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81. Strīparvan

( Il libro delle donne. XI, 16-25)

                              XVI

   1 	Vaiśaṃpāyana disse:
     	ciò detto però Gāndhārī vedeva la fonte dei dolori dei kuru,
     	interamente colla sua vista divina, pur rimanendo là,

   2 	fedele al marito, praticando lo stesso suo voto, gloriosissima, 
     	intenta in un fiero tapas, sempre di sincera parola,

   3 	per la grazia datale dal grande ṛṣi Kṛṣṇa, dal santo agire,
     	pur dotata di forza e di conoscenza divina, si lamentava in vari modi,

   4 	col suo grande intelletto ella vedeva da lontano come fosse vicina,
     	il campo di battaglia di quegli eroi, straordinario da far rizzare i capelli,

   5 	pieno di ossa e di capelli, immerso in fiumi di sangue,
     	e pieno da ogni parte di molte migliaia di corpi,

   6 	coperto dai corpi sporchi di sangue, e senza teste, e da mucchi di teste
     	senza corpi, di elefanti, cavalli e dei guerrieri sui carri, 

   7 	pieno di cadaveri di elefanti, cavalli e di eroi,
     	e occupato da sciacalli, corvi, aironi, e cornacchie,

   8 	pieno di falchi, e gioia di rākṣasa mangiatori di uomini,
     	risuonante di suoni fausti e infausti, e frequentato da avvoltoi,

   9 	quindi col permesso di Vyāsa, il sovrano della terra Dhṛtarāṣṭra,
     	e tutti i figli di Pāṇḍu, con Yudhiṣṭhira in testa,

  10 	e seguendo Vāsudeva e il sovrano coi parenti uccisi,
     	le donne dei kuru riunitesi, andarono verso il campo di battaglia,

  11 	e raggiunto il kurukṣetra, quelle donne dai mariti uccisi,
     	vedevano là uccisi figli, fratelli, padri e mariti,

  12 	divorati dai carnivori, e da sciacalli, corvi e da altri uccelli,
     	da mostri, da piśāca, da rakṣas, e da altri vari esseri notturni,

  13 	vedendo quell'inferno simile al giardino di Rudra, le donne,
     	dai loro preziosissimi veicoli, piangendo scendevano,

  14 	scorgendo cosa mai vista prima, piene di dolore le donne bhārata,
     	alcune tremavano nei loro corpi, e altre cadevano a terra,

  15 	nessuna di quelle esauste senza protezione era in sé,
     	le donne pāñcāla e kuru facevano grande compassione,

  16 	veduto il fiero campo di battaglia in ogni parte risuonante dei lamenti
     	di quelle donne prive di sensi per il dolore, la figlia di Subala sapiente del dharma,

  17 	allora rivolgendosi al migliore degli uomini ad Occhi-di-loto,
     	dopo aver veduto la distruzione dei kuru, per il dolore diceva queste parole:

  18 	“ guarda o Occhi-di-loto, le mie nuore dai mariti uccisi,
     	che coi capelli sciolti, gridano come acquile o mādhava, 

  19 	esse si avvicinano ricordando quei tori fra i bhārata,
     	e ciascuna corre presso figli, fratelli, padri e mariti,

  20 	tutto è coperto o grandi-braccia, di madri di eroi dai figli uccisi,
     	il luogo è pieno dei loro valorosi mariti, e di eroi uccisi,

  21 	adornato da quelle tigri fra gli uomini: Bhīṣma, Karṇa, Abhimanyu,
     	e da Droṇa, Drupada, e Śalya, splendenti come fuochi,

  22 	dalle corazze d'oro, dalle collane, e gemme di quelle grandi anime,
     	dai bracciali, e braccialetti e da ghirlande è impreziosito,

  23 	e dalle braccia sparse dei valorosi, dalle lance, e sbarre di ferro,
     	dalle lunghe e acuminate spade, e dagli archi colle loro frecce,	

  24 	un luogo è pieno di branchi di felici carnivori, che lì stanno insieme,
     	in un altro si divertono, e in un altro luogo altri dormono,

  25 	in questo stato o valoroso, è il campo di battaglia, guarda o illustre,
     	guardandolo, io brucio dal dolore o Janārdana, 

  26 	questa distruzione dei kuru e dei pāñcāla o uccisore di Madhu,
     	è impensabile per me come la distruzione dei cinque elementi,

  27 	uccelli e avvoltoi fanno a pezzi costoro pieni di sangue,
     	afferrando quanto sporge dalle corazze li divorano a migliaia,

  28 	l'uccisione di Jayadratha, di Karṇa, e di Droṇa e Bhīṣma,
     	e anche di Abhimanyu, chi poteva pensarla?

  29 	vedendo uccisi questi impossibili da uccidere, o uccisore di Madhu,
     	e fatti a pezzi da avvoltoi, corvi, aironi, falchi, cani e sciacalli,

  30 	caduti in preda a Duryodhana pieno di furia,
     	guarda queste tigri fra gli uomini, come fuochi estinti, 

  31 	tutti usi a morbidi e splendidi giacigli,
     	caduti ora giacciono sulla nuda terra,

  32 	sempre circondati dai suoni di bardi e degli elogiatori,
     	ora ascoltano varie crudeli e infauste grida degli sciacalli,

  33 	quei gloriosi eroi che un tempo dormivano sui loro giacigli,
     	con le membra spalmate di sandalo e aloe, ora giacciono tra la polvere,

  34 	avvoltoi, sciacalli e uccelli vari, strappano
     	i loro ornamenti, lanciando di continuo infauste e fiere urla,

  35 	archi, frecce, lunghe spade temprate, mazze,
     	ancora brandiscono lieti questi prodi guerrieri come fossero vivi,

  36 	molti bellisimi eroi dagli occhi di toro, colle loro ghirlande d'oro
     	giacciono ora trascinati via dalle bestie carnivore,

  37 	altri prodi con le braccia d'acciaio abbracciando ancora le mazze,
     	come fossero donne amate, giacciono a faccia in giù, 

  38 	altri portando le corazze e le grandi armi,
     	non sono attaccati dai carnivori, credendoli vivi o Janārdana,

  39 	e le belle ghirlande d'oro di altre grandi anime straziate
     	dai carnivori, sono sparse in ogni luogo,

  40 	i terribili sciacalli, a migliaia disperdono le collane
     	che stanno ai colli di questi gloriosi abbattuti,

