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82. Śrāddhaparvan

( Il libro dei riti funebri. XI, 26-27)

                              XXVI

   1 	Vāsudeva disse:
     	“ alzati, alzati o Gāndhārī, non por mente al dolore,
     	pure per tua colpa i kuru hanno trovato la morte,

   2 	tu che al malvagio tuo figlio invidioso e più che arrogante,
     	mentre portava innanzi le sue male azioni hai detto bravo,

   3 	lui che era crudele, violento e ostile, e non ascoltava i consigli degli anziani,
     	come puoi volere ascrivere a me una colpa fatta da te stessa,

   4 	chi si duole per un fatto passato sia morte o distruzione,
     	per quel dolore ottiene un altro dolore, e cade in un doppio male,

   5 	per il tapas genera un figlio la brahmana, la vacca per il trasporto, la cavalla per la corsa,
     	la śūdra per servire, la vaiśya per l'allevamento, una tua pari per l'uccisione o figlia di re.”

   6 	Vaiśaṃpāyana disse:
     	udite queste spiacevoli parole ancora pronunciate da Vāsudeva,
     	Gāndhārī con gli occhi pieni di dolore restava in silenzio,

   7 	il ṛṣi tra i re Dhṛtarāṣṭra però, per frenare la tenebra nata dall'ignoranza,
     	quell'anima pia chiedeva al dharmarāja Yudhiṣṭhira:

   8 	“tu conosci la quantità delle truppe sopravissute o pāṇḍava,
     	e se conosci anche la quantità di quelli uccisi, dillo a me.”

   9 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“dieci miriadi di miriadi più sessantasei koṭi,
     	e altri ventimila sono quelli che sono stati uccisi i questa battaglia di re,

  10 	e degli uomini che mancano, essi sono duecentoquarantamila
     	più altri o re dei re, centosessantacinque.”

  11 	Dhṛtarāṣṭra disse:
     	“ o Yudhiṣṭhira a quale meta sono giunti questi ottimi uomini,
     	dimmelo o grandi-braccia, io ritengo che tu sia di ogni cosa sapiente.”

  12 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“ quelli che lieti hanno offerto i loro corpi in questa suprema battaglia,
     	col loro sincero coraggio, hanno raggiunto gli stessi mondi del re degli dèi,

  13 	quelli però che con mente non lieta sono dovuti morire o bhārata,
     	e combattendo furono uccisi in battaglia, si sono uniti ai gandharva,

  14 	quelli che stando sul campo si sono arresi o sono fuggiti,
     	ma hanno avuta una morte per armi sono andati verso i guhyaka,

  15 	quelli che colpiti dai nemici pur essendo inferiori, senza armi
     	hanno affrontato i nemici in battaglia per non vergognarsi, queste grandi anime, 

  16 	saldi nel dharma kṣatriya, furono trafitti da aguzze armi,
     	questi splendenti valorosi uccisi hanno raggiunto la dimora di Brahmā,

  17 	quelli che furono uccisi o re, all'interno o intorno al campo di battaglia,
     	in un qualche modo o re, questi hanno raggiunto gli uttarakuru.”

  18 	Dhṛtarāṣṭra disse:
     	“ per quale forza di conoscenza o figlio, tu vedi come un siddha?
     	questo dimmi o grandi-braccia, se pensi io lo debba udire.”

  19 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“ un tempo io che vivevo nella foresta per tuo ordine,
     	ho ottenuto questo beneficio visitando i sacri tīrtha,

  20 	io vidi il ṛṣi divino Lomaśa, e ne ottenni che avendo lui in mente
     	io ne ho una vista divina unita alla conoscenza da allora.”

  21 	Dhṛtarāṣṭra disse:
     	“ qui vi sono alcuni che non hanno protettori, e altri che ne hanno o bhārata,
     	di questa gente qualcuno brucerà i loro corpi secondo le regole,

  22 	ma di quelli che non hanno uno che lo faccia e non li ponga sul fuoco, 
     	noi che cosa dobbiamo fare o caro, colle molte azioni da fare?

