Il Cavallo nella mitotologia greca

ABANTE
Nome di uno dei centauri.
ABASTE
Nome di uno dei cavalli di Diomede.
ADIMNO
In una variante cretese del mito di Fetonte, così viene chiamato il conducente del carro del sole, e viene fatto fratello di Europa.
AETONE
Nome di uno dei quattro cavalli di Plutone.
AGANIPPE
Figlia del dio fluviale Permesso (che scorre intorno al monte Elicona, in Grecia) fu mutata nella fonte, che conservò il suo nome, da un colpo di zampa di Pegaso.
Le sue acque avevano il potere di rendere poeta chi le beveva. Da qui l'epiteto di Aganippée, attribuito alle Muse.
ALASTOR
Nome di uno dei quattro cavalli di Plutone.
AMAZZONI
Popolo di donne guerriere della Cappadocia, abitavano sulle rive del Termodonte ma si spingevano talvolta fino nella Scizia. Non volevano uomini fra di loro, tranne una volta all'anno per la continuazione della specie. Uccidevano o storpiavano i figli maschi, mentre educavano le figlie al combattimento, bruciando loro la mammella destra affinchè potessero meglio usare l'arco.
Fecero molte guerre con i popoli vicini, ma furono vinte e soggiogate successivamente da Bellerofonte, da Ercole (una delle dodici fatiche) e da Tèseo, che ne sposò la regina Antìope o Ippolita ed ebbe da lei Ippolito.
Guidate dalla loro regina Pentesilèa, figlia di Marte, le Amazzoni presero parte alla guerra di Troia, combattendo valorosamente contro i Greci, finché Achille non uccise Pentesilèa.
ANIGRO
Fiume della Tessaglia, dove i Centauri, feriti da Ercole alle nozze d'Ippodamia, lavarono le loro piaghe, rendendo impure e sudicie le acque, prima famose per la loro limpidezza.
ANTIOPE
Regina delle Amazzoni, fu vinta e fatta prigioniera da Ercole, il quale poi la cedè a Tèseo.
APOLLO
Dato il carattere luminoso di Apollo, il dio più importante dell'Olimpo greco dopo Zeus, egli venne identificato con il Sole, mentre la sorella Artemide era abbinata alla Luna. Lo si immaginava alla guida di un carro tirato da quattro cavalli con il quale conduceva il Sole per le vie del cielo.
In rapporto con Apollo sta anche il cavallo alato Pegaso.
ARIO
Nome di uno dei Centauri.
ARIONE
Cavallo che Nettuno, con un colpo di tridente, fece saltar fuori dalla terra e che aveva il dono dela parola. Nettuno lo regalò a Capreo, e questi ad Ercole. Quindi passò in possesso di Adrasto che, grazie alla velocità di Arione, fu l'unico dei sette re che riuscì a salvarsi fuggendo all'assedio di Tebe.
ASBOLO
Nome di uno dei Centauri che, alle nozze di Piritòo, combattè contro i Làpiti e, più tardi, fu crocifisso da Ercole.
ASTILO
Nome di uno dei Centauri, famoso indovino.
BALIO
Nome di uno dei due cavalli divini di Achille (l'altro si chiamava Xanto). Si diceva fossero nati da Zèfiro e da Podàrga, e donati a Pelèo, padre di Achille da Poseidòne o Nettuno.
BELLEROFONTE
Deriva il suo nome dall'uccisione di Bellero.
Ricevette in regalo da Poseidone il cavallo alato Pegaso, nato, assieme a Crisaore, dal sangue della Medusa decapitata. Non riuscendo a domarlo, venne aiutato da Atena, che gli apparve in sogno e gli mostrò una briglia d'oro (le briglie non esistevano ancora). Costruitane così una uguale, Bellerofonte riuscì a domare Pegaso, divenendo il fondatore dell'equitazione. Con l'aiuto di Pegaso Bellerofonte affrontò la Chimera e la uccise. Poi sconfisse il popolo dei Solimi, le Amazzoni e i più forti guerrieri della Licia.
