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91. Aśvamedhikaparvan

( Il libro del sacrificio del cavallo. XIV, 1-15)

                              I

   1 	Vaiśaṃpāyana disse:
     	compiuto il rito dell'acqua, Yudhiṣṭhira, posto innanzi
     	il re Dhṛtarāṣṭra, usciva quel grandi-braccia coi sensi agitati,

   2 	e salendo il sovrano della terra, cogli occhi pieni di lacrime,
     	cadeva sulla riva della Gaṅgā come un elefante colpito da un cacciatore,

   3 	mentre si abbatteva lo afferrava Bhīma invitato da Kṛṣṇa:
     	“ non fare così.” gli diceva Kṛṣṇa distruttore di eserciti nemici,

   4 	e i pāṇḍava guardarono o re, l'anima pia Yudhiṣṭhira
     	sofferente e caduto a terra che sospirava in continuazione,

   5 	e veduto il signore di genti coll'animo abbattuto, privo dei sensi,
     	sommersi dalla sofferenza i pāṇḍava ancora gli sedettero intorno,

   6 	e il re Dhṛtarāṣṭra grandi-braccia sedutosi vicino a lui,
     	quel grande daggio diceva queste parole a lui afflitto da grande dolore:

   7 	“ alzati a tigre dei kuru, compi le cerimonie che seguono,
     	tu hai conquistato la terra nel dharma kṣatriya,

   8 	e ora godine assieme ai fratelli e agli amici o signore di genti,
     	io non vedo per cosa tu ti debba dolere, o migliore dei sostenitori del dharma,

   9 	io mi devo dolere e anche Gāndhārī o signore di popoli,
     	privato dei figli e del regno come uno che sogna di essere ricco,

  10 	non avendo ascoltato le parole preziose del grand'anima
     	Vidura intento al bene, io da sciocco mi devo dolere,

  11 	un tempo quell'anima pia dalla divina vista mi disse:
     	' per il fallo di Duryodhana la tua stirpe andrà distrutta,

  12 	se tu vuoi o re, la tua fortuna e quella della stirpe, 
     	che sia ucciso questa malanima, il folle re Suyodhana

  13 	che Karṇa e Śakuni non lo vedano più,
     	con cura annulla quanto accaduto nella loro partita,

  14 	e consacrando re l'anima pia Yudhiṣṭhira,
     	egli proteggerà volentieri nel dharma questa terra,

  15 	se non vuoi che il re sia Yudhiṣṭhira il figlio di Kuntī,
     	divenuto tu stesso il polo, prenditi tu il regno o sovrano,

  16 	essendoci la pace tra tutti gli esseri o sovrano di uomini,
     	tutti i famigliari ti saranno devoti o prosperità della famiglia.' 

  17 	cosi avendo parlato Vidura dalla lunga vista o kuntīde,
     	io con sciocco animo ho seguito il malvagio Duryodhana,

  18 	e non avendo ascoltato le splendide parole di quel valoroso,
     	come frutto ho ottenuto un grande dolore, sprofondato in un mare di sofferenza,

  19 	guarda i tuoi anziani genitori, pieni di dolore o sovrano,
     	io non vedo di cosa tu ti debba dolere o signore di genti.”
     


                              II


   1 	Vaiśaṃpāyana disse:
     	così apostrofato dal saggio re Dhṛtarāṣṭra, quel
     	sapiente divenne silenzioso e quindi il Lunghi-capelli gli diceva:

   2 	“un eccessivo dolore nell'anima agitando o signore di genti,
     	ti duoli per questo, per la morte dei patriarchi,

   3 	celebra vari sacrifici, con molte e abbondanti dakṣiṇa,
     	venera gli dèi col soma, e anche gli avi quanto puoi,

   4 	a uno come te di grande intelletto, non deve accadere questo oggi,
     	quanto devi conoscere o compiere, tu l'hai compiuto,

   5 	hai imparato i dharma dei re da Bhīṣma il figlio della Bhāgīrathī,
     	e da Kṛṣṇa il dvaipāyana, da Nārada e da Vidura,

   6 	non devi tu seguire la condotta degli sciocchi,
     	ma rifugiandoti nella condotta dei padri e degli avi, sostieni il tuo peso,

   7 	saldo nella gloria lo kṣatriya senza dubbio raggiunge il paradiso,
     	e nessuno di questi prodi è stato abbattuto mentre fuggiva,

   8 	abbandona il dolore o grande re, tutto questo doveva essere,
     	quelli che sono morti in questa battaglia non possono essere visti così da te.”

   9 	così a lungo avendo parlato, Govinda al dharmarāja Yudhiṣṭhira,
     	smetteva il suo dolore lo splendidissimo Yudhiṣṭhira e gli diceva:

  10 	“ Govinda, quanto affetto hai verso di me io lo conosco,
     	e sempre mi hai mostrato affezione con amicizia e amore,

  11 	tu mi hai fatto un grandissimo bene o armato di mazza e disco,
     	o glorioso, e tutto con animo affettuoso o rampollo degli yādava,

  12 	permettimi ora o signore di andare nell'ascetica foresta,
     	io non trovo pace dopo aver ucciso il patriarca,
     	e Karṇa tigre fra gli uomini, mai fuggito nelle battaglie,

  13 	con una cerimonia che mi liberi da questa crudeltà o uccisore di nemici,
     	prepara una cerimonia che purifichi il mio cuore.”

  14 	a lui che così parlava allora si rivolgeva Vyāsa sapiente del dharma,
     	dal grandissimo splendore, confortandolo con belle e appropriate parole:

  15 	“ la tua opinione non è giusta, tu sei confuso da un moto di fanciullaggine, 
     	perché tutti noi parliamo continuamente all'aria?

  16 	tu conosci i dharma degli kṣatriya, per i quali si vive per combattere,
     	come il sovrano istaurato non debba avere ansia nei suoi uffici,

  17 	e pure gli interi dharma della liberazione secondo verità hai udito,
     	e spesso io ho tagliato i tuoi dubbi nati dal desiderio,

  18 	ma mancando di crederci tu sei ignorante e certo privo di studio,
     	non restare attaccato ad una tale ignoranza,

  19 	tutti i riti di espiazione tu conosci o senza-macchia,
     	e tutti i dharma delle armi, e quelli del dono hai acquisito,

  20 	quindi perché tu che conosci tutti i dharma ed esperto di ogni scienza,
     	ancora ti confondi come un ignorante o bhārata?”
     


                              III


   1 	Vyāsa disse:
     	“ io credo o Yudhiṣṭhira, che la tua saggezza non sia pronta,
     	nessuno dei mortali compie le sue azioni per propria volontà,

   2 	ma dal Signore è diretto l'uomo, sia buono che cattivo,
     	dove l'uomo compie la sua azione, cosa c'è da lamentarsi?

   3 	e tu ritieni te stesso un malfattore della peggior specie,
     	ascolta ora come il male possa essere eliminato o bhārata,

   4 	con il tapas e coi sacrifici e coi doni o Yudhiṣṭhira,
     	gli uomini che hanno compiuto male azioni sempre se ne liberano,

   5 	col sacrificio, col tapas e col dono o sovrano di uomini,
     	si purificano o tigre dei re, gli uomini dalle azioni riprorevoli,

   6 	gli asura e i celesti a motivo di purificazione, in un grande rito
     	si impegnano quelle grandi anime, perciò i sacrifici sono la panacea,

   7 	coi sacrifici i celesti grandi anime divennero superiori,
     	quindi gli dèi praticando i sacrifici conquistarono i dānava,

   8 	il rājasūya e l'aśvamedha, e il sarvamedha o bhārata
     	e il naramedha o sovrano, tu compi o Yudhiṣṭhira,

   9 	celebra il sacrificio del cavallo secondo le regole, con abbondanti dakṣiṇa, 
     	e con cibi e ricchezze a volontà come fece Rāma il figlio di Daśaratha,

  10 	come fece il re Bharata, signore della terra figlio di Duḥṣanta,
     	e di Śakuntalā, dal grande valore e tuo antenato.”

  11 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“ certamente il sacrificio del cavallo può purificare la terra intera,
     	ma io ho un qualche scopo che tu devi udire,

  12 	avendo compiuta questa grandissima strage di parenti o migliore dei rinati,
     	io non posso dare il più piccolo dono, io non possiedo ricchezza,

  13 	né posso chiedere ricchezze a questi fanciulli abbattuti,
     	ai figli dei re, che ancora con le ferite aperte si trovano nella sventura,

  14 	avendo io stesso distrutto la terra, per il sacrifico o migliore dei ri-nati
     	come posso chiedere tributi a questi sommersi dal dolore?