  41 	quelli che in tutte le altri notti erano allietati da bardi,
     	esperti di buona condotta, con i migliori canti di elogio,

  42 	questi stessi ora le bellissime donne piangono piene di dolore,
     	violentemente prese dalla sofferenza e dalla compassione o tigre dei vṛṣṇi,

  43 	come spendide selve di fiori rossi splendono
     	i visi arrossati di queste bellissime donne,

  44 	cessati i lamenti, sommerse nei loro pensieri,
     	le donne dei kuru si muovono qua e là piene di dolore,

  45 	i visi delle donne dei kuru sono belli come il sole,  
     	o come l'oro, accesi dal pianto e dalla passione,

  46 	ascoltando i loro lamenti privi di ogni senso,
     	per il rumore reciproco le donne non li intendono, 

  47 	esse a lungo sospirando, piangendo e lamentandosi,
     	tremando per la sofferenza, queste matrone abbandonano la vita,

  48 	molte vedendo i corpi urlano e piangono,
     	altre dalle morbide mani si afferrano la testa colle mani,

  49 	dalle teste cadute, dalle mani e da tutte le membra tagliate a mucchi,
     	ammucchiate le une sulle altre, appare piena la terra,  

  50 	orrendamente gridando vedendo i corpi privi di teste, 
     	e le teste prive di corpi, le donne svengono a lungo,

  51 	la testa unendo al corpo, e guardandola fuori dei sensi,
     	sono dolenti vedendo che è di un'altro non la sua,

  52 	altre unendo di ciascuno braccia, gambe e piedi, tagliate dalle frecce, 
     	sopraffatte dall'infelicità perdono continuamente i sensi,

  53 	e vedendo le teste tagliate divorate da bestie e da uccelli,
     	nessuna delle donne bhārata riesce a riconoscere i mariti,

  54 	altre con le mani si afferrano le teste o uccisore di Madhu,
     	vedendo fratelli, padri, figli e mariti uccisi dai nemici,

  55 	impraticabile è divenuta la terra infangata di carni e di sangue,
     	per le braccia armate di spade, e per le teste coi loro orecchini, 

  56 	quelle virtuose non use prima ai dolori, sono precipitate nel dolore,
     	vedendo la terra ricoperta dai loro fratelli, padri, e figli,

  57 	guarda o Janārdana, le molteplici frotte delle nuore di
     	Dhṛtarāṣṭra dai bei capelli, simili a branchi di puledre,

  58 	quale cosa o Lunghi-capelli, può essere più doloroso per me che vedere
     	tutte queste donne che sono in questo vario aspetto?

  59 	forse io ho agito male nelle vite precedenti,
     	che ora vedo uccisi figli, nipoti, e fratelli o Lunghi-capelli.”
     	e mentre si lamentava così afflitta, scorgeva il figlio ucciso.
     	
     


                              XVII


   1 	Vaiśaṃpāyana disse:
     	allora vedendo Duryodhana, Gāndhārī affranta dal dolore,
     	subito cadeva a terra come un albero di banano tagliato nella foresta,

   2 	recuperando i sensi, ella lamentandosi ripetutamente,
     	vedendo Duryodhana giacere coperto di sangue,

   3 	abbracciandolo, Gāndhārī sprofondava nella compassione:
     	“ oh, oh figlio mio!” si lamentava piena di dolore coi sensi agitati,

   4 	il suo ampio collo protetto da chirlande e collane,
     	bagnava coll'acqua delle sue lacrime, affranta dal dolore,
     	e diceva queste parole al Signore-dei-sensi che era lì vicino:

   5 	“ iniziata questa battaglia distruzione di famigliari o illustre,
     	quel supremo sovrano a mani giunte mi disse o vṛṣṇi:
     	' in questa battaglia fra parenti, che la vittora sia mia o madre.'

   6 	a lui che così parlava, io sapendo che giungeva la nostra sventura,
     	gli dissi: ' o tigre fra gli uomini, dove c'è il dharma c'è la vittoria,

   7 	e poiché tu o figlio mio, di combattere non hai alcun dubbio,
     	certo otterrai i mondi vinti dalle armi come un'immortale o illustre.'

   8 	così gli dicevo un tempo, e ora non mi dolgo per lui o potente,
     	ma mi dolgo per il misero Dhṛtarāṣṭra con tutti i famigliari uccisi,

   9 	guarda il migliore dei combattenti, arduo da affrontare, lo sdegnoso
     	mio figlio esperto d'armi o mādhava, che giace in un giaciglio da eroe,

  10 	il tormenta-nemici che marciava alla testa dei sovrani,
     	ora giace nella polvere, guarda il rivolgimento del fato,

  11 	certo il valoroso Duryodhana non ha avuto una fine felicissima,
     	e giace ora a faccia in giù in un giaciglio adatto ad eroi,

  12 	lui che un tempo era allietato dai sovrani che gli stavano attorno,
     	ora ucciso sulla faccia della terra è circondato dagli avvoltoi,

  13 	lui che un tempo era ventilato dalle donne con preziosi flabelli,
     	ora è ventilato dagli uccelli colle loro ali,

  14 	quel forte grandi-braccia dal sincero coraggio, giace 
     	abbattuto da Bhīmasena sul campo come un elefante da un leone,

  15 	guarda Duryodhana o Kṛṣṇa, che giace coperto di sangue,
     	abbattuto da Bhīmasena, brandendo la mazza o bhārata,

  16 	il grandi-braccia che un tempo guidava o Lunghi-capelli, undici
     	akṣauhiṇī in battaglia, per la sua cattiva condotta ha trovato la morte,

  17 	Duryodhana, grande arciere, grande sul carro giace
     	abbattuto da Bhīmasena come una tigre da un leone,

  18 	quell'infelice disdegnando Vidura e il padre,
     	quello sciocco fanciullo disdegnando gli anziani è caduto in preda alla morte,

  19 	lui che ha posseduto per tredici anni salda la terra senza rivali,
     	giace a terra ucciso ora mio figlio, signore della terra, 

  20 	per lungo tempo io vidi o Kṛṣṇa ai comandi del figlio di Dhṛtarāṣṭra,
     	l'intera terra piena di elefanti, mandrie e cavalli, o vṛṣṇi,

  21 	e ora o grandi-braccia, io la vedo agli ordini altrui,
     	priva di elefanti, di mandrie e di cavalli, perché devo vivere o mādhava,

  22 	guarda questa sventura anche più grande delle morte di mio figlio,
     	che queste donne si accompagnano ai guerrieri uccisi in battaglia,

  23 	guarda la madre di Lakṣmaṇa dalle belle natiche, coi capelli sciolti,
     	simile ad una vedī d'oro, tra le braccia di Duryodhana o Kṛṣṇa, 

  24 	la virtuosa che un tempo da fanciulla, quando viveva il 
     	grandi-braccia, gioiva rifugiandosi tra le sue belle braccia,

  25 	perché non si riduce in cento pezzi il mio cuore,
     	guardando mio figlio ucciso sul campo assieme a suo figlio?

