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La mia vita era a una svolta: in monastero avevo sempre educato le ragazze di buona famiglia, ricche, mentre ora dalla strada il grido della povertà scuoteva le mie certezze come un colpo di vento forte ed improvviso. Nella preghiera si faceva più chiaro in me il desiderio di aiutare queste bambine povere per dare loro un futuro, per mettere a disposizione ciò che sapevo fare e regalare quell'amore di cui ogni giorno il Signore mi riempiva. Coltivavo questo pensiero come un giardiniere coltiva le rose: con pazienza, con fiducia nella fioritura. Però non potevo realizzare la "fioritura delle mie rose" stando in monastero. Dovevo uscire. Passarono molti anni prima che il mio desiderio si realizzasse: infatti non era un'impresa facile lasciare un monastero di clausura per aprire una nuova casa ... occorrevano permessi, progetti chiari, aiuti ... Ma alla fine grazie a Dio il progetto di realizzò. Così lasciai il monastero di Fognano dove avevo trascorso gran parte dei miei anni, salutai le suore a cui ero molto affezionata, la sicurezza di una vita stabile, la stima ed il rispetto di cui godevo qui per andare verso un futuro incerto: con una casa da costruire, senza soldi, ormai avanti negli anni ... Molti mi presero per matta ...