Dopo l'uccisione della Chimera, Bellerofonte era tornato in volo a Tirinto, dove stava Antea, innamorata di lui. Bellerofonte finse di contraccambiare il suo amore e le propose una fuga romantica a dorso del cavallo alato, ma una volta alti sopra il mare, precipitò Antea nei flutti.
Era la fine che doveva attendere anche Bellerofonte. Dubitando dell'esistenza degli dei, decise di salire in cielo in groppa a Pegaso per verificare la loro esistenza. Ma il sacro cavallo, non volendo prestarsi ad un sacrilegio, lo precipitò sulla terra, dove Bellerofonte si sfracellò. Pegaso, sollevato da ogni peso terrestre, salì libero al cielo, dove si mise al servizio di Eos, dea dell'aurora, che da allora galoppò sul suo dorso nei cieli albeggianti.
BOREA
Vento del nord e re dei venti.Viene raffigurato anche come cavallo. Sotto forma di stallone, se la spassò con le cavalle del re Eretteo (vedi anche Omero, Iliade XX).
CARICLO (CARICLEA)
Moglie del centauro Chirone.
CARRI DEL SOLE E DELLA LUNA
Il più noto carro del sole è quello di Apollo, di oro e tempestato di pietre preziose, tirato dai quattro focosi destrieri Piròo, Eto, Eòo e Flegonte. Anche la mitologia nordica conosce il carro del sole tirato dai due cavalli Alswidr e Arwakr. Anche il carro della luna è tirato da cavalli oppure da altri animali.
CASTORE
Nome di uno dei due gemelli Diòscuri (Dios kuroi = figli di Zeus) e quindi fratello di Polluce. Castore è ricordato come invincibile domatore di cavalli.
CAUMA
Nome di un celebre centauro ricordato nella Farsaglia dal poeta Lucano, insieme con gli altri centauri, che erano Grinèo, Roèto, Arnèo, Lìcida, Medòne, Pisènore, Chìrone, Eurìto, Anico, Fòlo e Càutra.
CAVALLO DI TROIA
Era l'inganno, escogitato da Ulisse, per venire a capo dell'assedio di Troia.
CENTAURI
Favolosi mostri, uomini fino all'ombelico e cavalli nel resto del corpo. Omero ed Esiodo ne parlano come di barbari abitatori dei monti, attaccabrighe, sensuali fino al midollo, senza freni nel godimento di donne e vino. Sulla loro nascita si raccontava la seguente leggenda. Issione, il primo assassino, ottenne, dopo lungo tempo, il perdono di Giove per il suo crimine, e in più Giove lo invitò alla mensa degli dèi. Ma Issione, confondendo evidentemente la magnanimità di Giove con una manifestazione di dabbenaggine, approffittò dell'occasione per fare proposte oscene a Giunone. Allora Giove, per metterlo alla prova, fece nascere una nuvola con le sembianze di Giunone. Issione sfogò le sue brame su quella nuvola che partorì il Centauro primigenio (ancora di figura umana per intero), che a sua volta si accoppiò con le puledre del monte Pelio, e da qui nacquero gli Ippocentauri (vedi anche Pindaro, 2a Pitica).
In occasione delle nozze di Piritòo con Ippodamia i Centauri ebbero un'aspra lotta contro i Làpiti, perché uno dei Centauri, Eurizione, inebriato dal vino, tentò di rapire la sposa. Furono però sconfitti e costretti a rifugiarsi sul monte Pindo. Sconfitti, ma non domi perché la guerra con i Làpiti continuò ancora a lungo con alterne vicende.
Sui Centauri dominava Chirone che, sebbene di aspetto Centauro anch'egli, era di tutt'altra estrazione e mentalità.
