Sara e Pietro

Favolette per Pietro e Sara

Le due ciabatte

C'era una volta un vecchio signore. Siccome era vecchio e stanco non usciva mai di casa. Invece del vestito indossava una lunga vestaglia e due ciabatte al posto delle scarpe. Ormai era dieci anni che girava per casa con quelle ciabatte. Sua moglie avrebbe voluto comprarne un altro paio, ma lui, il vecchio signore, era affezionato a quelle due ciabatte: "Ma non vedi che sono ancora come nuove?" diceva alla moglie. 

 La moglie sospirava e se ne andava toccandosi la fronte con un dito, due o tre volte. Chissà cosa voleva dire con quel gesto! Forse mia nipote Sara lo sa. Se mai chiedetelo a lei.
Alla sera il vecchio signore quando andava a letto metteva sempre le due ciabatte una vicino all'altra ai piedi del letto in modo che alla mattina quando si alzava ancora un po’ assonnato, con i piedi, senza guardare, riusciva ad infilarli nelle ciabatte. Poi con un gran sbadiglio si alzava.

 Durante il giorno il vecchio signore aveva sempre le ciabatte sui piedi. O ciabattava per casa avanti e indietro da una stanza all'altra tirandosi dietro le due ciabatte o si sedeva su una poltrona a leggere. Allora accavallava le gambe e così le ciabatte si ritrovavano una sopra l'altra. E siccome il vecchio signore accavallava sempre la gamba destra sopra quella di sinistra era la ciabatta di destra a stare sopra a quella di sinistra e mai viceversa.

Ora io dico, mettetevi nei panni di quelle due povere ciabatte. Che cosa avreste detto della vostra vita? Mia nipote Sara avrebbe detto che era una bella noia stare tutto il giorno in casa, strisciare per terra avanti ed indietro e vedersi sempre l'altra ciabatta vicina.

Le due ciabatte quando, nuove fiammanti, entrarono in quella casa trovarono che tutto era molto bello, che i pavimenti erano lucidi e senza una macchia, che c'era una bella quiete senza i soliti bambini che corrono avanti ed indietro e che magari mettono le loro scarpacce sopra una bella povera ciabatta indifesa. Inoltre il padrone era di buon carattere e non si arrabbiava mai. Mai era successo che tirasse una ciabatta dietro alla moglie o a qualcun altro.

Poi a poco a poco, sempre la stessa vita, ogni giorno. Non vi sareste annoiate anche voi? La notte, dormire sempre al limitare del letto e sempre una vicina all'altra. Di giorno, tutti i giorni, sempre la stessa musica, sempre nella stessa casa.

Ormai conoscevano le mattonelle una per una. Gli avevano anche dato dei nomi. Mattoncella era la mattonella che si incontrava appena entravi in bagno. Mattonciona era quella che incontravi appena entravi i cucina. Mattonassa quella che si trovava vicino all'ingresso e che era un po’ rigata dalle troppe scarpe che le erano passate sopra. E così un nome anche per tutte le altre. I primi tempi le due ciabatte si divertivano a salutare le mattonelle quando passavano vicino seguendo gli strascicati passi del padrone. Ciao come stai Mattoncella? Oppure: Come mai oggi hai una macchia di grasso, mia cara Mattonciona? Ma le mattonelle non rispondevano niente. Si sa, le mattonelle che son sempre ferme in un posto cosa potrebbero mai dire? Loro non sono come le ciabatte che vanno a destra e a sinistra e conoscono il mondo.

Ma dopo un anno, due anni, tre anni di quella vita e giù giù fino al decimo anno sempre di quella vita, le ciabatte ormai erano stufe ed arcistufe di quella vita monotona. E siccome nessuno dava loro retta si misero a litigare tra loro. Infatti cosa potevano fare per distrarsi un po’ se non la ciabatta di destra dire a quella di sinistra che era stupida e noiosa e che per di più andava avanti tutta storta. Era vero, ma la colpa non era della ciabatta. Era il vecchio signore che aveva il piede sinistro un po’ valgo e che quindi lo teneva un po’ storto. La ciabatta di sinistra di rimando diceva che quella di destra che si dava tante arie, era prepotente, che era sempre lei sopra a quella di sinistra quando il vecchio signore si sedeva in poltrona e mai che fosse i contrario. "Sapessi che soddisfazione sentire il tuo puzzo di vecchia ciabatta sopra il mio delicato naso. Per di più sei un po’ sfilacciata e il filo che pende mi fa solletico. Prepotente!" Così si lamentava la ciabatta di sinistra.

All'inizio le ciabatte si limitavano a parlare tra loro dicendosene di tutti i colori. Vecchia. Brutta, puzzolente, sdrucita… coccola del padrone, e così via. Ma poi passarono ai fatti.

