C O R P O  15 - Il carattere sociale dell’informazione nell’arte fotografica

a cura di Carmelo Sammartino

  con la partecipazione di 

  Gian Butturini

  Francesco Chinnici

  Lorella Gottardi

  Salvatore Ragonese

  Khalid Rhofir

  Ernesto Romano

  Fabrizio Uliana

  Giliola Vesentini

 

 

 

Mille scatti,

nell’odore di pellicola

il tuo pianto, il tuo sorriso,

il vento lieve del ricordo

nelle nostre miserie

le nostre ricchezze.

Mariliva Zamboni

 

 

P r e s e n t a z i o n e

Locchio del fotografo che informa e documenta diventa arte civile quando rappresentando i motivi poetici ed umani sostiene anche la realtà; quando scrutando nello specchio degli avvenimenti incontra lo sguardo sociale, la relazione tra le cose, il motivo dei delicati equilibri geopolitici.

Gli autori presenti in questa mostra entrano nel corpo dell’esistente per svelarne la forma e, benché nutriti dai segreti del mestiere, viaggiano per rendere visibile un fatto, una storia. Questa necessità della narrazione visiva, che veste e accompagna spesso l’informazione scritta, risale all’età rupestre quando già con i primi graffiti s’incidevano sequenze di vita quotidiana: i primissimi giornali di pietra. In una sorta di continuità ideale, le foto qui allestite danno “corpo” anch’esse a delle immagini ma avvicendano quel corpo tipografico, oggi digitato, che muove l’informazione stampata.

Gli autori di “Corpo 15” sono forse singolari interpreti del neorealismo fotografico, ed anche un esempio – comprese le carte di taglio più formale - di come si possa rappresentare la straordinaria avventura della fotografia che, pur dichiarandosi strumento documentario, assume valori e contenuti legati all'arte.

Quasi come architetti della visione, le produzioni sono però il frutto di un progetto preciso sul potere dell'immagine. Per questo, insieme ad oltre 500, fra giornalisti ed esperti in comunicazione, provenienti da tutto il mondo, gli autori si sono chiesti: “Sono i media le vere armi di distruzione di massa del nuovo secolo, capaci di governare l’opinione pubblica planetaria?” (Recentemente, i temi di una manifestazione tenutasi a Dubai nel corso della terza edizione dell’Arab Media Summit, sono stati: il ruolo del reporter di guerra e il bilancio della copertura informativa in Iraq).

Come scrive Floriano De Santi, non v’è soluzione di continuità tra fotografia analitica e fotografia di reportage, né la prima può essere intesa come sublimazione sperimentale della seconda. Ma tutt’al più, si può affermare che la fotografia analitica rende esplicita quella completa estraniazione del soggetto che costituisce il presupposto tecnico e ideologico della fotografia di reportage.

Tanto l’immagine quanto il racconto o l’informazione, per quali che siano, non possono evadere dal limite spazio-temporale. Ciò che avviene è circoscritto in uno spazio e in un tempo, mentre l’esperienza copre spazi e tempo infiniti. Per questo la fotografia può apparire a volte inadeguata, così come qualsiasi altra arte visuale e, nella perplessità di un mezzo espressivo compiuto può venire coinvolta anche la scrittura, perché è con la combinazione di due o più mezzi diversi che si riesce a comunicare ciò che si desidera.

A noi tuttavia rimane l’auspicio che rispetto alla documentazione, l’operato della fotografia possa essere elevato ancora una volta ai temi della rappresentazione e dell’informazione in forma d’arte.

Carmelo Sammartino

 

 

Ministero della Giustizia - Dipartimento Giustizia Minorile

Villa Brescianelli

Castiglione delle Stiviere (MN)

Salone delle conferenze “Luigi Gonzaga”

L A    M O S T R A ,  G L I   A U T O R I

13 dicembre 2003  

 

 

Francesco Chinnici  

Se le cose più belle sono quelle che abbiamo donato e che continuiamo a donare, le foto di Francesco Chinnici (nato a Palermo nel 1950) fanno certamente parte di questo repertorio. E' autore di una vasta produzione raccolta negli anni con occhio fluido,  competente, partecipe e di dilatata spiritualità.                

