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98. Svargārohaṇaparvan

( Il libro dell'ascesa al paradiso. XVIII, 1-5)

                              I

   1 	Janamejaya disse:
     	“ il paradiso supremo di Indra avendo ottenuto i miei antenati,
     	i pāṇḍava e i figli di Dhṛtarāṣṭra, di quali esistenze godono?

   2 	questo io vorrei sapere da te, che io credo essere omnisciente,
     	e col permesso del grande ṛṣi, di Vyāsa dalle meravigliose imprese.”

   3 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	avendo ottenuto il supremo paradiso di Indra i tuoi antenati,
     	a cominciare da Yudhiṣṭhira, quanto fecero ascolta,

   4 	il dharmarāja Yudhiṣṭhira, ottenuto il supremo paradiso,
     	vi scorgeva seduto Duryodhana soffuso di gloria,

   5 	splendente come il sole, e attorniato da eroi e da Lakṣmī stessa,
     	e assieme agli dèi luminosi, e ai sādhya dalle sante azioni,

   6 	allora Yudhiṣṭhira, vedendo Duryodhana, furioso
     	divenne e violentemente contrariato, vedendo quella gloria su Suyodhana, 

   7 	e parlando a voce alta: “io non desidero condividere i mondi
     	con questo Duryodhana avido e imprevidente,

   8 	per cui tutta la terra, e gli amici e i parenti
     	furono da noi uccisi vincendoli in battaglia, dopo l'esilio nella grande foresta,

   9 	e Draupadī la pāñcāla dalla virtuosa condotta in mezzo all'assemblea,
     	la nostra impeccabile sposa fu tormentata davanti agli anziani,

  10 	fortuna sia a voi o dèi, io non ho desiderio di vedere Duryodhana,
     	io voglio andare là dove sono i miei fratelli.”

  11 	“ non è così.” disse a lui quasi ridendo Nārada:
     	“ risiedendo in paradiso o re dei re, ogni inimicizia cessa,

  12 	o Yudhiṣṭhira grandi-braccia, non parlare in questo modo
     	contro il re Duryodhana, ascolta le mie parole,

  13 	il re Duryodhana è onorato assieme ai trenta dei,
     	dai virtuosi, dai migliori dei re, che risiedono in paradiso,

  14 	avendo ottenuto, abbandonando il suo corpo in battaglia, il mondo meta degli eroi,
     	tutti voi siete divenuti uguali ai celesti per quella battaglia,

  15 	questo sovrano, col dharma kṣatriya ha ottenuto questa condizione,
     	lui che fu senza paura in quel grande pericolo,

  16 	non devi tenere in mente o figlio, quanto è accadutto alla partita a dadi, 
     	né devi pensare all'insulto fatto a Draupadī,

  17 	neppure alle altre offese fatte a voi dai giocatori nella partita,
     	né devi ricordare quant'altro vi è capitato negli scontri,

  18 	unisciti a quanto di giusto ha compiuto il re Duryodhana,
     	nel paradiso non vi sono più nemici o sovrano di uomini.”

  19 	così apostrofato da Nārada il re dei kuru Yudhiṣṭhira,
     	quel saggio chiedeva dei fratelli, e diceva queste parole:

  20 	“ se Duryodhana ha questi eterni mondi degli eroi,
     	lui che è un malvagio esperto dell'adharma, ostile gli amici sulla terra,

  21 	a causa del quale, la terra fu distrutta, coi suoi cavalli, elefanti e carri,
     	mentre noi, pur bruciati dalla furia abbiamo tentato di evitare la guerra,

  22 	i miei fratelli saldi nei voti, che sono eroi e grandi anime,
     	guerrieri al mondo dalle sincere promesse, e dalle sincere parole,

  23 	adesso io voglio vedere quali mondi hanno, e loro stessi,
     	e pure Karṇa grand'anima, il figlio di Kuntī dall'onesto combattere,

  24 	e Dhṛṣṭadyumna e Sātyaki, e i figli di Dhṛṣṭadyumna,
     	e quei principi che in armi, secondo il dharma kṣatriya hanno avuto la morte,

  25 	dove sono questi principi o brahmano? io non vedo, o Nārada,
     	Virāṭa e Drupada, e gli altri a cominciare da Dhṛṣṭaketu,

  26 	e il pāñcāla Śikhaṇḍin, e tutti i figli di Draupadī,
     	e l'invincibile Abhimanyu, io li voglio vedere o Nārada.”
     


