(Per accedere alle note passare il mouse sul testo evidenziato)

61. Jambūkhaṇḍavinirmāṇa

( L'estensione della Jambūkhaṇḍa. VI, 1-11)

                              I


   1 	Janamejaya disse:
     	“ in che modo quei valorosi kuru, pāṇḍava e somaka combatterono
     	e anche quei gloriosi principi, venuti da varie regioni?”

   2 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	come quei valorosi kuru, pāṇḍava e somaka combatterono
     	a kurukṣetra, in quella tormentosa piana, ascolta o signore della terra,

   3 	scendendo in campo a kurukṣetra i pāṇḍava assieme ai somaka,
     	assalirono i kaurava cercando la vittoria quei fortissimi,

   4 	tutti in possesso di studi vedici, e bramosi di combattere,
     	che si aspettavano la vittoria in battaglia o la morte affrontando la lotta,

   5 	e assalendo l'esercito difficile da vincere del figlio di Dhṛtarāṣṭra,
     	essi entravano dalla parte occidentale rivolti ad est col loro esercito,

   6 	appena fuori dal luogo samantapañcaka, i padiglioni a migliaia
     	aveva fatto fare secondo le regole il figlio di Kuntī Yudhiṣṭhira,

   7 	l'intera terra appariva vuota eccetto che di fanciulli e vecchi,
     	senza uomini e cavalli era e priva di carri ed elefanti,

   8 	da tutta la terra che il sole illumina sull'india, jambūdvīpa,
     	si era riunito quell'esercito o migliore dei principi,

   9 	qui tutti i varṇa riuniti in uno spazio di molti yojana,
     	riempivano i luoghi, i fiume, i monti e le selve, 

  10 	Yudhiṣṭhira il re di tutti questi, o toro fra gli uomini,
     	assegnava supremi beni e cibi alle proprie armate,

  11 	e vari segnali a ciascuno di loro assegnava Yudhiṣṭhira,
     	che così pronunciandoli si sapesse che erano dei pāṇḍava,

  12 	e segni e ornamenti riconoscibili per tutti,
     	faceva mettere il kaurava, giunto il tempo della battaglia,

  13 	vedendo le sommità degli stendardi dei pṛthādi l'astuto figlio di Dhṛtarāṣṭra,
     	assieme a tutti quei sovrani si schierava contro i pāṇḍava,

  14 	con un bianco parasole ritto sulla sua testa,
     	in mezzo a migliaia di elefanti, circondato dai suoi fratelli,

  15 	Duryodhana vedendo, allora eccitati tutti i soldati dei pāṇḍava,
     	suonarono tutti le grandi conchiglie e colpirono i tamburi a migliaia,

  16 	allora i pāṇḍava scorgendo il proprio esercito eccitato,
     	divennero tutti contenti e anche il valoroso Vāsudeva,

  17 	quindi anche Vāsudeva e il conquista-ricchezze eccitando i soldati,
     	quelle due tigri fra gli uomini, suonarono le loro divine conchiglie stando sul carro,

  18 	il suono della pāñcajanya e della devadatta, di quei due,
     	udendo, i soldati coi loro animali da tiro, rilasciavano feci e urine,

  19 	e come gli altri animali udito il suono del leone ruggente
     	tremerebbero allora, così era dunque l'esercito del figlio di Dhṛtarāṣṭra,

  20 	un polverone si alzava da non riconoscere la stessa terra,
     	e spariva il sole, coperto dalla polvere dell'esercito,

  21 	e là cadeva una pioggia mista di carni e sangue,
     	imbrattando tutte le truppe, e questo appariva come un portento,

  22 	e comparve un vento che portava qua e là minuti ciottoli,
     	colpendo quelle truppe, e portando via la polvere,

  23 	essendo allora entrambi gli eserciti violentemente bramosi di combattere,
     	e impegnati schierati a kurukṣetra simili all'oceano agitato,

  24 	sorse una grande meraviglia ad entrambe quelle armate,
     	come a due oceani, quando arriva la fine dello yuga,

  25 	la terra era infatti interamente vuota, eccettuato per i vecchi e i fanciulli,
     	per quella enorme massa di armate convocate dai kaurava,

  26 	allora kuru, pāṇḍava e somaka si accordarono,
     	e fissarono le regole dei combattimenti o toro dei bhārata:

  27 	' alla fine della battaglia ci sia per noi piacere reciproco, 
     	come era prima, e secondo gli accordi, e non vi sia un nuovo inganno,

  28 	chi inizia una disputa a parole, sia controbattuto a parole,
     	chi si allontana dal campo di battaglia non deve mai essere ucciso,

  29 	il carro contro il carro combatta, e l'elefante contro l'elefante,
     	il cavallo contro il cavallo e il fante contro il fante o bhārata,

  30 	secondo le regole, con il proprio valore, forza e vigore,
     	annunciandosi si deve attaccare, non se uno trema o ha paura, 

  31 	l'ingaggiato con un altro, o il disattento sia risparmiato,
     	chi ha perduto le armi o la corazza non deve essere colpito in nessun modo,

  32 	non si devono attaccare gli auriga, i cavalli, gli scudieri,
     	e in nessun modo i suonatori di tamburi e di trombe.'

  33 	fatta dunque questo accordo tra kuru, pāṇḍava e somaka,
     	caddero in grande neraviglia guardandosi reciprocamente,

  34 	e schieratisi, quelle grandi anime, quei tori fra gli uomini,
     	divennero d'aspetto gioiosi e soddisfatti assieme alle loro armate.
     
     


                              II


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	allora sia all'alba che al tramonto investigando, il venerabile ṛṣi,
     	Vyāsa il migliore di tutti i sapienti dei veda, il figlio di Satyavatī,

   2 	approssimandosi la terribile battaglia, il nonno dei bhārata,
     	il venerabile dalla chiara vista, che vede passato, presente, e futuro,

   3 	in privato, questo diceva al re figlio di Vicitravīrya, 
     	che era afflitto e addolorato dal pensiero della cattiva condotta dei figli:

   4 	Vyāsa disse:
     	“ soverchiati dal fato sono i tuoi figli e gli altri principi della terra,
     	essi si uccideranno scontrandosi l'un l'altro in battaglia,

   5 	dovendo essi perire, spinti dal destino o bhārata, 
     	e conoscendo l'ineluttabilità del fato, non por mente al dolore,

   6 	ma se tu vuoi vedere quanto accade sul campo o signore di popoli,
     	io ti darò la vista per vedere dunque questa battaglia.”

   7 	Dhṛtarāṣṭra disse:
     	“ non mi aggrada vedere la morte dei parenti o migliore dei brahmani,
     	ma io ascolterei l'intero racconto della battaglia per il tuo potere.”

   8 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	poiché lui non voleva vedere la battaglia ma ascoltarne il racconto,
     	quel generoso signore delle grazie date, concedeva quel dono a Saṃjaya.

   9 	Vyāsa disse:
     	“ Saṃjaya o re, dunque ti racconterà la battaglia,
     	a lui ogni cosa nel combattimento sarà visibile,

  10 	Saṃjaya o re, sarà dotato di una vista divina,
     	e ti racconterà la battaglia e diverrà cosciente di ogni cosa,

  11 	sia visibile che nascosta, sia di notte che di giorno,
     	anche solo pensandolo con la mente ogni cosa saprà Saṃjaya,

  12 	le armi non lo colpiranno, non lo assalirà la fatica,
     	il figlio di Gavalgaṇa, sopravviverà a questa guerra,

  13 	ed io la fama di questi kuru o toro dei bhārata,
     	e di tutti i pāṇḍava farò conoscere, non temere,

  14 	anticamente questo fu stabilito, non devi dunque dolerti,
     	non è possibile allontanarlo, dov'è il dharma là è la vittoria.”

