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68. Pratijñāparvan

( Il libro del giuramento. VII, 52-60)

                              LII


   1 	Saṁjaya disse:
     	“ che si era udito un grande frastuono da parte dei pāṇḍava, mancanti del figlio,
     	Jayadratha al risveglio lo venne a sapere attraverso delle spie,

   2 	col cuore tormentato dall'ansia, violentemente sommerso dal dolore,
     	sprofondando quasi in quel profondo e grande oceano di sofferenza,

   3 	si recava alla riunione dei re, il sindhu molto pensieroso,
     	e alla presenza di quei signori di uomini si lamentava,

   4 	spaventato dal padre di Abhimanyu, con vergogna queste parole diceva:
     	'colui che nel campo di Pāṇḍu fu generato da Śakra per amore,

   5 	quel malvagio vuole mandarmi da solo alla dimora di Yama,
     	e fortuna sia a voi, io me ne andrò a casa mia per salvarmi la vita,

   6 	voi dunque o tori degli kṣatriya schieratevi armati a difendermi,
     	datemi o valorosi sicurezza dall'attacco del pṛthāde,

   7 	Droṇa, Duryodhana, Kṛpa, Karṇa, Bāhlika e il re dei madra,
     	con Duḥśāsana in testa, possono proteggere anche uno afflito dal dio-morte,

   8 	come dunque me che il solo Phalguna vuole uccidere,
     	non potreste salvare, voi signori della terra qui riuniti?

   9 	udendo l'eccitazione dei pāṇḍava una grande paura mi ha preso,
     	e si fiaccano le mie membra come davanti alla morte o principi,

  10 	la mia morte è stata giurata dal possessore del gāṇḍīva,
     	quindi i pāṇḍava hanno gridato gioiosi pur in tempo di dolore,

  11 	né dèi, né gandharva, né asura, uraga o rākṣasa,
     	possono contrastarlo, come dunque solo dei sovrani?

  12 	perciò o tori fra gli uomini, fortuna sia a voi, datemi il permesso,
     	e io me ne andrò di nascosto, e i pāṇḍava non mi vedranno.'

  13 	a lui che così i lamentava coll'animo pieno di terrore,
     	il re Duryodhana soprattutto intento al proprio scopo diceva: 

  14 	' non devi temere o tigre fra gli uomini, chi può o toro tra gli uomini,
     	attaccarti in battaglia, mentre sei in mezzo ai valorosi guerrieri schierati?

  15 	io, Karṇa il figlio del sole, Citrasena, Viviṁśati,
     	Bhūriśravas, Śala, Śalya, Vṛṣasena, Durāsada,

  16 	Purumitra, Jaya, il bhoja, e Sudakṣiṇa il kāmboja,
     	Satyavrata, Mahābāhu, Vikarṇa, Durmukha, Saha,

  17 	Duḥśāsana, Subāhu, e pure il re kaliṅga armi in pugno,
     	Vinda e Anuvinda i due āvanti, Droṇa, suo figlio, e il figlio di Subala,

  18 	e tu pure in persona il migliore sul carro, guerriero dall'infinito splendore,
     	come dunque puoi vedere pericoli da parte dei pāṇḍava o re dei sindhu?

  19 	i miei undici akṣauhiṇī sono la tua protezione,
     	e con impegno combatteranno, non temere, allontana la paura o re dei sindhu.'

  20 	cosi incoraggiato da tuo figlio o re, il sindhu,
     	assieme a Duryodhana di notte si recava da Droṇa,

  21 	toccati i piedi di Droṇa o signore di popoli,
     	e sedutosi, inchinandosi allora gli chiedeva:

  22 	'nello scagliare da lontano, in destrezza e in precisione di tiro,
     	dimmi o venerabile la differenza tra me e Phalguna,

  23 	io voglio sapere in verità o maestro, le differenze nel nostro sapere,
     	tra me e Arjuna o illustre, in modo veritiero dimmelo.'

  24 	Droṇa disse:
     	' lo stesso insegnamento o caro, tu hai avuto di Arjuna,
     	nello yoga e nel'abitudine al dolore Arjuna è superiore a te,

  25 	ma tu non devi aver alcun timore del pṛthāde in combattimento,
     	io ti proteggerò o caro, da ogni pericolo, non vi è qui dubbio,

  26 	nemmeno gli immortali possono vincere uno protetto dal mio braccio,
     	e io ordinerò uno schieramento che il pṛthāde non può attraversare,

  27 	perciò combatti, non temere, proteggi il tuo dharma,
     	segui la strada dei padri e degli avi, o sovrano di uomini,

  28 	avendo tu studiato rettamente i veda, e dato buone offerte ad Agni,
     	e avendo celebrato molti sacrifici, non devi avere paura della morte,

  29 	avendo ottenuto grandi fortune che difficilmente ottengono gli uomini vili,
     	i divini mondi incomparabili guadagnati col valore del proprio braccio otterrai,

  30 	i kuru, i pāṇḍava, i vṛṣṇi, e gli altri uomini,
     	e io stesso con mio figlio, si devono ritenere impermanenti,

  31 	noi tutti in successione dal fortissimo fato saremo uccisi,
     	e andremo all'altro mondo, ciascuno con il nostro proprio agire,

  32 	gli asceti ottengono i loro mondi praticando il tapas,
     	e i prodi kṣatriya ottengono i propri, seguendo il dharma kṣatriya.' “

  33 	Saṁjaya disse:
     	“ così rincuorato dal figlio di Bharadvāja, il sindhu o re,
     	abbandonava la paura del pṛthāde e poneva mente a combattere.”
     


                              LIII


   1 	Saṁjaya disse:
     	“ avendo dunque il pṛthāde giurata la morte del re dei sindhu,
     	Vāsudeva grandi-braccia, diceva al conquista-ricchezze:

   2 	' conoscendo l'opinione dei tuoi fratelli, avendo tu giurato:
     	'io domani ucciderò il re sindhu.' hai fatto una cosa precipitosa,

   3 	senza consultarti con me ti sei gravato di un eccessivo peso,
     	come dunque potremo evitare il ridicolo di tutto il mondo?

   4 	io ho mandato delle spie negli accampamenti del figlio di Dhṛtarāṣṭra,
     	questi rapidamente tornando ci riveleranno le sue intenzioni,

   5 	dopo che tu hai promesso l'uccisione del re dei sindhu,
     	loro hanno udito i grandi suoni e le urla leonine,

   6 	da quel frastuono furono scossi i figli di Dhṛtarāṣṭra assieme ai sindhu:
     	' queste urla leonine non sono senza scopo.' pensando ne furono intimoriti,

   7 	un grandissimo frastuono sorgeva tra i kaurava o grandi-braccia,
     	di elefanti, cavalli e fanti, e paurosi rumori di carri:

   8 	' il conquista-ricchezze saputo della morte di Abhimanyu né è certo afflitto,
     	e per la collera attaccherà di notte.' così pensando si schierarono 

   9 	mentre erano così pronti udivano la verità, del tuo sincero
     	giuramento di uccidere il re dei sindhu o occhi-di-loto,

  10 	allora tutti meravigliati e tremanti come vili animali,
     	furono i consiglieri di Suyodhana, e il re Jayadratha,

  11 	allora alzandosi depresso coi suoi ministri si recava ai propri accampamenti,
     	il signore dei sindhu e dei sauvīra, fortemente addolorato,

  12 	consultandosi al momento preposto, su ogni possibile azione benefica,
     	nell'assemblea dei re diceva queste parole a Suyodhana:

  13 	' domani il conquista-ricchezze mi attacchera come uccisore di suo figlio,
     	fu promessa da lui davanti all'armata la mia uccisione,

  14 	questa promessa dell'ambidestro né gli dèi, né gandharva,
     	né asura, uraga o rākṣasa sono in grado di contrastare,

  15 	proteggetemi dunque in battaglia, evitate che il conquista-ricchezze,
     	mettendo il piede sulla vostra testa ottenga quanto ha stabilito,

  16 	se non puoi proteggermi in battaglia o rampollo dei kuru,
     	dammi licenza o re, e io me ne tornerò a casa.'

