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8. Jatugr̥hasyadāhaparvan

(Il libro del'incendio della casa di lacca I, 124-138)


                              CXXIV
   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	esperti i figli di Dhṛtarāṣṭra e quelli di Paṇḍu o bhārata,
     	avendo visto, Droṇa o re, diceva al signore di genti Dhṛtarāṣṭra:

   2 	“alla presenza di Kṛpa, di Somadatta il saggio figlio di Bāhlīka,
     	e del figlio di Gaṅgā e alla presenza di Vyāsa e di Vidura, 

   3 	o re, avendo ottenuta ogni conoscenza i principi, o migliore dei kuru,
     	a te mostreranno la loro abilità o re, col tuo permesso.”

   4 	allora il grande re diceva con animo pieno di gioia:
     	" o figlio di Bharadvāja, una grande impresa hai compiuto o migliore dei ri-nati,

   5 	in quale momento e luogo tu credi, ciascuna
     	cosa si debba preparare, fammelo sapere,

   6 	oggi per lo sconforto ho invidia degli uomini che possono vedere,
     	i quali vedranno i miei figli mostrare il loro valore nel padroneggiare le armi,

   7 	o kṣattṛ, quanto il maestro e guru ti dirà, questo compi tu,
     	non credo infatti che vi sarà mai un piacere pari a questo o seguace del dharma.”,

   8 	allora salutato il re, Vidura si recava fuori,
     	e il figlio di Bharadvāja faceva misurare un terreno,
     	piano, privo di alberi, senza cespugli e rivolto verso nord,

   9 	su questo terreno un'offerta fece in un giorno sacro ai nakṣatra,
     	e anche una pubblica offerta in città a quello scopo o migliore dei parlanti,

  10 	sul terreno dell'agone, secondo le regole e le prescrizioni degli śāstra, un ampio
     	e bellissimo padiglione per gli spettatori, là costruirono gli artigiani,
     	pieno di ogni arma, per il re e per le donne o toro fra gli uomini,

  11 	e piattaforme là fecero fare le genti della città e del contado,
     	e numerosi e preziosissimi palanchini messi in alto,

  12 	e quindi nel giorno stabilito, il re coi suoi ministri allora,
     	mettendo Bhīṣma al primo posto, e Kṛpa il migliore dei maestri,

  13 	entrava in quel divino teatro fatto tutto d'oro,
     	incrostato di perle e adornato di pietre preziose,

  14 	e la gloriosissima Gāndhārī e pure Kuntī o migliore di vincitori,
     	e tutte le donne del re con le ancelle e i servitori,
     	con gioia salirono sulla piattaforma, come le donne divine sul monte meru,

  15 	e i quattro varṇa con brahmani e kṣatriya in testa rapidamente dalla città,
     	giungevano per vedere i principi esperti d'arme,

  16 	per le grida e le musiche, e per la curiosità del popolo,
     	quell'assembramento eccitato era simile ad un grande mare,

  17 	quindi vestito di abiti bianchi, coperto di bianchi paramenti,
     	coi bianchi capelli, la barba bianca, indossando bianche ghirlande,

  18 	in mezzo all'agone entrava allora il maestro col figlio,
     	splendente come il sole senza nuvole accompagnato da marte,

  19 	quel migliore dei forti, secondo le regole compiva l'offerta, 
     	e ai brahmani esperti dei mantra faceva recitare le benedizioni,

  20 	quindi, senza interruzione del rumore di quel santo e favorevole giorno,
     	entrarono gli uomini afferrando vari tipi di armi,

  21 	quindi indossate le armature, e allacciate le cinture quei fortissimi,
     	cinte le faretre, quei tori tra i bhārata entrarono con gli archi,

  22 	essi secondo la loro età là, a cominciare da Yudhiṣṭhira,
     	quei grandi eroi, quei principi compirono supreme meraviglie con le armi,

  23 	alcuni per la paura delle frecce, abbassavano le teste,
     	altri uomini, si meraviglivano a vedere la loro audacia,

  24 	essi colpivano i bersagli con frecce che formavano dei nomi,
     	con frecce di vario tipo scagliate rapidamente da cavallo,

  25 	questa schiera di principi, abile nel maneggio delle frecce
     	vedendo, simile ad una città gandharva, essi si meravigliavano,

  26 	con forza gridavano là gli uomini a centinaia e a migliaia,
     	con gli occhi spalancati dalla meraviglia: “bravi, bravi!” o bhārata,

  27 	ed essi compiuti dei percorsi coll'arco sui carri, ripetutamente,
     	e in groppa ad elefanti e sui cavalli, nei duelli quei fortissimi,

  28 	e muovendosi con la spada in pugno di nuovo si attaccavano,
     	e le suddette prove con la spada compirono su tutti i terreni,

  29 	la velocità, la destrezza, la bellezza, la fermezza e la ferma presa,
     	là videro nell'esibizione di tutti loro, armati di scudo e spada,

  30 	quindi rivaleggiando reciprocamente Suyodhana e ventre-di-lupo,
     	discesero armati di mazza immobili come due picchi,

  31 	quei due grandi-braccia allacciate le cinte, devoti al coraggio virile,
     	fortissimi e furenti come due elefanti in lotta per la femmina,

  32 	quei due fortissimi, in cerchi da destra a sinistra,
     	si muovevano armati delle splendide mazze, come due tori furiosi,

  33 	Vidura a Dhṛtarāṣṭra, e la madre dei pāṇḍava a Gāndhārī,
     	ogni cosa descrivevano delle imprese dei principi.
     


                              CXXV

   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	mentre sull'arena vi erano il re dei kuru, e Bhīma il migliore dei forti,
     	mostrando affetto per l'uno o per l'altro era divisa in due la folla,

   2 	 “evviva il valoroso re di kuru; evviva Bhīma.” degl'inneggianti
     	uomini le grandi grida si innalzavano violente,

   3 	allora quell'arena vedendo, simile ad un mare in tempesta, il saggio
     	figlio di Bharadvāja diceva all'amato figlio Aśvatthāman:

   4 	“ ferma quei due grandi eroi entrambi impegnati nella lotta,
     	che non nasca tra Bhīma e Duryodhana troppa violenza nell'arena.”

   5 	allora il figlio del guru, fermava quei due con le mazze alzate, 
     	simili entrambi ai venti di fine yuga che scuotono i mari,

   6 	quindi Droṇa sceso in mezzo all'arena queste parole diceva,
     	fermando la musica delle bande musicali simili a tonanti nubi:

   7 	“l'eroe che mi è più caro di un figlio, il più esperto in tutte le armi,
     	il figlio di Indra, il pṛthāde pari al fratello minore di Indra, si mostri.”

   8 	allora all'ordine del maestro quel giovane benedetto dagli dèi,
     	allacciati parabraccia e paradita, con la faretra piena e l'arco,

   9 	indossando una corazza d'oro, Phalguna si presentava,
     	simile al sole in una nuvola serale lampeggiante di arcobaleno,

  10 	allora una grande confusione avvenne in tutta l'arena,
     	e suonarono ovunque strumenti musicali e conchiglie,

  11 	“questo è il glorioso figlio di Kuntī, il mediano dei pāṇḍava,
     	questo è il figlio del grande Indra, questo è il protettore dei kuru,

  12 	questo è il migliore degli esperti d'arme, e dei sostenitori del dharma,
     	e pure dei virtuosi, il supremo tesoro di virtù e conoscenza.”

