 'non combattere con Bhīṣma egli è tuo discepolo.' 

  24 	figlio mio, non essere così ostinato con quel savio o principe,
     	da minacciare di combattere col figlio di Jamadagni in duello,

  25 	non sai dunque che è un uccisore di kṣatriya, valoroso come lo stesso Hara,
     	questo Rāma, che tu figlio mio vuoi perciò combattere con lui?'

  26 	allora io salutandola a mani giunte raccontavo alla dea,
     	tutto quanto era accaduto o migliore dei bhārata nella svayaṁvara,

  27 	e come io avessi cercato prima di conciliarmi Rāma o re dei re,
     	e come per la figlia del re dei kāśi vi fosse un amore precedente,

  28 	quindi mia madre la grande fiumana rivolgendosi a Rāma,
     	cercava di pacificare quel ṛṣi bhṛguide per mio conto:
     	' non combattere con Bhīṣma, egli è tuo discepolo.' questo diceva,

  29 	ed egli diceva a lei che lo supplicava: ' fai cambiare idea a Bhīṣma,
     	egli non vuole obbedire ai miei comandi, così io l'ho sfidato.' “

  30 	Saṁjaya disse:
     	“allora la Gaṅgā per amore del figlio, tornava da Bhīṣma,
     	ma egli con gli occhi accesi d'ira, non ascoltava le sue parole,

  31 	allora in vista venne quel migliore dei bhṛguidi, dall'anima pia, e dal grande tapas,
     	e lo sfidava di nuovo alla battaglia quel migliore dei brahmani.”
     


                              CLXXX


   1 	Bhīṣma disse:
     	" io allora sorridendo rispondevo a lui schierato in battaglia:
     	'io sul carro non posso combattere con te appiedato,

   2 	sali su un carro o valoroso, e la corazza o grandi-braccia,
     	indossa, se in battaglia o Rāma con me vuoi combattere.'

   3 	allora Rāma mi diceva sorridente sul campo di battaglia:
     	'il mio carro è la terra o Bhīṣma, e i veda mi trasportano sempre come cavalli,

   4 	mio auriga è il fuoco sacro, e per corazza ho le madri dei veda,
     	ben fornito io combatterò in battaglia con te o rampollo dei kuru.'

   5 	cosi parlandomi o figlio di Gāndhārī, Rāma dal sincero coraggio,
     	mi innondava ovunque con una grande pioggia di frecce,

   6 	allora io vidi quel figlio di Jamadagni, schierato su un carro divino,
     	essendo fornito di tutto punto, bellissimo e meraviglioso a vedersi,

   7 	prodotto dalla sua pura mente, grande come un suprema città,
     	aggiogato a divini destrieri, e adornato d'oro,

   8 	per stendardo o grandi-braccia, il simbolo decorato della luna,
     	arco in mano, faretra allacciata, e pure la corda e i paracolpi,

   9 	e in funzione di auriga per quel combattente, là vi era Akṛtavraṇa,
     	il suo amico, sapiente dei veda, grandemente caro al bhṛguide,

  10 	egli invitandomi allo scontro rallegrava la mia mente,
     	continuamente gridando avanzava il bhṛguide,

  11 	e avanzavo contro Rāma il distruttore degli kṣatriya, invincibile,
     	da solo a solo contro quel fortissimo simile al sole sorgente,

  12 	quindi io, coi miei cavalli fermati da tre piogge di frecce,
     	io scesi prendendo il mio arco, a piedi contro quel migliore dei ṛṣi,

  13 	io mi avvicinai allora a Rāma trattando con rispetto quel migliore dei ri-nati,
     	e salutatotolo correttamente gli dicevo queste supreme parole:

  14 	'io combatterò contro di te in duello o Rāma anche se sei superiore a me,
     	e mio guru dalla retta condotta, augurami la vittoria o illustre.'

  15 	Rāma disse:
     	' chi desidera la fortuna deve agire così o migliore dei kuru, 
     	questo è il dharma o grandi-braccia, dover combattere contro i superiori,

  16 	io ti maledirei se tu non venissi o signore di genti,
     	combatti sul campo, con impegno usando l'intelligenza o kaurava,

  17 	tu non hai speranza di vittoria, io sono deciso a vincerti,
     	vieni, combatti, io sono felice del tuo comportamento secondo il dharma.'

  18 	Bhīṣma disse:
     	' allora a lui inchinatomi, salito in fretta sul carro,
     	feci ancora risuonare sul campo la mia conchiglia adornata d'oro,

  19 	e quindi cominciava lo scontro tra me e lui o bhārata,
     	per moltissimi giorni o re, tentando di vincerci vicendevolmente,

  20 	egli per primo mi faceva segno sul campo di frecce piumate,
     	con cento e sessantanove frecce, accese di fuoco,

  21 	e i miei quattro cavalli, e l'auriga o signore di genti, da lui
     	furono fermati, e allora io sul campo mi schierai armato,

  22 	e inchinatomi agli dèi e ai brahmani o bhārata,
     	io allora sorridendo, dicevo a lui schierato in battaglia:

  23 	' io tengo in onore che tu fosti il maestro, anche se tu non ne segui le regole,
     	e di nuovo ascoltami o brahmano, mentre mi accingo ad un giusto scontro,

  24 	i veda che sono nel tuo corpo e il tuo grande rango di brahmano,
     	e il supremo tapas, praticato da te, io non ti porterò via,

  25 	nel colpire il dharma kṣatriya che tu o Rāma persegui,
     	il brahmano  diventa uno kṣatriya alzando le armi,

  26 	guarda la potenza del mio arco, guarda la forza delle mie braccia,
     	io il tuo arco taglierò in due con questa freccia o valoroso.'

  27 	e a lui io scagliava una freccia affilata o toro dei bhārata,
     	e tagliata, l'estremità del suo arco cadeva allora a terra,

  28 	e pure centinaia di nuove frecce a punta piatta,
     	e di frecce piumate io scagliavo verso il carro del figlio di Jamadagni,

  29 	mirate al suo corpo allora e mosse dal vento,
     	procedevano spargendo sangue come serpenti queste frecce,

  30 	sprizzando sangue da tutte le sue membra, rosso di ferite,
     	divenne Rāma allora o re, come se il monte meru emettesse i suoi elementi,

  31 	come un albero di aśoka a fine inverno pieno di rossi boccioli,
     	appariva allora Rāma o re, simile ad un albero kiṁśuka in quel luogo,

  32 	allora preso un altro arco, Rāma soverchiato dall'ira,
     	scagliava frecce affilate dalla cocca d'oro,

  33 	molte di queste sanguinose e precise, raggiungendomi, 
     	mi scuotevano con grande energia come serpenti velenosi,

  34 	quindi io di nuovo schierandomi in battaglia,
     	furioso, con centinaia di frecce allora ricoprivo Rāma,

  35 	e Rāma colpito da quelle frecce appuntite, accese di fiamme,
     	simili a serpenti velenosi, era quasi stupefatto,

  36 	allora io preso da compassione, da me rimproverando me stesso:
     	' vergogna, vergogna al combattere degli kṣatriya.' dicendo o toro dei bhārata,

  37 	e ripetutamente io dicevo o re, sommerso dalla grande sofferenza:
     	' che vergogna il male che io ho compiuto nell'agir da kṣatriya,

  38 	è il mio guru, un brahmano, dall'anima pia, che così è colpito dalle frecce.'
     	allora non avanzai più verso il figlio di Jamadagni o bhārata,

  39 	quindi il sole avendo illuminato la terra alla fine del giorno,
     	il mille-raggi, tramontava, e allora lo scontro cessava.'
     


                              CLXXXI


   1 	Bhīṣma diceva:
     	" allora il mio auriga o signore di genti, dai miei cavalli
     	estraeva le frecce, essendo egli considerato competente,

   2 	e condotti al bagno i coraggiosi destrieri e ottenuta l'acqua,
     	al primo apparire del sorgere del sole quindi riprese la lotta,

   3 	e vedendomi armato e schierato sul carro rapidamente avanzare,
     	il potente Rāma fece preparare il suo grandissimo carro,

   4 	allora io vedendo avanzare Rāma bramoso di battaglia,
     	armato il mio ottimo arco, velocemente scendevo dal carro,

   5 	e inchinatomi a lui, allora risalendo sul carro o bhārata,
     	desideroso di lotta, schierato senza paura davanti al figlio di Jamadagni,

   6 	allora lui mi copriva con una grande pioggia di frecce,
     	e io, lui che così scagliava ricoprivo con una pioggia di frecce,

   7 	infuriato il figlio di Jamadagni, ancora piumati dardi,
     	mi scagliava o re, che erano come uraga dalla bocca accesa,

   8 	e io quelle con centinaia e migliaia di frecce affilate
     	rapidamente le tagliavo, o re, nell'aria ripetutamente,

   9 	allora il potente figlio di Jamadagni delle armi divine
     	verso di me scagliava, ed io quelle netraulizzavo,

  10 	cercando di compiere con le armi un'impresa suprema, o grandi-braccia,
     	allora in cielo si manifestava ovunque una grande frastuono,

  11 	quindi io dirigevo verso il figlio di Jamadagni l'arma detta di Vāyu,
     	ma la distruggeva Rāma con un'arma dei guhyaka o bhārata,

  12 	quindi io l'arma detta di Agni scagliavo attivandola con mantra,
     	e Rāma quello splendido, la eliminava con quella detta di Varuṇa,

  13 	e così io le divine armi di Rāma fermavo,
     	e le mie lui, il formidabile Rāma, esperto di armi divine, e uccisore di nemici,

  14 	allora o re, Rāma quel migliore dei ri-nati, fattosi al mio fianco sinistro,
     	furioso il figlio di Jamadagni e fortissimo mi colpiva al petto,

  15 	quindi io o migliore dei bhārata, mi abbattevo sull'ottimo carro,
     	e l'auriga vedendomi privo di sensi rapido mi portava via,
     	lontano o migliore dei bhārata, ferito dalla freccia di Rāma,

  16 	allora vedendo che mi ritiravo severamente colpito e privo di sensi,
     	i seguaci di Rāma, tutti gridarono di gioia,
     	a cominciare da Akṛtavraṇa e dalla figlia del re dei kāśi o bhārata,

  17 	ma poi ripreso coscienza, e ragione, dicevo al mio auriga:
     	' vai o auriga dove si trova Rāma io sono pronto, finito è il dolore.'

