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97. Mahāprasthānika

( La grande partenza. XVII, 1-3)

                              I

   1 	Janamejaya disse:
     	“ così avendo udito dello scontro con le mazze nella stirpe di vṛṣṇi e andhaka,
     	i pāṇḍava che fecero allora, dopo che Kṛṣṇa fu andato in cielo?”

   2 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	il re dei kuru, udito che ebbe della grande strage dei vṛṣṇi,
     	ponendo mente alla partenza queste parole diceva ad Arjuna:

   3 	“ il tempo invero fa maturare tutti gli esseri o grande intelletto, 
     	il resto di questa azione io credo che tu debba andare a vedere.” 

   4 	così richiesto il kuntīde, dicendo: “il tempo è il tempo!”
     	quel valoroso, acconsentiva alle parole del fratello maggiore, 

   5 	e Bhīmasena e i gemelli conosciuta l'intenzione di Arjuna,
     	acconsentirono anche loro alle parole che disse l'ambidestro,

   6 	allora Yudhiṣṭhira partendo, per amore del dharma,
     	fece chiamare Yuyutsu e l'intero regno affidava al figlio della vaiśya,

   7 	consacrando però nel regno come re Parikṣit,
     	pieno di dolore il re, il primogenito dei pāṇḍava diceva a Subhadrā:

   8 	questo figlio di tuo figlio diventerà il re dei kuru,
     	e anche Vajra il superstite degli yadu sia dunque re,

   9 	Parikṣit ad hāstinapura, e lo yādava a śakraprastha,
     	il re Vajra sia da te protetto, non porre mai mente all'adharma.”

  10 	così avendo parlato il dharmarāja, per il saggio Vāsudeva,
     	e per l'anziano zio materno, e per gli altri a cominciare da Rāma,

  11 	assieme alle matrone, quell'anima giusta con cura compiva il rito dell'acqua,
     	e stabiliti i riti funebri per tutti, secondo le regole allora,

  12 	offriva gioielli, vesti, villaggi, cavalli e anche carri,
     	e donne e vacche a centinaia e a migliaia ai principali brahmani,

  13 	e consacrando Kṛpa come maestro, per primo,
     	a lui diede come discepolo Parikṣit, quel migliore dei bhārata,

  14 	quindi Yudhiṣṭhira fatti convenire tutti i cittadini,
     	quel re e ṛṣi, annunciava quento egli voleva fosse fatto,

  15 	le genti della città e del contado, udite le sue parole,
     	con gli animi fortemente sconvolti, non dicevano una parola,

  16 	“ non sia fatto così da te!” alla fine dissero al sovrano,
     	ma il re non acconsentì, conoscendo il dharma e il corso del tempo,

  17 	quindi quell'anima giusta data licenza alle genti della città e del contado,
     	poneva mente alla partenza sua e dei suoi fratelli,

  18 	quindi il re dei kuru, il figlio di Dharma Yudhiṣṭhira,
     	togliendo gli ornamenti dalle proprie membra, indossava vesti di corteccia,

  19 	e Bhīma e Arjuna e i gemelli e la bellissima Draupadī,
     	pure tutti loro indossarono vesti di corteccia o sovrano di uomini,

  20 	e avendo compiuto completamente i riti o toro dei bhārata,
     	tutti gettando acqua sul fuoco, partirono quei tori fra gli uomini, 

  21 	allora tutte le donne lanciarono urla vedendo quei tori fra gli uomini,
     	partire e Draupadī per sesta, come un tempo fecero vinti ai dadi,

  22 	gioia vi era in tutti i fratelli riguardo alla partenza,
     	conoscendo la decisione di Yudhiṣṭhira e guardando alla fine dei vṛṣṇi,

  23 	coi cinque fratelli, e Kṛṣṇā per sesta, e un cane per settimo,
     	fattosi settimo da sé, il re partiva dalla città degli elefanti,
     	seguito a lungo da tutti i cittadini e dalle donne,

  24 	ma nessuno fu in grado di chiedergli di ritornare,
     	alla fine tutti gli uomini abitanti della città tornarono indietro,

  25 	a cominciare da Kṛpa si misero intorno a Yuyutsu, 
     	e Ulūpī la figlia del serpente o kaurava entrava nella Gaṅgā,

  26 	e pure Citrāṅgadā partiva verso la citta di maṇipūra,
     	e le restanti altre madri tornarono presso Parikṣit,

