RISPOSTE A QUESITI

ogni riferimento ai circoli di provenienza è omesso


001 QUESITO

20-1-97 - Con l'avvicinarsi delle scadenze di fine gennaio e febbraio, stiamo valutando un serie di impegni relativi a versamenti e dichiarazioni che il nostro Circolo si appresta ad effettuare in particolare per la sua struttura della Sala Giochi.

Questa è appena stata risistemata con l'inserimento di impianto TV comprensivo di maxi schermo e antenna parabolica; impianto radio fisso con Hi-Fi, CD, MD e casse acustiche; Videoregistratore, da mettere a disposizione dei giovani per le feste e intrattenimenti vari e anche per la normale frequentazione della sala.

La struttura è costituita da una sala adiacente alla chiesa e alla canonica, in cui non esiste un bar vero e proprio, bensì una semplice distribuzione di soli cibi confezionati (gelati, patatine, caramelle, ecc.) e bibite in lattina.

I dubbi che ci sorgono sono:

 

RISPOSTA

Rispondo per punti, seguendo l'ordine dei quesiti elencati nella richiesta.

La distribuzione di alimenti e bevande in confezioni originali sigillate non esonera dall'obbligo di munirsi di autorizzazione di pubblica sicurezza (licenza di bar interni al circolo). La scelta di distribuire solo alimenti e bevande in confezioni originali, pensata strategicamente, potrebbe invece trasformarsi in un problema più pesante perché configurerebbe non solo somministrazione (che obbliga alla consumazione sul posto) bensì anche vendita per asporto (fattispecie assimilabile allo spaccio e regolata da altre norme di legge ben più onerose, oltre che ritenuta attività oggettivamente commerciale dalle leggi fiscali).

Per l'utilizzo della televisione al di fuori dell'ambito familiare è obbligatorio stipulare un apposito abbonamento speciale con la URAR di Torino. Per l'apparecchio del parroco trasferito dall'uso privato a quello del circolo, si deve quindi richiedere un nuovo abbonamento intestato al circolo e versare l'importo indicato nella nostra circolare n. 3/1998. Il canone versato dal parroco vale solo per il televisore utilizzato nella sua abitazione (canonica). Il canone RAI per la televisione è comprensivo di quello per la radio, ma non viceversa.

La Finanziaria 98, con l'introduzione dell'Irap, ha abrogato le tasse di concessione comunale, ma non l'obbligo di munirsi di autorizzazione per la somministrazione di alimenti e bevande, da rinnovare ogni anno mediante consegna al Comune del previsto nulla osta.

I versamenti annuali fa effettuare alla Siae sono la somma delle tariffe per gli apparecchi presenti nel circolo (TV + maxi schermo + video registratore) come elencate nella tabella e in riferimento al numero sei soci. Poiché presso di voi è utilizzato un apparecchio HiFi con CD e MD è inevitabile dover pagare anche i diritti per apparecchi musicali.

L'importo forfetario Siae per le feste riservate ai soci si riferisce a ogni singola festa, proprio come giustamente pensate anche voi, e prima di ogni festa, festina o festicciola deve essere effettuata la prescritta dichiarazione alla Siae. Per la festa di carnevale si deve tutto: l'esclusione dell'ultimo dell'anno e di carnevale dal pagamento forfetario vuol dire che tali feste non rientrano nelle 5 manifestazioni, ma nella categoria delle feste tassate normalmente al di fuori del sistema forfetario, con altre cifre molto diverse. Se nella festa del tesseramento o di presentazione della struttura avviene la diffusone di musica, è evidente che si deve versare il diritto Siae forfetario. Si tenga presente che la denominazione esatta è di "trattenimento danzante" non nel senso che si debba obbligatoriamente ballare, ma nel senso che è tassata anche solo la diffusione di musica, eseguita dal vivo o diffusa mediante apparecchi elettromagnetici di qualsiasi tipo. 


002 QUESITO

Nel nostro circolo, in novembre è cambiato il presidente. Quello che se n'è andato non ha lasciato nulla (statuto, verbali, bilanci, …) né è stata convocata un'assemblea per il rinnovo del direttivo. Il nuovo Presidente ha accettato l'incarico senza conoscere bene la situazione. In previsione dell'adeguamento dello statuto alla 460, stiamo organizzando l'assemblea per il rinnovo del consiglio direttivo. La domanda è: cosa fare per il periodo da novembre ad oggi?