  13 	cosi dunque si udivano dagli spettatori quelle insuperabili parole,
     	e il petto di Kuntī si inumidiva per le fluenti lacrime,

  14 	per quel grande rumore, il sapiente Dhṛtarāṣṭra, 
     	il migliore dei sovrani diceva allora con lieto animo a Vidura:

  15 	“ o kṣattṛ, perché questo grande frastuono simile a mare agitato,
     	è violentemente sorto nell'arena, quasi a distruggere il firmamento?”

  16 	Vidura disse:
     	“  è il pṛthāde Phalguna il rampollo di Pāṇḍu,
     	che è sceso con la corazza, per questo quel grande frastuono.”

  17 	Dhṛtarāṣṭra disse:
     	“ ricco sono e fortunato, e protetto, sono o grande saggio,
     	da questi tre figli nati da Pṛthā, come tre fuochi dei pāṇḍava.”

  18 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	in qualche modo intento su quell'elevata arena,
     	Bībhatsu mostrava al maestro la sua velocità di armi,

  19 	con l'arma di Agni, produceva il fuoco, con quella di Varuṇa produceva acqua,
     	con quella di Vāyu produceva il vento, con quella di pioggia produceva le nuvole,

  20 	con la terrestre entrava nella terra, con l'arma di montagna produceva i picchi,
     	e con la freccia dell'invisibilità, ancora egli scompariva,

  21 	per un istante in alto, per un istante in basso, per un'istante sull'asse del carro,
     	e l'istante dopo sul piano del carro, e in un istante scendeva a terra,

  22 	bersagli delicati e acuti e pesanti, egli che era caro al maestro,
     	e dotato di eccellenti qualità, colpiva con varie frecce,

  23 	sulla testa di un rosso toro che si muoveva al suolo,
     	cinque frecce una dopo l'altra egli scagliava come una sola,

  24 	nella conca di un corno bovino, che si muoveva legato ad una corda,
     	quel grande eroe, ventun frecce piantava,

  25 	così cominciando grande si mostrava con la spada e l'arco,
     	e con la mazza, quell'esperto d'armi, belle cose mostrava,

  26 	quindi avendo compiuto queste grandi azioni o bhārata,
     	diminuita la confusione, e il suono della musica,

  27 	dall'ingresso sorgeva un forte segno di grandezza,
     	simile a nuvole tonanti si udiva un battimani,

  28 	“ forse che crollano le montagne? forse che la terra si squarcia?
     	forse che il cielo si riempie di nuvole foriere di tempesta?”

  29 	così sorgevano le domande sull'arena, in un istante o signore della terra,
     	e avvicinatisi all'ingresso, tutti si fecero spettatori,

  30 	Droṇa appariva circondato dai cinque fratelli dai pṛthādi,
     	come la luna dal sole unito alle cinque stelle,

  31 	e insieme ad Aśvatthāman, la schiera dei cento fratelli 
     	circondava Duryodhana uccisore di nemici, che si era alzato,

  32 	egli attorniato dai fratelli schierati con le armi alzate, mazza in pugno si fermava,
     	e sembrava il Distruggi-fortezze, attorniato dagli dèi, prima della battaglia coi dānava.
     


                              CXXVI


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	sotto lo sguardo degli uomini con gli occhi spalancati dalla meraviglia,
     	Karṇa, conquistatore di città nemiche, entrava nell'arena,

   2 	indossando la corazza nata con lui, e il viso adornato dagli orecchini,
     	con suo arco, cinta la spada, a piedi avanzava, saldo come montagna,

   3 	dalla grande gloria, con grandi occhi, figlio della vergine Pṛthā,
     	e rampollo del sole dagli aspri raggi, Karṇa uccisore di schiere nemiche, 

   4 	dal coraggio e dal valore pari a grande elefante, a leone, a toro,
     	dotato dello splendore di sole e luna, per le qualità di accesa bellezza e splendore,

   5 	forte e alto come una palma, compatto come leone, giovane,
     	bello con innumerevoli qualità, era nato figlio del sole luminoso,

   6 	quel grandi-braccia, guardando tutt'intorno il cerchio dell'arena,
     	un inchino faceva a Droṇa e a Kṛpa non troppo rispettoso,

   7 	e l'intera folla degli spettatori era immobile cogli occhi fissi:
     	“ chi è costui? “ cosi mormorava confusa e curiosa,

   8 	con voce grave tonante, quel migliore dei parlanti diceva,
     	da fratello il figlio del sole, al fratello figlio di Indra senza saperlo:

   9 	“ o pṛthāde quanto tu hai compiuto io meglio di te,
     	lo farò, scatenando la meraviglia per me, da parte degli spettatori.”

  10 	e appena finito di dire quelle sue parole, o migliore dei parlanti,
     	come spinta da una macchina rapida si alzava all'unisono la folla,

  11 	e quindi quella tigre fra gli uomini scatenava la gioia di Duryodhana,
     	e vergogna e rabbia in un istante riempirono Bībhatsu,

  12 	allora Karṇa sempre amante di guerra, con permesso di Droṇa, 
     	quanto prima aveva fatto il pṛthāde, quel fortissimo ricompiva,

  13 	quindi Duryodhana là assieme ai fratelli o bhārata,
     	felice abbracciando Karṇa queste parole gli diceva:

  14 	“ benvenuto o grandi-braccia, per fortuna sei giunto o onorevole,
     	me stesso, il regno dei kuru e quanto desideri ti sia dato.”

  15 	Karṇa disse:
     	“ senza bisongno di nessun'altra cosa io accetto la tua amicizia,
     	e voglio combattere a singolar tenzone contro il pṛthāde.”

  16 	Duryodhana disse:
     	“ accetta con me i miei beni, e diventa il benefattore dei famigliari,
     	e metti sotto i piedi la testa di tutti gli avversari o uccisore di nemici.”

  17 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	allora il pṛthāde pensando che fosse come un'offesa a sé stesso, diceva
     	a Karṇa che se ne stava fermo immobile in mezzo alla schiera dei fratelli:

  18 	“ i mondi che appartengono a quelli giunti senza invito,
     	questi tu sicuramente otterrai o Karṇa dopo che ti avrò ucciso.”

  19 	Karṇa disse:
     	“ questa arena è aperta a tutti, come può essere solo tua?
     	i migliori per valore sono i regnanti, il dharma segue la forza,

  20 	perché parli coi deboli suoni, parla con le frecce o bhārata,
     	davanti al guru io oggi ti tagliero la testa con le mie frecce.”

  21 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	allora il pṛthade, vincitore di città nemiche col permesso di Droṇa,
     	dai fratelli attorniato e spinto raggiungeva il campo di battaglia,

  22 	allora anche da Duryodhana con i suoi fratelli circondato,
     	pronto alla pugna si schierava Karṇa, preso arco e frecce,

  23 	allora da lampi e tuoni e precedute dall'arcobaleno,
     	il cielo si riempiva di nuvole simile a file di crani,

  24 	allora per affetto paterno, avendo visto il dio dai fulvi cavalli rivolto all'arena,
     	anche il luminoso sole, disperdeva quelle nuvole riunite insieme,

  25 	allora il pāṇḍava appariva circondato da schiere di nubi,
     	e Karṇa appariva soffuso dai caldi raggi del sole,

  26 	i figli di Dhṛtarāṣṭra erano schierati in favore di Karṇa in quel luogo,
     	il figlio di Bharadvāja, Kṛpa e Bhīṣma erano in favore del pṛthāde,

  27 	e divisa in due era l'arena, e in due parti erano divise le donne,
     	ma la figlia di Kuntibhoja, poiche sapeva, cadde in deliquio,

  28 	e Vidura il sapiente di ogni dharma, Kuntī in preda allo svenimento
     	cercava di confortare con spruzzi d'acqua aromatizzata con sandalo,

  29 	allora recuperati i sensi, i suoi due figli entrambi armati
     	vedendo, piena di dolore non seguiva nessuno dei due,

  30 	ai due coi grandi archi in pugno, Kṛpa figlio di Śaradvat diceva,
     	quel maestro di ogni singolar tenzone, sapiente di ogni dharma:

  31 	“ costui è il più giovane dei figli di Pṛthā, rampollo di Pāṇḍu,
     	un kaurava dunque farà un duello con te,

  32 	anche tu dunque o grandi-braccia, la tua famiglia, madre e padre
     	annuncia, e di quali sovrani tu sei progenie,
     	allora il pṛthāde saputo chi sei, combatterà oppure no.”