  17 	così apostrofato Suyodhana abbattuto con la testa bassa,
     	udendo del tuo giuramento egli cadde in profondi pensieri,

  18 	il re sindhu vedendolo dunque afflitto,
     	guardando al proprio bene dolcemente questo disse:

  19 	' io non vedo tra voi un arciere così valoroso,
     	che possa distruggere sul campo con le armi quelle di Arjuna,

  20 	davanti al compagno di Vāsudeva, mentre tende l'arco gāṇḍīva,
     	davanti ad Arjuna, chi può resistere, fosse pure il cento-riti in persona?

  21 	si dice che il pṛthāde abbia combattuto un tempo a piedi,
     	sul monte himavat pure col potente e magnifico Mahādeva,

  22 	che da solo sul carro per ordine del re degli dèi abbia ucciso
     	migliaia di dānava abitanti la città di hiraṇyapura,

  23 	supportato il kuntīde dal saggio Vāsudeva,
     	potrebbe distruggere anche i tre mondi cogli immortali, io credo,

  24 	io dunque voglio che mi sia data licenza, oppure protezione da parte
     	di Droṇa grand'anima, assieme al valoroso suo figlio, se tu lo credi.'

  25 	e dal re in persona il maestro fu fortemente richiesto o Arjuna,
     	una disposizione è stata preparata, i carri sono stati equipaggiati,

  26 	Karṇa, Bhūriśravas, il figlio di Droṇa, l'invincibile Vṛṣasena,
     	Kṛpa, il re dei madra, questi sei saranno davanti a lui,

  27 	Droṇa ha stabilito uno schieramento a metà tra il loto e il cuneo,
     	e nella cruna dell'ago, stando in mezzo al loto, Jayadratha
     	il re dei sindhu, sarà protetto da quei valorosi ardui da affrontare,

  28 	nell'arco, nelle armi, per valore, energia e petto,
     	questi sei carri certamente sono invincibili o pṛthāde,
     	e senza vincere costoro con le loro schiere non si può raggiungere Jayadratha,

  29 	pensa al valore di ciascuno di questi sei,
     	queste tigri fra gli uomini riunite non possono essere facilmente vinte,

  30 	io dunque ancora rifletterò sulla condotta per il nostro meglio,
     	assieme a consiglieri, ministri e amici per il nostro successo.'

  31 	Arjuna disse:
     	' i sei carri del figlio di Dhṛtarāṣṭra che tu ritieni un forte esercito,
     	non hanno un valore pari alla metà del mio, così io ritengo,

  32 	le armi di tutti questi o uccisore di Madhu, dalle mie armi
     	vedrai distrutte, mentre cerco di uccidere Jayadratha,

  33 	davanti a Droṇa, e alle sue schiere piangenti io
     	la testa del re dei sindhu abbatterò al suolo,

  34 	se i sādhya, e i rudra, e i vasu assieme agli aśvin,
     	e i marut col loro Indra, e i viśvedeva, e pure gli asura,

  35 	gli avi con i gandharva, i grandi uccelli, mari e monti,
     	il cielo, la terra e lo spazio intermedio, le direzioni, coi loro guardiani,

  36 	gli esseri dei villaggi e delle foreste, mobili e immobili,
     	fossero tutti a protezione del re dei sindhu o uccisore di Madhu,

  37 	ache così domani egli sarà ucciso sul campo dalle mie frecce,
     	te lo giuro in verità o Kṛṣṇa, toccando così le mie armi,

  38 	quale che sia il grande arciere che protegga quell'odiato malvagio, 
     	io lo attaccherò o lunghi-capelli, e Droṇa per primo,

  39 	Suyodhana ritiene che questo scontro sia impedito,
     	dunque aprendo il fronte del suo esercito io attaccherò il sindhu,

  40 	domani vedrai quei grandi arcieri dalle mie violenti e aguzze frecce,
     	abbattuti in battaglia come le cime dei monti dalla folgore,

  41 	scorrerà il sangue dai corpi di uomini, elefanti, cavalli,
     	e dai fanti abbattuti e trafitti dalle aguzze frecce,

  42 	le frecce scagliate dal gāṇḍīva veloci come il vento e il pensiero,
     	di uomini e cavalli a migliaia faranno dei morti,

  43 	le armi che io o avuto da Yama, da Kubera, da Varuṇa, da Rudra e da Indra
     	queste terribili armi vedranno gli uomini in battaglia,

  44 	con l'arma di Brahmā in battaglia vedrai le loro armi
     	da me distrutte, tutte quante quelle che hanno i protettori del sindhu,

  45 	dalle teste dei re tagliate dalle violenti frecce o lunghi-capelli,
     	vedrai ricoperta la terra domani da me in battaglia,

  46 	io renderò soddisfatte le belve carnivore, e metterò in fuga i nemici,
     	rallegrerò gli amici, e abbatterò il re dei sindhu,

  47 	quel molteplice malfattore, di male parentele, nato in una terra malvagia,
     	da me ucciso, quel re dei sindhu farà piangere i suoi,

  48 	quei malvagi che si nutrono di ogni cibo e succo, sul campo di battaglia,
     	questi sindhu col loro re, da me dispersi colle frecce, periranno,

  49 	così all'alba io agirò o Kṛṣṇa, in modo che Suyodhana
     	penserà che non esiste al mondo nessun arciere pari a me in battaglia,

  50 	io combatterò col divino arco gāṇḍīva o toro tra gli uomini,
     	e tu sei il mio auriga o signore-dei-sensi, cosa non può essere da me vinto?

  51 	come vi sono macchie sulla luna e acqua nel mare,
     	così sappi vero questo mio giuramento o Janārdana,

  52 	non sottovalutare le mie armi, non sottovalutare il mio saldo arco,
     	non sottovalutare la forza del mio braccio, non sottovalutare il conquista-ricchezze,

  53 	per il modo in cui mi impegno in battaglia non sarò sconfitto, ma vincerò,
     	sappi dunque in verità che Jayadratha è già morto in battaglia,

  54 	certa è la verità nel brahmano, e certa l'umiltà nei virtuosi,
     	certa la gloria nei forti, e certa la vittoria in Nārāyaṇa.' “

  55 	Saṁjaya disse:
     	“ così avendo parlato al signore-dei-sensi, lui stesso di sé stesso,
     	il figlio di Indra, Arjuna quasi gridando diceva all'illustre lunghi-capelli:

  56 	'appena si rischiara la notte che sia approntato il mio carro,
     	così tu devi agire o Kṛṣṇa compiendo il tuo grande dovere.'”
     