                              II


   1 	Yudhiṣṭhira disse:
     	“ qui non vedo o voi saggi dèi, il figlio di Rādhā dall'infinito splendore, 
     	e i due fratelli grandi anime, Yudhāmanyu e UttamaujasYudhāmanyu e Uttamaujas,

   2 	i grandi guerrieri che hanno sacrificato i corpi nei fuochi della battaglia,
     	i re e figli di re che per me sono morti in battaglia,

   3 	dove sono tutti questi grandi guerrieri, di pari coraggio alle tigri?
     	qualche mondo l'avranno vinto questi tra i migliori uomini,

   4 	se tutti questi grandi guerrieri hanno ottenuto dei mondi,
     	o dèi, datemi quella sede che è assegnata a queste grandi anime,

   5 	perché questi sovrani non hanno avuto questo mondo perenne e sublime?
     	io non voglio qui risiedere senza i congiunti e i fratelli,

   6 	udendo un tempo le parole della madre durante i riti funebri,
     	che l'acqua fosse offerta a Karṇa, io per questo mi dolevo,

   7 	e questo mi bruciava ripetutamente o dèi celesti,
     	che mia madre fosse ai piedi di quello splendido,

   8 	e vedendolo io non lo seguivo Karṇa, uccisore di forze nemiche,
     	e noi uniti a Karṇa non saremmo stati sconfitti neppure da Śakra in battaglia,

   9 	io voglio vederlo laddove sta il figlio del sole,
     	senza che io lo sapessi egli fu ucciso dall'ambidestro,

  10 	e Bhīma dal terribile coraggio, più caro a me che la vita stessa,
     	e Arjuna ad Indra uguale, e i gemelli, uguali a Yama stesso,

  11 	io voglio vedere la pāñcāla dalla virtuosa condotta,
     	non voglio stare qui, io vi dico il vero,

  12 	che importa a me del paradiso, se sono privo dei miei fratelli, o dèi celesti?
     	il paradiso per me è dove essi sono, questo, io penso, non è il paradiso.”

  13 	Gli dèi dissero:
     	“ se tu hai la volontà di andare rapidamente là o figliolo,
     	compiremo quanto ti piace, per ordine del re degli dei.”

  14 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	così avendo parlato gli dei, ordinarono ad un divino messaggero:
     	“ mostra a Yudhiṣṭhira i suoi amici.” o tormenta-nemici,

  15 	allora il figlio di Kuntī e l'araldo divino si recarono,
     	insieme, o tigre fra i re, dove erano quei tori fra gli uomini, 

  16 	davanti il divino araldo procedeva, e dietro il re,
     	lungo una via orrenda e crudele, abitata dai malfattori,

  17 	terribile, coperta di tenebre, e di erbe palustri simili a capelli,
     	piena del puzzo dei malvagi, imbrattata di carni e di sangue,

  18 	con zanne sporgenti e piena di zanzare, di ronzanti mosche e tafani,
     	e qua e là era interamente coperta di cadaveri,

  19 	piena di ossa e capelli, agitata da vermi e scorpioni,
     	e ovunque ricoperta di fuochi fiammeggianti,

  20 	infestata da corvi dal ferreo becco e da avvoltoi,
     	dai becchi appuntiti, e coperta da mucchi di corpi, grandi come colline,

  21 	imbrattati di sangue e fango, con mani braccia e gambe tagliate,
     	e con piedi e ventri lacerati abbandonati qua e là,

  22 	a questo lezzo di cadavere orribile da far rizzare i capelli,
     	il re dall'anima pia, procedeva in mezzo, molto pensando,

  23 	scorse pure un fiume pieno di acque bollenti impossibile da attraversare,
     	e una foresta con spade per foglie, e coperta da affilati rasoi,

  24 	da sabbie roventi infiammate, e pezzi di ferro e di rocce,
     	e ovunque pentole di rame con olio bollente,

  25 	e pure una selva di cotone spinoso, intoccabile per le acute spine,
     	vide il kuntīde, il tormento per chi ha agito male,

  26 	e percependo quel lezzo, diceva all'araldo divino:
     	“quanto lontano dobbiamo andare noi in tale luogo?

