La tribù di Issacar

 

Issacar è un asino robusto,

accovacciato tra un doppio recinto.

Ha visto che il luogo di riposo era bello,

che il paese era ameno;

ha piegato il dorso a portar la soma

ed è stato ridotto ai lavori forzati.

Gen. 49, 14-15

e tu, Issacar, nelle tue tende!

Chiamano i popoli sulla montagna,

dove offrono sacrifici legittimi,

perché succhiano le ricchezze dei mari

e i tesori nascosti nella sabbia.

Det.33,19

 

parete meridionale, sesta finestra

simbolo: Un asino

pietra: il carbuncolo, che possiede il sapere scientifico

Dopo il fulgore delle vetrate di Zabulon e di Giuda, quella di Issacar è tutta una freschezza primaverile. Il suo schema d'insieme assomiglia a quello di Giuda, ma con l'intento di aggiungervi un nuovo significato, quello di una regalità spirituale, contrapposta alla regalità temporale. L'animale simbolo della tribù, l'asino, si volge con tenerezza verso l'uccello che sembra proteggerlo. Degli uccelli volano in un universo di lussureggiante vegetazione che non è senza allusioni al paradiso. La straordinaria varietà dei verdi crea l'immagine di un universo di abbondanza, ma di mistica abondanza. La vigna che cinge tutta una composizione sembra volerne sottolineare il significato di nutrimento spirituale. La tribù di Issacar era una tribù agricola che faticò duramente, ma raccolse frutti abbondanti dal suolo. Nella Bibbia si ricorda che la gente di Issacar amava a tal punto la propria terra da preferire pagare una tassa doppia piuttosto che abbandonarla per partire in guerra. Per la tradizione, Zabulon accettò di entrare in commercio e Issacar di diventare uno studente.