Il nome di Centauri si interpreta normalmente come "coloro che traffiggono il toro con la lancia", ma a parte il fatto che nella loro storia non si trova alcuna allusione a tori, potrebbe trattarsi di un etimo italico equivalente a "centuria", cosa più plausibile perché di loro si parla sempre come di una moltitudine. Questa spiegazione è tanto più suggestiva in quanto anche i loro nemici, i Làpiti, anziché dalla parola greca lapizein (vantarsi), potrebbero derivare il loro nome pure da un etimo italico equivalente a lapicidae, cioè coloro che scheggiano le pietre (focaie). Resta solo da spiegare come mai due tribù italiche siano andate a finire in Tracia e Tessaglia.
CHIRONE
Figlio di Saturno e di Fillira, il più famoso e sapiennte dei Centauri. Nella sua giovinezza, aveva spesso partecipato alle cacce di Diana e da lei avrebbe appreso a conoscere le erbe medicinali e l'arte della medicina, della quale fu il primo maestro ad Esculàpio. Egli aveva fissato la sua dimora in una grotta ai piedi del monte Pelio, la quale fu ritenuta la più famosa scuola della Grecia; e infatti il maggior numero degli Argonauti e degli eroi del suo tempo furono debitori a lui della loro educazione guerriera e civile. Di lui si favoleggia che per primo avesse insegnato agli uomini la pratica delle leggi, l'inviolabilità del giuramento e la venerazione degli dèi. Era anche espertissimo suonatore di lira, con il suono della quale si diceva avesse persino risanato i malati. Gli si attribuiva inoltre la conoscenza delle varie proprietà dei corpi celesti e delle pratiche atte a stornare i malefici influssi sull'umanità.
Giove gli aveva concesso il dono dell'immortalità, ma Chirone lo scongiurò di togliergliela quando, nell'aspra guerra mossa da Ercole ai Centauri, una freccia dell'eroe, deviando dal suo bersaglio, lo ferì al ginocchio d'una ferita dolorosissima e inguaribile: perché le frecce di Ercole erano bagnate nel sangue avvelenato dell'Idra di Lerna. Giove, mosso a pietà di lui, acconsentì che morisse e, per renderne immortale almeno il nome, lo convertì nella costellazione del Sagittario.
A giustificare la forma di Centauro toccata a Chirone, la leggenda dice che Saturno, per eludere la gelosa sorveglianza della moglie Rea, aveva assunto la forma del cavallo quando si trovava con Fillira; da qui la nascita del figlio bimembre.
A Chirone si attribuivano molte buone fortune femminili, soprattutto con le ninfe: da due di esse, Naide e Cariclèa, ebbe dei figli, tra i quali merita d'essere ricordata Ociroe.
CILLARO
Nome del cavallo di Castore.
CIMELE
Nome di uno dei Centauri.
CONSO
Antica divinità latina, protettrice della terra e dell'agricoltura, spesso identificata con Nettuno Equestre. In suo onore si celebravano grandi feste, perché gli si attribuiva il consiglio dato a Romolo del ratto delle Sabine. Le feste, chiamate Consuàli, cadevano d'agosto e di dicembre, e comprendevano anche corse di cavalli e di asini inghirlandati di fiori campestri.
DEMETRA
Dea della vegetazione, dei campi e dell'agricoltura, identificata dai romani con Cerere.
Da ricordare l'episodio con Poseidone. Questi, pur essendo suo fratello, si innamorò di lei. Démetra, per sottrarsi alle sue insistenze, si trasformò in giumenta e si mescolò fra la mandria di Onco, un figlio di Apollo che regnava su una parte dell'Arcadia. Ma Poseidone, che era pur stato il creatore del cavallo, la riconobbe anche nel travestimento equino. Così ne approfittò e da quell'unione nacquero la ninfa Despoina e il cavallo selvaggio Arione. Démetra rimase talmente furente che venne chiamata Demetra Erinni.
DEMOFOONTE
Figlio di Celèo, re d'Eleusi. Un'altro Demofòonte fu figlio di Tèseo e di Fèdra. Aperto un cofanetto misterioso e preso dal panico alla vista del contenuto, saltò in sella al cavallo e fuggì. Fece correre il cavallo tanto che questo inciampò; nella caduta Demofoonte si infilzò nella propria spada.
