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Qualsiasi Una stanza qualsiasi
di una casa qualsiasi, in una città qualsiasi. In un letto dorme un uomo, un uomo
qualsiasi, una luna qualsiasi illumina pallidamente i piedi del suo letto. Luomo che
possiede una faccia qualsiasi, improvvisamente apre gli occhi, un rumore lo ha
svegliato. Si alza a sedere, sente il rubinetto del lavandino che perde: una goccia
dopo laltra, dopo laltra. La notte... Amo la notte perché
è magia e solitudine, perché è il momento in cui cadono i pudori, i veli del peccato.
La notte! Esisti solo tu quando è notte, le parole si trasformano in note nere e bianche,
che girano impazzite dentro mille sogni addormentati. Dea scura! Le distanze si annullano,
i muri si sgretolano e le anime notturne si chiamano e si rispondono seguendo i moti delle
onde radio. ...I sogni I sogni. Forse noi
siamo sogni: speranze, incubi, utopie che nascono e muoiono come bolle di sapone. Alcuni
volano lontano, lontano
raggiungono lidi invisibili, isole perdute e ritrovate. Altri
strisciano, neri, insidiosi, tra i cunicoli di cervelli falsamente pieni e sputano parole,
e ancora parole, versi, urla, grida.
La "campagna" elettorale Il catrame sulle foglie. Ossigeno infestato da menti plastificate. Lodore. Ricchi colori perduti nel grigio di quel fumo. Corpi magri danimo e cervelli spianati dal caos. Rumore elettrico che invade linaccettabile solitudine Gli altoparlanti
della politica si accendono, si animano. Strillano come pazzi per incollare pasticciati
francobolli di malvagie ricchezze. Ore dopo, giorni dopo, mesi dopo, anni dopo Il catrame sulle foglie. Ossigeno infestato da menti plastificate. Lodore. Ricchi colori perduti nel grigio di quel fumo. Corpi magri danimo e cervelli spianati dal caos. Rumore elettrico che invade linaccettabile solitudine solo il pensiero salva quelle sporche vedute. Un passato di storie. Un futuro di bazzeccole. <connessione> mio nonno aveva da esprimere lodio per quegli scarponi coperti dal fango. Urlava per la rabbia. Sudava e piangeva quando trasportava, per ore, quello zaino pesante. Lorribile leggerezza di quellarma la sua voce bruciava e soffocava il suono duna campana lontana. io non posso raccontare <disconnessione> <connessione> mia nonna parlava, sorrideva e sperava. Poi, i pensieri persero le parole. Può dire ciò che le hanno rubato oggi è lì, in un angolo, che lo urla. non posso <disconnessione> <connessione> mio padre credeva e, con lui, mia madre. Rivoluzioni, cambiamenti, guerre di parole. Idee che crebbero con loro sogni che strisciarono verso mete profonde migliaia di chilometri. io non posso raccontare <disconnessione> <connessione> mi ritrovo a portare una borsa vuota che, però, pesa sulle mie spalle. Ho trovato migliaia di pensieri già senza parole. Osservo come se cercassi qualcosa, mi volto in ogni direzione come se avessi paura. Il buio mi circonda. Credere non è più
<il modem non risponde. Riprovare?> no!.
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