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A 19 anni arrivai in famiglia con la valigia piena di ... prospettive e progetti nuovi e confusi. I miei genitori desideravano che io mi sposassi ... e già avevano combinato le nozze.  Che confusione avevo nella testa! Dovevo scegliere tra due cose molto belle: fare una famiglia o consacrarmi al Signore? Al Signore però non volevo dare solo una parte di me, ma tutto ciò che ero, con la gioia e l'entusiasmo di seguirlo ma anche con la fatica grande di lasciare la vita "comoda e tranquilla" di prima. E così col suo aiuto scelsi di diventare suora. Quando, dopo molti mesi, dissi ai miei genitori che avevo deciso di entrare in un monastero di clausura, fu per loro un duro colpo, ma alla fine vista la mia ferma convinzione mi lasciarono andare.  Provai un dolore profondo  nel separarmi dalla mia famiglia. Mio babbo non manifestava i suoi sentimenti, ma sapevo che anche per lui era difficile il distacco. Ciò che mi fece forza fu il pensiero di iniziare una vita nuova, col Signore, nella sua casa. Non potevo proprio desiderare di più. Se ad un gabbiano si tolgono le ali, non sarà più ciò che è, costretto a restare per sempre a terra non proverà più la gioia di volare. Io ero come quel gabbiano: le mie ali erano il monastero, il disegno di Dio su di me, ciò che solo mi permetteva di essere pienamente me stessa. Mi si apriva davanti un orizzonte bellissimo.