DEMOS
Nome di uno dei cavalli di Marte.
DESSAMENO
Nome di uno dei Centauri, le cui figlie gemelle andarono spose ai Molionidi.
DIDONE
Nella versione originale fenicia Didone, il cui nome in origine era Elissa, è figlia di Muttone, re di Sidone in Fenicia, il quale, morendo, lasciò il regno in parti ugualin a lei e al fratello Pigmalione.
A noi interessa la fondazione di Cartagine da parte di Didone quando, trovata una testa di cavallo sotto una palma, venne interpretata come fausto presagio, essendo il cavallo sacro alla dea Tanit.
DIOMEDE
Nome anche di un figlio di Ares e Cirene, re dei Bistoni, nella Tracia, il quale nutriva i suoi feroci cavalli con le carni degli stranieri che si avventuravano nei suoi paraggi. Ercole, in una delle sue dodici fatiche, lo uccide e lo dà in pasto ai cavalli, i quali vengono poi dallo stesso Ercole portati ad Euristèo, il quale li abbandonò sul monte Olimpo, dove le bestie feroci li divorarono.
DIOSCURI
Con questo nome (Dios kuroi = figli di Zeus) si desugnano nella mitologia greca due coppie di gemelli. A noi interessano Castore e Polluce (i Diòscuri spartani). Polluce era immortale ma Castore, invincibile domatore di cavalli, era mortale e venne ucciso da Linceo.
I Dioscuri erano inseparabili dai loro cavalli; quello di Castore si chiamava Cillaro ed era un regalo di Era, quello di Polluce Xanto, omaggio di Ermes.
Adottati anche dai romani, compaiono, sotto forma di due giovani cavalieri, nella battaglia del lago Regillo (496 a.C.): si mettono alla testa delle truppe romane trascinandole alla vittoria.. Finita la battaglia, scompaiono per riapparire nel Foro romano, dove abbeverano i cavalli nella fonte della ninfa Giuturna, tuttora visibile, e annunciano la vittoria alla popolazione. In questa occasione, ad uno scettico, Castore tramuta la barba, toccandola, da nera in rossa, prima di scomparire nel nulla assieme a Polluce. Da allora la fonte di Giuturna diviene sacra anche ai Dioscuri e, accanto ad essa viene eretto (484 a.C.) un tempio a loro dedicato. Altre volte si dice si sia ripetuto il miracolo della loro apparizione in aiuto ai romani: nella battaglia di Pidna (168 a.C.), contro i Cimbri (101 a.C.) e nella battaglia di Farsalo (48 a.C.) in aiuto di Cesare contro Pompeo.
DUPO
Nome di uno dei Centauri che assalì Ercole mentre egli era ospite di Folo, anch'egli centauro. Nella zuffa che ne seguì, Folo fu ucciso inavvertitamente e Dupo cadde sotto la clava di Ercole.
ECATE
I Titani Febe e Coio avevano due figlie, Latona la futura madre di Apollo e Artemide, e Asteria che, unitasi a Perse, diede alla luce Ecate. Ecate veniva pure detta Artemide triforme, poiché le si attribuivano tre teste (o tre corpi): di leone, di cavallo e di cane. Nonostante le apparenze Ecate era benigna ed assisteva e favoriva chi le era simpatico.
EDIPO
Nell'episodio dell'incontro di Edipo con suo padre Laio (a lui ignoto), ad uno stretto passaggio di sentiero, il cavallo del carro di Laio, re di Tebe, calpestò un piede di Edipo e lo stesso Laio lo colpì con la frusta. Edipo reagì uccidendo il genitore.
PÈGASO
Era il cavallo alato, generato da Poseidone e nato da una goccia del sangue sgorgato dalla testa di Medùsa, quando venne tagliata dalla spada di Perseo. Pègaso si trasferisce fra gli immortali abitando nelle dimore di Zeus.
Con un colpo dello zoccolo Pègaso fece scaturire il fonte di Ippocrène. Atena lo domò e lo diede a Bellerofonte per combattere la Chimera.

 

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