I sabba delle streghe




Era opinione comune che i sabba fossero occasioni importanti, in cui le streghe incontravano il diavolo per adorarlo, ricevere istruzioni ed abbandonarsi a orge di ogni genere.
Migliaia di donne affermano di avervi preso parte, quando stavano invece dormendo nei loro letti. Le confessioni venivano estorte con la tortura.
Alcune donne confondevano le proprie fantasie e paure con la realtà, altre volevano vendicarsi di qualcuno. Spesso un'imputata era costretta a denunciare altre partecipanti al sabba.
Le descrizioni di ciò che vi accadeva erano molto varie, ma la sostanza era abbastanza costante.
Le streghe si recavano al sabba con mezzi dei trasporto magici, spesso a cavallo di manici di scopa. Giuravano fedeltà al diavolo, riferivano sulle loro attività malefiche, poi banchettavano, danzavano e si abbandonavano a licenziosità di ogni genere.
Pierre de Lancre, il grande cacciatore di streghe francese dell'inizio del XVII secolo, riportò molte descrizioni di feste orgiastiche nelle provincie basche. Lì le streghe praticavano anche il vampirismo sui bambini, violavano le tombe e divoravano i cadaveri. Altrove predominavano il sacrilegio e la bestemmia: le ostie venivano profanate in tutti i modi possibili.
Si riteneva che il sabba si svolgesse regolarmente il 31 ottobre, il 30 aprile e ognuna delle quattro festività pagane che erano assorbite nel cristianesimo. Il numero dei partecipanti era lasciato alla fantasia dei cacciatori di streghe.
Le streghe a Venezia non andavano al sabba, si limitavano a invocare il diavolo per ottenere l'amore. Perciò niente roghi o torture nei processi dell'Inquisizione, ma molte storie di vita quotidiana.



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