  18 	allora l'auriga mi portava coi belliissimi cavalli,
     	che quasi danzavano, o kaurava, veloci come vento, alla mia meta,

  19 	quindi io raggiunto Rāma con un mare di frecce o kaurava,
     	lo coprivo, pieno di furore, mentre era eccitato dal desiderio di vittoria,

  20 	ma quelle frecce mentre cadevano dritte al bersaglio, Rāma
     	rapidamente le abbatteva ciascuna con tre frecce, sul campo,

  21 	allora tutte le mie frecce ben appuntite erano abbattute
     	e tagliate in due dalle centinaia di frecce di Rāma, là nel grande scontro,

  22 	quindi ancora una freccia splendidamente fiammeggiante, pari al tempo finale,
     	io scagliavo per ucciderlo verso Rāma, il figlio di Jamadagni,

  23 	colpito profondamente da quella e caduto preda della ferita della freccia,
     	perdeva i sensi immediatamente Rāma e cadeva a terra,

  24 	allora essendo Rāma adagiato a terra, interamente pieno di grida
     	l'universo o bhārata era, e agitato come se fosse caduto il sole,

  25 	e quindi tutti agitatissimi corsero verso di lui,
     	verso il rampollo di Bhṛgu, rapidamente quegli asceti e la fanciulla,

  26 	essi abbracciandolo, allora dolcemente lo confortavano,
     	con le mani e fresche acque, e benedizioni di vittoria o kaurava,

  27 	allora Rāma ancora turbato, alzandosi mi diceva:
     	'fermati Bhīṣma che sei morto.' e incoccata una freccia nell'arco,

  28 	egli scagliandola la piantava veloce nel mio fianco sinistro in quel grande scontro,
     	per cui io ne ero violentemente scosso come un albero agitato dal vento,

  29 	e avendo uccisi i cavalli allora o re, con veloci frecce sul campo,
     	tranquillo mi copriva di frecce affilate come rasoi,

  30 	allora io pure sul campo  veloci frecce inarrestabili,
     	scagliavo o grandi-braccia, e quelle frecce erano fermate in aria,
     	le frecce mie e di Rāma riempivano ovunque il cielo,

  31 	e il sole non scaldava coperto da quel mare di frecce,
     	e il vento nel cielo ostruito da quelle nuvole non rumoreggiava,

  32 	allora per la spinta del vento e per i raggi del sole,
     	e il calore del suo corpo, sorgeva un grande fuoco,

  33 	quelle frecce di per sé stesse accese di varie fiamme,
     	tutte cadevano a terra o re, allora divenute cenere,

  34 	allora centinaia di migliaia, milioni e decine di milioni,
     	e centinaia di milioni e millioni di miliardi o kaurava,
     	di frecce Rāma furioso rapido su di me scagliava,

  35 	allora io quelle sul campo, con frecce simili a serpenti velenosi,
     	tagliavo o sovrano, e abbattevo a terra come serpenti,

  36 	così era quel combattimento allora o migliore dei bhārata,
     	ma quando fu passata l'ora del tramonto, il mio guru se ne andava."
     	


                              CLXXXII


   1 	Bhīṣma disse:
     	" scontratomi di nuovo con Rāma, il giorno dopo,
     	tumultuoso e terrificante sorgeva allora lo scontro o migliore dei bhārata,

   2 	quindi quel guerriero esperto di armi divine, innumerevoli dardi divini,
     	scaricava gorno per giorno, quel potente grand'anima,

   3 	e questi dardi io con distruttive frecce, o bhārata,
     	colpivo in quel tumultuoso scontro, trascurando la vita difficile da lasciare,

   4 	e quel Bhṛguide molte volte colpiti i miei dardi con le sue frecce,
     	si infuriava quello splendido, trascurando la sua stessa vita in battaglia,

   5 	quindi colpito dalle frecce, scagliava una lancia tremenda, il grand'anima figlio di Jamadagni,
     	splendente come una meteora scagliata dalla morte, infuocata copriva di luce i mondi,

   6 	allora io con frecce infuocate quella che avanzava accesa dalle fiamme del tempo finale,
     	tagliandola in tre pezzi, l'abbattevo al suolo, allora spirava una brezza di puro profumo,

   7 	ed essendo quella tagliata, pieno d'ira Rāma, altre dodici terribile lance scagliava,
     	di queste la forma o bhārata non so dire, per il loro fulgore e velocità,

   8 	come potevo vederle da agitato? esse tutte come un fuoco illuminavano ogni luogo,
     	di varia forma accese di tremendo splendore, erano come dodici soli alla fine del mondo,

   9 	allora vedendole apertamente tagliato il mare delle mie frecce dal suo mare di frecce o re,
     	scagliavo sul campo dodici frecce, e allora colpivo quelle lance tremende,

  10 	quindi il figlio di Jamadagni grand'anima, altre tremende lance dal manico d'oro scagliava,
     	di varie forme, fornite di piume d'oro, e splendenti come meteore,

  11 	e pure quelle terribili, parate con lo scudo, con la spada le abbattei in battaglia o sovrano,
     	e con divine frecce sul campo io sommergevo i cavalli del figlio di Jamadagni col loro auriga,

  12 	e vedendo abbattute quelle lance screziate d'oro simili a scagliati serpenti,
     	il grand'anima infuriato, quel distruttore simile al re Haihaya, faceva apparire un'arma divina, 

  13 	quindi mucchi di frecce incendiate simile a orrende locuste, volavano
     	e colpirono violentemente il mio corpo i cavalli, il carro e l'auriga,

  14 	il mio carro ovunque trafitto da frecce, e così i cavalli e l'auriga o re,
     	e il giogo e il guerriero egli aveva fatto, e pure l'asse tagliato dalle frecce era incurvato,

  15 	allora cessata quella pioggia di frecce, con un fiume di frecce sommergevo il guru,
     	quel pozzo di scienza ferito dalle frecce, dal suo corpo usciva copioso a terra il sangue,

  16 	e come Rāma era afflitto dal mare di frecce, anch'io ero violentemente in profondo ferito,
     	allora alla fine del giorno il sole al tramonto raggiungendo i monti, lo scontro cessava."
     


                              CLXXXIII


   1 	Bhīṣma disse:
     	" allora splendendo il sole sorto all'alba o re dei re,
     	ricominciava lo scontro del bhṛguide contro di me,

   2 	allora stando sul carro in moto, Rāma il migliore dei combattenti,
     	mi sommergeva di una pioggia di frecce come fa Śakra sui monti,

   3 	il mio auriga e amico, da quella pioggia di frecce colpito,
     	cadeva sul piano del carro abbattendo il mio animo,

   4 	allora il mio auriga cadeva in una suprema debolezza,
     	e cadeva a terra colpito dalle frecce e perdeva i sensi,

   5 	quindi l'auriga colpito dalle frecce di Rāma perdeva la vita, 
     	e per un momento la paura entrava in me o re dei re, allora

   6 	quindi ucciso il mio auriga mentre io scagliavo le mie frecce,
     	con la mente afflitta, Rāma scaricava frecce mortali,

   7 	quindi il bhṛguide mentre ero afflitto per l'auriga, e confuso,
     	mi colpiva con una freccia estendendo al massimo il fortissimo arco,

   8 	quella affamata di sangue si piantava sul mio petto, o re, 
     	e assieme a me cadeva sul terreno o re dei re,

   9 	Rāma pensando di avermi ucciso o toro dei bhārata,
     	con voce di tuono gridava forte, ripetutamente con gioia,

  10 	e mentre io cadevo o re, Rāma pieno di gioia,
     	emetteva un grandissimo urlo assieme ai suoi seguaci,

  11 	mi erano allora vicino i kaurava che si trovavano là,
     	e le genti venute là per vedere la battaglia,
     	questi mentre io mi abbattevo, caddero in un supremo affanno,

  12 	quindi da caduto io vedevo o leone dei re, otto brahmani, splendenti come soli o fuochi,
     	questi stavano tutti intorno a me, sostenendomi con le braccia in mezzo alla battaglia,

  13 	e io sostenuto da quei savi, non toccavo nemmeno terra,
     	ero sostenuto in aria da quei savi come fossero dei parenti,
     	e quasi dormendo nell'aria, ero spuzzato di gocce d'acqua,

  14 	allora quei brahmani o re abbracciandomi mi dicevano,
     	ripetutamente tutti insieme: ' non temere, che la fortuna sia con te.'

  15 	quindi rincuorato da quelle loro parole io subito mi alzavo,
     	e scorgevo mia madre la migliore delle fiumane, ferma sul carro, 

  16 	i miei cavalli da quella grande fiumana erano guidati in battaglia o re dei kuru, 
     	e venerati i piedi della madre, e pure gli antenati salivo sul carro,

  17 	ella proteggeva i mio carro, il cavallo e gli strumenti,
     	io allora messomi a mani giunte, davanti a lei la lasciavo andare,

  18 	quindi da me preso i cavalli, veloci come il vento,
     	combattei contro il figlio di jamadagni, fino alla fine del giorno, o bhārata,

  19 	poi io o migliore dei bhārata, una fortisssima ed energica
     	freccia scagliavo sul campo a Rāma, che lo colpiva al cuore,

  20 	quindi colpito dalla potente freccia egli cadeva a terra,
     	sulle ginocchia, abbandonando l'arco Rāma e andava in deliquio,

  21 	allora mentre cadeva Rāma, quel donatore di molte migliaia di vacche,
     	le nuvole coprirono il cielo emettendo molto sangue,

  22 	e meteore cadevano a centinaia assieme a bufere, e a terremoti,
     	e Rahu Svarbhānu, improvvisamente copriva l'acceso sole,

  23 	e soffiavano i venti, e la terra ne era violentemente scossa,
     	e avvoltoi, corvi e aironi, si precipitavano pieni di gioia,

  24 	e in quel luogo illuminato lo sciacallo a lungo terribilmente gridava,
     	e i tamburi senza essere battuti, risuonavano di forti colpi,

  25 	questi tremendi portenti vi erano o migliore dei bhārata,
     	mentre Rāma grand'anima, cadeva a terra sembrando privo di sensi,

  26 	quindi il sole col suo debole alone di luce, tramontava coperto da nuvole di polvere,
     	alla sera fresche e dolci brezze soffiarono, quindi la battaglia si interrompeva,

  27 	così o re, ci fu la sospensione, e poi all'alba tornava tremenda,
     	e di tramonto in tramonto passarono venti giorni più altre tre giorni."
     


