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72. Nārāyaṇāstrasya mokṣa

( Il lancio dell'arma di Nārāyaṇa. VII, 166-173)

                              CLXVI


   1 	Dhṛtarāṣṭra disse:
     	“ avendo udito che contro il dharma da Dhṛṣṭadyumna o Saṁjaya,
     	era stato ucciso l'anziano brahmano suo padre, che disse Aśvatthāman?

   2 	quel valoroso le armi umane, di Varuṇa, di Agni, di Brahmā,
     	di Indra e di Nārāyaṇa sempre queste padroneggia,

   3 	udendo che contro il dharma da Dhṛṣṭadyumna o Saṁjaya fu ucciso
     	il maestro saldo nel dharma, che disse Aśvatthāman?

   4 	quel grand'anima che ricevuta l'arte dell'arco da Rāma,
     	rivelava al figlio quelle armi divine, nel suo ruolo di guru,

   5 	gli uomini in questo mondo un proprio figlio unico,
     	ma dotato di ogni qualità desiderano al mondo e nessun'altra cosa,

   6 	i maestri grandi anime hanno dei segreti,
     	che forniscono al figlio o al discepolo che li segue,

   7 	e ha ottenuto specialmente ogni segreta arte o Saṁjaya,
     	in battaglia, il prode figlio della figlia di Śaradvat, direttamente da Droṇa,

   8 	è un seguace di Rāma nelle armi, pari al distruggi-fortezze in battaglia,
     	simile per valore a Kārtavīrya, e pari a Bṛhaspati per intelletto,

   9 	pari al sostenitore del mondo in fermezza, e pari ad Agni in splendore è il giovane,
     	come il mare per profondità e simile a serpente velenoso nella collera,

  10 	è primo sul carro al mondo, instancabile e dal ferreo arco,
     	rapido come il vento agisce nel soccorrere, come il distruttore infuriato,

  11 	mentre scaglia in battaglia, la stessa terra ne è squassata,
     	lui è un valoroso dal sincero ardimento che mai trema in battaglia,

  12 	puificato dai veda e dai voti, maestro nell'arte dell'arco,
     	imperturbabile come l'oceano, è come Rāma il figlio di Daśaratha,

  13 	udendo che contro il dharma da Dhṛṣṭadyumna fu ucciso in battaglia
     	il maestro saldo nel dharma, che disse Aśvatthāman?

  14 	lui che è nato dal quel grand'anima per essere la morte di Dhṛṣṭadyumna,
     	come il pāñcāla figlio di Yajñasena lo era per Droṇa,

  15 	udendo che da quel malvagio, crudele e malefico, da quello scarso di mente,
     	fu ucciso il maestro che disse Aśvatthāman?”

  16 	Saṁjaya disse:
     	“udendo che con l'inganno il padre era stato ucciso da quel malvagio,
     	il droṇide pieno di lacrime e di rabbia era o toro fra gli uomini,

  17 	e il suo corpo mentre era infuriato o re dei re, sembrava divino,
     	come quello del distruttore che afferra gli esseri alla fine dei tempi,

  18 	pulendosi ripetutamente gli occhi pieni di lacrime, 
     	diceva soffiando per l'ira, queste parole a Duryodhana:

  19 	' come mio padre gettate le armi fu abbattuto da quei vili,
     	e come fu compiuto un male sotto l'insegna del dharma, io ho saputo,
     	e ho udito dell'ignobile atto del figlio di Dharma ingannatore,

  20 	per quelli che partecipano ai combattimenti certa è la vittoria o la sconfitta,
     	ma sia pur in queste due cose o re, la morte è preferibile,

  21 	una morte giusta di chi combatta in battaglia,
     	non conduce al male, è così è apparso quel brahmano,

  22 	mio padre senza dubbio è giunto al mondo dei valorosi,
     	non dolerti se così quella tigre fra gli uomini ha avuto la morte,

  23 	ma che quel devoto al dharma sia stato afferrato per i capelli,
     	davanti a tutte le truppe, questo mi spezza il cuore,

  24 	per brama, per ira, per ignoranza, per orgoglio o per fanciullezza,
     	si compiono gli atti contro il dharma, e pure per ingiuriare,

  25 	il nipote di Pṛṣata ha compiuto quaggiù un grande danno al dharma,
     	quel malvagio e infido uomo a mia insaputa,

  26 	e Dhṛṣṭadyumna vedrà il terribile risultato di ciò,
     	dopo aver compiuto quell'enorme ignominia, e pure il pāṇḍava di false parole,

  27 	lui che con l'inganno ha fatto abbandonare le armi al maestro,
     	la terra oggi vedrà il sangue del dharmarāja,

  28 	io mi impegnerò con tutti i mezzi nell'uccisione dei Pāñcāla,
     	e ucciderò in battaglia quel malfattore di Dhṛṣṭadyumna,

  29 	quale che sia quaggiù l'azione per questo, nobile o terribile,
     	e compiuta la strage dei pāñcāla otterrò allora la pace o kaurava,

  30 	lo scopo per il quale i mortali o tigre fra gli uomini, vogliono un figlio,
     	è, quaggiù o raggiunto l'altro mondo, per salvarsi da grande pericolo,

  31 	mio padre però ha ottenuto questo stato come un uomo privo di parenti,
     	mentre io suo figlio e discepolo simile ad una pietra vivevo,

  32 	vergogna alle mie grandi armi divine, vergogna al mio braccio, e al mio ardimento,
     	se Droṇa che mi ha ottenuto per figlio, fu afferrato per i capelli,

  33 	così  allora io agirò o toro dei bhārata, affinché possa
     	divenire libero dal debito verso il padre andato all'altro mondo,

  34 	mai da parte di un nobile si deve fare l'elogio di sé,
     	io ora dirò quaggiù della valentìa di mio padre e della sua insopportabile morte,

  35 	oggi i pāṇḍava assieme a Janārdana vedano dunque il mio valore,
     	mentre ucciderò tutti gli eserciti agendo come la fine stessa dello yuga,

  36 	né dèi né gandharva, né asura e neppure rākṣasa,
     	oggi potranno vincermi in battaglia, schierato sul mio carro o toro dei sovrani,

  37 	nessun altri che me o Arjuna vi è in questo mondo sapiente di armi,
     	io come un sole splendente in mezzo ai suoi raggi,
     	sceso in battaglia invocherò le armi create dagli dei,

  38 	oggi le frecce che sono i figli di Kṛśāśva da me invocati nella grande battaglia,
     	mostrando il mio valore, disperderanno i pāṇḍava, 

  39 	oggi tutti i luoghi o re, come pieni di piogge,
     	coperti dalle mie aguzze frecce il nemico scorgerà

  40 	scagliando fiumi di frecce ovunque con terribile suono,
     	io abbatterò i nemici come tronchi abbattuti dal vento,

  41 	non conosce quest'arma Bībhatsu, né Janārdana,
     	né Bhīmasena, né i gemelli, e neppure il re Yudhiṣṭhira,

  42 	né quel malvagio nipote di Pṛṣata, né Śikhaṇḍin né Sātyaki,
     	quella che io ho o kaurava, nella sua intierezza col modo di ritirarla, 

  43 	mio padre prostandosi secondo le regole a Nārāyaṇa,
     	un tempo offrendogli oblazioni, lo serviva con religioso aspetto,

  44 	il beato in persona accogliendolo, gli forniva una grazia, 
     	mio padre scelse allora la suprema arma di Nārāyaṇa,

  45 	e a lui diceva o re, il beato, il migliore degli dèi:
     	'nessun altro uomo sarà mai pari a te in battaglia,

  46 	quest'arma però non deve mai essere invocata precipitosamente o brahmano,
     	essa non si può ritirare senza l'uccisione del nemico,

  47 	chi non possa uccidere nessuno può saperlo.' così egli o potente,
     	essa può uccidere anche l'invulnerabile, perciò non si può usare,

  48 	questa mortale arma in battaglia su chi ha abbandonato le armi,
     	implorando i nemici, e carcandovi rifugio,

  49 	questi sono i mezzi per fermare questa grande arma o tormenta-nemici,
     	chi colpisce sul campo uno che non si deve, ne sarà in ogni modo colpito.'

  50 	accettava ciò mio padre e a me diceva quel potente:
     	'tu farai piovere molteplici piogge di armi divine,
     	con quest'arma in battaglia, e brillerai di splendore.'

  51 	ciò detto il potente beato saliva in cielo,
     	questa è l'arma che mio padre ha ottenuto da Nārāyaṇa,

  52 	con essa io, i pāṇḍava, i pāñcāla, i matsya e i kekaya
     	metterò in fuga in battaglia come fece il signore di Śacī cogli asura,

  53 	così come io voglia divenute, le mie frecce,
     	si abbatteranno sui nemici che pur si muovano o bhārata,

  54 	a mio volere li innonderò con una pioggia di pietre stando sul campo,
     	e metterò in fuga i grandi guerrieri con frecce dalle punte di ferro,
     	senza dubbio io produrrò svariate asce di guerra,

  55 	io con questa grande arma di Nārāyaṇa, o tormenta-nemici,
     	disperderò i nemici tormentando i pāṇḍava,

  56 	biasimabile e da disprezzare è l'odiatore di amici, brahmani e guru,
     	oggi questi bastardi pāñcāla non mi sfuggiranno vivi.'

  57 	udite le parole del figlio di Droṇa, l'esercito si fermava,
     	quindi tutti i migliori uomini diedero fiato alle grandi conchiglie,

  58 	i felici suonarono tamburi e tamburelli a migliaia,
     	e così rimbombava la terra colpita dagli zoccoli e dalle ruote,
     	questo tumultuoso rumore faceva risuonare il cielo, l'etere e la terra,

  59 	i pāṇḍava udendo quel frastuono simile a quello del tuono,
     	riuniti i migliori dei carri insieme si consultavano,

  60 	e dopo aver così parlato il figlio di Droṇa toccando l'acqua o bhārata
     	faceva apparire allora la divina arma di Nārāyaṇa.”
     


                              CLXVII


   1 	Saṁjaya disse:
     	“ apparsa dunque allora quest'arma di Nārāyaṇa,
     	soffiava un vento misto a pioggia, senza nuvole ma pieno di lampi,

   2 	tremava la terra e si agitava l'oceano,
     	e i fiumi là scorrevano all'indietro girandosi dal loro corso

   3 	e le cime delle montagne cadevano là in pezzi o bhārata,
     	e gli animali infaustamente giravano attorno ai figli di Pāṇḍu,

   4 	le tenebre coprivano il sole che ne divenne imbrattato,
     	e si precipitarono gli spiriti carnivori con grande gioia,

   5 	dèi, dānava e gandharva erano tremanti o signore di popoli,
     	'com'è possibile?' fieramente si dicevano, vedendo quella grande agitazione,

   6 	agitati erano tutti quei re e quasi privi dei sensi,
     	al vedere quella terrificante arma fonte di terrore del droṇide.”

