Il respiro consapevole
Maestro Thich Nhat Hanh
Caro Thay, sto cercando di
smettere di rincorrere la felicità; voglio accettare le cose per quello che sono
e trovare la mia felicità in quello che c’è. Tuttavia, il mio compagno è
convinto che la felicità dipenda dal fatto che le cose cambino ed è sempre
scontento delle cose così come sono e le vuole cambiare, compresa me, per essere
felice. Trovo difficile praticare in questa situazione. Se sostengo il
cambiamento, rinforzo il concetto che la felicità non sia possibile senza di
esso. Se non sostengo il cambiamento vengo vista come un ostacolo alla felicità
del mio compagno. Per ‘cambiamento’ intendo quei cambiamenti precisi che il
compagno ritiene necessari’.
Questa è una buona domanda
e quando ascoltate il discorso di Dharma dovete farlo con questa domanda nella
mente e nel cuore, per vedere se il discorso di Dharma ha qualcosa da offrire al
cuore del problema. Possiamo capire il Dharma solo se portiamo la nostra
sofferenza per comprenderlo. Dovremmo ascoltare il Dharma solo nel contesto
della nostra sofferenza e di quella delle persone intorno a noi, perché
l’insegnamento del Buddha riguarda la sofferenza e la cessazione della
sofferenza. La comunicazione è molto importante. La comunicazione tra sé e sé e
tra sé e gli altri, tra i membri del sangha, tra studente e insegnante è sempre
necessaria, altrimenti non potremmo essere un vero sangha.
Ogni volta che inspirate
portate ossigeno ai polmoni e aiutate ogni cellula a rinnovarsi. Potrebbe
piacervi inspirare e diventare consapevoli che milioni delle vostre cellule
vengono rinnovate con l’ossigeno. La qualità del respiro è essenziale per noi da
un punto di vista fisiologico e psicologico allo stesso tempo.
Durante la guerra c’è stato
un periodo in cui ho avuto una depressione molto grave, molto grave. Non sono
riuscito a dormire per molti mesi. I sintomi si manifestavano in modi
diversi: problemi con l’apparato digestivo, insonnia, battito cardiaco. Ad
un certo punto ero così grave che qualcuno mi ha proposto di sottopormi ad uno
elettroshock. Mi hanno portato in una clinica francese molto prestigiosa a
Saigon ed ho passato anche più di un mese all’ospedale dell’università di Tokio.
Hanno cercato di capire cosa non andava in me fisicamente. C’erano espressioni
fisiche della depressione, una depressione molto acuta dopo la morte di mia
madre, la situazione della guerra e la morte di tante persone intorno a me,
soprattutto giovani. C’erano molti di noi, giovani novizi tutti impegnati nella
resistenza; non avevamo armi ma aiutavamo la resistenza in modo non violento.
Perdere la propria madre, perdere gli amici, i fratelli e le sorelle, vedere la
morte intorno a te ogni giorno è qualcosa di molto difficile da sopportare per
un giovane, un giovane monaco. Era negli anni ’50 sembrava che niente potesse
aiutarmi, né la medicina occidentale, né la medicina orientale, ma avevo una
fede molto forte nel Dharma. È stata la pratica del respiro consapevole che mi
ha aiutato ad uscire da quella situazione. Solo la pratica del respiro
consapevole, che avevo imparato da novizio e che a quel tempo era diventata una
questione di vita o di morte. Solo in quel momento investii il 100% di me stesso
nella pratica ed è stato il respiro consapevole secondo la tradizione buddista
che mi ha curato e fatto uscire da quella profonda depressione, mi ha rinnovato.
A quel tempo la mia fede, la mia fiducia nell’insegnamento del Buddha, nel
Dharma era intatta. Non so perché non credessi nella medicina occidentale o
asiatica o in altri tipi di terapia. Ma non so perché, credevo profondamente che
dovevano esserci modi di cura attraverso il Dharma.
Ho davvero cercato di
praticare il respiro consapevole e ho anche cercato libri al di fuori del
Buddismo per imparare di più sul respiro, ed è stato meraviglioso che ogni volta
che praticavo la respirazione profonda e consapevole mi dicevo che era la cosa
migliore da fare proprio in quel momento ed è questo che vorrei condividere con
voi: quando siete nel guai e non sapete che cosa fare, la cosa giusta da fare,
la respirazione profonda e la respirazione consapevole è la cosa giusta da fare,
forse la cosa migliore da fare proprio in quel momento e
rimane ancora una verità per me. Quando ho delle difficoltà, quando non vedo la
via d’uscita a una situazione, mi fido sempre del mio respiro. Respirare
consapevolmente e profondamente è la cosa migliore da fare in quel momento. E se
sapete che state facendo la cosa migliore che potete fare, avrete subito la
pace.
