Applicazione della gommalacca


La gommalacca può essere applicata praticamente con qualunque medoto: a pennello, a tampone o a spruzzo. Ci sono intere saghe sul metodo migliore o piú efficiente, ed ogni autore ha sviluppato teorie tutte proprie. Qui riportiamo la descrizione dei metodi a tampone e pennello, essendo quella a spruzzo di scarso interesse per l'hobbista, ma comunque non abbiamo la pretesa di essere i depositari della verità assoluta: pertanto non stupitevi se altrove troverete descrizioni diverse. Alcuni dei metodi proposti sono piú semplici e a prova di Pierino, per altri una buona manualità è fondamentale. Invitiamo comunque a non scoraggiarsi davanti a descrizioni complicate: la gommalacca perdona un sacco di cose, può essere ritoccata facilmente all'infinito e, se proprio il risultato è orrendo, può essere tolta facilmente e senza danneggiare il legno. Quindi al peggio è solo una qestione di tempo e pazienza. Per aiutare il nofita ad orientarsi, l'autore ha associato un grado di difficoltà da 1 a 3: attenzione però che questa classifica è soggettiva, solo una generica indicazione senza alcuna pretesa.

Applicazione a tampone

Difficoltà: 3

Questo è il metodo di applicazione per eccellenza, sviluppato secoli fa dagli ebanisti Francesi, e qui proposto in una versione semplificata rispetto ai testi sacri. è anche il metodo che garantisce la piú alta lucidità del mobile, ma, ovviamente, tutto ha un prezzo. Benché anche il neofita può avere risultati buoni fin da subito, non consigliamo di usare questa tecnica se è la prima volta che si usa la gommalacca, tantomeno su un mobile di pregio. Si tenga anche presente che questo metodo funziona al meglio sulle superfici piatte, mentre non offre nessun vantaggio rispetto ad altri metodi se il vostro mobile è molto ornato.

Si parte da una gommalacca al 25% di densità e da un numero sufficiente di tamponi. Attenzione che questi tamponi devono essere di tessuto che non lascia cascami, quindi niente magliette di cotone usate o cose simili. Alcuni magazzini e mesticherie offrono tamponi già fatti, specifici per questo uso. Tagliate un pezzo di tessuto quadrato di circa 30 cm. di lato. Piegatelo in quattro per due volte, cosí che alla fine sia un quadrato di 7,5 cm. di lato circa. Versate, in piú riprese, circa mezzo bicchiere di alcool (30 ml) sul tampone, e lavorate il tampone cosí che l'alcool venga assorbito uniformemente. Per comodità, avrete prima travasato la vostra gommalacca in una bottiglia di plastica a spruzzo (ad esempio, una vecchia bottiglia di alcool col tappo bucato). Ora verserete goccie di gommalacca sul vostro tampone per l'equivalente di un paio di ditali, sempre avendo cura di disperdere il liquido nel tampone uniformemente.

Partendo dall'alto della tavola da verniciare, portate il tampone a toccarne la superficie planando, come se si trattasse di un aereoplano in atterraggio. Strusciate il tampone per tutta la larghezza della tavola e fatelo decollare all'altra estremità. Ripetete questi movimenti in strisce, fino ad arrivare in fondo alla tavola. Quando arriverete in fondo, la gommalacca applicata in cima sarà abbastanza secca per strusciarla di nuovo. Ripetete questi movimenti finché la superficie diventa appiccicosa ed il tampone incomincia ad incollarsi. Tra una passata e l'altra, tamponate i bordi. Il trucco sta nell'applicare mani molto leggere mantenendo il tampone umido, ma senza farlo colare (se strizzando il tampone un po' fate colare vernice, allora ce n'è troppa). Una volta finito di tamponare, mettete il tampone in un barattolo a tenuta ermetica (ad esempio, un vecchio barattolo di vetro per la marmellata), cosí che si possa riusare. Se questa è la prima mano su legno nuovo (ma allora sarebbe meglio considerare una o due passate iniziali a pennello), la gommalacca verrà assorbita presto nelle fibre, ed abbastanza secca per la prima carteggiatura con mano leggera (con grana da 320) in un'oretta circa.

Dopo la carteggiatura, ripetete tutto d'accapo fino a quando il tampone diventa appiccicoso nuovamente. Lasciate questa mano riposare tutta la notte, quindi carteggiate con mano leggera e grana da 320 e poi ripassate con paglietta di ferro. Ripetete il tamponamento un'altra volta e lasciate essiccare un'altra notte. L'ultima passata si fa con paglietta unta in glicerina, e deve essere leggerissima. Per finire si passa il tutto con un panno di cotone, per togliere l'eccesso di olio.

Badate che le tre passate di sopra potrebbero non essere sufficienti a portare il legno alla massima lucentezza; tanti fattori, come la porosità del legno (ad esempio, è quasi certo che avrete bisogno di 4 o 5 passate per il mogano) e la vostra mano possono influire notevolmente. Quindi sarà l'esperienza che vi porterà ai risultai migliori: di conseguenza il grado 3.

Il metodo a tampone può essere usato sui fronti come sui fianchi di mobili, cosí come sulle battute di tavoli e cassetti, semprechè presentino superfici piane che lo giustifichino. Altrimenti l'applicazione a pennello è piú conveniente.