   7 	Dhṛtarāṣṭra disse:
     	“fatti tornare la truppe in battaglia da parte del figlio di Droṇa,
     	violentemente preso dal dolore e che non sopportava l'uccisione del padre

   8 	vedendo precipitarsi i kuru, per proteggere Dhṛṣṭadyumna,
     	che consiglio presero i pāṇḍava? questo raccontami o Saṁjaya.”

   9 	Saṁjaya disse:
     	“ vedendo corrergli contro i figli di Dhṛtarāṣṭra, Yudhiṣṭhira,
     	di nuovo udendo quel tumultuoso frastuono, diceva ad Arjuna:

  10 	' ucciso il maestro Droṇa in battaglia da parte di Dhṛṣṭadyumna,
     	come fu ucciso il grande asura Vṛtra dall'armato del fulmine,

  11 	depressi non speravano nella vittoria in battaglia o conquista-ricchezze,
     	i kuru, che posto mente alla loro salvezza quasi fuggivano,

  12 	alcuni coi carri vaganti rapidamente, essendo uccisi i conducenti,
     	questi principi con pennoni parasoli e insegne abbattute, e i gioghi spezzati,

  13 	altri rotti i sedili, privi di senno salendo sugli agitati cavalli, 
     	e altri ancora a piedi, e altri sui propri carri affrettando i cavalli,
     	alcuni presi dal terrore corrono avendo gioghi, assi e ruote infrante,

  14 	aggrappati ai dorsi degli elefanti, divelti i sedili dalle frecce,
     	alcuni vengon trascinati in ogni dove dai pachidermi che fuggono colpiti dai dardi,

  15 	e altri gettate armi e armature, a terra sono caduti dai veicoli,
     	maciullati tra le ruote, e uccisi da cavalli ed elefanti,

  16 	altri chiamando padri e figli, per proteggersi dal pericolo,
     	non si riconoscono gli uni cogli altri, l'energia distrutta dalla paura,

  17 	altri facendo salire figli, padri, amici e fratelli dai corpi feriti,
     	li bagnavano con acqua dopo averli liberati delle corazze,

  18 	in tale stato era ridotto l'esercito in rotta dopo la morte di Droṇa,
     	da chi fu fatto ritornare? se lo sai dimmelo,

  19 	il frastuono dei nitriti dei cavalli, e dei barriti degli elefanti,
     	mescolato al grande suono delle ruote dei carri si ode,

  20 	questi fieri e violenti suoni sono sorti nel mare dei kuru,
     	e alzandosi di continuo fanno tremare i miei soldati,

  21 	questo tumultuoso frastuono da far rizzare i capelli che si ode,
     	farebbe paura pure ai tre mondi assieme ad Indra, io credo,

  22 	io credo che questo rumore spaventoso sia prodotto dall'armato del fulmine,
     	il signore dei vasu, pelesemente va in aiuto dei kuru dopo la morte di Droṇa,

  23 	coi pori della pelle aperti, sono agitati carri ed elefanti,
     	o conquista-ricchezze, avendo udito questo potente e pauroso rumore,

  24 	quale grande guerriero arrestando i kaurava abbattuti,
     	li ha fatti tornare a combattere, in battaglia come fosse il signore degli dèi?'

  25 	Arjuna disse:
     	'impegnandosi in una fiera azione, affidandosi alla fermezza,
     	di colui nel cui valore si rifugiano, i kaurava danno fiato alle conchiglie,

  26 	laddove essi esitavano o re, quando il maestro gettate le armi fu ucciso,
     	chi ha fatto rischierate i figli di Dhṛtarāṣṭra tuonando?

  27 	chi è il grandi-braccia, il modesto che si muove come un elefante infuriato,
     	dal fiero agire che ha sollevato i kuru dalla paura, te lo spiegherò,

  28 	colui per la cui nascita, Droṇa diede una ricchezza di mille vacche,
     	ai più nobili brahmani, Aśvatthāman, è lui che così tuona,

  29 	fin dalla nascita da quel valoroso come da Uccaiḥśravas,
     	coi suoi nitriti, fu fatta tremare la terra e i tre mondi interi, 

  30 	allora fu udito un essere incorporeo che gli diede il suo nome:
     	Aśvatthāman, questo prode ora sta tonando o pāṇḍava,

  31 	colui che fu ucciso dal nipote di Pṛṣata come uno privo di protezione,
     	con una crudelissima azione, ha ora un protettore schierato,

  32 	laddove il pāñcāla afferrò il mio maestro per i capelli,
     	questo non può sopportarlo mai il Droṇide conoscendo il proprio valore,

  33 	il maestro fu ingannato dalla tua menzogna per aver il regno,
     	certo da te, virtuoso e sapiente del dharma, fu compiuta una grande ingiustizia, 

  34 	' il pāṇḍava fedele ad ogni dharma e mio discepolo,
     	non dirà mai una menzogna.' questa certezza aveva verso di te,

  35 	sotto l'apparenza di verità fu fatta questa menzogna,
     	tu piano dicesti al maestro: ' l'elefante fu ucciso.'

  36 	allora gettate le armi, indifferente, privo dei sensi, 
     	era quel potente per l'agitazione o re, come tu hai visto,

  37 	egli dal dolore sommerso, abbattuto per amore del figlio,
     	rigettando il dharma eterno, il discepolo ha ucciso il maestro,

  38 	essendo stato ucciso contro il dharma il maestro che aveva gettato le armi,
     	tu signore, proteggi ora assieme ai tuoi il nipote di Pṛṣata se ne sei capace,

  39 	dalle fauci del figlio del maestro, infuriato per l'uccisione del padre,
     	tutti noi non saremo in grado di salvare oggi il nipote di Pṛṣata,

  40 	lui che oltre ogni misura, ha amicizia verso tutti i viventi,
     	oggi udendo che il padre fu afferrato per i capelli ci brucerà in battaglia,

  41 	mentre io forte mi lamentavo per aver lui afferrato il maestro,
     	rigettando il dharma, il maestro fu ucciso dal discepolo,

  42 	quando esaurita l'energia ancora resterà di noi una piccolissima rimanenza,
     	allora si mostrerà il frutto di quel grande atto ingiusto che fu fatto,

  43 	come un padre sempre per attaccamento, come un padre nel dharma,
     	il maestro è stato ucciso a causa di un regno di breve durata,

  44 	Dhṛtarāṣṭra a Bhīṣma e a Droṇa o signore di popoli,
     	ha concesso l'intera terra assieme ai suoi figli consenzienti,

  45 	ottenuta una tale ricchezza, e onorato sempre dai nostri nemici,
     	ha sempre trattato me meglio di un figlio il maestro,

  46 	pur indistruttibile, gettate le armi, per la tua menzogna, è stato ucciso sul campo,
     	ma se lui avesse combattuto, non l'avrebbe ucciso neppure il dio dai cento-riti,

  47 	questo inganno all'anziano maestro sempre un benefattore per noi,
     	fu fatto da noi con scarso intelletto, e ignobilmente, per aver il regno,

  48 	' il figlio di Indra lascerebbe tutto, figli, fratelli, padri, mogli
     	e la stessa vita, per mio amore.' così pensava di me il guru,

  49 	da me per brama del regno abbandonato mentre era ucciso,
     	perciò a testa bassa o re, io mi sono guadagnato l'inferno o illustre,

  50 	quando quel muni, il maestro, l'anziano brahmano che aveva gettato le armi,
     	abbiamo ucciso oggi per aver il regno, la morte mi sembra meglio della vita.'"
     


                              CLXVIII


   1 	Saṁjaya disse:
     	“ udite le parole di Arjuna, non dissero nulla allora i grandi guerrieri,
     	di male o di bene o grande re, al conquista-ricchezze,

   2 	quindi il grandi-braccia Bhīmasena infuriato esclamava,
     	quasi deridendo il kuntīde Arjuna o toro dei bhārata:

   3 	' come un muni che sta nella foresta parli, saldo nel dharma,
     	come un brahmano dai fermi voti, che ha gettato il bastone o pṛthāde,

   4 	a protezione delle violenze, vivendo di violenza, e obbedendo ai tre saggi,
     	lo kṣatriya ottiene il dominio e quindi il dharma, la gloria e la prosperità,

   5 	tu sei dotato di tutte le qualità degli kṣatriya, e sei di nobile stirpe,
     	tu parli ora come un ignorante, non lamentarti,

   6 	tu possiedi l'ardimento o kuntīde, pari a quello di Śakra, il signore di Śacī,
     	non superare il tuo dharma come l'oceano non supera la costa,

   7 	chi non ti applaudirà dopo che oggi, abbandonata la furia
     	che hai avuto per tredici anni, seguirai il dharma?

   8 	per fortuna o caro, il tuo cuore oggi persegue il tuo dharma,
     	per fortuna la tua mente è sempre priva di crudeltà o incrollabile,

   9 	quando però il regno di quel saldo nel dharma, contro il darma fu rubato,
     	e Draupadī fu afferrata e condotta nella sala dai nemici,

  10 	e noi fummo esiliati nella foresta vestiti di pelli e cortecce,
     	pur non meritando questa pena, per tredici anni dai nemici,

  11 	queste situazioni insopportabili, tu hai sopportato o senza-macchia,
     	osservando interamente l'attaccamento al dharma kṣatriya,

  12 	per cancellare questa ingiustizia impegnato con te,
     	io ucciderò quei vili ladri di regni coi loro parenti,

  13 	tu un tempo hai dichiarato che era giunto per noi il momento di combattere,
     	impegnandoci con tutte le forze, ma ora tu non ne sei sicuro,

  14 	non vuoi riconoscere il tuo proprio dharma, le tue parole sono contrarie,
     	con queste parole tu spezzi i nostri cuori presi dalla paura,

  15 	come gettando sale su una ferita di gente colpita o tormenta-nemici,
     	il mio cuore è da te spezzato colpito dalle tue parole,

  16 	essendo tu devoto al dharma non riconosci questa grande ingiustizia,
     	che tu disapprovi te stesso e noi che siamo da elogiare,
     	e uno che non è la sedicesima parte di te ora elogi,

  17 	tu stesso sai che quanto dici non è appropriato,
     	io distruggerei la terra per la furia e abbatterei le montagne,

  18 	e spezzando la mia terribile e pesante mazza incrostata d'oro,
     	come un vento abbatterei gli alberi simili a montagne,

  19 	tu tutto questo sapendo di me tuo fratello o toro tra gli uomini,
     	non devi aver paura del figlio di Droṇa o assalta-nemici,

  20 	oppure fermati o Bībhatsu, assieme a tutti questi tori degli uomini,
     	io da solo mazza in pugno lo ucciderò in questa grande battaglia.'

  21 	quindi il figlio del re dei pāñcāla diceva allora al pṛthāde	
     	come un tempo Hari ad Hiraṇyakaśipu che urlava furioso:

  22 	' o Bībhatsu, dai saggi sono stabilite come azioni dei savi brahmani,
     	i riti, e l'insegnamento, il donare, il sacrificare e l'accettare doni,

  23 	e lo studio per sesto, in qualcuno di questi era impegnato?
     	io ho ucciso Droṇa, perché mi rimpoveri di ciò o pṛthāde,

  24 	egli gettato via il suo proprio dharma, praticava quello degli kṣatriya,
     	e con armi sovrumane ci uccideva agendo da vile,

  25 	invincibile per l'uso della magìa, solo nominalmente brahmano,
     	chi lo ha ucciso usando la magìa, che ha di ingiusto qui o pṛthāde?