  27 	e i pāṇḍava grandi anime, e la bellissima Draupadī,
     	compiuto un digiuno o kaurava partirono verso est,

  28 	concentrati nello yoga le grande anime aderendo al dharma della rinuncia,
     	giunsero in molti luoghi, laghi e montagne,

  29 	Yudhiṣṭhira procedeva davanti, e di seguito a lui Bhīma,
     	quindi Arjuna, e dietro i gemelli nel giusto ordine,

  30 	dietro a loro la bellissima Draupadī di scuro incarnato, dagli occhi a foglia
     	di loto, la migliore delle donne, procedeva o migliore dei bhārata,

  31 	e il cane da solo seguiva i pāṇḍava partiti per la foresta,
     	e camminando i valorosi raggiunsero il mar rosso,

  32 	il conquista-ricchezze non aveva lasciato però il gāṇḍīva arco divino,
     	per brama di gioie preziose o grande re, e le due faretre inesauribili,

  33 	essi allora videro Agni fermo come una roccia là davanti,
     	in persona fermo coprendo la strada in forma umana,

  34 	allora il dio dalle sette fiamme, questo diceva ai pāṇḍava:
     	“ oh, oh, o valorosi figli di Pāṇḍu, sappiate che io sono il fuoco che purifica,

  35 	o Yudhiṣṭhira grandi-braccia, o Bhīmasena tormenta-nemici,
     	o Arjuna, o eroi figli degli aśvin, ascoltate le mie parole,

  36 	io sono Agni o migliori dei kuru, io ho bruciato la khāṇḍava,
     	coll'aiuto di Arjuna e anche di Nārāyaṇa,

  37 	vostro fratello Phalguna lasciando il gāṇḍīva suprema arma,
     	si rechi nella foresta, nessun altro mezzo vi è,

  38 	il disco prezioso che era stato fornito a Kṛṣṇa grand'anima,
     	che lanciato di nuovo tornava a tempo debito nella sua mano,

  39 	e il gāṇḍiva che io un tempo presi da Varuṇa, per conto del pṛthāde,
     	questo supremo arco, deve essere riconsegnato a Varuṇa.”

  40 	quindi tutti i fratelli, incitarono il conquista-ricchezze,
     	e lui lo gettava in acque assieme alle due faretre inesauribili, 

  41 	quindi Agni o migliore dei bhārata, immediatamente spariva,
     	e i valorosi pāṇḍava allora si dirigevano verso sud,

  42 	e allora essi dalla costa settentrionale del mare tesoro di sale,
     	partirono o tigre degli uomini, verso la regione a sud-ovest,

  43 	quindi di nuovo girarono verso la regione occidentale,
     	e videro anche dvārakā sommersa dall'oceano,

  44 	e di nuovo girando partirono verso nord quei migliori dei bhārata,
     	per voler compiere la prādakṣiṇa attorno alla terra intenti nel giusto yoga.
     


                              II


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	allora quelle anime controllate stabilitesi nella regione settentrionale,
     	intenti allo yoga scorgevano il grande monte himavat,

   2 	e avendola superata essi videro un grande deserto di sabbia,
     	e scorsero il grande monte meru, la migliore delle cime,

   3 	mentre procedevano rapidi tutti loro concentrati nello yoga,
     	la figlia di Yajñasena perdendo la presa cadeva al suolo,

   4 	il fortissimo Bhīmasena vedendola cadere,
     	diceva al dharmarāja, pensando alla figlia di Yajñasena:

   5 	“ mai la figlia del re ha praticato l'adharma, o tormenta-nemici,
     	per quale motivo dunque o re, Kṛṣṇā è caduta al suolo?”

   6 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“ grande attaccamento aveva lei specialmente per il conquista-ricchezze,
     	e oggi lei ha avuto il frutto di ciò o migliore degli uomini.”

   7 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	così avendo parlato, non scorgendola più, il sovrano figlio di Dharma proseguiva,
     	con la mente raccolta quel saggio, quell'anima giusta, quel toro fra gli uomini,

   8 	quindi l'intelligente Sahadeva precipitava al suolo,
     	e Bhīma vedendolo cadere diceva al re:

   9 	“lui che tutti noi ha sempre ascoltato privo di ogni egoismo,
     	il figlio della principessa dei madra, perché è precipitato a terra?”

  10 	Yudhiṣṭhira disse:
     	' egli non ha mai creduto nessuno pari a lui per saggezza,
     	per questo fallo perciò è precipitato quel figlio di re.”

