Il quartiere San Lorenzo




Il quartiere San Lorenzo nasce intorno alla fine del 1800, dopo l'occupazione della città papale da parte dell'esercito piemontese. Situato fuori Porta Tiburtina, fra le Mura Aureliane e il Cimitero di Campo Verano, nasce più che altro come conseguenza della speculazione edilizia di quei primi anni dell'unità di Italia. Le prime case, o megli palazzi, sorgono fra il 1884 e il 1890. Queste case resteranno per lungo tempo disabitate, mancando di qualsiasi tipo di servizio igenico, e il quartiere di rete fogniaria, si che quando la richiesta di abitazioni diverrà pressante per la nuova capitale esse verranno abitate dagli immigrati delle regioni circostanti, principalmente da persone che venivano dall'Abbruzzo, dalla Campania e dalle Marche così come le trovarono. Dopo poco tempo a San Lorenzo scoppiò il colera, e solo dopo di ciò si comincerà un'opera di risanamento del quartiere.

I primi abitanti del quartiere sono per lo più operai impiegati nell'edilizia, serciaroli,

netturbini, comunque proletari attirati nella città per cercare un lavoro che ormai fuori non riuscivano più a trovare. Essi abbandonarono le campagne portandosi dietro e restandone ancorati la loro cultura rurale. Cominciarono ad aprirsi le prime botteghe artigiane e i primi chioschi di fiori fuori dal Cimitero del Verano, le prime osterie, di cui San Lorenzo era particolarmente ricca, essendo le case così malsane e buie, che la sua popolazione viveva perlopiù per la strada che nelle case. E' un quartiere popolare senza volerlo essere, e diviene subito un centro di raccolta dei rivoluzionari dell'epoca, anarchici più che altro, forse anche perchè popolato di artigiani, che per il loro lavoro erano abituati a fare i conti con se stessi e non con padroni o industriali che a quell'epoca, a Roma, non esistevano. Ma le prime imprese post unità nascono anche qui, come la birreria Patzkoski, poi divenuta Wuhrer, il molino e pastificio Cerere, ed arrivano a San Lorenzo i ferrovieri impiegati nalla vicina stazione Termini, ed i facchini che lavoravano allo scalo merci dietro al viale San Lorenzo. Aumenta la coscienza di classe, e si aprono le sedi di partito, prima delle quali sarà quella socialista, dove oltre all'attività politica vera e propria si svolgono attività ricreative e sociali. Nel quartiere non c'é altro, le scuole verranno edificate più tardi, e la vita é comunque dura per questi ceti, soprattutto perchè il lavoro non è mai così sicuro, a volte, molto spesso, manca, e la gente del quartiere non è propriamente formata da stinchi di santo, e vive sovente ai margini della legalità, quando non decisamente al di là. La chiesa di Maria Immacolata e S.Giovanni Berchans viene costruita ed ultimata nel 1911, in posizione centrale al quartiere e diviene ben presto, dopo la sede del Partito Sociallista in via dei Sardi, l'altro punto di aggregazione per la gente del quartiere, che sebbene non particolarmente osservante, trova nelle attività sociali del clero dell'Immacolata uno sfogo alle esigenze di una vita normale. Accanto alla chiesa viene costruita una scuola ed un asilo, e i ragazzi hanno così un posto diverso dalla strada per passare le giornate. Il clero è particolarmente attivo, crea una polisportiva che rimarrà famosa fino ai giorni nostri. Accanto al Verano esiste anche la basilica di San Lorenzo, che però, per la sua posizione esterna al quartiere non è così frequentata, come l'Immacolata. Nel quartiere si riproduce la vita di paese, come se San Lorenzo non fosse un quartiere di città, ma un vero e proprio paese, che fra l'altro della città è ai margini, ed è da essa separato dalle grandi Mura Aureliane, che ne delimitano il lato ovest, impedendogli perciò di comunicare con il quartiere Esquilino, se non per il traforo di Santa Bibiana. Ad est il grande cimitero del Verano ne impedisce lo sviluppo verso l'esterno, a sud lo scalo merci e l'edificazione dell'università “La Sapienza”a nord finisce per chiuderlo e costringerlo nel quadrilatero che ancora oggi occupa. Le strade non larghissime, le case densamente popolate, il mercato di Piazza degli Osci, lo fanno davvero assomigliare ad un paesino, dove tutti si conoscono, e dove sovente ci si imparenta. La vita politica di San Lorenzo è una vita di sinistra, o meglio, è una politica “contro”, contro il potere che negli anni della sua nascita era il potere Regio, con le sue repressioni di scioperi e, soprattutto, con la sua negligenza riguardo gli abitanti, che non hanno mai goduto di servizi appropiati.

Durante l'epoca fascista San Lorenzo è il quartiere dei sovversivi, dove in un modo o nell'altro i fascisti non entrano a cuor leggero, anche se esisteva una sottosezione del fascio (una sottosezione....) e dove comunque i fascisti non hanno mai avuto vita facile. La guerra con i suoi orrori si abbatte sul quartiere il 19 Luglio 1943, alle undici di mattina. Tre ondate di bombardieri alleati scaricano più che sull'obbiettivo scalo merci, ma proprio sul quartiere il loro carico di bombe, uccidendo un numero non meglio precisato di persone, ma che si aggira intorno alle tremila anime, di cui molti bambini e donne, essendo gli uomini assenti per la guerra in corso o espatriati come esuli. Alcune delle case colpite allora ancora portano i segni della distruzione. Non sono mai più state ricostruite




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