  27 	e dove sono i miei fratelli? tu me lo devi dire,
     	e in quale regione degli dèi sono loro? questo voglio sapere.”

  28 	girandosi avendo udito il discorso del dharmarāja,
     	il divino araldo diceva: “ è terminato il tuo cammino,

  29 	io devo tornare indietro, così mi hanno detto gli dèi celesti,
     	se sei stanco o re dei re, tu pure puoi tornare.”

  30 	Yudhiṣṭhira però, disgustato, pervaso da quel lezzo,
     	deciso a tornare si girava indietro o bhārata,

  31 	quell'anima pia, soverchiata da dolore e sofferenza, giratosi,
     	udiva allora tutt'intorno tristi voci che parlavano:

  32 	“ oh, oh, o figlio di Dharma, o ṛṣi regale, o pāṇḍava di santa stirpe,
     	per farci una grazia fermati, per un po' di tempo,

  33 	un puro vento da te venendo o invincibile, qui spira,
     	il profumo che ti accompagna o caro, ci porta felicità,

  34 	noi o pṛthāde, dopo lungo tempo o toro fra gli uomini,
     	saremo raggiunti dal bene, vedendoti o migliore dei re,

  35 	resta qui o grandi-braccia, almeno un momento o bhārata,
     	finché tu resti qui o kaurava, la punizione non ci affligge.”

  36 	queste parole pietose che così venivano da loro pronunciate,
     	in quel luogo tutt'intorno egli ascoltava di quelli che parlavano o sovrano,

  37 	e udite le loro parole, impietosito da quei lamentevoli discorsi,
     	“ oh che dolore!” così disse Yudhiṣṭhira e si fermava,

  38 	quelle voci lì al presente, e quelle udite prima e continuamente,
     	di quelle persone esauste e dolenti, il pāṇḍava non riconosceva,

  39 	il figlio di Dharma Yudhiṣṭhira non riconoscendo quelle voci,
     	diceva: “chi siete voi, e per quale motivo siete qui?”

  40 	così richiesti, tutti insieme allora rispondevano:
     	“io sono Karṇa; io sono Arjuna; io sono Bhīmasena.” così o potente,

  41 	“ io sono Nakula, io Sahadeva, io Dhṛṣṭadyumna.” così dunque,
     	e Draupadī e i figli di Draupadī allo stesso modo parlavano,

  42 	e udendo quel voci in un tale luogo o sovrano,
     	allora il re rifletteva: “ perché dunque questo agire del fato?

  43 	quale dunque, iniqua azione è stata fatta da queste grandi anime?,
     	da Karṇa, o dai figli di Draupadī, o dalla pāñcāla dal bel vitino?

  44 	costoro che in questo terrribile luogo puzzolente sono,
     	di tutti questi dal santo agire io non conosco un solo fallo,

  45 	cosa ha fatto il figlio di Dhṛtarāṣṭra, il re Suyodhana,
     	quel malvagio da esser pieno di prosperità con tutti i suoi seguaci?

  46 	come il grande Indra, siede prospero, supremamente venerato,
     	quale inversione è questa, che costoro sono andati all'inferno?

  47 	essi sono prodi, sapienti di ogni dharma, saldi nella sincera condotta,
     	fedeli al dharma kṣatriya, saggi, sacrificatori e di molte offerte ai brahmani,

  48 	forse dunque io sogno, o sono sveglio e non riconosco il ragionevole?
     	o ahimè puo essere questa mia fallacia di pensiero per una febbre cerebrale?”