  11 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	così avendo parlato, lasciato Sahadeva dunque procedeva,
     	assieme ai fratelli e al cane il kuntīde Yudhiṣṭhira,

  12 	avendo visto precipitare Kṛṣṇā e il pāṇḍava Sahadeva,
     	il prode Nakula afflitto per amore dei famigliari, precipitava allora,

  13 	precipitato sunque il valoroso Nakula bellisssimo a vedersi,
     	di nuovo Bhīma allora questo diceva al re:

  14 	“il fratello che mai ha mancato al dharma, sempre pronto all'obbedienza, 
     	Nakula che era il primo per bellezza è precipitato a terra.”

  15 	così apostrofato da Bhīmasena, Yudhiṣṭhira rispondeva
     	riguardo a Nakula, quell'anima pia, quel migliore di tutti i saggi:

  16 	“ egli sempre aveva in mente:' nessuno vi è pari a me,
     	per bellezza io sono il solo superiore.' 

  17 	perciò Nakula è precipitato, comprendilo o ventre-di-lupo,
     	quanto è per lui stabilito, il valoroso questo ottiene.”

  18 	il pāṇḍava dai bianchi destrieri, veduti quelli precipitare,
     	sommerso dal dolore anche quell'uccisore di eroi nemici vi precipitava dietro,

  19 	caduto dunque quella tigre fra gli uomini, splendido come Śakra,
     	morto quell'invincibile, Bhīma diceva al re:

  20 	“io non non ricordo una falsità di quel grand'anima, neppure per sbaglio,
     	dunque di chi è colpa che lui è precipitato a terra?

  21 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“ così disse Arjuna: ' in un solo giorno io ucciderò i nemici.'
     	ma questo non ha compiuto, per questo suo orgoglio di guerriero, cadde,

  22 	e Phalguna disprezzava tutti gli altri arcieri
     	e come parla, uno deve agire, se vuole la prosperità.”

  23 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	così avendo parlato, partiva il re, e anche Bhīma precipitava,
     	e cadendo Bhīma  diceva al dharmarāja Yudhiṣṭhira:

  24 	“ohi, ohi o re, guarda anch'io cado che son amato da te,
     	per quale motivo cado? dimmmelo se lo conosci?”

  25 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“ il tuo troppo mangiare e la tua forza hai vantato,
     	senza guardare agli altri, per questo o pṛthāde sei caduto a terra.”

  26 	Vaiśaṁpāyana disse.
     	così avendo parlato il grandi-braccia, procedeva senza guardare,
     	solo il cane che io spesso ti ho menzionato, lo seguiva.
     


                              III


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	quindi Śakra fecendo risuonare interamente cielo e terra,
     	giungeva sul suo carro, e diceva al pṛthāde: “sali dunque!”

   2 	il dharmarāja Yudhiṣṭhira, avendo veduto precipitare i suoi fratelli,
     	pieno di dolore diceva queste parole al dio dai mille-occhi:

   3 	“ i miei fratelli che sono precipitati vengano qui con me,
     	senza i miei fratelli io non voglio entrare in paradiso o signore dei celesti,

   4 	e la nobilissima figlia del re meritevole di felicità o distruggi-fortezze,
     	che venga assieme a noi, questo conceda la tua signoria.”

   5 	Indra disse:
     	“ i fratelli e i figli vedrai tu precedentemente giunti nel terzo cielo,
     	tutti loro assieme a Kṛṣṇā, non dolerti o toro dei bhārata, 

   6 	abbandonando i loro corpi umani sono giunti o toro dei bhārata, 
     	e con questo corpo tu certamente entrerai in paradiso.”

   7 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“ questo cane o signore del passato e del futuro, sempre mi è stato fedele,
     	che egli venga con me, questa è la mia benevola intenzione.”

   8 	Indra disse:
     	“ l'immortalità pari alla mia o re, e la massima prosperità e grande gloria,
     	ottieni tu oggi, e le felicità del paradiso, lasciando qui il cane, non vi è qui dubbio.”

   9 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“ non è degno di un nobile o mille-occhi, poter fare una malvagità o nobile dio,
     	non vi è prosperità che tu mi possa dare per cui io abbandoni una creatura fedele.”

  10 	 Indra disse:
     	“ nel paradiso non vi è spazio per i cani, in preda all'ira rubano le sacre offerte,
     	quindi non farne questione o dharmarāja, lascia il cane, non vi è da dubitare qui.”