Applicazione a pennello

Difficoltà: 2

Applicare la gommalacca a pennello differisce dal pitturare con altre vernici per la sua velocità di essiccazione. Quindi non si può piú di tanto tornare su pennellate vecchie per pareggiarle, ed il lavoro va fatto con attenzione.

I pennelli migliori sono quelli che assorbono tanta vernice, cosí che possiate spennellare con abbondanza di liquido. Questi sono i pennelli di pelo di puzzola, normalmente immessi in commercio con pelo puro o con peli di tasso sulla periferia, per produrre una buona finitura, mentre i peli di puzzola danno corpo al pennello. Naturalmente stiamo parlando della Rolls-Royce dei pennelli. Normalmente un pennello di cinghiale di ottima qualità è altrettanto buono; state alla larga dai pennelli di cinghiale economici, spesso fatti in Cina, perché perdono molti peli che rimangono incollati nella gommalacca, rovinandovi il lavoro.

Prima di iniziare la verniciatura, immergete il pennello in alcool fino al ferro, cosí che sia piú facile pulirlo a lavoro finito.

Normalmente si usa una densità del 15% o 20%, cosí che la fluidità minimizzi i segni lasciati del pennello, che si possono piú facilmente pareggiare. Una volta intinto generosamente il pennello (ma senza che coli), date pennellate uniformi da un lato all'altro dell'area da verniciare. Una passata veloce, e poi ripassate per pareggiare i segni delle pennellate, ma senza lavorarvici troppo. La gommalacca non crea bolle d'aria, per cui non è necessario preoccuparsi di toglierle come con vernici ad olio o sintetiche. Passate nuovamente a striscioni, ma con strisce sfalsate rispetto alle prime. Alla fine preoccupatevi dei bordi. Dopo l'essiccazione (un'ora per la prima mano, tutta la notte per le mani successive), carteggiate e passate con paglietta come descritto per l'applicazione a tampone.

Per la pulizia del pennello potete usare il normale alcool denaturato. Una pulizia piú profonda si ottiene usando un detergente domestico contenete ammoniaca: l'ammoniaca reagisce con la parte acida della gommalacca, che quindi poi si puó lavare con normale sapone ed acqua.

Riparazioni di danni localizzati

Difficoltà: 1

Col tempo, la verniciatura di gommalacca può essere graffiata o subire altri incidenti minori, come segni d'acqua. Questi danni sono facilmente riparabili con un poco d'alcool. Graffi un poco piú visibili si possono riparare con gommalacca molto leggera (densità 10%) applicata localmente con piccoli pennelli da artista. Se il graffio è profondo ed ha scolorato il legno, si può colorare la gommalacca con tinture solubili in alcool: attenzione però a riprodurre il colore bene. Danni causati dall'acqua si possono riparare come sopra, ma è piú facile usare alcool puro.

Se non si è sicuri se un mobile è verniciato con gommalacca, basta deporre qualche goccina d'alcool su un punto nascosto del mobile e vedere se la vernice diventa appiccicosa: se è cosí è gommalacca.

Se non siete sicuri della vostrà abilità, si può minimizzare un graffio con un poco d'olio (di glicerina o paglierino), seguito da una passate con un po' di cera d'api (si trova in tutti i negozi per il fai da te).

Ripristino della verniciatura di mobili antichi

Difficoltà: 1

Qui si entra in un campo minato, perché ovviamente bisogna intenderci su che cosa significa ripristino e cosa significa mobile antico. Ovviamente lascieremo un Mandolino in mano ad un esperto restauratore, dopo attentissima selezione. Ma la credenzina di pioppo impiallicciata in noce della bisnonna puó accontentarsi benissimo delle nostre cure. Sempreché non sia la nostra primissima esperienza con la gommalacca, e sempreché il mobile sia in perfette condizioni meccaniche. Quindi niente parti da sostituire con legno o piallacci nuovi, che costringerebbero quasi sicuramente alla sverniciatura totale, uniformazione del colore del legno, e riverniciatura. Qui parliamo di un mobile semplicemente un poco sporco e graffiato, ma con gran parte della superficie verniciata in condizioni discrete.

La sucessione è semplice. Dopo una iniziale spolveraura molto attenta, con un panno morbido asciutto, passeremo con mano leggerissima la paglietta intinta in glicerina, insistento con attenzione solo laddove le macchie ed i graffi fossero piú evidenti. L'obiettivo di base è di togliere tutto lo sporco accumulato. Dopo aver asciugato con un panno asciutto quanta piú glicerina possibile, lascieremo riposare per la notte, cosí che la glicerina residua abbia la possibilità di essiccare. Il giorno dopo passeremo prima nuovamente un panno asciutto, poi a pennello (vedi la descrizione relativa) una mano di gommalacca del 20% di densità, e lascieremo asciugare per la notte. Il terzo giorno passeremo nuovamente ma con mano leggera con paglietta e glicerina per togliere l'eccesso di lucentezza della nuova vernice, che stonerebbe con l'età del mobile. Dopo ulteriore ascigatura della glicerina con un panno, si puó passare, volendolo, una leggera mano di cera d'api e lucidare con panno di lana.

Semplice ed efficace.

Ritorna all'indice
Versione 1.1 - 15 Settembre 1998