  49 	così in molti modi meditava il re Yudhiṣṭhira,
     	sopraffatto dal dolore e dalla sofferenza, i sensi pieni di ansia,

  50 	e quindi il sovrano figlio di Dharma, fu preso da violenta ira,
     	Yudhiṣṭhira e rimproverava gli dèi e anche Dharma,

  51 	e tormentato da quel fiero lezzo diceva al messaggero degli dèi:
     	“ vai pure presso quelli di cui tu sei messaggero, 

  52 	io non andrò là, io mi fermo qui, questo annuncia,
     	dalla mia vicinanza questi miei fratelli siano confortati o messaggero.”

  53 	così apostrofato dal saggio figlio di Pāṇḍu, il messaggero allora, 
     	si recava là dove stava il re degli dèi, il cento-riti,

  54 	e gli faceva sapere quanto voleva fare il dharmarāja,
     	tutto quanto come annunciato dal figlio di Dharma, o signore di uomini.
     


                              III


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	fermatosi dunque un momento il pṛthāde il dharmarāja Yudhiṣṭhira,
     	giungevano là o kaurava, gli dèi preceduti da Śakra,

   2 	e Dharma in persona nel suo aspetto, per vedere il re,
     	là giungeva dove stava il re dei kuru Yudhiṣṭhira,

   3 	per i loro corpi splendenti, per le loro imprese sante e nobili,
     	gli dèi sopraggiunti, allontanavano quelle tenebre o sovrano,

   4 	e sparirono allora i tormenti di quei malfattori,
     	e anche il fiume vaitaraṇī, con le piante di cotone spinoso,

   5 	sparivano le rosse marmitte e le rocce terrificanti,
     	e i corpi mutilati che là vi erano ovunque,
     	il re il figlio di Kuntī li vide diventare invisibili,

   6 	quindi un vento piacevole al tocco, che portava benefico un puro profumo, 
     	soffiava, supremamente fresco vicino agli dèi o bhārata, 

   7 	i marut assieme a Śakra, i vasu assieme agli aśvin,
     	i sādhya, i rudra, e gli āditya, e gli altri abitanti del cielo,

   8 	tutti là sopraggiunsero, e anche i siddha supremi ṛṣi,
     	dove lo splendidissimo, figlio di Dharma, si era fermato,

   9 	allora Śakra, il signore dei celesti, pieno di supremo splendore,
     	a Yudhiṣṭhira diceva queste parole piene di gentilezza:

  10 	“ Yudhiṣṭhira, grandi-braccia, contente di te sono le schiere degli dèi,
     	vieni, vieni dunque o tigre fra gli uomini per quanto hai compiuto o illustre,
     	la perfezione hai ottenuto o re, e pure i mondi imperituri,

  11 	non infuriarti dunque, ascolta le mie parole,
     	è necessario che tutti i re vedano l'infero o caro,

  12 	due sono gli accumuli di buone e malvage azioni, o toro fra gli uomini,
     	e chi per primo gode della felicità va poi all'inferno,
     	e chi per primo prova l'inferno, poi si reca in paradiso,

  13 	chi ha compiuto molte male azioni, per primo ottiene il paradiso,
     	per questo tu qui sei giunto, per mio desiderio di beneficarti o sovrano,

  14 	per la frode che tu hai fatto a Droṇa riguardo a suo figlio,
     	per quella tua bugia o re, ti è stato mostrato l'inferno,

  15 	e come te anche Bhīma, il pṛthāde e pure i gemelli, 
     	e Draupadī, Kṛṣṇā per quella bugia è stata all'inferno,

  16 	vai ora o tigre fra gli uomini liberato dalla colpa, 
     	e anche i principi dalla tua parte che sono morti in battaglia,
     	tutti hanno guadagnato il paradiso, guardali o toro fra gli uomini,

  17 	Karṇa il grande arciere, il migliore di tutti gli armati,
     	ha ottenuto la suprema perfezione per il fatto che hai sofferto,

  18 	guarda o illustre, quella tigre fra gli uomini, il figlio del sole,
     	che sta ora al suo posto o grandi-braccia, allontana il dolore o toro fra gli uomini,

  19 	e guarda pure gli altri tuoi fratelli, e i principi della tua parte,
     	ciascuno ha ottenuto il suo proprio posto, allontana l'ansia dal tuo cuore,