  15 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	così avendo parlato quel venerabile, il patriarca dei kuru,
     	di nuovo diceva al grandi-braccia Dhṛtarāṣṭra:

  16 	“ in questa battaglia o grande re, vi sarà una grande strage,
     	poiché io vedo ora questi segni di terrore,

  17 	uccelli da preda, avvoltoi, corvi, e aironi, sono assieme alle truppe,
     	e volano ai limiti della foresta, e si riuniscono insieme,

  18 	questi uccelli guardano gioiosi questa terribile scontro,
     	perché alla fine mangeranndo le carni di elefanti e cavalli,

  19 	gli sciacalli urlano terribilemente, annunciando terrore,
     	le gru volano dal mezzo verso la regione meridionale,

  20 	prima dell'alba e del tramonto io sempre vedo o bhārata,
     	a oriente e occidente, il sole circondato da nuvole,

  21 	bianche e rosse all'esterno e dal collo nero, lampeggianti,
     	le nuvole di tre colori, all'alba e al tramonto coprono il luminario,

  22 	sole luna e stelle risplendenti, senza differenze alla fine del giorno,
     	di giorno e di notte io ho visto, questo indica distruzione,

  23 	invisibile, senza luce, nel plenilunio del mese di kārttika,
     	la luna era del colore del fuoco, e dello stesso colore il firmamento,

  24 	giaceranno a terra uccisi scoperti i valorosi principi,
     	i re, e i figli di re, e i guerrieri dalle braccia d'acciaio,

  25 	in cielo di entrambi, del cinghiale e del gatto selvatico in lotta
     	il cridele frastuono io sento sempre di notte,

  26 	e le incomparabili divinità tremano e ridono,
     	e vomitano sangue dalle bocche, e sudano e cadono, 

  27 	i tamburi suonano senza essere battuti o signore di popoli,
     	e senza cavalli si muovono i grandi carri degli kṣatriya,

  28 	cuculi e i picchi, ghiandaie, e avvoltoi, e pappagalli,
     	gru, e pavoni, lanciano terribili grida,

  29 	i soldati a cavallo con corazza e adornati con armi in pugno,
     	nelle albe rossastre sembrano centinaia di stormi di cavallette,

  30 	all'alba e al tramonto, i punti cardinali sembrano incendiarsi,
     	e vi era una pioggia di sangue e di ossa o bhārata,

  31 	e quella stella che è conosciuta o re, nel trimundio, e celebrata dai buoni,
     	Arundhatī, e dietro di lei si mantiene Vasiṣṭha, 

  32 	il pianeta saturno, se ne sta fermo colpendo la stella Rohiṇī,
     	l'apparenza della luna è distorta, questo indica grande pericolo,

  33 	senza nuvole un grande e terribile tuono si è udito incessantemente,
     	e dagli animali da tiro piangenti sgocciolano lacrime.”
     


                              III


   1 	Vyāsa disse:
     	“muli nascono dalle vacche, i figli copulano con le madri,
     	gli alberi nella foresta mostrano frutti e fiori fuori stagione,

   2 	le figlie di re incinte, partoriscono aborti,
     	e carnivori, e uccelli, sciacalli e altre bestie,

   3 	con tre corna, con quattro occhi, con cinque piedi, con due falli,
     	e con due teste e due code, infausti animali

   4 	nascono e con la bocca aperta emettendo infauste grida,
     	con tre piedi e crestati sono gli uccelli, e gli elefanti con quattro zanne,

   5 	e altre donne dei sapienti dei veda appaiono
     	generare nella tua città uccelli e pappagalli,

   6 	la cavalla partorisce vitelli, e la cagna sciacalli o signore della terra,
     	la gracula pernici, e i papagalli emettono parole infauste,

   7 	alcune donne partoriscono quattro o cinque figlie,
     	ed esse fin dalla nascita danzano, cantano e ridono,

   8 	gli infanti che giocano nelle case di ladri o del popolino
     	danzano e cantano, indicando grande pericolo,

   9 	i discepoli disegnano statue armate, spinti dal fato,
     	e altri si assalgono l'un l'altro armati di bastoni, 
     	e bramosi di lotta distruggono le citta che hanno fatto,

  10 	fiori di loto e di ninfee nascono sugli alberi,
     	cattivi venti soffiano terribilmente e la polvere non si deposita,

  11 	costantemente la terra trema, e Rāhu ha coperto il sole,
     	il bianco pianeta si è fermato dopo aver sorpassato la vergine,

  12 	questo annuncia l'intera distruzione dei kuru,
     	un cometa grande e terribile, si è fermata superando la costellazione puṣya,

  13 	il grande pianeta saturno, porterà terribile sventura ai due eserciti,
     	marte piega sulla costellazione magha e giove/bṛhaspati, su śravaṇa,

  14 	e il figlio del sole passando sulla costellazione bhāgya l'affligge,
     	venere, sorgendo dal primo proṣṭhapada  o signore di popoli,
     	rivolgendosi verso il secondo assieme a lui risplende,

  15 	il pianeta nero risplende con del fuoco misto a fumo,
     	e splendido si è fermato dopo aver passato la costellazione jyeṣṭā sacra a Indra,

  16 	la stella polare splendente gira terribile da destra a sinistra,
     	il crudele pianeta è asceso tra citrā e svāti,

  17 	simile al fuoco va avanti e indietro sulla śravaṇa,
     	il pianeta rosso, fermandosi a coprire la brahmarāśi,

  18 	di ogni tipo di frutti è ora adornata la terra,
     	anche il grano ha cinque spighe e il riso centinaia,

  19 	le principali creature del mondo, dalle quali dipende questo universo,
     	le vacche succhiate dai vitelli, producono sangue,

  20 	le spade escono dai foderi violentemente splendenti,
     	questa armi vedono i segni dell'imminente battaglia,

  21 	il fulgore delle armi come delle acque ha il colore del fuoco,
     	e la distruzione delle corazze e delle bandiere diverrà enorme,

  22 	animali e uccelli percorrono le regioni con bocche fiammeggianti,
     	mostrandosi più che infausti, rivelano grande pericolo,

  23 	un uccello con un solo occhio e ala, vola di notte,
     	e furioso grida crudelmente, emettendo sangue ad ogni momento,

  24 	i due pianeti dalle creste ramate, risplendono fermi,
     	coprendo la luce della nobile costellazione dei sette-ṛṣi,

  25 	questi due pianeti risplendendo fermi entrambi da un anno
     	risiedono sulla viśākhā muovendosi lentamente verso bṛhaspati,

  26 	il feroce pianeta splende sul primo nakṣatra delle stelle kṛttika,
     	coprendone i corpi e la luce, fermo come il sole,

  27 	in tutti i primi tre nakṣatra o signore di popoli, 
     	vola ostile mercurio, indicando grandissimo pericolo, 

  28 	prima di ora in quattordici, quindici o sedici giorni,
     	vi fu la luna nuova io non ne ho mai vista una in tredici,

  29 	entrambi sole e luna essendo eclissati nello stesso mese, dopo tredici giorni
     	non nel giorno giusto i due pianeti, le creature ne saranno penalizzate, 

  30 	tutte le regioni sono coperte dalla polvere, ovunque con piogge di sabbia,
     	improvvise nuvole crudeli di notte versano sangue,

  31 	e una fiera pioggia di carni vi era ancora nella quattordicesima notte
     	a metà notte, terrificante e i rākṣasa ne erano soddisfatti,

  32 	al contrario scorrono i fiumi, e scorrono con acque di sangue,
     	i pozzi sono pieni di schiuma e muggiscono come tori,
     	meteore cadono, assieme a bufere, accompagnate da secchi fulmini,

