La tribù di Giuseppe

 

Germoglio di ceppo fecondo è Giuseppe;

germoglio di ceppo fecondo presso una fonte,

i cui rami si stendono sul muro.

Lo hanno esasperato e colpito

lo hanno perseguitato i tiratori difrecce.

Ma è rimasto intatto il suo arco

e le sue braccia si muovon veloci

per le mani del Potente di Giacobbe,

per il nome del Pastore, Pietra d'Israele.

per il Dio di tuo padre: egli t'aiuti!

e per il Dio onnipotente: egli ti benedica!

Con benedizioni del cielo dall'alto,

benedizioni dell'abisso nel profondo,

benedizioni delle mammelle e del grembo.

Le benedizioni di tuo padre sono superiori

alle benedizioni dei monti antichi,

alle attrattive dei colli eterni.

Vengano sul capo di Giuseppe

e sulla testa del principe tra i suoi fratelli!

Gen. 49, 22-26

Per Giuseppe disse:

Benedetta dal Signore la sua terra!

Dalla rugiada abbia il meglio dei cieli,

e dall'abisso disteso al di sotto;

il meglio dei prodotti del sole

e il meglio di ciò che germoglia ogni luna;

la primizia dei monti antichi,

il meglio dei colli eterni

e il meglio della terra e di ciò che contiene.

Il favore di Colui che abitava nel roveto

venga sul capo di Giuseppe,

sulla testa del principe tra i suoi fratelli!

Come primogenito di toro, egli è d'aspetto maestoso

e le sue corna sono di bufalo;

con esse cozzerà contro i popoli

tutti insieme, sino ai confini della terra.

tali sono le miriadi di Efraim

e tali le migliaia di Manàsse.

Det.33,13-17

 

parete settentrionale, undicesima finestra

I figli di Giuseppe in luogo di loro padre furono gli eponimi:

Manasse simbolo: Una palma

Efraim simbolo: Un toro

pietra: l'onice, è responsabile della realizzazione storica d'Israele.

L'ascesa cromatica iniziata nella vetrata precedente raggiiunge qui tutto il suo splendore; la vetrata di Giuseppe rifulge trionfale. Il testo della genesi, testo fondamentale nell'economia di Israele, trova qui la sua più perfetta rispondenza espressiva, sia plastica che spirituale. Fra tutti, Giuseppe è il figlio più amato, l'eletto, il prediletto, nato da Rachele, amante e sposa. L'amore che gli porta Giacobbe suscita la gelosia dei fratelli che complottano per ucciderlo. Ruben lo salva da morte ma è venduto a dei mercanti Madianiti e condotto in Egitto. La genesi narra l'epopea di Giuseppe, eroe esiliato e insieme incarnazione del giusto. La benedizione di Giacobbe opera nel momento stesso del suo ritrovamento e dell'incontro con il figlio, nell'ora della sua morte, e le parole di Giacobbe acquistano così tanta più forza profetica. La lettura del testo della Bibbia riflette del testo la particolare solennità che compete a Giuseppe. I versetti a lui dedicati sono innanzitutto più numerosi: 22-27, vale a dire 18 righe, e il sufflato lirico si fa più ampio: per cinque volte si pronuncia la parola benedizione. E infine il nome sacro per eccellenza, quello che non deve mai essere pronunciato, viene proclamato al termine di una progressione profondamente cerimoniale: per il nome del Pastore, Pietra d'istraele. per il Dio di tuo padre: egli ti aiuti! per El-Shadai: egli ti benedica! Il processo santificante del nome di Giuseppe è chiaramente impostato; è noto in un Ebreo il timore reverenziale che impedisce di pronunciare il nome di Dio. "Il cielo e la terra sono perituri,m ma il tuo Grande Nome vive e rimane eterno" dice il Talmud. E nessuno ha il diritto di cancellare quel nome, nessuno può scriverlo, se non è in stato di santità. Ora Giacobbe lo pronuncia, e tale atto collega intimamente Giuseppe al suo Creatore: la filiazione messianica è consustanzialmente definita. La vetrata rende questa verità sacramentale, il giallo illumina lo spazio; e i toni gravi si rischiarano grazie al gioco dell'incisione. Sono rappresentati i doni divini: greggi, frutti della terra in abbondanza, protetti dall'arco e dalle frecce. Il disegno suggerisce la rotondità delle dolci colline, mentre diversi elementi figurativi assumono particolare importanza. La vigna che rappresenta Giuseppe è vista nella parte bassa a sinistra con i suoi rami che corrono attraverso la composizione. Oltre la vigna c'è il muro. E la vigna maestosa in primo piano, il cui tronco è quasi totalmente resa in rosso: è l'albero della vita delle antiche mitologie orientali che risorge nel simbolismo ebraico. Al sommo si congiunge a un uccello (una colomba?) incoronato, sormontato dal nome Giuseppe, che è sottolineato da un deciso segno blu. Il tutto costruisce un'asse verticale che guida lo sguardo alle mani di un'invisibile suonatore di Shofar. E' nota la funzione cerimoniale dello shofar, questo strumento musicale fatto con un cono di montone; lo si ode nei giorni del Sabbat, annuncia anche l'inizio del Nuovo Anno, contrassegna il rito purificatore del Grande Perdono, e nell'Apocalisse preannuncia la venuta del Messia. Un doppio significato dunque è contenuto nella composizione interna della vetrata: di primo acchito una visione felice di un mondo di pace, che rivela in realtà una visione escatologica, rappresentata dal suonare in "maggiore" dello shofar, suggerito dal colore che si collega al nome stesso di Giuseppe.