  20 	avendo sperimentato prima la sventuta, da ora in poi o kaurava,
     	vieni via con me, abbandonando il dolore, in sicurezza,

  21 	delle sante azioni che hai conquistato col tuo tapas,
     	e dei tuoi doni, o grandi-braccia, ottieni dunque ora il frutto o pāṇḍava,

  22 	oggi dèi e gandharva, e le divine apsaras in cielo, ti 
     	serviranno nobilmente, vestiti di pure vesti,

  23 	i mondi vinti con il rājasūya, con l'aumento dell'aśvamedha,
     	ottieni ora grandi-braccia, e anche il frutto del tuo grande tapas,

  24 	e inoltre sono tuoi o Yudhiṣṭhira i mondi dei re,
     	uguali a quelli di Hariścandra o pṛthāde sono quelli in cui tu andrai,

  25 	dove sta il ṛṣi regale Māndhātṛ, dove il re Bhagīratha,
     	dove c'è Dauḥṣanti, dove è Bharata, là tu andrai,

  26 	la santa fiumana divina o pṛthāde, che purifica il trimundio,
     	dove sta la Gaṅgā celeste o re dei re, tu verrai a bagnarti,

  27 	qui bagnandoti la tua natura umana cesserà,
     	e privo di dolore, e di preoccupazione, senza inimicizie, diverrai.”

  28 	così avendo parlato il signore degli dèi, al re dei kuru, Yudhiṣṭhira,
     	Dharma in persona nel proprio aspetto, diceva a suo figlio:

  29 	“ oh, oh, o re, o grande saggio, compiaciuto sono di te o figliolo,
     	per la fede in me, per la sincera parola, per la pace e il tuo autocontrollo,

  30 	queste tre prove o re, sono state da me fatte a te,
     	tu non puoi essere smosso dalla tua natura o pṛthāde con nessun mezzo,

  31 	un tempo fosti provato presso la selva dvaitavana,
     	quando giungesti in cerca degli araṇi, e la superasti,

  32 	caduti là i tuoi fratelli e anche Draupadī o bhārata,
     	in forma di cane io ancora ti ho messo alla prova o figlio,

  33 	e questa è la terza, tu hai voluto restare in favore dei tuoi fratelli,
     	virtuoso tu sei o gloriosissimo, felice e libero da colpe,

  34 	i tuoi fratelli o pṛthāde non stanno all'inferno o signore di popoli,
     	essi sono insieme a me e al re degli dèi, al grande Indra,

  35 	inevitabilmente o figlio, tutti i re devono vedere l'inferno,
     	quindi tu per un momento hai avuto questo supremo dolore,

  36 	né l'ambidestro, né Bhīma, né i due gemelli tori fra gli uomini,
     	né Karṇa guerriero di sincera parola, meritano a lungo l'inferno o sovrano,

  37 	né la principessa Kṛṣṇā merita l'inferno o Yudhiṣṭhira,
     	vieni, vieni, o migliore dei bhārata, guarda la Gaṅgā che scorre nei tre mondi.”

  38 	così apostrofato quel re e ṛṣi, il tuo antico avo,
     	procedeva con Dharma, e con tutti i trenta eterni,

  39 	alla Gaṅgā fiume divino, sacro, purificatore, celebrato dai ṛṣi,
     	andandosi a bagnare, il re, abbandonava il suo corpo umano,

  40 	quindi avuto un corpo divino, il dharmarāja Yudhiṣṭhira,
     	purificandosi in quelle acque, divenne privo di inimicizie, e di afflizioni, 

  41 	allora procedeva circondato dagli dèi il re dei kuru Yudhiṣṭhira,
     	quel saggio, assieme a Dharma, celebrato dai grandi ṛṣi.
     


