Icona di Roberto e Marzia

Icona "Madre di Dio della Passione"

 

L’icona (dal greco eikon=immagine) esprime la religiosità dell’Oriente Cristiano, in particolare del popolo russo, che assunse la tecnica iconografica da Bisanzio.

Nei secoli XIV eXV, epoca in cui la russia visse uno dei periodi piu’ travagliati della propria storia, l’arte iconografica russa raggiunse il massimo splendore.

I pittori di icone anticamente erano monaci che prima di iniziare un’icona stavano a digiuno per alcuni giorni, si lavavano e indossavano abiti puliti, per essere puri fuori e dentro di loro.

Mentre dipingevano cantavano inni sacri così che la loro mente non fosse distratta da pensieri terreni.

Nell’icona, l’iconografo non cerca un suo concetto di bellezza, ma la verità che discende nell’icona e si riveste delle sue forme.

L’arte dell’icona nasce nella Chiesa e per la Chiesa, è una creatività che si alimenta nell'obbedienza ai canoni da essa fissati, come via alla rivelazione del volto di Cristo di cui tutta la realtà consiste. Per questo, tecniche e procedimenti restano intatti nei secoli, tramandandosi di generazione in generazione.

Maria, la madre di Gesu’ nel terzo concilio ecumenico di Efeso (431), è proclamata Theotòkos (Madre di Dio), perche’ il Frutto del suo grembo è veramente Dio. Maria nell’arte iconografica, è sempre stata rappresentata con il suo figlio Gesù, per attestare la fedeltà di Dio, che secondo le sue promesse, fa germogliare da Iesse il Messia, e la vera umanità del Figlio di Dio fattosi Uomo.

Il capo coperto di Maria indica la sua docilità alla volontà del Padre, la sua vita che è stata tutta adorazione del mistero di Dio: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto" (Lc. 1,38).

La sottomissione della nostra volontà alla volontà del Padre, fino a fare esistere una sola volontà, la sua, è il compimento della salvezza.

Maria è per noi modello vivente di tale docilità. La sua grande mano, tanto evidente al centro dell’icona sostiene Gesù, la fonte della vita, "l’unico mediatore fra Dio e gli uomini (1 Tm 2,5).

Nella varietà dei tipi canonici, l’icona della Madre di Dio, viene sempre rappresentata con elementi caratteristici:

i colori della veste e del manto sono l’inverso dei colori di Cristo. Infatti Maria, discendente di Adamo, ha sempre la veste azzurra, colore della creazione, ma è anche ammantata di porpora, colore della divinità e della regalità, perché è stata scelta da Dio come Madre del re del mondo.

Le tre stelle, sul capo e sulle spalle (quella di destra è coperta dal bambino), sono un antico simbolo siriaco di verginità (veniva ricamato sul velo nuziale delle principesse), che sta a significare la verginità perfetta di Maria: prima, durante e dopo il parto. La verginità di Maria non è soltanto integrità fisica, ma anche integrità spirituale, espressione della sua completa ed esclusiva donazione a Dio. Percio’ Maria è la Panaghia, la tutta santa, "Ave, o piena di grazia, il Signore è con te!" (Lc. 1,28) Gesù nascendo da Maria, l’ha resa madre, però Gesù è anche Figlio di Dio e potè lasciare integra la carne di colei che gli diede carne. E lo fece.

Madre di Dio della Passione, raffigura la Madre e il divin Figlio stretti in un intenso, tenero abbraccio, quasi che il Bimbo conforti la mamma (notare l'abbraccio/intreccio delle mani).

Le mani di Maria sono molto grandi, quasi a proteggere il figlio, e sostenerlo.

La tradizione vuole che in questo gesto sia colto il momento in cui il Dio-bambino rivela alla madre il mistero della morte e resurrezione; il riverbero del dolore, dell'amore e della serena accettazione della volontà divina si coglie sul volto di Maria attraverso i contrasti di luce e ombra, nella profondità colma di stupore del suo sguardo triste ed assorto.

Lo sfondo (generalmente dorato) rappresenta la luce increata di Dio in cui Cristo-Uomo e' immerso, e il nimbo (aureola) anch'esso d'oro , e' il simolo della luce divina irradiata da Cristo-Dio.

Nel nimbo circolare e' inscritta una croce, nei cui bracci si leggono tre lettere greche

( o w v ) che significano "Colui che e' ", il nome sacro di Dio.

In questa icona a differenza dell'Icona "Madre di Dio della tenerezza" l'abbraccio tra Madre e figlio non è guancia a guancia ma Gesù ha lo sguardo rivolto alla croce, in alto infatti sono raffigurati due angeli; l'angelo dell'annuncio a Maria, in alto a sinistra, e l'angelo con la croce e resurrezione del Cristo, in alto a destra.

Gesù ha un sandalo slacciato, nell'antica tradizione ebraica oltre che cristiana e anche musulmana si ricorda la salita al monte Sinai dove per rispetto Mosè si slaccio' i sandali; anche ora per rispetto ai luoghi sacri i musulmani si tolgono i calzari prima di entrare in una moschea, ma è anche un simbolo di giocosità e di vivacità infantile, di un bimbo in braccio alla sua mamma.

Quest'icona è ricamata con argento ed i ricami raffigurano pavoni, croci e uva intrecciati fra loro. Sono simboli che ricordano la bellezza, la sofferenza e la vita.