  33 	così apostrofato, Karṇa il viso abbassando per la vergogna,
     	appariva abbattuto come un fiore di loto bagnato dalle piogge.

  34 	Duryodhana disse:
     	“ maestro, di tre tipi sono le nascite dei re: per decisione delle armi,
     	per nascita, e come guerriero che guida un esercito,

  35 	se Phalguna non vuole combattere con uno che non sia re,
     	allora costui io consacro re sul trono di aṅga.”

  36 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	allora in quello stesso momento Karṇa, con lustrazioni d'acqua e di grano,
     	con vasi d'oro, su un trono d'oro, il grande guerriero dai sapienti dei mantra,
     	fu consacrato nel regno di aṅga, e fu dotato di fortune quel potente,

  37 	con il parasole fatto di peli di yak, e con grida di vittoria.
     	il re, quel toro, allora diceva al re kaurava:

  38 	“ per il dono di un tale regno che posso dare a te?
     	dimmelo o tigre fra i re, e io lo farò o sovrano.”
     	“ un'amicizia senza fine io desidero.” così a lui diceva Suyodhana,

  39 	e così apostrofato allora Karṇa rispondeva: “e così sia!”
     	e con gioia entrambi abbracciandosi, ne avevano suprema felicità.
     


                              CXXVII


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	allora col torso privo di vesti, sudato e tremante,
     	entrana nell'agone un sūta, quasi senza fiato,

   2 	vedendolo allora lasciato l'arco, in soggezione dell'autorità paterna
     	Karṇa con capo unto dalla consacrazione, si inchinava con la testa,

   3 	quindi confuso, coperti i suoi piedi con il bordo della veste, 
     	il conducente di carri diceva con perfetta soddisfazione: “figlio mio.”

   4 	e abbracciando la sua testa agitato dall'affetto,
     	la copriva di lacrime ancora unta dalla consacrazione nel regno di aṅga,

   5 	vedendo ciò certo che lui era figlio di un sūta, il pāṇḍava
     	Bhīmasena ridendo diceva allora queste parole:

   6 	" tu non sei degno o figlio di sūta di essere ucciso in battaglia dal pṛthāde,
     	poiche sei di tale stirpe, afferra rapido la frusta,

   7 	non sei degno di godere del regno di aṅga o vile uomo,
     	come un cane non gode delle offerte di riso e burro vicino al fuoco."

   8 	così apostrofato Karṇa, con il labbro inferiore tremante,
     	sospirando guardava il sole luminoso in alto nel cielo,

   9 	allora il fortissimo Duryodhana si alzava per l'ira,
     	come un elefante divenuto furioso, dal laghetto di loti dei fratelli,

  10 	egli diceva a Bhīmasena dalle terribili imprese che se ne stava davanti:
     	" ventre-di-lupo, degne di te sono le parole che hai detto,

  11 	la grande forza degli kṣatriya e di combattere con uno di casta kṣatriya,
     	la nascita dei guerrieri e dei plebei è sempre cosa incerta,

  12 	dall'acqua sorge il fuoco da cui è penetrato l'universo dei mobili e immobili,
     	coll'osso di Dadhīca fu fatto il fulmine uccisore di dānava,

  13 	figlio di Agni, delle pleiadi, di Rudra, o della Gaṅgā
     	si dice che sia il venerabile dio Guha fatto di tutti i segreti,

  14 	alcuni nati kṣatriya sono conosciuti come brahmani,
     	il maestro è nato da un secchio, e il guru Kṛpa da un cespuglio di canne,
     	e pure le vostre nascite sono conosciute dai sovrani,

  15 	con gli orecchini, con la corazza, con questi segni divini,
     	splendido come il sole, è questa tigre, può esser nato da gazzella?

  16 	questo sovrano è degno non solo del regno di aṅga, ma del regno della terra,
     	per il valore del suo braccio, e per obbedienza ai miei ordini,

  17 	quell'uomo che non sopporti questo da me stabilito,
     	scendendo dal carro pieghi il suo arco coi suoi piedi."

  18 	quindi nell'intera arena, vi fu un grande giubilo,
     	e il sole accompagnato da queste belle parole giungeva al tramonto,

  19 	allora Duryodhana prendendo Karṇa per una mano o sovrano,
     	illuminato da fiaccole accese lasciava quell'arena,

  20 	e i pānḍava assieme a Droṇa e a Kṛpa o signore di popoli,
     	e uniti a Bhīṣma, tutti se ne andavano alle proprie dimore,

  21 	e alcuni ad Arjuna, e altri a Karṇa o bhārata,
     	e altri ancora a Duryodhana inneggiando se ne partirono,

  22 	ma a Kuntī che conosceva quei segni divini nominati,
     	sorgeva una segreta gioia per l'affetto verso il figlio divenuto re di aṅga,

  23 	e pure a Duryodhana allora avendo vicino Karṇa o principe,
     	velocemente spariva la paura nata da Arjuna,

  24 	e quel valoroso, esperto di ogni arma grandemente elogiava Suyodhana,
     	e a Yudhiṣṭhira sorgeva allora l'opinione che non vi fosse arciere al mondo pari a Karṇa.
     


                              CXXVIII

   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	allora riuniti i discepoli, Droṇa a tutti interamente,	
     	 richiedeva l'onorario per l'insegnamento e le sue spettanze, o principe della terra:

   2 	“ catturando in battaglia il re dei pāñcāla Drupada,
     	conducetelo qua, la fortuna sia con voi, questa sia il mio supremo onorario.” 

   3 	tutti avendo detto di sì, armati sui carri velocemente,
     	partivano assieme a Droṇa per conferire la spettanza al maestro,

   4 	allora quei tori fra gli uomini assalirono i pāñcāla uccidendoli,
     	devastarono la città dell'illustrissimo Drupada,

   5 	e catturato Drupada Yajñasena, sul campo di battaglia,
     	quei tori tra i bhārata lo condussero coi suoi ministri da Droṇa, 

   6 	a Drupada rotto nell'orgoglio, privo di ricchezze e caduto in suo potere,
     	Droṇa diceva ricordando in cuore la sua inimicizia:

   7 	“rapidamente ho distrutto il tuo regno e devastata la tua città,
     	e ancora vivo caduto in mano al nemico, perché desideri l'antica amicizia?”