È meraviglioso! Sto già facendo la cosa migliore che posso fare, perché
preoccuparmi? E allora la pace viene da voi subito. Ogni volta che
inspirate rinnovate le cellule del sangue. C’è qualcosa in ogni cellula del
sangue che si chiama emoglobina e ha la capacità di fissare l’ossigeno molto
facilmente, molto rapidamente. Non c’è bisogno di sforzo per ricaricare il
sangue di ossigeno, perché diventi di un rosso brillante. Nella frazione di un
secondo la cellula del sangue è rinnovata, piena di ossigeno. E l’emoglobina ha
anche la capacità di rilasciare ossigeno, facilmente e rapidamente, nella
situazione in cui l’ossigeno è necessario. Fissare e rilasciare l’ossigeno in
modo facile e veloce. E sapete che è il nostro ambasciatore, va in ogni cellula
e si prende cura di ogni cellula.
Allora quando inspirate profondamente e
consapevolmente, specialmente quando l’aria è pulita è molto importante. La
meditazione camminata all’aria aperta è un modo meraviglioso di guarire o se
potete sdraiarvi sull’erba e praticare la respirazione profonda e consapevole: è
molto terapeutico e l’effetto proprio lì. Un respiro profondo di aria buona e
pulita è già molto terapeutico, può portare subito buoni risultati. Perché
quando si inspira così con l’aria fresca, buon ossigeno, allora milioni di
cellule del sangue sono rinnovate, voi mandate tutte queste cellule del sangue
con del nuovo ossigeno ad ogni cellula del vostro corpo; state rinnovando ogni
cellula del vostro corpo nel rinnovare il vostro sangue. Fisicamente è
un’ottima pratica e psicologicamente è una cosa meravigliosa perché sapete che
state facendo la cosa migliore che potete fare proprio in quel momento.
La cosa
migliore è essere voi stessi, inspirare ed espirare,. aiutare il vostro corpo e
la vostra consapevolezza. Una goccia di sangue ha così tante cellule in sé rosso
rubino, è enorme il numero di cellule in una goccia di sangue. Se contate il
numero di cellule in una goccia di sangue scoprirete che è superiore all’intera
popolazione francese che vive sul territorio francese. Anzi è il doppio della
popolazione francese il numero delle cellule di sangue semplicemente in una
goccia. E sono così piccole che se volessimo giocare e chiedessimo alle cellule
di stare in fila, allora ci servirebbero 1250 cellule per formare un centimetro.
Il numero 1250 è il numero di monaci che il Buddha ebbe nel secondo anno del suo
ministero. A Plum Village abbiamo piantato 1250 pruni per commemorare ciò.
Allora inspirando, abbracciate tutto di voi stessi, tutte le cellule del vostro
corpo e abbracciate anche tutta la sofferenza contenuta in ogni cellula del
corpo. È la pratica dell’amore, davvero. Allora vi prego, non sottovalutate la
pratica del respiro consapevole, può generare vita, può portare guarigione al
corpo e alla mente.
L’altro giorno abbiamo
detto che le cellule sane sono lì per aiutare le cellule non sane e possiamo
fare qualcosa per sostenere le cellule sane. Davvero lo possiamo fare, in ogni
momento della nostra vita quotidiana, sedendo e respirando bene, camminando e
respirando bene: inspirando ed espirando con gioia, sostenete le cellule sane
perché si possano occupare delle cellule non sane. Quanti di noi pensano che
potrebbero avere il cancro o che stanno iniziando ad avere il cancro – questa è
la cura migliore. Non pensate di rimuovere queste cellule. Pensate a sostenere
le cellule sane, così che le cellule sane possano abbracciare le cellule che non
sono solide.