  33 	oggi passata la notte, all'alba il sole sarà afflitto
     	da grandi meteore splendenti in tutte le quattro direzioni,

  34 	coprendo il sole, e allora i grandi ṛṣi hanno affermato,
     	che la terra vedrà il sangue di migliaia di sovrani,

  35 	del kailāsa e del mandara, e del monte himavat,
     	i picchi cadranno a migliaia con grande frastuono,

  36 	grandi esseri, nel tremore della terra, ciascuno dei quattro oceani,
     	spingeranno oltre le coste, agitandoli continuamente,

  37 	terribili venti soffiano scuotendo gli alberi e sollevando pietre,
     	cadranno alberi e monumenti nei villaggi e nelle città,

  38 	giallo, rosso o scuro brucia il fuoco sacro con le offerte dei ri-nati,
     	verso sinistra, con odore di cadavere, emettendo fumo e un aspro rumore,
     	il profumo, il gusto, il tatto appare il contrario o signore della terra,

  39 	emettono fumo le bandiere dei re tremando ad ogni istante
     	tamburi e timpani emettono piogge di scintille,

  40 	sulle terrazze e le sommità dei palazzi e sulle porte della città,
     	volano fieri avvoltoi, compiendo circoli sinistrorsi,

  41 	e gli uccelli gridano violentemente i loro versi,
     	e atterrano sulle sommità delle bandiere, per la distruzione dei signori della terra,

  42 	colle teste abbassate, muovendo le code tutti tremanti,
     	gli elefanti a migliaia, scaricano feci e urine,

  43 	questo avendo tu udito, al momento opportuno ordina quanto occorre
     	acché il mondo non vada in distruzione o bhārata.”

  44 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	terminate le parole del padre, Dhṛtarāṣṭra questo diceva: 
     	“ questa io credo sia stabilito da tempo e avverrà senza dubbio,

  45 	se gli kṣatriya secondo il dharma kṣatriya moriranno in battaglia,
     	raggiunto il mondo degli eroi otterranno solo la felicità,

  46 	quaggiù la gloria, e nell'altro mondo una grande lunghissima felicità
     	otterranno queste trigri fra gli uomini, lasciando la vita sul campo.”
     


                              IV


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	così in verità apostrofato il muni, il re dei saggi, o migliore dei re, 
     	dal figlio Dhṛtarāṣṭra, cadde in suprema meditazione,

   2 	e di nuovo disse quel grande asceta al momento di parlare:
     	“ senza dubbio, o re dei re, il fato si abbatte sull'universo,

   3 	sorto da questo mondo non vi è quaggiù nulla di eterno,
     	ai kuru, ai figli, ai parenti e agli amici, allora

   4 	indica la via del dharma, tu sei competente a ciò o invincibile,
     	crudele dicono la morte dei parenti, non fare quanto mi spiace,

   5 	la morte stessa in guisa di tuo figlio è nata o signore di popoli,
     	l'uccidere non è onorato nei veda, non è mai benefico,

   6 	sia ucciso chi colpisce il dharma della stirpe che è come il proprio corpo,
     	dal fato tu sarai spinto sulla cattiva strada pur capace della via virtuosa,

   7 	per la distruzione della tua stirpe e di questi sovrani della terra,
     	abbandona questa infelicità senza senso in forma di regno,

   8 	tu sei privato dalla saggezza da altri, mostra il dharma ai figli,
     	che ti importa del regno o invincibile, per cui sei caduto nella colpa?

   9 	gloria, dharma e fama proteggendo, otterrai il paradiso,
     	che i pāṇḍava abbiano il regno, e la pace ottengano i kaurava.”

  10 	Dhṛtarāṣṭra il figlio di Ambikā, le parole dette dal grande savio,
     	lasciando cadere, quell'esperto nel parlare, di nuovo replicava:	

  11 	Dhṛtarāṣṭra disse:
     	“ come tu sai io sono esperto, dell'essere e del non essere io so ogni cosa,
     	ma sul proprio bene è confuso il mondo, e sappi che anch'io sono come il mondo,

  12 	io chiedo il tuo favore o ineguagliabile natura, tu che sei saggio mostraci la meta,
     	i miei non mi obbediscono o grande ṛṣi, tu non devi farmene una colpa,

  13 	tu sei il dharma, e il purificatore, tu gloria, fama, fermezza e sapienza, 
     	tu sei l'onore e il patriarca dei kuru e dei pāṇḍava.”

  14 	Vyāsa disse:
     	“o sovrano, o figlio di Vicitravīrya, quanto tu hai in mente,
     	rivelami cosa desideri, io taglierò il tuo dubbio."

  15 	Dhṛtarāṣṭra disse:
     	“ tutti quei segni che in battaglia indicano quelli che saranno vincitori
     	tutti questi io voglio udire da te o venerabile.”

  16 	Vyāsa disse:
     	“ il fuoco ha luce chiara, salendo in alto, con fiamme verso destra e senza fumo,
     	puri profumi si innalzano dalle oblazioni, questo dicono un segno del futuro vincitore,

  17 	dove con profondo e grande suono le conchiglie e i tamburi suonano,
     	e chiara luce hanno sole e luna,  questo dicono un segno del futuro vincitore,

  18 	quando da dietro gli uccelli con piacevoli versi si fermano o volano,
     	e quelli che sono dietro fanno fretta o re, e quelli che sono avanti resistono, 

  19 	dove versi di gioia lanciano gli avvoltoi, oche reali, pappagalli, falchetti, e pavoni,
     	compiendo delle pradakṣiṇa sul campo, là i savi dicono certa la vittoria,

  20 	avendo gli uomini adornate corazze e bandiere, bei visi, e color dell'oro,
     	e il cui esercito risplende da confondere la vista, questi vinceranno i nemici,

  21 	dove vi sono grida di gioia e sincerità dei combattenti o bhārata,
     	e le ghirlande non avvizziscono, costoro travolgono i nemici,

  22 	una piacevole brezza da sud che da dietro spinga chi è penetrato
     	o desidera penetrare, e impedisca l'azione davanti,

  23 	se suoni, gusto, tatto, e profumi appaiono sempre buoni,
     	e i soldati gioiosi, per costoro certa è la vittoria,

  24 	dopo che i venti soffiano via nuvole e uccelli,
     	delle nuvole fluttuano e vi sono degli arcobaleni,

  25 	questo sono i segni dei vincitori o signore di popoli,
     	e sono contrari per quelli che devono morire o signore di genti,

  26 	sia che sia piccolo o grande l'esercito, quando è determinato,
     	e vi è gioia nella schiera dei soldati questo dicono essere un segno di vittoria,

  27 	uno solo terrorizzato distrugge anche un grande esercito,
     	i soldati vanno dietro a quello pauroso, anche i migliori guerrieri,

  28 	difficilissimo da trattenere è un grande esercito in rotta,
     	come la violenza delle acque, e come un branco di animali spaventato,

  29 	non è possibile trattenere un grande esercito in rotta,
     	quando è nel panico, si spaventano pure i guerrieri migliori,
     	e vedendoli agitati e spaventati, di nuovo la paura si ravviva,

  30 	e agitato e disperso in ogni direzione dai nemici,
     	non è possibile neppure per gli eroi, fermare un grande esercito,

  31 	un sovrano, allestito un grande esercito dei quattro tipi,
     	saggiamente si deve sforzare, sempre intento ai giusti mezzi come prima cosa,

  32 	il miglior mezzo di vittoria dicono sia mediare sulle divergenze,
     	la peggiore vittoria quella ottenuta combattendo, o signore di popoli,
     	grande peccato è il conflitto, quindi si dice essere una macchia, 

  33 	anche solo cinquanta guerrieri, decisi, indifferenti alla vita, 
     	gagliardi e che si conoscono l'un l'altro, distruggono un grande esercito,
     	anche solo cinque o sei o sette che non inditreggiano possono vincere,

  34 	Garuḍa il figlio di Vinatā non chiede grandi schiere,
     	anche vedendo un grande stormo di uccelli o bhārata,

  35 	la vittoria non è dell'esercito più grande o bhārata,
     	incerta è meramente la vittoria, il destino qui è più forte,
     	anche quelli che vincono sul campo hanno delle perdite.”
     	


