Non e' reato duplicare il software
Torino
Duplicare software si può.
Lo stabilisce una sentenza del tribunale
di Torino: è reato solo se l'obiettivo è
mettere in commercio la copia del programma.
E' questo il senso della sentenza con cui
un giudice torinese, Giorgio Gianetti, ha
assolto oggi un imprenditore che era stato
rinviato a giudizio perchè nella sua azienda,
a San Mauro Torinese, erano state trovate
numerose copie pirata di programmi di scrittura,
di contabilità, di disegno industriale.
La decisione del giudice è importante per
la regolamentazione della materia (non ha
precedenti specifici, se si esclude una sentenza
della pretura di Cagliari su una vicenda
analoga) ed era molto attesa dalla Procura
di Torino, dove da qualche tempo è attivo
un mini-pool che si occupa di reati informatici.
All'imprenditore, difeso dagli avvocati Claudio
Morra e Roberto Calleri, era stata contestata
una violazione della legge sul diritto d'
autore del 1941 per avere duplicato i programmi
"a fini di lucro". "Ma in
questo caso - sottolinea Morra - si puo'
parlare di profitto ingiusto solo se il sotfware
riprodotto abusivamente viene immesso nel
mercato". La sentenza, insomma, stabilisce
che non ci sono conseguenze penali per chi
duplica un programma per utilizzarlo privatamente:
al massimo la casa produttrice può avviare
una causa civile.