Dalle foto-documento d'impegno sociale nei quartieri palermitani di Ballarò-S.Chiara alle foto di paesaggio sullo sfondo di uno splendido orizzonte isolano ed ai più recenti lavori in forma di ritratto, Francesco Chinnici nobilita il senso della comunicazione fotografica. L'osservazione ci rimanda ad una passione versatile ed intuitiva, pronta alla carezza, intessuta di quotidiana poesia, sollecita alla bellezza cui non sa rinunciare.  

 

Fabrizio Uliana  

          Nasce nel 1954 a Roma dove vive fino al 1969, quando si trasferisce con la famiglia a Treviso e abita in questa cittadina del Veneto fino al 1974.

Risiede e lavora a Venezia con la moglie Loredana e Pallina (gatta soriana), dal 1995. Si è sempre interessato ai diritti civili e si occupa di progettazione, realizzazione e organizzazione di servizi sociali.

Dopo un lungo periodo, nel 1998 ha ripreso a fotografare per merito del Circolo fotografico “La Gondola” di Venezia, e ne diventa socio. Nel 2001 realizza “C’è qualcosa che non va …” che presentato in varie città, sta riscuotendo apprezzamenti da parte del pubblico e della critica.  

 

Giliola Vesentini  

Fotografa e viaggiatrice di ricerca, negli anni '80 inizia il suo rapporto di collaborazione  con associazioni dell'America latina.

Per più di un decennio ha lavorato in Brasile, anche con  istituzioni governative. Vive attualmente a Caprino Veronese.

Le sue foto, presenti in numerose mostre,  accolgono tutta l'intensità del colore  e ci informano della leggerezza del sentimento.

 

Gian Butturini

Ha pubblicato oltre 30 libri dei quali si ricordano: “London by Gian Butturini, 1970” – “Cuba 26 luglio, 1971” –

“I Metalmeccanici, 1973” – “L’Informazione negata, 1980” – “C’era una volta il muro, 1991” – “La terza età non esiste, 1992” – “Il sogno del Chiapas, 1998” – “Incontrando l’umanità, 2002” – “Pietra su pietra, 2003”.

  Della filmografia si menzionano: “Crimini di pace (le morti bianche), 1975”: 1° premio al Festival Internazionale di Mosca. Biennale di Venezia.

“Il mondo degli ultimi, le lotte contadine, 1980” Premio della giuria internazionale diretta da Elio Petri (il film è stato acquistato da RAI 3).

“Intervista a Tonino Guerra, 1980”.

RAI, 1985 “C’era una volta la prima Repubblica – di Sergio Zavoli, inserto Strage di Bologna.”

“I Mastroianni, con Umberto e Marcello Mastroianni, 1990”.  

 

Lorella Gottardi

       Nata nel 1960 risiede a Castelgoffredo (MN). La passione per la fotografia sviluppatasi nei primi anni ottanta la vede ancor’oggi seguire un’incessante ricerca stilistica, connotata da un vibrante impatto emotivo.

Il colore, sullo sfondo di primissimi piani, è la cerniera di un dialogo tra giovani ed anziani, rivisitati in questa mostra senza la retorica dell’assistenzialismo, colti nella positiva fierezza e nella dignità.

Pensiero sociale e sentimento poetico dunque, fusi nella sequenza di una storia fotografica ancora attuale (le foto risalgono al 1998 ed hanno per protagonisti gli anziani della Casa di riposo “Il Gelso” di Castelgoffredo che ospita permanentemente l’intero ciclo di ritratti).  

 

Ernesto Romano

Ha studiato regia, sceneggiatura e tecniche di ripresa presso il “Laboratorio Cinema ‘87” di Roma e si è laureato in Filosofia all’Università “La Sapienza”. E’ autore di cortometraggi e spot pubblicitari dei quali ha composto la colonna sonora. Ha realizzato reportage fotografici in Africa, in Sud America e in occasione di eventi come le  manifestazioni per Israele, per la Palestina e il G8 di Genova (con cui ha partecipato al libro bianco ed al cd-rom di testimonianze).