                              IV


   1 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	quindi il re Yudhiṣṭhira, dagli dèi e dalle schiere dei ṛṣi e dei marut
     	onorato, si recava là dove erano quei tori fra i kuru,

   2 	e là vedeva Govinda nella sua forma di Brahmā, 
     	e lo vedeva uguale a come l'aveva visto prima,

   3 	luminoso nel proprio corpo e con divine armi vicino, 
     	a cominciare dal disco, queste terribili e divine in corpo umano,
     	e avendo vicino il valoroso Phalguna dal grande splendore,

   4 	e dall'altra parte, scorgeva Karṇa il migliore degli armati,
     	assieme ai dodici āditya, il rampollo dei kuru,

   5 	e in un altro luogo, circondato dalle schiere dei marut, 
     	scorgeva il potente Bhīmasena dotato del corpo di quello,

   6 	e i due aśvin in quel luogo brillavano di propria luce,
     	il rampollo dei kuru scorgeva Nakula e Sahadeva,

   7 	quindi vedeva la pāñcāla inghirlandata di loti,
     	che stava in paradiso col suo corpo splendido come il sole,

   8 	e allora con essa il re Yudhiṣṭhira volle subito discorrere,
     	allora il beato Indra il re degli dèi, gli rivelava:

   9 	“ ella è Śrī, in forma di Draupadī discesa nel mondo umano,
     	non è nata da un ventre, è amata al mondo con suo puro profumo o Yudhiṣṭhira,

  10 	nata nella stirpe di Drupada, con voi è vissuta,
     	e per vostro amore ella fu creata dal dio col tridente,

  11 	questi cinque gloriosi gandharva splendidi come fuochi, 
     	son i figli di Draupadī o re, i vostri rampolli,

  12 	guarda il re dei gandharva il saggio Dhṛtarāṣṭra,
     	 e riconosci in esso il fratello primogenito di tuo padre,

  13 	questo è il fratello spendido come il sole, nato da Kuntī prima di te, 
     	è figlio del sole questo tu fratello maggiore e conosciuto come figlio di Rādhā,
     	con gli āditya egli procede, guardalo o toro fra gli uomini,

  14 	e tra le schiere di dèi, dei sādhya, dei vasu, dei marut,
     	guarda o re dei re, i grandi guerrieri vṛṣṇi e andhaka,
     	e i valorosi grandi guerrieri dei bhoja, a cominciare da Sātyaki, 

  15 	guarda assieme a Soma l'invincibile figlio di Subhadrā,
     	Abhimanyu, il grande arciere dello stesso splendore dell'astro notturno,

  16 	quello è Pāṇḍu il grande arciere giunto assieme a Kuntī e a Mādrī,
     	dal tempo della sua sventura tuo padre è sempre stato vicino a me,

  17 	guarda assieme ai vasu, il sovrano Bhīṣma, il figlio di Śaṃtanu,
     	e osserva Droṇa il maestro, a fianco di Bṛhaspati, 

  18 	e gli altri sovrani, che furono tuoi guerrieri o pāṇḍava,
     	assieme ai gandharva, e alle sante schiere degli yakṣa procedono,

  19 	alcuni di questi ottimi sovrani hanno avuto la sorte dei guhyaka,
     	lasciato il corpo hanno vinto il paradiso, per le sante azioni, parole e intenzioni.”
     
     


                              V


   1 	Janamejaya disse:
     	“ Bhīṣma e Droṇa queste due grandi anime, e il sovrano Dhṛtarāṣṭra,
     	e i due Virāṭa e Drupada, e invero l'ottimo Śaṅkha,

   2 	Dhṛṣṭaketu, il re Jayatsena e Satyajit,
     	e i figli di Duryodhana, e Śakuni il figlio di Subala,

   3 	e i valorosi figli di Karṇa, e il re Jayadratha,
     	e anche gli altri che non sono menzionati a cominciare da Ghaṭotkaca,

   4 	e gli altri re dalla splendida figura che là sono stati menzionati,
     	per quanto tempo restarono in paradiso, anche questo raccontami,

   5 	dunque anche lo loro eterna situazione là o migliore dei ri-nati,
     	oppure alla fine del loro karman quale meta hanno raggiunto quei tori fra i re?
     	questo io vorrei udire dal tuo raccontare o brahmano.” 

   6 	il sūta disse:
     	“così richiesto quel ṛṣi brahmano, col permesso del grand'anima,
     	Vyāsa, a quel sovrano riprese a raccontare.”