Quorum costitutivo: si chiede chiarimento in quanto nello statuto esistente le assemblee sono valide qualunque sia il numero dei presenti, mentre nel nuovo statuto è richiesta la presenza di almeno il 20% degli aventi diritto.

Bilancio. E' possibile avere schema di un bilancio tipo?

Utile. Un avanzo attivo a che cosa deve essere destinato?

Impianti sportivi. Stiamo sistemando un campo da tennis, un campo per bocce, e uno di calcio a 5 su erba. Per la realizzazione di queste opere è possibile chiedere contributi a privati? Tali beneficenze come devono essere documentate? Qualcuno ci chiede un documento giustificativo della spesa da inserire nel bilancio aziendale, come è possibile fare?

Durante le gare sportive è possibile esporre striscioni pubblicitari negli impianti sportivi? Come sono regolate le affissioni di locandine nei circoli limitrofi?

E' possibile organizzare un incontro con il segretario zonale presso il nostro circolo?

 

RISPOSTA

Cerco di rispondere a tutto, anche se in modo veloce e sintetico, riservando le spiegazioni diffuse a un incontro di zona.

Per il passato, voi nuovi responsabili e amministratori non potete fare nulla. Il Consiglio Direttivo in carica (anche se scaduto e non più rinnovato) ha conservato e conserva ancora tutta la responsabilità di ciò che è stato fatto. La responsabilità non cessa perché il presidente ha gestito "in proprio" tutte le attività; i Consiglieri sono responsabili di averglielo permesso! Oggi, se volete restare nella legalità, il nuovo presidente deve contattare i consiglieri ancora in carica per convincerli a convocare l'assemblea elettiva per il rinnovo del Consiglio direttivo e l'Assemblea straordinaria per l'approvazione dello Statuto adeguato alla 460. La convocazione dei consiglieri può essere fatta anche telefonicamente, con la presenza di un testimone: "Caro amico, sono il Presidente del Circoli di………, sono qui con ……… (fare il nome di un consigliere, o del segretario, o di un responsabile, per far capire all'interlocutore di avere un testimone della telefonata fatta e della eventuale risposta ricevuta), per regolarizzare una situazione di immobilismo e di irregolarità si deve convocare l'assemblea elettiva e straordinaria per …. (eccetera)…. quindi ti aspetto alle ore…. del giorno ……. per un Consiglio direttivo del Circolo". Quando tutti sono stati avvisati, alla presenza di un testimone, se non partecipano, sono affari loro. Tutto sarà verbalizzato, comprese le assenze, e verrà deliberata la data di convocazione.

Il quorum costitutivo per voi non è quello previsto nel nuovo statuto in quanto non ancora approvato dall'assemblea del vostri circolo, né quello contenuto nelle regole generali delle assemblee, bensì quello previsto dal vostro attuale statuto.

Tra qualche mese tutti i circoli riceveranno un esempio di come potrà essere formato il bilancio. Ne riparleremo, quindi, dopo ottobre.

La cosa più importante è che il bilancio rispecchi la reale situazione economico finanziaria. Un eventuale disavanzo (passivo) dovrà essere appianato con l'intervento dei consiglieri per coprire la perdita. Una saggia e oculata amministrazione si preoccuperà di ottenere un risultato attivo, pur se modesto, e l'eventuale avanzo (attivo) va accantonato per il finanziamento delle attività e per costituire una prudenziale riserva per le spese impreviste.

I contributi ricevuti da privati sono entrate definite liberalità, costituiscono attivo per l'associazione e non sono tassate, a meno che non costituiscano corrispettivo per sponsorizzazione. In tale caso si esercita attività commerciale, che non è vietata, ma che è regolata fiscalmente. Le somme ricevute si documentano con una semplice ricevuta regolarizzata con semplice marca da bollo da L. 2.500 qualora l'importo sua pari o superiore a L. 150.000. Tale documento però non è sufficiente per portare in deduzione dal proprio bilancio la somma elargita. Per consentire al donante di detrarre il costo è indispensabile rilasciare fattura, con applicazione dell'iva. L'operazione diventa in questo caso sponsorizzazione, entrando nella commercialità senza alcuna ombra di dubbio. Tutto verrebbe semplificato se il circolo optasse per il regime agevolato previsto dalla 398, che però non posso spiegare in questa sede.

L'esposizione di striscioni fa presumere attività di sponsorizzazione, quindi per l'aspetto fiscale vale quanto detto sopra, per l'aspetto amministrativo invece è dovuta l'imposta di pubblicità sullo striscione stesso e l'esposizione deve essere autorizzata dal comune, o da un'azienda di servizi convenzionata con il comune, pagando la relativa tassa comunale. Per le locandine all'interno dei circoli limitrofi non ci sono limiti perché si tratta di luoghi "privati", purché la pubblicità non sia visibile dall'esterno.


