INDUSTRIE LITICHE DELLA VALLE DEL NILO
INTRODUZIONE
Lo scopo di questa ricerca è di analizzare le varie culture litiche della valle del Nilo nel periodo dell'Epipaleolitico per determinare l’esistenza di collegamenti tra di loro e di distinguere le influenze culturali su queste industrie. Un secondo scopo era di esaminare l’esistenza di una contiguità dall'Epipaleolitico al Neolitico.
Le varie culture litiche saranno esaminate in successione cronologica per evidenziare la loro possibile evoluzione. Questa tesina rappresenta un resoconto della nostra ricerca che per motivi di tempo ed il grande volume dei dati è stato impossibile approfondire a questo punto. Ci rendiamo conto che una ricerca più dettagliata potrebbe dare conclusioni più concrete, e nell’eventualità di un successivo approfondimento.
Incluso nella tesina è uno schema di analisi litica utilizzato dalla Close basata sulla tipologia di Tixier (1963).
Débitage:
Include tutte le schegge non ritoccate, lame, frammenti e stacchi di bulini.
Tutto il débitage è stato classificato nei seguenti tipi:
1. Schegge primarie: Schegge che presentano il cortice su un minimo del 50% della superficie dorsale.
2. Lame primarie: Come le schegge
3. Schegge da nuclei con piattaforma singola: una scheggia che ha meno di 50% della superficie dorsale coperta di cortice su cui "flake-scars" sono stati colpiti dalla stessa direzione da cui la scheggia e stata colpita.
4. Schegge da nuclei a piattaforma opposta: una scheggia che ha meno di 50% della superficie dorsale coperta di cortice su cui i "flake-scars" sono stati colpiti a 180° dalla direzione in cui e stata colpita la scheggia. (Con o senza "flake-scars" colpiti nella stessa direzione della scheggia stessa)
5. Scheggia da nuclei a piatteforme a 90° : una scheggia che ha meno di 50% della superfice dorsale coperta di cortice su cui i "flake-scars" dorsali sono state colpite perpendicolarmente alla scheggia stessa (Con o senza "flake-scars" colpiti dalla stessa direzione della scheggia stessa).
6. Schegge da nuclei a piatteforme multiple: una scheggia che ha meno di 50% della superficie dorsale coperta di cortice su cui i "flake-scars" sono state colpite da un minimo di due diverse direzioni differenti da quella della scheggia stessa.
7. Schegge non identificabili: una scheggia che ha meno di 50% della superficie dorsale coperta di cortice e su cui era impossibile identificare la direzione (le direzioni) dalla quale le "flake-scars" dorsale erano stati colpiti.
8. Lame da nuclei con piattaforma singola: come per le schegge.
9. Lame da nuclei a piattaforma opposta: come per le schegge.
10. Lame da nuclei a piatteforme a 90°: come per le schegge.
11. Lame da nuclei a multipli piatteforme: come per le schegge.
12. Lame non identificabili: come per le schegge.
13. Scheggia Levallois (Bordes 1961:13-17).
14. Lama Levallois (Bordes 1961:18).
15. Punta Levallois (ibid.).
16. Scheggia Halfana (Marks 1968 : 394-395).
17. Lama Halfana (ibid.).
18. Scheggia con preparazione del nucleo Levallois (Wendorf e Schield, 1974: capitolo 4)..
19. Scheggia o lama di ritocco del nucleo (core trimming flake or blade).
20. Core-tablet .
21. Lame a crete.
22. Stacco di bulino.
23. Scheggia o lame derivata da scalariforme.
24. Frammenti: inclusi piccolissimi frammenti di scheggia e lama, e include tutte le schegge o lame con una massima dimensione di meno di 15 mm.
La materia prima è stata descritta per ogni pezzo. I pezzi completi sono stati misurati per lunghezza, larghezza, grossezza tipo di piattaforma e percentuale di cortice. La grossezza e stata misurata al centro della scheggia per evitare distorsione delle misure dal bulbo di percussione.
I tipi di piattaforma identificati sono: cortice, liscia, diedra (dihedral), faccettata (facetted) a punta e non identificabile. I tipi 3-6, 8-11 e 13-17 sono stati caratterizzate come schegge secondarie: con 25-50% di cortice sulla faccia dorsale. Schegge terziarie : schegge con meno di 25% di cortice.
Stacchi di bulino sono stati divisi in due categorie: Stacco iniziale, e stacco di ravvivamento (re-sharpening).
Nuclei:
I nuclei sono stati classificati nei tipi seguenti:
1. Nucleo a piattaforma singola (Lubell, 1974:8-9).
2. Nucleo a piattaforma opposta (ibid.).
3. Nuclei a piattaforma a 90° (ibid.).
4. Nuclei a piatteforme multiple (ibid.).
5. Nuclei Levallois (Bordes, 1961: 13-16).
6. Nucleo Halfano (Marks, 1968 : 394-395).
7. Nuclei discoidi (Marks, 1968 : 397).
8. Nuclei frammentari e non identificabili.
Materia prima descritta per tutti i nuclei. Lunghezza, larghezza, grossezza e l'angolo delle piatteforme sono state misurate (nell'angolo più vicino) e tipo di piattaforma. I tipi di piattaforma notate sono: con cortice, liscia, diedra (dihedral), faccettata (facetted) a punta e non identificabile..
Manufatti ritoccati
Classificati con il metodo di Tixier (1963) modificato. Per tutti i manufatti ritoccati e stata descritta la materia prima, e il tipo di "blank" su cui l’attrezzo fu eseguito (se era primaria, secondaria, o terziaria scheggia/lama, nucleo, scheggia di ritocco nucleo frammento ecc.).
Grattatoi:
La posizione della parte utilizzata è stata descritta . (Distale, prossimale, doppia o non identificabile) La massima profondità del ritocco è stata misurata in millimetri. Su grattatoi con altro tipo di ritocco o incavature sono state notate le posizioni e i tipi di ritocco (Tipi 2-7-9 e 10).
Bulini:
Piccoli modificazioni sulla tipologia di Tixier sono state fatte al fine di includere i Bulini eseguiti su superfici pre esistenti (Pradel 1963:432; Brezillon, 1971:189) questi ultimi sono classificati con bulini su frattura (Tixier tipo 19). Per ogni bulini la posizione dell'utilizzo è stata descritta (distale o prossimale, sinistro o destro per bulini su troncature e dejété, bulini diedri) e il numero di stacchi di bulini su ogni faccia.
Pezzi a dorso:
Le distinzioni fatte da Tixier tra schegge a dorso (tipo 34), lame (tipi 35-42) e lamelle (tipi 45-68) non sembrano essere valide per la collezione di Wadi Kubbanya, dove in termini di grandezza e forma, i pezzi a dorso costituiscono un singolo continuo (non facilmente divisibile nelle varie categorie dimensionali) ad ogni sito; quindi sono tutti stati classificati come morfologia di tipi di lamelle a dorso. Inoltre, alcuni dei siti di Wadi Kubbanya sono molto ricchi in lamelle con ritocco Ouchtata, alla quale Tixier assegna solamente quattro distinti tipi (69-72). I pezzi a ritocco Ouchtata, dimostrano lo stesso assortimento della variazione morfologica come dimostrano veri pezzi a dorso La definizione di Tixier di lamella scalena(tipo 68) è stata modificata per includere lamelle a dorso con troncature prossimale o smussature (blunt) distali, lamelle a dorso con una troncature o prossimale o distale e modificazioni (arrotondate o con un altro ritocco) alla parte opposta, e frammenti di lamelle a dorso con una troncatura sulla parte finale. Dato che questi pezzi non corrispondono alla definizione di lamella scalena, di Tixier, saranno qui chiamati "lamelle a dorso e troncatura" (Backed and troncated bladelets).