  15 	per il fallo di Duryodhana la terra e i signori della terra,
     	sono stati dsitrutti, e l'ignomigna ci opprime o migliore dei muni,

  16 	la terra per averne ricchezze è stata rovinata da Duryodhana,
     	anche il tesoro del malvagio figlio di Dhṛtarāṣṭra è esaurito,

  17 	la terra è la dakṣiṇa qui, questa è la prima regola appropriata,
     	il resto è condiderato dai sapienti contrario alle regole,

  18 	né io posso cercare di averne un sostituto o ricco in tapas,
     	e qui tu o venerabile mi devi dare la giusta assistenza.”

  19 	Vaiśaṃpāyana disse:
     	così apostrofato dal pṛthāde, Kṛṣṇa il dvaipāyana allora,
     	avendoci pensato per un po', diceva al dharmarāja:

  20 	“ situata sul monte himavat o pṛthāde si trova della ricchezza,
     	lasciata dai brahmani nel sacrificio del sovrano Marutta,
     	questo fai prendere o kuntīde e ne sarai soddisfatto.”

  21 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“ in che modo nel sacrificio di Marutta quella ricchezza fu raccolta?
     	e in quale tempo quel sovrano viveva o migliore dei parlanti?”

  22 	Vyāsa disse:
     	“ se tu vuoi saperlo o pṛthāde ascolta del sovrano nipote di Karaṃdhama,
     	il quale tempo quel valorosissimo e ricchissimo re viveva.”
     


                              IV


   1 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“ io desidero sentire o sapiente del dharma il racconto di questo re e ṛṣi,
     	raccontami dunque o dvaipāyana la storia di Marutta o senza-macchia.”

   2 	Vyāsa disse:
     	“ un tempo nel kṛtayuga Manu era il signore, reggendo lo scettro,
     	suo figlio, grande arciere è conosciuto come Prajāti,

   3 	Prajāti aveva un figlio conosciuto col nome di Kṣupa,
     	e il figlio di Kṣupa era allora Ikṣvāku potente sovrano della terra,

   4 	costui ebbe cento figli o re, tutti di supremo dharma,
     	e il potente Ikṣvāku li fece tutti signori della terra,

   5 	il maggiore di questi Viṃśa, divenne il modello di tutti gli arcieri,
     	il figlio di Viṃśa nobilissimo, aveva nome Viviṃśa o bhārata,

   6 	e Viviṃśa ebbe o re, quindici figli,
     	tutti valorosi nell'arco, religiosi e di sincera parola,

   7 	saldi nel dharma e nel donare, virtuosi e sempre di gentili parole,
     	il maggiore di questi Khanīnetra opprimeva tutti loro,

   8 	il valoroso Khanīnetra avendo conquistato un regno privo di timori,
     	non era il grado di governare il regno, la gente infatti non lo amava,

   9 	e cacciatolo, consacrarono nel regno suo figlio 
     	Suvarcas o re dei re. che contento divenne allora,

  10 	e veduta la disavventura del padre che fu espulso dal regno,
     	con controllo si comportava cercando di fare il bene delle sue genti,

  11 	era religioso, di sincera parola, puro, e dotato di autocontrollo e pace interiore,
     	le genti apprezzavano quel saggio sempre nel dharma,

  12 	ma mentre era intento al dharma il suo tesoro e i veicoli andavano a finire,
     	e consumato il tesoro, i suoi vassalli da ogni parte lo opprimevano,

  13 	col tesoro finito e senza veicoli e oppresso da molti,
     	il re cadeva in suprema sofferenza assieme ai dipendenti e alla città,

  14 	ma quelli non erano in grado di condurlo alla distruzione,
     	perché il re aveva retta condotta ed era sempre saldo nel dharma o Yudhiṣṭhira,

  15 	quando il sovrano era in questa suprema sofferenza con la sua città,
     	allora soffiava sulla sua mano e appariva allora un esercito,

  16 	quindi vinceva tutti quei sovrani confinanti con lui,
     	e per questo motivo o re, fu conosciuto come Karaṃdhama,

  17 	suo figlio primo dei discendenti di Karaṃdhama, viveva all'inizio del tretāyuga,
     	ed era non inferiore a Indra quel glorioso e invincibile pure dagli dèi,

  18 	tutti i signori della terra allora, caddero in suo potere, 
     	egli era il supremo sovrano di questi per condotta e forza,

  19 	Avikṣit di nome era quell'anima pia, e pari a Indra per valentìa,
     	intento ai riti, saldo nelle azioni, dotato di fermezza, coi sensi domati,

  20 	simile al sole per splendore, per pazienza simile alla terra, 
     	pari a Bṛhaspati per intelligenza, saldo come l'himavat,

  21 	col suo agire, con l'animo, le parole, l'autocontrollo e la calma,
     	quel signore della terra si propiziava i cuori delle genti,

  22 	quel potente che celebrava cento riti del cavallo secondo le regole,
     	aveva il potente e sapiente Aṅgiras in persono che celebrava per lui, 

  23 	suo figlio superava il padre per possesso di qualità,
     	Marutta di nome, sapiente del dharma fu gloriosissimo imperatore,

  24 	come una miriade di elefanti per vigore, era come un secondo Viṣṇu in persona,
     	dovendo sacrificare quell'anima pia faceva preparare spendidi  
     	recipienti di terracotta bellissimi a migliaia,

  25 	e raggiunto il monte meru, sul fianco settentrionale dell'himavat,
     	faceva preparare là grandissime parti di oro,

  26 	quindi gli orafi fecero vasi, padelle, pentole e
     	e sedili che non si poteva contarli,

  27 	e vicino a lui sorgeva il luogo del sacrificio,
     	e sacrificava secondo le regole il signore della terra anima pia,
     	Marutta assieme a tutti i sovrani protettori di genti.”
     


                              V


   1 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“ come divenne così potente il re o migliore dei parlanti?
     	e in che modo egli accumulava tanto oro o ri-nato?

   2 	e dove si trova al presente quella ricchezza o venerabile?
     	e come noi possiamo ottenerla o ricco in tapas?”

   3 	Vyāsa disse:
     	"asura e dèi erano la progenie di Prajāpati Dakṣa,
     	in largo numero o figlio, e costoro rivaleggiarono reciprocamente,

   4 	e così i due figli di Aṅgiras, di simili intenzioni divennero,
     	Bṛhaspati di grande energia e Saṃvarta ricco in tapas,

   5 	i due stavano o re, a competere ciascuno con l'altro,
     	Bṛhaspati tormentava continuamente Saṃvarta,

   6 	egli continuamente tormentato dal fratello maggiore o bhārata,
     	lasciando le ricchezze come mendico sceglieva di abitare nella foresta,

   7 	il Vāsava avendo sconfitto e ucciso tutti gli asura, 
     	ottenuta la sovranità sui mondi scelse allora come purohita,
     	il figlio maggiore di Aṅgiras il supremo savio Bṛhaspati,

   8 	un tempo era il re Karaṃdhama per cui sacrificava Aṅgiras,
     	incomparabile per valore al mondo e per condotta e forza,
     	potente come il Cento-riti, era quell'anima pia dai fermi voti,

   9 	lui aveva veicoli e guerrieri e ricchezze varie,
     	tutte prodotte dal fiato della sua bocca per meditazione,

  10 	colle sue qualità il sovrano rendeva in suo potere tutti i signori della terra,
     	e vissuto per il tempo desiderato, raggiungeva il cielo col suo corpo,

  11 	vi era di lui un figlio sapiente del dharma come Yayāti,
     	di nome Avikṣit governando i nemici aveva in suo potere la terra,
     	per potenza e qualità quel sovrano era come il padre,

  12 	suo figlio pari a Indra aveva nome Marutta quel valoroso,
     	e l'intera terra circondata dal mare lo amava,

  13 	e il sovrano competeva sempre col re degli dèi,
     	e pure il Vāsava competeva con Marutta o rampollo di Pāṇḍu,

  14 	il signore della terra Marutta era puro, e dotato di qualità, 
     	e neppure Śakra gli era superiore anche impegnandosi,

  15 	non essendo in grado di superarlo, chiamato Bṛhaspati,
     	il dio dal cavalli fulvi gli diceva assieme agli dèi:

  16 	' Bṛhaspati, non fare in nessun modo per Marutta,
     	cerimonie verso gli dèi o verso gli avi, se vuoi farmi piacere, 

  17 	io ho ottenuto la sovranità dei tre mondi e dei celesti
     	o Bṛhaspati, e Marutta è solo un sovrano della terra,

  18 	perché avendo sacrificato tu o brahmano, per l'immortale signore dei celesti,
     	vorresti sacrificare per Marutta che indubitalmente è legato alla morte?

