Annemarie
Schwarzenbach - Ritratto
"Il suo volto fresco era quello di
un ragazzo. I suoi fluenti capelli biondo spento, tagliati corti,
con la riga, potevano avere un luccichio chiarissimo, non
dipendeva soltanto da come la luce cadeva su di loro: avevano la
caratteristica che il loro colore poteva cambiare, ravvivarsi o
spegnersi. La sua bocca era larga, infantile e grave, le labbra
erano un po ruvide e avevano la tendenza a screpolarsi,
cosa che dava alla sua giovane bocca qualcosa di impacciato e
inquietante. La parte più bella del suo viso era la fronte
chiara, e la forma della nuca che, ampia e nobilmente sporgente,
sembrava appartenere a un ragazzo ardito e ben fatto." Così,
con licenze poetiche e qualche trasporto, Klaus Mann descrive
romanzescamente Annemarie.
"Tutto in lei era straordinario, raro e nobile",
scrisse un altro amico. "Un oggetto di cui aveva bisogno, un
capo di abbigliamento che indossava: tutto ciò che veniva in
contatto con lei riceveva la sua particolarità, diventava subito
prezioso e desiderabile agli occhi degli altri.
Incontrarla da qualche parte recava piacere - un incontro, un
discorso con lei era sempre una faccenda affascinante. Questo
effetto quasi incomprensibile della sua personalità, che si
verificava sempre, non solo fra i suoi amici, era tanto più
sorprendente perché lei, nella figura, nei discorsi e nei gesti
non aveva nulla di eccessivo, era sempre controllata, semplice e
cauta. Aveva un carattere quasi infantile, nel quale si
mescolavano timidezza e distacco, in un modo aggraziato che
ricordava il comportamento di un lieve, prudente e superbo
animale selvaggio votato solo alla libertà e alla fuga."
E lei? Si vede androgina, esigente, severa. Un angelo di
Botticelli e unaggressiva Giovanna dArco. "Dallimmagine
non si capiva se fosse un ragazzo o una ragazza", si
autoritrae. "I lineamenti dolci erano quasi senza contorni,
solo la fronte circondata dai capelli biondi splendeva di una
forma definita, le sopracciglia severamente aggrottate si
inarcavano sopra begli occhi cupi. Facevano uno strano effetto,
se li si guardava a lungo: ci si sentiva interrogati in modo
ammonitorio, si sorrideva un po, forzatamente, per strappar
loro una risposta amichevole, e si restava confusi da tanta
caparbia insistenza". Nelle numerose fotografie che le
scattano amici, parenti o sconosciuti, in posa o a sua insaputa,
nel corso di tutta la sua vita - dalla nascita alla morte e,
forse, oltre - Annemarie, ora ragazzina-maschio, ora marinaio,
ora giovane donna in fiore in abito da sera, ora dandy in
cravatta, le labbra dipinte col rossetto, ora sposa-ragazzo,
magrissima nei calzoni sformati, ora donna segnata, appare sempre
inquieta e sfuggente, di rado col sorriso sulle labbra. In tutte
le fotografie, per volontà del fotografo o sua, appare
irraggiungibile, misteriosa, come un angelo senza sesso, serio e
terribile.
Dal romanzo di Melania G. Mazzucco, Lei così amata