Ha realizzato una personale a Roma e collettive in Sicilia, Calabria e Brasile. Partecipa alla Collezione per il Castello di Aci-Museo dei giovani artisti di Catania.  

 

Salvatore Ragonese  

Nato a Palermo, ha iniziato lo studio del canto presso i conservatori di musica di Palermo e poi di Mantova, consolidando la sua tecnica e preparazione musicale con maestri autorevoli quali E. Campogalliani e A. Pola. Ha debuttato nel 1988 al Teatro Giglio di Lucca, interpretando come tenore il ruolo di Rodolfo nella Bohéme di Puccini, continuando la sua carriera in prestigiosi teatri quali: Deutsche Oper di  Berlino,  Opéra  di  Montecarlo,  Opera  House  di Sydney,  Royal

Festival Hall di Londra, Regio di Torino, Teatro Massimo di Palermo, Comunale di Firenze…e interpretando ruoli da protagonista in opere quali Tosca, Bohème, Madama Butterfly, Traviata, Simon Boccanegra, Fedora, Carmen, ecc. Recentemente si è dedicato anche all’attività didattica come docente di canto presso i Conservatori di Musica di Como e Palermo.

Non è raro che Salvatore Ragonese in quanto artista, sia attratto ed indaghi anche la dimensione visiva, in accordo alle proprie esigenze rappresentative. Il far coesistere molteplici interessi è in corrispondenza con il dilatamento della personalità dell’autore e con le esperienze che incidono in lui passaggi di variabile sonorità.

Un invito ad essere coristi tutti, della medesima performance non soltanto artistica ma anche sociale.  

 

Khalid Rhofir  

E’ nato nel 1958 a Ben Slimane (Marocco): una terra la sua, verso la quale presta attenzione soprattutto per gli sviluppi politici.

Appassionato di arte, musica e letteratura ha fotografato durante i suoi numerosi viaggi intercontinentali, una variegata rassegna di realtà sociali coniugando la testimonianza della rappresentazione con una rara sensibilità poetica.

Autore di quaderni e di raccolte diaristiche ha sviluppato in anni recenti una produzione letteraria densa di aspirazioni contemplative.  

 

 

F O T O G I O R N A L I S M O

Rispetto a tutte le forme di comunicazione, la fotografia rappresenta il veicolo informativo più completo per trasmettere, in sintesi visiva, testimonianze, emozioni ed affetti ad un pubblico eterogeneo. La sua forza scaturisce dalla particolare capacità dell’immagine di coinvolgere il destinatario offrendosi come esperienza indiretta, e quindi, chiamando in causa non solo qualità sensoriali, ma anche e soprattutto associazioni di idee, stratificazioni della memoria e reazioni emotive.

A livello semantico, infatti, ogni fotografia, non è mai il risultato dell’unica e determinante volontà dell’autore, ma si colloca sempre ad un’interessante incrocio tra l’interpretazione di chi fruisce e l’intenzionalità del fotografo.

Il fotogiornalismo nasce dalla fondamentale esigenza di informare, comunicando, e costituisce il trait-d’union tra l’immagine dilettantistica, che intende ricordare all’autore un momento della sua esistenza, e l’immagine artistica che, esprimendo concetti astratti e stati d’animo non rintracciabili nella realtà visiva comune, tenta di elevarsi al pari delle forme d’arte cosiddette nobili.

La fotografia giornalistica basa i suoi assetti sulla referenzialità dell’immagine ed è tanto più efficace, quanto più ci manifesta in modo inequivocabile il concetto che intende veicolare, ma, allo stesso tempo, riesce ad aprirsi a significati ulteriori.

Francesca Chiara Della Monica

da “L’immagine della guerra del Vietnam in alcuni periodici coevi”

Studio A2 mostre – Brescia '96

 

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