  26 	io sono contento se per la rabbia il figlio di Droṇa,
     	compie terribili urla, che importa a me?

  27 	io non penso che sia un portento che il droṇide con le sue grida,
     	mandi alla morte i kaurava, incapace di proteggerli,

  28 	che tu guardando al dharma mi chiami uccisore del guru,
     	per questo io sono nato dal fuoco come figlio del re pāñcāla,

  29 	per chi combattendo in battaglia è uguale quando si debba o non si debba fare,
     	costui come lo chiami o conquista-ricchezze, brahmano o kṣatriya?

  30 	chi uccida gli inesperti di armi, con le armi di Brahmā, preso dall'ira, 
     	perché non si deve uccidere con ogni mezzo o migliore degli uomini?

  31 	chi è come veleno per essi, è detto dai sapienti del dharma contro il dharma,
     	sapendo ogni cosa vera riguardo a dharma e artha, perché mi rimproveri Arjuna?

  32 	quel malvagio da me assalito, fu ucciso sul suo carro,
     	ciò per me è da applaudire, perché o Bībhatsu non ti rallegri?

  33 	sceso in battaglia, la testa del terribile Droṇa, ardente come il sole
     	io ho tagliato, questo atto lodevole perché non lodi, o pṛthāde?

  34 	lui che uccideva in battaglia i miei compagni e nessun altro,
     	pur avendo tagliato la sua testa, non è ancora esaurita la mia furia,

  35 	questo mi spezza il cuore, che non gli ho tagliato la testa,
     	gettandola nella regione dei niṣāda come la testa di Jayadratha,

  36 	è contro il dharma anche chi non uccide i nemici o Arjuna,
     	questo è il dharma kṣatriya, uccidi o resta ucciso,

  37 	il nemico è stato da me ucciso in battaglia secondo il dharma o pāṇḍava,
     	come tu hai ucciso il prode Bhagadatta, amico di tuo padre,

  38 	avendo ucciso il patriarca in battaglia, pensavi di essere nel dharma,
     	avendo io ucciso un malvagio nemico, perché non mi pensi nel dharma?

  39 	il maggiore dei pāṇḍava non ha mentito, né io ho compiuto un ingiustizia,
     	il malvagio uccisore di discepoli è stato ucciso, combatti per la vittoria!'"
     


                              CLXIX


   1 	Dhṛtarāṣṭra disse:
     	“ i veda coi vedāṅga secondo le regole studiava quel grand'anima,
     	da cui era posseduta direttamente l'arte dell'arco nella sua modestia,

   2 	ed essendo offeso Droṇa che era figlio di un grande ṛṣi,
     	da quella piccola anima, dal malvagio e crudele uccisore del maestro,

   3 	quei tori fra gli uomini che per sua grazia compivano imprese,
     	sovrumane in battaglia, difficili anche per gli dèi,

   4 	essendo offeso Droṇa alla presenza di quel malfattore,
     	non caddero nella furia? vergogna agli kṣatriya e vergogna pure alla furia,

   5 	tutti i pṛthādi e i re sulla terra che imbracciano un arco,
     	udendo il pāñcālya che dissero? questo raccontami o Saṁjaya.”

   6 	Saṁjaya disse:
     	“ udendo quelle parole del figlio di Drupada dal crudele agire,
     	silenziosi stettero tutti i re o signore di popoli,

   7 	Arjuna però guardando il nipote di Pṛṣata con occhi di sbieco,
     	le proprie lacrime tergendo disse:' vergogna, vergogna, vergogna!'

   8 	Yudhiṣṭhira, e Bhīma, e i gemelli e Kṛṣṇa e anche gli altri,
     	erano pieni di vergogna e Sātyaki questo diceva:

   9 	' non vi è nessun uomo qui che questo essere malvagio
     	questa vergogna degli uomini che parla così malamente, uccida?

  10 	come mai la tua lingua non va in cento pezzi come la tua faccia?
     	o vile, che offendendo il guru per questa ingiustizia non vai distrutto,

  11 	tu sei condannato da tutti i pṛthādi, dai vṛṣṇi e dagli andhaka,
     	che avendo compiuto un'empia impresa te ne vanti nell'assemblea,

  12 	una tale proibita cosa avendo fatto, abbattendo il guru,
     	tu meriti la morte, per te non vi è molto tempo da vivere,

  13 	quale nobile potrebbe vivere eccetto te che sei la vergogna degli uomini,
     	dopo aver ucciso afferrandolo per i capelli il guru virtuoso e anima pia?

  14 	sette generazioni di tuoi parenti precedenti e posteriori, sono perdute,
     	avendo la gloria cessata, incontrando te disgrazia della stirpe,

  15 	tu hai parlato al pṛthāde riguardo a Bhīṣma toro tra gli uomini,
     	ma la sua fine fu stabilita da quel grand'anima di persona,

  16 	e il suo uccisore fu tuo fratello il massimo dei malvagi,
     	non si trova sulla terra nessun altro malvagio che i figli del re pāñcāla,

  17 	e pure nato dal padre per essere l'uccisore di Bhīṣma,
     	Śikhaṇḍin da lui protetto fu la morte di quel grand'anima,

  18 	i pāñcāla vili, abbandonando il dharma, sono uccisori di amici e guru,
     	avendo avuto te e tuo fratello, sono svergognati da tutti i virtuosi,

  19 	e se di nuovo simili parole dirai con me vicino,
     	io abbatterò la tua testa con una mazza simile a folgore.'

  20 	colpito così il nipote di Pṛṣata con offensive parole, dal sātvata,
     	infuriato con impeto diceva a Sātyaki quasi ridendo:

  21 	' ho udito, ho udito, e ti ho perdonato o mādhava,
     	ma tu o ignobile, non devi insultare un uomo giusto e virtuoso,

  22 	il perdono è elogiato al mondo, ma il malvagio non merita perdono,
     	il malvagio considera vinto chi lo perdona,

  23 	e di te che sei di mala anima, di vile condotta, di intenzioni malvagie,
     	dalla punta dei capelli all'ultima unghia si deve dire, vuoi parlare?

  24 	tu che Bhūriśravas intento nella prāya, col braccio tagliato
     	pur essendotelo proibito hai ucciso, c'è qualcosa di più malvagio?

  25 	Droṇa pronto con la sua arma divina fu da me in battaglia
     	ucciso dopo aver gettato le armi, che vi è qui di malfatto o crudele ?

  26 	tu che sul campo, uno disarmato intento nella prāya come un muni,
     	col braccio tagliato da altri hai ucciso, o Sātyaki, come accadde?

  27 	quando quel valoroso colpendoti al suolo ti è passato sopra,
     	perché allora non l'hai ucciso, mostrandoti un grande uomo?

  28 	dopo che il pṛthāde lo ha vinto, tu allora vilmente
     	è quando lo hai ucciso, quel prode potente figlio di Somadatta,

  29 	in ogni luogo Droṇa assaliva l'esercito dei pāṇḍava,
     	scagliando migliaia di frecce, là io mi precipitavo,

  30 	essendoti tu stesso comportato in tal modo come un cāṇḍāla,
     	da meritare rimprovero, perché vuoi dirmi queste offensive parole?

  31 	tu sei l'autore di una crudele azione non io, o vergogna dei vṛṣṇi,
     	tu sei la dimora di malvage azioni, non parlare di nuovo,

  32 	siediti a tuo piacere, non devi parlarmi di nuovo da qui in poi,
     	tu che mi vuoi parlare ancora in questo vilissimo modo,

  33 	se mi dirai ancora per stupidità tali offensive parole,
     	il ti spedirò con le frecce in battaglia alla dimora del figlio del sole,

  34 	solo per mezzo del dharma o sciocco si può vincere,
     	e ascolta ora quale fu la condotta contro il dharma di costoro,

  35 	imbrogliato fu un tempo contro il dharma il pāṇḍava Yudhiṣṭhira,
     	e Draupadī sempre contro il dharma fu tormentata o Sātyaki,

  36 	e tutti i pāṇḍava assieme a Kṛṣṇā furono esiliati nella foresta,
     	e derubati di ogni avere ancora contro il dharma o bambinetto,

  37 	e ancora contro il dharma fu portato via il re dei madra dai nemici,
     	e in più contro il dharma fu ucciso Bhīṣma il patriarca dei kuru,
     	e Bhūriśravas da te o sapiente del dharma, contro il dharma fu ucciso,

  38 	cosi si condussero i nemici e pure i pāṇḍava in battaglia,
     	questi valorosi e sapienti del dharma, per cercare la vittorio o sātvata, 

  39 	duro da conoscere il supremo dharma e anche l'adharma è arduo da conoscere,
     	combatti contro i kaurava, e non raggiungere la dimora degli avi.'

  40 	queste stupefacenti crudeli e offensive parole
     	udendo il glorioso Sātyaki divenne tutto tremante,

  41 	e uditele, con gli occhi rossi di rabbia, Sātyaki afferrava la mazza,
     	soffiando come un serpente, e gettando l'arco sul carro,

  42 	quindi avvicinandosi con furia al pāñcālya questo gli diceva:
     	'io non di dirò offensive parole, ti ucciderò come pronto alla morte,

  43 	ma quel fortissimo che insofferente si avventava violentemente,
     	con grande furia sul pāñcāla simile all'arrivo del distruttore, 

  44 	Bhīmasena con grande forza incitato da Vāsudeva,
     	con le braccia lo tratteneva dopo esser sceso rapidamente dal carro,

  45 	il forte pāṇḍava afferrando il furioso Sātyaki che si avventava,
     	per attaccare, con forza correva da quel forte,

  46 	e trattenuto da Bhīma fermo sui suoi piedi, il toro dei śini,
     	fu afferrato al sesto passo con forza, quel migliore dei forti,

  47 	scendendo però dal carro a lui trattenuto da quel fortissimo,
     	Sahadeva diceva con gentile voce o signore di popoli:

  48 	' noi non abbiamo altri amici o tigre fra gli uomini,
     	oltre agli andhaka, ai vṛṣṇi e ai pāñcāla o mādhava,

  49 	e tu pure, e i vṛṣṇi e gli andhaka e speciamente
     	Kṛṣṇa, altri amici come noi non avete,

  50 	e i pāñcāla o vṛṣṇi, anche cercando fino alla fine del mare,
     	non hanno altri amici superiori ai pāṇḍava e ai vṛṣṇi,

  51 	ed egli è un tale amico, e come te o signore per lui,
     	e come noi per voi, e così voi per noi,

  52 	cosi conoscendo ogni dharma, ricordando il dharma dell'amicizia,
     	abbandona la furia verso il pāñcāla e calmati o toro dei śini, 

  53 	perdona il nipote di Pṛṣata, ed egli perdoni te,
     	noi stessi perdoniamo, che altro c'è oltre alla pace?'