                              LIV


   1 	Saṁjaya disse:
     	“ soffiando come due uraga, pieni di dolore, quella notte
     	non riuscivano a trovar sonno Vāsudeva e il conquista-ricchezze,

   2 	e gli dèi assieme ad Indra vedendo che erano furiosi Nara e Nārāyaṇa,
     	inquieti pensavano a cosa sarebbe dunque accaduto,

   3 	soffiavano paurosi venti secchi, dal terribile significato,
     	con le nuvole, sul sole apparve un mazza di ferro,

   4 	e fulmini caddero senza pioggia, coi loro tuoni e lampi,
     	tremava la terra coi suoi monti, foreste e boschi,

   5 	si agitavano i mari o grande re, dimora di mostri,
     	e scorrevano al contrario i fiumi che procedono verso il mare,

   6 	gli ornamenti di carri, cavalli, uomini e di elefanti erano sottosopra,
     	grande era la goia dei carnivori per quell'aumento del regno di Yama,

   7 	gli animali da tiro scaricavano feci ed urina ed emettevano grida,
     	e vedendo tutti quei terribile eventi da far rizzare i capelli,

   8 	tutte le tue truppe erano agitate o toro dei bhārata,
     	avendo udito del terribile giuramento dell'ambidestro,

   9 	allora il grandi-braccia figlio del punitore di Paka, diceva a Kṛṣṇa:
     	'rincuora tua sorella Subhadrā e la sua nuora,

  10 	attenua il dolore di suocera e nuora entrambe sofferenti senza colpa, o Mādhava,
     	con gentili, sincere e appropriate parole, consolale o illustre.'

  11 	quindi Vāsudeva molto abbattuto raggiunta la casa di Arjuna,
     	consolava la sorella addolorata e afflitta per il figlio:

  12 	' non affliggerti o vṛṣṇi, tu e tua nuora per il giovane principe,
     	la condizione di tutti i viventi è stabilita dal fato,

  13 	per un valoroso di nobile nascita, e specialmente per uno kṣatriya,
     	questa è una morte giusta, non addolorarti per tuo figlio,

  14 	per fortuna che quel grande valoroso guerriero pari al padre in ardimento,
     	per la sua condotta da guerriero, ha ottenuto la meta che gli eroi bramano,

  15 	sconfiggendo moltitudini di nemici, e spedendoli alla morte,
     	ha raggiunto gli imperituri mondi dei virtuosi, che garantiscono ogni desiderio,

  16 	la meta a cui col tapas, colla castità, collo studio, e la saggezza
     	i virtuosi vanno, questa stessa è stata raggiunta dal tuo figliolo,

  17 	madre di un eroe, moglie di un eroe, sorella e parente di eroi tu sei,
     	non piangere tuo figlio o virtuosa, egli ha raggiunto la suprema meta,

  18 	e anche quel vile sindhu, uccisore di fanciulli otterrà
     	il frutto del suo orgoglio, assieme ai suoi amici e parenti,

  19 	al rischiarire della notte o belle-natiche, quel malvagio,
     	non sfuggirà al pṛthāde, anche se entrasse in amarāvatī,

  20 	domani tu saprai che la testa del sindhu è caduta sul campo,
     	davanti a samantapañcaka, elimina il dolore non piangere,

  21 	avendo posto avanti il dharma kṣatriya, quel prode è giunto alla meta dei virtuosi,
     	che anche noi potremo raggiungere e pure gli altri che vivono di armi,

  22 	il grandi-braccia dall'ampio petto, che mai indietreggia, terrore dei migliori,
     	tuo figlio o belle-natiche, ha raggiunto il paradiso, elimina l'ansia,

  23 	quel valoroso che ha preso dal padre e dalla linea materna,
     	dopo aver ucciso migliaia di nemici, è stato ucciso quel prode grande guerriero,

  24 	consola la nuora o regina, non addolorarti troppo, tu che sei una kṣatriya, 
     	domani dopo aver udito quel grande piacere diverrai consolata e contenta,

  25 	quanto il pṛthāde ha giurato, così avverrà e non altrimenti,
     	mai tuo marito ha cercato di fare una cosa senza ottenerla,

  26 	se uomini, serpenti, piśāca, uccelli, demoni nottivaghi, dèi e asura,
     	si alleassero col re dei sindhu in battaglia, all'alba egli con loro più non vivrà.' ”
     


                              LV


   1 	Saṁjaya disse:
     	“ udite le parole del lunghi-capelli grand'anima,
     	Subhadrā, afflitta per il figlio, si lamentava piena di dolore:

   2 	' oh! me misera, in che modo o figlio mio, andando in battaglia,
     	hai trovato la morte o caro, essendo pari al padre per valore?

   3 	perchè il tuo viso scuro come il loto blu, coi suoi begl'occhi e denti,
     	si mostra ora coperto dalla polvere del campo di battaglia o figlio mio?

   4 	i viventi dunque ti vedono caduto come un prode che mai indietreggia,
     	con la bella testa, collo e braccia, coll'ampio petto, il ventre piatto,

   5 	con tutte le membra piene di bellezza, occhi belli, pieno di ferite d'armi, 
     	i viventi ti osservano dunque simile a luna piena?

   6 	tu il cui letto un tempo era coperto da preziosi tessuti,
     	perché ora giaci disteso sulla terra fonte di dolore?

   7 	tu valoroso dalle grandi braccia, che un tempo ti accompagnavi alle migliori donne, 
     	perché ora caduto sul campo ti accompagni agli sciacalli?

   8 	chi un tempo era cantato da felici sūta, menestrelli e bardi,
     	ora giace con le grida dei terribili branchi di carnivori,

   9 	tra pāṇḍava che ti proteggevano e gli eroi vṛṣṇi o conquistatore,
     	tra i valorosi pāñcāla chi poteva ucciderti come uno senza protezione?

  10 	io che mai ero sazia di vedere o figlio, la tua presenza o senza-macchia,
     	sfortunata me ne andrò evidentemente alla dimora di Yama ora,

  11 	per vedere di nuovo o figlio, il tuo viso intatto,
     	dai larghi occhi, dai bei capelli, e dalla bella bocca o buon profumo,

  12 	vergogna alla forza di Bhīmasena, vergogna agli arcieri del pṛthāde,
     	vergogna al valore degli eroici vṛṣṇi, vergogna alla forza dei pāñcāla,

  13 	e vergogna ai kekaya, ai cedi, ai matsya e agli sṛñjaya,
     	che non hanno saputo evitare che tu cadessi andando eroicamente in battaglia,

  14 	ora io vedo la terra come vuota e priva di luce,
     	con gli occhi pieni di sofferenza, non vedendo Abhimanyu, 

  15 	tu il nipote di Vāsudeva, il figlio dell'armato del gāṇḍīva,
     	come posso vederti ora valoroso, senza carro abbattuto dagli altri?

  16 	oh! valoroso, visto e perduto sei per me come una ricchezza in sogno,
     	oh impermanente è l'uomo come una bolla che si muove nell'acqua,

  17 	e questa tua giovane moglie soverchiata dalla tua sorte,
     	come potrò sorreggerla come fa una vacca con la sua vitella?

