Un ottico


I° PARTE

Daltonici presbiti, mendicanti di vista

il mercante di luce, il vostro oculista,

ora vuole soltanto clienti speciali

che non sanno che farne di occhi normali.

Non più ottico ma spacciatore di lenti

per improvvisare occhi contenti,

perché le pupille abituate a copiare

inventino i mondi sui quali guardare.

Seguite con me questi occhi sognare,

fuggire dall’orbita e non voler ritornare.


II° PARTE

(1° cliente)

Vedo che salgo a rubare il sole

per non aver più notti,

perché non cada in reti di tramonti,

l’ho chiuso nei miei occhi,

e chi avrà freddo

lungo il mio sguardo si dovrà scaldare.

(2° cliente)

Vedo i fiumi dentro le mie vene,

cercano il loro mare,

rompono gli argini,

trovano cieli da fotografare.

Sangue che scorre senza fantasia

porta tumori di malinconia.

(3° cliente)

Vedo gendarmi pascolare

donne chine sulla rugiada,

rosse le lingue al polline dei fiori

ma dov’è l’ape regina?

Forse è volata ai nidi dell’aurora,

forse è volata, forse più non vola.

(4° cliente)

Vedo gli amici ancora sulla strada,

loro non hanno fretta,

rubano ancora al sonno l’allegria

all’alba un po’ di notte:

e poi la luce, luce che trasforma 

il mondo in un giocattolo.

Faremo gli occhiali così!

Faremo gli occhiali così!