Il tipo di ritocco è stato descritto per ogni pezzo (diretto, inverso, alternato o dorso sur énclume o Ouchtata) e sui lati (sinistra, destra o bilaterale) e la sua posizione lungo il bordo (distale, prossimale o centrale, o combinazione di questi tre). La posizione della punte (se c’era) e la posizione di identificabili stacchi di microbulino, e la posizione di altro ritocco sono stati pure osservati.
GEMAIANO
In una prima fase il Gemaiano, datato tra 25.000 e 20.000 B.P., si basa sulla produzione di lame che successivamente vengono rimpiazzate da lamelle, alcune microlitiche (<30 mm).Questo cambiamento ci può indicare un'economia che si muove verso un più ampio sfruttamento di risorse alimentari (cambiamento che coincide con la fase alluvionale).Il Gemaiano rappresenta un periodo con prevalenza di molti ricchi siti, ed infatti nella valle del Nilo ci sono molte variazioni regionali con conseguenti cambiamenti culturali. Non erano solo cambiamenti tecnologici perché l'analisi stilistica suggerisce alcune discontinuità con le industrie seguenti della stessa zona.
Le situazioni di regionalismi sono basate su popoli esistenti e non emigranti.
Il GEMAIANO é il primo ad esprimere la tecnologia laminare. Il Gemaiano è rappresentato da 5 siti vicino alla seconda cataratta in Nubia (Schinière 1968 a pgg. 540-564), 3 sono i siti disturbati, 2 sono in "situ" in sabbie fluviali ad un livello di 134 e 137 metri s.l.m.
Presente la tecnologia Levallois, con punte ritoccate, battute da piccoli nuclei di ciottoli Nilotici, alti sono i numeri dei grattatoi e dei denticolati, pochi invece sono i bulini, le troncature, le lamelle a dorso e rarissime le lamelle OUCHTATA. La fauna associata è scarsa; include Asino selvatico, Hartebeest, e qualche Pesce non identificato.
FAKHURIANO
Il Fakhuriano si trova in alto Egitto ed è contemporaneo col GEMAIANO della Nubia. Possiamo trovare il Fakhuriano in 8 siti. Si distingue per la presenza di 4 classi di manufatti: lamelle a dorso incluse le Ouchtata, pezzi ritoccati, perforatori (a doppio dorso e alcune volte a doppie punte), incavature e denticolati. I grattatoi, sono presenti in basse percentuali. Le troncature e i bulini sono scadenti. Alto e’ il numero di lamelle microlitiche e schegge estratte da nuclei a singola ed opposta piattaforma a 90°, ed anche di nuclei bipolari. La materia prima utilizzata è selce Egiziana, selce nilotica e selce calcarea. Le datazioni effettuate su conchiglie hanno prodotto date di 18000 ± 330 B.P., 17590 ± 300 B.P., e per finire 19670 ± 180 B.P. Quest’ultima è compatibile con la stratigrafia e le serie di date dei siti Fakhuriani di Wadi Kubbania. La fauna, derivata da 4 siti, include Hartebeest e Wild Cattle, Gazzelle e Ippopotami (Gautier, 1976 a). Il Pesce era comune nei due siti sul bordo delle dune, su uno di questi sono tanto numerosi da formare uno strato (Catfish, di grandi dimensioni). La raccolta avveniva durante la deposizione delle uova all` inizio della stagione alluvionale. L'assenza di Grinding Stones, indica la mancanza di sfruttamento dei tuberi maturi.
Sia nel Gemaiano che nel Fakhuriano si rilevano differenze ed analogie nella tecnologia litica. Tutte le due presentano il ritocco Ouchtata su lamella, però le strutture dell'assemblaggio sono diverse con più grattatoi e denticolati nel Gemaiano. La più grande differenza è la mancanza di Levallois nel Fakhuriano, molto comune nel Gemaiano.
Si trovano nuclei di tipo bipolari sia per lame che per schegge. I tipi di nuclei più frequenti sono quelli ad un piano di percussione. Quasi del tutto assente è la tecnica del microbulino. Presenti strumenti microlitici, con ritocchi irregolari ed inversi. Notevole invece è la presenza di ritocchi erti ed anche dei perforatori che hanno un’alta percentuale. Le Scies (denticolati uniformi) si presentano in maniera sommaria con intaccature molto differenti tra di loro, e con lamelle di qualità e fattura scadente. Moltissimi grattatoi frontali lunghi microlitici, ed anche quelli carenati. Comuni sono le lame e le schegge parzialmente ritoccate, che denotano una sommarietà nella tecnica. Presenti anche punte di Chacal: qui la troviamo con ritocchi poco decisi, e presenta ravvivamenti sulla totalità del bordo.
Il Fakhuriano dimostra somiglianze con l'Halfano (Complessi D ed E), sia nei nuclei per scheggia e per lama che sono separati in tipi a piattaforma opposta. Le due culture sono simili nei confronti dei suoi aspetti caratteristici come per lo strumentario microlitico. Il Complesso D ha percentuali più alte laminarità. Nella categoria dei nuclei, quelli a piattaforma opposta sono molto simile al FAKHURIANO. E' presente la stessa situazione per le lame a dorso e i denticolati ed incavi. Nello strumentario rimanente tutti gli altri indici dei manufatti sono meno dei Fakhuriani.
E` possibile che le differenze siano in attività e non nella cultura.
Il Complesso E si distingue per il maggior numero di strumenti su lama. Interessante è l'lto numero di nuclei a piattaforma opposta. Questo complesso è completamente dominato da lamelle a dorso la maggior parte delle quali sono di tipo 69 a 72 cioè OUCHTATA (Tixier 1963).
ALFANO
Segue il Gemaiano nella bassa Nubia , conosciuto da dieci siti che si trovano tra la seconda cataratta e Ballana vicino al Sudan Egiziano (Irwin et al 1968, Marks 1968 c, Wendorf 1968 b).
L` Alfano è l'equivalente ai contemporanei siti Kubbaniani a Wadi Kubbanya, E` un'industria microlitica eseguita su ciottoli nilotici, con presenza di schegge a punta a scalpello di distacco Levallois. Quest’ultimo è eseguito con il distacco di microlamelle all'estremità distale (Scheggia Alfana). Queste venivano lavorate lateralmente sulla parte prossimale per l'immanicatura. C'è anche la presenza di lamelle Ouchtata caratteristiche e predominanti in alcuni "assemblages", simili al Kubbanyano. La fauna nei siti a Khor Musa è dominata da Wild Cattle, Hartebeest, Gazzelle ed Ippopotami, rari sono i pesci. Al contrario i siti a sud dell'Egitto sono ricchi di pesce Gatto, e al contrario i grandi mammiferi risultano essere rari. Questo può riflettere differenze economiche stagionali anziché un cambiamento di strategia economica a lungo tempo. Due "assemblages" Halfani sono stati rivisti e classificati in un sistema simile a quello usato a Kubbanya (Close 1977 p. 124 ,132). Tutti e due gli "assemblages" sono dominati con più dell' 85% di lamelle a dorso, molte delle quali sono smussate ed hanno ritocco Ouchtata. L'altro 15% include grattatoi, bulini, incavature e denticolati, troncature, pezzi scagliati, pezzi ritoccati e rari atipici perforatori.
Halfano e Kubbanyano possono essere considerati come variazioni regionali dello stesso complesso. Le datazioni di questa cultura sono 19.150 ± 375 e 18.600 ± 550 B.P.