  54 	calmatosi il nipote di Śini per merito di Sahadeva o mio signore,
     	il figlio del re dei pāñcāla quasi rodendo diceva:

  55 	' lascia, lascia il nipote di Śini pieno di furia di combattere, o Bhīma 
     	che vanga a me come il vento su una montagna,

  56 	finché lui vive con le sue aguzze frecce, userò la mia furia
     	nell'impegno di combatterlo in battaglia, o kuntīde, 

  57 	come posso non compiere questo dovere che si è intrapreso
     	grandissimo per i figli di Pāṇḍu? i kaurava stando giungendo,

  58 	o dunque Phalguna li arresterà tutti in battaglia,
     	e io abbatterò la testa di costui con le mie frecce,

  59 	egli pensa che io sia come Bhūriśravas senza un braccio in battaglia,
     	lascialo, o io lo ucciderò oppure lui me.'

  60 	udendo le parole del pāñcāla, Sātyaki soffiando come una serpe,
     	trattenuto dalle braccia di Bhīma, tremava incessantemente quel forte,

  61 	e in fretta Vāsudeva e il dharmarāja o mio signore,
     	con grande impegno fermavano quei due valorosi allora,

  62 	e calmati quei due grandi arcieri, dagli occhi rossi per l'ira,
     	quei tori tra gli kṣatriya partirono in battaglia a combattere i nemici.”
     


                              CLXX


   1 	Saṁjaya disse:
     	“ quindi il rampollo di Droṇa compiva una strage di nemici,
     	come il distruttore mosso dal fato a fine yuga, quella di tutti gli esseri,

   2 	un monte di cadaveri, con bandiere per alberi, armi per picchi,
     	elefanti abbattuti per grandi rocce, pieno di cavalli per kiṁpuruṣa, 

   3 	coperto dai dardi scagliati come liane, risuonante di carnivori,
     	pieno di esseri come schiere di yakṣa, egli fece, colpendo i nemici colle frecce,

   4 	quindi urlando con grande violenza quel toro fra gli uomini,
     	questa promessa di nuovo ripeteva a tuo figlio:

   5 	' poiché il figlio di Kuntī Yudhiṣṭhira, usando la buccia del dharma,
     	ha detto di lasciare le armi al maestro che stava combattendo,

   6 	allora sotto i suoi occhi io disperderò il suo esercito,
     	e dopo averlo in verità disperso, ucciderò quel malvagio pāñcāla,

   7 	tutti loro ucciderò se mi affronteranno in battaglia,
     	il vero io ti prometto, fai tornare l'esercito.'

   8 	udito ciò, tuo figlio faceva tornare l'esercito,
     	con un grande ruggito leonino gli toglieva quel grandissimo terrore,

   9 	quindi lo scontro o re, delle armate dei kuru e dei pāṇḍava,
     	di nuovo divenne violento come di due mari in tempesta,

  10 	i kaurava impegnandosi fatti saldi dal figlio di Droṇa,
     	e i pāṇḍava e i pāñcāla entusiasti per l'uccisione di Droṇa,

  11 	grande apparve la violenza sul campo di battaglia,
     	di costoro eccitatissimi e infuriati che guardavano alla propria vittoria,

  12 	come roccia su opposta roccia, come oceano su oceano,
     	si abbatte, o re dei re, così erano i kuru e i pāṇḍava,

  13 	quindi migliaia di conchiglie, e miriadi di tamburi,
     	facevano risuonare eccitati, gli eserciti dei kuru e dei pāṇḍava,

  14 	allora un frastuono simile a quello di un oceano agitato,
     	grandissimo vi era in quel''esercito, quasi portentoso,

  15 	quindi il droṇide produsse allora l'arma di Nārāyaṇa,
     	mirando all'armata di pāṇḍava e pāñcāla,

  16 	e allora apparvero in cielo delle frecce dalle punte accese a migliaia,
     	che consumavano i pāṇḍava come come serpenti dalla bocca fiammeggiante,

  17 	queste ricoprivano ogni direzione, il cielo e l'esercito nella grande battaglia,
     	in un istante come i raggi del sole fanno col mondo o re,

  18 	quindi apparvero nel chiaro cielo delle sfere fatte di nero ferro,
     	splendenti come stelle o sovrano della terra,

  19 	e svariate śataghni nelle quattro direzioni e anche fuochi,
     	e dischi dai bordi taglienti, simili a corpi solari,

  20 	enormente riempito da quelle armi di varia forma, o toro dei bhārata,
     	vedendo l'etere, agitati erano pāṇḍava, pāñcāla e sṛñjaya,

  21 	e man mano che combattevano i grandi guerrieri dei pāṇḍava,
     	venivano colpiti da ciascuna arma o sovrano di genti,

  22 	così colpiti da quell'arma di Nārāyaṇa, 
     	come bruciati da un fuoco tutti erano pieni di paura in battaglia,

  23 	e come il fuoco brucia una foresta secca a fine inverno,
     	così quell'arma bruciava l'esercito dei pāṇḍava o potente,

  24 	essendo massacrato l'esercito da quell'arma che tutto riempiva o conquistatore,
     	il figlio di Dharma Yudhiṣṭhira cadeva in supremo affanno,

  25 	vedendo l'esercito persosi d'animo e fuggire 
     	e stare indifferente il pṛthāde, il figlio di Dharma questo diceva:

  26 	' Dhṛṣṭadyumna salvati assieme all'esercito pāñcāla,
     	e anche tu Sātyaki, ritirati assieme a vṛṣṇi e andhaka,

  27 	e pure Vāsudeva anima giusta, cercherà al sua salvezza,
     	egli è in grado di istruire l'intero mondo, come dunque non, sé stesso?

  28 	io vi dico che non si devono scontrare tutte le truppe,
     	io assieme ai miei fratelli entrerò nel fuoco acceso,

  29 	avendo attraversato il mare di Bhīṣma e di Droṇa, scontro arduo per i vili,
     	non entrerò con le mie schiere in questa pozzanghera senza acqua del droṇide,

  30 	che il volere di Bībhatsu si abbatta rapido su di me,
     	che ho abbattuto sul campo il maestro dalla nobile condotta,

  31 	lui dal quale non fu protetto il figlio di Subhadrā, fanciullo
     	inesperto d'armi, che fu ucciso da molti crudeli e capaci nemici,

  32 	lui che senza domande, quando Kṛṣṇā fu condotta nella sala,
     	e ridotta in schiavitù, se ne disinteressò assieme al figlio,

  33 	e il figlio di Dhṛtarāṣṭra che voleva uccidere Phalguna coi cavalli stanchi
     	da lui fu fornito di una corazza per proteggere il re dei sindhu,

  34 	lui che esperto delle armi di Bhrahmā interamente abbatteva i pāñcāla
     	guidati da Satyajit, impegnati a vincere per me,

  35 	lui che noi esliliati dal regno contro il dharma,
     	permise che partissimo pur pregato da noi di impedirlo,

  36 	lui che grandemente verso di noi compiva questa suprema amicizia,
     	fu ucciso, e per questo io andrò alla morte coi miei parenti.'

  37 	così avendo parlato il kuntīde, il principe dāśārha rapidamente,
     	arrestando l'esercito col gesto delle braccia, queste parole diceva:

  38 	' velocemente gettate le armi, e scendete dai veicoli,
     	questo è il mezzo stabilito dal grand'anima per opporsi alla sua arma,

  39 	scendete tutti a terra da elefanti, cavalli e carri,
     	così quest'arma non vi colpirà se siete a terra senza armi,

  40 	tutti i guerrieri che combattono contro la forza dell'arma,
     	diverranno allora inferiori per forza ai kaurava,

  41 	gli uomini che gettano le armi scendendo dai veicoli,
     	quet'arma non li ucciderà in battaglia,

  42 	ma quelli che combattessero anche solo col pensiero,
     	li ucciderà tutti anche se rifugiati sotto terra.'

  43 	udite queste parole di Vāsudeva o bhārata,
     	tutti si incitarono a gettare le armi, e a desistere con la mente,

  44 	vedendoli che volevano gettare le armi, il pāṇḍava
     	Bhīmasena diceva o re, con eccitazione queste parole:

  45 	'per nessun motivo qualcuno getti qui le armi,
     	io arrestero con le frecce l'arma del figlio di Droṇa,

  46 	oppure con questa pesante mazza decorata d'oro sul campo,
     	agirò come il fato a distruggere l'arma del droṇide,

  47 	non vi è nessun uomo quaggiù pari a me per valore,
     	come nessun altro astro si trova pari al sole,

  48 	guardate le mie ferree braccia, come proboscidi di grandi elefanti,
     	capaci dai abbattere anche la montagna śaiśira,

  49 	con la forza di un branco di elefanti io da solo qui tra gli uomini, 
     	sono senza avversari, come Śakra lo è in cielo tra gli dèi,

  50 	ora guardate il valore delle mie braccia e spalle in battaglia,
     	mentre abbatto l'arma accesa di fiamme del droṇide,

  51 	se non si trova alcun antagonista dell'arma di Nārāyaṇa,
     	io oggi la combatterò sotto gli occhi di kuru e pāṇḍava.'

  52 	ciò detto, allora Bhīma uccisore di nemici, si avventava 
     	sul figlio di Droṇa col suo carro splendente come sole, e dal rumore di tuono,

  53 	rapido procedendo svelto con un fiume di frecce,  
     	il figlio di Kuntī lo ricopriva raggiungendolo in un batter d'occhio,

  54 	allora il droṇide, quasi ridendo dei suoi tiri e parlandogli, 
     	lo ricopriva di frecce con le punte accese da mantra,

  55 	come fossero serpi dalla bocca ardente che vomitavano fuoco sul campo
     	da queste fu ricoperto il pṛthāde come da fiamme dorate,

  56 	l'aspetto di Bhīmasena o re, in battaglia era come
     	quello di una montagna al tramonto coperta di lucciole,

  57 	quell'arma del figlio di Droṇa in lui arrestandosi,
     	cresceva o grande re come un fuoco spinto dal vento,

  58 	vedendo crescere quell'arma dalla terribile energia,
     	una grandissima paura penetrava nell'esercito pāṇḍava, eccettuato Bhīma,

  59 	allora tutti dopo aver gettato le armi a terra 
     	dappertutto scendevano dai carri, dagli elefanti e dai cavalli,

  60 	scesi dunque dai veicoli gettando le armi,
     	la grande energia dell'arma allora precipitava contro Bhīma,

  61 	i viventi urlando di paura, e specialmente i pāṇḍava,
     	guardavano Bhīmasena sommerso da quell'energia.”
     


