Shock
(Transfert/Suspence/Hypnos)


Italia, 1977, col., 97 minuti

Regia: Mario Bava

Interpreti:
Daria Nicolodi,
John Steiner,
David Colin Jr,
Ivan Rassimov


Dora torna insieme al figlioletto Marco nella villa dove 7 anni prima si era suicidato il padre Carlo. La donna è ora felicemente sposata con il pilota Bruno che ha un ottimo rapporto anche con Marco. Tuttavia dopo il trasferimento nella villa, l’atteggiamento di Marco muta radicalmente: mostra grande gelosia nei confronti della madre e comincia ad offenderla, perseguitarla con dispetti e trappole e comincia a minacciarla di morte. Dora è anche vittima d’allucinazioni ed incubi in cui è perseguitata da zombie. Tutto sembra comunque ricondurre ad uno strano muro che si trova nella sinistra cantina della villa. Una mattina Marco mette una foto di Bruno sull’altalena e contemporaneamente l’uomo, che sta pilotando, perde per un attimo il controllo del velivolo. Le azioni di Marco sembrano guidate dal fantasma di Carlo: Dora, sempre più nervosa ed esasperata, riceve un mazzo di fiori accompagnato da un messaggio agghiacciante scritto con grafia infantile. Questo è per Dora il colpo finale. Lei infatti d’improvviso ricorda di aver ucciso il marito Carlo, sgozzandolo, perché era un tossico, e di aver poi rimosso tutto dalla mente grazie allo psichiatra. Dora ne parla con Bruno che non ci crede affatto, ma una notte mentre sta dormendo, Dora è svegliata da rumori in cantina: scende e scopre Bruno che sta sfondando il muro per disseppelire il cadavere di Carlo. Scopriamo così che Bruno sapeva dell’omicidio ma che, d’accordo con lo psichiatra, non aveva mai detto nulla per favorire la guarigione di Dora. La donna, completamente allucinata, ha una reazione imprevista e lo uccide a picconate, poi fugge per la casa. I mobili però si animano e tentano di ucciderla così che Dora deve rifugiarsi in cantina dove vede una mano che gli porge il taglierino con cui uccise Carlo; e con quell’arma lei si sgozza da sola. All’esterno Marco , come se nulla fosse, prende il tè con il fantasma del padre .


COMMENTO: Sicuramente il film meno personale e meno riuscito di Bava ( anche se sulla sua paternità del film ho dei dubbi molti sono convinti che il prodotto alla fin fine sia più del figlio Lamberto). Il tentativo di partenza mi sembra quello di fornire una vaga imitazione delle atmosfere argentiane che in quel momento stavano spopolando ( l’atmosfera della villa, l’ostilità degli oggetti più banali, il carillon tormentone in sottofondo) per poi ripiegare invece su una tematica più baviana, e cioè lo spiritismo. Comunque anche tecnicamente il film è carente: fin da subito si capisce che le inquadrature sono molto piatte, insipide, quasi televisive ( niente zoom, pochissima profondità di campo). Fortunatamente ci sono un paio d’episodi in cui la regia assurge al livello consono a Bava: Tuttavia il prodotto resta tecnicamente basso. È un tipico prodotto di fine carriera ( all’epoca Bava aveva tra l’altro anche dei seri problemi di salute), un’opera di chi ha già dato molto e lavora stancamente. Nota molto positiva invece è, secondo me, la recitazione della Nicolodi, assolutamente convincente nei panni della donna nevrotica sempre sull’orlo di una crisi di nervi. La Nicolodi si presta perfettamente in un ruolo (la donna apparentemente forte ma che in realtà è progressivamente annichilita dai fatti che le accadono attorno) che ha interpretato parecchie volte in passato e che, col tempo, ha sempre più raffinato. Anzi dico di più: le poche scene di suspense del film si basano quasi esclusivamente sulla gestualità esasperata e nevrotica dell’attrice, una recitazione che rende davvero palpabile la sensazione di disagio che la attraversa. Magari Bava avesse avuto attrici del calibro della Nicolodi in passato ( lei sarebbe stata perfetta in film come Gli orrori del castello di Norimberga o Reazione a catena) Insopportabile invece la figura del bambino ( sarà che io ho sempre odiato questi ruoli di bambini saputelli e viziati).

Recensione scritta da: Davide "Trhiller" Artabax


VOTO:



I VOSTRI COMMENTI:

"Io credo  che mai il sig. Rassimov abbia toccato vertici simili in una sua interpretazione. Grazie." (F. DEL MARRO)

"Non sono assolutamente d'accordo. Questo è uno dei migliori e più riusciti film di Bava. E' una raffinata storia di fantasmi, un capolavoro di tensione, che si può accostare ad uno dei precedenti lavori di Bava: La frusta e il corpo, sia per il finale che per il lait-motiv del film, ossia lo spettro di un individuo perverso che conduce la sua ex moglie alla pazzia. Inoltre si trovano rari virtuosismi di regia e effetti speciali di ottima fattura, curati dallo stesso regista: ad es. la sequenza in cui il fantasma di Carlo fa l'amore con Dora e i capelli di lei sono accarezzati dallo spettro e si tendono verso la macchina da presa. Shock è passato quasi inosservato in Italia, ma ha ottenuto un grande successo in Giappone. Ispiratissima la musica dei Libra."



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