  19 	o scegli me, fortuna sia a te, o il sovrano Marutta,
     	o abbandonando Marutta, secondo il tuo piacere stai con me.'

  20 	così apostrofato o kauravya, dal re degli dèi, Bṛhaspati,
     	pensandoci un momento, diceva al re degli dèi:

  21 	' tu sei il signore dei viventi, in te i mondi sono radicati,
     	tu sei l'uccisore di Namuci, di Viśvarūpa e di Bala,

  22 	tu hai conquistato da solo o valoroso, la suprema prosperità degli dèi,,
     	tu sostieni il cielo e l'atmosfera perennemente o uccisore di Bala,

  23 	come posso essendo stato il tuo purohita o signore delle schiere divine,
     	sacrificare per il mortale Marutta o punitore di Pāka?

  24 	rincuorati o signore degli dèi, in nessun modo io per un mortale
     	farò la libagione in un sacrificio, ascolta queste mie parole,

  25 	se il cielo e la terra fossero coperti dal fuoco col suo seme d'oro,
     	e il sole non facesse più luce, non mi allontanerebbero dal vero.'

  26 	udite le parole di Bṛhaspati, Śakra libero dall'ansia,
     	dopo averlo commendato allora entrava nella sua dimora.”
     


                              VI


   1 	Vyāsa disse:
     	“ questa antica storia qui raccontano 
     	 del colloquio tra Bṛhaspati e Marutta o bhārata,

   2 	dell'accordo fatto col re degli dèi da parte del figlio di Aṅgiras,
     	avendo udito, il sovrano Marutta manifestava una grande furia,

   3 	il nipote di Karaṃdhama, pensando con la mente al sacrificio,
     	avvicinato Bṛhaspati questo eloquente discorso gli diceva:

   4 	' o venerabile, quando un tempo io ti incontrai o ricco in tapas,
     	fu stabilito di compiere il sacricio per tuo ordine o maestro,

   5 	e quello io voglio celebrare, ogni cosa fu raccolta e preparata da me,  
     	tu devi sacrificare per me o virtuoso, queste prendi e disponi di esse.'

   6 	Bṛhaspati disse:
     	' io non desidero sacrificare per te o signore della terra,
     	io sono stato scelto dal re degli dèi, e io mi sono promesso a lui.'

   7 	Marutta disse:
     	' io sono il tuo suolo patrio, e molto io ti stimo con passione,
     	non voglio essere un non-sacrificante, scegli me che ti ho scelto.'

   8 	Bṛhaspati disse:
     	' avendo sacrificato per l'immortale, non sacrificherò per un mortale,
     	o Marutta, vai o resta, io oggi mi ritiro dal sacrificare,

   9 	non sacrificherò per te ora, scegli tu e chi desideri
     	sia il sacrificante o grandi-braccia, che celebri il tuo sacrificio.'”

  10 	Vyāsa disse:
     	“ così apostrofato, il sovrano Marutta cadde nella vergogna,
     	e turbato se ne tornava, vedeva però sulla via Nārada,

  11 	e quel principe incontrandosi col ṛṣi divino Nārada,
     	rettamente a mani giunge restava e Nārada gli diceva:

  12 	' o ṛṣi dei re, non sei molto allegro, stai bene?
     	dove stai andando? e da quale luogo spiacevolo vieni?

  13 	se posso udirlo o re, raccontami ciò o toro dei principi,
     	con tutti i miei mezzi io caccerò via la tua tristezza o signore di uomini.'

  14 	così apostrofato dal grande ṛṣi Nārada, Marutta,
     	gli rivelava tutta la sua incapacità di avere un celebrante:

  15 	' io sono andato dal figlio di Aṅgiras, dal maestro degli dèi Bṛhaspati,
     	per trovare un celebrante per il mio sacrificio, ma egli mi ha respinto,

  16 	e respinto da lui io ora non desidero più vivere,
     	abbandonato dal guru, io ne sono ferito o Nārada.'

  17 	così apostrofato dal re, Nārada rispondeva
     	al figlio di Avikṣit o grande re, quasi facendolo rivivere colle sue parole:

  18 	' o re, il figlio di Aṅgiras di nome Saṃvarta, dedito al dharma
     	percorre ogni luogo da nudo mendicante meravigliando le creature,

  19 	vai da lui se Bṛhaspati non vuole sacrificare per te,
     	il grazioso Saṃvarta o grande re, sacrificherà per te.'

  20 	Marutta disse:
     	' io rivivo per queste tue parole o Nārada,
     	ma dimmi o migliore dei parlanti, dove io posso trovare Saṃvarta,

  21 	e come io possa comportarmi con lui in modo che non mi abbandoni,
     	rifiutato anche da lui io non sarei capace di vivere.'

  22 	Nārada disse:
     	' portando una veste da folle, vaga a suo piacere,
     	ma abita al momento nella città di Vārāṇasī,

  23 	raggiunta la porta della città, dovrai porre un cadavere in qualche luogo là,
     	chi vedendolo si allontanerà, costui è Saṃvarta o signore della terra,

  24 	e dietro a lui procedi, dove si rechi quel valoroso,
     	e raggiunto un luogo solitario, a mani giunte chiedi a lui rifugio,

  25 	se lui ti chiedesse di chi ti parlato di lui,
     	tu digli che fu Nārada, come se tu fossi addolorato o uccisore di nemici,

  26 	e se lui ti ordinasse di tornare in cerca di me.
     	raccontagli pure senza timore, che io sono entrato nel fuoco.'”

  27 	Vyāsa disse:
     	"promettendogli di si, e avendo venerato Nārada,
     	salutandolo, quel re e ṛṣi si recava alla città di Vārāṇasī,

  28 	raggiuntala, come gli fu detto sulla porta della città quel gloriosissimo,
     	metteva un cadavere, ricordandosi delle parole di Nārada,

  29 	subito dopo quel savio entrava nella porta della città,
     	quindi veduto il cadavere immediatamente se ne allontanava,

  30 	vedutolo allontanarsi, a mani giunte gli andava dietro,
     	il figlio di Avikṣit signore della terra, a Saṃvarta per essere istruito,

  31 	e vedutolo in un luogo deserto, egli copriva il re
     	di fango, di polvere, di muco e di sputi,

  32 	il sovrano pur così tormentato da Saṃvarta,
     	seguiva quel ṛṣi e a mani giunte gli parlava dolcemente,

  33 	quindi fermatosi ormai stanco Saṃvarta si sedeva,
     	avendo raggiunto un albero nyagrodha, dai molti rami e dalla fresca ombra.
     


                              VII


   1 	Saṃvarta disse:
     	' in che modo mi conosci, e chi ti ha parlato di me?
     	questo dimmi in verità se vuoi farmi piacere,

   2 	se dici la verità tutti i desideri saranno esuditi,
     	se tu dici il falso, la tu testa si romperà in sette pezzi.'

   3 	Marutta disse:
     	'Nārada incontrato sulla via, mi ha detto ti te,
     	tu sei il figlio del mio guru, quindi sei supremamente caro a me.'

   4 	Saṃvarta disse:
     	' il vero mi hai detto, egli sa che io celebro sacrifici,
     	ma dimmi questa sola cosa, dove è Nārada in questo momento?'

   5 	Marutta disse:
     	' dopo avermi parlato di te, quel supremo tra i ṛṣi divini,
     	allora dandomi licenza è entrato nel fuoco veicolo dell'offerta.'”

   6 	Vyāsa disse:
     	“ udito ciò dal sovrano, Saṃvarta con suprema gioia,
     	' in tal modo allora anch'io agirò.' cosi diceva allora,

   7 	quindi come un pazzo quasi rimbrottando Marutta,
     	il brahmano con sgarbatezza o re, ancora diceva:

   8 	'avendo dato il mio intelletto al vento, e agendo in potere del mio cervello,
     	essendo io di tale comportamento, perché vuoi che celebri sacrifici?

   9 	mio fratello è un esperto, ed è onorato dal Vāsava,
     	e impegnato a sacrificare per lui, fatti fare la cerimonia da lui,

  10 	la mia casa e i clienti, e tutte le cerimonie domestiche e divine,
     	mio fratello maggiore mi ha preso, mi è rimasto solo il corpo,

  11 	senza il suo permesso io non posso in alcun modo o figlio di Avikṣit,
     	celebrare sacrifici, poiché egli è molto venerato da me,

  12 	vai quindi da Bṛhaspati, e torna col suo permesso,
     	allora io celebrerò per te, se tu vuoi compiere un sacrificio.'