                              CLXXI


   1 	Saṁjaya disse:
     	“ il conquista-ricchezze vedendo Bhīmasena coperto da quell'arma,
     	per abbatterne il fulgore lo ricopriva con l'arma di Varuṇa,

   2 	nessuno lo poteva vedere coperto dall'arma di Varuṇa,
     	essendo nascosto con abilità dallo splendido Arjuna,

   3 	Bhīma con carro cavalli e auriga, coperto dall'arma del figlio di Droṇa,
     	era divenuto invisibile come un fuoco fiammeggiante in un altro fuoco,

   4 	come alla fine della notte tutte le stelle vanno verso il tramonto,
     	così volavano insieme le frecce verso il carro di Bhīmasena,

   5 	e Bhīma col suo carro, cavalli e auriga o mio signore,
     	coperto dal figlio di Droṇa pareva entrato nel fuoco finale,

   6 	come a suo tempo bruciando l'intero universo con tutti i suoi mobili e immobili
     	procede Agni nella bocca del creatore così quell'arma ricopriva Bhīma,

   7 	come Agni che sia entrato nel sole, o il sole in Agni,
     	non si può più vedere, così quell'energia entrata in lui 

   8 	sparsa quell'arma vedendo contro il carro di Bhīma,
     	e avanzare il droṇide senza avversari in battaglia,

   9 	e tutte le truppe dei pāṇḍava senz'animo dopo aver gettate le armi, 
     	e quei grandi guerrieri a cominciare da Yudhiṣṭhira a volto abbassato,,

  10 	Arjuna e Vāsudeva affrettandosi quei due splendidi
     	valorosi, scendendo dal carro correvano verso Bhīma,

  11 	quindi in quello splendore nato dalla forte arma del figlio di Droṇa,
     	immergendosi, quei due forti vi penetravano usando la māyā,

  12 	gettate le armi, i due non venivano bruciati dal fuoco del'arma,
     	e per l'uso dell'arma di Varuṇa, e per il valore stesso dei due Kṛṣṇa,

  13 	allora tiravano via Bhīma e tutte le sue armi,
     	con forza Nara e Nārāyaṇa per annullare l'arma di Nārāyaṇa,

  14 	tirato fuori il kuntīde grande sul carro lanciava un urlo,
     	e allora aumentava la terribile e invincibile arma del droṇide, 

  15 	Vāsudeva gli diceva allora:' perché dunque o figlio di Pāṇḍu,
     	pur incitato o kuntīde non ti sei ritirato dal combattere,

  16 	se combattendo potessero essere vinti questi rampolli dei kaurava,
     	noi e anche questi tori fra gli uomini qui combatteremo,

  17 	invece dai carri sono scesi tutti questi tuoi,
     	perciò anche tu o kuntīde, rapido scendi dal carro.'

  18 	ciò detto, allora Kṛṣṇa dal carro lo gettava a terra,
     	mentre lui con gli occhi rossi dall'ira soffiava come un nāga,

  19 	quando fu trascinato a terra giù dal carro e costretto a non combattere,
     	allora l'arma di Nārāyaṇa tormento dei nemici, si calmava,

  20 	e calmatasi in questo modo quell'energia imbattibile,
     	tutti i luoghi e le direzioni tornarono a schiarirsi,

  21 	soffiarono venti favorevoli, e si calmarono uccelli e animali,
     	gioiosi divennero guerrieri, cavalli ed elefanti, o signore di uomini,

  22 	e scomparso allora quel terribile fulgore o bhārata,
     	l'arguto Bhīma appariva come il sole che si leva a fine notte,

  23 	l'esercito sopravissuto alla strage dei pāṇḍava si schierava,
     	felice per la fine di quell'arma, a tentare di uccidere tuo figlio,

  24 	schieratosi quell'esercito e distrutta quell'arma,
     	Duryodhana o grande re, allora diceva al figlio di Droṇa:

  25 	' Aśvatthāman, di nuovo rapidamente produci quest'arma,
     	si sono di nuovo schierati i pāñcāla in cerca di vittoria.'

  26 	ma Aśvatthāman così apostrofato da tuo figlio o mio signore,
     	tristemente sospirando questo diceva al re:

  27 	' questo non è possibile o re, l'arma non si può produrre due volte,
     	tornerebbe indietro uccidendo chi l'ha usata senza dubbio,

  28 	Vāsudeva ha spiegato come parare quest'arma,
     	altrimenti si deve compiere la strage del nemico o signore di genti,

  29 	tra sconfitta o morte, è meglio la morte non la sconfitta, 
     	e i nemici si possono vincere, avendo gettato le armi sono come morti.'

  30 	Duryodhana disse:
     	' o figlio del maestro, se tu non puoi usare una seconda volta l'arma,
     	da altre armi saranno uccisi gli uccisori del guru o migliore dei sapienti di armi,

  31 	tu possiedi armi divine come sono quelle del Tre-occhi,
     	se tu non vuoi, da infuriato neppure il Distruggi-fortezze può liberarsi.'

  32 	Dhṛtarāṣṭra disse:
     	“ distrutta quest'arma, ucciso Droṇa con l'inganno,
     	così apostrofato da Duryodhana, il droṇide che fece ancora,

  33 	dopo aver visto i pṛthādi schieratisi sul campo a combattere,
     	agendo liberi dall'arma di Nārāyaṇa, sul fronte dell'esercito?”

  34 	Saṁjaya disse:
     	“ sapendo dell'uccisione del padre, l'eroe dalla coda di leone per insegna,
     	con ira, trascurando il pericolo, assaliva il nipote di Pṛṣata,

  35 	quel toro fra gli uomini attaccando con venti piccole frecce, 
     	con altre cinque colpiva con violenza l'altro toro fra gli uomini,

  36 	Dhṛṣṭadyumna allora o re, colpiva il figlio di Droṇa, 
     	infiammato come un fuoco o re, invece con sessantatre frecce piumate,

  37 	ma il suo conducente con venti frecce appuntite a pietra e dalla cocca d'oro,
     	colpiva e i suoi quattro cavalli con altre quattro aguzze frecce,

  38 	il droṇide e urlava ad ogni colpo facendo tremare la terra,
     	come volesse togliere la vita a tutto il mondo in quel grande scontro,

  39 	ma il forte nipote di Pṛṣata, esperto d'armi, e di esperta pratica,
     	assaliva il droṇide, deciso a desistere solo da morto,

  40 	allora un pioggia fatta di frecce in faccia al figlio di Droṇa,
     	riversava quell'incomparabile anima, il pāñcāla, il migliore dei carri,

  41 	il droṇide infuriato in battaglia con le sue frecce lo copriva,
     	e lo colpiva con dieci frecce, ricordando l'uccisione del padre,

  42 	e con due larghi dardi affilati come rasoi, insegna e corazza
     	avendo lacerate al re dei pāñcāla, con altre il droṇide lo colpiva,

  43 	privo di carro, cavalli, e auriga, il droṇide lo rese nel grande scontro,
     	e copriva infuriato con le sue frecce tutti i suoi seguaci,

  44 	e quindi assaliva l'esercito dei pāñcāla o signore di popoli,
     	e vedendo l'armata afflitta e tremante, colpita da piogge di frecce,

  45 	e i guerrieri a spalle girate, e oppresso Dhṛṣṭadyumna,
     	il nipote di Śini, rapido spingeva la battaglia verso il carro del droṇide,

  46 	e con otto acuminate frecce colpiva Aśvatthāman,
     	e di nuovo colpiva quell'insofferente con venti frecce di varia forma,
     	e ne colpiva inoltre l'auriga e con altre quattro i quattro cavalli,

  47 	molto colpito da vari tipi di dardi, quell'insofferente grande arciere,
     	il droṇide, ridendo diceva queste parole a Yuyudhāna:

  48 	' o nipote di Śini, io conosco il tuo attaccamento per l'assassino del maestro,
     	ma tu non salverai né lui né te stesso dalle mie fauci.'

  49 	ciò detto, una suprema freccia dall'ottima asta, simile al sole radiante,
     	il droṇide scagliava al sātvata, come Hari la folgore a Vṛtra,

  50 	quella freccia da lui scagliata, trapassata la corazza, 
     	entrava nel terreno rompendolo, come soffiando, un serpente in un buco,

  51 	quel prode con la corazza spaccata, come un elefante colpito con un uncino,
     	lasciava arco e freccia, sanguinando da molte ferite, 

  52 	sedendosi coperto di sangue, sul piano del carro si accasciava,
     	rapidamente dal suo auriga fu allontanato dentro il carro dal figlio di Droṇa,

  53 	e quel tormenta-nemici, con un altra freccia ben levigata dalla bella cocca,
     	colpiva in mezzo alle sopraciglia Dhṛṣṭadyumna,

  54 	 già prima molto ferito e poi fortemente colpito,
     	il pāñcāla si sedeva sul campo e si aggrappava alla bandiera,

  55 	a lui afflitto come un elefante furioso o re, colpito da un leone,
     	cinque prodi carri dall'esercito pāṇḍava rapidi accorrevano,

  56 	il coronato, Bhīmasena, e il paurava Vṛddhakṣatra,
     	il giovane re dei cedi, e il mālava Sudarśana,
     	ciascuno con cinque frecce lo colpivano da ogni parte ugualmente,

  57 	con venticinque frecce simili a serpi velenose abbatteva
     	il droṇide simultaneamente quelle venticinque frecce,

  58 	il droṇide con sette acuminate frecce colpiva il paurava,
     	e il mālava con tre, con una il pṛthāde e con sei ventre-di-lupo,

  59 	quindi tutti quei grandi guerrieri colpivano il droṇide o re,
     	insieme e separatamente, con dardi appuntiti e dalla cocca d'oro,

  60 	il giovane re, con venti frecce piumate colpiva il droṇide,
     	e il pṛthāde di nuovo con otto, e tutti gli altri con tre per ciacuno,

  61 	allora il figlio di Droṇa colpiva Arjuna con sei, e Vāsudeva con dieci,
     	Bhīma con cinque, il giovane re con quattro, con due tagliandogli arco e bandiera,
     	e ricolpito il pṛthāde con una pioggia di frecce, il droṇide lanciava un fiero urlo leonino,

  62 	le frecce ben appuntite e temperate scagliate dal droṇide, erano davanti e dietro
     	e terra, aria, cielo, luoghi e direzioni, erano coperti da queste terribili frecce,

  63 	quel fiero energico, mentre Sudarśana sedeva sul suo carro, la sua testa e le braccia 
     	simili a bandiere di Indra, con tre frecce insieme tagliava, quel valoroso come Indra,

  64 	il paurava uccidendo con l'asta del carro, fatto in piccoli pezzi il carro con le frecce,
     	tagliate le braccia spalmate di sandalo, con un dardo bhalla gli tagliava la testa,

  65 	il giovane re, caro ai cedi, un giovane con corona del colore di loto, egli ridendo e in fretta
     	con frecce simili a fiamme di fuoco, colpendolo lo dava alla morte con cavalli e auriga,

  66 	il valoroso figlio di Droṇa signore di guerrieri, uccisi costoro in battaglia,
     	felice suonava la sua grande conchiglia, quell'invincibile,

  67 	allora tutti i pāñcāla e il pāṇḍava Bhīmasena,
     	impauriti, abbandonando il carro di Dhṛṣṭadyumna fuggivano in ogni direzione,

  68 	allora il droṇide da dietro riempiendo di frecce questi in rotta,
     	come il fato stesso attaccava con violenza l'esercito pāṇḍava,

  69 	questi kṣatriya colpiti in battaglia dal figlio di Droṇa,
     	per paura del figlio di Droṇa fuggivano in ogni direzione.”
     