Intanto per prima cosa la notte non vollero stare così vicine come le metteva il vecchio signore la sera coricandosi. Lui le metteva vicine e dritte una accanto all'altra per le ragioni che sapete. Loro allora cominciarono durante la notte, mentre il padrone ronfava, a dimenarsi. Una si girava verso destra e l'altra a sinistra ed a piccoli saltelli riuscivano ad allontanarsi. Il povero signore la mattina quando si alzava con gli occhi ancora chiusi posava fiducioso i piedi, sicuro di trovare le sue care, vecchie calde ciabatte lì in fila ad aspettarli. Ed invece niente. Dove diavolo si erano cacciate quelle due? Chi le aveva spostate? Il vecchio signore doveva aprire gli occhi, chinarsi per terra e cercare sotto il letto con una mano finché agguantava prima una e poi l'altra. Ma siccome non ci vedeva molto, magari metteva quella di sinistra al posto di quella destra e quando finalmente infilava i piedi nelle ciabatte, era un urlo. La moglie arrivava dalla cucina per sapere cosa diavolo fosse successo. Lui gridava: "Ma si può sapere perché mi sposti sempre le ciabatte? E' un po’ di tempo che le trovo sotto il letto, una qua e una là, mentre io alla sera le metto sempre bene in fila qui sotto a portata dei miei piedi.

La moglie aveva un bel dire che lei le ciabatte di lui non ci pensava proprio a toccarle, che lei aveva ben altro da fare e che oltre tutto erano vecchie e puzzolenti. Ma ogni mattina era la solita storia e la moglie finiva per andarsene sempre con quel famoso gesto di toccarsi due e o tre volte la fronte con il dito.

Le ciabatte però non si accontentarono di litigare tra loro di notte, mentre il padrone dormiva. No, adesso cominciano a farlo anche di giorno. Se il vecchio signore è seduto in poltrona ogni tanto la sua gamba destra si alza con scatto improvviso. "Ma che hai, gli dice la moglie, hai anche un tic al piede ora?" Il bravo vecchio signore ha un bel dire che lui non c'entra niente, che non sa perché improvvisamente il suo piede si è alzato. Naturalmente la ciabatta di destra, quella che se ne stava comodamente appoggiata sopra la ciabatta di sinistra, vorrebbe gridare che è tutta colpa di quella stupida della ciabatta di sinistra che invece di starsene buona e brava là sotto, si agita e le dà degli scossoni.

Adesso però viene il peggio. Le due ciabatte sono così arrabbiate una con l'altra che quando il signore si alza dalla poltrona e se ne va a spasso strascinando i piedi per le stanze, le due ciabatte, guardandosi in cagnesco, invece di seguire il passo del piede come facevano sempre, se ne vanno una di qua ed una di là. Il povero signore si ritrova per terra avendo perso l'equilibrio.     Naturalmente se la prende con la moglie: "Te l'ho detto mille volte di non dare la cera. Qui si scivola maledettamente." La moglie naturalmente gli risponde che sarà più di due anni che non dà la cera, da quella volta che lei scivolò per terra. "Ed allora come ti spieghi che io sono scivolato proprio ora?" chiede il marito. La moglie non risponde, se ne va in cucina e, … indovinate cosa fa con il dito? E già, proprio così. Se lo ripassa sulla…

Quel giorno la cosa finisce lì. Ma il giorno dopo la faccenda si ripete. Per fortuna questa volta il vecchio signore riesce rimanere in piedi. La moglie è fuori a fare la spesa e quindi non se la può neanche prendere con lei.

Il giorno dopo ancora. Allora la moglie che è presente, prima che lui si metta ad urlare, lo fa lei: "Saranno quelle tue vecchie e luride ciabatte. Ma perché non le butti?" Non ha ancora finito di dire la frase che il signore, per quanto vecchio riesce a fare una spaccata e va per terra a gambe larghe come una ballerina russa. La moglie fa fatica a non ridere mentre lo aiuta ad alzarsi.
Siccome faceva caldo, le finestre della camera erano aperte. Una a destra e l'altra a sinistra. Il signore, prima che la moglie possa parlare, afferra la ciabatta di sinistra e, via, la fa volare fuori della finestra di sinistra. Poi afferra la ciabatta di destra e, via, la fa volare fuori della finestra di destra. "Finalmente!", dice la moglie, che tira subito fuori dall'armadio due ciabatte nuove che datempo aveva comperato di nascosto dal marito.

"Finalmente!" urla anche la ciabatta di sinistra mentre vola fuori dalla finestra di sinistra. E, "Finalmente!" urla anche la ciabatta di destra, mentre vola fuori dalla finestra di destra.

Ora dovete sapere che la finestra di sinistra dava sul fiume che attraversa la città. La ciabatta di sinistra finisce così nel fiume. E siccome faceva un gran caldo non gli par vero di fare un bagno, mentre si è finalmente liberata da quella stupida, puzzolente ciabatta di destra.

E la ciabatta di destra? Ora dovete sapere che la finestra di destra dava proprio sulla strada che porta fuori città e su cui passava tanti camion. 