  26 	quell'irreprensibile splendida donna, abbraccia il figlio
     	coperto di sangue e con le sue mani lava Duryodhana,

  27 	come può non dolersi la virtuosa per il marito e il figlio?
     	e così ella appare in piedi mentre guarda il figlio,

  28 	colpendosi la testa colle mani, coi suoi grandi occhi,
     	cade sul petto dell'eroico re dei kuru o mādhava,

  29 	simile ad un fiore di loto, appare splendida come l'interno di un loto,
     	l'ascetica donna mentre pulisce la bocca del figlio e del marito,

  30 	se sono veri gli studi e le scritture allora,
     	certamente il sovrano ha ottenuto i mondi che si vincono colla forza del braccio.”
     


                              XVIII


   1 	Gāndhārī disse:
     	“ guarda o mādhava i miei infaticabili figli cento di numero,
     	per la maggior parte abbattuti dalla mazza di Bhīmasena,

   2 	ma questo è oggi ancora più doloroso che queste mie giovani
     	nuore coi figli uccisi in battaglia corrono coi capelli sciolti,

   3 	use a percorrere le terrazze del palazzo coi piedi pieni di ornamenti,
     	afflitte toccano ora questa terra coperta di sangue,

   4 	cacciando via avvoltoi, sciacalli e altri uccelli,
     	piene di dolore si agitano e si muovono come folli,

   5 	altre dalle belle forme, con vitini larghi un palmo,
     	vedendo questa terribile strage, cadono sopraffatte dal dolore,

   6 	e vedendo questa figlia di re, la madre di Lakṣmaṇa,
     	questa principessa o grandi-braccia, il mio animo si ferma,

   7 	e altre vedendo i fratelli e i padri e altre i figli uccisi a terra,
     	accorrono afferrando colle belle braccia le loro braccia,

   8 	e ascolta il pianto delle donne anziane e di mezza età o invincibile,
     	che hanno avuti i famigliari uccisi in questa terribile strage,

   9 	ai seggi dei carri e ai corpi di elefanti e cavalli uccisi,
     	sostenendosi affrante da stanchezza e confusione, guarda come stanno o fortissimo,

  10 	e guarda le altre che hanno afferrata la testa staccata dal corpo, 
     	del proprio caro dai preziosi orecchini e dal bel naso o Kṛṣṇa, 

  11 	io penso che un non piccolo male sia stato fatto o senza-macchia 
     	nelle vite precedenti da queste irreprensibili e da me per ignoranza,

  12 	per questo il dharmarāja ci ha inflitto ciò o Janārdana,
     	nessuna azione bella o brutta va perduta o vṛṣṇi,

  13 	guarda queste giovani dai bei ventri e seni,
     	pudiche, nate di nobili stirpe, dai neri occhi e capelli,

  14 	che mormorano come oche selvatiche confuse dalla sofferenza,
     	guardale cadute come lanciano urla o mādhava,

  15 	e i perfetti visi simili a loti o Occhi-di-loto,
     	di queste donne sono tormentati dagli infelici raggi del sole,

  16 	i ginecei o Vāsudeva dei miei figli gelosi,
     	e orgogliosi come elefanti furiosi, oggi sono visti dalle genti del volgo,

  17 	gli scudi dalle cento lune, le insegne splendenti come soli,
     	le corazze d'oro, e pure le collane d'oro,

  18 	e gli elmi delle teste dei miei figli sono sul terreno,
     	guardali splendenti o Govinda come fuochi ben alimentati,

  19 	Duḥśāsana giace col sangue di ogni membra bevuto,
     	dopo che fu abbattuto da Bhīmasena dal prode uccisore di nemici,

  20 	guarda o mādhava, mio figlio ucciso dalla mazza dell'uccisore di eroi,
     	rammentando le offese nella partita e spinto da Draupadī,

  21 	fu apostrofata da quello nella sala, dopo che fu vinta ai dadi,
     	per compiacere il fratello e Karṇa o Janārdana,

  22 	assieme a Sahadeva, a Nakula e ad Arjuna:
     	' moglie di schiavi sei o pāñcāla, entra rapida nella nostra casa.'

  23 	quindi io dicevo allora o Kṛṣṇa, al sovrano Duryodhana:
     	'abbandona o figlio, Śakuni finito tra i lacci della morte

  24 	sappi che tuo zio è un malvagio sobillatore,
     	abbandonandolo rapidamente o figlio, fai la pace coi pāṇḍava,

  25 	non capisci o folle, che colpendo il furioso Bhīmasena
     	colle aguzze frecce delle parole è come un elefante colpito da brace?'

  26 	quel crudele lanciava a quei forti pungenti parole,
     	scagliando il suo veleno su di loro come un serpente su dei tori,

  27 	Duḥśāsana ora giace con le sue lunghe braccia aperte,
     	ucciso da Bhīmasena come un grande bufalo da un leone,

  28 	Bhīmasena superinfuriato compiva una atrocità oltre misura,
     	quando furioso ha bevuto sul campo il sangue di Duḥśāsana.”
     


                              XIX


   1 	Gāndhārī disse:
     	“ mio figlio Vikarṇa o mādhava, dotato di saggezza,
     	giace ucciso a terra, fatto in cento pezzi da Bhīma,

   2 	giace in mezzo agli elefanti, Vikarṇa o uccisore di Madhu,
     	come il sole in autunno attorniato da una scura nube,  

   3 	la sua mano che ha un grande cicatrice per l'uso dell'arco,
     	la sua protezione è lacerata in qualche modo dagli avvoltoi in cerca di cibo,

   4 	la sua virtuosa moglie, scaccia quegli avvoltoi in cerca di carne, 
     	continuamente quella giovine, ma non vi riesce o mādhava,

   5 	il giovane e bellissimo, il prode Vikarṇa o toro fra gli uomini,
     	uso alla felicità, degno di felicità, giace tra la polvere o mādhava,

   6 	da frecce piumate pur trafitto il suo cuore in battaglia,
     	oggi la bellezza ancora non abbandona quel toro fra i bhārata, 

   7 	da quel prode in battaglia per adempiere al suo giuramento,
     	ucciso, da quell'uccisore di nemici, Durmukha giace sul campo a viso aperto,

   8 	la sua faccia o Kṛṣṇa mezzo divorata dalle belve,
     	splende molto più o caro, della luna al primo quarto,

   9 	quel prode il cui viso o Kṛṣṇa, in tal modo appare sul campo,
     	perché mio figlio abbattuto dai nemici ora mangia la polvere?