                              V


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	avendo detto questo al saggio Dhṛtarāṣṭra, Vyāsa se ne andava,
     	ma Dhṛtarāṣṭra udito ciò, cadeva in profondi pensieri,

   2 	egli avendo un po' meditato, sospirando di tanto in tanto,
     	a Saṃjaya dal pieno autocontrollo chiedeva o toro dei bhārata,

   3 	“ o Saṃjaya questi principi guerrieri bramosi di guerra,
     	si colpiranno reciprocamente con le armi e le male parole,

   4 	i sovrani per aver la terra pronti a lasciare la vita,
     	non hanno pace, e combattendo incrementeranno la dimora di Yama,

   5 	volendo la sovranità della terra, non si sopportano l'un l'altro,
     	io credo che questa terra abbia molte qualità, queste dimmi o Saṃjaya

   6 	molte migliaia, milioni e miriadri
     	di eroi del mondo si sono riuniti a kurujāṅgala

   7 	da molte regioni e città o Saṃjaya,
     	io voglio sapere in verità da dove questi sono giunti,

   8 	tu hai la vista della saggezza dotata della luce del divino intelletto,
     	per grazia del savio ṛṣi, di Vyāsa dall'infinito splendore.”

   9 	Saṃjaya disse:
     	“ secondo la mia conoscenza o grande saggio, io ti diro dei bene della terra,
     	guardando alla sapienza degli śāstra io mi inchino a te o toro dei bhārata,

  10 	le creature sono di due tipi, i mobili e gli immobili,
     	dei  mobili di tre tipi è la nascita: dall'uovo, dal sudore, dal parto, 

  11 	di tutti questi tre, i migliori o re, sono sono quelli nati di parto,
     	quelli che sono i migliori tra gli animali vivipari sono gli uomini,

  12 	di questi animali che hanno varie forme, vi sono quattordici tipi,
     	sette tra i selvaggi e sette tra i domestici,

  13 	leoni, tigri, cinghiali,  bufali, ed elefanti,
     	orsi, e scimmie, questi sono detti i sette tipi selvaggi,

  14 	vacche, capre, uomini, pecore, cavalli, muli e asini,
     	sono i sette animali domestici, elencati dai saggi,

  15 	quindi gli animali domestici e selvaggi sono quattrordici,
     	elencati dai veda, o protettore della terra, fondati sul sacrificio,

  16 	dei domestici il migliore è l'uomo, dei selvaggi il leone,
     	tutti questi esseri vivono mangiandosi l'un l'altro,

  17 	le piante sono immobili, e sono dette di cinque tipi,
     	alberi, cespugli, rampicanti, canne, e i vari tipi di erbe,

  18 	in tutto sono dunque diciannove, essendo cinque gli elementi,
     	il mantra gāyatrī è di ventiquattro sillabe, conosciuto in tutto il mondo,

  19 	chi conosce secondo verità il sacro gāyatrī dotato di tutte le qualità,
     	o migliore dei bhārata, dal mondo non si distrugge,

  20 	nella terra tutto nasce, e nella terra tutto muore,
     	la terra è il fondamento degli esseri, la terra il loro rifugio,

  21 	chi possiede la terra possiede l'intero universo dei mobili e degli immobili,
     	questa volendo avere, i re si uccidono l'un l'altro.”
     


                              VI


   1 	Dhṛtarāṣṭra disse:
     	“ i nomi dei fiumi e dei monti o Saṃjaya,
     	e dei loro abitanti, e degli altri che vivono sulla terra,

   2 	e le loro dimensioni, o sapiente di ogni misura della terra intera,
     	in dettaglio raccontami, e pure delle foreste o Saṃjaya.”	

   3 	Saṃjaya disse:
     	“ per essere aggregati dei cinque elementi, o grande re,
     	tutti gli elementi e l'universo sono detti uguali dai sapienti,

   4 	essi sono terra, acqua, vento, fuoco ed etere,
     	di tutti questi per qualità la terra è la migliore,

   5 	suono, tatto, forma, gusto, e profumo, tutti questi cinque qualità,
     	la terra possiede, così dicono i ṛṣi che conoscono il vero,

   6 	quattro qualità ha l'acqua o re, il profumo non si trova,
     	suono, tocco, e forma, il fuoco ha queste tre qualità,
     	suono e tocco, ha il vento e l'etere solo il suono,

   7 	questi cinque qualità sono o re, nei cinque elementi,
     	e si trovano in tutti i mondi e su questi i mondi sono fondati,

   8 	non si combattono reciprocamente quando vige la pace,
     	ma quando vi è disequilibrio, essi si penetrano reciprocamente,
     	e allora i viventi rinascono coi corpi, per nessun'altra cosa,

   9 	uno dietro l'altro periscono e uno dietro l'altro rinascono, 
     	tutti questi sono incommisurabili, la loro forma è divina,

  10 	qua e là appaiono i cinque elementi elementari,
     	di questi le misure con la ragione indagano gli uomini,

  11 	ma questi che sono di natura impensabile, non si ottengono con la ragione,
     	quanto è superiore alla natura, ha segno di impensabilità,

  12 	io ti parlerò o gioia dei kuru della dvīpa detta Sudarśana, 
     	circolare è o grande re questa dvīpa a forma di ruota,

  13 	coperta da acque e fiumi, e da montagne simili a nuvole,
     	e da belle città variamente popolate, e da nazioni,

  14 	da alberi, pieni di fiori e frutti, e ricca di preziose ricchezze,
     	circondata da ogni parte dal mare salato,

  15 	come un uomo in uno spechio può vedere la sua faccia,
     	così la dvīpa Sudarśana si mostra sulla faccia della luna,

  16 	due sue parti sembrano alberi pipal e due altre una lepre,
     	da ogni parte è abbracciata da ogni interccio di erbe,
     	e ogni altra cosa conoscibile è acqua, questo detto in compendio.”
     	


                              VII


   1 	Dhṛtarāṣṭra disse:
     	“ dopo averlo detto in compendio, dimmelo per esteso o Saṃjaya,
     	quanto è grande l'estensione di questa terra che sembra a forma di lepre,
     	e la dimensione di quella che hai detto ad albero di pipal dimmi.”