                              CLXXXIV


   1 	Bhīṣma disse:
     	" allora io di notte o re dei re, inchinando la testa 
     	ai brahmani, agli avi e agli dèi interamente,

   2 	e agli spiriti che vagano nella notte, e alla notte stessa o signore di genti,
     	raggiunto il letto, da solo con la mente pensavo:

   3 	'questo scontro col figlio di Jamadagni, è grandemente terribile,
     	per molti giorni ora si è svolto con immenso pericolo,

   4 	io non sono in grado sul campo di battaglia di vincere Rāma
     	dal supremo valore, quel savio del figlio di Jamadagni è fortissimo in battaglia,

   5 	se io posso vincere il potente figlio di Jamadagni,
     	le divinità favorevoli me lo mostrino nei miei sogni.'

   6 	quindi io in sogno o re dei re, addormentato ferito dalle frecce,
     	sul fianco destro, quasi all'apparizione del sole,

   7 	allora io quei principali savi dai quali fui tirato giù dal carro,
     	e rialzato saldo, e confortato con quel 'non temere.'

   8 	questi o grande re venendo ad apparirmi in sogno,
     	circondandomi mi dicevano queste parole: 'ascolta o prosecutore dei kuru, 

   9 	alzati, non temere o figlio di Gaṅgā non aver alcuna paura,
     	noi ti proteggiamo o tigre fra gli uomini, tu sei il nostro corpo,

  10 	in nessun modo Rāma il figlio di Jamadagni ti vincerà in battaglia,
     	tu vicerai Rāma in battaglia o toro dei bhārata,

  11 	quest'arma molto cara devi imparare tu o signore,
     	essa fu conosciuta da te nella tua precedente vita,

  12 	questa di nome prasvāpa creata per Prajāpati o bhārata,
     	non la conosce Rāma né alcun altro uomo sulla terra,

  13 	questa tieni a mente o grandi-braccia, tientela stretta con forza,
     	Rāma non sarà distrutto da questa arma o sovrano,

  14 	e tu non andrai mai incontro alla sventura, o onorevole,
     	si addormenterà il figlio di Jamadagni colpito dal tuo dardo,

  15 	allora avendolo vinto tu di nuovo lo rialzerai,
     	con la tua cara arma o Bhīṣma, risvegliandolo sul campo,

  16 	così agisci al sorgere del sole schierato sul carro o kaurava,
     	morto o addormentato noi pensiamo sia la stessa cosa,

  17 	e Rāma non dovrà mai andare incontro alla morte o principe,
     	quindi questa prasvāpa che ti è giunta tieni stretta.'

  18 	così avendo parlato sparivano tutti quegli ottimi brahmani,
     	tutti otto dello stesso aspetto e della forma del sole."
     


                              CLXXXV


   1 	Bhīṣma disse:
     	" allora passata la notte, io mi risvegliai o bhārata,
     	e pensando al sogno io divenni supremamente lieto,

   2 	quindi ricominciava lo scontro tra me e lui o bhārata,
     	tumultuoso, straordinario, da far rizzare i capelli a tutti i viventi,

   3 	allora mi sommergeva il bhṛguide con una pioggia fatta di frecce,
     	ed io la paravo o bhārata con un mare di frecce,

   4 	quindi supremamente adirato, divenne ancora il grande asceta,
     	e con la precedente furia mi scagliava una lancia,

   5 	dello stesso impatto della folgore di Indra, splendida come il bastone di Yama,
     	fiammeggiante di fuoco sul campo, con lingue di fiamme ovunque,

   6 	allora o tigre dei bhārata, volando nell'aria come meteora,
     	essa mi colpiva veloce alla spalla o bhārata,

   7 	e scorgava il mio sangue violentemente come rossa terra da un monte, 
     	dalla ferita o grandi-braccia, inferta da Rāma o tu dagli occhi sanguigni,

   8 	allora io soverchiato dall'ira violentemente al figlio di Jamadagni,
     	scagliavo una freccia, simile a serpe velenosa come la stessa morte,

   9 	quel valoroso migliore dei ri-nati, colpito sulla fronte da quella,
     	appariva o grande re, come una montagna con la sua cima,

  10 	egli divenuto furioso, una freccia simile alla distruzione finale,
     	terribile distruttrice dei nemici piazzava quel forte, muovendosi,

  11 	quella freccia sul mio petto cadeva soffiando come un serpente,
     	e a terra io allora cadevo coperto di sangue o re,

  12 	e riacquistata conoscenza io allora al sapiente figlio di Jamadagni,
     	scagliavo una lucida lancia splendente come un lampo,

  13 	essa cadeva sul davanti del ri-nato in mezzo alle sue braccia,
     	e afflito era allora egli o re, e cominciava a tremare,

  14 	abbracciandolo allora il suo amico, il savio dal grande tapas,
     	Akṛtavraṇa, con dolci parole lo rincuorava in vari modi,

  15 	ripresosi allora Rāma soverchiato da incontenibile ira,
     	quel grande nei voti faceva apparire allora la suprema arma detta di Brahmā.

  16 	allora per parare quella, un'altra suprema arma di Brahmā,
     	da me fu scagliata, e brillava come apparisse la fine dello yuga,

  17 	nel mezzo si scontrarono quelle due armi di Brahmā,
     	non raggiungendo né Rāma né me o migliore dei bhārata,

  18 	allora nel cielo appariva solamente uno splendore, 
     	e tutti gli esseri caddero in grande sofferenza o signore di genti,

  19 	i ṛṣi e i gandharva e gli dèi o bhārata,
     	in grande angustie caddero, colpiti dall'energia delle armi,

  20 	e si muoveva la terra, con le sue montagne e foreste di alberi,
     	e dolenti gli esseri caddero in suprema disperazione,

  21 	il cielo bruciava o re, riempiendo di fumo ogni regione,
     	e i volatili non erano in grado di rimanere in aria,

  22 	quindi mentre al mondo gridavano dèi, asura e rākṣasa,
     	' questo è il momento.' così io divenni desideroso di approntare o Bhārata 

  23 	la cara arma parsvāpa, secondo il consiglio di quei brahmani,
     	e pensandoci, nella mia mente appariva quell'arma allora."
     


                              CLXXXVI


   1 	Bhīṣma disse:
     	" allora un grande frastuono di urla o re sorgeva in cielo:
     	' non scagliare o Bhīṣma la prasvāpa.' così o rampollo dei kuru,

   2 	e io dunque approntavo quell'arma contro il rampollo di Bhṛgu,
     	ma mentre io preparavo la prasvāpa, Nārada il discorso mi diceva:

   3 	'le schiere degli dèi che sono lassù nel cielo o kaurava,
     	te lo proibiscono, non usare ora la prasvāpa,

   4 	Rāma è un asceta, devoto, un brahmano e il tuo guru,
     	non voler in alcun modo compiere o kaurava il suo disonore.'

   5 	allora io vedevo i miei otto brahmani ritti in cielo,
     	essi sorridendomi o re dei re con dolcezza mi dicevano:

   6 	' fai o kuru, quanto ti dice Nārada o migliore dei bhārata,
     	questo ò il supremo bene per tutti i mondi o toro dei bhārata.'

   7 	allora ritirata sul campo quell'arma che fa dormire,
     	facevo lampeggiare l'arma di Brahmā, secondo le regole, in quello scontro,

   8 	e il furioso Rāma, o figlio del re, vedendo quell'arma da me ritirata
     	pronunciava subito queste parole:' io da grande sciocco sono vinto da Bhīṣma.'

   9 	allora il figlio di Jamadagni scorgeva il padre e anche il padre del padre e altri ancora,
     	essi stando tutti intorno a lui, gli dicevano allora concilianti parole:

  10 	non praticare mai più questa tua sconsideratezza o figliolo,
     	di scendere in combattimento contro uno kṣatriya e specialmente con Bhīṣma,

  11 	quello di combattere è il dharma degli kṣatriya o rampollo di Bhṛgu,
     	lo studio, e il praticare i voti, è la suprema ricchezza dei brahmani,

  12 	per qualche motivo noi ti avevamo indotto a questo
     	crudelissimo usare le armi, e tu hai compiuto il tuo dovere, 

  13 	figlio, tale compito è finito con lo scontro contro Bhīṣma,
     	smetti o grandi-braccia, ritirati dalla battaglia fin d'ora,

  14 	finito è il tempo per te di portare l'arco, fortuna sia a te,
     	abbandonando ciò o invincibile, pratica il tapas o bhṛguide,

  15 	Bhīṣma il figlio di Śaṁtanu è stato fermato da tutti gli dèi,
     	così fu ripetumente incitato: 'ritirati da questa battaglia,

  16 	non combattere contro Rāma tuo guru, 
     	non è giusto che tu vinca Rāma in battaglia o rampollo dei kuru,
     	rendi onore o figlio di Gaṅgā al brahmano sul campo di battaglia,

  17 	noi siamo i tuoi maestri, e quindi te lo proibiamo.'
     	Bhīṣma è uno dei vasu, fortuna dunque tu vivi ancora o figliolo,

  18 	il figlio di Gaṅgā e di Śaṁtanu è un vasu di grande splendore,
     	come tu o Rāma puoi vincerlo in battaglia? ritirati dunque,

  19 	Arjuna il migliore dei pāṇḍava, il forte figlio del distruggi-fortezze,
     	il varoroso Nara, signore delle creature, l'eterno dio primevo,

  20 	chiamato nei tre mondi l'ambidestro, quel valente,
     	fu dal dio nato-da-sè, stabilito essere al momento giusto la morte di Bhīṣma.'

  21 	così apostrofato dagli avi, Rāma diceva questo ai suoi antenati:
     	'io non posso ritirarmi alla lotta, io ho dato la mia parola,

  22 	mai prima io mi sono ritirato dal fronte della battaglia,
     	che si ritiri dalla lotto volontariamente il figlio della fiumana, 
     	io non mi ritirerò in nessun modo da questa battaglia.'