   8 	e avendo detto ciò, sorridendo risoluto di nuovo diceva:
     	non temere per la tua vita o re, noi siamo indulgenti brahmani,

   9 	quanto tu da fanciullo insieme a me giocavi nell'āśrama,
     	un grande affetto era cresciuto per me da parte tua o toro fra gli kṣatriya,

  10 	e tu ora di nuovo desiderando quell'amicizia con te o toro fra gli uomini,
     	di faccio una grazia o re, riacquista metà del regno,

  11 	amico di re non deve essere uno che non è re,
     	quindi io agendo nel tuo regno o Yajñasena,

  12 	re rimani tu delle tribù a sud della figlia di Bhagīratha, e io a nord
     	riconoscimi dunque come amico o pāñcāla se lo credi.”

  13 	Drupada disse:
     	“ questo non è da meravigliare tra grandi anime valorose,
     	io ho affetto per te, e voglio il tuo eterno affetto.”

  14 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	così apostrofato Droṇa lo liberava o bhārata,
     	e onorandolo con animo affettuoso gli dava metà del regno,

  15 	e a mākandī regione piena di gente lungo le rive della Gaṅgā, 
     	egli governava, la suprema città di Kampilya, con animo depresso,
     	e tutti i pāñcāla che erano a sud del fiume carmaṇvatī,

  16 	Drupada ricordando l'inimicizia con Droṇa non si quietava,
     	e non vedeva forze kṣatriya che fossero sufficenti alla sua conquista,

  17 	sapendo che lui era carente di forze rispetto al brahmano,
     	e il re si impegnava alla ricerca di un figlio nato,
     	e Droṇa si recava alla città di ahicchatra caduta in suo potere

  18 	la città di ahicchatrā era piena di di gente, 
     	e fu vinta in battaglia dal pṛthāde e conferita a Droṇa.
     
     


                              CXXIX


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	vedendo Bhīmasena fortissimo, e il conquista-ricchezze così esperto d'armi,
     	Duryodhana quel malanima, forte si doleva,

   2 	allora Karṇa figlio del sole e Śakuni figlio di Subala,
     	con molti mezzi si ingegnavano per uccidere i pāṇḍava,

   3 	ma i pāṇḍava uccisori di nemici tutto questo sapevano 
     	per mezzo di Vidura, e agivano saldi nelle sue decisioni,

   4 	i cittadini vedendo i figli di Pāṇḍu pieni di qualità,
     	ne parlavano insieme nelle assemble e ai crocicchi:

   5 	“ con solo la saggezza per vista, a causa della sua cecità il sovrano Dhṛtarāṣṭra,
     	in passato non ottenne il regno, come poteva essere re?

   6 	allora Bhīṣma il figlio di Śaṃtanu, di sincera parola e di grandi voti,
     	avendo un tempo rinunciato al regno, mai ora lo prenderà,

   7 	noi dunque il pāṇḍava primogenito giovane ma con la mente da anziano,
     	sincero e compassionevole consacriamo dunque rettamente oggi, 

   8 	quel sapiente nel dharma sia Bhīṣma che Dhṛtarāṣṭra 
     	con i suoi figli, onorando a loro conferirà vari beni.”

   9 	Duryodhana udendo i loro discorsi, che pronunciavano,
     	parteggiando per Yudhiṣṭhira, se ne doleva quel malanima,

  10 	e quello spirito malvagio tormentato dalle loro parole non si quietava,
     	e soverchiato dall'invidia si recava da Dhṛtarāṣṭra,

  11 	quindi vedendo da solo il padre egli lo onorava,
     	tormentato dopo il favore dei cittadini, questo gli diceva:

  12 	“ ho udito o padre, infelici parole pronunciate dai cittadini,
     	trascurando te e Bhīṣma vogliono il pāṇḍava come re,

  13 	la decisione di Bhīṣma è che non prenderà il regno,
     	e a noi un supremo sgarbo vogliono fare le genti in città,

  14 	un tempo per le sue qualità Pāṇḍu ottenne il regno dal padre,
     	e tu pure per la tua menomazione, il giusto regno non ottenesti,

  15 	e se dunque il pāṇḍava ottenesse l'eredità di Pāṇḍu,
     	suo figlio certamente la otterrà da lui e da costui un altro,

  16 	noi dunque saremo esclusi dalla linea del regno con i nostri figli, 
     	e disprezzati saremo dal mondo o signore dell'universo,

  17 	e sempre l'inferno ottengono i soggetti ad altri per il sostentamento,
     	e noi saremo dunque in breve così come lo stabiliranno loro,

  18 	se tu un tempo fossi stato nel passato saldo nel regno,
     	certamente noi otterremmo il regno anche contro la volontà popolare.”
     


                              CXXX


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	Dhṛtarāṣṭra udite tali parole dal figlio, 
     	pensando per qualche momento, quindi diceva a Duryodhana:

   2 	“sempre fu Pāṇḍu saldo nel dharma e benevolo verso il mio bene,
     	e verso tutti i parenti, e verso di me lo fu particolarmente,

   3 	nessuna sua azione io conosco che fosse rivolta alle ricchezze,
     	sempre quel fermo nei voti a me offriva il regno,

   4 	suo figlio è come Pāṇḍu interamente fedele al dharma,
     	e celebre al mondo per le sue qualità, e molto amato dai cittadini,

   5 	come possiamo noi cacciarlo con la forza da qui,
     	interamente dal regno paterno e ancestrale coi suoi fratelli?

   6 	i servi e i ministri di Pāṇḍu e il suo esercito sempre è pagato,
     	e le guardie, i figli e i nipoti di questi in particolare,

   7 	e i cittadini e la gente un tempo onorata da Pāṇḍu, 
     	come non vorranno ucciderci coi nostri parenti per conto di Yudhiṣṭhira?”

   8 	Durydhana disse:
     	“ questo o padre lascialo a me, in me solo sarà la colpa,
     	vedendo io, tutti gli animi uniti al desiderio di ricchezze,

   9 	certamente nostri alleati saranno i preminenti,
     	la classe dei ricchi e i ministri sono oggi dalla mia parte o principe della terra,

  10 	tu sei in grado di allontanare velocemente i pāṇḍava,
     	con la promessa della dolce città di vāraṇāvata,

  11 	quando il regno sara cadudo nelle mie mani o re,
     	allora Kuntī coi suoi figli potrà di nuovo tornare o bhārata.”

  12 	Dhṛtarāṣṭra disse:
     	“ anche nel mio cuore questo si agita,
     	ma non posso approvare la malvagità di questa intenzione,

  13 	né Bhīṣma, né Droṇa nel lo kṣattṛ, né il gautama,
     	potranno sopportare che i figli di Kuntī siano esiliati,

  14 	noi e loro siamo egualmente dei kaurava o figliolo,
     	e quei saggi fedeli al dharma non vorranno disonestà,

  15 	noi apparteniamo i questi kaurava grandi anime, 
     	come potremmo sfuggire alla morte o figlio, davanti al mondo?”

  16 	Durydhana disse:
     	“ Bhīṣma sempre sta in mezzo, e il figlio di Droṇa è schierato con me,
     	e dove va il figlio anche il padre sarà, non vi è qui dubbio,

  17 	Kṛpa il figlio di Śaradvat, starà dove sono questi tre,
     	egli non può mai abbandonare la sorella e Droṇa,

  18 	i partigiani dello kṣattṛ sono all'oscuro di noi quanto i nemici, 
     	nessuno nel partito dei pāṇḍava è in grado di accusarci,

  19 	pensando che i figli di Pāṇḍu con la madre risiedano 
     	a vāraṇāvata non ci sarà qui oggi alcuna pena,

  20 	terribile nel mio cuore che è come una lancia infissa che non mi fa dormire,
     	vi è sorto un fuoco di sofferenza, distruggilo con questa azione.”
     