   7 	Vaiśaṁpāyana disse:
     	debbonono giungere alla fine allora tutto le azioni, o sovrano di uomini,
     	ascolta dunque questo segreto degli dèi o re, o toro dei bhārata,
     	che ci ha rivelato il potentissimo, lo splendido dall'occhio divino,

   8 	l'antico muni o kaurava, il figlio di Parāśara dai grandi voti,
     	quel grande intelletto, che tutto conosce, che conosce la meta di tutte le azioni,

   9 	il potentissimo Bhīṣma dal grande splendore, è giunto ai vasu,
     	otto infatti appaiono essere i vasu o toro dei bhārata,

  10 	e Droṇa entrava in Bṛhaspati, nel migliore dei discendenti di Aṅgiras,
     	Kṛtavarman il figlio di Hṛdika entrava nella schiera dei marut,

  11 	Pradyumna ritornava in Sanatkumāra da cui proveniva,
     	Dhṛtarāṣṭra ottenne i mondi del signore delle ricchezze, ardui da ottenersi,

  12 	e assieme a Dhṛtarāṣṭra vi è la splendida Gāndhārī,
     	assieme alle due mogli Pāṇḍu ha raggiunto la dimore del grande Indra,

  13 	i due Virāṭa e Drupada, e il sovrano Dhṛṣṭaketu,
     	Niśaṭha, Akrūra, Sāmba, e Bhānu, Kampa, Viḍūratha,

  14 	Bhūriśrava, Śala, e il principe della terra Bhūri,
     	Ugrasena, e Kaṃsa, e il valoroso Vasudeva,

  15 	e Uttara assieme al fratello Śaṅkha toro fra gli uomini,
     	questi ottimi uomini entrarono tra i viśvedeva,

  16 	lo splendido figlio di Soma di nome Varcas, potentissimo,
     	divenne Abhimanyu il figlio di Phalguna leone tra gli uomini,

  17 	egli avendo combattuto nel dharma kṣatriya, come nessun altro uomo mai,
     	entrava in Soma quell'anima giusta, quel grande guerriero alla fine del karman,

  18 	Karṇa entrava nel sole suo padre o toro fra gli uomini,
     	Dvāpara raggiunse Śakuni, e Dhṛṣṭadyumna il fuoco,

  19 	i figli di Dhṛtarāṣṭra, tutti demoni di grande forza,
     	purificati dalle armi divennero in cielo grandi anime prosperose,
     	lo kṣttṛ rientrò in Dharma, e così pure il re Yudhiṣṭhira,

  20 	il beato dio Ananta entrava nel mondo sotterraneo,
     	lui per ordine del Grande-avo col suo yoga sostiene la terra,

  21 	le sedicimila donne che Vāsudeva possedeva,
     	si immerseno al loro tempo nella Sarasvatī o Janamejaya,
     	e divenute apsaras, si approssarono a Vāsudeva,

  22 	i valorosi grandi guerrieri che furono uccisi nella grande battaglia,
     	a cominciare da Ghaṭotkaca, godono dello stato di dèi e yakṣa,

  23 	i compagni di Duryodhana, menzionati come rākṣasa,
     	hanno raggiunto uno dopo l'altro tutti i supremi mondi,

  24 	e la dimora del grande Indra, e del saggio Kubera,
     	e i mondi di Varuṇa hanno raggiunto questi tori fra gli uomini,

  25 	questo è l'intero racconto in dettaglio o illustrissimo,
     	di ciò che hanno interamente fatto i kuru e i pāṇḍava o bhārata.

  26 	il sūta disse:
     	il re Janamejaya, avendo ascoltato ciò da quel migliore dei brahmani,
     	grandemente ne era meravigliato nel corso di quell'azione sacrificale,

  27 	poi i celebranti completarono la sua cerimonia,
     	e Āstīka era molto contento di aver liberato i serpenti,

  28 	allora rendeva soddisfatti tutti i brahmani con le sue dakṣiṇa
     	ed essi onorati dal re, se ne andarono allora donde erano giunti,

  29 	e avendo congedato i savi, anche il re Janamejaya,
     	partendo da takṣaśilā di nuovo tornava alla città degli elefanti,