I siti Alfani dove troviamo molte schegge Levallois sono contemporanei a quelli dominati da lamelle a dorso. Le variazioni sono dovute ad attività ed alla funzione, però tutti e due i siti si trovano sullo stesso affluente del Khor-Musa con simili posizioni stratigrafiche e micro ambientali. Non c'è una correlazione tra una variazione di fauna e una variazione tipologica.
IDFUANO
E' conosciuto da due gruppi di siti vicino a Idfu e Isna, datati tra 18.000 e 17.000 B.P. (circa la stessa età del tardo Kubbanyano). L'equivalente cronologico della Nubia è l'Alfano.
I manufatti si trovano in fanghi sedimentati con residui salini nilotici ai piedi della collina di occupazione. L’occupazione è stata divisa in 4 aree, 2 hanno restituito "assemblages" che rimandano al Kubbanyano, gli altri 2 risultano essere simili al Kubbanyano. Lo strumentario di questi ultimi è composto di schegge e lame derivate da nuclei a piattaforma singole e piatteforme opposte. C'è la presenza della tecnica Levallois e di tracce Halfane. E' un'industria su lame e non su lamelle, ci sono pochi attrezzi primari e molti di questi sono pezzi ritoccati o denticolati e alcuni sono grossi e con ritocchi grezzi. Ci sono occasionalmente lame allungate con base smussata con quasi nessuna lamella Ouchtata, pezzi scagliati e bulini. Paulissen e Vermeersch (1987) hanno suggerito che questa concentrazione può essere molto antica e di transizione di un Paleolitico medio.
La fauna di queste aree è caratterizzata dall'abbondanza di pesce (Catfish piccoli e grandi), Hartebeest, Wild Cattle e alcune Gazzelle ed Ippopotamo. Ci sono zone di chiocciolai che con la loro analisi possono indicarci i periodi di acqua bassa.
La densità di manufatti delle prime due aree considerate ci indica occupazioni multiple alcune, che potrebbero essere avvenute in altre stagioni. Il "débitage" di questo sito è basato su tecnologia laminare. Non è presente nessuna tecnologia Levallois e Halfana, ci sono molte lame allungate a punta con la base smussata, alcune di loro fatte su lame a crête. I bulini, in numeri varianti, sono di buona fattura, sono presenti alcuni grattatoi, molti pezzi ritoccati e alcuni grossi denticolati con ritocco grezzo bassi i valori del ritocco Ouchtata.
La fauna di queste areeè dominata da Wild Cattle e Hartebeest, con solo un esempio di Gazzella La fauna ittica è rara. Questo indica che l'occupazione è avvenuta in una stagione differente.
BALLANANO E SILSILLIANO
I siti che si trovano vicino a Wadi Kubbanya sono stati assegnati a questi gruppi. Tutti e due si trovano vicino alla bocca del Wadi e sono stratificati con grandi accumuli di sabbia e limo, che hanno bloccato la bocca stessa del Wadi intorno i 13.000 B.P. Il luogo, dove si trovano, può indicare il periodo di occupazione all'inizio dell'allagamento stagionale. I ritrovamenti faunistici ci possono confermare queste situazioni. Da altre analisi stratigrafiche è stata dedotta una data di 15.800 B.P..
La tipologia litica del Ballanano in questi siti ha presentato lamelle a dorso, che in alcuni casi hanno la parte finale arcuata e lamelle con troncatura distale. E' frequente l'utilizzo della tecnica del microbulino. Sono invece rari gli strumenti con ritocco Ouchtata, geometrici e grattatoi. Molto comuni e ben fatti sono i bulini e, per finire, i nuclei si presentano a piattaforma singola o a piattaforma opposta con conseguente tecnica bipolare.
La posizione stratigrafica del Ballanano risulterebbe essere molto più tarda della vicina occupazione Alfana, però prima del Sebiliano e del Qadano. Il Silsilliano è sotto la stratificazione dell'occupazione Afiana con data di 13.600 B.P. Le possibili date per il Ballanano ed il Silsilliano sono 16.000 e 15.000 B.P.
Nessuna Grinding Stones in questi siti.
AFIANO
Una piccola concentrazione di strumenti erosi dal vento sono stati studiati a Wadi Kubbanya, un'altra concentrazione è stata trovata durante un "survey" nella zona delle dune; la posizione stratigrafica non si può determinare ne per l'uno ne per l'altra, però dato che sono stati depositati sopra un livello Kubbanyano indica che sono successivi al Kubbanyano. Le datazioni approssimative sono precedenti a 12.690 ± 240 B.P. A Kom-Ombo, ci sono tre datazioni con il radio carbonio: 13.560 ± 120, 13.070 ± 160, 13.240 ± 130 B.P., queste date coincidono con la stratigrafia di Wadi Kubbanya ed Isna. L'Afiano è caratterizzato da numerosi ed atipici geometrici microlitici, troncature su lamelle, lamelle a dorso, lamelle a dorso troncate e microbulini. Rari sono i perforatori, bulini e gli attrezzi compositi. Il numero di grattatoi e raschiatoi sono variabili però possono essere alti (Close 1979 p.82).
Una speciale tecnica Levallois è usata per produrre schegge non assiali, spesso ritoccate per ottenere pezzi a dorso e troncati o pezzi a dorso ricurvo. Esistono somiglianze con il Ballanano e il Silsilliano il che suggerisce una contiguità tra esse. I siti di Kom Ombo evidenziano la presenza di alcune centinaia di Grinding Stones, abbondanti resti di pesce e di mammiferi e grandi quantità di conchiglie. La fauna non è stata descritta, però la presenza di Grinding Stones e di conchiglie suggerisce un uso del sito durante la primavera e la prima parte dell'estate. Ad Isna non è stata rilevata la presenza di Grinding Stones, mentre la fauna è costituita da grandi mammiferi: Wild Cattle, Hartebeest e Gazzelle, con Cattle più comune in alcune concentrazioni ed Hartebeest in altre. Si trovano anche numerosi Catfish, e alcuni uccelli d'acqua, inclusi visitatori invernali. La fauna e la posizione geomorfologica indica una occupazione in autunno dopo l'alluvione stagionale quando gli uccelli invernali erano arrivati e prima che le pozze si asciugassero. Una simile stagione può essere indicata per i siti a Wadi Kubbanya .
Makhadma 4 produce informazioni più` complesse. Sia il grande numero di pesci che la fauna sono simili a quelle dei siti Fakhuriani a Kubbanya. Questa presenza è stata interpretata come pesca in pozzi formati dal ritiro dell'alluvione. Rari sono i ritrovamenti di ossa di Hartebeest, Wild Cattle ed Ippopotamo. Sono stati pure trovati le ossa di alcuni piccoli carnivori e roditori ed una lepre e rari uccelli non identificati. In questi siti sono stati trovate grandi buche del diametro di 5 metri e profondità di 1,5 che contenevano quantità di scarti culturali, cenere e carbone e alcuni buchi di palo questo suggerisce che quelle buche erano utilizzate per asciugare ed affumicare il pesce. L'industria di Makhadma comprende numerosi bulini, seguiti da pezzi a dorso ricurvo, troncature, lamelle a dorso, grattatoi, trapezi e triangoli. Mancano i microbulini, però alcuni dei pezzi illustrati dimostrano tracce di microbulino. Apparentemente questi pezzi sono stati fabbricati altrove. Nel sito di Makhadma manca la tecnica Levallois.