                              CLXXII


   1 	Saṁjaya disse:
     	“ il conquista-ricchezze, figlio di Kuntī, vedendo l'esercito in rotta,
     	lo faceva tornare quell'anima incomparabile per uccidere il figlio di Droṇa,

   2 	quindi quelle truppe o re, non stavano là schierate
     	pur essendo trattenute con impegno da Govinda e da Arjuna,

   3 	il solo Bībhatsu dunque con l'assistenza dei somaka,
     	dei matsya e di altri, prendendo di mira i kaurava tornava indietro,

   4 	quindi rapidamnte avanzando verso l'eroe dalla coda di leone per insegna,
     	l'ambidestro diceva al grande arciere Aśvatthāman:

   5 	' quanto hai di forza e di valore, quanto di sapienza e di baldanza,
     	e l'amore che hai per i figli di Dhṛtarāṣṭra e l'inimicizia per noi, 
     	e quanto ancora di suprema energia tu hai, mostrami

   6 	il nipote di Pṛṣata uccisore di Droṇa spezzerà il tuo orgoglio,
     	simile al fuoco del fato, quel distruttore di nemici in battaglia,
     	attacca dunque il pāñcāla e anche me assieme al lunghi-capelli.'"

   7 	Dhṛtarāṣṭra disse:
     	“ il forte figlio del maestro, degno di onore o Saṁjaya,
     	aveva amore verso il conquista-ricchezze e pure lui era caro al figlio di Indra,

   8 	e mai prima fu fatta da Bībhatsu un simile offensivo discorso,
     	per quale motivo il kuntīde a quell'amico parlava così rudemente?”

   9 	Saṁjaya disse:
     	" uccisi il giovane re, e il paurava Vṛddhakṣatra,
     	e il mālava Sudarśana esperto nell'arte dell'arco,

  10 	e sconfitti Dhṛṣṭadyumna, Sātyaki e Bhīma,
     	e con le sue parole agitato il cuore di Yudhiṣṭhira,

  11 	e natogli un ferita interiore rammentando quel dolore o potente,
     	Bībhatsu per quel dolore mai avuto, prima cadeva nella furia,

  12 	perciò quelle spiacevoli volgari e immeritevoli parole rivolse al droṇide,
     	all'onorato figlio del maestro come offendendolo come un villano,

  13 	soffiando per l'ira quel grandissimo arciere o sovrano, così apostrofato
     	con offensive parole dal pṛthāde che parlava colpendolo in tutto il suo intimo,
     	il droṇide, si adirava col pṛthāde e in particolare con Kṛṣṇa,

  14 	quel valoroso stando ritto sul carro, spruzzandosi dell'acqua,
     	afferrava l'arma di Agni ardua da affrontarsi pure dagli dèi,

  15 	e mirando ai nemici visibili e invisibili il figlio del maestro,
     	recitato un mantra, una freccia accesa come un fuoco senza fumo,
     	scagliava, completamente in preda all'ira quell'uccisore di nemici,

  16 	quindi nasceva nell'aria una tumultuosa pioggia di frecce,
     	e soffiarono gelidi venti, e il sole più non scaldava,

  17 	urlarono i dānava, su tutti i luoghi versando 
     	terribile sangue, tuonavano le nuvole in cielo,

  18 	uccelli e animali, vacche e muni dal ferrei voti,
     	e supremamente imersi nelle preghiare, non trovavano pace,

  19 	con tutti i cinque elementi che tremavano e il sole che declinava,
     	il trimundio era tormentato come un malato pieno di febbre,

  20 	dall'energia della freccia tormentati, nāga che dormivano al suolo,
     	soffiando si precipitavano per liberarsi da quel terribile fulgore,

  21 	e gli esseri acquatici bruciati o bhārata,
     	essendo riscaldate le dimore acquatiche non trovavano pace,

  22 	in ogni luogo e direzione, in cielo e in terra, le piogge di frecce, 
     	grandi e piccole cadevano veloci come il vento o come Garuḍa,

  23 	da quelle frecce del figlio di Droṇa violente come folgori,
     	bruciati i nemici cadevano come alberi bruciati dal fuoco,

  24 	e bruciando i grandi elefanti cercavano ovunque rifugio,
     	lanciando terribili urla, simili al rombo di tuono,

  25 	altri grandi elefanti fuggivano là incendiati,
     	e altri ancora tremavano come fossero circondati dal fuoco nella fiera selva,

  26 	come cime di arlberi brucianti in rogo o mio signore,
     	apparivano le schiere dei cavalli e quelle dei carri o conquistatore,
     	e fuggivano a schiere i carri qua e là a migliaia,

  27 	il beato Agni bruciava sul campo quell'esercito,
     	come il fuoco distruttore finale, tutti gli esseri a fine yuga,

  28 	vedendo l'esercito pāṇḍava bruciato in quel grande scontro,
     	felici i tuoi o re, lanciavano urla leonine,

  29 	quindi migliaia di strumenti musicali di vario genere o bhārata,
     	rapidamente battevano felici i tuoi sperando nella vittoria,

  30 	l'intero esercito o re, e il pāṇḍava, l'ambidestro,
     	essendo il mondo coperto di tenebra non si vedevano sul campo,

  31 	mai prima visto o udito si era o re, di una tale arma,
     	come quella scagliata dal figlio di Droṇa insofferente,

  32 	Arjuna però o grande re, armava l'arma di Brahmā,
     	creata dal dio nato dal loto per distruggere ogni arma,

  33 	quindi in un momento quelle tenebre sparirono,
     	un freddo vento soffiava e i luoghi divennero chiari,

  34 	e là noi vedemmo un portento, l'intero akṣauhiṇī abbattuto,
     	bruciato dalla magia dell'arma, aveva un aspetto irriconoscible,

  35 	allora i due valorosi grandi arcieri il lunghi-capelli e Arjuna intoccati,
     	insieme si mostravano come due astri in cielo,

  36 	il loro carro fonte di paura per i tuoi, appariva intatto
     	coi suoi cavalli, insegna e bandiera, assale e ottime armi,

  37 	quindi suoni gioia accompagnati da tamburi e conchiglie,
     	in un istante sorgevano tra i pāṇḍava rincuorati,

  38 	che fossero stati uccisi quei due si pensava in entrambi gli eserciti,
     	quindi vedendo arrivare il lunghi-capelli e Arjuna intatti,

  39 	e i due senza un graffio, eccitati diedero fiato alle loro ottime conchiglie,
     	vedendo i pṛthādi rallegrati, i tuoi divennero agitati,

  40 	e il droṇide vedendo quelle due grandi anime salve, molto addolorato,
     	per un momento rifletteva su cosa fosse accaduto o mio signore, 

  41 	e avendo riflettuto o re dei re, si empiva di ansia e dolore,
     	sospirando ardentemente e a lungo, divenne allora abbattuto,

  42 	quindi il droṇide gettato l'arco, e scendendo dal carro rapidamente,
     	dicendo: ' vergogna, vergogna tutto quanto ha fallito.' se ne andava dal campo,

  43 	allora vedeva il senza macchia compilatore dei veda, simile ad acqua purificatrice,
     	Vyāsa scorgeva che risiedeva lungo la Sarasvatī,

  44 	vedendolo dunque vicino, il droṇide o continuatore della stirpe dei kuru,
     	con la gola serrata, abbattuto avvicinandosi diceva queste parole:

  45 	' oh, oh, o per magìa o per caso, non sappiamo cosa è accaduto,
     	come la mia arma abbia fallito, e qualcuno l'abbia scampata,

  46 	o siamo dunque più o meno alla dissoluzione dei mondi,
     	che i due Kṛṣṇa sono ancora vivi? il fato è insuperabile

  47 	né asura o immortali o gandharva, né piśāca, né rākṣasa,
     	né serpenti, yakṣa o uccelli, né uomini in alcun modo

  48 	sono in grado di rendere inefficace l'arma che ho scagliato,
     	questa bruciando ha ucciso solo un intero akṣauhiṇī,

  49 	perché dunque non uccise il lunghi-capelli ed Arjuna giustamente mortali?
     	questo rivela in verità o venerabile, a me che te lo chiedo.'

  50 	Vyāsa disse:
     	' non vi è motivo di grande meraviglia in quanto tu mi chiedi,
     	io ti rivelerò ogni cosa, ascolta concentrando la mente,

  51 	colui che di nome è Nārāyaṇa, che è pure il primo nato degli antichi,
     	e creatore universale, nacque per qualche scopo come figlio di Dharma, 

  52 	si impegnava in un fiero tapas, stando sul monte maināka,
     	con le braccia in alto quello splendido, simile all'infuocato sole,

  53 	per seimila anni, più altrettante centinaia,
     	quell'occhi di loto affliggeva sé stesso nutrendosi di aria,

  54 	quindi ulteriore tapas praticato due volte e ancora un altro più grande,
     	riempiva col suo splendore lo spazio tra cielo e terra,

  55 	e per quel tapas o figlio, egli divenne allora simile a Brahmā,
     	quindi scorgeva l'origine e signore di tutto, il protettore di tutto l'universo, 

  56 	molto arduo a vedersi, e che è pure il signore di tutti gli dèi,
     	il più minuto dei minuti, il più grande dei grandi,

  57 	il signore Rudra, il toro, il sapiente, il non-nato, il supremo,
     	che è saldo nel cuore di tutti chi esseri di chi va e di chi resta,

  58 	invincibile, arduo a vedersi, di fiera furia, grand'anima, omnidistruttore, saggio, 
     	armato del divino arco e di due faretre, colore dell'oro, di infinito valore,

  59 	col tridente, colla folgore, dall'acceso spiedo, con l'ascia, con la mazza, dalla lunga spada,
     	dalle belle ciglia, dalla crocchia tonda come luna, con la pelle di tigre, armato del bastone,

  60 	dai bei bracciali, una serpe per cordone, circondato ogni schiera, e da branchi di esseri,
     	unico essere, rifugio degli asceti, celebratissimo con elogi dagli anziani,  

  61 	acqua, cielo, etere, terra, sole e luna, vento e fuoco, modello e universo,
     	chi mal agisce non può vedere il non-nato, l'uccisore dei nemici dei brahmani, fonte di immortalità,

  62 	lo vedono i brahmani di santa condotta, dal male distrutto, senza dolori in cuore,
     	a lui intento col tapas, e con devozione vedeva la forma universale, il dharma, l'implorabile,
     	e vedendolo, con anima lieta, deliziava il dio degli dèi con parole, mente, intelletto e corpo,

  63 	vedendo quel supremo tesoro di ogni splendore, col rosario di semi indosso,
     	allora Nārāyaṇa, venerava il dio origine di tutto,

  64 	salutato il potente, quel benefico, assieme a Pārvatī dalle larghe e amate forme,
     	il non-nato, il calmo signore, l'incrollabile causa di sé stesso,

  65 	ed essendosi prostrato a Rudra al distruttore di Andhaka,
     	quell'occhi-di-loto, con devozione celebrava il dio dai tre-occhi:

  66 	' da te sono sorti i creatori, o suprema benedizione, protettore della terra, e i primi dèi 
     	che scesi sulla terra la protessero, prima della tua creazione o dio,

  67 	dèi e asura, nāga, rakṣas e piśāca, uomini, uccelli, e pure gandharva e yakṣa,
     	e ciascuna schiera di tutte le creature, da te sono sorti tutti, lo sappiamo,
     	l'agire di Indra, di Yama, di Varuṇa, del dio dei tesori, di Mitra, di Tvaṣṭṛ, di Soma è il tuo,

  68 	forma, luce, suono, il vento nell'aria, contatto, sapore, acqua, profumo, e terra,
     	Kāma, Brahmā, il brahman e i brahmani, tutto il mobile e l'immobile da te è generato,

  69 	come le gocce d'acqua viaggiano separate, e di nuovo si distruggono tornando nell'unità,
     	così o sapiente è pure l'origine e la fine degli esseri, nel suo assorbimento,

  70 	i due uccelli mentali divini, il ficus con le radici per foglie, i sette protettori,
     	e gli altri dieci che reggono la città, da te sono creati e ma tu sei superiore a loro,
     	il passato il presente e il futuro, e l'inconoscibile da te sono sorti, e pure i mondi e tutto,

  71 	accoglimi come tuo appropriato devoto, non ferirmi dandomi svantaggi,
     	chi non devoto ad altri ti sa l'anima dell'anima, raggiunge il puro brahman,

  72 	io ti celebrai, volendo onorarti, e pensandoti assieme al tuo toro o migliore degli dèi,
     	concedimi la grazia che desidero anche se difficile, tu sei venerato da me, non respingermi.'