  18 	oh figlio mio, tu hai fatto una partenza prima del tempo,
     	al momento dei frutti, abbandonando me che bramo la tua presenza, 

  19 	certo l'agire del dio della morte, è incomprensibile persino per i saggi,
     	se tu protetto in battaglia dal lunghi-capelli sei stato ucciso senza protezione,

  20 	la meta dei sacrificatori, dei donatori, dei brahmani dall'anima compiuta,
     	di quelli che praticano la brahmacarya, di chi si purifica nei sacri tīrtha,

  21 	di chi ha piena saggezza, dei munificenti, degli obbedienti al guru,
     	di chi offre migliaia di dakṣiṇa, questa meta dunque tu devi ottenere,

  22 	la meta che appartiene ai prodi combattenti che mai indietreggiano,
     	e di quelli che sono uccisi in battaglia, avendo ucciso i nemici, questa meta ottieni,

  23 	e la meta di chi ha offerto migliaia di vacche sacrificando e donando,
     	la splendida meta di quelli che donano i doni desiderati dai brahmani,

  24 	la meta a cui vanno i muni dai saldi voti praticando la castità,
     	quella a cui vanno le donne con un solo marito, a questa vai o figlio mio,

  25 	l'eterna meta che appartiene ai re che ben agiscono,
     	di quelli che si sono purificati nelle quattro fasi della vita con sante cure,

  26 	e l'eterna meta di chi ha pietà dei miseri, dividendo con loro,
     	e di quelli che si astengono dalla calunnia, a questa meta vai o figlio mio,

  27 	la meta di chi agisce votato al dharma, obbediendo al guru,
     	e di chi non abbandona gli ospiti, a questa meta vai o figlio mio,

  28 	e quella dei saggi che si uniscono alla moglie al momento giusto,
     	e di quelli che si astengono dalle mogli altrui, a questa meta vai o figlio mio,

  29 	verso quella a cui vanno tutti gli esseri, con la pace, liberi da egoismi,
     	a quella di è paziente senza ferire, questa meta ottieni dunque,

  30 	la meta di chi si astiene da carne a da dolci, da orgoglio, da frode e falsità,
     	e di chi si libera dal ferire gli altri, a questa meta vai o figlio mio,

  31 	alla meta a cui vanno i modesti, sapienti di tutte le scritture, dai vinti sensi,
     	a quella a cui vanno i virtuosi, a questa meta vai o figlio mio.'

  32 	a Subhadrā, triste piena di dolore che così si lamentava,
     	si avvicinava la pāñcāla, assieme alla figlia di Virāṭa,

  33 	esse molto avendo pianto e lamentatesi piene di dolore,
     	come un ubriaco allora o re, prive di sensi cadevano a terra,

  34 	con gentilezza però Kṛṣṇa molto addolorato, quella sofferente 
     	spruzzando con dell'acqua, confortandola e dicendole benefiche parole,

  35 	e l'eroe dagli occhi di loto, alla sorella piangente che appariva priva di sensi,
     	abbattuta e tremante, queste parole diceva:

  36 	' non affliggerti per il figlio o Subhadrā, consola la pāñcāla e Uttarā,
     	Abhimanyu toro degli kṣatriya, è andato alla meta desiderata, 

  37 	e che tutti gli altri uomini della nostra stirpe o bellissima,
     	possano ottenere la stessa meta del glorioso Abhimanyu,

  38 	possiamo noi compiere un impresa, e lo possano fare i nostri amici,
     	come quella che oggi da solo ha compiuto tuo figlio quel grande guerriero.'

  39 	così avendo consolato la sorella, Draupadī e Uttara,
     	quel grandi-braccia, uccisore di nemici tornava a fianco del pṛthāde,

  40 	allora Kṛṣṇa il conquistatore, chiesta licenza ai re e ai parenti,
     	entrava nei suoi appartamenti o re, e gli altri si recavano alle proprie dimore.”
     


                              LVI


   1 	Saṁjaya disse:
     	“ quindi quel potente entrato nell'incomparabile dimora di Arjuna,
     	occhi-di-loto, spruzzando d'acqua in un luogo di buon auspicio,
     	copriva un sublime letto con erbe e con splendenti gemme,

   2 	quindi secondo le regole, con una ghirlanda, con grani profumati e di auspicio,
     	adornava quel letto, circondandolo di ottime armi,

   3 	quindi spruzzando d'acqua il pṛthāde, degli abili servi,
     	preparavano l'offerta di cibo serale, per il forte dio dai tre-occhi,

   4 	allora compiaciuto il pṛthāde, con profumate ghirlande adornato,
     	al mādhava, a lui offriva l'oblazione serale, 

   5 	ma sorridendo Govinda rispondeva a Phalguna:
     	' fortuna sia a te o pṛthāde vai a dormire, io me ne vado.'

   6 	e stabilite quindi delle guardie alle porte, uomini con le armi in pugno,
     	il glorioso seguito da Dāruka entrava nel proprio padiglione,
     	e giaceva su un sublime letto, pensando alle molte cose fatte,

   7 	nessuno nel campo dei pāṇḍava dormiva quella notte,
     	l'insonnia era penetrata in tutta quella gente o signore di popoli,

   8 	avendo giurato quel grand'anima, sopraffatto dal dolore per il figlio,
     	l'armato del gāṇḍīva, immantinente l'uccisione del re dei sindhu:

   9 	' in che modo il figlio di Indra, il grandi-braccia uccisore di eroi nemici, 
     	potrà compiere fruttuosamente la sua promessa?' così essi pensavano,

  10 	'ardua è questa risoluzione del pāṇḍava grand'anima,
     	un grande giuramento è stato fatto da lui, sopraffatto dal dolore per il figlio,

  11 	il figlio di Dhṛtarāṣṭra ha assegnato al sindhu,
     	i suoi fratelli valorosi e moltitudini di truppe,

  12 	che il conquista-ricchezze possa tornare dopo aver ucciso il sindhu in battaglia,
     	e vincendo le schiere nemiche in battaglia che Arjuna possa compiere il suo voto,

  13 	se non ucciderà il re dei sindhu entrerà nel fuoco che ha fumo per bandiera,
     	il pṛthāde, il conquista-ricchezze, non può fare qualcosa di falso,

  14 	che sarà del re figlio di Dharma dopo la morte di Arjuna?
     	il pāṇḍava ha riposto interamente su di lui la vittoria,

  15 	se noi abbiamo compiuto qualcosa di virtuoso, se abbiamo versato oblazioni,
     	col frutto di tutto ciò, che l'ambidestro possa vincere i nemici.'

  16 	così essi parlando sperando nella vittoria, o potente,
     	in quel grande affanno o re, la notte giungeva al termine,

  17 	ma a metà di quella notte svegliatosi Janārdana,
     	ricordando il giuramento del pṛthāde, si rivolgeva a Dāruka:

  18 	' Arjuna afflitto per la morte del famigliare, ha giurato:
     	'io ucciderò Jayadratha in ogni modo domani!' così o Dāruka,

  19 	saputo ciò Duryodhana si consulterà coi suoi consiglieri,
     	su come evitare che il pṛthāde uccida Jayadratha in battaglia,

  20 	tutti i suoi akṣauhiṇī proteggeranno Jayadratha,
     	e anche Droṇa adepto di ogni scienza delle armi, assieme a suo figlio,

  21 	neppure il dio dai mille-occhi, il distruttore di daitya e dānava,
     	sarebbe in grado di uccidere sul campo uno protetto da Droṇa,

  22 	io domani dunque agirò in modo che il figlio di Kuntī Arjuna,
     	prima del tramonto del sole, possa uccidere Jayadratha,

  23 	né mogli, né amici, ne famigliari o parenti,
     	né alcun altro mi è più caro del figlio di Kuntī Arjuna,

  24 	questo mondo privo di Arjuna anche solo per un istante o Dāruka,
     	io non posso vederlo, quindi questo non avverrà,

  25 	io quelle potenti schiere dei nemici coi loro carri ed elefanti,
     	assieme ai loro Karṇa e Suyodhana ucciderò in virtù di Arjuna,

  26 	domani che i tre mondi vedano il mio valore nella grande battaglia,
     	mentre mi impegno con coraggio sul campo per il conquista-ricchezze o Dāruka,