QADANO
Una delle più comune culture del tardi Paleolitico tra la seconda cataratta e Tushka nell'Egitto meridionale . Il sito più a Nord si trova a Wadi Kubbanya, almeno che non si consideri Kom-Ombo (Sebiliano 3). Il Qadano si trova nei limi più alti della fase finale dell'alluvione Paleolitica e quindi è una delle culture della fase finale del Pleistocene. La relazione cronologica tra Qadano e Sebiliano non è chiara, possono essere contemporanei, oppure il Sebiliano può essere più vecchio. Però se è più vecchio la separazione nel tempo è più piccola.
Occasionalmente i pezzi Sebiliani si trovano in siti Qadani, però pezzi Qadani non sono mai stati trovati in siti Sebiliani. Il Qadano non è ben datato a causa dello sgonfiamento delle dune su cui si trovavano i siti. Una datazione proviene dal cimitero di Jebel Sahaba con una data di 13.740 ± 600 B.P. Il sito Qadano a Wadi Kubbania è datato tra 13000 e 12000 B.P. con dati geomorfologici. Ci sono tre cimiteri associati con il Qadano, Jebel Sahaba , Tushka, e il sito 6-B-36; tutti gli scheletri sono di Sapiens sapiens molto robusti con visi corti e prognatismo alveolare, sono paragonati con il tipo Mechtoide gia presente nella valle del Nilo (Nazlet Khater , Kubbanya, Deil el Fakhuri). Molte schegge di pietra incastrate nelle ossa ed altri segni di trauma negli scheletri di Sahaba indica competizione tra i gruppi. Più del 40% delle donne e dei bambini hanno avuto una morte violenta.
Il Qadano è un industria microlitica caratterizzata da lamelle a dorso ricurvo, semilune, bulini e grattatoi (spesso su schegge primarie ), raschiataoi, troncature e punte a base arrotondata, e pezzi scagliati. La frequenza di queste classi di manufatti è molto variabile, forse riflette una specializzazione funzionale, però la variabilità non e` stata mai valutata in termini ambientali o associata con fauna. Le tecnologie su scheggia e su lamelle a piattaforma singola e opposta sono le più comuni, però la tecnica bipolare è allo stesso modo utilizzata. La tecnica Levallois si trova in minoranza, però ancora esiste ed è quasi esclusivamente usata per la produzione di punte. La selce nilotica locale era la più comune materia prima. La maggior parte di siti Qadani hanno qualche grinding stones, in alcuni siti sono numerosi e ben fatti. Alcuni siti Qadani hanno restituito una grande produzione di fauna come Cattle, Hartebeest e Gazzelle, qualche Asino ed Ippopotami. C'è la possibilità che esista una importanza per i bovini perché i loro crani sono stati usati come lapidi per alcune tombe a Tushka. Catfish sono stati trovati in 4 siti ed erano molto numerosi a Tushka. Molti siti Qadani sono di grande dimensione e ricchi. Tutto ciò indica una occupazione ripetuta oppure semi stanziale. Il sistema di vita è simile a quello di Kubbanya, dove c'erano molti Catfish, e grinding stones ed uccelli invernali. Nessun resto organico di piante è stato recuperato, però è probabile che la zona stata occupata in un minimo di due stagioni, all'inizio e durante l'alluvione stagionale e l’inverno .
ISNANO
Il nome è stato dato a dei gruppi di siti trovati in alto Egitto, da Kubbanya a Dishna. Quando ancora in situ, l'Isnano e associato con gli ultimi depositi della fase locale dell'alluvione del tardo paleolitico. Cronologicamente l'Isnano dell'Egitto Superiore e` probabilmente l'equivalente al Qadano della bassa Nubia. In Wadi Kubbanya l'Isnano ha una data di 12.430 ± 100 B.P., la stratigrafia indica una corta vita per l'Isnano, associato ai laghi di infiltrazione. Altri siti sono ritrovati in limi Nilotici sovrapposti ad un livello bruciato che può indicare un incendio naturale. Il carbone di questo livello e` datato a 12.500 ± 230 B.P. Un altro livello di sabbia carbonosa è stato datato 12.690 ± 240 B.P. Queste due date probabilmente definiscono la durata dell’Isnano locale.
I siti Isnani a Dishna sono officine litiche, quasi tutte superficiali. Altri gruppi di manufatti sono sepolti nel limo Nilotico. Una possibile collezione Isnana e` stata trovata ad Makhadma 2, 2 km a nord di Dishna. Quest’ultima e’ stata chiamata Silsilliano, pero` il sito presenta molti elementi comuni con l` Isnano. Le date al c14 estratte da un focolare sono 12270+100 B.P., altre date estratte da fuori del focolare sono 12060+280 B.P.
L'ultimo scavo del sito Isnano è a Kilh che si trova sepolto in sabbia situata in mezzo al fiume con data 11560 ± 80 B.P. In tanti aspetti i manufatti sono tipici di quelli Isnani però ci sono alcune lame con ritocco piatto invadente bifacciali, precursori della scheggiatura bifacciale che si ritrova nel neolitico. La materia prima è costituita da noduli di selce tabulare. I nuclei più numerosi sono grandi ed utilizzati con la tecnica del percussore duro, tutti poco preparati e di forma globulare, seguiti in numero da tipi ad una piattaforma singola e opposta. Lame e lamelle ci sono ma sono poco frequenti. La maggior parte dei manufatti sono su scheggia. I manufatti sono dominati dai grattatoi, che arrivano a livelli fino al 65%, questi sono seguiti da incavature, denticolati, bulini, elementi a dorso incluse lamelle a dorso ricurvo, lamelle a dorso con due troncature e alcuni trapezi si trovano pero` sono sempre rari. Molti dei pezzi in situ hanno il margine lucente che indica il taglio dell'erba e canna. Presenti anche grinding stones nella maggior parte dei siti Isnani, pero` mancavano dai siti ad Dishna e Makhadma 2 .
L'analisi pollinica, recuperata da un pozzo ad Isna, identifica un tipo di polline del cereale che diventano più numerosi nei livelli più alti della sequenza. Uno dei siti ad Isna ha prodotto un grande "assemblage" di fauna, come Cattle e pochi Hartebeest e Gazzelle e nessun tipo di pesce.
Makhadma 2 ha grande quantità di pesci e di animali, la presenza dei pesci ci indica che è stato preso quando deponeva le uova all'inizio dell'allagamento. A Makhadma 2, sono stati individuati 2 focolari, 2 buche di palo, usate forse per asciugare i pesci.
SEBILLIANO
Il Sebilliano e diviso in tre diverse fasi :
1) Presenza di un alto livello di limo nilotico che è stato interpretato come l'accumulo di un rimanente terrazzo del fiume. L'industria era costituita principalmente da produzioni su scheggia con un'alta frequenza della tecnica Levallois e una serie di ritocchi semi erti sui dorsi e sulle troncature. La materia prima utilizzata è diorite ed arenaria quarzitica.
2) Occupava il limo più alto ed anche i limi più bassi, caratterizzato da schegge di dimensioni più piccole. Si evidenzia una minore frequenza della tecnica Levallois. Esibisce l'introduzione di lame e nuclei a piattaforma opposta, l'uso di selce e la comparsa di nuovi tipi di attrezzi come le semilune.
3) Appare nei limi più bassi ed è una vera industria microlitica su selce, che includeva troncature e geometrici evoluti eseguiti su schegge e lame. Rare sono le schegge Levallois. Nelle ricerche Nubiane fu scoperto che siti con tecniche somiglianti al Sebilliano 1, si trovavano in posizioni geomorfologiche che suggerivano essere uno dei più tardi complessi del tardo Paleolitico della zona. "Assemblages" che assomigliano al Sebiliano 2 e al Sebiliano 3 (come il Gemaiano, l'Alfano e il Qadano ), erano molto più vecchi dell'industria del Sebilliano 1, e alcune volte anche dello stesso periodo, si trovavano però recenti. Non esiste una contiguità tecnologica tra le più vecchie industrie microlitiche a lamelle, e il Sebiliano 1 caratterizzato da schegge grandi. Quest'ultimo sembra rappresentare un'industria associata con i sedimenti più recenti del tardi Pleistocene.