  73 	quell'infinita anima, il dio dalla gola blu, il possessore del tridente,
     	celebrato dai ṛṣi, a quel primo tra gli dèi concedeva la grazia.

  74 	il dio dalla gola blu disse:
     	' per mia grazia, tra uomini, dèi o gandharva, 
     	tu o Nārāyaṇa sarai di incomparabile forza e spirito,

  75 	non ti vinceranno né dèi né asura né grandi uraga
     	né piśāca, né gandharva né uomini né rākṣasa,

  76 	né uccelli, né nāga, né tantomeno alcun animale,
     	nessuno potrà vincerti in battaglia sia pure un dio,

  77 	né con freccia, o folgore, o fuoco nè con vento,
     	né con l'umido, né col secco, né con mobile o immobile

  78 	nessuno può compiere in alcun modo la tua rovina, per mia grazia,
     	e pure se io scenderò in battaglia, tu mi sarai superiore.'

  79 	Vyāsa disse: 
     	' sappi che così questi doni ha ricevuto un tempo il śauride,
     	e quel dio agisce con la sua māyā a confondere l'universo,

  80 	e da lui attraverso il tapas è nato un grande muni di nome Nara,
     	simile a quel dio, e questo sempre sappi è Arjuna,

  81 	questi due ṛṣi supremamente prosperi, prima degli dèi,
     	nascono di yuga in yuga per il bene mondano,

  82 	e interamente per le tue azioni e per il grande tapas,
     	tu sappi che col tuo splendore e furia sei nato o grande intelletto da Rudra,

  83 	tu fosti saggio come un dio, avendo conosciuto che l'universo e fatto di Rudra,
     	e tu tormenti te stesso controllandoti per far piacere a lui,

  84 	compiuto un nuovo grande e bel ornamento al grande dio,
     	tu hai sacrificato con preghiere, oblazioni, e doni a lui o onorevole,

  85 	ed così venerato da te il primo dio, ne è soddisfatto,
     	e copiosi doni ti concesse o saggio, saldi nel tuo cuore,

  86 	per loro due e per te copiosi sono i mezzi di nascita, agire, e tapas,
     	da loro due il dio fu venerato nel liṅga, e da te nell'immagine di yuga in yuga,

  87 	chi venera il potente nel liṅga sapendo che la sua natura ha ogni forma,
     	che in lui vi è l'unione con lo spirito, e gli eterni mezzi delle preghiere,

  88 	così gli dèi, e i siddha e i supremi ṛṣi a lui sacrificando,
     	guardalo a lui come l'eterna radice del mondo,

  89 	il lunghi-capelli devoto di Rudra è nato da Rudra,
     	e Kṛṣṇa invero si deve venerare con sacrifici, egli è eterno,

  90 	chi conoscendo il potente come origine di tutti gli esseri, lo venera nel liṅga,
     	verso costui, il dio dal toro per insegna compie il supremo bene.'"

  91 	Saṁjaya disse:
     	" queste sue parole udendo, il figlio di Droṇa grande sul carro,
     	si prostraeva a Rudra e molto pensava al lunghi-capelli,

  92 	coi capelli ritti e l'anima controllata, inchinandosi al grande ṛṣi,
     	avvicitandosi all'esercito ne compiva la ritirata,

  93 	quindi si ritiranono anche i pāṇḍava o signore di popoli,
     	essendo i kaurava abbattuti dopo la morte in battaglia di Droṇa,

  94 	combattendo per cinque giorni, Droṇa massacrando  l'esercito,
     	raggiunse il mondo di Brahmā, o re, quel brahmano seguace dei veda.”
     


                              CLXXIII


   1 	Dhṛtarāṣṭra disse:
     	“ ucciso là Droṇa supremo sul carro o Saṁjaya,
     	e i miei e i pāṇḍava che fecero dunque dopo?”

   2 	Saṁjaya disse:
     	“ quando Droṇa, supremo sul carro, fu ucciso dal nipote di Pṛṣata,
     	e i kaurava erano in rotta, il figlio di Kuntī il conquista-ricchezze,

   3 	veduto quel grande portento foriero della propria vittoria,
     	chiedeva a Vyāsa che era là giunto spontaneamente o toro dei bhārata:

   4 	' mentre io uccidevo i nemici in battaglia con frotte di splendenti dardi,
     	davanti a me vedevo procedere un uomo splendente di fuoco,

   5 	che imbracciando una splendente lancia, nella direzione in cui procedeva,
     	là tutti i miei nemici venivano distrutti o grande muni,

   6 	non toccava la terra coi piedi e non scagliava la sua lancia,
     	dalla sua arma per la sua energia volavano migliaia di lance,

   7 	e da lui erano distrutti tutti i nemici, mentre la gente pensava fossi stato io,
     	da lui erano bruciate le truppe e dietro io le ribruciavo,

   8 	o venerabile, rivelami chi è questo supremo uomo,
     	armato di lancia, o Kṛṣṇa, grande, simile al sole per splendore.'

   9 	Vyāsa disse:
     	' il primo dei prajāpati è quel potente e splendente uomo 
     	l'universo, la terra, l'atmosfera è quel dio, il potente signore di tutti i mondi,

  10 	è Īśana, il benefattore, o pṛthāde, tu hai veduto Śaṁkara,
     	cerca rifugio in quel dio, signore dell'universo, origine di tutto,

  11 	nel Mahādeva, grand'anima, in Īśāna, in Śiva dalla crocchia nei capelli,
     	nel tre-occhi, nel grandi-braccia Rudra dalla crocchia e vestito di corteccia,
     	che dona ai suoi devoti i doni creati per sua grazia,

  12 	i divini servi di quello splendido con forme di vario genere,
     	nani, con crocchie, o calvi, dai piccoli colli, dai grandi ventri, 

  13 	e altri giganteschi, potentissimi, con grandi orecchi, 
     	con visi deformi, e piedi e vesti anormali o pṛthāde,

  14 	da costoro è venerato il Mahādeva, il grande signore,
     	Śiva o figliolo, lo splendido che per sua grazia ti precede,
     	in questa battaglia terribile da far rizzare i capelli, o pṛthāde,

  15 	chi può o pṛthāde vincere anche solo con la mente
     	quell'esercito protetto dai grandi arcieri e guerrieri Droṇa, Karṇa e Kṛpa,
     	se non il dio dal grande arco, dalle molte forme, il grande signore?

  16 	nessuno può stare a resistere davanti a lui schierato,
     	non vi è nei tre mondi un essere pari a lui,

  17 	anche solo col profumo di quel dio infuriato, sul campo i nemici,
     	privi dei sensi e uccisi per la maggior parte, tremano e cadono,

  18 	a lui rendendo omaggio gli dèi, gli stanno davanti in cielo,
     	e pure gli altri uomini che sono al mondo e quelli che sono in cielo,

  19 	i devoti del dio benefico, di Śiva, di Rudra, signore di Umā,
     	quaggiù nel mondo avuta la felicità, ottengono la suprema meta,

  20 	rendi omaggio o kuntīde, sempre a quel pacificatore,
     	a Rudra, dalla scura gola, al sottilissimo, allo splendido,

  21 	al dio stracciato, e terribile, dagli occhi gialli, al benefico,
     	a Yāmya, dalla sciolta capgliatura, al virtuoso Śaṁkara,

  22 	all'amabile, dagli occhi gialli, a Sthāṇu, al puruṣa,
     	al fulvi-capelli, al pelato, al sottile, al supremo, 

  23 	allo splendente, al più sacro, al dio degli dèi, al veemente,
     	al molte forme, che è tutto, all'amato, dal caro abito,

  24 	al coronato, dal bel viso, al mille occhi, al benefico,
     	al signore di monti, al pacificato, al protettore, al vestito di corteccia,

  25 	e colui che ha oro alle braccia, al terribile, al signore delle direzioni,
     	al signore della pioggia, omaggio al signore degli esseri,

  26 	al signore degli alberi, che è pure signore delle acque,
     	a chi ha il corpo coperto di alberi, al generale, all'imparziale,

  27 	al dio che ha le mani offerenti, all'arciere, al bhārgava,
     	al molte forme, al signore di tutto, vestito di corteccia,

  28 	al mille teste, che ha pure mille occhi,
     	al mille-braccia, che ha pure mille piedi,

  29 	trovato rifugio o kuntīde nel benefico signore dell'universo,
     	nel signore di Umā, dagli occhi variegati, nel distruttore del rito di Dakṣa,
     	nel signore delle creature, eterno, nell'eterno signore degli esseri,

  30 	nell'arruffato, che ha ciuffo di toro, ombelico di toro, che ha un toro per insegna,
     	nell'orgoglio di toro, signore dei tori, che ha corna di toro, nel toro dei tori,

  31 	dai fianchi di toro, nel più potente dei tori, nel possente, dagli occhi di toro,
     	con armi di toro, con frecce di toro, divenuto toro, nel Grande Signore

  32 	dal grande addome, dal grande corpo, coperto da una pelle di tigre,
     	nel glabro benefattore dei mondi, nel pio, nell'amato dai brahmani,

  33 	nel benefico armato del tridente, nel potente che ha spada e scudo,
     	nell'armato di pināka, di spada e ascia, nel signore e protettore dei mondi, 
     	cerca rifugio nel dio vestito di corteccia che è il rifugio,

  34 	omaggio al signore dei celesti, di cui è amico il figlio di Viśravaṇa,
     	omaggio sempre al ben vestito, dal bell'arco e dai ferrei voti,

  35 	al dio con in mano il cucchiaio sacro, all'arciere dal felice arco,
     	all'arciere, al maestro d'arco, all'arco, alla corda dell'arco,