  23 	allora i muni o re, a cominciare dal nonno Ṛcīka allora,
     	assieme a Nārada, avvicinandomi dicevano:

  24 	'abbandona la battaglia o figlio, porgi onore ai supremi ri-nati.'
     	io risposi di no a loro guardando al dharma kṣatriya,

  25 	questo è il mio voto: ' in nessun modo io dalla lotta
     	mi posso ritirare girando la schiena, pur colpito dalle frecce,

  26 	io, né per avidità, né per debolezza, né per pura o a motivo di ricchezza,
     	posso abbandonare l'eterno dharma, questa la mia ferma decisione.'

  27 	allora tutti quei muni, con Nārada in testa o sovrano,
     	e mia madre la Bhāgīrathī procevevano in mezzo al campo di battaglia,

  28 	e mentre io saldo nella decisione stavo con l'arco e tenendo le frecce,
     	schierato a combattere sul campo, allora essi dicevano a Rāma,
     	tutti insieme avendo raggiunto ancora sul campo quel rampollo di Bhṛgu:

  29 	'non abbattere il cuore dei savi, pacificati o bhṛguide,
     	o Rāma, Rāma, ritirati da questo scontro, o migliore dei ri-nati,
     	tu non puoi vincere Bhīṣma, né Bhīṣma te, o bhṛguide.'

  30 	così parlando tutti loro, riempivano il campo di battaglia,
     	quegli antenati e favevano gettare le armi al rampollo di Bhṛgu,

  31 	allora io di nuovo quegli otto pii brahmani,
     	scorgevo splendenti, come in alto gli otto pianeti,

  32 	essi mentre ero schierato a battaglia mi dicevano affettuose parole:
     	'avanza verso Rāma o grandi-braccia, il tuo maestro, fallo per il bene del mondo.'

  33 	e vedendo ritirarsi Rāma per le parole degli amici,
     	e agendo per il bene dei mondi, io pure accettai quel discorso,

  34 	allora io pur severamente ferito, avvicinando Rāma lo onoravo,
     	e Rāma sorridendo con affetto mi diceva quel grande asceta:

  35 	' pari a te vivente sulla terra non vi è un tale kṣatriya a questo mondo,
     	smettiamo questo scontro o Bhīṣma io sono molto soddisfatto di te.'

  36 	e alla mia presenza rivolto alla fanciulla il bhṛguide,
     	diceva a lei con voce afflitta in mezzo a quegli asceti.
     


                              CLXXXVII


   1 	Rāma disse:
     	' alla presenza di tutti i mondi o splendida,
     	secondo la mia suprema possibilità, ho agito con grande valentìa,

   2 	ma non sono in grado di superare in battaglia Bhīṣma,
     	il migliore degli armati, pur usando grandemente le supreme armi,

   3 	questa è la mia massima potenza, questa la mia massima forza,
     	vai dunque dove credi o virtuosa, che altro posso fare per te?

   4 	gèttati ai piedi di Bhīṣma, non ti resta altra scelta,
     	sconfitto io fui da Bhīṣma, che ha scagliato grandi armi.' '

   5 	Bhīṣma disse:
     	' così avendo parlato Rāma sospirando quel grande intelletto,
     	divenne silente, e allora la fanciulla rispondeva al rampollo di Bhṛgu:

   6 	' o venerabile così è come tu hai detto signore,
     	invincibile è Bhīṣma in battaglia, persino dagli dèi quel sagace,

   7 	secondo il tuo potere, con ogni sforzo tu hai compiuto il mio compito,
     	senza risparmiare in battaglia valore e armi varie,

   8 	ma non fosti in grado alla fine di superarlo in battaglia,
     	né io in alcun modo ritornerò da Bhīṣma,

   9 	io me ne andrò là dove o ricco in tapas, Bhīṣma in battaglia
     	potrò abbattere da me o continuatore di Bhṛgu.'

  10 	così avendo parlato se ne andava la fanciulla con gli occhi dilatati dalla furia,
     	pensando di ottenere la mia morte con un rigido tapas,

  11 	allora il migliore dei bhṛguidi assieme ai muni al monte mahendra, 
     	da dove era giunto, si recava Rāma dopo avermi salutato o bhārata,

  12 	quindi io risalito sul carro, celebrato dai brahmani,
     	rientrai in città a riferire alla madre Satyavatī,
     	quanto era accaduto o grande re, ed ella mi riceveva con gioia,

  13 	e io ordinai a degli uomini saggi che in ogni vicenda o azione della fanciulla,
     	in ogni luogo ella andasse quanto avesse detto o fatto,
     	a me riportassero accuratamente, intenti nel mio bene,

  14 	e quando la fanciulla entrò nella foresta salda nel tapas,
     	allora agitato e depresso io divenni quasi privo di senno,

  15 	nessun kṣatriya mi può col suo valore vincere in combattimento,
     	eccetto uno sapiente dei veda saldo nei voti, o figlio mio, col suo tapas,

  16 	e pure ciò io riferivo o re a Nārada,
     	e a Vyāsa con timore per il suo agire ed entrambi mi dissero:

  17 	'non angosciarti o Bhīṣma per la figlia del re dei kāśi,
     	quale uomo col proprio agire può allontanere il destino?'

  18 	quella fanciulla o grande re, entrata in un āśrama,
     	ritiratasi sulla riva della yamunā praticò un tapas sovrumano,

  19 	smagrita digiunando crudelmente, coi capelli a crocchio, coperta di polvere,
     	per sei mesi vivendo d'aria, divenuta una colonna quella ricca in tapas,

  20 	risiendendo sulla riva della yamunā, un altro intero anno
     	trascorreva, stando in acqua, e digiunando, quella splendida,

  21 	 e passava un altro anno con una sola foglia caduta,
     	ritta sulla punta di un piede, accesa da violenta ira,

  22 	e così per dodici anni tormentava cielo e terra con il suo tapas,
     	che nemmeno i parenti erano in grado di farla desistere,

  23 	quindi giunse alla terra dei vatsa, frequentata da siddha e cāraṇa,
     	ad un āśrama di asceti grandi anime, dalla santa condotta,

  24 	là in quei luoghi santi, bagnandosi e purificandosi giorno e notte,
     	viveva la figlia del kāśi, vagando come desiderava,

  25 	nell'āśrama di Nanda o grande re, e quindi in quello sublime di Ulūka,
     	e nell'āśrama di Cyavana, nel luogo di Brahmā,

  26 	e a prayāga, tīrtha divino, e nelle divine foreste,
     	e quindi a bhogavatī e poi nell'āśrama di Kauśika o re,

  27 	nell'āśrama di Māṇḍavya o re, e quindi in quello di Dilīpa,
     	al lago di Rāma o kaurava, e nell'āśrama di Pailagārgya,

  28 	in tutti questi tīrtha allora la figlia del kāśi o signore di genti,
     	bagnava le membra attendendo ad un duro tapas,

  29 	e a lei diceva o kaurava, mia madre uscendo dall'acqua:
     	' per quale motivo ti tormenti o virtuosa, dimmi dunque la verità.'

  30 	e quella virtuosa le diceva allora o re, a mani giunte:
     	' Bhīṣma non fu vinto in battaglia da Rāma o begl'occhi,

  31 	chi altri è in grado di vincere quel sovrano con le armi in pugno?
     	io dunque pratico questo arduissimo tapas per la distruzione di Bhīṣma,

  32 	mi aggiro sulla terra o dea, per poter uccidere quel sovrano,
     	anche se il frutto di questo voto dovesse essere in un altro corpo.'

  33 	allora le diceva la fiumana:' tu agisci tortuosamente o splendida,
     	non puoi esaudire questo tuo desiderio senza un nuovo corpo, o tenera fanciulla,

  34 	se tu o principessa dei kāśi agisci in questo voto per la morte di Bhīṣma,
     	e se tu manterrai questo voto quando lascerai questo corpo,
     	diventerai un torrente o bella, che scorre con l'acqua delle piogge,

  35 	con difficili guadi,  avendo acqua solo piovana, e sparendo per otto mesi,
     	piena di terribili predatori, crudele, da far impaurire tutti i viventi.'

  36 	così avendo parlato alla figlia del kāśi se ne andava 
     	mia madre, gloriosa, quasi ridendo quella splendida,

  37 	qualche volta per otto mesi, e qualche volta per dieci,
     	e anche di più, non consumava acqua quella bellissima, 

  38 	ed ella in cerca di tīrtha ancora capitava nella terra dei vatsa,
     	o kaurava, muovendosi ancora la figlia del re dei kāśi,

  39 	ed Ambā divenne un torrente nella terra dei vatsa, o bhārata, 
     	solo con acque piovane, con molti coccodrilli, e curve, e con difficili guadi,

  40 	ma la fanciulla a causa del suo tapas, solo per metà divenne
     	un torrente o re, tra i vatsa, e per il resto rimaneva fanciulla.' 
     


                              CLXXXVIII


   1 	Bhīṣma disse:
     	' quindi tutti quegli asceti vedendola risoluta nel tapas,
     	cercavano di fermarla o figlio, dicendole: 'che devi fare?'

   2 	rispondeva allora la fanciulla a quei ṛṣi dal grande tapas:
     	'io fui separata e privata da Bhīṣma del mio giusto sposo,

   3 	per la sua morte io mi consacro, non per avere i mondi o ricchi-in-tapas,
     	dopo aver ucciso Bhīṣma io troverò pace, questo è il mio proposito,

   4 	per questo motivo io mi applico in questa continua vita di dolore,
     	privata dei mondi del marito, né donna né uomo quaggiù,

   5 	non senza aver ucciso il figlio di Gaṅgā in battaglia io mi fermerò o asceti,
     	questa è la speranza che ho nel cuore, per questo io mi impegno,

   6 	disgustata di essere donna, determinata a diventar uomo,
     	io voglio vendicarmi di Bhīṣma, nessuno me lo impedirà.'

   7 	a lei si mostrava il dio col tridente, il marito di Umā,
     	a quella splendida, in mezzo a quei grandi ṛṣi, nel suo proprio aspetto, 

   8 	e gratificata di una grazia, ella sceglieva la mia morte,
     	' lo ucciderai' così il dio rispondeva a quell'intelligente donna,

   9 	allora quella fanciulla diceva ancora a Rudra:
     	come può capitarmi di vincere in battaglia o dio, essendo io donna?
     	essendo donna la mia forza e il mio cuore sono deboli o signore di Umā,

  10 	tu mi hai promesso o signore dei viventi, la morte di Bhīṣma,
     	affinchè questo si avveri, agisci dunque o dio dal toro sul pavese, 
     	affinchè io possa uccidere attaccandolo in battaglia Bhīṣma il figlio di Śaṁtanu.'