  30 	questa è l'intera storia raccontata da Vaiśaṁpāyana,
     	col permesso di Vyāsa, al sovrano durante il sacrificio dei serpenti,

  31 	santa è ritenuta questa storia e suprema purificatrice,
     	dal muni Kṛṣṇa, sempre di sincera parola, o brahmano,

  32 	dall'omnisciente, dal virtuoso, sapiente del dharma e delle regole,
     	dall'asceta dai sensi più che purificati, da quell'anima perfetta,

  33 	che agisce in modo sovranaturale, dal sapiente dello yoga e del sāṃkhya,
     	dal sapiente in molte dottrine essendo visto tutto con suo occhio divino,

  34 	da lui fu accresciuta la fama al mondo dei pāṇḍava grandi anime,
     	e degli altri kṣatriya dai molti poteri e splendori,

  35 	chi reciti o saggio, sempre ciascuno dei parvan,
     	ne ha i peccati distrutti, vince il paradiso e ottiene lo stato di brahman,

  36 	e chi reciti con fede ai brahmani anche una sola parte,
     	eterne offerte di cibo e bevande fornisce ai suoi avi,

  37 	e chi di giorno una colpa commetta coi sensi o con la mente,
     	recitando il mahābhārata prima del tramonto si purifica,

  38 	e riguardo al dharma, all'artha, al kāma e alla mokṣa o toro dei bhārata,
     	quanto qui c'è, si trova in altro luogo, e quanto qui non c'è in nessun altro,

  39 	questa storia che ha nome jaya, deve udire chi cerca la prosperità,
     	e dal re, dai figli del re, e anche dalla donna gravida,

  40 	chi desidera il cielo, il cielo ottiene, chi la vittoria la vittoria ottiene,
     	la donna gravida ottiene un figlio o una figlia dalle molte fortune,

  41 	in non meno di tre anni, l'illustre Kṛṣṇa il dvaipāyana,
     	ha compiuto la compilazione del bhārata per amore del dharma,

  42 	Nārada la recitava agli dèi, e Asita Devala agli avi,
     	il rakṣas Śuka agli yakṣa, e Vaiśaṁpāyana ai mortali,

  43 	questa santa storia preziosissima, pari ai veda,
     	chi la reciti ai tre varṇa e per primo ad un brahmano,

  44 	quest'uomo liberatosi dei mali, ottiene fama quaggiù o Śaunaka,
     	e ottiene la suprema perfezione, qui non vi è dubbio alcuno, 

  45 	studiando anche un solo verso dal santo studio del bhārata,
     	chi lo fa, ricco di fede con certezza si purifica di tutti i peccati,

  46 	il grande ṛṣi, il venerabile Vyāsa, avendo composto un tempo questa storia,
     	con quattro śloka, il beato la faceva studiare al figlio Śuka,

  47 	e migliaia di madri e padri, e centinaia di figli e nuore,
     	si sono susseguiti nel ciclo del saṃsāra, e altri seguiranno,

  48 	migliaia di situazioni di gioia e centinaia di paura,
     	di giorno in giorno affliggono lo sciocco, ma non il sapiente,

  49 	a braccia alzate io lo grido e nessuno mi ascolta,
     	dal dharma proviene l'artha e il kāma, per quale motivo dunque non si segue?

  50 	per il desiderio, per paura, per cupidigia mai si lasci il dharma, anche a costo della vita,
     	eterno è il dharma, dolore e gioia sono pesseggeri, la vita è eterna, la sua causa no,

  51 	chi al mattino alzandosi reciti il poema del bhārata,
     	raccogliendo il frutto del bhārata, raggiunge il supremo brahman,

  52 	come è il mare o venerabile, e come è il monte himavat,
     	che entrambi sono detti tesori di gemme, così è detto il bhārata,

  53 	chi ben concentrato reciti la storia del mahābhārata, 
     	ottiene la suprema perfezione, non vi è alcun dubbio,

  54 	l'oro che cola dalle labbra del dvaipāyana, immenso, santo, purificatore dai mali, e benefico, 
        il bhārata, chi lo studi recitandolo, che vale a costui di purificarsi con le acque del puṣkara?
					
					Fine del poema.