  13 	Marutta disse:
     	' io sono già stato prima da Bṛhaspati, ascolta o Saṃvarta, 
     	ma egli non desidera sacrificare per me, ne fu proibito dal Vāsava:

  14 	'avendo sacrificato per un immortale o ṛṣi, per me non per l'umano
     	Marutta afflitto dal dharma dei mortali devi tu sacrificare, 

  15 	quel sovrano compete sempre con me o savio.' 
     	' così sia.' avendo risposto tuo fratello all'uccisore di Bala e Vṛtra,

  16 	egli quando giunsi a lui con affezione, non volle essere il mio celebrante,
     	essendo impegnato col re degli dèi, questo sappi o toro dei muni,

  17 	e io vorrei che tu in persona celebrassi per me,
     	io desidero superare il Vāsava, attravero le tue qualità,

  18 	non ho desiderio o brahmano di tornare da Bṛhaspati,
     	io sono stato rifiutato da lui, e ne sono rimasto offeso.'

  19 	Saṃvarta disse:
     	' tu farai tutto quanto desideri, è cosa certa per te,
     	se tutte le mie richieste compirai o sovrano,

  20 	se io celebrerò per te Bṛhaspati e il Distruggi-fortezze,
     	ti odieranno con grande collera, preparati a questo,

  21 	quindi tutta la fermezza che hai senza alcun dubbio applica,
     	che io immediatatamente offeso da te non ti riduca in cenere coi tuoi parenti.'

  22 	Marutta disse:
     	' finchè riscalda il mille-raggi, e sono salde le montagne,
     	che io non possa ottenere i mondi se abbandonerò la nostra alleanza, 

  23 	e che io non possa ottenere in alcun modo la suprema saggezza,
     	o la retta conoscenza delle cose del regno, se io abbandonerò la nostra alleanza.'

  24 	Saṃvarta disse:
     	' o figlio di Avikṣit, che la tua migliore intelligenza sia impegnata nel tuo agire,
     	 così pure io mi impegnerò a sacrificare per te o principe,

  25 	disponi o re, un sconfinata e suprema ricchezza,
     	con la quale tu supererai Śakra con tutti gli dèi e i gandharva,

  26 	io non ho intenzione di impegnarmi nella ricchezza o nelle cose sacrificali,
     	io voglio fare una spiacevole cosa a mio fratello e ad Indra,

  27 	procederò certamente a farti essere uguale a Indra,
     	e compirò il tuo bene, il vero io ti dico.'
     


                              VIII


   1 	Saṃvarta disse:
     	' sul fianco del monte himavat, vi è un monte di nome muñjavat,
     	dove il beato signore di Umā sempre pratica il suo tapas,

   2 	ai piedi dei grandi alberi, e su picchi e cime,
     	nelle grotte di quel re dei monti, come desidera e come gli piace,

   3 	dove sempre il beato Mahādeva assieme a Umā,
     	lo splendidissimo col suo tridente risiede, circondato da schiere di vari esseri,

   4 	là i rudra, i sādhya, i viśvedeva, e anche i vasu,
     	Yama, e Varuṇa e Kubera col suo seguito,

   5 	gli spiriti, i piśāca, e pure gli amichevoli aśvin,
     	gandharva e apsaras, gli yakṣa e i ṛṣi divini,

   6 	gli āditya, i marut, e tutti gli yātudhāna,
     	siedono intorno al grand'anima signore di Umā dalle molte forme,

   7 	e il beato si rallegra là assieme ai seguaci di Kubera,
     	che deformi, e mutilati giocano o signore della terra,
     	e appare splendere di bellezza collo splendore del sole giovane,

   8 	e non si mostra il suo aspetto o la sua apparenza in nessun modo,
     	non lo può vedere nessuno che viva e abbia vili occhi di carne, 

   9 	là non vi è né caldo né freddo, né vento, né sole, 
     	né vecchiaia, né fame e sete, né morte, né paura o sovrano,

  10 	su tutti i fianchi del suo monte o migliore dei vincitori,
     	vi sono minerali d'oro luccicanti come il sole,

  11 	e sono protetti dai seguaci di Kubera, colle armi alzate,
     	per far piacere o re, a Kubera grand'anima,

  12 	dopo aver reso omaggio al beato e saggio Śarva, 
     	a Rudra, a Śitikaṇṭha, a Surūpa, a Suvarcas,

  13 	a Kapardin, a Karāla, a Haryakṣi, a Varada,
     	a Tryakṣṇi, a Pūṣṇodantabhid, a Vāmana, a Śiva,

  14 	a Yāmya, a Avyaktakeśa, a Sadvṛtti, a Śaṃkara,
     	a Kṣemya, a Harinetra, a Sthānu, a Puruṣa,

  15 	a Harikeśa, a Muṇḍa, a Kṛśa, a Uttāraṇa,
     	a Bhāskara, a Sutīrtha, a Devadeva, a Raṃhas,

  16 	a Uṣṇīṣin, a Suvaktra, a Sahasrākṣa, a Mīḍhvas,
     	a Giriśa, a Praśānta, a Yati, a Cīravāsas,

  17 	a Bilvadaṇḍa, a Siddha, a Sarvadaṇḍadhara,
     	a Mṛga, a Vyādhi, a Mahat, a Dhanvin, e a Bhava,

  18 	a Vara, a Saumyavaktra, a Paśuhasta, a Varṣin,
     	a Hiraṇyabāhu o re, a Ugra, al signore delle direzioni,

  19 	al Signore degli animali e al Signore degli esseri,
     	a Vṛṣa, a Mātṛbhakta, a Senānī, a Madhyama,

  20 	a Sruvahasta, a Pati, a Dhanvin, a Bhārgava,
     	all'Invitto, a Kṛṣṇanetra, a Virūpākṣa,

  21 	a Tīkṣṇadaṃṣṭra, a Tīkṣṇa, a Vaiśānaramukha,
     	a Mahādyuti, ad Anaṅga, a Sarvāṅga, a Prajāvat,

  22 	allo splendente Adhipati, a Pṛthu, a Kṛttivāsas,
     	al sempre inghirlandato di teschi, a Suvarṇamukuṭa,

  23 	a Mahādeva, a Kṛṣṇa, a Tryambaka, ad Anagha,
     	a Krodhana, a Nṛśaṃsa, a Mṛdu, a Bāhuśālin,

  24 	a Daṇḍin, a Taptatapas, a Krūrakarman,
     	a Sahasraśiras, a Sahasracaraṇa,
     	e omaggio a Svadhāsvarūpa, a Bahurūpa, a Daṃṣṭrin,

  25 	e inchinata la testa a Pinākin, a Mahāyogin, a Avyaya,
     	a Triśūpāṇi, a Varada, Tryambaka, Bhuvaneśvara,

  26 	Tripuraghna, Trinayana, Trilokeśa, Mahaujas,
     	all'origine di tutti gli esseri, a Dhāraṇa, a Dharaṇidhara,

  27 	a Īśāna, Śaṃkara, Sarva, Śiva, Viśveśvara, Bhava,
     	Umāpati, Paśupati, Viśvarupa, Maheśvara,

  28 	Virūpakṣa, Daśabhuja, a Tiṣyagovṛṣabhadhvaja,
     	a Ugra, Sthānu, Śiva, Ghora, Śarva, Gaurīśa, Īśvara,

  29 	Śitikaṇṭha, Aja, Śukra, Pṛthu, Pṛthuhara, Hara,
     	Viśvarūpa, Virūpākṣa, a Bahurūpa, a Umāpati

  30 	inchinata la testa al dio Hara, Anaṅgāṅgahara,
     	cerca rifugio nel sicuro rifugio, in Mahādeva dalle quattro facce,

  31 	così avendo fatto omaggio al veemente Mahādeva, 
     	grand'anima, al signore della terra, otterrai l'oro,
     	e i tuoi uomini là lo dovranno raccogliere.'”

  32 	Vyāsa disse:
     	“ così indicato, il nipote di Karaṃdhama compiva le sue istruzioni,
     	quindi in modo più che umano compiva la preparazione del rito,
     	e dei vasi d'oro fabbricarono là gli artigiani,

  33 	Bṛhaspati udendo di questa ricchezza del signore della terra,
     	Marutta, superiore a quella degli dèi, cadde in supremo tormento,

  34 	e così tormentato, cadde in supremo pallore e debolezza:
     	' il mio nemico Saṃvarta diverrà dunque ricco.'

