2. | La validazione di un metodo di prova |
La validazione di un metodo analitico è il processo attraverso il quale si stabilisce, tramite studi di laboratorio, che le prestazioni caratteristiche del metodo sono adeguate per lapplicazione che se ne intende fare. In genere i parametri da considerare sono: specificità, accuratezza, precisione, linearità, range, limite di rivelabilità, limite di determinazione, robustezza. Nellaffrontare uno studio per la validazione di un metodo specifico è innanzitutto opportuno definire un protocollo che indichi quali parametri valutare, le prove da svolgere e i metodi statistici per lanalisi dei dati. Nella pratica è in genere possibile strutturare il lavoro sperimentale in modo tale da valutare più parametri con le stesse prove. Gli studi effettuati, i risultati, lanalisi dei dati e le conclusioni devono essere riportati in un rapporto finale.
2.1 SPECIFICITÀ
La specificità è la capacità di un metodo di individuare
selettivamente un determinato analita in presenza delle altre sostanze contenute nel
campione da analizzare. La mancanza di specificità di una singola procedura analitica
può essere compensata da procedure complementari.
Un criterio di specificità per una determinazione cromatografica è che sia almeno 1,5 la
risoluzione tra due picchi adiacenti calcolata secondo la formula
dove
È bene produrre nella documentazione per la validazione un cromatogramma che dimostri una buona risoluzione tra i picchi degli analiti ricercati e quelli della matrice.
2.2 ACCURATEZZA
Laccuratezza è il grado di concordanza tra il valore misurato e il valore accettato come vero. Può essere determinata con uno dei seguenti metodi:
Consiste nellapplicare la procedura danalisi ad una matrice
identica a quella oggetto di studio contenente quantità note e certificate di analita.
Laccuratezza verrà determinata per confronto tra il valore sperimentale medio, con
relativo intervallo di confidenza, e quello certificato.
La principale limitazione alluso di questo tipo di approccio è la difficoltà di
reperire le matrici in esame certificate per lanalita che si intende ricercare. Enti
che forniscono materiale certificati sono: lSRM (Standard Reference Material),
lNBS (National Bureau of Standard) e il BCR (Bureau Center Reference).
Il confronto può essere fatto con un metodo di riferimento normato di
cui sia definita laccuratezza. Il grado di accuratezza del metodo in studio sarà
determinato dal confronto tra le medie dei dati ottenuti applicando i due metodi ad uno
stesso campione.
Una modalità alternativa consiste nello stabilire il "valore vero" della
concentrazione dellanalita contenuto nel campione attraverso lutilizzo di più
metodi analitici differenti tra loro e confrontandolo poi con il risultato ottenuto con il
metodo in esame.
La difficoltà principale nellapplicazione di questa metodologia è rappresentata
dalla necessità di disporre contemporaneamente di più metodi riconosciuti idonei,
sostanzialmente differenti tra loro, e tutti altrettanto validi per la matrice e
lanalita in esame.
La tecnica consiste nellaggiungere alla matrice in studio sicuramente priva dellanalita ricercato, lo stesso a concentrazioni comparabili a quelle normalmente riscontrate nei campioni reali. Laccuratezza può essere valutata confrontando, per ogni concentrazione, il valore medio misurato e la quantità di analita aggiunto o calcolando la percentuale di recupero.
Questa nota metodologia viene utilizzata quando non sia possibile reperire la matrice in studio sicuramente priva dellanalita.
In riferimento alle ultime due metodologie indicate è importante
sottolineare il fatto che le aggiunte devono essere effettuate prima di qualsiasi
operazione analitica, anche quella di presa dellaliquota da saggio.
Come criterio generale laccuratezza dovrebbe essere valutata effettuando un minimo
di 9 determinazioni su di un minimo di 3 concentrazioni.