  10 	lui a cui di fronte in battaglia o signore, nessuno poteva stare saldo,
     	in che modo Durmukha è stato ucciso dai nemici, vincendo i mondi dei sapienti? 

  11 	guarda Citrasena che giace ucciso sulla terra o uccisore di Madhu,
     	questo figlio di Dhṛtarāṣṭra modello per tutti gli arcieri,

  12 	queste giovini affrante dal dolore, si avvicinano a lui
     	adornato di belle ghirlande, gridando assieme alle schiere di carnivori,

  13 	i lamenti delle donne e le urla dei predatori,
     	di vario tipo o Kṛṣṇa, mi sembrano sorprendenti,

  14 	quel giovane e bellissimo, sempre attorniato dalle migliori donne,
     	Viviṃśati, ora giace abbattuto tra la polvere o mādhava,

  15 	più di venti avvoltoi circondando Viviṃśati ucciso in battaglia,
     	con la corazza trafitta dalle frecce, divorano quel valoroso,

  16 	quell'eroe sceso in battaglia, penetrando nell'esercito
     	dei pāṇḍava giace ora in un giaciglio adatto a uomini virtuosi,

  17 	mentre ancora sorride col ben naso e ciglia, guarda
     	il bellissimo viso simile alla luna di Viviṃśati o Kṛṣṇa,

  18 	quel bellissimo che era circondato da splendide donne,
     	come migliaia di fanciulle divine attorno ad un gandharva che si diverta,

  19 	chi ha potuto vincere quel distruttore di nemici, Duḥsaha,
     	quel prode uccisore di eserciti nemici, splendido in battaglia?

  20 	il corpo di Duḥsaha splende coperto di frecce,
     	come una montagna coperta da fiori di loto nati spontaneamente,

  21 	colla sua collana d'oro e la splendida corazza appare 
     	Duḥsaha senza vita, come un bianco monte acceso da un fuoco.”
     


                              XX


   1 	Gāndhārī disse:
     	“ dicono che avesse una volta e mezza, di forza e valentìa o mādhava,
     	del padre e di te o dāśārha, come quella di un forte leone,

   2 	lui che da solo spaccava l'esercito invincibile di mio figlio,
     	lui che fu la morte degli altri, pure lui è caduto in preda alla morte,

   3 	del nipote di Kṛṣṇa dall'infinito vigore io vedo o Kṛṣṇa
     	lo splendore del morto Abhimanyu che non si estingue,

   4 	la nuora dell'armato del gāṇḍīva, figlia di Virāṭa, 
     	giovane e afflitta quella virtuosa piange dolendosi per il valoroso marito,

   5 	la moglie andando vicino al marito
     	la figlia di Virāṭa o Kṛṣṇa colle mani lo pulisce,

   6 	quella virtuosa afferrando il viso del figlio di Subhadrā,
     	simile a bocciolo di loto, con un collo dalle tre linee,

   7 	quella splendida dalla meravigliosa bellezza un tempo 
     	lo abbracciava arrossendo, resa ebbra dalle bevande,

   8 	slacciando la sua corazza incrostata d'oro, 
     	e coperta di sangue o Kṛṣṇa, ella ne vede il corpo,

   9 	e la giovine vedendolo si rivolge a te o Kṛṣṇa:
     	' questo o Occhi-di-loto che a te era pari, è stato ucciso,

  10 	a te era uguale in forza, valore, e vigore o senza-macchia,
     	e in bellezza migliore di te ora giace in terra abbattuto.'

  11 	'tu che fosti sempre un giovane che dormiva su soffici coperte,
     	non si tormenta ora il tuo corpo sulla nuda terra?

  12 	giaci allargando le grandi braccia coi bracciali d'oro,
     	simili a proboscidi di elefanti, e dalla pelle segnata dalla corda dell'arco,

  13 	ben riposando per la fatica di un lungo esercizio,
     	non parli a me che sto così piangendo afflitta,

  14 	tu o nobile, abbandonando la nobile Subhadrā, e questi padri 
     	simili a dèi, e me che sono afflitta dal dolore, dove andrai?'

  15 	 alzando con le mani i suoi capelli imbrattati di sangue,
     	e ponendosi il suo viso in grembo, lo interroga come fosse vivo:
     	'come hanno potuto ucciderti quei grandi guerrieri, sul campo di battaglia,

  16 	tu che sei figlio della sorella di Vāsudeva e dell'armato del gāṇḍīva?
     	vergogna sia a questi crudeli, a Kṛpa, a Karṇa e a Jayadratha,

  17 	a Droṇa e a suo figlio, dai quali sei stato fatto a pezzi,
     	com'era l'animo di tutti questi tori fra i grandi guerrieri,

  18 	che circondando te ancora fanciullo, per il mio dolore ti hanno ucciso?
     	come è possibile che tu sotto gli occhi di pāṇḍava e pāñcāla,
     	sia andato alla morte o valoroso, avendo tali protettori come uno privo di essi?

  19 	vedendo te ucciso in battaglia da molti come una privo di protezione,
     	il valoroso pāṇḍava, quella tigre fra gli uomini come può vivere?

  20 	l'ottenere il vasto regno, o l'uccidere i nemici,
     	non darà gioia ai pṛthādi, privati di te o occhi di loto,

  21 	nei mondi che tu hai vinto col dharma e l'autocontrollo,
     	presto io ti seguirò e tu là mi devi proteggere,

  22 	nessuno può avere la morte se non è giunto il momento,
     	se io misera dopo averti visto ucciso in battaglia ancora vivo,

  23 	quale donna ora o tigre fra gli uomini con dolci discorsi, sorridendo,
     	incontrandola nel mondo dei morti, come me inviterai?

  24 	forse i cuori delle apsaras in paradiso tormenterai,
     	colla tua suprema bellezza e con discorsi sorridenti?