                              CXXXI


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	allora il re Duryodhana gli animi di tutti questi lentamente,
     	assieme ai fratelli minori, si propiziava con ricchezze, onori e donazioni,

   2 	alcuni abili consiglieri a cominciare da Dhṛtarāṣṭra stesso, 
     	cominciarono ad elogiare la bella città di vāraṇāvata:

   3 	“un grandissimo incontro bellissimo si compie sulla terra,
     	in onore del dio Paśupati, nella città di vāraṇāvata,

   4 	e quel luogo è adornato di ogni gemma, e rallegrato da uomini.”
     	così per ordine di Dhṛtarāṣṭra si facevano quei discorsi,

   5 	ed essendo elogiata la bella città di vāraṇāvata,
     	allora nacque nella mente dei figli di Pāṇḍu, l'idea di partire,

   6 	quando poi il sovrano pensò che in loro fosse nato il desiderio,
     	diceva allora ai Pāṇḍava il figlio di Ambikā:

   7 	“ gli uomini sempre e in continuazione mi raccontano
     	della città di vāraṇāvata come della più bella al mondo,

   8 	se dunque cari pensate di risiedere in vāraṇāvata,
     	e di passare il tempo come immortali con le vostre genti, e il vostro seguito, 

   9 	gioielli ai brahmani e a tutti i cantori,
     	offrite, secondo il desiderio come foste dèi splendenti,

  10 	e trascorso un certo tempo godendo di suprema gioia,
     	felici di nuovo tornate ad hāstinapura.”

  11 	conosciuto questo desiderio di Dhṛtarāṣṭra, Yudhiṣṭhira,
     	considerandosi senza alleati gli rispondeva di si,

  12 	quindi al grande saggio Bhīṣma, a Vidura dal grande intelletto,
     	a Droṇa, a Somadatta re dei bāhlika, e al kaurava

  13 	Kṛpa, al figlio del maestro, e all'illustre figlio di Gāndhārī,
     	Yudhiṣṭhira dolcemente diceva allora queste tristi parole:

  14 	“nella gradevole città di vāraṇāvata piena di genti,
     	con le nostre schiere abiteremo per desiderio di Dhṛtarāṣṭra,

  15 	tutti voi con menti tranquille pronunciate sante parole,
     	dalle vostre benedizioni protetti non ci incorrerà alcun male.”

  16 	così apostrofati tutti i kaurava dal figlio di Pāṇḍu,
     	con dolci espressioni si avvicinarono ai pāṇḍava:

  17 	“ fortuna sia voi sulla via, sempre favorevoli tutti gli spiriti,
     	che nulla di infausto mai vi tocchi, o rampolli di Pāṇḍu.”

  18 	quindi i pāṇḍava ottenute le benedizioni del regno,
     	compiuti tutti i riti, partirono verso vāraṇāvata.
     


                              CXXXII


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	così apostrofati i pāṇḍava grandi anime dal re,
     	il malvagio Duryodhana cadde in suprema gioia, 

   2 	avvicinando in segreto Purocana o toro dei bhārata,
     	presogli la mano destra, queste parole diceva al ministro:

   3 	“ mia è divenuta la terra piene di ricchezze o Purocana,
     	e quanto è mio anche tu lo devi proteggere,

   4 	nessun altro vi è che sia più fidato di te,
     	che sia un compagno con cui unirsi e confidarsi come con te,

   5 	proteggi le mie intenzione o caro, distruggu i miei nemici,
     	con accorti mezzi compi quanto io ti dico,

   6 	i pāṇḍava da Dhṛtarāṣṭra sono stati mandati a vāraṇāvata,
     	e parteciperanno al festival per desiderio di Dhṛtarāṣṭra,

   7 	tu andando velocemente con carro trainato da muli,
     	oggi stesso recati come puoi a vāraṇāvata 

   8 	e raggiuntala, una casa di quattro camere supremamente arredata, 
     	e sontuosissima fai costruire usando l'arsenale,

   9 	e molti materiali di canapa e resina quali che siano,
     	tutti quelli che siano infiammabili fatti dare,

  10 	con burro chiarificato e olio di sesamo e anche con lacca,
     	mischiando la terra con grasso, la farai dare alle pareti,

  11 	e canne e bambù e olio e legname, e vari graticci,
     	in questo palazzo tutti li puoi mettere ovunque,

  12 	e anche se i pāṇḍava avesero sopetti non si guarderanno da te,
     	e anche gli altri uomini non penseranno che è fatta infiammabile,

  13 	compiuta così questa dimora, e avendoli supremamente onorati,
     	che i pāṇḍava vi dimorino assieme a Kuntī e ai loro amici,

  14 	e là vi siano preziosi seggi e portantine, e letti,
     	approntati per i figli di Pāṇḍu tali che possano soddisfare mio padre,

  15 	quando rallegrandosi si sentano tranquilli nella cità di vāraṇāvata,
     	allora tutto sia preparato fintanto che il momento giunga,

  16 	e sapendoli addormetati senza timori e senza sospetti,
     	puoi dar fuoco allora alle porte di quella dimora,

  17 	e così bruciati nella loro propria dimora, la gente dirà che sono bruciati,
     	e anche i parenti dirannno così riguardo ai pāṇḍava.”

  18 	Purocana avendo promesso di si al re dei kaurava,
     	partiva con un tiro di muli alla volta della città di vāraṇāvata,

  19 	e raggiuntala o re, saldo agli ordini di Duryodhana,
     	tutto compiva Purocana come gli era stato detto.
     


                              CXXXIII


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	i pāṇḍava aggiogati i carri a cavalli veloci come il vento,
     	salendovi, prima abbracciarono i piedi di Bhīṣma secondo le regole,

   2 	e anche quelli del re Dhṛtarāṣṭra e di Droṇa grand'anima,
     	e degli altri anziani e di Vidura e di Kṛpa,

   3 	e quei fermi nei voti onorati tutti gli anziani dei kuru,
     	e abbracciati i pari età, e salutati dai fanciulli,

   4 	e avendo salutato tutte la madri e compiuta la pradakṣiṇa,
     	da parte di tutti ministri, essi partirono per vāraṇāvata,

   5 	e il grande saggio Vidura e altri tori tra i kuru,
     	e i cittadini pieni di dolore seguivano quelle tigri fra gli uomini, 

   6 	là alcuni brahmani senza paura dicevano allora
     	grandemente addolorati per i figli di Pāṇḍu o toro dei bhārata:

   7 	“il re non vede interamente il male, obnubilato dalle tenebre,
     	quel malvagio Dhṛtarāṣṭra non segue il dharma,

   8 	e il pāṇḍava dall'anima innocente non approva il male,
     	e neppure Bhīma il migliore dei forti, né il conquista-ricchezze figlio di Kuntī,
     	come possono dunque farlo i due grandi saggi figli di Mādrī?

   9 	di acquisire il regno avito non disdegna Dhṛtarāṣṭra,
     	perché dunque Bhīṣma approva l'intera ingiustizia,
     	che vede risiedere nel luogo sbagliato i kuntīdi tori fra i bhārata?

  10 	nostro padre e signore era un tempo il figlio di Śaṃtanu,
     	e poi Vicitravīrya ṛṣi regale, e quindi Pāṇḍu erede dei kuru,

  11 	essendo andato alla morte quel virtuoso toro degli uomini,
     	Dhṛtarāṣṭra non si cura dei figli del re ancora fanciulli,

  12 	noi tutti non tollerando ciò, questa ottima città, 
     	e le case abbandonando andiamo là dove va Yudhiṣṭhira.”

