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5 maggio 2004 - ADDIO NANDO MARTELLINI

 

L'esordio, casuale, nei mondiali messicani con le cronache
di Italia-Brasile e Italia-Germania. Poi Spagna '82
Da Messico '70 a Italia '90
un Martellini da Nazionale
Saltò la festa dei Mondiali per l'anniversario di matrimonio

Nando Martellini
Nando Martellini
ROMA - "Campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo". Quel triplice grido alla vittoria del Mundial di Spagna '82 è il ricordo più vivo che di Nando Martellini hanno milioni di sportivi. Ma è solo il culmine di una carriera che ha fatto di Martellini, con Sandro Ciotti ed Enrico Ameri, anche loro scomparsi recentemente, un pezzo di storia del calcio e del costume italiano.

Quel "campioni del mondo" gridato per tre volte da Madrid entrò nelle case di tutti gli italiani ed è un ricordo incancellabile di quel luglio '82, assieme all'immagine dell'urlo di Marco Tardelli e delle braccia di Zoff che stringono la Coppa (le immortalò anche Renato Guttuso), mentre Bruno Conti scoppiava a piangere e il Presidente Pertini quasi cadeva dalla tribuna d'onore per la gioia.

Ricordi che scorrono assieme a quello di Martellini, il telecronista di quel calcio delle figurine che adesso non c'è più. Se nel luglio '82 ci fosse gia' stata l'Auditel, avrebbe 'stracciato' ogni record: ma quella era un'epoca ancora 'artigianale' e lo sport non era ancora totalmente sottomesso alla televisione. Il mondo del pallone era più umano, anche le partite raccontate da quel signore bravo quanto schivo, che nella notte della finale, poche ore dopo la partita, invece di immergersi anche lui nella grande festa madrilena salì sul primo aereo per l'Italia, perché aveva un'altra festa da celebrare e non voleva assolutamente mancare: l'anniversario di matrimonio.

Nando Martellini fu il cantore dell'impresa degli azzurri al Bernabeu e di mille altre vicende del pallone, come quando Pelè salì fino quasi in cielo, rimase sospeso in aria per un istante e vanificò gli sforzi di Burgnich. Cominciò così, con quel gol su colpo di testa, quel Brasile-Italia 4-1, la partita dei sei minuti di Rivera, un'altra finale mondiale, quella del '70, che Martellini racconto' agli italiani.

Pochi giorni prima era stato sempre lui a raccontare agli italiani Italia-Germania, l'epica del pallone, la partita che sarà sempre ricordata per l'altalena di emozioni e che ne provocò tante anche a Nando: un cronista solitamente compassato che al gol di Rivera provò a gridare. Ma aveva la voce soffocata dall'emozione.

Martellini era arrivato a quelle storiche telecronache dei Mondiali messicani quasi per caso: non era lui la prima voce Rai dell'epoca, ma il suo predecessore e maestro Nicolò Carosio, altro personaggio indimenticabile, che venne richiamato a Roma dopo aver definito "negraccio" il guardalinee etiope che aveva convinto l'arbitro brasiliano De Moraes ad annullare il gol degli azzurri in Italia-Israele 0-0.

Martellini, che aveva 83 anni, era nato a Roma nel 1921 ed aveva cominciato la sua attività collaborando con la sezione universitaria dell'Eiar, la radio di allora.
La sua prima radiocronaca fu del 1946 con il commento di una festa popolare a Trastevere, mente la sua prima radiocronaca sportiva è stata la partita Bari-Napoli. Sul video esordì con l'incontro Inghilterra-Urss a Wembley.

Una lunghissima carriera durata fino agli anni Novanta. Nel 1986 lasciò la Rai ma fu richiamato e inserito nella squadra di telecronisti che seguirono Italia '90. Nel 1992 era entrato a far parte della scuderia sportiva di Mediaset dove ha concluso la sua carriera.

