"MARCO" - un'angelo con l'anima di satana. "THOMAS" - un diavolo con l'anima di un angelo
Ventuno anni che vivo, esisto, ci sono e solo ora mi accorgo di come tutto , fino ad oggi, sia stato un continuo, inevitabile alternarsi di alti e bassi, di estremi umori, che hanno sempre condizionato questo mio illogico modo di vivere e mi hanno portata fino a qui.
E' cambiato tutto, cambia sempre tutto. Dicono sia il normale evolversi dei fatti, del mondo, della propria esistenza che ti porta fino al punto in cui dovrai forzatamente chiederti se la strada da seguire sia in direzione del "vivere" o del "sopravvivere". Io ho ancora
qualche anno davanti prima di trovarmi di fronte a questo bivio. Per ora continuo a collezionare esperienze. Si dice in giro che sia la strada giusta da seguire per riuscire poi a giostrarsi al meglio l'esistenza. Non sò se sia poi così vero.
Da quando ho messo piede su questa terra, di cose me ne sono successe. Mille facce, mille sguardi, mille posti, mille realtà...è sempre finito tutto in fretta. Le mie passioni, siano esse state sport, hobby, amici o ragazzi, indifferentemente, finivano, si esaurivano
nell'arco di pochi mesi, più spesso, poche settimane. Niente mi ha mai coinvolto in maniera più che superficiale. Mi veniva tutto a noia presto(mi succede anche adesso!), mi stancavo, e mollavo tutto con una leggerezza impressionante, quasi che, nel mio mondo, ogni cosa
fosse destinata ad un rapido processo di obsolescenza! Vivevo con molto distacco, non dando peso ne agli amici, tantomeno ai ragazzi che però mi divertivo, e mi diverto tuttora, a prendere in giro a modo mio. Non in maniera cattiva, anzi, quasi innocente.
Poi arrivarono "loro", le due anime più belle, dolci, affascinanti e, allo stesso tempo, tormentate, dell'intera galassia. I due estremi uniti da un'unico sguardo. La gioiosità dell'uno, contrapposta all'introspettività dell'altro, costituivano per me un quadro perfetto(ed è ancora così).
Però, la cosa che sempre mi ha affascinato, erano i pochi momenti di calma del primo, e di irrequietezza del secondo. Quando uscivano dai loro ruoli di "giullare" l'uno, e di "pensatore" l'altro, per invertire le loro posizioni canoniche...
Nella mia testa arrivò per primo Marco ma, nella mia vita, entrò prima Thomas...
Thomas, 33kg di allegria, temperamento, peli ed un enorme, continuo, bisogno di dimostrare il suo affetto a tutti.
Amici, parenti, conoscenti ed anche perfetti sconosciuti. Nessuno è mai stato risparmiato dalla sua dirompente carica; a volte un pò troppo invadente ma, con un musetto, a cui non sono mai riuscita a dare colpe di niente. Anche ora, con i suoi 4 anni e mezzo, è riuscito
a mantenere quel "non sò cosa" di particolare che me lo ha fatto amare subito, dal primo istante in cui mi sono affacciata a quello scatolone di cartone, in una Punto bianca. Arrivò così, i primi di febbraio del 95', direttamente da Firenze.
Non servirono molte parole di convinzione, lui era il "piccolo campione" che andavo cercando ormai da mesi. Sarebbe stato con lui l'inizio della mia carriera sui ring di tutta l'Italia, sarebbe stato lui "il primo" del mio allevamento di boxer.
Capii subito che il nostro legame sarebbe andato "oltre" a tutto! Adesso basta uno sguardo per capirci, un gesto per spiegarci; siamo una cosa sola, una simbiosi perfetta.
Se Thomas è riuscito a far uscire la parte migliore di me, Marco, potrei dire, che ha sempre esaltato i lati bui e negativi del mio carattere, del mio essere. Anche questa è una qualità non da poco direi!
Ho un ricordo annebbiato della prima volta che lo vidi. Un palco, i fiori, il primo festival di Sanremo degli anni 90', un microfono e poi lui...In jeans, una felpa qualsiasi sopra, un paio di scarpe da tennis, che facevano da contorno ad una delle
voci più belle e graffianti che avessi mai sentito. Una canzone particolare; non cantava l'amore ma, la rabbia dell'amore. E la rabbia vinse il Festival battendo l'amore. E Marco entrò in me cancellando qualsiasi mio possibile futuro con un'altro
che non fosse stato lui. Due vittorie, una tangibile e consapevole(il Festival), ed una astratta ed in quel momento a lui sconosciuta(me).
Così come il piccolo Thomas si faceva voler bene da tutti, Marco si faceva odiare.
Prima, quando lui era solo "virtuale" nella mia vita, mi ha aiutato a vivere passando sopra a tutto il marcio del mondo. Mi ha fatto credere che si poteva "vivere di sogni e di colori", mi ha fatto "pensare".
Bastava solo una sua canzone, anche la più banale(se di banale si può parlare), per farmi riflettere. Magari poi facevo a modo mio, però avevo sempre la sensazione che lui "ci fosse stato", mi avesse impostato la via per uno dei due estremi; si, dei
due estremi. Anche lui, come me del resto, è sempre stato un estremista cronico, anzi, forse è stato proprio il suo esempio che mi ha fatta divenire così, che mi ha portata a non avere vie di mezzo!
L'istinto...pregio e difetto di "noi tre". La cosa più evidente che ci ha sempre accomunato, che ci ha unito e diviso assieme, che ci ha reso talmente simili da sembrare totalmente diversi!
Non credo di avere fatto molti errori con Thomas...Con Marco ho sbagliato tutto! Infatti adesso, vicino a me, c'è solo "il mio amore a 4 zampe"...l'altro "mio amore" è a Firenze, non molti kilometri da me, mille anni luce dal tornare...
Mi ha già dato due possibilità ed io le ho sprecate. Vorrei averne un'altra per dimostrargli che sto crescendo anch'io.
Comunque sia
"Mi hanno insegnato a vivere"
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