Favolette per Pietro e Sara

"Mi raccomando Ciccio, fai in fretta e non ti dimenticare niente." "Sì, mamma. Farina, zucchero, lievito, prugne." "Secche le prugne." "Sì, mamma."

"Farina, zucchero, prugne.." canticchia Ciccio mentre si infila in una stradina tra due mura, con il selciato di sassi. Il sole risplende in una pozza d’acqua.
Nessun ponte. Come farà Ciccio ad attraversare?Si butterà a nuoto? Ma ecco...
un enorme coccodrillo che si stava rispecchiando nell’acqua, al veder Ciccio si muove, apre la bocca con una lunga doppia fila di denti. Ciccio afferra per terra un bastone e colpisce con forza il coccodrillo. "Muori, fellone!"


La povera lucertola che aveva messo fuori la testolina dal muro per occhieggiare il sole riflesso nell’acqua, si ritira spaventata nel suo buco per non venire infilzata dal filo d’erba secca che Ciccio brandisce.

Con un salto, sconfitto il coccodrillo, Ciccio è al di là del fiume.

"Zucchero, lievito, prugne..."
 
Il ramo di un albero scende fuori dal muro lungo la stradina.


E’ il mago cattivo che l’ha messo sul sentiero per impedire a Ciccio di procedere. Ma Ciccio con un salto afferra la cima del ramo e la tira con forza. Tutto l’albero trema e con un gran batter d’ali un cavallo nero alato nascosto sull’albero si libra nel cielo. Su, su, in alto verso la palla di fuoco del sole. Ormai è un puntino. 

"Drin, drin, dri..i..inn! Ciccio, se cammini con la testa in aria per guardare i piccioni finirai male. Per poco non ti investivo con la bicicletta. Salutami la mamma."
E’ la fata buona che ha rotto l’incantesimo del mago. Ciccio può riprendere il cammino.

"Una bustina di lievito, prugne..." Ciccio gira l’angolo.
 
 
D’improvviso davanti alla caverna scura un drago lancia lingue di fuoco dalla sua enorme testa. Dalla caverna esce un gemito. E’ la principessa rapita. Ciccio sfodera la spada. Sette lingue di fuoco e urla assordanti escono dalla testa del drago inferocito. Ma Ciccio taglia tutte le lingue e sta per tagliare la testa al drago.
"Toby, basta! Smettila Toby di abbaiare". Una bimba con lunghe treccine bionde esce in giardino. E’ la principessa liberata. "Ah, sei tu Ciccio. Perché non lo lasci stare il mio cagnolino? Dove vai?" "Dal droghiere." 

 
Svoltato nella piazza della chiesa, nella grande fontana un ragazzo fa dondolare una barca di carta. Ciccio prende un sasso per terra e mira:


"Colpita! Muori capitan Uncino." La nave dei pirati affonda lentamente.

"Chi è stato?" E’ Marco, detto il grandone. Inferocito, si gira. A Ciccio rimane solo la fuga.
 

La porta della torre campanaria è aperta e Ciccio vi si rifugia. Il sagrestano lo riconosce. "Giusto, tu. Aiutami a tirare le corde delle campane per il vespro." Ciccio salta su una corda. Don. Il sagrestano sull’altra. Din. Don, Din, don.
 
Allarmi! allarmi! Svegliatevi cittadini. Il Barbarossa sta per arrivare con i suoi  lanzichenecchi.
Allarmi! Don, Din, don. Ciccio esce dalla torre campanaria. Ecco si sente già il rumore dei cavalli con i cittadini in armi. "Avanti, avanti! - fa Ciccio - Avanti miei prodi." E’ tutto uno sferrazzare di acciaio, un nitrire di cavalli uno... 

scampanellio di drin drin di biciclette. "Ciccio, monta in canna! Vieni con noi a giocare al pallone." "Non posso, vado dal droghiere. Zucchero, farina.."

E’ ancora alta la polvere lasciata dai destrieri quando Ciccio riesce a varcare la soglia del droghiere. "Ciao Ciccio. Scommetto che anche stavolta ti sarai dimenticato qualcosa." "No, no. La mamma fa la torta. Vuole farina, zucchero e poi, e poi... " "Forse ci vorrà anche il lievito." "Ah sì, una bustina di lievito." "E’ tutto, sei sicuro?" "Sì, sì, è tutto." "Ciao Ciccio."
 
 
Il campanello della porta chiusa non ha ancora smesso di suonare. Dal cielo una squadriglia di aerei da caccia si abbattono sulla piazza, volano bassissimo. Hanno proprio preso di mira lui. Tra..tra. tat..ta..tra.. La mitraglia. Ciccio cade a terra. E’ ferito. Sente un freddo sulla fronte. Un lampo gli passa per la mente. 
Le prugne, mancano le prugne... Si rialza a fatica e con sforzo estremo si trascina dal droghiere. Un filo di voce: "Due etti di prugne secche..." Il droghiere esce da dietro il banco, gli si avvicina con uno fazzoletto in mano. "Guarda qui, quei dannati piccioni,ti hanno proprio colpito in fronte. Lavati bene la faccia quando vai a casa. Tieni le prugne. Ciao Ciccio."