Il termine "Sebilliano" è solo utilizzato per indicare l'industria del Sebiliano 1.
Secondo le datazioni il Sebilliano è collocabile dopo l'Alfano e prima del Qadano. Solo due siti hanno prodotto fauna; uno dominato da Cattle, e occasionalmente da Gazzella e da Hartebeest. L'altro consiste in Asino Selvatico e di Hartebeest, nessun osso di pesce invece o grinding stones sono stati reperiti.
La datazione risulta essere più antica di 11.600 B.P., e per questo risulta essere più giovane stratigraficamente del Kubbanyano (18.000 B.P.) e dell'Idfuano (17.300). La tecnica Sebiliana è caratterizzata da schegge di taglio medio e grande, prodotti di tipo Levallois o da nuclei piatti discoidi.
ELKABIANO
L’Elkabiano è un'industria Epipaleolitica i cui strumenti sono stati realizzati con selce Nubiana.
La produzione di lame e di lamelle e schegge avveniva con l'utilizzo di nuclei di 5 cm. Gli stacchi potevano avvenire in vari modi, ad un piano di frattura, a due piani opposti, a due piani opposti incrociati, a stacchi multipli. Nel primo esempio la tecnica più comune è quella a "débitage" continuo per le lamelle, e per il terzo incrociati a facce opposte. Elkab è rappresentato da Elkab 2 (rappresentato dai tagli sup., med., inf.), Elkab 3, Elkab 4, Elkab 1 (rappresentato da tagli sup., inf.). La percentuale degli strumenti risulta maggiore a Sud (Elkab 1),con un aumento progressivo. Le lame e le lamelle intere sono presenti anche a Elkab 1, mentre le lame e lamelle prossimali e distali ad Elkab 2 inf. In totale Elkab 2 inf. risulta essere la più ricca di materiale archeologico. Per quanto riguarda Elkab 2, sono presenti moltissime lamelle a bordo abbattuto, particolari, in quanto se paragonate alle industrie maghrebine che hanno i ritocchi col bordo a sinistra ed il tranciante opposto ritoccato per appuntirle, in Elkab 2 presentano invece il bordo abbattuto sempre a destra. Le lamelle Ouchtata di Elkab 2, in cui il ritocco è limitato soltanto alla parte centrale del bordo sinistro, ed è quasi mai alterno e bilaterale, nelle industrie maghrebine invece, il bordo risulta arcuato, e solitamente a destra e ritoccato su tutta la parte. In Elkab 2 ci sono punte dette de "la Mouillah" che si ottengono con stacco di microbulino. Risulta interessante che nell'Elkabiano le Scies, (lame e lamelle con ritocchi denticolati, solitamente uniformi e paralleli ben eseguiti con la tecnica a pressione), non sono ne parallele ne uniformi. Questo può denotare un livello di scadimento tecnologico, oppure una minore importanza data alo strumento.
La tecnica del microbulino risulta essere frequente nell'Elkabiano. È prevalente quello con lo stacco a sinistra su quello a destra. In contrasto, nel Capsiano troviamo unicamente microbulini con stacco a sinistra. Anche presente nell'Elkabiano il Microbulino di "Krukowsky". L'Ekabiano include perforatori formati su lamelle molto slanciate con due bordi abbattuti che risultano essere presenti anche ad Elkab 2 ed a Elkab 1. Queste lamelle possono presentare sullo stesso bordo ritocchi diversi (parziali o totali). Mancano i ritocchi sulle basi troncate che sono presenti invece nelle industrie del Maghreb. I geometrici, sono rappresentati da molti triangoli scaleni allungati derivati da lame o lamelle a cran distale spezzate con la tecnica del microbulino. Poco frequenti invece sono i grattatoi, talvolta denticolati, caratteristici invece del Capsiano. Punte e lame a cran e triangoli scaleni allungati molto scadenti contrastano con le industrie maghrebine ricche di pezzi particolarmente rifiniti. Sono presenti anche nell'Elkabiano punte di "Ounan" con ritocco erto ma non invadente, qui risulta essere molto sommario, nel Nord Africa invece c'è la presenza di un peduncolino a foglia, anche con ritocchi molto curati che qui è assente. Si pensa che questi peduncoli siano stati utilizzati anche come perforatori. (?)
In Elkab 3 manca del tutto il ritocco Ouchtata. L'Elkab 3 evidenzia un impoverimento tecnologico, gli stacchi sono molto più grossolani, maggiore presenza di lame, le lamelle hanno ritocchi meno particolareggiati di quelli di Elkab 2. Sono presenti invece schegge denticolate che confrontate con quelle del Maghrebine. Notiamo differenze: le Noches sono più controllate e talvolta ritoccate marginalmente in queste ultime industrie. C'è anche la presenza di trapezi e segmenti di fattura scadente. Vari strumenti a bordo abbattuto, e la presenza del microbulino "Krukowsky".
In Elkab 2 c'è di nuovo la presenza del ritocco Ouchtata. Questi ritocchi si fanno più ampi e più paralleli, le lamelle a bordo abbattuto sono sommarie a tal punto di apparire leggermente denticolate.
Elkab 1 al contrario ha tendenza ad una maggiore padronanza delle tecniche di ritocco presentandosi più determinate. C'è la punta d'Ain Ke'da con un piquant-tièdre sulla punta. Nel Capsiano manca questo tipo di punta. I ritocchi sono simili e la fattura segue la stessa scadenza tecnica. Infine in Elkab 1 sono presenti anche la punta de la Mouillah con ritocco marginale parziale e grattatoi con fattura simile a quelli Capsiani.
Conclusioni:
Dominano le lamelle a cran con bordo abbattuto sia prossimale che distale.
In generale si rileva una tecnologia ben articolata di produzione, essenzialmente per pratiche ittiche e raccolta di conchiglie. Lo stile non si presenta curato come quello Nord Africano, e risulta inferiore anche numericamente. A volte si notano ritocchi paralleli e poco grossolani, ma c'è sempre una discontinuità di lavorazione marginale. I ritocchi sono molto ampi ed effettuati sempre con angolazioni molto precise e calcolate, sia dirette che inverse. Le denticolazioni sono poco curate, anche come la lavorazione degli strumenti atti a produrre triangoli (geometrici) punte, ecc..., questi ultimi sono derivati dalla tecnica del microbulino che qui è frequente sulle lame a cran.
Ritroviamo gli stessi caratteri nello Shamarkiano, come la rarità dei grattatoi e dei bulini e qualche punta di "Ounan". Lo Shamarkiano (sito Diw 51) presenta nuclei ad un piano di percussione per lamelle con la percentuale del 25%, l'Elkabiano invece presenta gli stessi nuclei più lunghi con una percentuale del 65%; In oltre le lamelle di quest'ultimo sono di un altro stile, uno stile più uniforme..