Mi
ricordo che circa 20 anni fa ho incontrato un giovane nella città di Montreal,
si chiamava Huan Puc – Puc significa felicità, fortuna dorata. Aveva una moglie
molto giovane e due bambini molto piccoli e sarebbe dovuto morire nel giro di
tre settimane. Era seduto a fare colazione con noi che avevamo organizzato il
ritiro a Montreal. Era seduto vicino a me e a metà della colazione cominciammo a
scambiare qualche idea su come organizzare al meglio il ritiro. Mi era stato
presentato da un medico che era Ten Hoi, uno dei nostri insegnanti di Dharma
laici e appresi che Huan Puc sarebbe morto nel giro di tre settimane, perché
così aveva detto il dottore. Allora Huan mi guardò per vedere se avevo qualcosa
da dirgli per confortarlo. Gli misi un braccio intorno alla spalla: ‘Tutti noi
dobbiamo morire, tu morirai per primo, ma poi moriremo anche noi, ti
raggiungeremo, ma tre settimane sono tantissime, perché ci sono persone che
vivono 50 70 anni, ma non sono davvero vive, non sono capaci di godere i
momenti della loro vita, passano la vita solo a preoccuparsi e ad arrabbiarsi;
nessuno di noi sa come gioire .dei minuti delle ore dei giorni delle settimane
che ci sono stati dati da vivere. Allora a cosa serve vivere 100 anni solo per
arrabbiarsi con gli altri, per aver paura della vita e così via? Sei capace di
vivere profondamente e gioiosamente un momento della tua vita quotidiana. Tre
settimane sono tante. Per favore, dimmi se sei capace di condividere una tazza
di tè con me adesso e ci concentreremo per poter gioire del fatto di essere
ancora vivi e di star bevendo con gioia una tazza di tè con gli amici’ questa è
stata la nostra sfida. E lo vidi fare del suo meglio. Di nuovo, era una
questione di vita o di morte. E tutti l’abbiamo sostenuto, perché potesse gioire
di quella tazza di té, della fettina di arancia, del pezzo di pane tostato
e della marmellata. Abbiamo davvero celebrato quel momento. Non ci siamo persi
nella discussione sul come organizzare quel ritiro. Facendo colazione provate a
fare del vostro meglio per fare semplicemente colazione: Chaque chose à son
temps.
E
ottenne quello che io chiamerei un’illuminazione e da quel momento seguì le
istruzioni e praticò. E rimase vivo. Nei successivi 15 anni diventò un membro
dell’Ordine dell’Interessere e il suo nome di Dharma è Vera Vita, prima di ciò
non era vera vita e mi disse: ‘Thay, sono arrivato fino alla porta della morte,
ecco perché so cosa vuol dire morire e ora sono rinato e il nome che mi hai
dato, Vera Vita, è molto appropriato’.
Ci sono molti miracoli così di cui veniamo a
conoscenza diretta nel nostro sangha, riguardanti le persone che vengono a
praticare con noi. E i miracoli li facciamo ogni giorno; quando vi sbarazzate
delle vostre preoccupazioni riguardanti il futuro, dei vostri dispiaceri, dei
vostri rimpianti riguardo al passato, quando siete capaci di stabilirvi nel
momento presente ed entrare in contatto con ciò che è meraviglioso, rinfrescante
e terapeutico nel momento presente, cominciate il lavoro di guarigione e
trasformazione per voi stessi e anche per il vostro sangha. Ogni passo che fate
è verso la guarigione e la trasformazione. Investite il 100% nello sforzo di
fare un passo e quindi il paradiso, il regno di Dio, la Terra del Buddha saranno
disponibili per voi nel qui e ora. Non riuscirei ad immaginare la terra del
Buddha o il regno di Dio più belli del mondo in cui viviamo, il bellissimo
pianeta terra – così meraviglioso.
Tutti i miracoli vi sono dispiegati: se solo
vi liberaste dai vostri dolori, dalla vostra paura, dal rimpianto, potreste
entrare in contatto con tutti questi miracoli della vita che sono disponibili
per voi, all’interno e intorno a voi. Perché i vostri occhi sono un miracolo, i
vostri occhi sono meraviglie della vita. Il vostro naso, la vostra lingua, ogni
cellula del sangue è un miracolo. Potete inspirare, è un miracolo, potete
espirare, potete sorridere tutti questi sono miracoli. Potete sedere ben
diritti, con un’arancia in mano, guardando l’arancia e sorridendo, l’arancia è
un miracolo, voi siete un miracolo e il Dharma vi aiuta a entrare in questo
miracolo e a risvegliarvi ad esso. Il Regno di Dio non è un’idea, un concetto,
la Terra del Buddha non è un concetto, un’idea, l’amore, la felicità, la non
nascita e la non morte non sono idee. Se solo permetteste a voi stessi di
esserci, di entrarvi, la guarigione e la trasformazione diventerebbero una
realtà di ogni momento. Ricordate, quando inspirate e portate ossigeno ai vostri
polmoni, quello è un atto terapeutico. Non fatelo meccanicamente, fatelo con il
100% di voi stessi, consapevoli che è la pratica dell’amore, la pratica della
cura, e se sapete come prendervi cura e come amare voi stessi, saprete come
prendervi cura degli altri esseri viventi e amarli. Se non siete capaci di
prendervi cura di voi stessi, non sarete capaci di prendervi cura e di amare
altri esseri viventi e il nostro pianeta.
© Thich Nhat Hanh
Per informazioni sul Progetto Trascrizioni e sulla possibilità di effettuare donazioni, per favore visitate il sito: http://www.plumvillage.org
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