  13 	a quei cittadini che così parlavano addolorati, pieno di dolore
     	e con supremo affetto diceva il dharmarāja Yudhiṣṭhira:

  14 	“ il padre è da onorare come il miglior guru, quanto dice il sovrano,
     	senza paura alcuna noi dobbiamo farlo, questo è il nostro dovere,

  15 	voi siete nostri amici e fattaci la pradakṣiṇa,
     	e salutandoci con benedizioni, tornate alle vostre case,

  16 	quando ci sarà qualcosa da fare per noi da parte vostra,
     	allora agirete per mio vantaggio e piacere.”

  17 	essi rispondendo di si, compiuta loro la pradakṣiṇa,
     	avendoli salutati con benedizioni, tornarono in città,

  18 	e partiti quei cittadini, Vidura sapiente di ogni dharma,
     	per avvertirlo diceva queste parole al migliore dei pāṇḍava:
     	“ il saggio che vede il dharma e l'artha al saggio usando oscuro linguaggio,

  19 	può far sapere come accade una sventura e come evitarla,
     	chi conosce l'arma aguzza non ferrea che può trafiggere il corpo,
     	costui non è colpito dai nemici se sa ben difendersi,

  20 	il fuoco che ditrugge legno e freddo nella grande foresta,
     	non brucia gli animali rintanati, chi sa proteggersi sopravvive,

  21 	il cattivo occhio non conosce la via, il cattivo occhio non trova la meta,
     	chi non ha fermezza non ottiene prosperità, sapendo così stai in guardia,

  22 	un uomo che scaglia una freccia di legno invano la scaglia,
     	il porcospino trovando rifugio, si salva dal fuoco che divora il burro,

  23 	chi si muove trova le sue vie, cogli astri si trovano i luoghi,
     	chi trattiene da sé i propri cinque sensi non ne è oppresso.”

  24 	e avendo finito di raccomandare fatta loro la pradakṣiṇa,
     	e avendo salutati i pāṇḍava, Vidura tornava a casa, 

  25 	e partito Vidura, pure Bhīṣma e i cittadini, 
     	rivolgendosi al senza-avversari, Kuntī queste parole diceva:

  26 	“ le parole che ha pronunciato lo kṣattṛ parlando in mezzo alla gente,
     	a cui tu hai risposto: ' si certo.' noi non le abbiamo capite,

  27 	se noi possiamo ascoltarle, senza commetter peccato,
     	io vorrei intendere tutta la sua conversazione con te.” 

  28 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“ noi dobbiamo guardarci dal fuoco, questo mi disse Vidura,
     	in maniera che nessuno di voi lo intendesse, così egli parlò,

  29 	' e con i sensi domati guadagnerai la terra.' così mi disse,
     	e io dissi a Vidura che avevo inteso ogni cosa.”

  30 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	essi partiti, nell'ottavo giorno del mese di phalguna sotto la stella rohiṇī, 
     	raggiunta vāraṇāvata visitarono la città e la gente.
     


                              CXXXIV


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	allora tutti i ministri dalla città di vāraṇāvata
     	pieni di ogni felicità con solerzia secondo le regole,

   2 	avendo saputo dell'arrivo dei figli di Pāṇḍu, a migliaia da ogni luogo
     	giunsero pieni di suprema gioia, avendo saputo di quegl'ottimi uomini,

   3 	dopo aver raggiunto i kuntīdi le genti di vāraṇāvata,
     	dopo aver fatto loro auguri di vittoria, circondandoli si sedettero,

   4 	quel tigre fra gli uomini il dharmarāja Yudhiṣṭhira da loro attorniato,
     	splendeva come il dio armato della folgore tra gli immortali,

   5 	onorati dunque dai cittadini e avendo onorato i cittadini quei senza-macchia,
     	entrarono in vāraṇāvata adornata di grande folla,

   6 	quei valorosi entrati in città svelti si recarono alle dimore
     	dei brahmani o signore della terra, intenti nei propri riti,

   7 	quindi nelle dimore dei guerrieri principi della città,
     	si sedettero quei migliori uomini, quindi nelle case dei vaiśya e degli śūdra,

   8 	venerati dagli uomini della città i pāṇḍava quei migliori dei bhārata,
     	si recarono all'abitazione precedentemente preparata da Purocana,

   9 	gustosi cibi e bevande, e bellissimi giacigli,
     	e preziosi seggi, forniva a loro Purocana,

  10 	e là da lui onorati con tappeti preziozissimi,
     	e venerati dagli uomini risiedettero assieme ai cittadini,

  11 	e a loro che alloggiavano là per dieci giorni e dieci notti, Purocana
     	raccontava che la loro casa infausta era chiamata la fortunata,

  12 	là quelle tigri fra gli uomini abitarono provvisti di ogni cosa,
     	per ordine di Purocana, come dei guhyaka sul monte kailāsa,

  13 	ma il sapiente di ogni dharma quella casa osservando
     	diceva: “ è infiammabile.” cosi Yudhiṣṭhira si rivolgeva a Bhīmasena,
       	annusando quell'offerente del soma, l'odore del grasso e del burro mescolato alla lacca:

  14 	“questa dimora è stata fatta manifestamente infiammabile o tormenta-nemici,
     	legni e graticci sono manifestamente uniti insieme nella costruzione,
     	fatti di bambù, di muñja e di erbe, impregnati tutti di burro,

  15 	ben costruiti da abili artigiani esperti nel costruire case,
     	quel malvagio Purocana mi vuole bruciare senza dare sospetti,

  16 	allora Vidura il grande saggio ha veduto questa
     	infamia, e a me l'ha rivelata un tempo o pṛthāde,

  17 	noi avvertiti da lui, ci siamo accorti del pericolo di questa casa,
     	costruita all'insaputa dei maestri, dai servi di Duryodhana.”

  18 	Bhīma disse: 
     	“ se tu ritieni questa casa infiammabile inadatta,
     	allora andiamo dunque dove noi abitavamo prima.”

  19 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“qui io credo noi dobbiamo stare senza mostrarci attivi,
     	come gente che non sta pensando ad una certa meta da qui,

  20 	se Purocana sapesse delle nostre intenzioni,
     	allora in fretta pensando di agire ci brucerebbe,

  21 	Purocana non teme il biasimo o l'adharma,
     	quindi quel folle agisce saldo agli ordini di Suyodhana,

  22 	e se pure qui noi fossimo bruciati, il nonno Bhīṣma,
     	in che modo potrebbe cadere nell'ira e adirarsi coi kaurava?
     	questo è il dharma, come potrebbe adirarsi lui e e gli altri tori dei kuru?

  23 	se noi timorosi di essere bruciati, ce ne andassimo,
     	Suyodhana bramoso del regno ci farebbe uccidere tutti da dei sicari,

  24 	stando lui in sede e pieno di accoliti, e noi fuori sede e senza aiuti, 
     	lui pieno di ricchezze e noi privi, certamente ci farebbe uccidere dai suoi accoliti,

  25 	perciò noi, questo malvagio e il malvagio Suyodhana
     	ingannando dobbiamo riesedere qui conducendo una vita segreta da ora in poi,

  26 	noi dediti alla caccia frequentiamo questa terra,
     	quindi diverremo esperti dei percorsi sicuri,

  27 	e una bella buca nella terra oggi stesso facciamo, 
     	e nascondendoci lì, il fuoco che divora l'offerta non ci brucerà,

  28 	e abitando in modo che Purocana non possa scoprirci,
     	e neppure qualche cittadino, possa farlo manifestamente.”
     