  23 	quelli che sono divorati da uccelli e predatori,
     	otterranno i mondi vinti colle loro azioni o Yudhiṣṭhira?”

  24 	Vaiśaṃpāyana disse
     	così apostrofato il grande saggio, il figlio di Kuntī Yudhiṣṭhira,
     	ordinava a Dhaumya a Sudharman, e al sūta Saṃjaya,

  25 	e a Vidura dal grande intelletto, e al kaurava Yuyutsu:
     	“ a tutti i sūta con Indrasena in testa e ai dipendenti,

  26 	fate compiere completamente i riti funebri di costoro,
     	nessun corpo vada perduto come fosse di uno privo di protettori.”

  27 	per ordine del dharmarāja, lo kṣattṛ, e il sūta Saṃjaya,
     	Sudharman assieme a Dhaumya e con Indrasena in testa,

  28 	prendendo sandalo aloe e legni aromatici,
     	e olio di sesamo, profumi e vesti di lino,

  29 	e raccogliendo mucchi di legni preziosi,
     	e i carri distrutti,  e molti tipi di armi,

  30 	e compiute con ogni sforzo le pire cremavano i sovrani
     	secondo l'importanza, agendo con le cerimonie secondo le regole, 

  31 	il re Duryodhana e i suoi cento fratelli per primi,
     	e quindi Śalya, Śala e il re Bhūriśravas,

  32 	e il re Jayadratha e poi Abhimanyu o bhārata,
     	il figlio di Duḥśāsana e Lakṣmaṇa, e il sovrano Dhṛṣṭaketu,

  33 	Bṛhat, e Somadatta, e cento sṛñjaya per cominciare,
     	e il re Kṣemadhanvan e pure Virāṭa e Drupada,

  34 	e il pāñcāla Śikhaṇḍin, e Dhṛṣṭadyumna il nipote di Pṛṣata,
     	il valoroso Yudhāmanyu, e Uttamaujas,

  35 	il re dei kosala e i figli di Draupadī e Śakuni il figlio di Subala,
     	l'incrollabile Vṛṣaka, e il sovrano Bhagadatta,

  36 	e lo sdegnoso Karṇa figlio del sole, coi suoi figli,
     	i kekaya grandi arcieri, e i trigarta grandi sul carro,

  37 	Ghaṭotkaca, sovrano rakṣas, e il fratello di Baka,
     	il re Alambuṣa, e il sovrano Jalasaṃdha,

  38 	e altri principi o re a centinaia e a migliaia, 
     	insieme bruciavano nei fuochi accesi e alimentati di burro,

  39 	si fecero le oblazioni funebri di alcuni di quelle grandi anime, 
     	e altri cantarono i sāman e da altri furono fatte lamentazioni,

  40 	per il suono dei sāman e dei ṛg, e per i suoni di lamento delle donne,
     	la disperazione in quella notte sorgeva in tutti i viventi,

  41 	i fuochi senza fumo splendenti e fiammeggianti,
     	apparivano come pianeti benefici in cielo coperti da nubi sottili,

  42 	quelli che convenuti da varie regioni là erano senza protettori,
     	tutti questi riuniti e fatti migliaia di mucchi,

  43 	e impilata molta quantità di legna da quelli pieni di affetto,
     	Vidura li bruciava per ordine del dharmarāja,

  44 	avendo compiute le cerimonie di costoro, il re dei kuru Yudhiṣṭhira,
     	ponendo avanti Dhṛtarāṣṭra procedeva verso la Gaṅgā.
     


