Cenni dell’impatto delle diossine sugli animali e sull’uomo.

A causa delle loro proprietà, le diossine sono oggetto di fortissima attenzione da parte delle autorità sanitarie di molti Paesi e di organismi sovranazionali: qui di seguito sono elencati gli effetti internazionalmente riconosciuti causati da diossine.

Cloracne

La cloracne è stata storicamente la prima espressione clinica e patologica collegata all’esposizione a diossine, descritta per la prima volta nel 1897 (Herxhaimer, 1899). Emerge come malattia occasionale tra i lavoratori addetti alla produzione dei primi pesticidi negli anni ‘30, e tra i lavoratori degli impianti per la sintesi dei bifenili policlorurati (PCB). Il primo incidente industriale, ufficialmente registrato come causa di cloracne tra i lavoratori, risale al 1949 in un impianto Monsanto a Nitro (West Virginia) (Suskind, 1950). Tuttavia la causa della cloracne non è stata sicuramente individuata nella diossina fino al 1953, quando si rilevarono alcuni gravi episodi tra i lavoratori di un impianto chimico BASF in Germania, che vennero risolti con l’eliminazione della TCDD dal processo produttivo (Bauer et al., 1961). La cloracne si manifesta con eruzioni cutanee e pustole simili a quelle dell’acne giovanile, però con possibile localizzazione estesa all’intera superficie corporea e con manifestazioni protratte, nei casi più gravi, per molti anni. Negli animali da laboratorio, la cloracne insorge a livelli di accumulo corporeo di TCDD da 23 ng/kg p.v. fino a 13900 ng/kg p.v., mentre negli esseri umani le soglie sono rispettivamente di 96 ng/kg p.v. e 3000 ng/kg p.v.. Ciò significa che alcune persone possono sviluppare cloracne a livelli di accumulo che sono solo circa 7 volte superiori all’accumulo medio di 13 ng/kg p.v. riscontrato negli abitanti degli Stati Uniti (U.S. E.P.A. - 1994).

Cancro

L’effetto cancerogeno è stato ampiamente documentato negli animali da laboratorio in tutta la sua complessità (Kociba et al., 1978; Maronpot et al., 1993), anche se a rigore di termini la diossina non può essere considerata un cancerogeno completo. Infatti la diossina ed i suoi congeneri esplicano sicuramente una attività di promotori (figura 11),

fig. 11
Figura 11, azione della TCDD come promotore tumorale.

tramite l’induzione di moltiplicazione cellulare e l’inibizione dell’apoptosi (effetti mediati dall’interazione con il recettore endocellulare AHR (Aryl Hydrocarbon Receptor): tuttavia, non sembrano in grado di esplicare di per sè una completa azione cancerogena. Sicuramente è accertato che l’esposizione alla diossina predispone fortemente le cellule alla trasformazione neoplastica. Attualmente la diossina è da ritenersi classificata come sostanza ad azione cancerogena di classe B1 “Probabile carcinogena per l’uomo in base ad informazioni limitate provenienti da studi sull’uomo e sugli animali” (U.S. E.P.A. Science Advisory Board, 1995). Nell’uomo, diversi studi epidemiologici hanno evidenziato una correlazione significativa tra l’esposizione a diossine e l’incremento di determinati tipi di tumore, come sarcoma dei tessuti molli, linfoma Hodgkin e non-Hodgkin, tumori tiroidei e polmonari, mesoteliomi (Flesch-Janis et al., 1995; Fingerhut et al., 1991; Bertazzi et al., 1989; Hardell et al., 1981;1988; Coggon et al., 1986; Bair et al., 1983; Axelson et al., 1980). Da notare che una ricerca le cui conclusioni portavano apparentemente ad una non correlazione tra esposizione a diossina e tumore (Zack & Gaffey, 1983), è stata basata su dati epidemiologici forniti dalla multinazionale chimica Monsanto risultati manipolati ad arte (Wanchinski, 1989), (Environmental Research Foundation, 1990).

Disturbi dell’ apprendimento

Intossicazioni sperimentali con diossine su scimmie (uistiti) dimostrano ridotte capacità di apprendimento in soggetti giovani con livelli di accumulo tissutale pari a 42 ng/kg p.v. (Schantz et al., 1989). Tale effetto sembra correlato con l’azione perturbante della diossina sul metabolismo degli ormoni tiroidei nella madre e nel feto.

Diminuzione degli ormoni sessuali maschili

Il livello di testosterone negli esseri umani di sesso maschile esposti al contatto con diossina è significativamente più basso rispetto ai controlli (Egeland et al., 1994). Il dato preoccupante è rappresentato dal bassissimo livello di accumulo al quale si manifestano i primi effetti, solo 17 ng/kg di diossine p.v., un valore facilmente rilevabile anche in persone non professionalmente esposte. La diossina è fortemente indiziata come causa della caduta di fertilità che affligge molte specie animali in questa seconda metà di secolo, attraverso una serie complessa di effetti dovuti all’azione simil-estrogenica di questa molecola (es. diminuzione della conta spermatica nel sesso maschile, endometriosi nel sesso femminile). Emblematica a questo proposito è la situazione delle specie animali ospitate nella zona dell’estuario del fiume San Lorenzo (Quebec), fortemente inquinata dalla diossina e dai suoi congeneri (Béland, 1996).

Diabete

Un significativo incremento nell’incidenza di diabete è stato dimostrato in esseri umani con livelli di accumulo di diossina in un intervallo da 99 ng/kg p.v. a 140 ng/kg p.v., attraverso un monitoraggio durato oltre 20 anni su veterani della guerra del Vietnam (USAF, 1996).

Tossicità a carico del sistema immunitario

Studi condotti su scimmie Rhesus hanno evidenziato alterazioni della serie bianca del sangue indicative di immunosoppressione, simili a quelle indotte dal virus HIV (Hong et al., 1989; Tryphonas et al., 1989); solamente 10 ng/kg di diossine p.v. sono sufficienti per rendere il topo più vulnerabile alle infezioni virali (Burleson et al., 1994). Si tratta di valori estremamente bassi, riscontrabili in gran parte della popolazione umana ed animale dei Paesi industrializzati.