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Voyager

 


Corro da molti anni ormai, non mi ricordo più quando ho iniziato. Ho faticato molto, correndo in salita, talvolta ho accelerato per ripide discese, riprendendo fiato. Ora con il vento tra i capelli ed il sole di fronte, corro su questo prato verdissimo, una pianura immensa di fronte a me. All'inizio eravamo in tanti, ma poi a poco a poco ci siamo come distaccati, persi di vista. Lo so che molti sono con me, ma da tempo corro da solo. Ho sentito qualcuno dire che sto correndo verso la direzione sbagliata, che di fronte a me c'é il precipizio, un burrone immenso, ma non mi sono fermato, voglio andare avanti, non ho paura. Sono vicino alla fine della pianura ormai, forse tra poco cadrò nel vuoto, ma se non mi tuffo, se non ci credo fino in fondo, non saprò mai se posso volare, se volo davvero.
Ancora pochi metri, ancora poco, mi sento pesante, tra pochi istanti sarò
per sempre senza peso, non potrò tornare indietro, ma non mi importa... ecco
ci sono, chiudo gli occhi, ancora poco, quando non sentirò più il terreno sotto di me saprò, allora saprò. Ecco "adesso volo".

 

*******

 

un giorno come gli altri...

 

 

 

Non so esattamente perché quel giorno andai lì. Una noiosissima riunione di lavoro…nella quale non mi sentivo a mio agio fra le altre cose…ricordo….
Entro nella sala piccola e calda, mi siedo su una delle poltroncine scomode. La riunione è già iniziata e faccio di tutto per entrare nell’argomento. Apro l’agenda e faccio per prendere la penna: due appunti mi aiuteranno a darmi l’illusione che quello che dovrò ascoltare in qualche maniera mi servirà un giorno. So bene che non li leggerò mai, ma fa lo stesso…tanto cosa ho da perdere? Per distrarmi faccio spesso il gioco di fingere di stare attento e funziona quasi sempre.
Alzo gli occhi perché sento che la discussione si è fatta confusa. In quel momento vedo lei.
Chi è? Come mai non mi ero accorto di lei? E’ vestita elegante-casual, capelli lunghi e neri. Occhi nerissimi. Pelle scura, forse abbronzata, ma la carnagione deve essere scura anche naturalmente. Si guarda intorno come se facesse il mio gioco, sembra una perfetta assente-interessata a ciò che accade , ma finge, io lo so. Ha le gambe accavallate e un gomito appoggiato al ginocchio. Ma come mai la sto osservando? Cerco di distrarmi, ma a fatica. Mi giro verso chi mi sta di fianco, e per qualche minuto, ma cosa dico secondo, tento inutilmente di capire il senso della conversazione. Devo rivederla. Mi giro ed è ancora li. Come si chiama? L’hanno detto sicuramente all’inizio, ma io ero distratto, ah no, non c’ero nemmeno, come potevo sentire? Ma lo ridiranno dopo vedrai. Come è elegante, sciolta, sembra un felino sornione che non sapendo come passare il tempo si accontenta di guardarsi in giro. Perché ho detto un felino? Ma si, in effetti ha qualcosa della gatta, della tigre, no ecco, della pantera. Si una bella pantera nera. Che animale quello…ma no questa non è così cattiva, ma però deve avere un caratterino. Guarda che occhi. Sembra che fiammeggino in alcuni momenti anche se sono neri come la notte. Ha un paio di occhiali neri sulla testa, fra i capelli, come se non bastasse per due occhi così, il loro colore naturale. Si è accorta di me? Non mi ha guardato una volta sola, sai? Lo fa apposta? Macchè, ma chi vuoi che guardi un soggetto come me? Dai, una così poi…Per me fa anche un po’ apposta, non con me d’accordo, però sa di essere carina e ci gioca un po, no? Oh, non capisco più niente di quello che dicono qui, non una parola, ma che ore sono? Cosa ci sto a fare qui? Se non fosse per questa qui davanti che fra poco si alza, se ne va e chi si è visto si è visto, non me ne frega niente di niente di questo pomeriggio qui con tre appunti in croce che se chiamavo questa qui di fianco domani mi facevo ripetere tutto.