Pure se considerando la grande differenza che c'è tra l'Elkabiano e il Qaruniano, tuttavia è concesso un paragone. I nuclei Qaruniani infatti sono più piccoli di quelli di Elkab. Le lamelle a bordo abbattuto convesse Qaruniane prevalgono numericamente nell'Elkabiano, al contrario quest'ultimo però presenta lamelle a cran maggiori nel Qaruniano. L'Elkabiano si può anche paragonare a siti Sahariani come E-72-5, che a sua volta presenta parallelismi con il Capsiano Superiore e L'IberoMaurusuano (che lo precede). E-72-5 presenta lamelle più larghe e più slanciate, inoltre ci sono i bulini che non sono presenti ad Elkab. Le lamelle appuntite a bordo abbattuto sono comparabili a quelle Elkabiane, ma si presentano meno slanciate ed hanno la punta sulla parte del bulbo, e il bordo abbattuto ha una leggera concavità. Per finire, trova similitudini anche con il sito di Nabta Playa.
ARKINIANO
Il sito preso in esame è Dibeira West 1.
Le percentuali si presentano con i nuclei fino 9%, pezzi scagliati fino 2,1%, schegge 79%, lamelle 13,8%, lame 0,03 %, lamelle fratturate 16%.
I nuclei posso non essere per lame e per schegge e sono divisi in 8 categorie: Un piano di frattura per lamelle e uno per schegge, due piani opposte per lamelle, e due piani opposti per schegge, nuclei con molti stacchi per schegge con vari tipi di orientazione. I pezzi scagliati sono 666. Possono essere nuclei bipolari o strumenti. Tutto questo indica che le lamelle e le lame erano fabbricate con la tecnica bipolare e che i pezzi scagliati molto probabilmente erano sfruttati inizialmente come nuclei per lamelle o per schegge. Successivamente, quando non erano più utilizzabili potevano essere usati come strumenti. I pezzi scagliati possono essere suddivisi con la stessa classificazione utilizzata per i nuclei. Il gruppo dei grattatoi è molto importante e arriva a coprire fino al 52,5% dello strumentario totale. I grattatoi sono ottenuti su schegge corte e ritoccate che molto spesso presentano il cortice sul dorso. I ritocchi sono semi erti ed anche scalariformi. I grattatoi sono di tipo frontale con ritocchi laterale. Quelli con il cortice, sempre sulla faccia dorsale, possono essere anche carenati. I perforatori non vanno oltre l'1,6% dello strumentario ed hanno ritocchi bilaterali eseguiti con tecniche poco raffinate. Si presentano anche con bordo abbattuto bilateralmente. C'è una buona presenza anche di lamelle a bordo abbattuto accompagnate anche da schegge dello stesso tipo che possono averlo sia destra che a sinistra. Il dorso può risultare ricurvo, rettilineo, ondulato, e semi ondulato. Per la loro tipologia si avvicinano a quelli IberoMaurusuani e Capsiani (chiocciolai). Presentano tutti il ritocco Ouchtata, completo e semi completo a destra e sinistra. Ci sono anche lamelle angolate ottuse ed acute con lo stesso ritocco Ouchtata che si presenta sia diretto che inverso ed anche alternato sullo stesso lato. Fatto importante è che il ritocco Ouchtata in questa industria lo troviamo soltanto con ritocchi semi erti. Sono presenti anche punte a dorso ricurvo, incavi e pezzi denticolati con stacchi Clactoniani (anche con presenza di cortice) e margini festonati. Si trovano denticolati semplici alternati con incavi. Questi denticolati sono molto erti e spessi. I segmenti si trovano con o senza Ouchtata, sono molto sottili ed alcuni microlitici (non oltre i 22 mm.) La tecnica del microbulino non è usata frequentemente e quelli ritrovati sono considerati accidentali. I raschiatoi non sono molti e ritoccati con stacchi sub paralleli, scagliosi e scalariformi (tutti di tipo laterale). I geometrici sono poco rappresentati. Ci sono choppers, chooping tools su grossi ciottoli, hammer stones, stone anvils, grinding stones, ed ossa.
SHAMARKIANO
Il sito considerato è Dibeira West 51.
Le percentuali si presentano con schegge 71,06%, lame 0,11%, lamelle 7%, nuclei 5,47% e strumenti 7,61%.
I Nuclei sono ad uno o due piani di percussione. I perforatori raggiungono il 2-3% degli strumenti. Solo due bulini (su lama) sono stati ritrovati. Le lamelle a dorso sono di tipo rettilineo con base arrotondata, a dorso ricurvo con base arrotondata e anche troncata, anche con base terminante a punta (Bulino "Krukowsky", da non confondersi con la punta della "Mouillah"). Le lamelle sono molto slanciate. Ci sono pochi esemplari di incavi e denticolati. Le troncature sono fatte su lamelle e piccole schegge con la maggior parte a troncature obliqua. I segmenti si presentano con la stessa tipologia dell'Arkiniano (grandezza massima 22 mm). I trapezi rappresentati sono pochi. Tra questi la maggior parte sono asimmetrici. Un tipo in particolare si presenta anche con una delle basi ritoccate. I triangoli sono pochi come i trapezi. I tipi rappresentati sono triangoli rettangoli con superfice concava. I Microbulini, con una percentuale del 12%, sono per la maggior parte di tipo "Krukowsky". Dei pezzi scagliati ci sono soltanto 4 esemplari (bipolari). I raschiatoi che sono molto rari, sono sia laterali che trasversali. Per l’alta percentuali delle lamelle (oltre il 60%) e per l’indice basso dei bulini, grattatoi e geometrici microlitici, questa industria può essere paragonata con l'IberoMaurisiano. Però la tipologia delle stesse lamelle a bordo abbattuto è diversa infatti qui troviamo le lamelle troncate, arrotondate e con differenti ritocchi alla base. Nell'IberoMaurusuano questi tipi non raggiungono il 20 %.
Sono presenti anche Hammer stones, grinding stones, e molte conchiglie.
IBEROMAURUSUANO, CAPSIANO TIPICO E CAPSIANO SUPERIORE
La data più antica per IberoMaurusuano è 27.000 B.P. sulla costa Altantica, in altri siti come Tamar Hat e Taforalt le date oscillano tra 24.000 e 8.000 B.P.
Nell'IberoMaurusuano sono presenti molti strumenti microlitici e molte lamelle a bordo abbattuto. L’IberoMaurisiano si divide in Antico, con il 70% di lamelle a dorso, Classico con il 80-90%, ed l’Evoluto con il 70%. Gli strumenti tipici sono lamelle grattatoi e microbulini. Presente la lamella de la "Mouillah" (lamella che ha un piquant-tièdre prossimale, che è stato ottenuto con il colpo di microbulino a sinistra, unico esempio per l'Africa del Nord). I geometrici sono rarissimi e i bulini sono assenti. Ci sono grattatoi sia piccoli che microlitici. Sono presenti pure i perforatori con il tipo "D'Aïn Khanga" ottenuto su lamella a bordo abbattuto. Le lamelle si possono presentare anche con base arrotondate, troncate, o appuntite. Un esempio è la punta di "Mechta-el-arbi" (simile alle lamelle appuntite semplici ma avente la base troncata obliquamente e ritoccata con ritocchi bifacciali. invadenti. Il ritocco bifacciale in questi casi è utilizzato per togliere il bulbo di percussione e quindi facilitare l'immanicatura). Le lamelle sono a ritocco Ouchtata.
Per quanto riguarda il Capsiano Tipico, questa industria è di tipo macrolitico. Infatti ci sono grosse lame, grossi punteruoli, bulini su dorso e anche schegge di grande dimensioni con ritocchi a dorso. Presente anche geometrici tendenti a forme trapezoidali e lamelle a dorso a forma triangolare. I grattatoi sono di grande dimensioni e talvolta denticolati. I perforatori sono rappresentati da uno strumento tipico che è il "Grande Perforatore Capsiano". In oltre i bulini sono diedri multipli, ad angolo, su troncatura. Tipico è il bulino nucleiforme. Sono presenti schegge e lame a bordo abbattuto con tutte le varianti: carenate, rettilinee, concave, étranglée. Uno strumento caratteristico è il coltello di "Guentis" che si può trovare sia su scheggia che su lama, anche di tipo Levallois, presentante ritocco laterale e trasversale continuo. Si pensa che venisse utilizzato per le escargotière. Ci sono anche strumenti multipli come bulini-grattatoi, grattatoi-lama ecc.