003 QUESITO

E' possibile organizzare la festa patronale in collaborazione con la pro loco?

 

 RISPOSTA

In merito al quesito circa la possibilità di una collaborazione con altri enti giuridici nella organizzazione di una festa patronale locale, si esprime parere senz'altro positivo purché sia distinta nettamente la responsabilità organizzativa dei singoli eventi o servizi resi. Occorre che sempre e comunque sia agevolmente possibile risalire alla responsabilità personale, della singola persona o dell'organismo associativo, per fatti che avvengono nell'organizzazione di una qualsiasi attività, non potendosi ipotizzare commistioni di responsabilità organizzativa civilistica, amministrativa, fiscale o penale.


004 QUESITO

Sono una rappresentante del Gruppo Missionario di …… e volevo un chiarimento su tale questione. Essendo la raccolta della carta facente parte di un'attività dell'anspi (è stata inserita nel nuovo statuto "promuove attività di beneficenza") le persone che si adoperano per tale raccolta, sono assicurate per eventuali incidenti?

 

RISPOSTA

Premesso che:

l'attività di raccolta carta organizzata dal Circolo ANSPI è attività sicuramente coperta da assicurazione purché svolta sotto la responsabilità e la sorveglianza di un responsabile dell'ANSPI e nel rispetto delle leggi vigenti, in particolare quelle del codice della strada. Il riferimento è d'obbligo perché la raccolta avviene solitamente con mezzi di trasporto impropri, compresi i mezzi agricoli che non sono autorizzati alla circolazione stradale, con tutte le conseguenze di automatica scopertura assicurativa per tali eventualità.

 


005 QUESITO

Nel nuovo statuto tipo si parla di soci e di associati, qual è la differenza?

Il Presidente deve essere legittimato dall'Autorità ecclesiastica competente. Qual è? Se l'Autorità ecclesiastica competente dovesse negare la legittimazione, non si creerebbe un paradosso, visto che il Presidente, eletto democraticamente dall'Assemblea sovrana dei soci di una Associazione civile, deve comunque rimanere in carica?

 

RISPOSTA

I termini "soci" e "associati" trovano differenziazione esclusivamente in giurisprudenza. "Soci" sono i fondatori e gli amministratori, limitatamente al periodo in cui rimangono in carica: essi sono responsabili personalmente, solidalmente e illimitatamente per quanto decidono e agiscono nella e per la associazione. Gli "Associati" sono tutti gli altri tesserati, che non esercitano alcun potere nella gestione amministrativa dell'associazione. Fiscalmente, invece, i termini si equivalgono, e anche il Decreto Legislativo 460/97 utilizza entrambi indifferentemente. Nella stessa linea, anche lo Statuto.

La seconda questione è stata inserita all'ultima ora dalla Presidenza Nazionale. L'inserimento ancora non comprensibile è stato preceduto dalla locuzione "Ai soli effetti…". Vuol dire che al di fuori dell'ambito ecclesiale il riconoscimento dell'autorità ecclesiastica competente non ha effetto civilistico alcuno. L'autorità ecclesiastica competente per il circolo dovrebbe essere il parroco o il Delegato Zonale. La questione è ancora tutta da approfondire.


006 QUESITO

Quando saranno disponibili il Manuale della corretta prassi igienica e le schede di controllo per essere in regola con la legge sull'HACCP?

 

 RISPOSTA

Si sta lavorando, in collaborazione con esperti, alla stesura del protocollo dell'HACCP, e sarà pronto non prima di settembre. Stiamo seguendo con grande attenzione l'evolversi della prassi di indirizzo degli organi di controllo, perché tutto quello che si sta facendo è una specie di apripista per tutti in quanto nulla è stato finora pubblicato. Ricordo che l'applicazione delle sanzioni per la mancata applicazione del sistema di controllo HACCP non saranno comminate prima del 30 giugno 1999. Questo anno di sospensione delle sanzioni ci consente di lavorare con un po' di serenità. Quindi anche i circoli, per intanto, possono stare tranquilli.

 


 

007 QUESITO

Come sono regolati i compensi per: allenatori, istruttori, docenti, eccetera?