  11 	alla fanciulla rispondeva il Mahadeva dal toro nel pavese:
     	'mai io ho pronunciato parola non vera o bella, il vero sarà,

  12 	tu ucciderai in battaglia Bhīṣma e diverrai uomo,
     	e ricorderai tutto questo quando sarai andata in un altro corpo,

  13 	rinascerai nella famiglia di Drupada, grande guerriero,
     	e sarai grandemente stimato di rapida arma e di molti modi di combattere,

  14 	quanto ti ho detto o nobildonna tutto ciò avverrà,
     	tu diventerai un uomo dopo che sia trascorso qualche tempo.'

  15 	così avendo parlato il luminoso Kapardin dal toro nel pavese,
     	davanti a quei savi, allora scompariva,

  16 	quindi quella virtuosa davanti a tutti quei grandi ṛṣi,
     	avendo raccolto legna da quella foresta quella bellissima,

  17 	fatta una grandissima catasta, l'accendeva di fuoco,
     	e acceso il fuoco o grande re, col cuore acceso di furia,

  18 	dicendo: 'per la morte di Bhīṣma.' entrava nel fuoco,
     	la figlia maggiore del re dei kāśi o re, vicino al fiume yamunā."
     


                              CLXXXIX


   1 	Duryodhana disse:
     	" in che modo Śikhaṇḍin o figlio di Gaṅgā essendo stato una fanciulla,
     	divenne uomo o migliore dei combattenti? questo dimmi o nonno."

   2 	Bhīṣma disse:
     	" la moglie del sovrano Drupada o re dei re,
     	la sua cara prima regina, era senza figli o signore di genti,

   3 	a quel tempo il principe della terra Drupada,
     	si impegnava a soddisfare il dio benevolo per aver figli o grande re,

   4 	determinato per la nostra distruzione, impegnato in un duro tapas, 
     	chiedeva di avere un figlio, e ottenne una figlia dal Mahādeva,

   5 	' o beato io voglio un figlio per vendicarmi di Bhīṣma.'
     	e così gli fu risposto dal dio degli dèi: 'tu avrai un uomo-donna,

   6 	o protettore della terra, desisti, nessun'altra cosa mai avverrà.'
     	egli tornato in città a sua moglie diceva:

   7 	' mi sono impegnato o regina, a fare un grande tapas, per aver figli,
     	e il dio benevolo mi ha detto che avrò una fanciulla che diverrà uomo,

   8 	e ancora ripetutamente implorato, Śiva mi disse che questo è il destino,
     	nessun'altro cosa sarà ma così dovrà essere,

   9 	allora quella controllata donna intelligente, entrata nel suo momento fertile,
     	la regina del re Drupada, a Drupada si univa,

  10 	e otteneva al giunto tempo un figlio in grembo, secondo le regole prescritte,
     	dal figlio di Pṛṣata, o signore della terra, come mi disse allora Nārada,

  11 	allora portava quello in grembo la regina dagli occhi di loto,
     	e Drupada o rampollo dei kuru, alla sua amata moglie,
     	attendeva felice, per amore dei figli quel grandi-braccia,

  12 	essendo allora senza figli il re Drupada, protettore della terra,
     	generava una fanciulla di bellissimo aspetto o signore di uomini,

  13 	e la bellissima moglie del re Drupada senza figli,
     	affermava o re dei re: 'a me è nato un figlio.'

  14 	allora il re Drupada in segreto o sovrano di uomini,
     	faceva compiere tutte le cerimonie per il figlio,

  15 	e la regina salvaguardava l'intenzione di Drupada
     	usando ogni sforzo e chiamandolo sempre figlio,
     	e nessun altro in citta sapeva che era femmina eccetto il figlio di Pṛṣata,

  16 	credendo fermamente alle parole del dio dalla portentosa energia,
     	nascondeva che fosse una femmina, e diceva che era un maschio,

  17 	il sovrano faceva compiere tutti i riti della nascita,
     	che erano prescritti per un maschio, e lei fu conosciuta come Śikhaṇḍin,

  18 	io solo attraverso le spie e per le parole di Nārada,
     	sapevo del tapas di Ambā e delle parole del dio."
     


                              CXC


   1 	Bhīṣma disse:
     	" grande attenzione verso quella sua figlia poneva Drupada,
     	sia perché ottenesse il meglio nello scrivere e nelle altre arti,
     	e nell'arco o re dei re, divenne discepola di Droṇa,

   2 	e sua madre bellissima, o grande re, incitava 
     	il re a trovare moglie alla fanciulla come fosse un uomo,

   3 	e il figlio di Pṛṣata vedendo allora la fanciulla giunta alla giovinezza,
     	e pensando che era donna, prese consiglio con sua moglie.

   4 	Drupada disse:
     	' questa mia figlia che mi procura ansia ha raggiunto la giovinezza,
     	ed io l'ho tenuta segreta  sulla parola del dio armato di tridente,

   5 	non vi può essere in alcun modo o mia regina, un fallo,
     	come l'autore del trimundio può fare un inganno?'

   6 	la moglie diceva:
     	' se ti pare io ti dirò o re, ascolta le mie parole,
     	e dopo averle ascoltate compi le tue azioni o figlio di Pṛṣata,

   7 	gli sia dia moglie in matrimonio secondo le regole,
     	e allora si avvererà quella promessa, questa è la mia opinione.' "

   8 	Bhīṣma disse:
     	" preso dunque una decisione in quell'affare dal re e dalla regina,
     	la loro scelta cadde sulla fanciulla figlia del re dei daśārṇa,

   9 	il re Drupada, leone tra i re, infatti esaminando la nobiltà di tutti i re,
     	sceglieva come moglie per Śikhaṇḍin la figlia del re dei daśārṇa,

  10 	il sovrano daśārṇa che era conosciuto col nome di Hiraṇyavarman,
     	questo sovrano concedeva dunque sua figlia a Śikhaṇḍin,

  11 	quel re tra i daśārṇa era un grande sovrano,
     	Hiraṇyavarman era invincibile per il grande esercito e per la sua intelligenza,

  12 	fatto dunque il matrimonio, la fanciulla o migliore dei re,
     	e la ragazza che era Śikhaṇḍin avendo raggiunta la giovinezza,

  13 	preso moglie Śikhaṇḍin tornava di nuovo a Kāmpilya,
     	e sua moglie non sapeva che dopo qualche tempo, che era una donna,

  14 	la figlia di Hiraṇyavarman saputo che Śikhaṇḍin era femmina,
     	vergognandosi rivelava alle amiche e alle balie,
     	che Śikhaṇḍin era in realtà femmina e figlia del re dei pañcāla,

  15 	allora le ancelle daśārṇa o tigre tra i re,
     	partirono e annunciarono con dolore il supremo inganno,

  16 	quindi le ancelle raccontavano al sovrano dei daśārṇa, tutto
     	quell'inganno come era accaduto, e il principe si adirava,

  17 	e pure Śikhaṇḍin o grande re lasciato il ruolo di maschio
     	nella famiglia reale, confuso non gli piaceva troppo essere donna,

  18 	quindi dopo alcuni giorni,  avendo udito o toro dei bhārata,
     	di questo inganno Hiraṇyavarman, o re dei re, precipitava in una grande ira,

  19 	e quindi il re dei daśārṇa soverchiato da estrema furia,
     	mandava un messaggero al palazzo di Drupada,

  20 	allora il messaggero di Hiraṇyavarman raggiunto Drupada, 
     	in segreto da solo a solo condottolo, gli diceva queste parole:

  21 	' il re dei daśārṇa o re queste parole ti manda a dire,
     	soverchiatao dall'umiliazione di essere ingannato da te o senza-macchia:

  22 	tu mi hai offeso o sovrano, e fu un pessimo consiglio il tuo,
     	che tentasti per follia, di dare mia figlia alla tua figlia,

  23 	ora di questo inganno otterrai il frutto o sciocco,
     	io ti distruggerò colla tua gente e i tuoi ministri, stai saldo.' "
     	


                              CXCI


   1 	Bhīṣma disse:
     	" così apostrofato Drupada dal messaggero, allora o sovrano,
     	come un ladro colto sul fatto, non pronunciava discorso,

   2 	ede egli faceva grandi sforzi con parenti che calmassero
     	e odinando con messaggeri dalle dolci parole, di dire che non era vero,

   3 	ma il re venuto di nuovo a sapere che veramente
     	era una ragazza, il cosidetto figlio del pāñcāla, in fretta si metteva in marcia,

   4 	quindi faceva sapere ai suoi amici di grande potenza,
     	dell'inganno fatto alla figlia, secondo le parole delle ancelle,

   5 	allora fatti approntare gli eserciti quel migliore dei re,
     	poneva mente a marciare contro Drupada, o bhārata,

   6 	quindi si consultava coi suoi ministri, il sovrano
     	Hiraṇyavarman o re dei re, riguardo al sovrano dei pāñcāla,

   7 	e là fu presa la decisione da parte di quei re grandi anime,
     	che se era vero che Śikhaṇḍin era una donna o re,
     	aavendo fatto prigioniero il re dei pāñcāla lo avrebbero deposto,

   8 	e messo un altro sovrano come re dei pāñcāla,
     	avrebbero ucciso il re Drupada assieme a Śikhaṇḍin,

   9 	allora il sovrano conosciuta la decisione dei principi guerrieri,
     	mandava un altro messaggio al figlio di Pṛṣata: ' io ti uccidero, stai pronto.'