  25 	avendo raggiunto i mondi dei virtuosi ti sei unito alle apsaras,
     	o figlio di Subhadrā, godendo quei momenti ti ricorderai delle gioie fatte da me?

  26 	una convivenza di tal fatta tu hai fatto assieme a me,
     	di sei mesi, e nel settimo mese tu o valoroso hai trovato la morte.'

  27 	mentre così parlava addolorata, in preda alla confusione,
     	le donne della stirpe del re di matsya trascinavano via Uttarā,

  28 	e più afflitte loro stesse, trascinando via l'afflitta Uttarā,
     	vedendo Virāṭa ucciso, gridavano e piangevano,

  29 	trafitto dalle frecce di Droṇa, e giacendo coperto di sangue,
     	Virāṭa era sbranato da avvoltoi, da sciacalli e da altri uccelli,

  30 	quelle donne dagli occhi scuri sofferenti, e prive di forze,
     	non erano in grado di allontanare gli uccelli che sbramavano Virāṭa,

  31 	di queste donne colpite dalla fatica e bruciate dal sole,
     	dalla stanchezza il corpo ha perduto i colori della bellezza,

  32 	guarda Uttarā, e Abhimanyu, e il kāmboja Sudakṣiṇa,
     	e i miei figli uccisi, e il bellissimo Lakṣmaṇa,
     	guardalo o mādhava giacere sul campo in mezzo alle teste.” 
     


                              XXI


   1 	Gāndhārī disse:
     	“ il figlio del sole, grande arciere, grande sul carro, giace
     	sul campo come un fuoco fiammeggiante spento dal vigore del pṛthāde,

   2 	guarda Karṇa il figlio del sole, che dopo aver ucciso molti supremi guerrieri,
     	è caduto a giacere a terra con tutte le membra coperte di sangue,

   3 	sdegnoso, dalla fiera furia, grande arciere, grande sul carro,
     	quel prode giace sul campo abbattuto dall'armato del gāṇḍīva,

   4 	lui che i miei figli grandi guerrieri, per timore dei pāṇḍava,
     	seguivano combattendo, come gli elefanti fanno col capobranco,

   5 	come una tigre da un leone, come un elefante da
     	un altro furioso elefante è stato abbattutto dall'ambidestro,

   6 	riunite insieme le sue mogli, piangendo coi capelli sciolti,
     	circondano o tigre fra gli uomini, quel prode ucciso in battaglia,

   7 	lui di cui sempre era timoroso il dharmarāja Yudhiṣṭhira,
     	e quando pensava a lui per tredici anni non riusciva a dormire,

   8 	inarrestabile dai nemici in battaglia, come il dio-nuvoloso dai suoi nemici,
     	splendente come il fuoco di fine yuga, era saldo come il monte himavat,

   9 	il valoroso divenuto il rifugio del figlio di Dhṛtarāṣṭra o mādhava,
     	giace ora a terra ucciso come un albero abbattuto dal vento,

  10 	guarda la moglie di Karṇa, la madre di Vṛṣasena, 
     	caduta a terra piangente che si lamenta miseramente:

  11 	'la maledizione del maestro certo ti inseguiva, quando la terra ingoiava la tua ruota, 
     	e così tagliò la tua testa la freccia del Conquista-ricchezze sul campo, tra i nemici.'

  12 	oh misera, è caduta svenuta vedendo Karṇa col suo collare d'oro fino,
     	quel grandi-braccia dall'instancabile vigore, la madre di Suṣeṇa piangente e dolente,

  13 	molto poco hanno lasciato di quel grand'anima, i divoratori di cadaveri, 
     	non è bello a vedersi come la luna nel quattordicesimo giorno della quindicina nera,

  14 	non a lungo è caduta a terra, ma rialzatasi, di nuovo, è triste 
     	mentre abbraccia il viso di Karṇa, e piange dolente per la morte del figlio.”
     


                              XXII


   1 	Gāndhārī disse:
     	“ abbattuto da Bhīmasena, il prode āvantya pur com molti parenti 
     	viene divorato da avvoltoi e sciacalli come fosse senza parenti,

   2 	guardalo o uccisore di Madhu, dopo che ha compiuto una strage di nemici,
     	nel suo giaciglio di eroe, coperto di sangue,

   3 	sciacalli, corvi, e gli altri carnivori di vario genere,
     	lo stanno divorando ad uno ad uno, guarda il rivolgimento del fato,

   4 	mentre il valoroso āvantya giace nel suo eroico giaciglio, 
     	le donne piangenti gridando, si fanno attorno a lui,

   5 	guarda o Kṛṣṇa, il grande arciere Bāhlika ucciso da una freccia bhalla,
     	è il figlio di Pratīpa e sembra una tigre addormentata quel saggio, 

   6 	grandemente splende il colore del viso di quell'ucciso,
     	pieno come quello della luna piena alta nel cielo,

   7 	per matenere il suo giuramento, addolorato per il figlio,
     	dal figlio del punitore di Pāka, è stato ucciso il figlio di Vṛddhakṣatra, 

   8 	guarda Jayadratha pur protetto, ucciso da quel grand'anima,
     	dopo aver vinto undici armate, per realizzare il suo voto,

   9 	ora sciacalli, e avvoltoi divorano Jayadratha l'accorto signore
     	pieno di orgoglio dei sindhu e dei sauvīra o Janārdana,

  10 	pur protetto dalle amorevoli mogli o incrollabile
     	divorandolo lo trascinano nel profondo della foresta,

  11 	le donne yavana, quelle dei kāmboja, dei gāndhāra dei sindhu e dei sauvīra,
     	si precipitano a proteggere quel grandi-braccia,

  12 	quando fuggiva avendo preso Kṛṣṇā assieme ai kekaya,
     	allora Jayadratha poteva essere ucciso dai pāṇḍava o Janārdana,

  13 	ma per riguardo a Duḥśalā allora lasciarono libero Jayadratha,
     	perché ora non mostrano a lei lo stesso riguardo o Kṛṣṇa?

  14 	quella mia giovane figlia che piange piena di dolore,
     	essa si strazia da sé stessa, e urla ingiurie ai pāṇḍava,

  15 	quale più atroce dolore può esserci per me o Kṛṣṇa,
     	che vedere la mia giovane figlia vedova, e le mie nuore senza mariti?