  27 	domani migliaia di sovrani, centinaia di figli di re,
     	coi loro cavalli, elefanti e carri fuggiranno dalla battaglia o Dāruka,

  28 	domani vedrai quell'esercito del sovrano percosso dal mio disco,
     	e abbattuto con furia da me in battaglia per il pāṇḍava,

  29 	domani tutti i mondi con dèi, gandharva, piśāca, uraga, e rākṣasa,
     	mi riconoscerano vero amico dell'ambidestro,

  30 	chiunque lo odi, odia me, chiunque lo segue, segue me,
     	così dunque sappi colla tua intelligenza che Arjuna è metà di me stesso,

  31 	appena sia schiarita questa notte, tu il mio ottimo carro,
     	approntando secondo le regole, prendi con ogni cura,

  32 	la mazza kaumodakī, la divina lancia, il disco, l'arco e le frecce,
     	metti sopra il carro, o auriga, e tutte le attrezzature,

  33 	appronta lo spazio sul piano del carro per la mia insegna
     	col valoroso figlio di Vinatā, che risplende sul carro in battaglia,

  34 	il parasole, e i cavalli adornati di reti d'oro fino,
     	simili a raggi di sole, divine, create da Viśvakarman,

  35 	e Balāhaka, Meghapuṣpa, Sainya, e Sugrīva,
     	questi supremi cavalli aggiogando, schierati o Dāruka pronto con la corazza,

  36 	e quando il suono di pāñcajanya, sonoro come muggito di toro,
     	questo suono pauroso udrai, corri veloce da me,

  37 	in un solo giorno io, la passione e tutti i mali,
     	del mio fraterno amico, figlio di mia zia, rimuoverò o Dāruka,

  38 	con tutti i mezzi mi impegnerò affinché Bībhatsu in battaglia,
     	sotto gli occhi dei figli di Dhṛtarāṣṭra, possa uccidere Jayadratha,

  39 	su tutti quelli che Bībhatsu si impegnerà ad uccidere,
     	io spero o auriga, che là sarà certa la sua vittoria.'

  40 	Dāruka disse:
     	' certa è la sua vittoria, come può essere sconfitto
     	lui di cui tu o tigre fra gli uomini sei il suo auriga?

  41 	io comunque farò come tu mi hai ordinato,
     	 questa notte sarà rischiarata dalla vittoria di quel conquistatore.' “
     


                              LVII


   1 	Saṁjaya disse:
     	“ il figlio di Kuntī, il conquista-ricchezze, rammentando un mantra,
     	lo recitava per compiere la sua promessa quell'incomparabile per valore,

   2 	e in sogno a lui dalla scimmia per insegna, oberato dalla sofferenza,
     	e in pensiero, appariva lo splendidissimo eroe con Garuḍa per insegna,

   3 	il conquista-ricchezze, anima giusta, per devozione e affetto, 
     	non ometteva mai nessuna circostanza di ben accogliere Kṛṣṇa,

   4 	e accogliendo Govinda, gli offriva un seggio,
     	ma Bībhatsu di sua iniziativa non si forniva di un seggio,

   5 	allora Kṛṣṇa dal grande splendore, conoscendo l'intenzione del pṛthāde,
     	da seduto diceva al figlio di Kuntī in piedi, queste parole:

   6 	' non por mente alla depressione o pṛthāde, il fato è invincibile,
     	il tempo conduce ogni vivente all'ultimo stato,

   7 	per quale motivo sei depresso, dimmelo o migliore dei parlanti,
     	il saggio non deve dolersi, il dolore distrugge l'azione,

   8 	dolendosi rallegra i nemici, e tormenta gli amici,
     	l'uomo e va a perire, perciò tu non devi dolerti.'

   9 	così apostrofato da Vāsudeva, l'invitto Bībhatsu,
     	rispondeva allora queste appropriate parole quel saggio:

  10 	' la grandissima promessa ho fatto di uccidere Jayadratha,
     	e domani io ucciderò quel malvagio che ha ucciso mio figlio, o lunghi-capelli,

  11 	i figli di Dhṛtarāṣṭra per contrastare il mio giuramento o incrollabile,
     	tutti quei grandi guerrieri si metteranno in protezione vicino al sindhu,

  12 	quelli sono undici akṣauhiṇī ardui da sconfiggere o Kṛṣṇa,
     	e senza aver assolto le mie promesse come può vivere uno come me?

  13 	un'incertezza si agita in me, pieno di dolore,
     	rapidamente si muove il sole, questo io ti dico.'

  14 	udito il motivo di dolore del pṛthāde, l'eroe dall'uccello sul pavese,
     	Kṛṣṇa toccata dell'acqua stando in piedi e rivolto ad est,

  15 	quello splendido dagli occhi-di-loto diceva queste parole,
     	impegnato nell'uccisione del sindhu in favore del figlio di Pāṇḍu:

  16 	' o pṛthāde, vi è una suprema ed eterna arma di nome pāśupata,
     	con la quale il dio, il grande sovrano, uccise in battaglia tutti i daitya,

  17 	se tu ora la conosci, domani ucciderai Jayadratha,
     	altrimenti precipitati a conoscere con la mente il dio dal toro per bandiera,

  18 	meditando con la mente su quel dio, ne avrai soddisfazione o conquista-ricchezze,
     	quindi col suo favore tu, che ne sei devoto, otterrai questa grande cosa.'

  19 	il conquista-ricchezze udite le parole di Kṛṣṇa toccando dell'acqua,
     	sedendo concentrato a terra andava con la mente al dio Śiva,

  20 	quindi concentrandosi a lungo sui veda di ottimo presagio,
     	Arjuna vedeva sé stesso assieme al lunghi-capelli, volare nell'aria,

  21 	e del cielo pieno di raggi di luce abitato da siddha e cāraṇa,
     	arrivatovi con la foga del vento, il pṛthāde assieme al lunghi-capelli godeva,

  22 	col potente lunghi-capelli che lo teneva per il braccio destro,
     	procedeva scorgendo molte presenze dal meraviglioso aspetto, 

  23 	e quell'anima pia, nella direzione nord, vedeva una bianca montagna,
     	e nel giardino di Kubera un laghetto adornato di loti,

  24 	e scorgeva la Gaṅgā la migliore delle fiumane piena d'acqua, 
     	e dotata di alberi con perenni fiori e frutti, piena di cristalli,

  25 	con grandi schiere di tigri e leoni, e piena di vari altri animali,
     	gradevole, dotata di santi āśrama, frequentata da meravigliosi uccelli,

  26 	e le regioni del mandara, risuonanti dei canti dei kiṁnara,
     	accese di vari erbe medicinali, sulle cime, fatte d'oro e d'argento,
     	e adornate di alberi-corallo fioriti,

  27 	e raggiunto il monte kālaparvata, simile ad un mucchio di lucido antimonio,
     	e la santa montagna ai piedi dell'himavat piena di gemme,
     	e il fiume brahmatuṅga, e molte altre regioni abitate,

  28 	a suśṛṅga, a śataśṛṅga e alla selva śaryāti,
     	e il santo luogo detto della testa di cavallo, il luogo degli ātharvaṇa,

  29 	e il monte vṛṣadaṁśa, e il re dei monti il grande mandara,
     	pieno di apsaras, e rallegrato dai kiṁnara, 

  30 	il pṛthāde procedendo assieme al lunghi-capelli scorgeva questi monti,
     	rallegrati da sublimi cascate, e brillanti d'oro e di metalli,