La ciabatta di destra, mentre assapora felice l'aria che la rinfresca mentre fa il suo primo volo, va ad atterrare sulla sabbia che un camion stava trasportando. La sabbia era umida e fresca e con quel gran caldo la ciabatta di destra fu veramente felice di trovarsi su quel camion. Non solo si era finalmente liberata da quella noiosa e stupidina ciabatta di sinistra, ma partiva anche per un lungo viaggio. Finalmente poteva girare un po’ da sola il grande mondo.Il camion, correndo e traballando, arriva finalmente a destinazione. 
La ciabatta aveva passato il tempo del viaggio a guardare felice il cielo e gli uccelli che gli volavano sopra la testa. Il camion poi giunto alla fine del viaggio scaricò la sabbia e con essa anche la pantofola. Questa si guarda in giro e vede vicino una grande distesa azzurra di acqua. Era il mare. Non l'aveva mai visto in vita sua e quel sapore di iodio e di brezza non poteva che farle piacere e farle pensare a quanto era stata fortunata a finire proprio su quel camion. Le onde arrivavano fino ai piedi del mucchio di sabbia. Si vede che la sabbia serviva per far giocare i bambini su quella spiaggia che era solo piena di sassi.

Ma lasciamo la ciabatta di destra a godersi il mare. Che fine ha fatto la ciabatta di sinistra? Eccola là che se la gode galleggiando sull'acqua mentre la corrente la trasporta via. Può guardare le rive del fiume con tutte le belle case che le restano indietro, con le grida dei bambini lungo la riva che corrono, e con quei vecchi pescatori che tirano la lenza sperando che un qualche pesce abbia abboccato.
Non aveva mai visto niente di simile la nostra pantofola. E guardava tutto a bocca aperta. Avete mai visto voi una pantofola a bocca aperta? La nostra pantofola di sinistra si sentiva tutta ringiovanite e felice e piena di meraviglia per le novità che vedeva. Per questo aveva la bocca aperta, per la meraviglia. Navigando, navigando la corrente del fiume arriva al mare e qui la nostra pantofola può finalmente vederlo, il mare. E non solo lo vede. Ci naviga pure dentro. Che il mare la porti ora nelle Americhe? Aveva spesso sentito il suo vecchio padrone parlare di quel paese lontano e felice al di là del mare, L'America. Gli sarebbe piaciuto arrivare fin là.

Ma il mare era piuttosto tempestoso. Grandi onde si accavallavano e se prendi l'onda buona vai al largo se no finisci sulla spiaggia. Ora la nostra pantofola, che non era certo esperta di onde, invece di prendere l'onda che andava al largo…  E così, con un gran balzo si ritrova a terra.    L'onda l'aveva piantata lì, su un gran mucchio di sabbia.
"Poco male", pensò la pantofola di sinistra. "Purché non incontri più quella prepotente di pantofola di destra. Chissà dove sarà ormai finita anche lei." E siccome la pantofola di sinistra in fondo era una brava figliola, augurò a quella prepotente di pantofola di destra di trovare la sua buona strada.

Mentre così pensa, sente sotto di se muoversi qualcosa. Sente borbottare: "Ma cosa diavolo mi ha buttato addosso stavolta il mare?" Un altro scossone ed eccola lì. Sissignori. Proprio lei, la nostra famosa, anche se un po’ prepotente, ciabatta di destra.

"Tu qui!" esclamano in coro le due. "Ma come, ho fatto tanto per liberarmi di te ed ora devo ricominciare da capo."

Stavano già per cercare di muoversi di spostarsi lontano una dall'altra. In quel mentre si ferma lì vicino al mucchio di sabbia uno di quei vecchi che girano per il mondo portandosi dietro in un sacco tutto quello che possiedono. Uno di quelli che i cattivi chiamano vagabondi, gente che non ha voglia di lavorare, mentre loro dicono che girano il mondo per sentirsi liberi, per non aver padroni, liberi come gli uccelli del cielo. Il vecchio si appoggia al suo bastone e guarda il mare azzurro. Poi i suoi occhi si posano su un paio di ciabatte, lì in bella vista sul mucchio di sabbia. Il vecchio abbassa lo sguardo per guardare le scarpe che ha ai piedi. Forse non si possono neppure più chiamare scarpe. Da una esce fuori l'alluce, dall'altra il mignolo. Ed a quella destra manca pure il tacco. Allora il vecchio se le toglie, prende le ciabatte e se le mette ai piedi. Accidenti, è proprio la misura giusta. E come sono comode. Poi sono praticamente nuove. Il signore non butta via le vecchie scarpe. Le mette nel suo sacco. Non si sa mai, un domani potrebbero ancora servire. Si mette il sacco in spalla, prende i bastone e se ne va felice canticchiando una canzone. Ogni tanto il vecchio abbassa lo sguardo, orgoglioso, sulle due ciabatte nuove che ha ai piedi.

E le ciabatte ora che sono di nuovo insieme che fanno? Si rimettono a litigare?

Un signore che passava di lì per caso dice di aver sentito una grande risata. Si è guardato intorno, ma non c'era nessuno, solo un vecchio vagabondo che cantando una vecchia canzoncina francese che parlava del destino, 
se ne andava a spasso con due vecchie ciabatte ai piedi.