  16 	oh vergogna; guarda Duḥśalā che superando dolore e paura,
     	va in cerca della testa del marito correndo qua e là,

  17 	lui che respingeva tutti i pāṇḍava in cerca del figlio,
     	avendo distrutto molti eserciti, lui stesso è caduto in preda alla morte,

  18 	circondando quel valoroso supremamente invincibile, simile ad uno 
     	elefante infuriato, piangono quelle donne dai visi simili a lune.”
     


                              XXIII


   1 	Gāndhārī disse:
     	“ Śalya lo zio materno di Nakula, giace anche lui, ucciso
     	in battaglia dal virtuoso dharmarāja o caro, sapiente del dharma, 

   2 	lui che con te competeva sempre in ogni cosa o toro fra gli uomini,
     	il re dei madra grande sul carro, giace ora ucciso, 

   3 	lui che guidava o caro, il carro del figlio di Adhiratha in battaglia,
     	ne allentava il vigore per la vittoria dei figli di Pāṇḍu,

   4 	oh vergogna! guarda il viso di Śalya bello come la luna piena,
     	simile ad un fiore di loto intatto, divorato dai corvi,

   5 	la lingua uscita dalla sua bocca simile ad oro fino,
     	splendida come oro, è divorata dagli uccelli o Kṛṣṇa,

   6 	le donne della stirpe del re dei madra piangendo, circondano
     	Śalya splendido in battaglia, abbattuto da Yudhiṣṭhira,

   7 	con i loro delicati visi, le donne kṣatriya piangono, avvicinandosi
     	al re dei madra toro fra gli uomini, e toro fra gli kṣatriya,

   8 	circondando Śalya ucciso, gli stanno vicino le donne,
     	come giovani femmine urlanti al fianco di un bufalo sprofondato,

   9 	guarda quel sicuro rifugio, il prode Śalya, supremo sul carro,
     	come giace nel suo eroico giaciglio, fatto a pezzi dalle frecce,

  10 	e il potente re Bhagadatta, nipote di Śailālaya,
     	il migliore col pungolo da elefanti in pugno, giace abbattuto a terra,

  11 	risplende la ghirlanda d'oro che ha sulla testa,
     	illuminandogli i capelli, mentre viene divorato dagli sciacalli, 

  12 	compiva un terribile scontro col pṛthāde, quel forte
     	da far rizzare i capelli, più fiero di quello di Śakra,

  13 	combattendo contro il pṛthāde il conquista-ricchezze, quel grandi-braccia,
     	e mettendolo in difficoltà, fu poi abbattuto dal figlio di Kuntī,

  14 	nessuno era pari a lui al mondo per valentìa e valore,
     	e ora Bhīṣma dal terribile agire giace ucciso sul campo,

  15 	quarda o Kṛṣṇa, il figlio di Śaṃtanu splendido come il sole giacere
     	come un sole caduto dal cielo al momento della fine dello yuga,

  16 	tormentando i nemici in battaglia, col fuoco delle sue armi quel valoroso,
     	sole tra gli uomini è tramontato come il sole tramonta o Lunghi-capelli,

  17 	guarda quel valoroso sul suo letto di frecce simile a Devāpi,
     	giacere sul suo eroico giaciglio, frequentato dai guerrieri,

  18 	nel suo supremo giaciglio coperto da frecce piumate e non,
     	all'interno vi giace come Skanda in un bosco di canne,

  19 	il figlio di Gaṅgā su un cuscino non di cotone ma fatto di tre frecce,
     	datogli dall'armato del gāṇḍīva, appoggia la sua testa,

  20 	per salvaguardare i desideri del padre, quello splendido ha trattenuto il seme,
     	e ora il figlio di Śaṃtanu senza rivali in battaglia giace qui o mādhava,

  21 	sapiente del dharma e anima pia, per merito della sua sapienza,
     	come un immortale pur essendo mortale trattiene la sua vita,

  22 	nessuno vi è così celebre in battaglia, né sapiente o valoroso,
     	quanto Bhīṣma il figlio di Śaṃtanu che giace ora ucciso dai nemici,

  23 	da sé stesso quel prode richiesto dai pāṇḍava,
     	raccontava sinceramente sul campo al dharmarāja il modo della sua morte,

  24 	la discendenza dei kuru finita, di nuovo lui faceva continuare,
     	e ora assieme ai kuru quel grande saggio ha trovato la morte,

  25 	chi ora i kuri interrogherenno sul dharma o mādhava,
     	andatosene in paradiso Devavrata, quel toro fra gli uomini simile a un dio?

  26 	l'istruttore di Arjuna, e maestro di Sātyaki,
     	Droṇa, guardalo ora ucciso il supremo guru dei kuru,

  27 	egli conosceva le quattro parti dell'arte delle armi come lo stesso re degli dèi, 
     	o come il valorosissimo bhṛguide, così era pure Droṇa o mādhava,

  28 	lui per grazia del quale il pāṇḍava Bībhatsu, difficili imprese
     	compiva, giace ora ucciso e le sue armi non lo hanno protetto,

  29 	messolo alla loro testa i kuru sfidavano i pāṇḍava,
     	e Droṇa il migliore degli armati è stato separato dalle sue armi,

  30 	lui il cui incedere bruciava gli eserciti come quello di un fuoco,
     	giace ucciso a terra come un fuoco dalle fiamme spente,

  31 	l'arco, il palmo sfregato, e la protezione della mano di Droṇa o mādhava,
     	mentre giace ucciso appaiono come se lui fosse vivo,

  32 	il prode che possedeva i quattro veda e tutte le armi,
     	come nei primordi li possedeva Prajāpati,

  33 	i suoi splendidi piedi degni di venerazione, celebrati dai bardi,
     	e venerati da centinaia di discepoli, sono divorati dagli sciacalli,

  34 	Kṛpī colla mente rapita dal dolore pietosamente sta intorno
     	a Droṇa ucciso dal figlio di Drupada o uccisore di Madhu,

  35 	guarda come afflitta e piangente, coi capelli sciolti e a testa bassa,
     	sta vicino al marito ucciso, a Droṇa il migliore di tutti gli armati,

  36 	con la crocchia da asceta sta vicino a Droṇa sul campo o Lunghi-capelli,
     	che ha la corazza trafitta dalle frecce di Dhṛṣṭadyumna,

  37 	impegnandosi nel rito funebre Kṛpī è miseramente addolorata,
     	quella tenerissima virtuosa per il marito ucciso in battaglia,

  38 	preparati i fuochi secondo le regole e accesa la pira da ogni parte,
     	e postovi Droṇa, i brahmani cantano i tre sāman,

  39 	e i brahmacārin con le loro crocchie, preparano la pira funebre, 
     	cogli archi e colle lance, e coi pianali dei carri o mādhava,

  40 	e con altre varie armi bruciano quello splendidissimo,
     	ponendovi sopra Droṇa, recitano i loro lamenti,

  41 	e mentre altri recitano i tre sāman prescritti,
     	avendo posto Droṇa simile ad Agni, nel fuoco che divora l'offerta,

  42 	i ri-nati discepoli di Droṇa vanno verso la Gaṅgā,
     	sul lato favorevole della pira con Kṛpī alla loro testa.”
     


