IL PROGETTO DEL CATALOGO
Per tradizione il paese del Castellazzo - come veniva chiamato fino al 1863, anno in cui fu aggiunto l’indicativo Bormida - è il "borgo dalle quaranta chiese" : tante sembravano esistere nel periodo di massima diffusione nel centro abitato e nei terreni circostanti. Il dato è sostanzialmente corretto per il periodo di tempo che abbraccia i secoli XVII e XVIII ; l’invasione, le soppressioni e le vendite dei Napoleonici ridussero in maniera drastica il patrimonio edilizio ecclesiastico del paese, causando negli edifici rimasti - utilizzati impropriamente - fenomeni di degrado che ne hanno accelerato l’invecchiamento e la dismissione.

Nonostante la forza della tradizione popolare, confermata dal numero ancora relativamente elevato dei luoghi sacri superstiti, non esiste nella letteratura storica locale una pubblicazione che racconti la storia delle chiese e che, soprattutto, illustri quali e quante esistettero a Castellazzo. Per questo motivo è nato nel 1998 uno studio finalizzato alla realizzazione di un "catalogo" che racchiuda le notizie di base e le indicazioni bibliografiche per l’approfondimento sui luoghi sacri del paese, concentrando l’attenzione sullo specifico edilizio al fine di individuare, per ognuna delle titolazioni appartenti a Gamondio prima e a Castellazzo poi, il periodo storico in cui sono state attive, la collocazione nel territorio e - ove possibile - immagini che ne testimonino l’aspetto. La pubblicazione del "Catalogo di edilizia ecclesiastica nel territorio di Castellazzo Bormida" è prevista per l’anno 2000, in contemporanea con i festeggiamenti del Giubileo.

Sebbene le ricerche siano ancora in fase di sviluppo, si possono tirare alcune somme. Come era prevedibile, il materiale per lo studio si è dimostrato vastissimo e frammentario : molto è stato già pubblicato, disperso nelle ricerche storiche locali dei territori tra Genova, Torino e Milano ; numerosissimi documenti sono conservati negli Archivi di Stato delle tre città, oltre ai fondamentali fondi dell’Archivio della Curia Vescovile e dell’Archivio di Stato di Alessandria ; ed indispensabile è la consultazione approfondita del patrimonio custodito nell’Archivio Storico del Comune di Castellazzo Bormida. Pur nella necessaria superficialità dei dati riportati nel "Catalogo", si è compreso da subito che il borgo è sempre stato costellato di chiese, oratori, conventi, ospedali, sicuramente fin dal lontano Medioevo. E così come nel centro abitato non mancavano chiese in tutto il territorio circostante, piccole cappelle campestri che spesso costituivano una tappa spirituale nei trasferimenti e nelle giornate lavorative nei campi.

I motivi che hanno contribuito ad una diffusione di edifici sacri che non ha eguali nella diocesi sembrano da ricondurre principalmente alla singolare propensione autonomista degli abitanti, che - grazie anche alla tradizione locale di "mastri" costruttori - non hanno mai esitato ad intervenire personalmente per costruire o ricostruire cappelle di famiglia e oratori di confraternita (fino a nove, nel Seicento), magari copiandole da edifici nelle immediate vicinanze (come S.Croce e la Pietà) o da opere di architettura (come S.Michele e la Trinità di via Roma), in una sorta di devozione competitiva che oggi farebbe molto comodo al patrimonio edilizio rimastoci in eredità. Strada facendo, sono usciti dall’oblio edifici dimenticati anche nel ricordo e nelle parole dei più noti storici delle vicende del paese, come Giuseppe Antonio Chenna, Lucio Maranzana o Girolamo Buzzi, i cui studi peraltro si fermano al secolo scorso. Ecco quindi la prima chiesa di S.Rocco, precedente all’oratorio costruito a seguito della peste del 1630; ecco S.Bernardo, chiesa campestre sulla via per Castelspina, ecco S.Maurizio alla Zerba e S.Ranieri a Cantalupo; ecco soprattutto la romanica chiesa di S.Giovanni del Mortuzzo, costruita forse sulle orme di S.Giustina e demolita alla fine del Settecento. E molte altre fino al numero di sessanta, dubbio più dubbio meno.

Perché nessuno si illude, in così poco tempo e con così tanto da studiare, di arrivare ad un punto conclusivo ; anzi. L’obbiettivo è suscitare l’interesse del paese, di chi ci vive e lavora e di chi ci trascorre una domenica, intorno ad un fenomeno che costituisce parte integrante della vita di generazioni di castellazzesi, e che rimane testimoniato da una dozzina di edifici sacri, in condizioni non sempre perfette. Per i quali, se l’interesse è reale e costruttivo, sarà bene muoversi con sollecitudine. Il secolo che si chiude ha visto la costruzione e la crescita del Santuario della Madonnina dei Centauri, ma anche la dismissione e il cancellamento di ben cinque oratori (l’Annunziata, S.Croce, S.Giovanni Battista, S.Michele e S.Rocco). Chiudiamo in perdita : siamo sicuri che ci dispiaccia così tanto ?


CURATORE DI QUESTO SITO :

Cristoforo'Moretti - gamondio@iol.it


Questo sito si avvale della fondamentale collaborazione del , il più completo sito sul paese di Castellazzo Bormida, che ospita (tra le altre) sezioni sulla storia delle fornaci Hoffman e immagini tratte della Mostra di cartoline d'epoca tenuta nel mese di settembre 1998 per iniziativa del Comune di Castellazzo Bormida.