  31 	la terra ammantata di città con parti splendenti come raggi di luna,
     	e oceani, scorgeva simili a meraviglie e pieni d'acque,

  32 	guardando il cielo, la terra e l'atmosfera, giunse a viṣṇupada,
     	meravigliato insieme a Kṛṣṇa, volava come una freccia scagliata,

  33 	e simile per splendore al sole e al fuoco, alla luna, ai pianeti e alle stelle,
     	il pṛthāde scorgeva una montagna accesa di luce,

  34 	e avvicinatosi alla cima, saldo sulla cima del monte,
     	scorgeva il dio dal toro per insegna, grand'anima, sempre intento nel tapas, 

  35 	acceso della propria luce come mille soli,
     	col tridente, i capelli a crocchia, pallido, vestito di pelli e corteccia,

  36 	con mille occhi, belle membra e grande splendore,
     	assieme a Pārvatī era il dio, e a schiere di splendenti esseri,

  37 	attorniato da danze e dal suono di canti e musiche,
     	da salti, battimani ee esclamazioni, e servito di puri profumi, 	

  38 	cantato con divini elogi da muni recitanti il brahman,
     	come il protettore di tutti gli esseri, il divino arciere, l'incrollabile, 

  39 	Vāsudeva vedendolo inchinava a terra la sua testa,
     	e assieme al pṛthāde quell'anima giusta, recitava l'eterno brahman,

  40 	quel principio del mondo, che tutto crea, non-nato, l'eterno signore,
     	suprema origine del pensiero, etere, vento, deposito di luci,

  41 	creatore dei fiumi, atmosfera, suprema origine,
     	di dèi, dānava e yakṣa, e correttore degli uomini,

  42 	supremo e manifesto brahman degli yogin, tesoro di tutti i sapienti dei veda,
     	creatore e distruttore di mobili e immobili, 

  43 	furia del fato, grande anima, origine delle qualità di Śakra e di Sūrya,
     	cosi lo omaggiava Kṛṣṇa col cuore, mente, azioni e parole,

  44 	colui che i saggi gettandosi ai suoi piedi vedono come spirito supremo e sottile,
     	verso di lui, il non-nato, origine e causa di sé, andarono i due a cercare rifugio, 

  45 	e Arjuna ripetutamente onorava quel dio,
     	sapendolo l'origine di passato e futuro e presente, e di tutti gli esseri, 

  46 	il dio Śarva quasi ridendo diceva a quei due lì giunti:
     	' benvenuti siate, o migliori tra gli uomini, alzatevi e liberatevi dalla fatica,
     	qual'è il desiderio che avete in cuore o valorosi? ditemelo presto!

  47 	quale che sia il motivo che vi ha condotto qui io ve lo porterò a buon fine,
     	quale che sia il bene che voi scegliete io tutto ve lo concederò.'

  48 	udite queste parole, alzandosi in piedi a mani giunte,
     	Vāsudeva e Arjuna, quei due grandi intelletti, elogiavano Śarva:

  49 	' omaggio al dio Śarva, a Rudra, al dio benefico,
     	all'eterno signore degli animali, al potente, dai capelli intrecciati,

  50 	al terribile Mahādeva, al tre-occhi, al benevolo,
     	omaggio sia al signore, all'uccisore di Bhaga, al distruttore di Andhaka,

  51 	al genitore di Kumāra, al dio dal collo blu, al sempre virtuoso,
     	a Vilohita, all'oscuro, al cacciatore invincibile,

  52 	al dio dalle perenni blu crocchie, all'armato di tridente, all'occhio divino,
     	al distruttore, al protettore, al tre-occhi, al cacciatore, al fuoco del dio-fuoco,

  53 	all'impensabile, al signore di Ambikā, al celebrato da tutti gli dèi,
     	al dio dal toro per insegna, al bufalo, al dio colla crocchia, al brahmacārin,

  54 	al praticante il tapas nell'acqua, al devoto, all'invincibile,
     	all'anima universale, al creatore di tutto, che sta attorno a tutto,

  55 	omaggio e omaggio a te, al padrone, all'eterna origine degli esseri,
     	alla bocca del brahman, a Śarva, a Śaṁkara, a Śiva,

  56 	omaggio sia al dio della parola, omaggio al signore delle creature,
     	omaggio al signore di tutto, omaggio al signore dei grandi,

  57 	omaggio al mille-teste, al mille-braccia, al furioso,
     	al mille occhi e piedi, omaggio al dio dalle innumerevoli imprese,

  58 	omaggio al color dell'oro, alla corazza d'oro,
     	al sempre vicino ai devoti, concedici una grazia o potente.'

  59 	così avendo celebrato il Mahādeva, Vāsudeva assieme ad Arjuna,
     	si propiziavano il dio per ottenere l'arma,

  60 	quindi Arjuna con lieto cuore, omaggiava il dio dal toro per insegna,
     	e osservava a occhi spalancati quel completo tesoro di splendori,

  61 	e vedeva l'offerta serale costantemente fatta da lui stesso,
     	e quella offerta da Vāsudeva ai piedi del tre-occhi,

  62 	quindi venerando con la mente interamente Śarva, il pāṇḍava
     	diceva a Śaṁkara:' io vorrei la tua divina arma.'

  63 	allora il potente accettando le parole del pṛthāde per aver la grazia,
     	il dio sorridendo diceva a Vāsudeva e ad Arjuna:

  64 	' vi è un lago divino fatto di amṛta qui vicino, o uccisori di nemici,
     	là un tempo ho riposto il mio divino arco e le frecce,

  65 	questi oggetti con i quali in battaglia io ho abbattuto tutti i nemici degli dèi,
     	il supremo arco con le frecce andate a prendere voi due Kṛṣṇa.'

  66 	' così sia.' avendo risposto i due eroi, a Śarva, coi suoi attendenti,
     	andarono al divino lago, pieno di centinaia di divini portenti,

  67 	a quel santo tesoro di ogni ricchezza che aveva indicato loro il dio col toro,
     	si recarono tranquilli i due ṛṣi Nara e Nārāyaṇa,

  68 	quindi raggiunto il lago, simile al cerchio del sole,
     	Arjuna e l'incrollabile vedevano nell'acqua un terribile nāga,

  69 	e un altro secondo formidabile nāga dalle mille teste,
     	e dallo splendore di fuoco vedevano che emetteva un'immensa luce,

  70 	allora Kṛṣṇa e il pṛthāde, toccata l'acqua, a mani giunte,
     	ai due nāga si avvicinavano avendo omaggiato il dio dal toro per insegna,

  71 	quei due sapienti dei veda, invocando l'inno dei cento nomi di Rudra 
     	inchinandosi all'impareggiabile divinità raggiungendola con tutta l'anima,

  72 	allora per la grandezza di Rudra abbandonata la loro forma i due grandi uraga,
     	in un arco e freccia distruttrice di nemici quella coppia si trasformava,

  73 	allora i due felici afferrarono l'arco e la splendida freccia, 
     	e li portarono quelle due grandi anime per consegnarle al dio grand'anima,

  74 	allora dal fianco del dio dal toro, appariva un brahmacārin,
     	dagli occhi gialli, fortissimo col corpo da asceta blu e rosso,

  75 	costui afferrato quel sublime arco, si metteva concentrato in posizione,
     	e tendeva secondo le regole quel supremo arco con la sua freccia,

  76 	il pāṇḍava vedendo la corda, l'impugnatura e la sua posizione,
     	e udito il mantra pronunciato dal dio, ogni cosa acquisiva quel valorosissimo,

  77 	il potente, quel fortissimo, scagliava la freccia nel lago,
     	e poi ancora quel valoroso in quel lago faceva lo stesso coll'arco,

  78 	allora Arjuna vedendo il dio contento, e ben ricordando
     	il dono datogli nella foresta, e la visione di Śaṁkara,
     	con la mente pensava: ' questo mi sia dato.'