 

 RISPOSTA

I compensi erogati, generalmente, rientrano tra gli emolumenti per rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, quindi l'ente dovrà assoggettare i compensi alla ritenuta fiscale d'acconto del 20%, nonché alla ritenuta previdenziale 12% (per il 1998).

Sono escluse dalla ritenuta le spese documentate e rimborsate per spese di viaggio, vitto e alloggio relative a prestazioni rese dal collaboratore fuori dal proprio comune di domicilio fiscale.

Il collaboratore dovrà rilasciare ricevuta, in calce alla quale dovrà segnalare l'esclusione da Iva ai sensi dell'articolo 5 del Dpr 633/72.

L'associazione dovrà versare la ritenuta d'acconto e la ritenuta previdenziale entro il giorno 15 del mese successivo a quello di liquidazione del compenso, inoltre dovrà dichiarare i compensi erogati e le relative ritenute fiscali con il modello 770, e le ritenute previdenziali con dichiarazione trimestrale all'INPS.

 


 008 QUESITO

I rimborsi spese forfetari, non sono esenti da ogni imposizione fiscale?

 

 RISPOSTA

I rimborsi forfetari, senza documentazione, formano reddito imponibile per chi li percepisce e sono assoggettati a tutte le imposizioni fiscali e previdenziali previste dalla legge. Sono escluse dalla ritenuta le spese documentate e rimborsate per spese di viaggio, vitto e alloggio relative a prestazioni rese dal collaboratore fuori dal proprio comune di domicilio fiscale. La documentazione dettagliata è obbligatoria.

 


 

009 QUESITO

Un circolo ricreativo ha deciso di affidare la gestione del bar sociale a un privato con contratto di affitto di azienda. Attualmente la licenza di somministrazione ai soli soci è intestata al presidente dell'associazione.

 

 RISPOSTA

Il privato che gestisce il bar sociale deve essere iscritto al Rec, egli è l'effettivo gestore dell'esercizio e assume tutte le responsabilità amministrative e fiscali, anche se si tratta di esercizio non aperto al pubblico (risoluzione ministero dell'industria 190695 24 giugno 1993). Se si trattasse di bar aperto al pubblico non c'è dubbio che la licenza andrebbe intestata al gestore. Trattandosi di licenza privata la legge nulla dice in merito e i Comuni pervengono a soluzioni differenti. La forma non modifica la sostanza: il titolare, anche se temporaneo, dell'esercizio è il gestore. E il gestore deve assoggettarsi a tutte le norme amministrative e fiscali previste per il pubblico esercizio, anche se l'esercizio è rigorosamente riservato ai soci del circolo.

 


 

 010 QUESITO

Per l'apertura di un bar all'interno di un circolo privato, cosa si deve fare?

 

 RISPOSTA

L'attività di somministrazione alimenti e bevande (così si chiama la licenza di bar) va imputata all'associazione che ne è titolare e responsabile, e non può che essere attività secondaria rispetto alle finalità dell'associazione: culturali, sportive, sociali. Se fosse l'unica o la principale attività, configurerebbe l'associazione come ente commerciale, con tutte le conseguenze di tipo fiscale.

Se l'associazione è aderente ad associazione nazionale riconosciuta assistenziale dal ministero dell'interno, l'autorizzazione è rilasciata, previa iscrizione al Rec di un delegato, senza limitazioni numeriche, purché l'associazione sia costituita con le formalità e le strutture previste.

I locali devono essere idonei sotto l'aspetto sanitario.

Se si intende affidare la gestione a una persona, questa deve assumersi tutte le responsabilità tributarie in quanto svolge una vera attività imprenditoriale.

Se l'associazione non è aderente a un'associazione riconosciuta, le procedure sono quelle previste per l'apertura di un bar pubblico.

 


 

 011 QUESITO

Non abbiamo mai chiesto la licenza per la somministrazione di alimenti e bevande nel nostri circolo. C'è il rischio di venire bloccati, ora, dalla riforma del commercio?

 

 RISPOSTA

Il decreto legislativo 114/1998 non riguarda l'attività di somministrazione di alimenti e bevande che rimane assoggettata alla legge 287/1991. Quindi, l'autorizzazione del comune è sempre obbligatoria.

 


 

 012 QUESITO

Le associazioni di promozione sociale, per la somministrazione di alimenti e bevande e per il turismo devono tenere contabilità separata e presentare dichiarazione dei redditi?