                              XXIV


   1 	Gāndhārī disse:
     	“ guarda il figlio di Somadatta abbattuto da Yuyudhāna,
     	straziato da molti uccelli lì vicino o mādhava,

   2 	Somadatta soverchiato dal dolore per il figlio o Janārdana,
     	appare quasi biasimare il grande arciere Yuyudhāna,

   3 	la madre di Bhūriśravas sommersa dalla sofferenza,
     	pur sta consolando il marito Somadatta quell'irreprensibile:

   4 	' per fortuna o grande re, non hai veduto questa terribile strage
     	dei bhārata, la battaglia dei kuru orrida come la fine dello yuga,

   5 	per fortuna non vedi ora il valoroso tuo figlio Bhūriśravas,
     	dal palo sacrificale per emblema, che molti riti fece, ucciso,

   6 	per fortuna il terribile e grande lamento delle nuore sul campo,
     	simile a quello di gru sopra il mare, non odi o grande re, 

   7 	vestite di una sola veste, coi capelli neri sciolti,
     	le tue nuore corrono verso i mariti e i signori uccisi, 

   8 	per fortuna tu non lo vedi divorato dagli sciacalli,
     	col braccio tagliato quella tigre fra gli uomini, abbattuto da Arjuna,

   9 	per fortuna tu non vedi ora Śala ucciso in battaglia, e Bhūriśravas,
     	e le nuore e tutte le vedove che sono qui,

  10 	per fortuna il parasole d'oro, del grand'anima dal palo sacrificale per insegna,
     	del figlio di Somadatta, non lo vedi divelto sul piano del carro, 

  11 	le mogli di Bhūriśravas ucciso da Sātyaki,
     	circondando il marito, lo piangono coi loro occhi neri,

  12 	lamentandosi abbondantemente tormentate dal dolore per il marito,
     	cadono miseramente a faccia in giù sulla terra o Lunghi-capelli,

  13 	come ha potuto compiere Bībhatsu una azione così disgustosa,
     	quando tagliò il braccio di quel prode sacrificatore mentre era disattento?

  14 	e poi una azione ancora peggiore ha compiuto Sātyaki,
     	quando lo abbatteva mentre con saldezza era concentrato nella morte, 

  15 	da solo ucciso da due nemici contro il dharma, tu giaci saldo nel dharma.'
     	così le donne dell'eroe col palo sacrificale per insegna, urlano o mādhava,

  16 	le mogli dell'eroe dal palo sacrificale per bandiera, coi vitini larghi un palmo, 
     	messosi in grembo il misero braccio del marito si lamentano:

  17 	' questa mano lunga come un palo, premendoci i seni,
     	e toccandoci ombelico, cosce e natiche, e togliendoci i veli,

  18 	dal pṛthāde dall'instancabile agire, che aveva vicino Vāsudeva,
     	fu abbattuta mentre tu eri disattento impegnato a combattere con un altro,

  19 	perché ora non parli nei racconti in assemblea, o Janārdana,
     	di questa grande impresa di Arjuna o non lo fa il coronato in persona?'

  20 	così avendoti rimproverato quella bellissima siede in silenzio,
     	e le altre mogli si lamentano con lei come fosse la loro nuora,

  21 	il forte Śakuni, il re dei gāndhāra dal sincero coraggio,
     	lo zio materno è stato ucciso dal nipote Sahadeva,

  22 	lui che era ventilato da due flabelli col manico d'oro,
     	ora giace essendo ventilato dalle ali degli uccelli,

  23 	lui che sapiente di magìe, assumeva vari aspetti a centinaia e a migliaia,
     	ne ha avuto la magìa, bruciata dallo splendore del pāṇḍava,

  24 	lui che esperto di inganni aveva vinto colla sua magìa Yudhiṣṭhira,
     	nella sala da gioco e conquistato un grande regno, ora è vinto,

  25 	gli avvoltoi o Kṛṣṇa si precipitano su Śakuni da ogni parte,
     	a quel giocatore esperto casusa della distruzione dei miei figli, 

  26 	da lui fu iniziata questa inimicizia coi pāṇḍava,
     	per la distruzione dei miei figli e di sé stesso colle sue genti,

  27 	come appartengono ai miei figli i mondi che si ottengono con le armi o potente,
     	così anche quel malo intelletto ha conquistato colle armi quei mondi,

  28 	come poteva dunque qui, lui che è un ingannatore,
     	non fomentare i miei figli di onesta saggezza o uccisore di Madhu?”
     	
     


                              XXV


   1 	Gāndhārī disse:
     	“ guarda l'invincibile re kāmboja, uso alle coperte dei kāmboja,
     	con le sue spalle taurine, giacere ucciso nella polvere o mādhava, 

   2 	 lui che aveva le braccia spalmate di sandalo con le cicatrici delle ferite,
     	vedendolo sua moglie miseramente si lamenta piena di dolore:

   3 	'le tue braccia simili a barre di ferro, dalle belle mani e dita,
     	tra le quali accolta non finiva il mio piacere,

   4 	a quale fine io precipiterò, senza di te o signore di genti?'
     	coi parenti distanti, come una priva di protezione, con la sua dolce voce,

   5 	come delle varie ghirlande sfiorite nel solleone,
     	anche il corpo delle donne stanche è abbandonato dalla bellezza,

   6 	guarda o uccisore di Madhu, il prode kāliṅga giacere lì vicino,
     	col suo grande braccio cinto da una coppia di splendenti bracciali,

   7 	e guarda Jayatsena il sovrano dei māgadha o Janārdana,
     	le donne māghada, circondandolo lanciano i loro lamenti, 

   8 	di queste belle dai grandi occhi, e dalla dolce voce o Janārdana,
     	il suono che trascina udito e mente mi rende il cuore in affanno, 

   9 	piangendo soverchiate dal dolore sciogliendo tutti gli ornamenti,
     	le donne māghada use a letti ben ampi giacciono ora a terra,