  79 	il dio conoscendo il suo pensiero contento gli concedeva il dono,
     	e la terribile arma pāśupata e il successo del suo giuramento,

  80 	con i capelli ritti dalla gioia, l'invincibile pensava di aver compiuto l'impresa,
     	e i due contenti ringraziavano inchinadosi al Mahādeva,

  81 	Arjuna e il lunghi-capelli licenziati dal dio in quel frangente,
     	i due eroi raggiunsero i loro accampamenti, pieni di suprema gioia,
     	come Indra e Viṣṇu erano felici quando volevano uccidere Jambha.”
     


                              LVIII


   1 	Saṁjaya disse:
     	mentre così parlavano dunque Kṛṣṇa e Dāruka,
     	passava quella notte o re, e il re si svegliava, 

   2 	i menestrelli cantavano battendo le mani e offrendo miele,
     	e i maghi e i sūta celebravano quel toro fra gli uomini,

   3 	danzatori danzavano e cantori intonavano canzoni,	
     	graziosamente con belle voci, inneggianti alla prosperità della stirpe dei kuru,

   4 	tamburi battevano, e tamburelli, cembali, e timpani e suoni di corno,
     	e quelli delle conchiglie e il grande frastuono dei tamburi di guerra,

   5 	questi e tutti gli altri suoni o bhārata
     	erano prodotti da quei felici e ben addestrati esperti,

   6 	quel grande suono risuonando come tuono, toccava il cielo,
     	e svegliava Yudhiṣṭhira il principe dei kuru che era addormentato,

   7 	felicemente svegliato mentre dormiva su un prezioso e ottimo letto,
     	alzatosi per compiere quanto doveva, si recava allora al bagno,

   8 	quindi centootto giovanette dalle bianche vesti ben lavate, 
     	le acque per il bagno portavano in vasi d'oro ripieni,

   9 	e sedutosi su un sublime seggio, indossata un leggera veste,
     	si lavava con acque aggiunte di sandalo e purificate da mantra,

  10 	spalmato di effluvi, da forti ed esperti servi,
     	bagnato con acque fragranti e profumate,

  11 	il grandi-braccia spalmate le membra con erbe e sandalo,
     	inghirlandato, in comodo abito, stando in piedi a mani giunte rivolto ad est,

  12 	il kuntīde recitava le preghiere, saldo sul sentiero dei virtuosi,
     	quindi con compostezza entrava nell'illuminato luogo del fuoco,

  13 	e alimentato il fuoco con pure oblazioni di burro,
     	e avendolo venerato con mantra, allora usciva dalla dimora,

  14 	il pṛthāde tigre fra gli uomini, entrato quindi in una seconda camera,
     	là scorgeva dei savi sapienti dei veda, tori fra i brahmani,

  15 	controllati, purificati dai loro voti e dai veda, purificati dalle abluzioni,
     	che in mille più altri ottomila veneravano il sole,

  16 	il grandi-braccia, fatto recitare gentili benedizioni, 
     	a quei ri-nati, con offerte di miele e burro e coi migliori frutti di auspicio,

  17 	il pāṇḍava offriva a ciascuno di quei savi ornamenti d'oro,
     	cento cavalli adornati, e splendide vesti come dakṣiṇa,

  18 	e il figlio di Pāṇḍu offerte vacche brune, vitelli, e torelli,
     	con le corna ornate d'oro, e gli zoccoli d'argento, compiva la pradakṣiṇa,

  19 	e nandyāvarta d'oro, per accrescere la buona fortuna,
     	e una ghirlanda e vasi d'acque e fuoco sacro acceso,

  20 	e gradevoli vasi pieni di fragranti tonici,
     	e belle fanciulle adornate, e latte cagliato, burro e miele,

  21 	e uccelli di buon auspicio, e altre cose onorevoli,
     	avendo visto e toccato, il kuntīde veniva nella camera esterna,

  22 	quindi i servi che là stavano, al grandi-braccia,
     	un ottimo seggio, d'oro, bello in ogni parte, decorato con le migliori gemme,

  23 	coperto di molti tappeti, con un sublime e prezioso parasole,
     	divino costruito da Viśvakarman gli portavano,

  24 	là dunque sedutosi, al grand'anima ornamenti
     	preziosi e sublimi portarono tutti i servi,

  25 	ed essendo vestito e adornato il kuntīde grand'anima,
     	aveva un aspetto o grande re, che incuteva dolore ai nemici,

  26 	e con bianchi flabelli di yak come raggi di luna, coi manici d'oro,
     	ventilato appariva come una nuvola temporalesca coi suoi fulmini,

  27 	e elogiato dai sūta, e celebrato dai menestrelli,
     	e cantato dai cantori divini, là sedeva il rampollo dei kuru,

  28 	quindi a lungo vi era il grande rumore dei famigliari,
     	e il frastuono dei carri, e degli zoccoli dei cavalli,

  29 	e per i barriti e le campane degli elefanti, e per il suono delle conchiglie,
     	e per quello dei passi degli uomini, la terra tremava,

  30 	quindi una guardia di stanza alle porte raggiunto l'appartamento privato,
     	salutando con la testa, onorava il sovrano della terra,

  31 	il giovane con gli orecchini, cinta la spada, e armato di corazza,
     	quella guardia alla porta, inchinata la testa al figlio di Dharma,
     	annunciava al grand'anima che era giunto il signore-dei-sensi,

  32 	quel tigre fra gli uomini diceva:' sia benvenuto il mādhava,
     	l'acqua ospitale e un seggio a lui sia dato con supremo rispetto.'

  33 	allora entrato e sedutosi sull'ottimo seggio il vṛṣṇi,
     	onorato da Yudhiṣṭhira e lui avendo onorato, gli fu chiesto:
     


                              LIX


   1 	Yudhiṣṭhira disse:
     	' hai trascorso un notte felice o uccisore di Madhu?
     	i tuoi riti sono stati tutti propizi o incrollabile?' “

   2 	Saṁjaya disse:
     	“ anche Vāsudeva, correttamente si informava di Yudhiṣṭhira,
     	quindi il portinaio annunciava che i consiglieri attendevano,

   3 	col permesso del re egli faceva entrare quella gente,
     	Virāṭa, Bhīmasena, Dhṛṣṭadyumna e Sātyaki,

   4 	Śikhaṇḍin e i gemelli, Cekitāna e i kekaya,
     	e il kaurava Yuyutsu, e il pāñcāla Uttamaujas,

   5 	questi e molti altri kṣatriya, al toro degli kṣatriya,
     	al grand'anima, si avvicinarono, e si sedettero sui seggi,

   6 	sedutisi su un unico seggio i due valorosi e fortissimi, 
     	Kṛṣṇa e Yuyudhāna, grandi anime e splendidissimi,

   7 	allora Yudhiṣṭhira davanti a loro diceva all'uccisore di Madhu,
     	dagli occhi-di-loto, parlando con voce gentile:

   8 	' noi rifugiandoci solo in te, come gli immortali fanno con dio dai mille-occhi,
     	cerchiamo la vittoria in battaglia e le perpetue felicità,

