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1952, 1956, 1959  

Si raccolgono attorno ad alcuni specifici anni molti degli episodi più significativi nella prima attività di Franco Pinna. Il 1952 è l'anno che vede Pinna, dopo una breve esperienza come operatore cinematografico, esordire nel campo del fotogiornalismo. Con Plinio De Martiis, Caio Mario Garrubba, Nicola Sansone e Pablo Volta, Pinna fonda la cooperativa Fotografi Associati, nucleo iniziale della cosiddetta "scuola romana" di fotogiornalismo. Fervente attivista politico, Pinna realizza i suoi primi servizi per la stampa militante d'ambito comunista ("Paese Sera", "Vie Nuove", "Noi Donne"). Nel frattempo Pinna ha cominciato a frequentare Franco Cagnetta, pioniere in Italia degli studi di antropologia culturale e della relativa fotografia scientifica. É attraverso Cagnetta che Pinna conosce Ernesto De Martino, massimo antropologo italiano di questo secolo, insieme al quale partecipa a una prima, cruciale indagine multidisciplinare condotta in Lucania. Al loro fianco sono anche Vittoria De Palma, il musicologo Diego Carpitella e il critico d'arte Marcello Venturoli.

Nella primavera del 1956 Pinna accompagna Cagnetta in un'intensa indagine a carattere socio-antropologico sulle borgate di Roma. Tra coloro che partecipano all'iniziativa vi sono Alberto Moravia, Giovanni Berlinguer e Piero Della Seta, oltre alcuni eccellenti "visitatori" esterni come Elsa Morante, Goffredo Parise e Pier Paolo Pasolini. La crisi provocata tra i militanti comunisti dagli avvenimenti politici di quell'anno (XX congresso del P.C.U.S., moti ungheresi), motivo dell'uscita di Pinna dal partito, e il mutamento degli interessi scientifici di Cagnetta determinano la rapida sospensione dell'inchiesta, conclusa qualche anno dopo da Berlinguer e Della Seta. In agosto Pinna ha invece l'opportunità di replicare la missione in Lucania, effettuata con gli stessi partecipanti di quattro anni prima ad eccezione di Venturoli.
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É comunque nel 1959 che Pinna esegue le sue più celebrate documentazioni fotografiche per conto di De Martino: il ciclo sulle "invasate" (le Tarantate) del Salento e Il gioco della falce su alcuni singolari riti della mietitura a San Giorgio Lucano. Sempre nello stesso anno Pinna pubblica il suo primo fotolibro, La Sila, dove ha modo di sviluppare tutte le potenzialità informative ed espressive del reportage che le ricerche di De Martino subordinavano troppo rigidamente alla funzione scientifica. L'uscita di Sardegna. Una civiltà di pietra (1961), secondo libro di Pinna, corrisponde cronologicamente a una drastica incrinatura dei rapporti che si verifica tra il fotografo e l'antropologo. 
 
 
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