  35 	il re degli dèi udendo che Bṛhaspati era fortemente afflitto,
     	avvicinandolo circondato dagli immortali, gli diceva queste parole:
     


                              IX


   1 	Indra disse:
     	' forse che non dormi bene o Bṛhaspati, o i tuoi assistenti non vanno bene?
     	forse che non desideri il bene degli dèi, o gli dèi non ti proteggono?'

   2 	Bṛhaspati disse:
     	' io dormo bene nel mio letto o grande Indra, e gli attendenti vanno bene,
     	e io desidero il bene degli dèi o Śakra, e gli dèi mi proteggono molto bene.'

   3 	Indra disse:
     	' dov'è dunque questo dolore nel cuore o nel corpo, e donde questo tuo pallore malato?
     	raccontami o ri-nato, quanto ti duole, e io distruggerò tutte le cause del tuo dolore.'

   4 	Bṛhaspati disse:
     	'dicono o dio-nuvoloso che Marutta celebra un grande sacrificio con supreme dakṣiṇa,
     	e ho udito che Saṃvarta celebrerà per lui, io non voglio che lui celebri.'

   5 	Indra disse:
     	' tutti i tuoi desideri sono permessi o savio, tu che consigli come capellano degli dèi,
     	nascita e morte ti hanno lasciato, che cosa può farti oggi Saṃvarta o savio?'

   6 	Bṛhaspati disse:
     	' tu muovendo assieme agli dèi contro gli asura, li hai sterminati coi loro parenti,
     	e tutti quelli che vedevi prosperosi, tu di natura prospera provavi dolore per i rivali,

   7 	da ciò io sono con aspetto mesto, vedendo il mio rivale prosperare,
     	con tutti i mezzi  o dio delle nuvole, arresta Saṃvarta o il sovrano Marutta.'

   8 	Indra disse:
     	' vai o fuoco che tutto possiedi, a portare Bṛhaspati da Marutta, dicendogli
     	' Bṛhaspati celebrato per te compirà le cerimonie per l'immortale.'

   9 	Agni disse:
     	' io andrò ora come messaggero di Śakra, a portare Bṛhaspati da Marutta,
     	per rendere vere le istruzioni del dio Puruhūta, e per omaggio a Bṛhaspati.'”

  10 	Vyāsa disse:
     	“ quindi partiva il fuoco fumoso grand'anima, distruggendo alberi e piante,
     	a suo desiderio aggirandosi e urlando, come un vento rapido d'inverno.

  11 	Marutta disse:
     	' un miracolo oggi io vedo giunto il fuoco nel suo corpo,
     	un seggio, acqua per i piedi e un vacca sia data al muni.'

  12 	Agni disse:
     	' io mi rallegro del tuo seggio, e dell'acqua per i piedi o senza-macchia,
     	sappimi mandato da Indra, e giunto come messaggero.'

  13 	Marutta disse:
     	' è dunque felice il re degli dèi, ed è contento verso di noi o tu dal fumo per insegna?
     	e gli dèi stanno sotto di lui secondo le regole? questo dimmi interamente o dio.'

  14 	Agni disse:
     	' Śakra è molto felice o re dei re, e vuole farti del bene e concederti di non invecchiare,
     	tutti gli dèi stanno sotto di lui o re, e ora ascolta l'ordine che ti da il re degli dèi,

  15 	quando per questo mi ha inviato alla tua presenza, per portarti Bṛhaspati o Marutta,
     	e quel guru avendo sacrificato per te che sei mortale ti renderà immortale.'

  16 	Marutta disse:
     	' il ri-nato Saṃvarta sacrificherà per me, egli è il fratello minore di Bṛhaspati,
     	e non avendo sacrificato per il grande Indra, è appropriato a celebrare per un mortale.'

  17 	Agni disse:
     	' i mondi che sono i più grandi nel mondo degli dèi otterrai per grazia del re degli dèi,
     	se Bṛhaspati sacrificherà per te, allora vincerai il paradiso dei gloriosi,

  18 	i mondi umani e quelli divini e i grandi che appartengono a Prajāpati,
     	tutti questi vincerai interamete se Bṛhaspati sacrificherà per te o signore di uomini.'

  19 	Saṃvarta disse:
     	' non tornare di nuovo mai più a proporre Bṛhaspati a Marutta,
     	se con vuoi che ti bruci col mio terribile sguardo, infuriato sappi che sono o fuoco.'”

  20 	Vyāsa disse:
     	“allora il fuoco fumoso tornava dagli dèi, timoroso di esser bruciato, scosso come un foglia d'albero,
     	e vedendolo Śakra grand'anima vicino a Bṛhaspati diceva al veicolo dell'offerta:

  21 	'quando tu  sei andato da me mandato o fuoco, a proporre Bṛhaspati a Marutta,
     	che cosa ha detto il sovrano che deve sacrificare, ha accettato le mie parole?'

  22 	Agni disse:
     	' Marutta non ha gradito le tue parole, si è procurato il fratello minore di Bṛhaspati,
     	' Saṃvarta sacrificherà per me per sempre.' così ripetutamente mi diceva,

  23 	e disse:' i mondi umani e divini, e quelli grandi di Prajāpati.
     	che potrei ottenere facendo l'accordo con lui, io non li voglio.' così era risoluto.'

  24 	Indra disse:
     	' di nuovo tu raggiungendo il sovrano, le mie parole piene di benefici proponigli, 
     	se lui di nuovo richiesto, non le accetterà allora io scagliero su di lui la mia folgore.'

  25 	Agni disse:
     	' sia mandato il re dei gandharva come messaggero, io ho paura a tornare là o Vāsava,
     	Saṃvarta che vive da brahmacarin, infuriato con ira pungente mi disse queste parole:

  26 	' se tu tornassi mai di nuovo a offrire Bṛhaspati a Marutta,
     	da infuriato ti brucerei col mio terribile sguardo.'  questo considera o Śakra.'

  27 	Indra disse:
     	' tu sei che bruci gli altri o fuoco, nessun altro che te si trova che riduca in cenere,
     	l'intero mondo teme il tuo tocco, è incredibile quanto tu dici o veicolo dell'offerta.'

  28 	Agni disse:
     	' il cielo o re degli dèi, e l'intera terra tu puoi rivoltare con la tua forza o Śakra,
     	 ed essendo tu di tale fatta, come poteva Vṛtra toglierti il trimundo?'

  29 	Indra disse:
     	' io non bevo né innebrianti, né veleni animali o vegetali, né il soma annacquato o fuoco,
     	e non scaglio la folgore al più debole, quale uomo può rendermi infelice?

  30 	io ho spedito i kālakeya sulla terra, e fatti sparire i dānava,
     	ho rimosso dal cielo Prahrāda, quale mortale mi può rendere infelice?'

  31 	Agni disse: 
     	' quando Cyavana celebrava per Śaryāti, assieme agli aśvin lui da solo prendeva il soma,
     	e tu furioso cercavi di fermarlo, ricordati o grande Indra del sacrificio di Śaryāti,

  32 	tu afferrata la folgore o Distruggi-fortezze, la scagliasti terribile su Cyavana,
     	ma quel savio andato in collera, fermava il tuo braccio colla folgore, col suo tapas,

  33 	e quindi per l'ira faceva nascere ancora un tuo nemico dal terribile aspetto,
     	un asura di ogni forma, di nome Mada, vendendo il quale chiudesti gli occhi,

  34 	una sola zanna di quel grande dānava riempiva la terra, e l'altra era in cielo,
     	ed era di terribile aspetto coi suoi mille denti lunghi cento yojana,  

  35 	e quattro suoi denti erano rotondi, immensi del colore di colonne d'argento, e di 200 yojana,
     	e ti attaccava coi suoi denti per ucciderti brandendo una terribile picca,

  36 	allora tu vedesti quel terribile mostro, e tutti gli altri videro questo portento,
     	quando impaurito a mani giunte andasti a chiedere venia al grande ṛsi, o uccisore di dānava,

  37 	la forza brahmanica è superiore a quella kṣatriya, nulla è superiore al brahmano,
     	quindi io conoscendo l'energia dei brahmani non voglio andare da Saṃvarta o Śakra.'
     	
     


                              X


   1 	Indra disse:
     	' è così la forza del brahman è la migliore, nulla è superiore al brahmano,
     	la forza del figlio di Avikṣit non mi tange, scaglierò a lui la terribile folgore,

   2 	o Dhṛtarāṣṭra comandato vai da Marutta e devi dire a lui assieme a Saṃvarta:
     	tu fatti insegnare da Bṛhaspati o re, o io ti scaglierò la terribile folgore.'”

