5 bambole per la luna d'agosto

Italia, 1969, col., 85 minuti

Regia: Mario Bava

Interpreti:
William Berger,
Ira Fürstenberg,
Edwige Fenech,
Howard Ross.


La giovane Isabelle , figlia del guardiano di un’isola, spia un festino che si sta svolgendo nell’unica lussuosa villa. Dentro, il proprietario George e i suoi amici (Mary e il marito Nick, Gerry e sua moglie Trudy, Jack e la sua ragazza Peggy e Jill moglie di George) si divertono un mondo a simulare scherzosamente un delitto. George è un’affarista che col socio Jack cerca di convincere Jerry a vendergli una formula rivoluzionaria: l’offerta è allettante, ma Jerry non cede. Durante la prima notte, Mary va a trovare il suo amante, il marinaio della barca che li ha condotti sull’isola, e lo trova ammazzato. Al mattino la barca è sparita e la radio di casa, unico mezzo di comunicazione, è distrutta. Comincia uno strano gioco delle coppie in cui tutti i presenti cercano di insidiare i partner altrui assumendo atteggiamenti sospetti. Il giorno dopo, inspiegabilmente, Isabelle uccide Gerry con un fucile e ne occulta il corpo; gli altri cominciano a cercarlo invano. Nel frattempo accadono altri due tragici eventi: Peggy è uccisa con una fucilata mentre era sul terrazzo, poi Mary viene trovata pugnalata al cuore. Il nervosismo tra i sopravvissuti sale con scambi di reciproche accuse. La sera viene ritrovato il corpo di Jill con le vene tagliate. Suicidio o nuovo delitto? George, Trudy, Nick e Jack si accusano violentemente. Il giorno dopo arrivano dei marinai ad ispezionare la casa, ma in quel momento il salotto è vuoto così come tutta la casa. Poi George, Trudy e Jack si risvegliano nel salotto e capiscono che qualcuno li ha drogati e nascosti. Poi ritrovano il cadavere di Nick. George trova una barca nascosta, entra in casa per riferirlo ma trova Jack che lo uccide: è stato lui, d’accordo con Trudy, a drogare gli altri ed a ucciderli per impossessarsi della formula. Jack vuole liberarsi anche di Trudy ma nella colluttazione muoiono entrambi. Isabelle recupera la formula.

Epilogo: Isabelle va in carcere a trovare Gerry, condannato a morte per l’omicidio di un collega vero autore della formula. Quando gli aveva sparato, Isabelle l’aveva solo addormentato e poi con la droga gli aveva fatto confessare la formula e il delitto. Isabelle lo saluta sarcastica e se ne va.


COMMENTO: Bava firma un ibrido fra giallo classico (assolutamente palese l’ispirazione a Dieci piccoli indiani della Christie) e thriller d’alta società molto in voga all’epoca (basti citare Orgasmo di Lenzi e A doppia faccia di Freda) , e lo fa con la consueta eleganza stilistica e tecnica, ma ciò non basta per sopperire ad una sceneggiatura molto scadente e dal finale decisamente fuori luogo. La sceneggiatura dunque è una variazione poco fantasiosa del classico della Christie. Il racconto ha decisamente troppi buchi e la spiegazione del mistero è affidata con troppa fretta ai dialoghi finali. I personaggi sono decisamente poco credibili e spesso appaiono spaesati (come quando vagano per la spiaggia). La suspense è proprio poca, tutti sembrano aspettare qualche cosa che poi non accade. Tuttavia, pur con la peggior sceneggiatura della sua carriera, Bava da una gran prova di sé dal punto di vista tecnico. I primi 5 minuti del film (tutti senza dialogo), dove Bava presenta con uno zoom alternato tutti i personaggi per poi culminare in una triplice zoomata sulla Fenech che si dimena, sono indicativi della capacità visiva del regista. Inoltre i colori accesi, le scenografie futuriste e l’onnipresente organo della colonna sonora contribuiscono a fare del film un monumento dell’epoca pop. Soluzioni come quella delle biglie di vetro che rotolano portando la macchina da presa alla scoperta del cadavere di Jill (scena poi ripresa da Argento per il finale di Suspiria) o gli stacchi bruschi coi quali si passa dal primo piano dei personaggi vivi ai primi piani dei personaggi morti appesi nella ghiacciaia appartengono al miglior Bava. Notevolissime anche le profondità di campo, inquadrature in cui il regista denota anche la sua bravura di direttore della fotografia. Per ciò che riguarda gli attori infine si tratta sicuramente di un cast opaco: resta solo una giovane Fenech, futura reginetta del cinema thriller italiano (soprattutto coi film di Martino).


Recensione scritta da: Davide "Trhiller" Artabax


VOTO:




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