  10 	il sovrano dei kosala, il figlio del re Bṛhadbala,
     	il loro marito circondando ciascuna delle sue donne piangono, 

  11 	le frecce piantate nel suo corpo scagliate dal braccio del nipote di Kṛṣṇa,
     	estraggono, piene di dolore svenendo ripetutamente,

  12 	per la stanchezza e il solleone i visi di tutte queste irreprensibili,
     	appaiono simili a fiori di loto sfioriti o mādhava,

  13 	tutti i cinque fratelli kekaya giacciono uccisi da Droṇa,
     	avendo affrontato Droṇa quei prodi dagli splendenti bracciali,

  14 	con le loro corazze di oro fino, le rosse insegne, e i carri e le ghirlande,
     	illuminano la terra come splendenti fuochi accesi,

  15 	guarda o mādhava Drupada ucciso in battaglia da Droṇa,
     	come un grande elefante è ucciso nella foresta da un grande leone,

  16 	il grande bianco parasole del re dei pāñcāla o Occhi-di-loto,
     	splende come il sole nel cielo autunnale,

  17 	le sue nuore, e mogli piene di dolore avendo bruciato l'anziano Drupada,
     	procedono lungo la pira del re dei pāñcāla dalla parte fausta,

  18 	e procedendo portano via con le menti scosse il grande arciere,
     	il prode Dhṛṣṭaketu toro dei cedi, ucciso da Droṇa,

  19 	avendo in battaglia abbattute molte armi di Droṇa,
     	questo grande arciere giace ucciso, come un albero divelto da un fiume,

  20 	il prode signore dei cedi, Dhṛṣṭaketu, grande guerriero,
     	giace ucciso in battaglia, dopo aver ucciso nemici a migliaia,

  21 	mentre è beccato dagli uccelli, le sue mogli si avvicinano
     	al re dei cedi o Signore-dei-sensi, ucciso assieme a truppe e parenti,

  22 	le belle donne del re dei cedi piangendo si mettono in grembo
     	quel valoroso figlio di una dāśārhī, dal sincero coraggio che lì giace,

  23 	guarda suo figlio dal bel viso, e dagli splendidi orecchini,
     	fatto in molti pezzi dalle frecce di Droṇa in battaglia,

  24 	non abbandonava il padre mentre sul campo combatteva coi nemici,
     	e anche ora è dietro a quel valoroso o uccisore di Madhu,

  25 	e così seguiva il padre Duryodhana, il figlio  di 
     	mio figlio, il grandi-braccia Lakṣmaṇa uccisore di eroi nemici,

  26 	guarda o mādhava i due āvanti Vinda e Anuvinda, 
     	come due alberi śāla abbattuti dal vento, fioriti a fine inverno,

  27 	entrambi hanno corazze e bracciali d'oro, e portano arco, frecce e spada,
     	e giacciono con occhi e forme simili a tori, colle loro splendide ghirlande,

  28 	invulnerabili sono tutti i pāṇḍava assieme a te o Kṛṣṇa,
     	che sono sopravissuti a Droṇa, a Bhīṣma, a Kṛpa e a Karṇa il figlio del sole,

  29 	a Duryodhana, al figlio di Droṇa, e al re dei sindhu grande sul carro,
     	a Somadatta, a Vikarṇa e al prode Kṛtavarman,
     	tori fra gli uomini che potrebbero uccidere con la forza delle armi anche gli dèi,

  30 	tutti questi sono stati uccisi in battaglia, guarda il rivolgimento del fato,
     	certo nessuno è un peso eccessivo per il fato o mādhava,
     	quando questi prodi tori degli kṣatriya furono uccisi da altri kṣatriya,

  31 	già allora i miei abilissimi figli furono uccisi o Kṛṣṇa,
     	quando senza compiere il tuo desiderio sei tornato di nuovo a upaplavya,

  32 	il figlio di Śaṃtanu e il saggio Vidura allora
     	mi dissero: ' non portare affetto verso i tuoi figli.'

  33 	il ben vedere di quei due o caro, mai fallisce,
     	in breve tempo i miei figli sono divenuti cenere o Janārdana.”

  34 	Vaiśaṃpāyana disse:
     	ciò detto Gāndhārī cadeva a terra sommersa dalla sofferenza,
     	coi sensi rapiti dal dolore, abbandonando la sua saldezza o bhārata,

  35 	quindi colle membra piene di furia, sommersa dal dolore per i figli
     	Gāndhārī con sensi agitati poneva ogni colpa al nipote di Śūra.

  36 	Gāndhārī disse:
     	“ i pāṇḍava e i figli di Dhṛtarāṣṭra fecendosi reciprocamente del male o Kṛṣṇa,
     	mentre si distruggevano perché tu li hai abbandonati o Janārdana?

  37 	per abilità, per aver un ampio esercito, per aver molti dipendenti,
     	inoltre per il tuo valore e il tuo eloquio istruito,

  38 	per tua volontà hai trascurato la distruzione dei kuru o uccisore di Madhu,
     	perciò o grandi braccia devi ottenere il frutto di questo,

  39 	per la mia obbedienza al marito, e per qualche tapas che ho conquistato,
     	per questo o anima ardua da farsi, io ti maledico o armato di disco e mazza,

  40 	poiché i miei famigliari i kuru e pāṇḍava si sono uccisi vicendevolmente,
     	abbandonati da te o Govinda, allora ucciderai i tuoi famigliari,

  41 	passati trentasei anni o uccisore di Madhu, tu
     	uccisi i famigliari, uccisi i consiglieri, uccisi i figli, vagando nella selva,
     	con vili mezzi incontrerai la morte,

  42 	e anche le tue donne coi figli uccisi e private di famigliari e parenti
     	si getteranno a terra come queste donne dei bhārata.”

  43 	Vaiśaṃpāyana disse:
     	Vāsudeva dal grande intelletto, udite queste terribili parole,
     	diceva alla regina Gāndhārī, un poco sorridendo:

  44 	“nessun altro che me si trova che sia il distruttore di tutti i vṛṣṇi o virtuosa,
     	io pure conosco che è così come tu hai praticato o donna kṣatriya,

  45 	essi sono inviolabili da altri uomini e pure da dèi e dānava,
     	quindi gli yādava troveranno la morte infliggendosela reciprocamente.”

  46 	così avendo parlato il dāśārha, i pāṇḍava con le menti scosse,
     	terribilmente agitati divennero e privi di speranza di vivere.