Per ultimo il Capsiano Superiore è un'industria microlitica con specializzazione sugli elementi geometrici (trapezi e soprattutto triangoli). Ci sono anche bulini, grattatoi su lama, e microbulini. Sono presenti lamelle a bordo abbattuto anche con ritocco Ouchtata. Caratteristiche sono le punte di "Chacal" (una punta molto aguzza con ritocchi erti ed avente due troncature sulla base formanti un angolo acuto, una con ritocchi erto l'altra semi erto), le punte "D'Aïoun Berriche" (una punta con troncatura concava sulla base, secondo Tixer (1963). Secondo la nostra opinione la base di questa ultima non si tratta di una troncatura concava ma di una base concava ottenuta semplicemente con ritocchi semi erti. Ci sono anche punte "D'Aïn Keda" (con ritocchi alternati sui due lati, erti diretti e inversi) e’ anche punte di "Mechta-el-arbi" (già citata prima).Infine vi sono molti pezzi scagliati, a coche e Scies.
La datazione per il Capsiano, in generale, parte da 7.500 B.P. e arriva a comprendere anche le fasi Neolitiche (Neolitico di tradizione Capsiana).
QARUNIANO (Fayyum B)
VIII-VII millennio B.C. contemporaneo ed un può più recente delle culture dell'Est Sahara.
L'occupazione Qaruniana è di piccoli gruppi di cacciatori-raccoglitori. I siti Qaruniani non contengono nessun ground stone e nessun elemento ceramico. La più alta percentuale di strumenti e’ rappresentata da lamelle a dorso abbattuto. Il Qaruniano può derivare da antiche culture pastorali del centro-Est Africa che può darsi che si fosse già formata nella valle del Nilo.
L'industria litica è composta principalmente da lamelle a dorso abbattuto di tipo 45-48
(Secondo Tixier 1963) corrispondenti a punte di "Mechta-el-Arbi" con il ritocco bifacciale alla base. Sono anche presenti lame a dorso ricurvo, segmenti di cerchio, punteruoli , incavature , microbulini e lame a cran.
FAYYUM A
Il Neolitico nel Fayyum copre un lungo periodo, è datato da 5.200 B.C. a 4.000 B.C.(Hassan 1985 a) ed è riferibile alla fase arida del medio Olocene. Due siti che appartengono al Fayyum A sono Kom W, datato a 4.690 B.C., Kom K datato a 5.145 B.C. Kom W ha restituito manufatti litici comprendenti coltelli sega, falcetti, asce levigate, macine (grind stones) e molte varietà di punte di freccia a base incavata. Kom K ci indica una sedentarietà di queste popolazioni infatti sono stati rinvenuti dei Silos per la conservazione dei cereali. Investigazioni più recenti (Ginter et al 1980, 1982, 1983. Kozlowski in press) identificano due fasi del Fayyum Neolitico. La prima fase è il "Fayumiano" (ca. 5.200-4.500 B.C.) e la seconda fase è il "Moeriano" (con date ca. 4.000 B.C.). Il Fayumiano è contemporaneo con il Fayum A della Caton-Thompson (5.145 ± 155 B.C. e 4.570 ± 100 B.C.) Il Fayumiano è una tecnologia su scheggia, caratterizzata da abbondanza di incavature, denticolati, grattatoi, e schegge ritoccate. Perforatori e alcuni pezzi a dorso sono normalmente presenti nel Fayumiano, però grattatoi e bulini sono rari o assenti. Alcuni rari manufatti bifacciali appaiono indicando un collegamento con il Fayum A della Caton-Thompson. L'industria Moeriana è caratterizzata da un'industria su lame e la presenza di numerosi lame ritoccate. Altri manufatti includono: bulini, perforatori, e lame a dorso.
Coincidente alle date del Fayyum A ( 4.800 B.C. e 4.400 B.C. e può darsi più tardi) è datato Merinde, che apparentemente aveva prodotto una singola tecnologia litica (Junker 1928, 1929) e che Caton- Thompson attribuiva al Fayyum A (basata su manufatti caratteristici, asce, punte di freccia a base concava, punte triangolari, e falcetti bifacciali). In recenti ricerche Eiwanger (1979, 1980, 1984) dimostra che esistono due tradizioni nel sito. Esiste un drastica differenza tra due fasi. La prima fase è caratterizzata da una industria litica su scheggia, e pochi bifacciali. Nella fase seguente predominano bifacciali (l'industria descritta da Junker).
L'industria di Omari (4.540 ± 180 a 4.110 ± 260 B.C. ) è caratterizzata da una predominanza di manufatti su scheggia, alcuni manufatti bifacciali, e pochi manufatti su lame. Debono (1948) aveva considerato l’industria di Omari, come intermedia tra Merinde e Maadi. Debono e Mortensen hanno notato similitudini tra Merinde e il Neolitico del Fayyum. Pero l’industria di Omari è chiaramente separata e non fa parte ne di una ne dell’altra (Holmes 1989).
L'industria Maadi (contemporanea al Gerzeano dell'Egitto Superiore) è dominata da ben sviluppata tecnologia su lama. Il gruppo più numeroso di manufatti sono i grattatoi su lama e scheggia, perforatori su lama, falcetti su lama, lame ritoccate e grattatoi tabulari. Ci sono alcuni bifacciali, che includono punte a cran e doppio cran, falcetti bifacciali, e punte a base concava.
CONCLUSIONI :
Il Paleolitico finale della valle del Nilo coincide con l’ultima fase del Tardi Paleolitico "Alluviation" e almeno con la prima parte del successivo periodo di Down-cutting. Il periodo include una breve comparsa del Sebiliano in Nubia a l’Egitto superiore. Contemporaneo con il Sebiliano, oppure immediatamente dopo, ci sono il Qadano nella Nubia e l’Afiano e Isnano nell’Egitto superiore. Questi tre tipici industrie Nilotiche avevano simili abitazioni all'environment Nilotico, con enfasi stagionale sul pesce e cibo di piante macinate e caccia di mammiferi di grande taglia. Le lamelle a dorso non dominano più in questo periodo, e sono normalmente irregolari, molto complessi e spesso dominati con troncature, veri microlitici geometrici sono comuni. Le tre industrie includono assemblages con un gran numero di grattatoi , funzione di cui non e apparente, pero sembra di rappresentare un sincronico fenomeno in tutto l’Egitto superiore e Nubia dopo 14.000 B.P.
Avendo esaminato le varie industrie litiche della fase finale del paleolitico (Epipaleolitico) dell'Egitto e la bassa Nubia possiamo concludere che le industrie dimostrano un certo livello di affinità pero con un gran livello di regionalismo. Le industrie attestano ad influenze di vari gruppi del Sahara, con un collegamento orizzontale, cioè sembra che questi influssi si sviluppino lungo direttrici viaggianti da ovest ad est, e che secondariamente si diffondano su un'asse verticale (nord/sud) lungo la valle del Nilo. È difficile sottolineare una singola linea di evoluzione tra le varie industrie, anche se esistono chiare relazioni tra alcune industrie. Verso i 13.000 B.P. le industrie della Nubia, dell’Alto Egitto, del Nord Africa e in un secondo momento del Fayyum convergono stilisticamente. È stato accertato in fatti che c'erano collegamenti tra queste diverse popolazioni, per cui si assiste a convergenze tipologiche molto evidenti. C’è da dire inoltre che lo stesso stile subiva varianti che derivavano da singole culture precedenti delle zone particolari. Considerando l'Elkabiano della Nubia, infatti, immagazzinando le differenti varianti litiche derivanti da più zone Africane (IberoMaurusuano, Capsiano, il Sebiliano e il Qaruniano) ha ottenuto una ricchezza tipologica e stilistica riscontrabile solo nelle industrie Nord Africane. Essa, resta comunque attaccata al Qadano (che lo precede) e vede la sua espansione anche attraverso alcune industrie limitrofe come lo Shamarkiano e l'Arkiniano.