Non si poteva non voler bene a Nando Martellini, gli si perdonava volentieri anche il 'vezzo' di chiamare 'Jacobelli' Spillo Altobelli: successe più di una volta, ma andava bene lo stesso. Martellini era una 'bandiera', così come Ameri e Ciotti, così come Riva a Cagliari, Rivera nel Milan, poi Antognoni nella Fiorentina. Adesso il calcio è un'altra cosa, è business con i club che vengono definiti aziende. Ha perso molto in poesia, e senza Martellini anche in signorilità.
( 5 maggio 2004

 

Il popolare telecronista è scomparso a Roma all'età di 83 anni
Voce degli azzurri dal Messico, raccontò poi il trionfo di Madrid
Addio a Nando Martellini
La voce del Mundial dell'82
Marco Tardelli: "Era nel mio cuore". Zoff: "Uno di noi"
Camera ardente in Campidoglio, venerdì i funerali

 
Nando Martellini
Nando Martellini
 
ROMA - "Campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo!". Nando Martellini è morto oggi a Roma, al Policlinico Gemelli, ad agosto avrebbe compiuto 83 anni. Ma sarà impossibile dimenticare la sua voce. E quella frase gridata tre volte, con la voce rotta dall'emozione dopo il trionfo degli azzurri dal Santiago Bernabeu di Madrid, Mundial spagnolo, 1982.

Una gioia doppia, per l'allora sessantaduenne telecronista, perchè dodici anni prima (nel 1970) era stato sempre lui a raccontare un'altra finale, quella tra Italia e Brasile a Città del Messico, quella di Pelè e Gigi Riva, quella che finì male per noi, sotto di quattro gol contro uno.

Martellini (che aveva cominciato la sua attività collaborando con la sezione universitaria dell'Eiar), era diventato la "voce" dei mondiali messicani quasi per caso: non doveva essere lui il telecronista, ma il suo predecessore e maestro Nicolò Carosio, che venne richiamato a Roma dopo una controversa battuta all'indirizzo di un guardalinee etiope che aveva convinto l'arbitro brasiliano De Moraes ad annullare il gol degli azzurri in Italia-Israele 0-0.

Da allora, era diventato una bandiera. Il simbolo della nazionale italiana in giro per il mondo. Fino al Santiago Bernabeu, al presidente Pertini a bracci alzate in tribuna, alle lacrime di Bruno Conti, all'urlo di Tardelli dopo il raddoppio contro i tedeschi.

Ora anche per lui, per il più popolare telecronista del calcio italiano, è arrivato il fischio finale. Dopo una lunga malattia che lo aveva costretto al ricovero in ospedale. Dopo la scomparsa, nel giro di pochi mesi, di altri due storiche voci del calcio: Sandro Ciotti ed Enrico Ameri.

Non è una caso che i primi ricordi, commossi, arrivino dagli azzurri campioni del mondo di ventidue anni fa.
"Era uno dei nostri", dice Dino Zoff: "Provo un grande dispiacere è certamente una grossa perdita, il suo 'campioni del mondo' ripetuto tre volte è un ricordo che ci legherà a lui per sempre".

Per Giancarlo Antognoni, "con la sua voce e la sua competenza ha animato il calcio, è un pezzo della nostra vita che va via"; per Claudio Gentile "è stato un giornalista d'altri tempi, sempre positivo". E Marco Tardelli dice che "era nel cuore di tutti gli italiani, e anche nel mio, se ne un'altra persona con cui ho condiviso una parte significativa della mia vita".

Il sindaco di Roma Veltroni ha espresso il suo cordoglio. La camera ardente, allestita in Campidoglio, sarà aperta domani dalle ore 15 alle ore 20 e venerdì mattina dalle ore 7,30 alle ore 9,30. I funerali si svolgeranno nella Basilica di Santa Maria degli Angeli alle ore 11 di venerdì.

( 5 maggio 2004 )

Addio Nando Martellini

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