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ADDIO DEMIS ROUSSOS

ATENE 25 GENNAIO 2015

 

Da La Stampa.it

Addio Demis Roussos, morbida voce rock e disco

L’ex cantante e bassista della band Aphrodite’s Child aveva 69 anni. Era malato da tempo

Foto da La Stampa.it

 

26/01/2015

Artemios Ventouris «Demis» Roussos doveva molto all’Italia. L’ultima volta che lo abbiamo visto da noi, era ospite de «I migliori anni» di Carlo Conti. Ma il cantante - nato ad Alessandria d’Egitto e morto a 68 anni nella notte tra sabato e domenica ad Atene, dove viveva - doveva molto anche, in un certo senso, ai Procol Harum che nei tardi anni ’60, all’alba del Progressive, avevano conquistato il mondo con «A Whiter Shade Of Pale», una rielaborazione dell’aria sulla quarta corda di Bach.

Demis allora era il cantante e il bassista degli Aphrodite’s Child, il gruppo che aveva formato con Vangelis, poi destinato a diventare un compositore di colonne sonore come quella da Oscar di «Momenti di gloria» o «Blade Runner». Avevano deciso di trasferirsi dalla Grecia a Londra, ma per problemi di passaporti si trovarono bloccati a Parigi. 

Qui, su suggerimento di un produttore francese, rielaborarono il «Canone in re maggiore» dell’abate Johann Pachelbel, compositore tedesco del `600. Nacque cosi´ «Rain and Tears», un successo clamoroso in tutta Europa che, con la complicità dell’organo Hammond, impose all’attenzione del mondo la voce quasi in falsetto di Demis. Era il 1968: nel 1970 un altro super hit, «Its’ Five O’Clock», nel 1971 lo scioglimento dovuto alla divergenze artistiche tra Demis, convinto che la band dovesse continuare a puntare sui singoli di successo, e Vangelis che invece aspirava a qualcosa di più complesso e spingeva per la fusione tra classica, pop e tradizione popolare greca che caratterizzava la band che, per altro, ha anche fatto alcune incisioni coraggiose, come «666», un album cult del Progressive, si è avventurata nel funky senza contare, il quasi inevitabile per l’epoca, 45 giri in italiano, «Quando l’amore diventa poesia» e «Lontano dagli occhi»

Abbandonato il basso, che suonava piuttosto bene, acquistata una fisicità imponente ma rassicurante alla Bud Spencer, Demis Roussos ha vissuto un momento d’oro della sua carriera solistica negli anni ’70 quando prima con «We Shall Dance» (che vinse anche il Festivalbar) e poi con «Forever And Ever» ha spopolato in mezzo mondo.Negli anni ’80 è arrivato anche al grande successo da discoteca con «Dance of Love», singolo di punta di «Time», l’album pubblicato dopo aver vissuto l’esperienza di un dirottamento aereo.Una volta finita la sua stagione migliore, Demis Roussos ha gestito con sapienza la sua carriera e la notorietà guadagnata in tutta Europa continuando a incidere ma, soprattutto, a far fruttare l’industria della memoria. Oggi, a dare l’annuncio della sua scomparsa, è stato con un tweet da Parigi il suo amico Nikos Aliagas, animatore del talent francese di Tf1, The Voice e la notizia è stata confermata a Le Figaro dalla figlia dell’artista, Emily.

 

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Addio a Artemios Ventouris "Demis" Roussos

 

 

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