2.3 PRECISIONE
Per precisione si intende il grado di concordanza tra i risultati ottenuti da una serie di prove indipendenti condotte sotto condizioni definite, applicando uno stesso metodo analitico su uno stesso campione omogeneo. Può essere espressa come varianza, deviazione standard o deviazione standard relativa (coefficiente di variazione) di una serie di risultati. Comprende i concetti di ripetibilità e riproducibilità.
2.3.1 Ripetibilità
È il grado di concordanza tra i risultati ottenuti da una serie di prove indipendenti effettuate da uno stesso operatore, con la stessa apparecchiatura e in un breve intervallo di tempo. Per la determinazione della ripetibilità di un metodo analitico dovrebbero essere effettuate un minimo di 9 prove su un minimo di 3 concentrazioni.
Spesso, come ad esempio quando si impiegano tecniche cromatografiche, è opportuno valutare la ripetibilità strumentale. A questo proposito alcuni autori indicano di effettuare un minimo di 10 misure e di considerare accettabile una deviazione standard relativa non superiore all1%.
2.3.2 Riproducibilità
È il grado di concordanza tra i risultati ottenuti da una serie di
prove indipendenti effettuate da operatori diversi in laboratori diversi.
Oltre alla riproducibilità così definita, è possibile valutare una
"riproducibilità interna al laboratorio" o "precisione intermedia"
ottenuta da prove effettuate nello stesso laboratorio, ma in diverse condizioni (diverso
operatore, diverse apparecchiature, lungo intervallo di tempo).
2.4 LINEARITÀ
La linearità di un metodo analitico è la capacità di produrre
risultati direttamente proporzionali alla concentrazione dellanalita nel campione.
Viene determinata effettuando prove ad un minimo di 5 (6 per alcuni autori) concentrazioni
nellintervallo di applicabilità del metodo con un minimo di 3 (4) repliche. I
risultati vengono riportati in grafico e valutati visivamente e con tecniche statistiche
quali il calcolo della retta di regressione, del coefficiente di regressione, del valore
dellintercetta y, di indici di bontà delladattamento. Il parametro più
frequentemente utilizzato è il coefficiente di correlazione per il quale è generalmente
richiesto un valore superiore a 0,99 perchè si possa assumere la linearità del metodo.
La condizione di linearità, anche se auspicabile, non è indispensabile; nel caso non la
si possa ottenere deve però essere identificata una funzione adeguata per il calcolo
delle concentrazioni.
2.5 RANGE
Il range o campo di applicazione è lintervallo di concentrazioni
dellanalita allinterno del quale il metodo è applicabile con un adeguato
livello di accuratezza e precisione.
Viene normalmente dedotto dai dati delle prove di accuratezza, linearità, e precisione.
2.6 LIMITE DI RIVELABILITÀ
Il limite di rivelabilità di una procedura analitica è la più
piccola quantità di analita contenuta nel campione che può essere individuata in modo
statisticamente significativo.
Può essere determinato in uno dei seguenti modi:
Quando si facciano stime o estrapolazioni di valori è poi bene verificare il limite di rivelabilità analizzando un adeguato numero di campioni con concentrazioni di analita vicine al limite stesso.
2.7 LIMITE DI DETERMINAZIONE
Il limite di determinazione di una procedura analitica è la quantità
minima di analita contenuta nel campione che può essere determinato con un livello
accettabile di accuratezza e precisione.
Può essere ricavato analogamente al limite di rivelabilità basndosi sui rapporti
segnale/rumore o deviazione standard della risposta/pendenza della curva di calibrazione;
il valore considerato accettabile per tali rapporti è in questo caso 10.
Valgono le stesse considerazioni svolte per il limite di rivelabilità.
2.8 ROBUSTEZZA
La robustezza di una procedura analitica è una misura della sua
capacità di restare insensibile a piccole, ma deliberate, variazioni dei parametri
strumentali o analitici del metodo stesso.
Anche se viene solitamente indicata come parametro per la validazione, la robustezza può
essere più convenientemente valutata, tramite la realizzazione di un disegno
sperimentale, in fase di messa a punto del metodo.