  10 	il sovrano per sua natura pauroso, e sentendosi in colpa,
     	cadde in una grande paura, Drupada, principe della terra,

  11 	e licenziato il messaggero dei daśārṇa, Drupada sommerso dall'ansia,
     	raggiunta la moglie, privatamente  diceva quel sovrano,

  12 	sopraffatto dalla paura, e col cuore lacerato dall'ansia,
     	il re dei pāñcāla alla amata madre di Śikhaṇḍin:

  13 	' mi attaccherà con furia il nostro fortissimo parente,
     	il sovrano Hiraṇyavarman, conducendo un grande esercito,

  14 	che farò ora io misero, nei confronti questa fanciulla?
     	Śikhaṇḍin tuo figlio si sospetta che sia una ragazza,

  15 	così accertata la verità insieme ai suoi amici alleati fortissimi,
     	pensando si esser stato ingannato, mi vuole dunque scacciare,

  16 	o bel-culetto, dimmi dunque qual'è il vero e il falso o bellissima,
     	e saputa la verità delle tue parole o bella, io allora agirò,

  17 	io sono senza dubbio e pure il fanciullo Śikhaṇḍin, sospeso
     	su una grande sventura, e tu pure o regina, vi cadrai o bellissima,

  18 	tu dunque a me che te lo chiedo rivela la verità per liberarci da tutto ciò,
     	così io possa ordinare o bel-culetto, quanto si debba fare o dolce-sorriso,
     	non temere per Śikhaṇḍin, io ti dico il vero,

  19 	col tuo agire io o bel-culetto, sono stato ingannato riguardo nostro figlio
     	e ho dunque ingannato il re, il sovrano dei daśārṇa?
     	questo dimmi o virtuosa, e io agirò per il meglio.'

  20 	pur sapendo tutto, dal grande sovrano per mostrarsi agli altri 
     	ciò fu dichiarato apertamente, e la regina rispondeva al principe della terra."
     


                              CXCII


   1 	Bhīṣma disse:
     	" allora la madre d Śikhaṇḍin o sovrano di uomini tutta la verità
     	riferiva, o grandi-braccia al marito che Śikhaṇḍin era una ragazza:

   2 	' essendo io senza figli o re, per timore delle altre mogli,
     	quando nacque una ragazza io dichiarai che Śikhaṇḍin era un uomo,

   3 	e tu o migliore degli uomini per mio amore ne fosti compiaciuto,
     	e furono compiuti i riti per un maschio a quella ragazza o toro dei principi,
     	tu gli desti in moglie o re la figlia del sovrano dei daśārṇa,

   4 	e tu prima hai dichiarato che guardando alle parole del dio,
     	la fanciulla sarebbe diventata uomo, così si pensava,

   5 	così udendo, Drupada o Yajñasena, tutta la verità ne informava i consiglieri,
     	e il re teneva consiglio o re, su quale fosse il modo di proteggere la gente,

   6 	stabilendo una alleanza con sovrano dei daśārṇa o re dei re,
     	pur avendolo ingannato, come se fosse nel giusto, faceva piani con attenzione,

   7 	essendo ben protetta la città in caso di sventura o bhārata, 
     	la rinforzava ovunque o re dei re, con ulteriori abbellimenti,

   8 	in suprema ansia cadeva il re con la sua regina,
     	per quella inimicizia con signore dei daśārṇa o toro dei bhārata,

   9 	' in che modo si può evitare questa grande guerra col mio parente?'
     	così si interrogava nell'animo e venerava le divinità,

  10 	ma la regina vedendolo o re, intento alla venerazione
     	degli dèi, allora sua moglie diceva questo discorso:

  11 	'la venerazione per gli dèi, retta cosa è sempre considerata dai giusti,
     	e questo sia compiuto ampiamente, caduti come siamo in un mare di dolore,

  12 	tutti gli dèi siano venerati con ampie dakṣiṇa,
     	e pure i fuochi siano alimentati con offerte per fermare i daśārṇa,	

  13 	pensa nella tua mente o potente, ad un mezzo per non combattere,
     	e tutto questo avverrà col favore degli dèi,

  14 	ti sei consigliato coi ministri o grandi-occhi,
     	agisci dunque perché la città non sia distrutta, o re,

  15 	il destino si abbatte sopra l'uomo con violenza o principe,
     	dal combattersi l'uno contro l'altro, nessuno dei due vince,

  16 	perciò stabilisci le misure per la città assieme agli amici,
     	e venera quanto puoi le divinità o signore di genti.'

  17 	vedendo quei due, sopraffatti dal dolore, che così parlavano, 
     	la fanciullla che era Śikhaṇḍin, si vergognava quell'acuta ragazza,

  18 	ed ella pensava: 'a causa mia entrambi sono così addolorati,
     	questi due.' e allora prendeva la decisione di cercare la morte,

  19 	e presa questa decisione violentemente piena di sofferenza,
     	si recava lasciato il palazzo, in un'impervia e solitaria foresta,

  20 	protetta o re dal magico yakṣa di nome Sthūṇākarṇa,
     	per paura del quale la gente evitava quella foresta,

  21 	la dimora di Sthūṇa là era coperta di terra e di nettare,
     	e col fumo che portava aroma di torte e grano, e alte porte e mura,

  22 	entrata nella selva la figlia di Drupada, Śikhaṇḍin o sovrano,
     	senza nutrirsi, in molte maniere indeboliva il proprio corpo,

  23 	Sthūṇa lo yakṣa coi suoi larghi occhi color del miele, a lei si mostrava: 
     	'per quale motivo tu compi questa cosa? dimmelo in fretta,

  24 	poiché è inutile.' ella  allo yakṣa ripetutamente parlava
     	'io lo faro.' allora rispondeva quello guhyaka,

  25 	' io sono un attendente del signore delle ricchezze, e concedo grazie o principessa,
     	e pure se ingiusta io te la concederò, dimmi cosa hai in mente.'

  26 	allora Śikhaṇḍin tutto interamente raccontava,
     	a Sthūṇakarṇa quell'eminente yakṣa o bhārata,

  27 	' l'infelice padre mio o yakṣa tra non molto perirà,
     	lo attaccherà infuriato il sovrano dei daśārṇa,

  28 	fortissimo e potentissimo, egli è il sovrano dalla corazza d'oro,
     	perciò proteggi o yakṣa mio padre e mia madre,

  29 	tu sai o signore come togliermi questo dolore,
     	che io diventi uomo irreprensibilemente, o yakṣa grazie a te, 

  30 	in modo che quel re non attacchi la mia città,
     	tu o grande yakṣa fammi questa grazia o guhyaka.'
     	


                              CXCIII


   1 	Bhīṣma disse:
     	" udite le parole di Śikhaṇḍin, lo yakṣa o toro dei bhārata,
     	dopo averci pensato in mente, rispondeva soverchiato dal destino,
     	nel dover fare così questo per mio danno o kaurava:

   2 	' o virtuosa, io esaudirò il tuo desiderio, ascolta il mio accordo,
     	per un certo tempo io ti darò il mio sesso maschile,
     	e tu giunto il tempo me lo restituirai, io ti dico il vero,

   3 	io sono potente, capace di ciò che voglio, volo in cielo e muto aspetto a volontà,
     	per mia grazia salva la tua città e i tuoi parenti,

   4 	io porterò il tuo sesso femminile o figlia di re,
     	promettimi il vero, ed io compirò quanto ti aggrada.'

   5 	Śikhaṇḍin disse:
     	'io ti restituirò o venerabile il tuo sesso,
     	per qualche tempo porta il sesso femminile o nottivago,

   6 	quando se ne andrà il sovrano dei daśārṇa dalla corazza d'oro,
     	io ritornerò femmina e tu tornerai maschio.' "

   7 	Bhīṣma disse:
     	" così avendo parlato, i due fecero dunque l'accordo o sovrano,
     	senza inganno reciproco, i due si scambiarono allora,

   8 	Sthūṇa lo yakṣa portava allora il sesso femminile o sovrano,
     	mentre Śikhaṇḍin otteneva lo splendido aspetto dello yakṣa,

   9 	allora Śikhaṇḍin il pāñcāla o principe diventato maschio,
     	felice entrava in città, e raggiungeva il padre,
     	e tutto quanto era accaduto raccontava a Drupada,

  10 	e Drupada ascoltando ciò cadeva in suprema gioia,
     	assieme alla moglie, e rammentava allora le parole del Mahadeva,

  11 	quindi faceva sapere al signore dei daśārṇa o mio sovrano:
     	' mio figlio è un maschio tu mi devi credere.'

  12 	allora il re daśārṇa rapidamente raggiungeva
     	Drupada re dei pāñcāla, soverchiato dalla furia per il dolore,

  13 	quindi raggiunta kāmpilya, il signore dei daśārṇa allora,
     	mandava per rispetto un massaggero tra i migliori sapienti dei veda:

  14 	' riferisci queste mie parole o messaggero al pāñcāla, vergogna dei re,
     	poiché o folle, hai dato in matrimonio mia figlia a tua figlia,
     	il frutto di questa macchia tu ora vedrai senza dubbio.'

  15 	così apostrofato da lui il brahmano o migliore dei re 
     	da messaggero partiva per la città inviato dal re dei daśārṇa,

  16 	quindi il purohita raggiunse Drupada nella città,
     	e a lui il re pāñcāla una vacca e doni ospitali con grande onore
     	conferiva o re dei re assieme a Śikhaṇḍin,

  17 	quegli onori egli però rifiutava e diceva queste parole:
     	'questo è quanto mi ha detto il valoroso re dalla corazza d'oro,

  18 	poiché io da te fui ingannato riguardo a tua figlia o di-vile-condotta,
     	a causa di questa tua malvagità ne pagherai il fio o folle,

  19 	scendi in combattimento o sovrano, con me ora sul campo di battaglia,
     	io ti distruggerò via con i tuoi ministri, prole e parenti tutti.'

  20 	quel principe, avendo udito pronunciare quelle parole di rimprovero, 
     	da parte del purohita messaggero del re daśārṇa, in mezzo ai suoi ministri,

  21 	Drupada o migliore dei bhārata, diceva inchinandosi con affetto,
     	'alle parole che tu mi hai detto brahmano, per ordine del mio parente,
     	un messaggero che a queste risponderà a lui parlerà.'

  22 	quindi pure Drupada mandava un brahmano dei veda,
     	come messaggerro ad Hiraṇyavarman grand'anima, 

  23 	e costui raggiunto quel re, il signore dei daśārṇa, allora
     	gli riportava quelle parole o re, che gli aveva ordinato Drupada:

  24 	'vieni a fare la prova che mio figlio è un maschio,	
     	qualcuno ti ha detto il falso, non devi credere a ciò.'