 

 RISPOSTA

L'articolo 5 del decreto legislativo 460/97 ha modificato l'articolo 111 del Tuir (Testo Unico Imposte sul Reddito), introducendo numerose disposizioni, tra cui il comma 4-bis, il quale sancisce, per le sole associazioni di promozione sociale (enti di cui all'articolo 3, comma6, lettera e), della legge 25 agosto 1991, n. 287, le cui finalità assistenziali siano riconosciute dal ministero dell'interno) che non è considerata attività commerciale, anche se effettuata verso pagamento di corrispettivi specifici, la somministrazione di alimenti e bevande, presso le sedi dove viene svolta l'attività istituzionale, nonché l'organizzazione di viaggi e soggiorni. Questa agevolazione di applica a condizione che le attività siano strettamente complementari a quelle attuate per realizzare gli scopi istituzionali e siano effettuate nei confronti degli iscritti e associati, anche di altre associazioni che svolgono la medesima attività e che fanno parte di un'unica organizzazione locale o nazionale. Per questi enti associativi i proventi derivanti dalla somministrazione di alimenti e bevande e dall'organizzazione di attività turistiche non sono rilevanti, in modo analogo a quelle di natura istituzionale, ai fini della determinazione del reddito (irpeg) e del rispetto dei relativi obblighi contabili. L'associazione non è quindi tenuta a predisporre una contabilità separata per queste attività e nel caso in cui non possieda altri redditi, non dovrà presentare la dichiarazione dei redditi. E' importante inoltre ricordare che la somministrazione di alimenti e bevande è esclusa anche dal campo di applicazione dell'iva (nuovo sesto comma dell'articolo 4 del Dpr 633/72), mentre l'organizzazione di attività turistica è assoggettata all'Iva. Per la regolarizzazione fiscale di tale attività si consiglia l'opzione per il regime semplificato previsto dalla 398.


 013 QUESITO (da Ministero delle finanze - circolare 16 luglio 1998 n. 188/E)

Sulla base della nuova formulazione del comma 3 dell'articolo 111 del Testo Unico, sostituito dall'articolo 5 del decreto legislativo 460/97, sembra doversi assolutamente escludere che la gestione di bar interni possa configurare attività non commerciale, a meno che queste attività non siano gestite da associazioni di promozione sociale le cui finalità assistenziali siano riconosciute dal ministero dell'interno. E' corretta questa interpretazione?

 

 RISPOSTA

L'espressa previsione di non commercialità dell'attività di somministrazione di alimenti e bevande effettuata presso le sedi sociali dei bar e servizi similari si applica nei confronti esclusivamente delle associazioni di promozione sociale le cui finalità siano riconosciute dal Ministero dell'Interno. Con tale disposizione viene confermato per tutti gli altri enti di tipo associativo l'orientamento ministeriale che ha affermato il carattere commerciale dell'attività di somministrazione di alimenti e bevande nei bar interni ai circoli associativi.


 014 QUESITO 17-8-98

Per la festa patronale abbiamo utilizzato gli ambienti dell'oratorio, compreso il servizio bar, anche per i non tesserati. Per l'occasione, analogamente agli anni precedenti, abbiamo dichiarato l'incasso alla Siae per la regolarizzazione dell'Iva in maniera forfetaria come previsto dalla legge 398 per l'applicazione della quale abbiamo a suo tempo fatto la opzione. Nel prossimo 1999 verseremo IRPEG e IRAP mediante dichiarazione su modello 760.

Noi riteniamo di aver operato in tutta regolarità, secondo le direttive della Segreteria Zonale. Se non ché il Direttore dell'Ufficio Siae di nostra competenza contesta insistentemente la nostra condotta affermando che nella dichiarazione di incasso, prevista dalla 398, noi dovremmo inserire tutti gli incassi del bar per tutti i periodi dell'anno, fino a installare il registratore fiscale di cassa.

Cosa dobbiamo fare?

 

 RISPOSTA

La non commercialità per l'attività di somministrazione di alimenti e bevande non è un'opinione, bensì una previsione della legge 460/1997 che ha aggiunto il comma 4bis all'articolo 111 del TUIR. Se il circolo-oratorio ha provveduto all'adeguamento dello statuto al D.L. 460 entro il prescritto termine del 30 giugno 1998, come previsto per le associazioni di promozione sociale, se nel bar il servizio di somministrazione alimenti e bevande viene effettuato rigorosamente ed esclusivamente nei confronti dei tesserati (ad eccezione delle occasioni in cui si dichiara l'incasso alla Siae per l'assoggettamento forfetario all'Iva e se ne dichiarerà poi il reddito sul 760) il circolo ha fatto tutto e non deve fare niente altro.


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