Scienza ed arte (da U. Eco, Opera Aperta)

Si potrebbe notare una certa rispondenza tra la rivoluzione della rappresentazione del mondo della scienza moderna e quella dell’arte informale. 
Indeterminazione, probabilità, statistica sono alla base della scienza moderna. L’arte informale si rifà esplicitamente a tali elementi, al punto da presentarsi come una metafora epistemologica. Non è difficile "trovare un artista che impiega determinati termini della metodologia scientifica per designare le sue intenzioni formative.... la sua arte vuole essere e va vista come la realizzazione immaginativa, la metaforizzazione strutturale di una certa visione delle cose (che le acquisizioni della scienza hanno reso familiari all’uomo contemporaneo)"
Vi è sempre stato un rapporto tra le scuole artistiche e gli sviluppi della scienza. 
Così "la poetica del Barocco reagisce in fondo a una nuova visione del cosmo introdotta dalla rivoluzione copernicana, suggerita quasi in termini figurali dalla scoperta della ellitticità delle orbite planetarie attuata da Keplero - scoperta che pone in crisi la posizione privilegiata del cerchio come simbolo di perfezione cosmica. E così come la poliprospetticità dell’edifico barocco risente di questa concezione - non più geocentrica, e quindi non più antropocentrica - di un universo ampliato in direzione dell’infinito, ecco che anche oggi ... è in teoria possibile stabilire dei paralleli tra l’avvento delle nuove geometrie non euclidee e l’abbandono delle forme geometriche classiche operato dai Fauves e dal Cubismo; tra l’apparizione sulla scena matematica dei numeri immaginari e transfiniti e della teoria degli insiemi e la comparsa della pittura astratta..."
"La scienza moderna più che darci una nuova visione del mondo ha abbattuto "alcuni valori che si credevano assoluti, validi come impalcature metafisiche del mondo (vedi il principio di causalità o quello del terzo esclusivo) e ci insegna che hanno lo stesso valore convenzionale dei nuovi principi metodologici assunti, e comunque non sono indispensabili per spiegare il mondo o per fondarne un altro. Di qui nelle opere d’arte, non tanto l’instaurazione rigorosa di equivalenti dei nuovi concetti, quanto la negazione di quelli antichi. E nel contempo il tentativo di suggerire, a lato di un nuovo atteggiamento metodologico di fronte a una probabile struttura delle cose, una immagine possibile di questo mondo nuovo, una immagine che la sensibilità non ha ancora fatta sua..."

L’arte informale si fa ambigua, cerca di moltiplicare l’informazione in essa contenuta a scapito del significato (un segnale stradale ha un significato ben presso ed un piccolo contenuto d’informazione). "..Quanto più la struttura si fa improbabile, ambigua, imprevedibile, disordinata, tanto più aumenta l’informazione. Informazione intesa quindi come possibilità informativa, incoattività di ordini possibili". Il rischio è che per aumentare l’informazione si arrivi al puro caos di segni, al rumore bianco.