  25 	allora io re udito così da Drupada, preso da vergogna delle eccellenti giovani,
     	di grande bellezza mandava da Śikhaṇḍin per vedere se era uomo o donna,

  26 	elle così comandate, accertata il vero sesso, e contente tutto raccontavano al re,
     	che Śikhaṇḍin era un uomo o re dei re, e di grande natura al re daśārṇa,

  27 	quindi veniva allora il re pieno di gioia,
     	e incontratosi col parente, felice vi prendeva residenza,

  28 	contento quel sovrano di genti, ricchezze donava a Śikhaṇḍin, 
     	elefanti, cavalli, e vacche e molte centinaia di schiavi,
     	e con grandi onori partiva salutando la figlia,

  29 	e dopo che quel principe dalla corazza d'oro, cessata la furia e contento,
     	quel daśārṇa era partito, ne aveva un aspetto gioioso Śikhaṇḍin,

  30 	dopo qualche tempo Kubera sul carro trainato da uomini,
     	facendo un viaggio per il mondo, giungeva alla dimora di Sthūṇa,

  31 	il sovrano delle ricchezze, arrivando vicino a quella casa scorgeva
     	guardando la dimora dello yakṣa Sthūṇa adornata da molte e belle ghirlande,

  32 	e da grandi quantità di fiori e di grano, e riverita con profumi di incenso,
     	adornata di bandiere e stendardi, e fornita di offerte di buoni cibi, carni e bevande,

  33 	vedendo quella residenza, in ogni parte adornata,
     	il signore degli yakṣa diceva a quelli al suo seguito:

  34 	'il palazzo di Sthūṇa è ben adornatao o valorosi,
     	perché ora quel grande sciocco non mi viene incontro?

  35 	poiché sapendo di me quel grande folle, non mi viene incontro,
     	allora a lui sara inflitta una grande punizione, questa la mia decisione.'

  36 	gli yakṣa dissero:
     	' la figlia di Drupada o re, è nata col nome di Śikhaṇḍin,
     	ad ella per qualche ragione egli diede il suo aspetto maschile,

  37 	e si prese il suo aspetto femminile, e diventato donna rimane in casa,
     	per questo non ti viene incontro, egli si vergogna del suo aspetto femminile,

  38 	per questo motivo o re Sthūṇa ora non viene a vederti,
     	udito ciò agisci secondo il caso.' 'che il carro sia fermato qui.'"

  39 	Bhīṣma disse:
     	" ' che Stūṇa sia qui condotto.' così diceva il re degli yakṣa,
     	' io lo punirò.' cosi diceva egli ripetutamnete,

  40 	egli richiamato andava incontro al signore degli yakṣa o principe della terra,
     	in forma di donna o grande re, stava in piendi soverchiato dalla vergogna,

  41 	il dio che dà ricchezze, molto adirato lo malediva o rampollo dei kuru:
     	' che sia dunque una femmina questo malvagio o voi guhyaka.'

  42 	cosi diceva il signore degli yakṣa, grand'anima:' giacchè tu ora offendendo gli yakṣa,
     	il tuo aspetto a Śikhaṇḍin o mal'anima hai dato sarai sempre femmina o malfattore,

  43 	non sarà ritornato o grande sciocco quanto tu hai dato,
     	perciò tu ora sarai una femmina e lui un maschio.'

  44 	allora gli yakṣa cercavano di calmare il figlio di Viśravaṇa,
     	in favore di Shūṇa: ' poni un termine a questa maledizione.' ripetevano,

  45 	quindi il re degli yakṣa grand'anima rispondeva al suo seguito,
     	a tutte quelle schiere di yakṣa che cercavano di por un limite alla maledizione:

  46 	' morto in battaglia Śikhaṇḍin, il proprio aspetto recupererà
     	che lo yakṣa Sthūṇa non sia preoccupato.' così quel grande intelletto.

  47 	così avendo parlato il dio beato, venerato da yakṣa e da rākṣasa,
     	se ne partiva assieme a tutti quegl'esseri che si muovono instantaneamente,

  48 	Sthūṇa però ricevuta la maledizione, ancora lì risiedeva,
     	e secondo l'accordo, quindi Śikhaṇḍin tornava da quel nottivago,

  49 	e avendolo raggiunto diceva le parole: 'io sono giunto o venerabile.'
     	a lui rispondeva allora Sthūṇa ripetutamente: ' ne sono felice.'

  50 	e vendendo Śikhaṇḍin quel figlio di re giunto secondo onestà,
     	ogni cosa come era accaduta raccontava a Śikhaṇḍin.

  51 	lo yakṣa diceva:
     	' io fui maledetto dal figlio di Viśravaṇa a causa tua, o figlio di re,
     	vai dunque fin d'ora dove desideri, e percorri i mondi secondo il tuo bene,

  52 	questo fu stabilito da tempo io credo senza possibilità di evitarlo,
     	sia la tua venuta, sia l'apparizione del dio discendente da Pulastya.' "

  53 	Bhīṣma disse:
     	" così apostrofato Śikhaṇḍin dallo yakṣa Sthūṇa o bhārata,
     	ritornava in città pieno di grandissima gioia,

  54 	e venerava con varie ghirlande e grandi donazioni,
     	i brahmani, e gli dèi e i monumenti funebri e i crocicchi,

  55 	Drupada assieme al figlio Śikhaṇḍin, per lo scopo ottenuto,
     	quel re pāñcāla cadde in grandissima gioia assieme ai parenti, 

  56 	e mandava Śikhaṇḍin da Droṇa come discepolo o toro dei kuru,
     	quel suo figlio o grande re che un tempo era stato donna,

  57 	acquisiva l'arte dell'arco nelle sue quattro specie, il figlio del sovrano,
     	Śikhaṇḍin assieme a voi, e pure Dhṛṣṭadyumna il nipote di Pṛṣata,

  58 	di tutto questo o figlio, mi informarono rettamente delle spie,
     	che io ho mandato da Drupada, travestiti da cechi sordi e idioti,

  59 	così o grande re, il figlio di Drupada è maschio e femmina,
     	insieme, o migliore dei kaurava, Śikhaṇḍin quel grande sul carro,

  60 	conosciuto un tempo col nome di Ambā figlia maggiore del re dei kāśi,
     	e rinata nella stirpe di Drupada come Śikhaṇḍin o toro dei bhārata,

  61 	io, anche se con l'arco in mano schierato pronto a combattere,
     	lo vedessi in qualche momento, non lo attaccherei neppure allora,

  62 	questo è il mio perenne voto, conosciuto sulla terra,
     	ad una donna, o stata prima donna, o di nome donna o di aspetto donna,

  63 	io non scaglierò le mie frecce o gioia dei kuru,
     	io non posso uccidere per nessun motivo Śikhaṇḍin,

  64 	io conosco tutta la verità sulla nascita di Śikhaṇḍin o figlio mio,
     	quindi non lo ucciderò in battaglia anche se avesse teso l'arco,

  65 	se Bhīṣma uccisesse una donna, ucciderebbe anche sé stesso,
     	perciò io non lo ucciderò pure vedendolo schierato sul campo.' 

  66 	Saṁjaya disse:
     	“ questo udendo, il re, il kaurava Duryodhana allora,
     	dopo averci pensato un momento, lo riteneva giusto per Bhīṣma.”
     	


                              CXCIV


   1 	Saṁjaya disse:
     	“ trascorsa la notte di nuovo tuo figlio, 
     	in mezzo all'intero esercito chiedeva al patriarca:

   2 	' o figlio di Gaṅgā quello che è il supremo esercito del pāṇḍava,
     	abbondante di uomini, elefanti e cavalli, pieno di grandi guerrieri,

   3 	protetto, da fortissimi e grandi arcieri, a cominciare da Bhīma e da Arjuna,
     	simili ai lokapāla, con Dhṛṣṭadyumna in testa,

   4 	invincibile, incontenibile come il mare in tempesta,
     	questo armata oceanica che pure gli dèi non possono smuovere in battaglia,

   5 	in quanto tempo o figlio di  Gaṅgā, tu puoi distruggerlo o gloriosissimo,
     	o il maestro, grande arciere oppure il fortissimo Kṛpa,

   6 	o Karṇa celebrato in battaglia, o il figlio di Droṇa il migliore dei brahmani?
     	tutti voi siete esperti di armi divine in questo mio esercito,

   7 	questo dunque voglio sapere, io ne ho grande curiosità,
     	sempre nell'animo o grandi-braccia, tu me lo devi dire.'

   8 	Bhīṣma disse:
     	' è cosa giusta o migliore dei kuru, che tu o principe della terra,
     	ti informi di forze e debolezze dei nemici e dei tuoi,

   9 	ascolta o re, quale può essere la mia potenza in battaglia,
     	e il valore delle mie armi sul campo e del mio braccio, o grandi-braccia,

  10 	con oneste armi io devo combattere le altre persone,
     	e con magiche armi l'ersperto di magìa, questa e la regola del dharma,

  11 	io posso distruggere o grandi-braccia, l'armata dei pāṇḍava,
     	prendendo giorno per giorno ogni mattino la mia parte,

  12 	cogliendo una parte di diecimila soldati o illustrissimo,
     	e mille carri, da solo, questa è mia parte io credo,

  13 	in questo modo io armato e sempre intento,
     	posso distruggere un grande esercito in qualche tempo o bhārata,

  14 	ma se io, schierato in battaglia scagliassi le mie grandi armi,
     	che possono ucciderne centomila, io lo distruggerei in un mese o bhārata.' “

  15 	Saṁjaya disse:
     	“ udite le parole di Bhīṣma allora il re Duryodhana,
     	chiedeva o re dei re, a Droṇa il migliore dei discendenti di Aṅgiras:

  16 	' maestro, in quanto tempo le armate del figlio di Pāṇḍu,
     	puoi distruggere?' a lui Droṇa quasi ridendo rispondeva:

  17 	' anziano io sono o migliore dei kuru, con poche forze rimaste,
     	con l'arma di Agni io potrei bruciare l'esercito dei pāṇḍava, 

  18 	io un mese, io ritengo come Bhīṣma il figlio di Śaṁtanu,
     	questa è la mia massima potenza, la mia massima forza.'