                              CXXXV


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	una amico di Vidura abile minatore un giorno,
     	avvicinando i pāṇḍava o re queste parole diceva:

   2 	“ io sono un minatore molto esperto, e da Vidura mi fu comandato:
     	'compi il bene dei pāṇḍava.', quindi cosa devo fare per voi?

   3 	in segreto mi fu detto da Vidura:' compi il meglio per i pāṇḍava,
     	agendo in segretezza.' dunque cosa devo fare per voi?

   4 	nella quattordicesima notte della luna scura Purocana
     	accenderà il fuoco alla porta della tua dimora,

   5 	assieme alla madre dovranno bruciare i pāṇḍava tori fra gli uomini.'
     	così fu ordinato dal figlio di Dhṛtarāṣṭra o pṛthāde, come io ho udito,

   6 	e da Vidura ti fu parlato in modo oscuro o pāṇḍava,
     	e tu di aver inteso hai risposto, questo mi fu detto in segreto.”

   7 	il figlio di Kuntī il saldo nella verità Yudhiṣṭhira a lui diceva:
     	“ io ti ricosco o signore come amico di Vidura,

   8 	sicuro, caro e abile, e sempre fermo nella devozione,
     	non vi è nulla che quel saggio debba ancora conoscere,

   9 	e come lui è per noi, così tu sei per noi, senza alcuna differenza per noi,
     	come quel saggio ci da protezione, così tu agisci,

  10 	che questa casa è infiammabile da mia parte io lo so,
     	così è stata costruita da Purocana per ordine del figlio di Dhṛtarāṣṭra,

  11 	quel malvagio è pieno di ricchezze e di accoliti quel cattivo soggetto,
     	e quell'anima malvagia in ogni tempo ci ha tormentato,

  12 	tu dunque signore liberaci con ogni sforzo da questo fuoco, 
     	di bruciarci  è il vero desiderio di Suyodhana,

  13 	e quell'anima malvagia possiede un fornito arsenale,
     	fin dalle fondamenta senza risparmio questa fu fatta con quello,

  14 	ma questa sua orrenda azione che lui desidera fare, 
     	fin dall'inizio fu conosciuta da Vidura e lui ce l'ha rivelata,

  15 	da questo pericolo ora sopraggiunto, che lo kṣattṛ allora ha visto,
     	e che fu pensato da Purocana, tu liberaci ora che lo sappiamo.”

  16 	il minatore avendo risposto di si, si impegnava con zelo,
     	scavava dunque una fossa e faceva un grande buco,

  17 	e lo faceva in mezzo alla casa, con l'ingresso non troppo grande,
     	nascosto da una porta di aspetto simile alla stessa terra o bhārata,

  18 	per timore di Purocana gli faceva un ingresso segreto,
     	egli infatti là alla porta della casa sempre stava coi suoi malvagi pensieri,

  19 	e loro tutti passavano la notte con le loro armi, o sovrano,
     	e di giorno i pāṇḍava praticavano la caccia di selva in selva,

  20 	e senza destare sospetti ingannavono insospettati Purocana,
     	e pur non sicuri e in supremo dolore, vivevano come soddisfatti, 

  21 	né gli uomini che abitavano la città si accorsero di queste cose,
     	e nessun altro eccetto il consigliere Vidura sapeva di quel ottimo minatore.
     


                              CXXXVI


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	e avendo visto abitare lì per un intero anno quei grandi intelletti,
     	apparendo senza sospetti, si rallegrava Purocana,

   2 	e essendo rallegrato Purocana, Yudhiṣṭhira il figlio di Kuntī,
     	a Bhīmasena e ad Arjuna, e ai gemelli diceva quel sapiente del dharma:

   3 	“ quel malo Purocana ci vede del tutto senza sospetti,
     	e avendo ingannato quell'anima falsa io credo sia giunto il momento della fuga,

   4 	acceso il fuoco all'arsenale, e bruciato Purocana,
     	dopo aver posto qui sei viventi, fuggiamo di nascosto,

   5 	quindi Kuntī affermando di voler donare ricchezze ai brahmani,
     	di notte ne faceva di grandi o re, e là giungevano le donne,

   6 	esse divertitesi, e mangiato e bevuto a volontà o bhārata,
     	tornavano di notte alle loro case, chiesto il permesso alla mādhava,

   7 	e una donna niṣādi con cinque figli spontaneamente a quel banchetto,
     	in cerca di cibo, si era recata coi figli, spinta dal destino,

   8 	ella bevuto del vino, ubriaca assieme ai figli, eccitata dal vino, 
     	assieme a tutti i figli o re, in quella dimora 
     	si addormentava, come morta, persa conoscenza o sovrano di uomini, 

   9 	un vento tunultuoso sorgeva allora di notte mentre la gente dormiva, o potente,
     	allora Bhīma appicava il fuoco dove dormiva Purocana,

  10 	quindi con grandissimo calore e rumore il fuoco 
     	divenne manifesto, e per quello si svegliava la gente a frotte.

  11 	i cittadini dicevano:
     	“per ordine di Duryodhana, quel malvagio di mente e azione,
     	a distruggere la loro casa è stato appiccato l'incendio,

  12 	vergogna al cuore di Dhṛtarāṣṭra che è troppo consenziente
     	che ha bruciato i giovani figli di Pāṇḍu attraverso un sicario,

  13 	e fortuna che questo malvagio dal cuore falso è ora bruciato,
     	mentre dava fuoco a quegli ottimi uomini innocenti e senza sospetti.”

  14 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	mentre cosi parlavano le genti di vāraṇāvata, 
     	stavano in quella notte circondando tutt'intorno la casa,

  15 	e i pāṇḍava o re assieme alla madre addolorata,
     	usciti da quella buca fuggivano di nascosto non veduti,

  16 	per quella interruzione del sonno e quell'allarme, i pāṇḍava,
     	non poterono in fretta andarsene con la madre quei tormenta-nemici,

  17 	Bhīmasena però o re dei re, con la sua forza e il suo ardimento terribile,
     	afferrati tutti i fratelli e la madre se ne partiva,

  18 	messa la madre sulle spalle, e i gemelli sulle anche, quel valoroso,
     	i due fratelli i fortissimi figli di Pṛthā afferrati con le mani,

  19 	rapidamente abbattendo gli alberi, e spaccando la terra coi piedi,
     	partiva il possente ventre-di-lupo con la velocità del vento.
     