   2 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	cosi richiesto dal re, Saṃjaya diceva queste parole:
     	“estese da est ad ovest, vi sono sei montagne ricche di gemme,
     	esse si immergono nei due mari che sono ad est e ad ovest,

   3 	l'himavat, l'hemakūta, e quella suprema montagna che è la niṣadha,
     	e la nīla, fatta di gemme, e la śveta, color d'argento,
     	e la montagna di nome śṛṅgavat priva di ogni metallo,

   4 	queste montagne o re, sono abitate da siddha e da cāraṇa,
     	e la loro estensione interna è di mille yojana,

   5 	e là vi sono santi popoli, che da anni o bhārata,
     	vivono in esse, e sono ovunque di varie stirpi,

   6 	questo è il varṣa bhārata, dopo vi è quello dell'himavat,
     	e oltre l'hemakūṭa quello chiamato harivarṣa,

   7 	a sud della nīla, e a nord del niṣadha 
     	si estende o grande re, la montagna di nome mālyavat,

   8 	quindi dopo la mālyavat, vi è il monte gandhamādana,
     	di forma circolare, e in mezzo a queste due il meru il monte dell'oro, 

   9 	brillante come il sole sorgente, è come un fuoco senza fumo,
     	in basso si ricorda essere di sedicimila yojana,

  10 	e in alto di ottantaquattro yojana o signore della terra,
     	esso se ne sta coperto dal mondo, sopra, di lato e di sbieco,

  11 	ai suoi due lati sono situate quattro isole o potente,
     	bhadrāśva, e ketumāla, e la jambūdvīpa o bhārata,
     	e quella degli uttarakuru, rifugio dei bene agenti,

  12 	dove l'uccello Sumukha figlio di Suparṇa,
     	avendo visto degli uccelli del color dell'oro, pensava:

  13 	' il meru non fa nessuna differenza tra gli uccelli migliori, 
     	medi e peggiori, perciò io lo abbandonerò.'

  14 	il sole, signore della luce sempre gli gira intorno,
     	e la luna con le stelle, e pure Vāyu gli fa la pradakṣiṇa,

  15 	questo monte o grande re, adornato da divini fiori,
     	ed è ricoperto da bellissime residenze fatte d'oro fino, 

  16 	là le schiere degli dèi o re, e di gandharva, asura e rākṣasa,
     	assieme a quelle delle apsaras, sulla sua cima sempre giocano,

  17 	là Brahmā e Rudra, e pure Śakra, il signore dei celesti,
     	tutti insieme con svariati riti sacrificano e con molte dakṣiṇa,

  18 	Tumburu, e Nārada, e Viśvāvasu, Hāhā, e Hūhū,
     	giuntivi, con inni celebrano i migliori degli immortali, o illustre,

  19 	i sette ṛṣi grandi anime, e Kaśyapa e Prajāpati,
     	là si recano, fortuna sia te, ad ogni giorno di fase lunare,

  20 	sulla sua sommità Uśanas il saggio stava coi daitya o signore della terra,
     	sue sono tutte queste gemme, suoi i monti che hanno gemme,

  21 	perciò il beato Kubera, ne gode una quarta parte,
     	e una parte di questa parte di ricchezza raggiunge gli uomini, 

  22 	sul suo lato nord, vi è una divina e generosa selva fiorita in ogni stagione,
     	di karṇikāra, bellissima, com minerali che vi affiorano,

  23 	là Paśupati in persona, circondato da esseri divini,
     	assieme ad Umā si rallegra il beato benefattore dei viventi, 

  24 	indossa una ghirlanda fatta di karṇikāra, che gli arriva ai piedi,
     	e lampeggia coi suoi tre occhi, simili a soli nascenti,

  25 	lo guardano i siddha dal fiero tapas, dai grandi voti e dalle sincere parole,
     	i male agenti non sono in grado di vedere il Mahādeva,

  26 	dalla cima di quel monte, come un fiume di latte o signore di uomini,
     	circondata dai suoi trenta bracci, col frastuono di un terribile uragano,

  27 	la sacra Gaṅgā, adorata dai santissimi, la sublime Bhāgīrathī,
     	cade con perpetua violenza, nel bellissimo lago cāndramasa,
     	e riempito da lei, il santo lago appare come il mare,

  28 	da tempo la regge, lei che neppure i monti possono reggere,
     	sulla sua testa il Mahādeva, da centomila anni, 

  29 	sul fianco occidentale del meru, vi è il ketumāla o signore della terra,
     	e là vi è un grandissimo boschetto di melarose, simile al divino giardino,

  30 	la vita qui dura diecimila anni o bhārata,
     	e bellissimi sono gli uomini e le donne simili ad apsaras,

  31 	privi di malattie e di apprensioni, sempre di animo felice,
     	nascono gli uomini qui, splendidi come l'oro lavorato,

  32 	sui picchi del monte gandhamādana, Kubera assieme ai rākṣasa,
     	attorniato dalle schiere delle apsaras, si rallegra il re dei guhyaka,

  33 	oltre i piedi della gandhamādana, vi sono altre colline,
     	la vita qui è superiore agli undicimila anni,

  34 	qui vi sono donne nere, energiche e fortissime,
     	e donne tutte simili a ninfee, bellissime a guardarle,

  35 	dopo nīla vi è lo śveta, e oltre lo śveta, l'hairaṇyaka,
     	quindi il varṣa airāvata di nome, aldilà dello śṛṅgavat,

  36 	e a forma di arco o grande re, vi sono due varṣa a sud e a nord,
     	e in mezzo vi è l'ilāvṛta, e i cinque varṣa suddetti,

  37 	ancora oltre a questi, vi è un varṣa eccellente per ogni qualità,
     	per misura della vita, salute, dharma, piacere e successo,

  38 	in questi varṣa o bhārata sono stabiliti tutti gli esseri,
     	così questa è la terra coperta dalle sue montagne,

  39 	vi è la grandissima montagna di hemakūṭa, di nome kailāsa,
     	dove il figlio di Viśravaṇa assieme ai guhyaka, si rallegra,

  40 	a nord del kailāsa, e verso il monte maināka,
     	vi è il grandissimo e divino monte maṇimaya dalle cime d'oro,

  41 	sui suoi fianchi vi è il grande e divino, bellissimo con le sue sabbie dorate,
     	lago meraviglioso di nome bindusara, dove il re Bhagīratha,
     	avendo visto la Gaṅgā Bhāgīrathī, risiedeva molti anni,

  42 	qui vi sono colonne fatte di gemme, e sacrari fatti d'oro,
     	là sacrificando, il gloriosissimo dio dai mille occhi ottenne la perfezione,

  43 	là è dove, il signore degli esseri, l'eterno, il creatore di tutti i mondi,
     	risiede con grande splendore, circondato dagli esseri lì riuniti,
     	da Nara e Nārāyaṇa, da Brahmā, da Manu, e da Sthāṇu per quinto, 

  44 	là la divina fiumana dalle tre sorgenti, al suo inizio si trova,
     	e scorrendo dal mondo di Brahmā, in sette parti si divide,

  45 	Vasvokasārā, Nalinī, e Sarasvatī la purificatrice,
     	Jambūnadī, Sītā, Gaṅgā e il Sindhu per settimo,

  46 	inconcepibile, la divina Saṃkalpā è stata voluta dal creatore,
     	là dove si celebra un sattra di migliaia di yuga,

  47 	là la Sarasvatī, appare visibile e invisibile qua e là,
     	queste sono le divine sette Gaṅgā, conosciute nei tre mondi,

  48 	i rakṣas sono sull'himavat e i guhyaka sull'hemakūṭa,
     	serpenti e nāga sul niṣadha, e sul gokarṇa i ricchi in tapas,

  49 	il monte śveta è detto la dimora degli dèi e degli asura,
     	i gandharva sono sul monte niṣadha e i ṛṣi brahmani sul nīla o sovrano,
     	e lo śṛṅgavat è il rifugio degli antenati o grande re,

  50 	così dunque sono distribuiti i sette varṣa, o grande re,
     	e gli esseri che li abitano mobili e immobili,

  51 	la loro condizione di prosperità sia divina che umana è varia,
     	non è possibile enumerarla, ma è secondo la lor fede e desiderio,

  52 	quanto tu mi hai chiesto o re, di questa divina regione a forma di lepre,
     	e dei due varṣa che sono ai lati della lepre, a nord e a sud,
     	come due orecchi, la nāgadvīpa, e la kaśyapadvīpa,

  53 	e la testa rosso scura o re è la bellisima montagna malaya,
     	questa è la seconda dvīpa che appare nella forma di lepre.”
     