Le tecniche bifacciali utilizzate per ottenere i falcetti sono associati con l’agricoltura e la raccolta di vegetali. Secondo noi lo sviluppo dei falcetti bifacciali e basato sulla necessita di mantenere un dorso tagliente su manufatti utilizzati per lungo periodo. Per mantenere il dorso utile il più a lungo possibile si deve utilizzare un ritocco più invadente (e non erto o semi-erto). Il problema è che quando una lama si ravviva il dorso diventa sempre più spesso, e meno tagliente. Questa situazione non causa problemi per manufatti utilizzati per la caccia o pesca, pero per la raccolta di cereali c'è bisogno di manufatti molto taglienti. Per diminuire lo spessore della lama bisogna ritoccarla sulla faccia ventrale, e quindi essa diventa bifacciale. I falcetti immanicati sono attrezzi composti è quindi richiedono un ampio investimento di tempo per costruirli. Una volta costruiti devono avere una lungo durata, per rendere l’investimento di tempo produttivo quindi devono essere eseguiti in una maniera che li rende utili per più tempo possibile questo viene attuato tramite l’uso della tecnica bifacciale, che rende il bordo più forte e stabile.
La tecnica bifacciale ovviamente esisteva nei periodi precedenti (per esempio nell'Acheuleano, l'Ateriano (Musteriano), e in vari esempi del Paleolitico superiore) pero non era mai stata utilizzata allo stesso livello come per il Neolitico. Un'altra continuità tecnica, dal Paleolitico al Neolitico e l'uso del ritocco Ouchtata per caratterizzare la maggior parte delle lame e lamelle a dorso. Il ritocco Ouchtata utilizzato nel Paleolitico continua ad essere presente nel Neolitico. Questo pure indicare una certa continuità da un periodo all'altro.
Alcune delle industrie dimostrano l'uso del fuoco come tecnica per migliorare la qualità della materia prima. È probabile che questa tecnica è stata utilizzata per rendere lo stacco di lame e lamelle più uniforme. L'uso del trattamento (heat treatment) della materia prima con il fuoco la rende più omogenea e più vetrosa (vitreous) (Albanese 1991) quindi migliorando la qualità di qualsiasi materia prima.
Lo scopo di questa ricerca era di cercare se ci fosse una continuità tra le varie culture paleolitiche e le culture del Neolitico della valle del Nilo. Avendo incominciato la ricerca ci siamo resi conto della vastità della ricerca. Avendo iniziato la ricerca con l'Epipaleolitico nilotico e scoprendo che il collegamento con il Neolitico era incerto (Holmes 1989) ci siamo limitati ad una semplice ricerca dell'Epipaleolitico, tenendo sempre presente un prossimo lavoro di collegamento con il Neolitico.
METODO DI ANALISI LITICA DI A. E. CLOSE
Debitage: include tutte le schegge e lame non ritoccate, frammenti, stacchi di bulino; i microbulini non sono stati inclusi nel debitage dato che la tipologia utilizzata ( Tixier 1963) le classifica come manufatti ritoccati. Il metodo di distinzione tra lame e schegge e’ la classica proporzione 2:1( lunghezza : larghezza)
1) Scheggia primaria
2) Lama primaria
3) Scheggia da nucleo a piattaforma singola
4) Schegge da nuclei a piattaforma opposta
5) Schegge da nuclei a 90°
6) Schegge da nuclei a piattaforme multiple
7) Schegge non identificabili
8) Lame da nuclei a piattaforma singola
9) Lame da nuclei a piattaforma opposta
10) Lame da nuclei a 90°
11) Lame da nuclei a piattaforme multiple
12) Lame non identificabili
13) Schegge Levallois (Bordes 1961: 13-17)
14)Lame Levallois (Bordes 1961: 18)
15) Punta Levallois (Bordes 1961: 18)
16) Scheggia Halfan (Marks 1968b: 394-5)
17) Lama Halfan (Marks 1968b: 394-5)
18) Scheggia di preparazione Levallois (Wendorf and Schild, 1974)
19) Schegge preparazione del nucleo
20) Blocco di nucleo
21) Lame a crete
22) Stacchi di bulino
23) Scheggia o lama derivata da pezzi scagliati ( Tixier n.104)
24) Frammenti incluse schegge e lame meno di 15 mm
Per ogni pezzo completo sono state annotate : materia prima, lunghezza , larghezza ,spessore ,tipo di piattaforma e quantita’ di cortice.
I tipi di piattaforma annnotati sono: cortice , lisse ,dihedral, faccetati, appuntite, e non identificabili.
Gli stacchi di bulini sono stati divisi in stacchi iniziali e stacchi secondari e se o no includevano ritocchi prima dello stacco.
Nuclei:
1) Nucleo a piattaforma singola (Lubell, 1974:8-9)
2) Nuclei a piattaforma opposta (Lubell, 1974:8-9)
3) Nuclei a piattaforme a 90° (Lubell, 1974:8-9)
4) Nuclei a piattaforme multiple (Lubell, 1974:8-9)
5) Nucleo Levallois ( Bordes 1961)
6) Nucleo Halfano ( Marks 1968 b.)
7) Nuclei discoidi ( Marks 1968 b.)
8) Nuclei con stacchi primari ( Lubell 1974)
9) Frammenti e nuclei non identificabili
Manufatti ritoccati : sono stati classificati basandosi sulla tecnologia din Tixier con poche modificazioni ed e’ stato anche annotato il tipo di scheggia o lama su cui il manufatto e’ stato eseguito ( primaria , secondaria ecc.), anche le dimensioni.
Inoltre per ogni strumento si e’ analizzata qualsiasi caratteristica relativa al suo ottenimento.
Differenze con Tixier:
bulini modificati, non distinguono la differenza che Tixier ha dato sia alle lamelle che alle lame, tanto che la Close le classifica sotto la denominazione di lamelle.
C'è poca possibilità che il Neolitico del Fayyum sia derivato dal Qaruniano ( questa ipotesi è basata sulla litica).La differenza in assemblages litici si può spiegare dalla differenza in economia e possibilmente dalla materia prima. Il fatto che Hassan (1986 a,b ) abbia scoperto indicatori geologici che delineano che tra 7000 e 6000 BP il lago Fayyum era quasi completamente asciutto e che pure se fosse rimasta parte del lago , diminuite le precipitazioni avrebbero reso le risorse di animali, nei deserti vicini, scarse. Inoltre alcune fasi di alluviations avrebbero completamente distrutto le foreste e le paludi e gli animali che vivevano in esse cioè eliminando l’economia Qaruniana e forzandoli a vivere al bordo di un deserto sterile. Un’altra possibilità e’ che le migliori condizioni della valle del Nilo hanno attirato i popoli Qaruniani al Nilo e che i sedimenti sono stati ristabiliti nel Fayyum da coltivatori provenienti dalla valle del Nilo.
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