  19 	Kṛpa il figlio di Śaradvat, diceva invece i due mesi,
     	e il figlio di Droṇa premetteva di distruggere l'esercito in dieci giorni,
     	e Karṇa esperto di grandi armi, prometteva di farlo in cinque giorni,

  20 	il figlio della fiumana, udite le parole del figlio del sūta,
     	rideva forte e gli diceva queste parole di derisione:

  21 	'fintanto che sul campo, il pṛthāde armato di arco frecce e spada,
     	incrollabile sul carro e supportato da Vāsudeva,

  22 	non incontrerai o figlio di Rādhā, di questo ti vanterai,
     	tu puoi aggiungere ancora altro come ti pare.' “
     	


                              CXCV


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	questo avendo saputo il kuntīde, radunava tutti i fratelli,
     	invitandoli, o migliore dei bhārata, e diceva queste parole:

   2 	“ alcune mie spie che sono nelle armate del figlio di Dhṛtarāṣṭra,
     	tornarono a mostrarsi a me appena trascorsa la notte,

   3 	Duryodhana dunque ha chiesto al figlio della fiumana dai fermi voti:
     	'in quanto tempo tu puoi distruggere l'esercito dei figli di pāṇḍu o potente?'

   4 	e al malvagio figlio di Dhṛtarāṣṭra lui ha risposto: 'in un mese.'
     	e con lo stesso tempo anche Droṇa lo prometteva,

   5 	e nel doppio di tempo il discendente di Gotama, diceva, così abbiamo saputo,
     	il figlio di Droṇa esperto di grandi armi lo prometteva in dieci giorni,

   6 	e quindi Karṇa esperto di armi divine, orgoglioso nell'assemblea dei kuru,
     	in cinque giorni prometteva di distruggere l'intera armata,

   7 	perciò anch'io chiedo di sentire il tuo parere o Arjuna,
     	in quanto tempo tu sei in grado di distruggere i nemici in battaglia?”

   8 	così richiesto dal sovrano il folti-capelli, il conquista-ricchezze,
     	guardando Vāsudeva rispondeva queste parole:

   9 	" tutti questi grandi anime, esperti d'armi, e dei modi di combattere,
     	senza dubbio o grande re, possono distruggere il tuo esercito,

  10 	ma allontana l'ansia dal tuo animo, io ti dico la verità,
     	io da solo sul carro con Vasudeva come alleato, posso disttruggere

  11 	anche i tre mondi uniti, con tutti i loro mobili e immobili,
     	passati presenti e futuri, in un solo istante, questa è la mia opinione,

  12 	la grande e terribile arma che mi diede il signore degli animali,
     	dopo il duello col montanaro, io la tengo con me,

  13 	e quella con cui alla fine dello yuga il signore degli animali distrugge
     	ogni essere o tigre degli uomini, questa io la possiedo,

  14 	non la conosce il figlio di Gaṅgā, né Droṇa né il gotamide,
     	e neppure il figlio di droṇa o re, come può il figlio del sūta?

  15 	non è giusto però uccidere in battaglia singole persone con le armi divine,
     	noi vinceremo i nemici combattendo onestamente,

  16 	tutti questi tuoi alleati o sovrano son tigri fra gli uomini,
     	tutti esperti di armi divine, tutti ardenti di combattere,

  17 	tutti questi sono invincibili, consacrati e purificati nei veda,
     	e potrebbero distruggere anche l'armata degli dèi in battaglia o pāṇḍava,

  18 	Śikhaṇḍin, e Yuyudhāna, e Dhṛṣṭadyumna il nipote di Pṛṣata,
     	Bhīmasena, ed entrambi i gemelli, e Yudhāmanyu e Uttamaujas,

  19 	e Virāṭa e Drupada, questi due sono pari a Bhīṣma e a Droṇa in battaglia,
     	e tu stesso pure sei capace di sconfiggere il trimundio,

  20 	tu sei splendido come il Vāsava, l'uomo che guardi,
     	subito svanisce alla vista, io ti conosco o kaurava.' “
     


                              CXCVI


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	quindi giunta l'alba, spinti da Duryodhana,
     	figlio di Dhṛtarāṣṭra, i re marciarono contro i pāṇḍava,

   2 	tutti purificati col bagno, con vesti pulite e inghirlandati,
     	afferrate le armi, con gli stendardi, dette le benedizioni versando offerte nel fuoco,

   3 	tutti sapienti dei veda, tutti guerrieri dai virtuosi voti,
     	tutti autori di imprese, e tutti eccellenti in battaglia,

   4 	questi fortissimi in guerra, desiderosi di ottenere i supremi mondi,
     	tutti con un unico obiettivo, con piena fiducia negli altri,

   5 	Vinda e Anuvinda i due āvanti e i kekaya assieme ai bāhlika,
     	tutti avanzavano costoro col figlio di Bharadvāja in testa,

   6 	Aśvatthāman, e il figlio di Śaṁtanu e Jayadratha il re dei sindhu,
     	e i carri che provenivano dal sud, dall'ovest e dalle montagne,

   7 	e il re dei gāndhāra Śakuni, e tutti quelli dell'est e del nord, 
     	i śaka, i kirata, gli yavana, i śibi, e i vasāti,

   8 	ciascuno con i propri eserciti, attorno al loro capo,
     	tutti questi grandi guerrieri marciavano assieme all'esercito,

   9 	Kṛtavarman colla sua armata, e i fortissimi trigarta,
     	e il sovrano Duryodhana, accompagnato dai fratelli,

  10 	Śala, Bhūriśrava, Śalya, e il kosala Bṛhadbala,
     	questi marciavano dietro con i figli di Dhṛtarāṣṭra davanti,

  11 	questi grandi guerrieri, pronti a combattere, avanzando con ugual passo,
     	si schierarono armati nella metà occidentale di kurukṣetra,

  12 	e Duryodhana faceva costruire l'accampamento o bhārata,
     	come fosse una seconda hāstinapura tutta adornata,

  13 	non distinguevano differenze tra la citta e l'accampamento,
     	neppure gli uomini esperti o re dei re, che abitavano in città,

  14 	e simili forti padiglioni per i re, il sovrano
     	kaurava faceva costruire a centinaia e a migliaia,

  15 	per cinque yojana si estendeva il loro cerchio sul campo di battaglia, 
     	e nelle tende dell'esercito o re entravano truppe a centinaia,

  16 	e là i principi della terra secondo il loro potere e forza,
     	entravano rapidamente nei padiglioni, opulenti a migliaia,

  17 	e il re Duryodhana per questi grandi anime coi loro eserciti,
     	stranieri, ordinava insuperabili quantità di cibo e altri beni,

  18 	con uomini, elefanti e cavalli, e quelli che erano bravi artefici,
     	e altri che li seguivano là come sūta, menestrelli e bardi,

  19 	e mercanti, astrologhi e cortigiane, e gente venuta per vedere,
     	tutti questi il re kaurava rettamente ispezionava.
     


                              CXCVII


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	quindi il kuntīde Yudhiṣṭhira, figlio di Dharma,
     	incitava i suoi prodi con Dhṛṣṭadyumna in testa o bhārata,

   2 	e dava ordini ai condottieri dei cedi, dei kāśi, dei karūṣa, dal fermo coraggio,
     	e a Dhṛṣṭaketu generale e uccisore di nemici

   3 	e a Virāṭa e a Drupada, a Yuyudhāna e a Śikhaṇḍin,
     	e ai due grandi arcieri pāñcāla, Yudhāmanyu e Uttamaujas,

   4 	questi guerrieri, con varie corazze, con indosso orecchini d'oro,
     	splendenti, coi corpi unti di burro, come fuochi sacri sugli altari,
     	splendevano questi grandi arcieri come brillanti stelle,

   5 	quel toro fra gli uomini, avendo onorato secondo le regole l'esercito,
     	quel sovrano ordinava alle truppe di avanzare,

   6 	e il rampollo di Pāṇḍu incitava Abhimanyu, e Bṛhanta e tutti
     	i figli di Draupadi, con Dhṛṣṭadyumna in testa,

   7 	e Bhīma, Yuyudhāna, e il pāṇḍava quel conquista-ricchezze,
     	Yudhiṣṭhira li mandava al secondo schieramento di truppe,

   8 	e il rumore di quelli che preparavano i cavalli, si muovevano e correvano,
     	e degli eccitati guerrieri, toccava il cielo,

   9 	il sovrano dunque dietro procedeva con Virāṭa e
     	con Drupada e con gli altri principi della terra,

  10 	quell'armata di terribili arcieri, sotto il comando di Dhṛṣṭadyumna,
     	appariva come la Gaṅgā che piena e tranquilla si muovesse,

  11 	allora quel saggio faceva schierare le truppe,
     	confondendo l'abbattuto intelletto dei figli di Dhṛtarāṣṭra,

  12 	il pāṇḍava, e cioè i grandi guerrieri figli di Draupadī e Abhimanyu,
     	e Nakula e Sahadeva e tutti i prabhadraka,

  13 	e diecimila cavalli, e duemila elefanti,
     	e uno sterminio di fanti, e cinquecento carri,

  14 	e ordinava all'invincibile Bhīmasena di porsi alla prima schiera, 
     	e in mezzo Virāṭa e Jayatsena, il re māgadha,

  15 	e i grandi carri dei due pāñcāla Yudhāmanyu e Uttamaujas,
     	valorosissimi, grandi anime, e armati di archi e mazze,
     	e quindi nel mezzo si schieravano pure Vāsudeva e Arjuna,

  16 	gli uomini tutti esperti d'armi, divennero pieni di furia,
     	e le loro ventimila bandiere furono innalzate dai guerrieri,

  17 	cinquemila elefanti, e ovunque le moltitudini dei carri,
     	e i guerrieri che erano a piedi, armati di arco mazza e spada,
     	a migliaia marciavano dietro e a migliaia davanti,

  18 	e là dove era Yudhiṣṭhira nello schieramento del suo esercito,
     	vi erano i migliori principi della terra, tutti attorno a lui,

  19 	là vi erano migliaia di elefanti e miriadi di cavalli,
     	e migliaia di carri e di fanti o bhārata,
     	che erano pronti a contobattere Suyodhana il figlio di Dhṛtarāṣṭra,

  20 	quindi altre centinaia di migliaia di miriadi di uomini,
     	urlando avanzavano, a migliaia le loro truppe,

  21 	e là migliaia di tamburi e miriadi di conchiglie,
     	suonavano eccitati quelle migliaia di miriadi di uomini.