   3 	Vyāsa disse:
     	“ giunto dal sovrano, Dhṛtarāṣṭra, gli riferiva le parole del Vāsava:
     	' sappi che io sono il gandharva Dhṛtarāṣṭra, giunto per parlarti o signore di uomini,

   4 	ascolta le parole di Indra o leone dei re, che disse il signore del mondo grand'anima,
     	'prendi Bṛhaspati come celebrante, o a te io scaglierò la terribile folgore,
     	se tu non compirai queste parole.' questo è quanto disse il dio dalle impensabili imprese.'

   5 	Marutta disse:
     	' tu questo devi sapere e anche il Distruggi-fortezze, i viśvedeva, i vasu e gli aśvin,
     	che tradire l'amico non è cosa onesta, così si dice sempre tra i mondi,

   6 	che Bṛhaspati sacrifichi per il grande Indra, il migliore degli dèi, l'ottimo, armato di folgore, 
     	Saṃvarta celebrerà ora per me o re, le tue o le sue parole non approvo.' 

   7 	il gandharva disse:
     	' si ode il terribile urlo del Vāsava lanciato su nel cielo o leone dei re,
     	il grande Indra apparentemente ti scaglierà la folgore, fermati o re, e pensaci un po'.'”

   8 	Vyāsa disse:
     	“ così apostrofato da Dhṛtarāṣṭra, il re udito l'urlo che lanciava il Vāsava,
     	comunicava cosa fare a Saṃvarta, sempre nel tapas il migliore dei sapienti del dharma.

   9 	Marutta disse:
     	' questa nuvola che fluttua da lontano, tra non molto ora egli si mostrerà,
     	io mi rifugio in te o grande savio, toglimi questa paura o primo dei savi,

  10 	il dio-folgorante sta venendo illuminando ogni direzione,
     	colla sua terribile sovrumanità, e il nostri partecipanti sono terrorizzati.'

  11 	Saṃvarta disse:
     	' scaccia la paura per Śakra o leone dei re, io allontanerò questa terribile paura,
     	fermandolo rapidamente con la sapienza, non temere sii fiducioso in noi,

  12 	io lo fermerò non aver timore di Śakra o sovrano, 
     	e distruggerò le armi di tutti gli dèi,

  13 	che la folgore illumini i luoghi, che il vento venga, che cada la pioggia nelle selve,
     	che le piogge riempiano l'aria, invano i lampi si mostrerannno non temere,

  14 	interamente ti proteggerà il fuoco, che il Vāsava faccia piovere a suo piacimento,
     	che fermi la sua folgore il vento, mentre terribile fluttua im mezzo agli scrosci d'acqua.'

  15 	Marutta disse:
     	' un grande frastuono, un terribile suono si ode del Folgorante unito al vento,
     	la mia anima trema senza tregua, ora non mi nasce alcun agio o savio.'

  16 	Saṃvarta disse:
     	' scaccia da te la paura della terribile saetta, divenuto vento, io la distruggerò o sovrano,
     	e gettata la paura scegli un'altra grazia, quale tuo desiderio col tapas devo compiere?'

  17 	Marutta disse:
     	' che Indra in persona venga o savio, e che accetti l'offerta del sacrificio,
     	e che gli dèi siano soddisfatti ciascuno del proprio seggio, e accettino il soma spremuto.'

  18 	Saṃvarta disse:
     	'Indra coi suoi fulvi destrieri giunge o re, assieme agli dèi per bere il soma, 
     	spinto dal mantra a questo mio sacrificio ora, guarda l'efficacia di questo mantra.'”

  19 	Vyāsa disse:
     	“ allora il re degli dèi assieme ai celesti, aggiogati i fulvi stupendi cavalli al carro,
     	giungeva al sacrificio dell'incomparabile figlio di Avikṣit, per bere il soma, 

  20 	e Marutta col suo capellano andava incontro a lui che giungeva con le schiere divine,
     	e porgeva felice gli onori e l'acqua ospitale al re degli dèi secondo le regole degli śāstra. 

  21 	Saṃvarta disse:
     	' benvenuto qui o sapiente Puruhūta, per te oggi questo sacrificio essendo preparato,
     	ancora di più splende o uccisore di Bala e Vṛtra, bevi il soma spremuto offerto da me.'

  22 	Marutta disse:
     	' con benevolenza guarda a me, omaggio sia a te, il rito e la mia vita hanno avuto frutto,
     	costui che è nato dopo Bṛhaspati celebrerà questo mio sacrificio o re degli dèi.'

  23 	Indra disse:
     	' io conosco il tuo guru, il fratello minore di Bṛhaspati, dal fiero splendore e ricco in tapas,
     	per la cui chiamata io sono giunto o re dei re, ho affetto per te e la mia furia è cessata.'

  24 	Saṃvarta disse;
     	' se tu hai affezione per me o re degli dèi, stabilisci da te le regole del sacrificio, 
     	e in persona compi tutti i passi o re dei re, e che tutto il mondo lo sappia o dio.'”

  25 	Vyāsa disse:
     	“ così richiesto dal discendente di Aṅgiras, Śakra in persona dava ordini agli dèi:
     	'che la sala e le principali dimore siano preparate, a migliaia, con bei piani e perfette,

  26 	con pronte colonne, e fate rapidamente delle sale per gandharva e apṣaras,
     	e in queste danzeranno a migliaia le apsaras, e sia fatto il luogo del sacrificio simile al paradiso.'

  27 	così richiesti, i celesti contenti eseguirono gli ordini di Śakra o signore di uomini,
     	quindi Indra disse queste parole al felice re o re, e onorando Marutta:

  28 	' qui incontrandomi con te o re, e gli altri sovrani tuoi antenati,
     	e tutte le altre divinità con animo lieto, accettino le tue offerte o re,

  29 	che accettino il burro e il riso, mostrando i vari aspetti di tutti gli dèi
     	la scura e sacra vittima consacrata colla mobile coda sacrifichino i migliori rinati per mio ordine.'

  30 	quindi prosperava il sacrificio del re, laddove gli dèi in persona portavano i cibi, 
     	e in cui Śakra venerato dai brahmani, e presente era il re degli dèi, dai fulvi cavalli,

  31 	quindi Saṃvarta grand'anima, salito sull'altare splendente come un secondo fuoco,
     	invitando a voce alta le schiere di dèi, offriva con mantra le oblazioni nel fuoco lietamente,

  32 	allora bevuto il primo soma l'uccisore di Bala, e gli altri celesti avendo bevuto il soma,
     	tutti con licenza del re partirono, contenti e felici secondo la loro soddisfazione,

  33 	quindi il re i mucchi d'oro faceva mettere contento qua e là,
     	distribuendo ai ri-nati ampie ricchezze, splendeva l'uccisore di nemici come il dio dei tesori,

  34 	quindi raccogliendo varie ricchezze, e riempito il tesoro quanto poteva,
     	tornando indietro col permesso del guru, governava la terra intera circondata dal mare,  

  35 	di queste qualità era dunque il re, nel cui sacrificio vi fu questa abbondanza d'oro,
     	e questa ricchezza raggiungendo o re dei re, sacrifica agli dèi rettamente soddisfacendoli.”

  36 	Vaiśaṃpāyana disse:
     	allora il re, il pāṇḍava era di lieto aspetto, udite le parole del figlio di Satyavatī,
     	pose mente a sacrificare con quelle ricchezze, e si consigliava di nuovo coi ministri.
     


                              XI*


   1 	Vaiśaṃpāyana disse:
     	così apostrofato quel sovrano da Vyāsa dal meraviglioso agire,
     	Vāsudeva dal grande splendore allora cominciava a parlare

   2 	a quel sovrano dall'animo triste, per la morte di famigliari e amici,
     	come il sole in eclisse, come un fuoco coperto dal fumo,

   3 	il prosecutore della stirpe vṛṣṇi sapendo che il pṛthāde era depresso in cuore, 
     	confortando il figlio di Dharma, cominciava a parlare:

   4 	Vāsudeva disse:
     	 “ ogni inganno conduce alla morte, la rettitudine alla sede di Brahmā
     	essendo tu un esperto sapiente perché lanci dei lamenti?

   5 	non hai completato la tua impresa? non hai vinto i nemici?
     	come mai non ti rendi conto che tu stai sul corpo del nemico?