                              VIII


   1 	Dhṛtarāṣṭra disse;
     	“parlami prima della parte settentrionale del meru, o saṃjaya
     	in dettaglio o grande intelletto, e anche del monte mālyavat.”

   2 	Saṃjaya disse:
     	“ a sud del nīla, sul fianco settentrionale del meru,
     	vi sono gli uttarakuru o re, santi e frequentati dai siddha,

   3 	là vi sono alberi di frutti dolcissimi, e sempre coperti di fiori e frutti,
     	e i fiori sono profumatissimi, e i frutti deliziosi,

   4 	e alcuni alberi là vi sono che hanno frutti a volontà o signore di genti,
     	e altri alberi vi sono là, di nome kṣīrin,

   5 	che stillano sempre della linfa, che ha i sei gusti come l'amṛta,
     	e generano nei frutti delle vesti e ornamenti,

   6 	tutta la terra è piena di gemme, e di minuta sabbia aurifera,
     	ovunque, e purissima e piacevole al tatto,

   7 	qui nascono tutti gli uomini caduti dai mondi divini,
     	e sono dotati delle stesse qualità e bellezza sia nel piano che nel monte,

   8 	le donne generano gemelli, e sono simili ad apsaras,
     	e bevono la linfa degli alberi kṣīrin simile all'amṛta,

   9 	e le coppie generate allo stesso modo crescono,
     	con uguali qualità e bellezza e vesti simili,
     	e amandosi l'un l'altro come una coppia di uccelli cakra,

  10 	in salute e senza affanni, sempre di cuor contento,
     	e per diecimila anni più altri dieci secoli,
     	essi vivono, o grande re, e non si lasciano mai l'un l'altra,

  11 	vi sono degli uccelli di nome bhāruṇḍa, fortissimi e dal becco acuto,
     	essi portano via i morti e li gettano dentro delle buche,

  12 	questa regione degli uttarakuru, ti ho illustrato succintamente,
     	e ora ti dirò come è la parte orientale del meru,

  13 	la bhadrāśva, essa ha quantità di acque lustrali, o signore di popoli,
     	e anche la selva bhadrasāla, dov'è la kālāmra e la mahādruma,

  14 	la kālāmra o grande re, bellissima sempre di frutti e di fiori,
     	è una dvīpa alta uno yojana, abitata da siddha e cāraṇa,

  15 	là gli uomini sono bianchi, energici e fortissimi,
     	le donne bianche come ninfee, bellissime, e piacevoli a guardarle,

  16 	sono splendide come la luna, e del suo colore, con visi simili a luna piena.
     	e corpi freschi come la luna, esperte di danze e canti,

  17 	la vita là o toro dei bhārata dura diecimila anni,
     	bevendo i succhi della kālāmra sono sempre giovani,

  18 	a sud del nīla, ma a nord del niṣadha,
     	vi è un grande albero di melarosa, perenne di nome sudarśana,

  19 	santo, con frutti di ogni genere, e frequentato da siddha e cāraṇa,
     	dal nome di questo è chiamata jambūdvīpa questa antica regione,

  20 	mille e cento yojana o toro dei bhārata,
     	è l'altezza di questo re degli alberi, che tocca il cielo o signore di uomini,

  21 	e millecento e quindici braccia, 
     	è la circonferenza dell'albero, di quei frutti di vari sapori,

  22 	quelli che cadono da tale altezza fanno un grande rumore,
     	e liberano il loro succo o re, laggiù simile all'argento,

  23 	questi succhi dei frutti della melarosa, divenuti un fiume o protettore di genti,
     	fatta la pradakṣiṇa al monte meru, percorrono la regione degli uttarakuru,

  24 	e le genti che bevono quel succo, sono sempre contenti o protettore di genti,
     	e bevendo il succo dei frutti, la vecchiaia non li colpisce,

  25 	là vi è l'oro di splendore divino, chiamato del fiume jambūnadī, 
     	e gli uomini là, nascono col colore del sole nascente, 

  26 	sulla cima del mālyavat, brucia un fuoco, 
     	di nome saṃvartaka, che è il fuoco finale o toro dei bhārata,

  27 	e oltre il picco orientale del mālyavat, vi sono delle colline,
     	il mālyavat misura cinquantamila yojana,

  28 	gli uomini nascono là, simili all'oro,
     	tutti sono caduti dal mondo di Brahmā, e tutti sono recitatori dei veda,

  29 	essi praticano il tapas, in perfetta castità,
     	e entrano nel sole per la protezione degli esseri,

  30 	essi in numero di seimila e seicento	
     	procedono davanti ad Aruṇa, all'alba, circondando il sole,

  31 	per seimila e seicento anni essi
     	scaldati dal calore del sole, entrano nel disco della luna.”
     


                              IX


   1 	Dhṛtarāṣṭra disse:
     	“i nomi dei varṣa e delle montagne o Saṃjaya,
     	dimmi secondo verità, e di quelli che abitano le montagne.”

   2 	Saṃjaya disse:
     	“ a sud della śveta, ma a nord della nīla,
     	vi è il varṣa di nome ramaṇaka e colà nascono uomini

   3 	tutti di purissima famiglia, e di piacevole aspetto,
     	e amanti dei compagni là gli uomini nascono,

   4 	essi undicimila cinquecento anni, 
     	vivono o grande re, sempre con cuor contento,

   5 	a sud della śṛṅgin e a nord della śveta,
     	vi è il varṣa di nome hairaṇvat, dove c'è il fiume hairaṇvatī,

   6 	degli yakṣa di piacevole aspetto, seguaci del dio delle ricchezze,
     	fortissimi là vi sono, o re, sempre di cuor contento,

   7 	undicimila anni protettore di genti essi 
     	vivono, come misura di vita più altri quindici secoli,

   8 	tre sono le cime della śṛṅgavat o sovrano di uomini,
     	una è fatta di gemme, e un'altra è meravigliosa e fatta d'oro,

   9 	e l'altra è fatta di tutte le gemme e adornata di palazzi, 
     	là, di propria luce splendente, risiede sempre la divina Śāṇḍilī,

  10 	a nord della śṛṅga vi è la riva del mare o protettore di genti,
     	e oltre lo śṛṅgavat vi è perciò un varṣa di nome airāvata,

  11 	là il sole non brucia, e gli uomini non invecchiano,
     	e la luna con le sue costellazioni, diviene quasi ammantata di luce, 

  12 	colà gli uomini nascono profumati come foglie di loto,
     	simili a loti, del colore del loto, e con occhi a foglia di loto,

  13 	senza camminare si muovono, olezzosi, senza mangiare e coi sensi domati, 
     	tutti privi di impurità sono caduti dai mondi divini, 

  14 	tredicimila anni costoro o protettore di uomini,
     	una tale misura di vita vivono, questi uomini o migliore dei bhārata,

  15 	e a nord dell'oceano di latte, il signore,
     	Hari il Vaikuṇṭha risiede, nel suo carro fatto d'oro,

  16 	otto ruote ha il veicolo veloce come il pensiero ed è trainato da spiriti, 
     	ha il colore del fuoco, grande potenza, ed è decorato con oro fino,

  17 	egli è il signore e il sovrano di tutti gli esseri o toro dei bhārata,
     	egli è il distruttore, e il generatore, il creatore, e il sacrificatore,

  18 	egli è la terra, l'acqua, e l'etere, il vento e il fuoco o principe,
     	egli è il sacrificio di tutti gli esseri, e il fuoco sta nella sua bocca.”