   9 	tu sei a conoscenza della perdita del regno, e dell'esilio da parte dei nemici, 
     	e di tutte le svariate offese a noi fatte, o Kṛṣṇa,

  10 	in te, che sei il signore di tutto e di tutti, favorevole ai tuoi devoti,
     	è dove è riposta la nostra felicità e prosperità o uccisore di Madhu,

  11 	agisci dunque o principe vṛṣṇi, come il mio cuore è posto in te,
     	e in modo che si avveri la promessa voluta da Arjuna,

  12 	tu in persona o signore, salvaci da questo mare di dolore e di passione,
     	facci arrivare alla riva oggi, sii la nostra nave o Mādhava,

  13 	quanto non può fare in battaglia quel guerriero pari al figlio
     	di Kṛtavīrya, lo può fare il suo auriga saldo nel suo impegno'

  14 	Vāsudeva disse:
     	'in tutti questi mondi coi loro immortali non vi è un arciere
     	che possa paragonarsi al pṛthāde, al conquista-ricchezze,

  15 	pieno di valore, dotato di armi, fortissimo e coraggioso,
     	abile in combattimento, sempre passionato, è il migliore degli uomini per splendore,

  16 	egli è giovane, con spalle di toro, lunghe braccia, fortissimo,
     	con movimenti di leone e di toro, quel glorioso ucciderà i tuoi nemici,

  17 	e io agirò in modo che il figlio di Kuntī, Arjuna,
     	possa bruciare gli eserciti del figlio di Dhṛtarāṣṭra come un fuoco acceso,

  18 	oggi quel vile dalle malvage imprese, uccisore del figlio di Subhadrā,
     	sarà spedito sulla via senza ritorno dalle frecce di Arjuna,

  19 	oggi avvoltoi e falchi, corvi e sciacalli le sue carni
     	divoreranno, assieme ad altri mangiatori di uomini,

  20 	anche se tutti gli dèi accompagnati da Indra lo proteggessero, oggi 
     	ucciso raggiungerà l'affollato regno di Yama,

  21 	Jiṣṇu oggi dopo aver ucciso il re sindhu da te ritornerà,
     	allontana il dolore e l'ansia o re, guardando alla prosperità.' “
     


                              LX


   1 	Saṁjaya disse:
     	“ quindi mentre parlavano apparve il conquista-ricchezze,
     	per vedere il re, il migliore dei bhārata assieme alla corte degli amici,

   2 	entrato dunque Arjuna nella sala interna, e fermatosi vicino dopo aver salutato,
     	il toro dei pāṇḍava alzandosi lo abbracciava con affetto,

   3 	e baciatolo sulla fronte, e stringendolo con le braccia,
     	pronunciate supreme benedizioni, sorridendo gli diceva:

   4 	' certa appare la tua grande vittoria in battaglia o Arjuna,
     	vista la brillantezza del tuo aspetto e il favore di Janārdana.'

   5 	Jiṣṇu allora gli diceva: ' un grande e supremo portento,
     	io ho veduto, fortuna sia a te, scaturito dal favore del lunghi-capelli.'

   6 	quindi il conquista-ricchezze gli raccontava come aveva visto,
     	per la consolazione degli amici, l'incontro col dio dai tre-occhi,

   7 	allora tutti toccando il suolo con la testa, e meravigliati,
     	si inchinarono al dio dal toro per insegna, dicendo: 'bene, bene!'

   8 	tutti quegli amici col permesso del figlio di Dharma,
     	rapidamente, felici e ben armati, si recavano al combattimento,

   9 	e salutato il re, Yuyudhāna, Arjuna e l'incrollabile,
     	lieti, uscirono dalla dimora di Yudhiṣṭhira,

  10 	e sullo stesso carro gli invincibili Yuyudhāna e Janārdana,
     	insieme quei due eroi si recarono al padiglione di Arjuna,

  11 	e raggiuntolo, il signore-dei-sensi, come auriga preparava,
     	il carro con l'insegna della grande scimmia, del migliore dei guerrieri in battaglia,

  12 	l'eccellente carro dal frastuono di temporale, lucente di oro fino, 
     	quando fu pronto splendeva come il sole al suo sorgere,

  13 	allora quella tigre fra gli uomini, armato, allacciata la corazza,
     	mostrava il carro al pṛthāde che aveva compiuto i riti del mattino, 

  14 	il coronato, il migliore degli uomini al mondo, indossata l'armatura d'oro,
     	con l'arco e le frecce, compiva la pradakṣiṇa attorno al veicolo,

  15 	quindi da cerimonieri esperti d'anni e di studi, dai sensi domati,
     	celebrato con benedizion di vittoria, saliva sul grande carro,

  16 	con mantra guerreschi e di vittoria, per prima cosa il supremo carro
     	avendo consacrato, splendeva come il sole al suo sorgere,

  17 	quel migliore dei guerrieri su carro, coperto d'oro sul carro d'oro,
     	appariva brillante e pieno di luci come il sole sul monte meru,

  18 	Yuyudhāna e Janārdana raggiungevano il pṛthāde,
     	come i due aśvin il dio Indra mentre andava al sacrificio di Śaryāti,

  19 	quindi Govina il migliore dei guidatori, afferrava le redini, 
     	come Mātali quelle di Indra in partenza per uccidere Vṛtra,

  20 	il pṛthāde schierato sul supremo carro unito ai due,
     	era come la luna che squarcia le tenebre assieme a mercurio e venere,

  21 	quell'uccisore di schiere nemiche partiva per uccidere il sindhu,
     	come Indra assieme a Mitra e al signore del mare, nella guerra per Tārakā,

  22 	quindi con musiche e sublimi benedizioni di auspicio,
     	i sūta e i menestrelli, celebrarono Arjuna che partiva,

  23 	dalle voci dei sūta e dei menestrelli con le loro benedizioni di vittoria e di auguri,
     	e dalle loro musiche accompagnato, egli ne era allietato,

  24 	lo accompagnava una pura brezza piena di buoni profumi,
     	che soffiava rallegrando il pṛthāde e affliggendo i nemici,

  25 	e apparvero molti segni celesti di vittoria,
     	per i pāṇḍava e contrari per i tuoi o mio signore,

  26 	vedendo quei segni favorevoli di vittoria Arjuna a Yuyudhāna,
     	al grande arciere alla sua destra, queste parole diceva:

  27 	' Yuyudhāna, oggi certa appare la mia vittoria sul campo,
     	poiché si vedono questi segni o toro dei śini,

  28 	io andrò dunque là dove il sovrano dei sindhu,
     	in procinto di recarsi al mondo di Yama vedrà il mio valore,

  29 	e mentre io compio la mia suprema impresa di uccidere il sindhu,
     	occorre anche fare un importante azione per proteggere il dharmarāja,

  30 	oggi tu o grandi-braccia, proteggi il re,
     	tu lo devi proteggere come io stesso lo proteggerei,

  31 	in te confidando o nel grande guerriero Pradyumna,
     	io potrò uccidere il sindhu senza preoccupazioni o toro fra gli uomini,

  32 	non devi avere nessuna ansia per me o sātvata,
     	agisci con l'intera anima come supremo protettore del re,

  33 	dove è schierato il grandi-braccia Vāsudeva, 
     	e dove lo sono io stesso, certamente nulla ci può accadere.'

  34 	così apostrofato dal pṛthāde, Sātyaki, uccisore di eroi nemici,
     	'così sia.' rispondendo si recava dove stava il re Yudhiṣṭhira.”