   6 	qui ti racconterò secondo il dharma e secondo le scritture,
     	come sorgeva lo scontro di Indra con Vṛtra,

   7 	un tempo la terra fu acquisita da Vṛtra o sovrano di uomini,
     	e vedendo la terra conquistata, essendo i sensi privati di odorato
     	i sensi con la terra rapita sentivano un cattivo odore,

   8 	il Cento-riti si adirava per l'odore tolto ai sensi,
     	e allora furioso scagliava la sua terribile folgore a Vṛtra,

   9 	e colpito dalla folgore di quel fortissimo, entrava nella terra,
     	 e si appropriava violentemente delle acque e della loro percezione,, 

  10 	e rapite le acque da Vṛtra essendo ogni cosa priva di gusto,
     	il Cento-riti arcinfuriato, in quelle scagliava la folgore,

  11 	colpito dalla folgore del potentissimo nell'acqua,
     	penetrava rapido nella luce e ne rapiva la percezione,

  12 	rapita la luce da Vṛtra, essendo persa la percezione delle forme,
     	il Cento-riti arcinfunriato allora scagliava la sua folgore,

  13 	violentemente colpito dalla folgore del fortissimo,
     	entrava rapido nel vento e ne rapiva la percezione,

  14 	rapito il vento da Vṛtra, e portato via la percezione del tatto,
     	il Cento-riti arcinfuriato là scagliava la sua folgore,

  15 	e in quel luogo colpito dalla folgore del dio dall'infinito splendore,
     	correva nell'etere e ne rapiva la percezione,

  16 	entrato nell'etere Vṛtra ed essendo rapita la percezione del suono,
     	il Cento-riti arcinfuriato là scagliava la sua folgore,

  17 	e là colpito dalla folgore del dio dall'infinito splendore,
     	rapido entrava in Śakra e ne rapiva la percezione,

  18 	e posseduto da Vṛtra gli sorgeva una grande confusione,
     	e allora o caro, Vasiṣṭha lo risvegliava con il sāman rathaṃtara,

  19 	allora il Cento-riti colpiva Vṛtra o toro dei bhārata,
     	che stava nel suo corpo con la sua folgore invisibile, abbiamo udito,

  20 	questo è un segreto del dharma raccontato da Śakra ai grandi ṛṣi,
     	e i ṛṣi me l'hanno raccontato, sappilo o sovrano di uomini.”
     


                              XII


   1 	Vāsudeva disse:
     	“ di due generi nascono i disordini, di corpo e di mente,
     	nascono dall'agire reciproco di entrambi, e non vi è mai separazione,

   2 	nel corpo nasce la malattia corporale, non vi è qua dubbio, 
     	e la malattia mentale nasce certamente nella mente,

   3 	il caldo e il freddo e l'aria sono qualità nate nel corpo o re,
     	e l'equilibrio di queste qualità dicono sia un segno di buona salute,
     	dal caldo è rimosso il freddo, e dal freddo il caldo è rimosso,

   4 	sattva, rajas e tamas, questi sono detti i tre guṇa dell'anima,
     	l'equilibrio di questi guṇa dicono sia segno di buona salute,
     	ma nella preponderanza di ciascuno di essi si prescrive un rimedio,

   5 	dalla gioia è rimosso il dolore, dal dolore la gioia è rimossa,
     	e chi è immerso nel dolore vuole ricordarsi della felicità,
     	e chi è immerso nella felicità, vuole ricordarsi dei dolori passati,

   6 	tu non-addolorato del dolore, e non-felice della felicità,
     	ti vuoi ricordare o kuntīde, il destino è il più forte di tutti,

   7 	o la tua natura o pṛthāde, è quella che ti trattiene,
     	avendo visto Kṛṣṇā mestruata e con una sola veste trascinata nella sala,
     	davanti ai pāṇḍava non te ne vuoi ricordare,

   8 	l'esilio dalla città, il vestirsi di pelli,
     	e il vivere nella foresta, di tutto ciò non ti vuoi ricordare,

   9 	l'offesa fatta da Jaṭāsura, lo scontro con Citrasena,
     	e l'offesa avuta dal re dei sindhu, non te le vuoi ricordare,

  10 	e ancora la percossa col piede di Kīcaka avvenuta di nascosto,
     	alla figlia di Yajñasena, allora o pṛthāde di questa non ti vuoi ricordare, 

  11 	e come fu il tuo scontro con Bhīṣma e con Droṇa o uccisore di nemici,
     	contro la sola tua mente tu devi combattere, questa è la battaglia da fare,
     	perciò devi scendere a battaglia o toro dei bhārata,

  12 	questo nemico non ha forma visibile, e ci si libera da esso con proprio agire,
     	e dove non si deve agire con frecce, servi o parenti,
     	solo contro la mente devi combattere, questa è la battaglia da fare,

  13 	in questo scontro non ancora vinto, quale posizione prenderai?
     	questo sapendo o kuntīde, farai quanto devi fare,

  14 	prendendo questa risoluzione, origine e meta dei viventi,
     	nella condotta di padri e avi, governa il regno come credi.”
     


                              XIII


   1 	Vāsudeva disse:
     	“ non trascurando le cose esterne si raggiunge il successo o bhārata,
     	e trascurando le cose corporali, si raggiunge il successo oppure no,

   2 	ma di chi trasurando le cose esterne si applica a quella corporee,
     	questa sia la regola e la felicità dei soli nemici, 

   3 	morte ha due sillabe, e il brahman eterno ne ha tre,
     	'per me vi è la morte di due sillabe, per me non vi è l'eternità.' così si pensa

   4 	ma brahman e morte o re, entrambe sono radicate nel sé
     	invisibili, e i viventi vi devono combattere senza dubbio,

   5 	se di regola è indistrustruttibile ogni vivente o bhārata,
     	distruggendo il corpo dei viventi si persegue la non violenza,

   6 	e avendo ottenuto l'intera terra con i suoi mobili e immobili, 
     	perché ti fai pensiero di quanto non esiste?

   7 	oopure quando stavi o pṛthāde, nella foresta vivendo di animali selvatici,
     	non ti facevi pensiero di essi che erano sulla bocca della morte,

   8 	guarda la natura di questi nemici interni ed esterni o bhārata,
     	chi non guarda al passato si libera dalla grande paura,

   9 	al mondo non si approva chi ha anima bramosa, né c'è azione senza desiderio,
     	il donare, lo studio dei veda, e il tapas, e le cerimonie vediche, dal desiderio nascono,

  10 	chi conoscendo voto, riti, controlli, meditazione, non si impegna nei desideri,
     	e tutto ciò che egli desidera non sia altro che il dharma, il controllo è il dharma e ciò sia la sua radice,

  11 	qui un canto chiamato kāmagīta citano gli antichi sapienti,
     	ascoltalo ora citato interamente o Yudhiṣṭhira,

  12 	' io non sposso essere ucciso da nessun essere in alcun modo, 
     	chi tenta di uccidermi conoscendo la mia forza in attacco,
     	in questo suo attacco io di nuovo ricompaio, 

  13 	chi tenta di uccidermi coi riti di molte e varie dakṣiṇa,
     	io di nuovo ricompaio come uomo attivo tra chi si muove,

  14 	chi tenti di uccidermi coi veda, coi veda, con incantamenti dei veda,
     	come un'anima in pace tra gli immobili, io ricomparirò,

  15 	il sincero ardimentoso che tenti di uccidermi con la fermezza,
     	io diverrò la sua stessa natura e lui non si accorgerà di me,

  16 	il fermo nei voti che si sforzi di uccidermi col tapas, 
     	allora io ricomparirò di nuovo nel suo tapas,

  17 	il sapiente che tenti di uccidermi rifugiandosi nella liberazione,
     	io danzerò e riderò di costui intento alla sua liberazione,
     	io sono il solo, l'eterno indistruttibile da parte di ogni essere.'

  18 	perciò anche tu con sacrifici dalle molte dakṣiṇa il dharma
     	che desideri compi o grande re, ed egli sarà tuo,

  19 	celebra il sacrificio del cavallo secondo le regole con grandi dakṣiṇa,
     	e i vari altri sacrifici dotati di abbondandi dakṣiṇa,

  20 	non avere continuamente ansia vedendo i nemici uccisi,
     	quelli che furono uccisi in questo campo di battaglia non ti possono vedere,

  21 	quindi tu sacrificando con grandi riti dotati di abbondanti dakṣiṇa,
     	otterrai al mondo suprema fama, e la miglior fine raggiungerai.”