  19 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	così apostrofato da Saṃjaya, il saggio Dhṛtarāṣṭra,
     	cadeva nei pensieri il re riguardo i figli o protettore di genti,

  20 	e avendo pensato o grande re, di nuovo diceva queste parole: 
     	“ senza dubbhio o figlio di sūta, il tempo distrugge l'universo,
     	e di nuovo tutto è creato, quaggiù non vige l'eternità,

  21 	Nara e Nārāyaṇa, il sapiente di tutto, il sostegno di tutti gli esseri,
     	gli dèi lo dicono il Vaikuṇṭha, i veda Viṣṇu, così è il signore.”
     	


                              X


   1 	Dhṛtarāṣṭra disse:
     	“ di quel varṣa chiamato bhārata, dove è stabilita la sua forza,
     	e di cosa è avido in modo così estremo mio figlio Duryodhana,

   2 	e di cosa vogliono ottenere i pāṇḍava, e dove la mia mente sprofonda,
     	tutto questo tu mi devi dire in verità, tu ne sei esperto o Saṃjaya.”

   3 	Saṃjaya disse:
     	“ i pāṇḍava non sono avidi, ascolta le mie parole o re,
     	avido è Duryodhana, e pure Śakuni il figlio di Subala,

   4 	e pure gli altri kṣatriya, quei sovrani di vari popoli,
     	che avidi di questo varṣa o bhārata, non si sopportano l'un l'altro,

   5 	a te ora io descriverò questo varṣa bhārata, o bhārata,
     	caro al dio Indra, e a Manu figlio di Vivasvat,

   6 	e a Pṛthu figlio di Vena, e a Ikṣvaku dal grande intelletto,
     	e a Yayāti, ad Ambarīṣa, a Māndhātṛ e a Nahuṣa,

   7 	e a Mucukunda, e a Śibi il figlio di Uśīnara,
     	a Ṛṣbha e ad Aila, e al sovrano Nṛga,

   8 	e ad altri fortissimi kṣatriya o grande re,
     	a tutti questi o re dei re, fu caro il bhārata o bhārata,

   9 	ora io ti parlerò o uccisore di nemici, di questo varṣa come l'ho udito,
     	ascoltami o re, mentre ti dico quanto tu mi hai chiesto,

  10 	mahindra,  malaya,  sahya,  śuktimat, e anche la ṛkṣavat,
     	vindhya e  pāriyātra, sono le sette catene montuose,

  11 	in queste o re, vi sono migliaia di montagne,
     	conosciute, imponenti, larghe, con varie cime,

  12 	e altre più piccole e sconosciute, con pochi abitanti,
     	ārya, e barbari o kaurava, e uomini di nascita mista o signore,

  13 	essi si dissetano in molti fiumi, gaṅgā, sindhu, sarasvatī,
     	godāvarī, narmadā, il grande fiume bāhudā, 

  14 	śatadru, candrabhāgā, e il grande fiume yamunā,
     	dṛṣdvatī, e vipāśā, vipāpā, sthūlavālukā,

  15 	e il fiume vetravatī, e kṛṣṇaveṇā, e nimnagā,
     	irāvatī, e vitastā, payoṣṇī, e anche devikā,

  16 	vedasmr̥ti, vetasinī, tridivā, iṣkumālinī,
     	karīṣiṇī, citravahā, e citrasenā, nimnagā,

  17 	gomatī, e dhūtapāpā, e il grande fiume vandanā,
     	kauśikī, tridivā, kr̥tyā, vicitrā, lohatāriṇī,

  18 	rathasthā, e śatakumbhā, e sarayū o signore di uomini,
     	carmaṇvatī, vetravatī, hastisomā e diś,

  19 	atāvarī, e payoṣṇī, parā e bhaimarathī,
     	kāverī e pure culukā, vāpī e śatabalā,

  20 	nicīrā, e pure mahitā, e suprayogā o sovrano di uomini,
     	pavitrā, kuṇḍalā, sindhu, vājinī, puramālinī,

  21 	pūrvābhirāmā, e vīrā, bhīmā, oghavatī,
     	palāśinī, pāpaharā, mahendrā, pippalāvatī,

  22 	pāriṣeṇā, e asiknī, saralā, bhāramardinī,
     	pāriṣeṇā, asiknī, ca saralā, bhāramardinī,

  23 	dhūmatyā, e atikr̥ṣṇā, sūcī, e chāvī o kaurava,
     	sadānīrā, e adhr̥ṣyā, il grande fiume kuśadhārā,

  24 	śaśikāntā, e śivā, e pure vīravatī,
     	vāstu, suvāstu, gaurī, ca kampanā, sahiraṇvatī,

  25 	hiraṇvatī, citravatī, e citrasenā, nimnagā,
     	rathacitrā, jyotirathā, viśvāmitrā, kapiñjalā,

  26 	upendrā, e bahulā, kucarā, ambuvāhinī,
     	vainandī, piñjalā, veṇṇā, e tuṅgaveṇā grande fiume,

  27 	vidiśā, e kr̥ṣṇaveṇṇā, e tāmrā, kapilā,
     	śalu, suvāmā, vedāśvā, harisrāvā, mahāpagā,

  28 	e śīghrā, e picchilā, e bhāradvājī, nimnagā,
     	kauśikī, nimnagā, śoṇā, e bāhudā, candanā,

  29 	durgā, e antaḥśilā, brahmamedhyā, br̥hadvatī,
     	carakṣā, e mahirohī, e pure jambunadī,

  30 	sunasā, tamasā, dāsī, trasā, anyā, varāṇasī,
     	e loloddhr̥takarā, e pūrṇāśā grande fiume,

  31 	mānavī e vr̥ṣabhā grandi fiumi o signore di genti,
     	sadānirāmayā, vr̥tyā, mandagā, mandavāhinī,

  32 	e brahmāṇī, e mahāgaurī, e pure durgā o bhārata,
     	citropalā, citrabarhā, mañju, makaravāhinī,

  33 	mandākinī, vaitaraṇī, e kokā grande fiume,
     	śuktimatī, e araṇyā, puṣpaveṇyutpalāvatī,

  34 	lohityā, e karatoyā, e inoltre vr̥ṣabhaṅginī,
     	kumārī, e r̥ṣikulyā, e brahmakulyā o bhārata,

  35 	la sarasvatī, e la supuṇyāś e l'intera gaṅgā e la māriṣā,
     	tutte sono le madri dell'universo, e tutte di grande forza,

  36 	e vi sono altri fiumi non visibili, a centinaia e a migliaia,
     	questi sono o re, i corsi d'acqua, enumerati secondo la tradizione,

  37 	oltre a questa regione, ascolta quanto ti dico delle altre popolazioni,
     	la vi sono i kurupāñcāla, i śālva, i mādreya, e i jāṅgala,

  38 	i śūrasena, e i kaliṅga, i bodha, e i mauka,
     	i matsya, i sukuṭya, i saubalya, i kuntala, i kāśikośala,

  39 	i cedi, e i karūṣa, i bhoja, i sindhu, pulindaka,
     	gli uttamauja, e i daśārṇa, i mekala, assieme agli utkala,

  40 	i pāñcāla, e i kauśija, gli ekapṛṣṭa, gli yugaṃdhara,
     	i saudha, i madra, e i bhujiṅga, e i kāśi e gli aparakāśi,

  41 	i jaṭhara, e i kukkuśa, e i sudāśārṇa, o bhārata,
     	i kunti, e gli avanti, e gli aparakunti,

  42 	i govinda, i mandaka, i ṣaṇḍa, i vidharba e gli anūpavāsika,
     	gli aśmaka, pāṃsurāṣṭra, e i goparāṣṭra, i panītaka,

  43 	gli ādirāṣṭra, e i sukuṭṭa, e il mero regno dei bali,
     	i vānarāsya, i pravāha, e i vakra, i vakrabhaya, i śaka,