                              XXVII


   1 	Vaiśaṃpāyana disse:
     	raggiunta la benefica Gaṅgā abitata da sante genti,
     	ottima da bere, coi suoi laghi, colle sue rive, e grandi foreste,

   2 	liberatisi degli ornamenti e dalle vesti superiori,
     	allora di padri, nipoti e fratelli della propria gente,

   3 	di figli, di nonni e mariti, le donne dei kuru,
     	la cerimonia dell'acqua tutte compirono piangendo piene di forte dolore,
     	e pure degli amici quelle sapienti del dharma, compirono il rito dell'acqua,

   4 	e mentre quelle mogli di eroi celebravano il rito dell'acqua per quei valorosi,
     	la Gaṅgā divenne facile da raggiungere, e poi di nuovo scorreva,

   5 	la riva della Gaṅgā appariva piena delle eroiche mogli,
     	appariva simile alla riva di un mare triste e senza gioia,

   6 	allora Kuntī o grande re, violentemente presa dal dolore,
     	piangendo con flebile voce diceva queste parole ai figli:

   7 	“ il prode e grande arciere comandante di comandanti, 
     	che dotato dei segni dell'eroismo fu ucciso in battaglia da Arjuna,

   8 	e pensate che sia il figlio del sūta e di Rādhā o pāṇḍava,
     	quel potente che splendeva in mezzo agli eserciti come fosse il sole,

   9 	che controcombatteva un tempo contro tutti i vostri alleati,
     	che comandando l'esercito di Duryodhana splendeva,

  10 	e che non ha nessuno pari a lui per valore sulla terra,
     	essendo prode, saldo nella sincerità, e mai fuggito dalle battaglie,

  11 	celebrate il rito di vostro fratello dalle infaticabili imprese,
     	egli è il vostro fratello maggiore che il sole mi fece partorire,
     	quel prode con i suoi orecchini e corazza splendido come il sole.”

  12 	tutti i pāṇḍava udite le spiacevoli parole della madre,
     	piangevano Karṇa e divennero molto afflitti,

  13 	quindi il figlio di Kuntī Yudhiṣṭhira tigre fra gli uomini,
     	quel valoroso diceva alla madre sospirando come un serpente:

  14 	“ lui al cui tiro di frecce nessun altri che il Conquista-ricchezze poteva reggere,
     	come divenne tuo figlio quel figlio divino in quel tempo?

  15 	lui dall'energia del cui braccio tutti noi fummo tormentati,
     	come hai potuto nasconderlo come un fuoco nella veste?
     	lui la cui terribile forza del braccio fu usata dai figli di Dhṛtarāṣṭra?

  16 	nessuno aveva capito che Karṇa fosse un figlio di Kuntī quel prode dei prodi,
     	il migliore di tutti gli armati era nostro fratello maggiore,
     	come è avvenuto che tu prima partoristi questo meraviglioso coraggioso?

  17 	oh, da questa tua decisione di tenerlo nascosco noi siamo abbattuti,
     	per la distruzione di Karṇa siamo tutti colpiti coi nostri parenti,

  18 	per l'uccisione di Abhimanyu, e per quella dei figli di Draupadī,
     	per la distruzione dei pāñcāla e l'abbattimento dei kuru,

  19 	un dolore ora mi prende cento volte superiore a quello,
     	piangendo Karṇa io brucio come gettato nel fuoco,

  20 	nulla sarebbe stata inottenibile da noi neppure lo stare in cielo,
     	né ci sarebbe stata questa terribile distruzione che fu la fine dei kuru.”

  21 	così lamentandosi a lungo il dharmarāja Yudhiṣṭhira,
     	quel potente parlava gentilmente o re, e compiva il rito dell'acqua per lui,

  22 	allora gridarono violentemente tutti, donne e uomini là,
     	tutti quelli che stavano vicino al luogo della cerimonia,

  23 	quindi faceva approntare il necessario per Karṇa,
     	e le donne, il saggio re dei kuru Yudhiṣṭhira per amore dei fratelli,

  24 	e con loro quell'anima pia di seguito compiuto il rito funebre,
     	coi sensi agitati usciva dall'acqua della Gaṅgā.