  11 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“ abbandonare un fedele dicono un supremo male, pari al fare un brahmanicidio al mondo,
     	perciò io mai e in nessun modo lo abbandonerò per aver la felicità o grande Indra.”

  12 	Indra disse: 
     	“ i cani in preda all'ira rubano l'offerta che vedono sul sacrificio,
     	perciò abbandona questo cane, abbandonando il cane otterrai il mondo divino,

  13 	lasciando i fratelli e l'amata Kṛṣṇā hai raggiunto il mondo col tuo agire o valoroso,
     	hai sopportato di abbandonare ogni cosa, perche ora non abbandoni questo cane?”

  14 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“ non vi è attaccamento né distacco, coi mortali morti, questa è la legge nei mondi,
     	io non fui in grado di farli vivere, perciò li abbandonai, ma non l'avrei fatto se vivi,

  15 	respingere un rifugiato, uccidere le donne, rubare i beni dei brahmani,
     	tradire un amico, queste quattro cose o Śakra sono per me uguali a lasciare un fedele.”

  16 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	terminate le parole del dharmarāja, il beato Dharma nel proprio aspetto diceva
     	pieno di gioia al sovrano Yudhiṣṭhira, con gentili parole piene di elogi: 

  17 	“ tu sei nato o re dei re, con la saggezza e il comportamento del padre,
     	per questa tua compassione per tutti gli esseri o bhārata,

  18 	un tempo fosti da me messo alla prova nella selva dvaitavana,
     	dove i tuoi fratelli erano morti andando in cerca di acqua,

  19 	e dove Bhīma e Arjuna tralasciando, che ti erano entrambi fratelli,
     	per imparzialità verso le madri, hai voluto vivo Nakula,

  20 	così per questo fedele cane hai abbandonato il carro del dio,  
     	perciò nessun altro vi è in paradiso pari a te o sovrano di uomini,

  21 	quindi col tuo corpo, sono tuoi questi mondi imperituri o bhārata,
     	tu hai ottenuto la suprema divina meta, o migliore dei bhārata.” 

  22 	quindi Dharma, Śakra, i marut e i due Aśvin,
     	gli dèi, i ṛṣi divini, facendo salire il pāṇḍava sul carro,

  23 	i perfetti che viaggiano a piacere, partirono nei loro carri volanti, 
     	tutti puri e santi, dalle pure azioni, intenzioni e parole,

  24 	il re il prosecutore della stirpe dei kuru stando sul carro,
     	verso l'alto procedeva veloce, soffuso dello splendore di cielo e terra,

  25 	quindi Nārada esperto di tutti i mondi stando nella schiera divina,
     	orgoglioso del suo grande tapas queste parole forte diceva:

  26 	“ tutti i ṛṣi regali che qui si sono riuniti,
     	di tutti loro coprendone la gloria, il re dei kuru è superiore,

  27 	coprendo i mondi con la sua gloria, il suo splendore e la perfezione di condotta,
     	col proprio corpo è qui giunto, di nessun altro che il pāṇḍava sappiamo ciò.”

  28 	udite le parole di Nārada, il re diceva questo discorso,
     	dopo aver salutato gli dèi e i sovrani ai suoi lati:

  29 	“ felice o cattivo che sia, ora lo stato dei fratelli, sia mio,
     	io questo voglio avere, nessun altro mondo io desidero.”

  30 	udite le parole del re, il re degli dèi il distruggi-fortezze,
     	rispondeva a Yudhiṣṭhira privo di ogni dubbio:

  31 	“ in questo luogo risiedi o re dei re, che hai conquistato con le tue pure azioni, 
     	perché tu oggi cerchi di avere l'amore degli umani?

  32 	la perfezione suprema hai raggiunto, come nessun altro uomo mai prima,
     	i tuoi fratelli non hanno ottenuto il tuo stato o rampollo dei kuru,

  33 	ora la natura umana ancora ti tocca o sovrano di uomini,
     	questo è il paradiso, guarda i ṛṣi divini, i siddha che abitano il terzo cielo.”

  34 	Yudhiṣṭhira al re degli dèi al signore che così parlava,
     	di nuovo diceva quel saggio queste appropriate parole:

  35 	“ senza di loro io non posso qui risiedere o distruttore di daitya,
     	io voglio andare là dove stanno i miei fratelli,

  36 	dove sta la grande Draupadī, la scura, che è dotata delle qualità
     	di purezza e intelletto, la migliore delle donne, là dove sta la mia amata.”