  44 	i videhaka, i māgadha, i suhma, e i vijaya,
     	gli aṅga, i vaṅga, i kaliṅga, e gli yakṛllomāna, 

  45 	i malla, i sudeṣṇa, i prāhūta, e i māhiṣa, e i kārṣika,
     	i vāhīka e i vāṭadhāna, gli ābhīra e i kālatoyaka

  46 	aparandhra, e i śūdra, i pahlava, carmakhaṇḍika
     	e gli aṭavīśabara, e i marubhauma, o mio signore, 

  47 	gli upāvr̥śca, gli anupāvr̥śca e i surāṣṭra, e i kekaya,
     	i kuṭṭāparānta, i dvaidheya, i  kākṣa, i sāmudraniṣkuṭa,

  48 	i molti andhra, o re, e pure gli antargirya,
     	i bahirgirya, gli aṅgamalada, i māgadha, i mānavatjaka,

  49 	i mahyuttara, prāvṛṣeya, bhārgava, e i janādhipa,
     	i puṇḍra, i bhārga, i kirāta, sudoṣṇa, pramuda,

  50 	i śaka, i niṣāda, niṣadha, e gli anartanairṛta,
     	i dugūla, i pratimatsya, e i kuśala, e pure i kunaṭa,

  51 	i tīragrāha, i taratoya, i rājika, i rasyakāgaṇa,
     	i tilaka, e i pārasīka, i madhumat, i prakutsaka,

  52 	i kāśmīra, i sindhusauvīra, i gāndhāra, i darśaka,
     	gli abhīsāra, e i kulūta, gli śaivala, e quindi i bāhlika,

  53 	i darvīka, i sakaca, i darva, i vātajāma e i rathoraga,
     	e i bahuvādya, i kauravya, i sudāmānas, i sumallika,

  54 	i vadhra, e pure i karīṣaka, e quindi i kulindopatyaka,
     	i vanāyu, i daśāpārśva, i romāṇa, i kuśabindava,

  55 	i kaccha, e i gopālakaccha, i lāṅgala, i paravallaka,
     	i kirāta, i barbara, i siddha, i videha, i tāmraliṅgaka,

  56 	gli oṣṭra, i puṇḍra, i sasairandhra, e i pārvatīya o mio signore,
     	e altri popoli, del sud o toro dei bhārata,

  57 	i draviḍa, i kerala, i prācya, i  bhūṣika, i vanavāsin,
     	gli unnatyaka, i māhiṣaka i vikalpa, e quindi i mūṣaka,

  58 	i karṇika, e invero i kuntika, i saudbhida, i nalakālaka,
     	quindi i kaukuṭṭaka, i cola, i koṅkaṇa, i mālavāṇaka,

  59 	i samaṅga, e i kopana, i  kukura e i nobili aṅgada,
     	i dhvajini, gli utasava e i saṁketa, i trigarta, e i sarvaseni,

  60 	i tryaṅga, i kekaraka, i proṣṭha, e quindi i parasaṁcaraka,
     	quindi i vindhyapulaka, e i pulinda assieme ai kalkala,

  61 	i mālaka, e i mallaka e quindi gli aparavartaka,
     	i kulinda, e i kulaka, i karaṇṭha, e quindi i kuraka,

  62 	i mūṣaka, e i stanabāla, i satiya, i pattipañjaka,
     	gli ādidāya, e i sirāla, gli stūbaka, e quindi gli stanapa,

  63 	gli hr̥ṣīvidarbha, i kāntīka, i taṅgaṇa, i parataṅgaṇa,
     	e del nord vi sono altre genti barbare o toro dei bhārata,

  64 	 e gli yavana, i sakāmboja, i dāruṇa, genti di nascita barbara,
     	i sakṣaddruhas e i kuntala, gli hūṇa assieme ai pārataka,

  65 	e quindi i maradha, e inoltre i cīna e i daśamālika,
     	genti appartenenti agli kṣatriya e stirpi vaiśya e śūdra,

  66 	gli śūdrābhīrātha, i darada, i kāśmīra con i paśu,
     	e i khaśika, e i tukhāra, i pallava, i girigahvara,

  67 	gli ātreya, e quindi i sabharadvāja, gli stanayoṣika,
     	e gli aupaka, e i kaliṅga, e genti dei kirāta,

  68 	i tāmara, e quindi gli haṁsamārga, i karabhañjaka,
     	menzionate per nome io ti ho elencato le regioni o potente,

  69 	e pure secondo forza e qualità, il grande frutto delle tre condizioni,
     	è come il latte munto da Kāmadhuk, tale è fatta la terra,

  70 	di questa sono avidi i re guerrieri, sapienti di dharma e artha, 
     	essi velocemente perdono le loro vite in battaglia, per brama di terra,

  71 	la terra è il supremo desiderio delle schiere di dèi e di uomini,
     	si combattono l'un l'altro, come cani per il cibo,

  72 	i re o migliore dei bhārata, son bramosi di godere della terra,
     	e quaggiù non si trova neppure sazietà in nessun desiderio,

  73 	perciò i kuru e i pāṇḍava si impegnano per aver la terra,
     	per patti, doni o disunione o con la forza o principe,

  74 	il padre e la madre, e il figlio, il cielo e il paradiso o toro fra gli uomini,
     	diviene la terra per tutti gli esseri, se la si guarda costantemente.”
     


                              XI


   1 	Dhṛtarāṣṭra disse:
     	“del varṣa bhārata, e anche dell'haimavata,
     	dimmi o sūta, l'estensione, la durata della vita, il bene e il male e il loro frutto,

   2 	il futuro, il passato e il presente o saṃjaya,
     	dimmelo in dettaglio e anche tutto dell'harivarṣa.”

   3 	Saṃjaya disse:
     	“ nel varṣa bhārata, vi sono quattro yuga o toro dei bhārata,
     	kṛta, tretā, dvāpara, e puṣya o prosperità dei kuru,

   4 	prima vi è quello di nome kṛtayuga, quindi il tretāyuga o illustre,
     	seguito dal dvāpara e quindi comincia il puṣya, 

   5 	e di quattromila anni o migliore dei kuru,
     	è la durata della vita nel kṛtayuga, conteggiata o migliore dei re,

   6 	quindi di tremila anni nel tretā o signore di uomini,
     	e di due mila nel dvāpara, e cento ne dura nel presente,

   7 	non vi è una misura nella durata della vita nel puṣya o toro dei bhārata,
     	alcuni muoiono nel grembo materno, e anche alla nascita muoiono,

   8 	fortissimi, e di grande purezza, dotati del dono della progenie,
     	nascono nel kṛta o re, dei muni ricchi di tapas,

   9 	di grande potere, grandi anime, di sincere parole e fermi nel dharma,
     	i nati nel kṛtayuga o re, sono ricchi e piacevoli a vedersi,

  10 	di lunga vita, grandi eroi ed eccellenti arcieri in battaglia,
     	nel tretā nascono dei guerrieri kṣatriya che girano il mondo,

  11 	tutti i varṇa o grande re nascono nel virtuoso dvāpara,
     	potentissimi, e grandi eroi, bramosi di uccidersi vicendevolmente,

  12 	dotati di scarsa energia, e irritabili gli uomini o sovrano,
     	nel puṣya nascono e avidi, e infidi, o bhārata,

  13 	invidia, orgoglio, e ira, frode e gelosia,
     	passionalità e avidità tra i mortali vi sono nel puṣya o bhārata,

  14 	poco rimane o re, di quanto esiste nel dvāpara o sovrano di uomini,
     	e l'haimavata è di qualità migliore e l'harivarṣa ancora di più.”