                              CXXXVII


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	quindi terminata la notte, l'intera popolazione della città,
     	là giungeva rapidamente per vedere i figli di Pāṇḍu,

   2 	e spazzando via le braci, allora la gente vedeva
     	la casa di lacca e il ministro Purocana bruciati,

   3 	“ questo certo è stato stabilito da Duryodhana dalle malvagie imprese,
     	per la distruzione dei pāṇḍava.” cosi diceva la gente:

   4 	“col consenso di Dhṛtarāṣṭra, senza dubbio suo figlio, 
     	ha bruciato i figli di Pāṇḍu senza che loro lo evitassero,

   5 	certo Bhīṣma il figlio di Śaṃtanu, non segue il dharma,
     	né Droṇa, né Vidura e neppure Kṛpa e gli altri kaurava,

   6 	noi mandiamo dunque un dispaccio al malvagio Dhṛtarāṣṭra:
     	' in te sorto un ostile desiderio hai fatto bruciare i pāṇḍava.' ”

   7 	quindi tirato via il fuoco per trovare i pāṇḍava,
     	videro l'innocente donna niṣādī bruciata coi suoi cinque figli, 

   8 	e quel buco nel purificare la casa, dal minatore 
     	con delle ceneri fu rimpito senza farsi vedere dagli uomini,

   9 	quindi spedirono un messaggio i cittadini a Dhṛtarāṣṭra,
     	che i pāṇḍava e il ministro Purocana erano stati bruciati dal fuoco,

  10 	il re Dhṛtarāṣṭra udendo però di quella enorme disgrazia,
     	della morte dei figli di Pāṇḍu, si lamentava molto addolorato:

  11 	“ mio fratello, il re Pāṇḍu è morto oggi imprevedibilmente,
     	essendo interamente bruciati questi valorosi assieme alla madre,

  12 	si rechino degli uomini rapidamente alla città di vāraṇāvata,
     	e onorino quei valorosi e la figlia di del re dei kunti,

  13 	compiano quindi superbi e sontuosi funerali,
     	e gli amici di quelli che là sono morti li onorino,

  14 	e quanto si possa fare per loro in queste circostanze,
     	per i pāṇḍava e per Kuntī tutto sia compiuto riccamente.”

  15 	così avendo parlato, circondato dai parenti, Dhṛtarāṣṭra
     	il figlio di Ambikā, compiva il rito dell'acqua per i figli di Pāṇḍu,

  16 	tutti i kaurava erano grandemente afflitti dal dolore,
     	ma Vidura mostrava un piccolo dolore, poiché lui sapeva ben altro,

  17 	anche i pāṇḍava usciti dalla città di vāraṇāvata,
     	velocemente partirono o re, diretti verso sud,

  18 	riconoscendo la via di notte attraverso le stelle, rivolti verso sud,
     	sforzandosi penetrarono o re, in una impervia foresta,

  19 	quindi stanchi e pieni di sete, morti di sonno, i figli di Pāṇḍu,
     	di nuovo dicevano queste parole al grande eroe Bhīmasena:

  20 	“ da qui la selva è peggiore, a che pro andiamo in questa impervia selva,
     	non vediamo la via e non siamo in grado di proseguire, 

  21 	non sappiamo se il malvagio Purocana è stato bruciato,
     	come dunque ci salveremo da questo pericolo senza essere visti?

  22 	procedi dunque o bhārata, dopo averci di nuovo afferrati,
     	tu solo di noi sei dotato di forza come quella del vento.”

  23 	così apostrofato dal dharmarāja, il fortissimo Bhīmasena,
     	afferrata Kuntī, e i fratelli, rapidamente quel forte partiva.
     


                              CXXXVIII


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	quel coraggioso rapido la spinta delle forti cosce messa in moto,,
     	come il vento spira o re, sulle bianche e pure montagne,

   2 	egli squassando gli alberi della foresta carichi di fiori e di frutti,
     	e rompendo gli steli dei cespugli che cresevano sul suo cammino,

   3 	e spezzando gli alberi, procedeva quell'incomparabile per vigore,
     	con la sua energia, quasi sorgeva la forza dei pāṇḍava,

   4 	sovente attraversando fiumi con la forza delle braccia,
     	e fermandosi a nascondersi per paura dei figli di Dhṛtarāṣṭra,

   5 	e con fatica la madre da sola delicatissima e bellissima,
     	trasportava allora sulla schiena lungo le rive perigliose, 

   6 	giunsero allora essi in un luogo della foresta povero di frutti di acqua e di radici,
     	pauroso per animali, uccelli e belve, alla fine del giorno quel tori fra i bhārata,

   7 	la notte giungeva resa terrificante da uccelli e da bestie,
     	e tutti i luoghi erano coperti dalle tenebre e soffiavano venti fuori stagione,

   8 	quei kuru soverchiati dalla stanchezza, e dalla sete,
     	non erano in grado di procedere, sopraffatti dal sonno,

   9 	allora Bhīma penetrando nella grande, terribile e solitaria foresta,
     	si avvicinava ad un grazioso albero nyagrodha dall'ampia ombra,,

  10 	là deposti tutti loro diceva quel toro dei bhārata:
     	“io vado in cerca di acqua, voi riposate.” così diceva o potente,

  11 	“ stanno cantando dolcemente gli uccelli palustri,
     	sicuramente qui vi è un grande lago, questa è la mia opinione.”

  12 	il fratello maggiore permettendogli di andare o bhārata,
     	egli andava là dove cantavano gli uccelli palustri,	

  13 	e dopo aver bevuto dell'acqua e essersi lavato o toro dei bhārata,
     	nel suo mantello allora trasportava dell'acqua o sovrano,

  14 	procedendo verso la madre per la misura di una gavyūti,
     	egli la vedeva addormentata assieme ai fratelli sulla nuda terra,
     	e violentemente preso dal dolore, ventre-di-lupo si lamentava:

  15 	“loro che in quei letti meravigliosi allora a vāraṇāvata,
     	trascorrevano la notte, ora giacciono sulla nuda terra,

  16 	la sorella di Vasudeva, uccisore di nemici in battaglia,
     	la figlia di Kuntibhoja, Kuntī celebrata per tutte le sue qualità,

  17 	la nuora di Vicitravīrya, la moglie di Pāṇḍu grand'anima,
     	dormiva sempre su un letto morbito come l'interno del loto,

  18 	la migliore delle donne dotata di preziosissimi letti,
     	guardatela ora qui non usa a giacere sulla nuda terra,

  19 	lei che da Dharma, da Indra, e da Vāyu ha partorito dei figli,
     	ora sopraffatta dalla stanchezza e non abituata, è ora sulla nuda terra,

  20 	quale altra cosa può essere più dolorosa che possa vedere
     	io, che oggi vedo queste tigri fra gli uomini addormentati sulla nuda terra?

  21 	perché questo sovrano, sapiente del dharma che merita il trono dei tre mondi,
     	stanchissimo giace sulla nuda terra, come un semplice plebeo?

  22 	costui che è come una scura nube, impareggiabile sulla terra tra gli uomini,
     	giace come un plebeo sulla terra, cosa dunque di più doloroso?

  23 	questi due che hanno l'aspetto dei due divini aśvin,
     	come due plebei oggi sono addormentati sulla nuda terra,

  24 	chi non ha parenti viziosi, rovine della stirpe,
     	vive felicissimo al mondo come un albero nato da solo in un villagio,

  25 	solitario l'albero nel villagio diviene pieno di foglie e di frutti,
     	l'albero sacro diviene, senza parenti venerato e onorato,

  26 	e quelli che hanno molti prodi parenti dediti al dharma,
     	vivono felicemente al mondo e sono in piena salute,

  27 	quei forti di molte ricchezze, che si rallegrando di amici e parenti,
     	vivono legati reciprocamente, come alberi nati nella foresta,

  28 	noi invece, a causa di Dhṛtarāṣṭra e del suo malvagio figlio,
     	esiliati siamo e scampati al fuoco fatto per suo ordine,

  29 	perciò noi sfuggiti al fuoco, ci siamo rifugiati sotto questo albero,
     	in quale luogo ci recheremo, dunque caduti in questa suprema sventura?

  30 	non troppo lontana da questa selva io so che c'è una città,
     	quelli che dovrebbero vegliare dormono, dunque veglierò io di persona,

  31 	essi vedranno l'acqua dopo essersi risvegliati riposati.”
     	così Bhīma avendo deciso, vegliava di persona.