Beh, ok. Adesso mi alzo e faccio un giro per la stanza è mi avvicino senza dare nell’occhio, poi chissà, vediamo. Mi alzo? E poi che faccio? Arrivo li e che le dico? Sa, signora vorrei il suo nome per riparlare della riunione… che schifo , ma chi ci crede a una …cretinata così? Adesso mi alzo e vado. Ma cosa vado a fare? E poi, no ma dico che cavolo ci vado a fare li io, che dopo devo tornare a casa e … ma che sono scemo? Adesso vado eh? Dai, mi alzo e , adesso mi alzo. Mi sono alzato e ….cosa succede? Si alzano tutti, ma perché? E’ finita la riunione? Dai , proprio adesso… Dove va quella lì, sta già uscendo senza salutare nessuno…scusi, si sposti, guardi , devo passare un attimo, per cortesia. Le vado dietro? Ma dopo? Senti o ti muovi o la pianti che mi hai stufato, sai?
Ecco fatto, prende la macchina, è finita li, dai. Ma si.. d’altra parte se era qui la rivedo, magari domani mi trovo qui come per caso,no domani non posso, facciamo…giovedì o venerdì. E poi se non è adesso, settimana prossima o il mese prossimo c’è un altro incontro….ma si…
Cosa cambia tanto, il tempo, lo spazio. Io sono qui ora e lei adesso è già un chilometro da me, ma cosa cambia? Prima eravamo a pochi metri e non ho avuto il coraggio di dirle nulla, ma cosa cambia? Posso forse con le parole esprimere un sentimento in modo migliore o uguale a come esso nasce dal mio cuore? Povero illuso, non so nemmeno parlarle, come potrei mai dirle che da ora, subito, e forse sempre l’amo?
Cosa ho detto? L’amo,? Ma , sono sicuro? Mah senti , è uscita così e non saprei. Se dovessi ripeterlo ora, ma prima… e poi non i sento nemmeno di negarlo.. Oh ma è grossa sai? L’ho vista un secondo, si un ora, e adesso.. cosa? l’amo? No questa poi è il massimo. Eppure sento che è così. Non dirmi che cavolaccio è successo che non capisco più niente ma è qualcosa del genere.
Come posso fare capire non solo a lei, ma al mondo intero che ho ritrovato finalmente dopo centinaia di vite, la mia metà perduta, il tassello mancante, l’anello della catena cosmica che unisce la mia anima all’universo?
Le piogge di energia nello spazio, i concerti di crepitare delle fiammeggianti stelle, i soli immensi che scaldano le galassie, erano sensazioni dimenticate, fino a poco fa.
Adesso ricordo, io non sono io. Da quanto tempo vago nel tempo e nello spazio?
Come la mia mente ha potuto costruire una prigione così piccola, ma dorata da darmi l’oblio, l’illusione di non essere ciò che sono? Come ho potuto sentirmi vivo fino ad ora, anche se la mia vita ha avuto momenti meravigliosi? Adesso mi sembra tutto così…vago, inutile, vuoto. Strana questa cosa…quello che prima non aveva valore ora ce l’ha e quello che valeva non conta più nulla.
Non mi sono mosso che pochi metri. Non sono passati che pochi minuti e una serie infinita di generazioni sono trascorse in un istante, mi trovo ad un numero imprecisato di anni luce da prima, eppure sono solo in cortile. Ma cosa accade? Dove è la realtà? Ed io? Guardo per terra: l’asfalto caldo di fine estate sembra prendere vita.
Come una miriade di piccole cellule in movimento, la superficie ruvida e scura sembra un essere vivente formato da una nuvola di energia che dia l’illusione della materia, ma che in realtà forse immergendoci la mano potrei oltrepassare senza sforzo. Cosa faccio, ci provo? Se non lo faccio non saprò mai se era possibile. E se lo fosse? D’altra parte mi hanno insegnato che siamo tutti dello stesso impasto cosmico ed allora cosa ci sarebbe di strano?
Forse basta crederci e si può fare. Adesso ci provo. Mi chino e…prima mi guardo intorno e faccio finta di guardarmi una scarpa e poi provo. Ecco fatto…no è solido. Che cosa credevo? Ma dai, guarda, si muove. Sembra un film, tante molecole in movimento…Ok lo so, ma è solido, hai sentito? Si dai. E’ vero.
Ma era carina quella li eh? Mi sa che ho preso un brutto colpo. Non mi è mai successo, così poi di pacca…
Salto in macchina e metto in moto. Adesso accendo la radio e non penso a nulla per cinque minuti eh? Apro il finestrino e penso ancora a lei… mah vedremo.
Però una cosa ho imparato oggi pomeriggio.
Ho imparato che il tempo non è assoluto. Io sono qui ora e sicuramente domani sarò da un'altra parte, ma lei sarà qui per sempre, e non me la toglie nessuno

 

					Federico (Arjuna)


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