                              XIV


   1 	Vaiśaṃpāyana disse:
     	così da muni ricchi in tapas, con molte e vari discorsi 
     	fu confortato il re e ṛṣi Yudhiṣṭhira a cui erano stati uccisi i parenti,

   2 	pacificato dal venerabile e famosissimo dvaipāyana 
     	in persona, da Kṛṣṇa, e da Devasthāna fu quel potente,

   3 	e da Nārada, da Bhīma, e da Nakula quel sovrano, 
     	e da Kṛṣṇā, da Sahadeva e dal saggio Vijaya,

   4 	e da altri brahmani, tigri fra gli uomini, sapienti di śāstra,
     	egli si liberava dal dolore nato dalla sofferenza, e dal tormento dell'anima,

   5 	Yudhiṣṭhira venerava quindi gli dèi e i brahmani,
     	e compiuti i riti funebri dei suoi parenti, di nuovo il sovrano,
     	anima pia, governava la terra circondata dal mare,

   6 	con la mente pacificata il kauravya, ottenuto il suo proprio regno,
     	quel sovrano diceva a Vyāsa e a Nārada e a tutti gli altri:

   7 	“ confortato fin da ora sono da voi anziani, e tori fra i muni, 
     	non si trova più in me neppure la più piccola fonte di dolore,

   8 	dopo aver ottenuto una grandissima ricchezza io sacrificherò agli dèi,
     	e posto vossignori davanti, convocheremo un festival,

   9 	noi protetti da te o nonno, ci recheremo sull'himavat,
     	si dice che questa regione sia piena di miracoli o migliore dei ri-nati,

  10 	da te venerabile, molte belle e piacevoli cose sono state dette,
     	e pure dal ṛṣi divino Nārada e da Devasthāna,

  11 	nessun uomo sfortunato ha mai avuto guru di tal fatta,
     	e amici onorati e virtuosi, dopo esser caduto in disgrazia.” 

  12 	così apostrofati dal re, tutti quei grandi ṛṣi,
     	licenziavano il re, ed entrambi Kṛṣṇa e Phalguna,
     	e davanti a tutti loro allora andarono a svanire,

  13 	allora il re, il potente figlio di Dharma si sedeva,
     	e dopo non troppo tempo da loro, si rialzava,

  14 	mentre allora i kuru compivano i riti purificatori per la morte
     	di Bhīṣma e davano grandi ricchezze ai brahmani, per il funerale,

  15 	di Bhīṣma e di Karṇa e dei principali kuru, o rampollo dei kuru,
     	assieme a Dhṛtarāṣṭra procedeva al rito funebre,

  16 	quindi data molta ricchezza ai savi, il toro dei pāṇḍava, 
     	preceduto da Dhṛtarāṣṭra entrava nella città che ha nome dagli elefanti,

  17 	e confortando il padre il sovrano dalla saggezza per vista,
     	quell'anima pia governava la terra assieme ai fratelli.
     


                              XV


   1 	Janamejaya disse;
     	“ conquistato e pacificato il regno dai pāṇḍava o migliore dei ri-nati, 
     	che fecero allora i due valorosi Vāsudeva e il Conquista-ricchezze?”

   2 	Vaiśaṃpāyana disse:
     	conquistato e pacificato il regno dai pāṇḍava o signore di popoli,
     	divennero molto contenti i due Vāsudeva e il Conquista-ricchezze,

   3 	e passavano il tempo pieni di gioia come due re degli dèi in cielo,
     	in bellissime selve e sulle cime dei monti,

   4 	e su meravigliosi picchi, su laghi e fiumi,
     	passeggiando contentissimi come gli aśvin nel giardino divino,

   5 	ad indraprastha Kṛṣṇa e il pāṇḍava, grandi anime si rallegravano,
     	ed entrati nel piacevole palazzo passavano il tempo o bhārata,

   6 	e là belle storie della battaglie e le difficoltà o principe,
     	si raccontavano nei loro vari discorsi allora,

   7 	e si raccontavano le genealogie dei ṛṣi e delle divinità, 
     	con anima lieta le due antiche grandi anime, e supremi ṛṣi,

   8 	e dolci e belle storie piene di significato e di importanza,
     	il Lunghi-capelli sapiente di ogni certezza raccontava al pṛthāde,

   9 	Janārdana nipote di Śūra, colle sue storie pacificava il pṛthāde,
     	che era afflitto per la morte dei figli e dei parenti a migliaia,

  10 	quel grande asceta, sapiente di ogni mezzo, avendolo confortato,
     	e avendogli tolto quel peso il sātvata si riposava,

  11 	quindi alla fine del discorso Govinda diceva al Folti-capelli,
     	consolandolo con voce gentile queste parole per il suo bene:

  12 	“ conquistata è l'intera terra o ambidestro, o tormenta-nemici,
     	dal re, dal figlio di Dharma, affidandosi alla forza del tuo braccio, 

  13 	e il dharmarāja Yudhiṣṭhira ora code della terra senza rivali,
     	per l'energia di Bhīmasena e dei gemelli o migliore degli uomini,

  14 	il re giusto o sapiente del dharma, ha ottenuto un regno privo di problemi,
     	e il re Suyodhana è stato ucciso sul campo secondo il dharma,

  15 	immersi nell'adharma, avidi, che sempre urlavano offese,
     	i figli di Dhṛtarāṣṭra malanime, sono stati abbattuti coi loro accoliti,

  16 	il sovrano o pṛthāde, della intera terra pacificata
     	gode, il re figlio di Dharma da te protetto o prosecutore dei kuru,

  17 	e io mi rallegro nelle foreste assieme a te o pāṇḍava,
     	che altro può fare questa persona quando Pṛthā, e tu tormenta-nemici,

  18 	e il re figlio di Dharma, e il fortissimo Bhīma,
     	e i due figli di Mādrī hanno il mio supremo affetto,

  19 	nei dintorni di questo palazzo simili al paradiso o bhārata,
     	santi e gradevolissimi essendo stato insieme a te o senza-macchia,

  20 	molto tempo è passato senza che io vedessi il figlio di Śūra,
     	e anche Baladeva o kauravya, e gli altri tori dei vṛṣṇi,

  21 	e desidero andare verso la città di dvāravatī,
     	compiacciati anche tu della mia partenza o toro tra gli uomini,

  22 	in vari modi e luoghi il re Yudhiṣṭhira da noi,
     	e da Bhīṣma fu apostrofato mentre era pieno di sofferenza,

  23 	essendo sopravissuto Yudhiṣṭhira che è il nostro sovrano il pāṇḍava. 
     	devo avere anche da lui grandissima anima, le giuste parole,

  24 	nel figlio di Dharma, sapiente del dharma, di fatta sapienza e di vera parola,
     	sempre sono salde, verità, dharma, intelletto e suprema fermezza,

  25 	se non ti dispiace o Arjuna, raggiunto quel grand'anima,
     	dagli tu al signore di genti l'annnucio della mia partenza,

  26 	io non potrei fargli del male anche fossi in procinto di lasciare la vita,
     	come dunque o grandi-braccia, mentre parto per la città di dvāravatī?

  27 	tutto questo o pṛthāde, è per desiderio di farti del bene,
     	io ti dico il vero o kauravya, non vi è qui nessun inganno,

  28 	è terminata la ragione del mio risiedere qui o Arjuna,
     	il re figlio di Dhṛtarāṣṭra è stato ucciso coi suoi fratelli e i suoi eserciti,

  29 	e la terra o caro, è nelle mani del saggio figlio di Dharma,
     	salda, circondata dal mare, con tutti i suoi picchi, boschi e foreste,
     	piena di gemme di vari tipi, essa è del re dei kuru o pāṇḍava,

  30 	che il re sapiente del dharma governi tutta la terra secondo il dharma,
     	accompagnato da molte perfette grandi anime,
     	ed elogiagiato sempre dai canti dei bardi o toro dei bhārata,

  31 	andando oggi con me alla presenza del re continuatore dei kuru,
     	chiedigli il permesso o tigre dei kuru, della mia partenza per dvārakā,

  32 	il corpo e la ricchezza che v'è nella mia casa, appartiene sempre o pṛthāde a Yudhiṣṭhira,  
     	caro e onorato da me è sempre Yudhiṣṭhira, il sovrano illuminato dei kuru,

  33 	e neppure vi è ragione che io qui rimanga eccetto che per te o grandi-braccia,
     	salda è la terra agli ordini o pṛthāde, del tuo virtuoso guru Yudhiṣṭhira.”

  34 	così apostrofato da Janārdana grand'anima, Arjuna dall'incomparabile coraggio,
     	come fosse in ambascie, diceva di si, venerando Janārdana o sovrano.