  36 	al dio dalla fiera arma, omaggio al migliore dei celesti,
     	omaggio sia al multiforme, e omaggio al dio dai molti archi,

  37 	omaggio sia sempre a Sthānu, dai fermi voti, dal bell'arco,
     	omaggio sia al ditruttore di tripura, e omaggio all'uccisore di Bhaga, 

  38 	al signore dei grandi alberi, omaggio al signore degli uomini,
     	e sempre al signore delle acque, omaggio al signore dei sacrifici,

  39 	al distruttore dei denti di Pūṣan, al tre-occhi, al benefico,
     	al piṅga dalla gola blu, omaggio a chiomadoro,

  40 	le divine azioni compiute dal saggio Mahādeva,
     	io celebrerò secondo saggezza e come le ho udite,

  41 	né dèi né asura, né gandharva, né rākṣasa al mondo,
     	anche se nascosti possono stare tranquillo quando lui è infuriato,

  42 	furioso colpiva il sacrificio, quell'essere senza paura,
     	coll'arco scagliando una freccia un grande urlo lanciava, 

  43 	e i celesti non trovavano pace né protezione allora,
     	fuggito rapido il sacrificio, mentre era infuriato il Grande-signore

  44 	per lo schiocco della corda tutti i mondi tremarono,
     	e dèi e asura caddero e divennero suoi servi o pṛthāde, 

  45 	tutte le acque si agitarono, e tremava la terra,
     	le montagne si abbatterono, e punti cardinali e i nāga si confusero,

  46 	ciechi, coperti di tenebre i mondi non si vedevano,
     	il potente ditruggeva tutte le stelle assieme al sole,

  47 	urlarono pieni di paura, e cercarono la pace 
     	i ṛṣi, che desideravano il bene proprio e di tutti gli esseri,

  48 	e Śaṁkara quasi ridendo assaliva Pūṣan,
     	e gli distruggeva i denti mentre consumava la prima offerta,

  49 	quindi uscivano gli dèi tremanti e si prostrarono a lui,
     	e di nuovo incoccava una accesa e acuminata freccia contro gli dèi, 

  50 	ed allora stabilirono la giusta parte del sacrificio per Rudra,
     	per la paura i trenta dèi o re, e si gettarono giù in cerca di rifugio,

  51 	e con lui adirato il sacrificio si alleava,
     	e cauti erano i celesti verso di lui, e cauti lo sono tuttora,

  52 	tre citta dei valorosi asura vi erano in cielo,
     	una di ferro, una d'argento, e l'altra grande di oro,

  53 	quella di ferro era di Tārakākṣa, quella di argento di Kamalākṣa,
     	e la suprema, d'oro era quella di Vidyunmālin,

  54 	il dio nuvoloso non era in grado di distruggerle, pur con tutte le sue armi,
     	allora tutti gli immortali si recarono afflitti a rifugiarsi da Rudra, 

  55 	e tutti gli dèi assieme al signore dei vasu dicevano a quel grand'anima:
     	' o Rudra, tutte le vittime in ogni cerimonia saranno di Rudra, 
     	abbatti quegli asura o signore dell'universo.'

  56 	così richiesto, rispondendo di si, desiderando il bene degli dèi,
     	divenuto Sthāṇu, stava fermo per mille anni,

  57 	quando le tre città furono unite in cielo,
     	egli le ditruggeva con un'arma dalle tre punte e tre aste,

  58 	i dānava e quelle città non erano i grado di vedere
     	quella freccia composta dal fuoco del fato, e unita da Viṣṇu e da Soma,

  59 	avendo messo sul fianco da sé un fanciullo dai cinque ciuffi di capelli,
     	Umā desiderava sapere chi fosse costui, e lo chiese agli dèi,

  60 	e paralizzava il braccio armato della folgore dell'irato Śakra, il potente dio,
     	il beato dio, il potente signore di tutti i mondi,

  61 	non si accorgevano gli dèi che lui era il signore dell'universo,
     	luminoso come il sole nascente, tutti quei signori del creato,

  62 	quindi avvicinatosi Brahmā vedendo il Grande-signore,
     	che lui era il migliore sapendo, il Grande-avo, lo venerava,

  63 	allora i celesti si propiziavano Umā e Rudra,
     	e di nuovo tornava alla sua natura il braccio armato di folgore,

  64 	e degli dèi compiaciuto, il beato dal toro per insegna, assieme alla moglie,
     	il migliore dei trenta dèi, il distruttore del sacrificio di Dakṣa,

  65 	lui è Rudra, lui Śiva, lui Agni, lui è Śarva, lui l'omnisciente.
     	e lui è Indra, lui Vāyu, lui è gli aśvin, lui è i lampi,

  66 	lui è Bhava, lui è la pioggia, lui è il Mahādeva, il senza-macchia,
     	lui è la luna, lui è Iśāna, lui è Sūrya, e lui è Varuṇa,

  67 	lui è il fato, lui è la morte che distrugge, lui è Yama, e il giorno e la notte,
     	lui è il mese, la quindicina, le stagioni, alba e tramonto, l'anno intero,

  68 	lui è il Creatore, e l'Ordinatore, l'anima universale, il creatore di Viśvakarman,
     	egli supporta tutte le divinità con forma e senza forma,

  69 	celebrato da tutti gli dèi, il dio è unico e molteplice,
     	di cento forme di mille forme, e di centinaia di migliaia di forme,

  70 	tale è Mahādeva, e anche di più, il beato non-nato,
     	io non sono in grado di raccontare tutte le qualità del Beato,

  71 	quelli catturati da ogni spirito malvagio, e i sofferenti di ogni male,
     	che chiedono il suo aiuto, lui come sicuro rifugio li libera,

  72 	lunga vita, salute, potere, prosperità, e numerosi altre cose volute,
     	egli dà agli uomini, ed egli a loro ritoglie,

  73 	si dice che sua sia la sovranità sugli dèi a cominciare da Indra,
     	e su quanto nel mondo degli uomini sia stabilito di buono e di cattivo,

  74 	e per la sua sovranità è detto ancora il signore dei desideri,
     	e il Grande-signore degli esseri, egli è il signore dei grandi,

  75 	con molte forme, in molti modi, egli pervade l'universo mondo,
     	la bocca che appartiene al dio si trova nell'oceano,

  76 	il dio abita sempre nei luoghi di cremazione,
     	e là le genti venerano il signore nel luogo degli eroi,

  77 	molte, terribili e splendide sono le sue forme,
     	che di lui fanno al mondo gli uomini e ne parlano,

  78 	molti sono nei mondi i suoi appellativi secondo verità,
     	e derivano dalla sua grandezza, dalla sua potenza e dalle sue azioni,

  79 	nei veda è menzionato il supremo inno śatarudriya,
     	chiamato anantarudra, in onore di quel grand'anima,

  80 	il dio è il signore dei desideri sia divini che umani,
     	egli è il potente, egli è il signore, il dio pervade il grande universo,

  81 	i brahmani e i muni lo chiamano il primogenito degli esseri,
     	il primo degli dèi egli è, dalla sua bocca è nato il vento,

  82 	poiché protegge tutti gli animali, e da essi egli è deliziato,
     	e poiché di essi è il reggente, perciò è detto Paśupati,

  83 	poiché il suo fallo è sempre intento alla castità,
     	e i mondi ne sono rallegrati, egli è detto il Grande-signore,

  84 	ṛṣi, dèi, gandharva e apsaras, sempre
     	venerano il suo fallo, che è sempre in erezione,

  85 	il Grande-signore si rallegra di essere così venerato,
     	e Śaṁkara diviene contento, felice e amabile,

  86 	poiché lui ha svariate forme che si trovano nel passato, nel presente e nel futuro,
     	mobili e immobili, perciò è chiamato il Bahurūpa,

  87 	con un solo occhio splendendo siede come se fatto interamente di occhi, 
     	lui che per l'ira penetra i mondi, perciò è chiamato Śarva,

  88 	la sua forma è color del fumo, per ciò è detto Dhūrjati,
     	i viśve e gli dèi sono in lui, perciò è chiamato Viśvarūpa,

  89 	giacché il signore dell'universo gode di tre dee,
     	cielo, acqua e terra, allora è chiamato Tryambaka,

  90 	giacché sempre rende prosperi tutti gli scopi in ogni agire,
     	volendo il propizio per gli uomini, perciò è chiamato Śiva,

  91 	con mille occhi, com miriadi di occhi o fatto tutto di occhi,
     	giacché protegge il grande universo, allora è chiamato Mahādeva,

  92 	giacché stando in alto brucia, ed è saldo nel generare la vita,
     	e giacché il suo fallo sempre è eretto, perciò è chiamato Sthāṇu,

  93 	lui è quanto di impervio vi è nei corpi, e di piano quaggiù nei viventi,
     	egli è Vāyu nei luoghi segreti nei corpi di prāṇa e apāna,

  94 	chi lo veneri nella sua forma, o lo adori nel fallo,
     	venerando sempre il suo fallo, ottiene una grande prosperità,

  95 	il suo corpo propizio sulle gambe è metà fuoco e metà luna,
     	e anche il suo spirito è detto essere metà fuoco e metà luna,

  96 	il suo corpo propizio, è acceso di maggior splendore di tutti gli dèi,
     	il suo terribile corpo che splende tra gli uomini è detto Agni,

  97 	con la sua favorevole forma egli pratica la castità,
     	e con la sua più terribile forma il signore divora ogni cosa,

  98 	giacché brucia, giacché è fiero, giacché è violento e impetuoso,
     	giacché si nutre di midollo, carne e sangue, allora è detto Rudra,

  99 	il dio che è vicino a te o pṛthāde è il Mahādeva,
     	è l'armato di tridente che tu hai visto uccidere i nemici in battaglia,

 100 	è il beato dio che avanza in battaglia davanti a te,
     	dal quale hai ricevuto le armi con cui tu hai ucciso i dānava,

 101 	l'inno conosciuto nei veda come fonte di salute, di gloria, di lunga vita e purezza,
     	il śatarudriya dedicato al dio degli dèi, ti è stato esplicato o pṛthāde,

 102 	questo santo inno che perfeziona ogni scopo, che distrugge ogni macchia,
     	che annichila ogni male, che porta via ogni dolore e paura,

 103 	l'uomo che lo ascolta sempre questo inno nelle sue quattro parti,
     	vincendo tutti i nemici avrà prosperirà nel mondo di Rudra,

 104 	colui che sia sempre intento a percorrere la divina, la bella 
     	e guerresca via del grand'anima ascoltando il śatarudriya,

 105 	 che sempre tra gli uomini sia devoto al dio signore dell'universo,
     	quest'uomo ottiene, invocando il Tre-occhi, tutti i doni desiderati,

 106 	vai e combatti o kuntīde, tu non avrai sconfitta,
     	tu che hai Janārdana al tuo fianco come consigliere e protettore.'"

 107 	Saṁjaya disse:
     	“ detto questo ad Arjuna sul campo, il figlio di Parāśara allora
     	se ne andava o migliore dei bhārata da dove era venuto o uccisore di nemici.”